ANCHE REGGIO CALABRIA ADERISCE ALLA GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE A FIANCO DELLA RESISTENZA PALESTINESE

Scritto da C.S.O.A. ANGELINA CARTELLA
Durante la giornata saranno organizzate diverse ATTIVITA’ DI INFORMAZIONE riguardo il boicottaggio delle aziende che sostengono l’economia assassina di Israele: chi fosse interessato a dare una mano mandi una mail all’indirizzo [email protected]

FERMIAMO LO STERMINIO DEL POPOLO PALESTINESE
BOICOTTIAMO LO STATO ASSASSINO DI ISRAELE
AL FIANCO DELLA RESISTENZA PALESTINESE

Il potentissimo esercito israeliano sta consumando l’ennesima aggressione contro il popolo palestinese, verso quella “soluzione finale” tanto agognata dai sionisti: la cacciata di tutti gli arabi dalla terra di Palestina. Così assistiamo sgomenti all’ennesima catastrofe: centinaia i morti, migliaia i feriti, gli arrestati e i torturati, tra cui donne e bambini, con la sola “colpa” di essere palestinesi, di essere nati e, soprattutto, di vivere in Palestina. Raccolti agricoli, abitazioni, attività commerciali, luoghi di culto, scuole, ospedali e decine di altre strutture distrutte!

I sionisti, grazie al sostegno economico, politico, scientifico e militare dei governi occidentali, al silenzio complice di quelli arabi e alla propaganda massiccia dei mezzi d’informazione, possono portare avanti il loro piano di colonizzazione e pulizia etnica dei nativi di quella terra, ogni dannato giorno, senza alcuna tregua.

Anche lo Stato italiano gioca un ruolo determinante in questo saccheggio di vite e di giustizia, e le relazioni tra i due governi perseverano e sono sempre più salde: l’Italia è il quarto partner commerciale mondiale di Israele e il primo fornitore dell’UE di armi e sistemi bellici. La stessa Calabria è spesso oggetto, compiacente, degli appetiti israeliani, dal megaprogetto turistico di Europaradiso al ventilato interesse a subentrare nella gestione del Servizio Idrico. Tutte operazioni in cui lo Stato terrorista di Israele tenta di dare un’immagine di sé di paese “normale”, mentre resta uno Stato coloniale, fascista, sanguinario e criminale fondato sul razzismo.

NOI NON POSSIAMO ASSISTERE SILENTI A TUTTO QUESTO, E SOPRATTUTTO NON VOGLIAMO ESSERE COMPLICI DI CHI STA STERMINANDO UN INTERO POPOLO!

Nel nostro piccolo possiamo sostenere la Resistenza di chi non ha mai rinunciato alla propria dignità, boicottando i prodotti israeliani e tutte quelle aziende legate all’economia israeliana!

Invitiamo tutte e tutti a partecipare all’ASSEMBLEA PUBBLICA che si terrà SABATO 26 LUGLIO alle ore 19.00 al MUSEO DELLO STRUMENTO MUSICALE, Viale Genoese Zerbi, con le seguenti parole d’ordine:

• Fine dell’aggressione militare e dell’assedio contro la popolazione di Gaza

• L’immediata cessazione degli accordi militari ed economici che collaborano col colonialismo sionista in Palestina

• Sanzioni, Boicottaggio e Disinvestimento contro lo Stato israeliano per il rispetto degli inalienabili diritti dei palestinesi

• Pieno sostegno all’eroica Resistenza palestinese che si oppone da oltre 60 anni all’occupazione israeliana e fronteggia il progetto imperialista e sionista nella regione

• Morte al sionismo e all’imperialismo, libertà al popolo palestinese e a tutti i popoli oppressi!

L’assemblea si inserisce nella giornata di mobilitazione nazionale e vuole essere anche e soprattutto un’occasione per creare un progetto comune a lungo termine che veda varie realtà a fianco della Resistenza palestinese. Per una Palestina finalmente libera!

Comitato Solidarietà Migranti
c.s.c. Nuvola Rossa
c.s.o.a. Angelina Cartella
Collettivo UniRC AteneinRivolta
Pagliacci ClanDestini
Collettiva AutonoMIA Reggio Calabria
Museo dello Strumento Musicale
COBAS RC

Fonte:

Roma: sgomberato il Volturno, la vendetta della proprietà privata

Ho appreso con amarezza la notizia dello sgombero del centro sociale Volturno di Roma. Sono molto legata a questa città anche se ci ho vissuto solo per pochi mesi, perchè è lì che ho preso coscienza per la prima volta della “politica”, che ho cominciato a frequentare gli spazi occupati e poi  da lì tutto il resto. E a proposito di prima volta, è proprio all’ ex cinema Volturno che ho trascorso una serata in memoria di Vik, per il primo anniversario della sua morte, la prima volta che ho sentito recitare le parole del suo libro, la prima che ho ascoltato musica e assaggiato cibo palestinese. In questi giorni in cui l’attacco israeliano su Gaza si è intensificato e molti ricordano le parole di Vittorio, la notizia dello sgombero di questo centro sociale, in cui sono stata solo quella volta, mi riporta a quell’evento con nostalgia e amarezza sia per l’ingiustizia del predominio della proprietà privata sia per il ricordo che mi lega alla città di Roma e  la passione per la causa palestinese.
Ai compagni del Volturno va la mia solidarietà.
D. Q.
*
di redazione

Ultima modifica il Martedì, 15 Luglio 2014 12:53
Questa mattina un nuovo sgombero nella Capitale. Dopo sei anni di liberazione il Cineteatro Volturno è stato riconsegnato alla rendita e alla speculazione. Giovedì 17 ore 18 corteo da Piazza Indipendenza.

Sono arrivati alle 9 in forze, polizia e carabinieri, militarizzato tutto l’isolato con camionette ed uomini schierati. Dopo aver forzato la saracinesca d’ingresso dietro alle forze dell’ordine è entrata una squadra di operai. Mentre gli occupanti e tanti attivisti di altri spazi sociali e occupazioni abitative si radunavano da dentro arrivavano i rumori della di distruzione messa in opera per rendere lo spazio inagibile.

Ora è chiaro che occupazioni e spazi sociali non avranno nessuna tregua estiva, che potrebbe essere un’Estate Romana segnata da sgomberi.

L’ordine di sgombero è arrivato direttamente dal tavolo per l’ordine pubblico e la sicurezza della Prefettura. Come promesso da inquirenti e ministero degli Interni è cominciata l’opera di normalizzazione della città di Roma: troppe occupazioni, troppi spazi del comune, troppi “covi” di aggregazione sociale e opposizione. Ma anche troppi spazi privati sottratti alla rendita e alla speculazione. Come nel caso del Volturno: già teatro di varietà, poi cinema e locale a luci rosse. Cecchi Gori lo rilevò per farne un bingo, poi l’abbandono dopo che non arrivava il cambio di destinazione d’uso dell’immobile e sei anni fa l’occupazione. Ad ora la proprietà sembra essere la Ferrero Cinema, proprietaria di diverse sale nella Capitale.

E il Sindaco Marino che dice? Al momento nulla, quella dello struzzo sembra essere la parte che gli viene meglio recitare. Così, mentre l’aula Giulio Cesare discute un bilancio di tagli e rigore, lascia mano libera per restaurare la legalità, per riaffermare il diritto della proprietà privata di prevalere su tutto e tutti.

E dopo il Volturno chi sarà il prossimo? Il Teatro Valle Occupato sembra in pole position. Lo diciamo chiaro: la città degna e che resiste non tollererà nessun nuovo sgombero, riprendiamoci il Volturno tutti e tutte assieme.

 

 

 

Fonte:

http://www.dinamopress.it/news/sgomberato-il-volturno-la-vendetta-della-proprieta-privata

 

SIT-IN DI SOLIDARIETA’ AL POPOLO PALESTINESE A REGGIO CALABRIA

12 luglio 2014

Scritto da C.S.O.A. ANGELINA CARTELLA

Anche a Reggio Calabria a sostegno del popolo palestinese…
…per restare umani!

Uno degli eserciti più forti e tecnologici del mondo si sta apprestando ad una delle ripetute stragi a cui ci ha abituato, di fronte all’indifferenza del mondo intero. Il governo israeliano di  Netanyahu ha ribattezzato l’operazione “Margine protettivo” e parla di una “rappresaglia necessaria” contro i terroristi di Hamas, ma ad essere colpiti sono, come sempre, donne, bambini, intere famiglie innocenti. Lo stillicidio di morti giorno per giorno, tutti i giorni, diventa ciclicamente il massacro generalizzato. È successo in passato a Der Yassin, a Tall el Zaatar, a Sabra e Chatila, a Jenin. Succede oggi a Gaza, la gabbia per topi super affollata dalla quale non si può scappare

L’ennesima operazione militare di sterminio di un popolo, verso la soluzione finale, ampiamente preparata utilizzando a pretesto strumentale la scomparsa dei tre poveri ragazzi, trovati poi morti, stava saltando per opera di qualche ultraortodosso che ha pensato bene, per rappresaglia, di bruciare vivo un ragazzo palestinese. L’alibi, preparato con cura, non poteva più reggere, e allora via alla correzione di rotta, pubblicizzando da una parte la condanna a quei fanatici che stavano facendo fallire la pianificazione militare, e ringraziando dall’altra i “razzetti” di Hamas per aver permesso loro di recuperare le pseudo giustificazioni.

La piramide mediatica, dalle informazioni che arrivano solo dall’esercito israeliano, si dipana raccontando fatti e loro interpretazione ad uso e consumo del governo Netanyahu e dei suoi alleati internazionali, che per bocca del Segretario di Stato John Kerry hanno di fatto benedetto la nuova aggressione. La solita canea di pennivendoli di regime si fa carico trasversalmente della propagazione, in una gara a chi è più realista del re. L’enorme differenza del numero dei morti, le stragi di civili come forma di punizione collettiva, l’uso di armi tecnologiche e di distruzione di massa da sperimentare in loco, le centinaia di bombardamenti contro qualche decina di missili caserecci, l’ invasione che sembra imminente – con il suo corollario di morte e distruzione – , non contano se non come “comprensibili ed inevitabili” cause collaterali.

Il resto non si vede: un potente esercito di occupazione, brutale ed al contempo sofisticato, contro una delle ultime colonie occupate del mondo, i muri, i ghetti, il regime di apartheid, le migliaia di prigionieri – molti dei quali bambini -, le sistematiche violazioni di qualunque legge internazionale o risoluzione dell’ONU, la diaspora (con circa 6 milioni di palestinesi in giro per il mondo), il divieto del diritto al ritorno universalmente riconosciuto, le cicliche stragi alla Marzabotto contro civili indifesi, donne, bambini, i campi di concentramento, le torture

Le vittime del nazismo di ieri si sono trasformate nei carnefici di oggi con solo poche, pochissime voci che si levano a condannare questi crimini contro l’umanità e questi criminali. Nel silenzio o balbettio dei governi. Così come ieri con il nazismo.

Leviamo le nostre voci contro queste ignominie, che diventino un grido di protesta, di condanna; quella che i governi collusi mai faranno. Che diventi un grido di ripudio universale, che trasformi deboli voci in un boato, che parli di boicottaggio economico (i prodotti commerciali israeliani, seppur camuffati, cominciano con 729 come prime cifre del codice a barre), culturale, sportivo, mediatico, che faccia appello anche a lavoratori e giovani israeliani, perché si mobilitino contro un governo che usa il massacro di un popolo come arma di distrazione di massa dalla macelleria sociale che sta preparando.

Invitiamo tutte e tutti al Presidio organizzato per lunedì 14 luglio alle ore 18.00 a Piazza Italia, di fronte la Prefettura, contro il genocidio in atto del popolo palestinese. L’iniziativa non vuole essere solo un momento di solidarietà e di sostegno a un popolo martoriato, ma anche occasione per riflettere e ragionare insieme su come attivare azioni più incisive per contrastare le politiche di uno stato, quello sionista, che vedono coinvolte anche l’Italia e la stessa Calabria.

NOI NON CI STIAMO! NON IN NOSTRO NOME!
SOLIDARIETA’ CON IL POPOLO PALESTINESE!

Adesioni in aggiornamanto:

Comitato Solidarietà Migranti
Comitatoacquapubblica Villa San Giovanni
Nuvola Rossa vsg
Csoa Cartella
Collettivo UniRc AteneinRivolta
Pagliacci ClanDestini – Freckles
Sinistra in Movimento
Rifondazione Comunista Reggio Calabria
Collettiva AutonoMIA Reggio Calabria
Circolo SEL “Eugenio Musolino”
ass. “La cosa pubblica”
Arci Reggio Calabria

chi volesse dare la propria adesione: [email protected]

 

 

 

Fonte:

http://www.csoacartella.org/

Carlo Giuliani

Il 20 luglio 2001, durante il G8 di Genova, a Piazza Alimonda, rimase ucciso il giovane Carlo Giuliani.
Questo è il sito del Comitato a lui dedicato:

http://www.piazzacarlogiuliani.org/

BREVE CRONOLOGIA DEI FATTI DEL 20 LUGLIO 2001:
PIAZZA ALIMONDA ORE 17.27

Venerdì 20 luglio
Il vicepresidente del Consiglio, on. Gianfranco Fini, con altri esponenti di Alleanza Nazionale, tra cui l’on. Ascierto, si trovano nella Caserma dei Carabinieri di San Giuliano dove si trattengono per diverse ore. Le forze dell’ordine vengono dislocate nelle zone dove passeranno i cortei e nelle vicinanze delle piazze tematiche.
Sono stati rimossi i cestini della spazzatura ma molti cassonetti si trovano tuttora lungo i percorsi e nelle piazze dove si raccolgono i manifestanti.
Fin dalla mattina compare il Black block: gruppi di 10, 15, al massimo 20 persone alla volta, molte delle quali dall’accento straniero, si aggirano per la città distruggendo vetrine, incendiando cassonetti, auto, motorini.
Fanno incetta di sassi, spranghe e bastoni.
Diversi privati cittadini, da varie zone della città, denunciano il fatto alle autorità competenti. Un gruppo si concentra in piazza Paolo da Novi, la piazza tematica dei Cobas; inizia a smantellare la pavimentazione e a caricare i cassonetti con pietre.
Alcuni manifestanti tentano di fermarli.
Le forze dell’ordine, che si trovano a breve distanza, no.
Indietreggiano, sparando lacrimogeni. Li inseguono nelle vie adiacenti senza mai fermarli davvero.
(Alcuni filmati, anche del sabato, riprenderanno strani personaggi che prima parlano con le forze dell’ordine e poi si avvicinano ad alcuni Black block. Altri filmati riprendono dei personaggi che, in motorino, prima parlano con i Black block, poi con le forze dell’ordine, e così via).
Il black block passa sotto il tunnel della ferrovia all’altezza di corso Torino dividendosi quindi in due gruppi : uno si dirige verso il Carcere, l’altro sale la scalinata Montaldo verso piazza Manin.
Ore 15. Un filmato riprende alcuni blindati dei Carabinieri nella piazza antistante il Carcere di Marassi e gruppi di agenti a piedi.
Una ventina di Black block si avvicina al carcere lanciando sassi.
I Carabinieri si ritirano.
I Black block rompono alcuni vetri delle finestre del Carcere e incendiano un portone ed una finestra. Poi se ne vanno indisturbati.
Nel frattempo il corteo dei Disobbedienti, “armati” con scudi di plexiglass, imbottiture di polistirolo, gommapiuma e bottiglie di plastica, lasciato lo Stadio Carlini, si avvia lentamente lungo il tragitto autorizzato, incontrando sul suo cammino cassonetti rovesciati e auto bruciate.
A metà di via Tolemaide viene duramente e improvvisamente aggredito dai Carabinieri, sostenuti da 4 blindati. Ricordiamo che i portavoce dei Disobbidienti avevano precedentemente concordato con la Questura il percorso fino a piazza Verdi, (la piazza che si trova di fronte alla stazione Brignole). Ci sarebbero, quindi, ancora circa 500 metri di strada da percorrere. La zona rossa, protetta dalle grate in ferro, è ben più lontana.
L’attacco respinge per alcuni metri i manifestanti che, retrocedendo, si compattano verso corso Gastaldi. Non ci sono vie di fuga: alle spalle 10000 persone premono non comprendendo cosa stia accadendo; da un lato la massicciata della ferrovia, dall’altro file continue di palazzi.
Nel frattempo, i Black block saliti a piazza Manin, dove sono radunati Pax Christi, Mani Tese, Rete Lilliput, ecc., proseguono indisturbati verso piazza Marsala; dietro a loro sopraggiunge la Polizia che spara lacrimogeni e carica i pacifisti con le mani, pitturate di bianco, alzate; vengono picchiate e ferite soprattutto le donne.
Tornando a via Tolemaide, dopo ogni carica al corteo dei Disobbedienti, i blindati e i militari indietreggiano, ritirandosi fino all’angolo con corso Torino.
Alcuni ragazzi del corteo li inseguono, tirando sassi e cercando di rompere i vetri dei blindati.
Una camionetta, dopo aver percorso a velocità sostenuta, su e giù, quel tratto di strada, minacciando di travolgere i manifestanti, si blocca improvvisamente a marcia indietro contro un cassonetto. L’autista fugge lasciando soli i colleghi.
I carabinieri schierati poco più avanti non intervengono in loro aiuto.
I ragazzi assaltano il blindato, visibilmente infuriati, con sassi e spranghe; permettono comunque ai carabinieri che occupano il mezzo di allontanarsi. Quindi lo incendiano.
La Polizia respinge il corteo in via Tolemaide.
Ore 16.30 circa – Carlo si unisce al corteo dei Disobbedienti, che già da tempo, bloccato frontalmente, stremato dalle cariche ripetute, intossicato dai lacrimogeni, scottato dagli idranti urticanti, tenta di defluire per le vie laterali e di tornare al Carlini.
Carlo indossa un pantalone della tuta blu, una canottiera bianca e una giacca della tuta grigia legata in vita.
A questo punto le forze dell’ordine, carabinieri e polizia, attaccano nuovamente il fronte del corteo: blindati lanciati a 70Km/h sui ragazzi, idranti urticanti, colpi d’arma da fuoco, lacrimogeni al gas CS, manganelli Tonfa.
I ragazzi rispondono lanciando sassi, lanciando indietro alcuni lacrimogeni, facendo piccole barricate con i bidoni per la raccolta differenziata della carta e della plastica.
Carlo indossa il passamontagna blu.
Sul fianco di via Tolemaide si aprono 2 strade strette, che portano in piazza Alimonda.
Ore 17.15. Un drappello di una ventina di carabinieri appoggiato da 2 defender si posiziona in una di queste due stradine. Partono i lacrimogeni, che vengono lanciati in mezzo al corteo.
I manifestanti reagiscono.
I militari, improvvisamente, cominciano ad indietreggiare, fino a scappare disordinatamente verso via Caffa, attraverso piazza Alimonda.
Un gruppo di manifestanti li inseguono urlando.
I due defender proseguono in retromarcia, superano un primo cassonetto che si trova in mezzo alla strada di fronte alla Chiesa del Rimedio.
Un defender, raggiunto uno slargo, fa manovra e raggiunge i colleghi in via Caffa; l’altro si ferma contro un cassonetto di rifiuti mezzo vuoto che si trova sul lato destro della strada.
Un plotone di polizia, con defender e blindati, è schierato in via Caffa a pochi metri dal defender. Un ingente schieramento di forze di polizia e blindati si trova in piazza Tommaseo, la piazza in cui sfocia via Caffa, lunga 300 metri.
Alcuni manifestanti raggiungono il defender fermo in piazza Alimonda, alcuni di loro tornano indietro verso via Tolemaide, altri cominciano a tirare sassi contro le forze dell’ordine schierate in via Caffa, altri ancora lanciano pietre e tirano colpi con assi di legno al defender.
Una persona raccoglie da terra un estintore, comparso sulla scena in questo momento, e lo lancia da una distanza ravvicinata e nel senso della lunghezza, contro il defender; l’estintore colpisce il lunotto posteriore e cade fermandosi sulla ruota di scorta.
Uno scarpone spunta dal lunotto e lo scalcia facendolo rotolare a terra.
In questo momento attorno al defender ci sono 4 fotografi e 5 manifestanti.
Una pistola spunta dal lunotto posteriore.
Un ragazzo con la felpa grigia vede la pistola, si china e scappa.
Carlo, si avvicina, si china a raccogliere l’estintore, si alza in torsione per ritrovarsi quasi di fronte al retro del defender…
… Solleva l’estintore sopra la testa…

In questo momento, Carlo si trova a 3,37 metri di distanza dal lunotto posteriore del defender.
Sono le 17.27.
Parte il primo sparo.
Carlo cade a terra in avanti, trascinato dall’estintore che sta lanciando, e rotola sul fianco destro verso il defender.
I manifestanti presenti nella piazza scappano precipitosamente mentre parte un secondo colpo di pistola. I fanali della retromarcia del defender sono accesi.
Qualcuno grida “fermi, stop” al Defender che passa due volte sul corpo di Carlo, una prima volta in retromarcia sul bacino, la seconda in avanti sulle gambe.
Sono passati 5 secondi dal secondo sparo quando il defender è già in via Caffa, oltre lo schieramento della Polizia.
I giornalisti che si trovano vicino al defender cominciano a fotografare e riprendere Carlo a terra, che sta morendo.
Si avvicinano alcuni manifestanti che cercano di fermare lo zampillo di sangue che sgorga a ritmo cardiaco dallo zigomo sinistro di Carlo.
A questo punto, le forze di polizia avanzano, sparando lacrimogeni e disperdendo i pochi manifestanti ancora nei pressi.
Le forze di polizia circondano il corpo.
10 minuti dopo, un’infermiera del GSF che cerca di soccorrere Carlo sente ancora il suo cuore che batte. Arriva una seconda infermiera.
Le infermiere tolgono il passamontagna a Carlo e notano sulla fronte una grossa e profonda ferita che non sanguina, una ferita, dunque, che è stata provocata da un colpo in fronte inferto dopo l’uccisione. Sulla tempia destra di Carlo ci sono abrasioni e ferite.
Più di un testimone racconterà di aver visto rappresentanti delle forze dell’ordine che hanno preso a calci in testa Carlo prima che arrivassero le infermiere del GSF.

Nella relazione del primo semestre 2002, i Servizi Segreti italiani hanno ammesso “infiltrazioni di elementi di estrema destra tra i black block a Genova durante le manifestazioni anti-G8”.

Tutto quanto raccontato è visibile dai numerosi filmati elencati in questo sito alla voce “Bibliografia”, o dalle numerose fotografie riportate nelle contro-inchieste.
Sul Black Block e l’assalto al Carcere di Marassi si veda in particolare “Le strade di Genova”, di Davide Ferrario.

» La ricostruzione e qualche domanda

 

 

Fonte:
http://www.piazzacarlogiuliani.org/carlo/iter/20lug.php

Nel sito del Comitato Piazza Carlo Giuliani è presente molto altro  materiale, tra cui videi di documentari che ricostruiscono l’omicidio. Rinvio alla visita del sito stesso.

Su Carlo Giuliani ho letto un paio di libri di cui consiglio la lettura. Si tratta di una raccolta di racconti  dedicati a Carlo e pubblicati a dieci anni dalla sua uccisione e di un grafic novel che ne racconta la vita.

Per sempre ragazzo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CARLO GIULIANI

 

La famiglia Giuliani da quel giorno lotta per sapere la verità sull’omicidio del figlio, sui fatti del g8 di Genova 2001 e dà il suo sostegno anche per tutti gli altri casi di malapolizia. Costante è dunque l’impegno della madre Haidi Gaggio Giuliani , cofondatrice, insieme a Francesco Barilli, del sito http://www.reti-invisibili.net/, del padre Giuliano e della sorella Elena.

Qui gli ultimi articoli sull’omicidio di Carlo:

G8, "Giusto sparare a Giuliani" Sallusti a giudizio per diffamazione

 

http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2013/06/23/APcfvxoF-giuliano_giuliani_voglio.shtml

http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2013/06/26/APbPurpF-giuliano_giuliani_morto.shtml

http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2013/10/09/AQhu73c-ritorna_morte_giuliani.shtml

http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2014/01/27/AQ0MALdB-credevo_colpito_giuliani.shtml

http://genova.repubblica.it/cronaca/2014/03/27/news/g8_giusto_sparare_a_giuliani_sallusti_a_giudizio_per_diffamazione-82065957/

Segnalo il prossimo evento organizzato per ricordare Carlo:

Fonte:

http://www.osservatoriorepressione.info/?tribe_events=per-non-dimenticarlo-genova-19-20-luglio-2014

È nata una rete volontaria per un osservatorio a tutela dei migranti

4 Lug
2014
Scritto da C.S.O.A. ANGELINA CARTELLA

Dal 14 maggio, dalla stazione di Villa San Giovanni hanno transitato continui flussi di migranti siriani provenienti dai centri di primissima accoglienza della Sicilia. In continuità col progetto Co.S.Mi. (Comitato Solidarietà Migranti) – la cui opera prestata nel 2011 durante l’emergenza della primavera araba è stata riconosciuta dalle autorità competenti – il Centro Socio Culturale “Nuvola Rossa”, il C.S.O.A. “Angelina Cartella”, i Pagliacci Clandestini e liberi cittadini sono stati da allora impegnati in un’attività di accoglienza, solidarietà e controllo.

Il presidio in tutto questo tempo è diventato una presenza importante in stazione per rispondere ai bisogni primari dei migranti e svolgere un’attività di controllo a garanzia ed a tutela dei loro diritti. Tutto questo è stato possibile grazie alla rete solidale che si è spontaneamente creata sul territorio che ha garantito la disponibilità di risorse umane e beni di prima necessità.

I gruppi che hanno transitato sono più o meno numerosi, dalle 70 alle 100 persone, composti prevalentemente da bambini e donne spesso in stato avanzato di gravidanza. Ad oggi abbiamo dato assistenza a circa 1200 persone.

Le esigenze sono state molte e diversificate: dalle più elementari come cibo e vestiario alle più importanti come la necessità di prestazioni mediche.

Quasi ogni sera ci si è confrontati con esperienze di vita molto intense, si sono ascoltate storie toccanti; si è entri in contatto con uomini e donne provati da un viaggio duro e con bambini, moltissimi, che grazie al prezioso lavoro dei Pagliacci Clandestini hanno ritrovato il sorriso, portandosi lungo il loro viaggio un ricordo sereno.

Le notizie degli ultimi massicci sbarchi sulle coste siciliane fanno credere che i flussi continueranno ancora per molto tempo e che dalla stazione di Villa San Giovanni potrebbero continuare a transitare numerosi migranti.

Il progetto Co.S.Mi. continuerà a mantenere il suo presidio garantendo ai popoli che scappano dalla guerra, dalla sofferenza e dalla fame quella solidarietà e quel rispetto per la vita che dovrebbero essere propri di ogni essere umano. Il nostro intento è quello di creare una rete volontaria di avvocati, medici e mediatori culturali assieme ai quali formare un osservatorio a tutela dei migranti.

Lo scopo non è sostituirsi agli enti preposti alla gestione delle emergenze, ma vigilare sulla loro efficienza e poter intervenire laddove si verificassero delle carenze.

Sulla base dell’esperienza che abbiamo acquisito e del contatto diretto coi migranti in transito, ci siamo posti anche la necessità di operare una forma di controinformazione che faccia chiarezza rispetto alle notizie poco chiare, spesso false, che alimentano inutili allarmismi su aspetti delicati come la questione sanitaria: un tema che fa molta presa sull’opinione pubblica.

Invitiamo tutte e tutti a tenere alta l’attenzione su questo fenomeno affinché i diritti inalienabili dell’uomo siano garantiti, così come invitiamo chiunque voglia prestare le proprie professionalità – legali, medici, mediatori culturali – a contattarci all’indirizzo [email protected] per sostenere attivamente le finalità del progetto.

Comitato solidarietà migranti

Fonte:

http://www.csoacartella.org/
http://www.csoacartella.org/

Csoa Cartella, Csc Nuvola Rossa e Collettivo UniRc – AteneinRivolta al fianco dei cittadini di Campo Calabro contro il bitumificio

4 Lug
2014
Domenica 6 luglio al fianco dei cittadini di Campo Calabro
Scritto da C.S.O.A. ANGELINA CARTELLA

PER UN FUTURO SOSTENIBILE E DIGNITOSO!

La vicenda del bitumificio, sorto come per magia a Campo Calabro, è emblematica dello stato di salute della “democrazia” nel nostro Paese. Un impianto, sicuramente impattante sulla salute e sull’ambiente, viene costruito senza permessi, tanto da arrivare ad un’ordinanza di demolizione da parte del Consiglio comunale campese.

Eppure, a distanza di oltre un anno da quella ordinanza, quella ciminiera ancora svetta sulla cittadina dello Stretto, mentre la Gioia Bit, la società che ha costruito l’impianto, si vede rigettare un’istanza di sanatoria, presentata senza ritegno e contro la cittadinanza campese che in questi anni ha manifestato in varie forme la sua netta contrarietà.

Domenica 6 luglio saremo al fianco delle associazioni e dei cittadini di Campo Calabro che scenderanno in piazza al fine di poter mettere una pietra tombale su una storia che si protrae ormai da troppo tempo, e per buttare già quella torre che è uno smacco alla democrazia e una mortificazione della volontà popolare.

Non si può più accettare che l’interesse privato, in nome di qualche misero posto di lavoro, venga messo avanti all’interesse dei più, alla salute dei cittadini, all’ambiente che ci circonda. Un futuro diverso lo possiamo costruire insieme, riappropriandoci del sacrosanto diritto a contare e decidere.

c.s.o.a. Cartella
c.s.c. Nuvola Rossa
Collettivo UniRC – AteneinRivolta

Fonte:

http://www.csoacartella.org/

ROMA # 17M PER I BENI COMUNI CONTRO LA DEMOCRAZIA E CONTRO LE GRANDI OPERE

 

17 / 5 / 2014

Decine di migliaia di persone hanno invaso, sabato 17 maggio, per la manifestazione nazionale promossa dal Forum dei movimenti  per l’acqua: c’era chi lotta contro le grandi opere, con in testa i NoTav e i NoGrandiNavi di Venezia, i movimenti per il diritto all’abitare, da una settimana in mobilitazione permanente contro l’approvazione del “piano casa” del ministro Lupi, chi si oppone alle devastazioni ambientali con in prima fila gli Stop Biocidio di Campania, Abruzzo e Lazio e poi ancora centri sociali, spazi e teatri occupati, sindacati di base.

Tante voci differenti, ma alla ricerca di un’orizzonte comune di lotta, che lungo tutto il percorso del corteo e dagli interventi dal palco in piazza Navona, hanno rinnovato la volontà dei movimenti di non subire come ineluttabili le politiche decise dalla Troika a livello europeo e attuate dal governo Renzi nel nostro Paese. Tutti insieme in una mobilitazione che si è inserita nella cornice della Giornate europee di azione e che ha voluto esprimere direttamente anche la propria complicità con gli zapatisti del Chiapas, comunità che nei loro territori non si fermano nella volontà di trasformare l’esistente.

Nei fatti la manifestazione del 17 maggio ha espresso un significato che è andato al di là della battaglia per la difesa dello storico risultato referendario del giugno 2011, per l’acqua come risorsa di tutti non mercificabile, ed ha investito l’insieme dei tentativi di privatizzazione dei beni comuni e di distruzione dei servizi pubblici e del welfare. Nel mirino le fallimentari politiche di austerity che, in tutta Europa, toccano le condizioni di vita di milioni di persone impoverite dalla crisi. Per questo grande spazio hanno trovato le rivendicazioni di diritti sociali, reddito, casa e servizi per tutti. Per questo le lotte contro la devastazione ambientale, per il diritto alla salute, contro quelle grandi opere, che sono parte di uno stesso disegno di distruzione e rapina nei confronti delle comunità e dei territori, hanno trovato una significativa collocazione nel corteo.

Una bella giornata di mobilitazione, dunque, che costituisce una tappa significativa nella costruzione del percorso che porterà i movimenti sociali in lotta contro precarietà e austerity a Torino il prossimo 11 luglio, contro il vertice dei capi di governo di tutta l’Unione Europa sulla “disoccupazione giovanile”.

La cronaca e video racconto del corteo:

Il commento finale alla manifestazione

17.05.14 Roma – Commento finale al corteo

 

18:17 Roma dopo il forum dell’acqua parlano i movimenti contro le grandi opere. Interviene Tommaso Cacciari per l’Ass.NoGrandiNavi

18:06 Roma in piazza navona musica e teatro in attesa dell’arrivo di tutto il corteo

17:56 Roma i primi spezzoni entrano in piazza navona

17:47 Roma arrivato camion d’apertura a piazza navona. Interviene attivista di #StopBiocidio del Lazio

17:09 Roma – dal camion intervento dei movimenti romani del diritto all’abitare: “contro l’art.5 contenuto nel decreto Lupi, per la piena legittimità delle occupazioni”

16:49 Roma – interventi dal camion mentre si arriva al campidoglio: contro il decreto salva Roma, le privatizzazioni e l’amministrazione comunale.

16:38 Roma – la testa del corteo arriva in piazza Venezia. Tutti insieme oggi per rimettere al centro i diritti, per rivendicare reddito contro precarietà, per un’altra Europa senza confini e senza disuguaglianze.

16:23 Roma – numeroso lo spezzone dei movimenti per il diritto all’abitare, che si oppongono al piano casa di Renzi e al Jobs Act. Verso il corteo dell’11 luglio a Torino

16:20 Roma – il corteo prosegue per le strade di Roma. Si susseguono gli interventi dal camion contro le privatizzazioni e le speculazioni sui beni comuni.

16:09 Roma – interventi dal camion che ricordano l’assissinio brutale da parte dei paramilitari messicani di Galeano, compagno zapatista. “Con le comunità in lotta, sempre dalla parte giusta”

16:05 Roma – srotolato striscione in via Cavour in solidarietà con gli zapatisti e gli ultimi gravi avvenimenti in Chiapas.

15:45 Roma – dal camion intervento no tav e invito ad essere tutti a torino 11 luglio. Parlano gli esponenti di #StopBiocidio Abruzzo

e di Salvatore di #StopBiocidio Lazio

15:32 Roma – dal camion vengono ricordate tutte le opere inutili e le speculazioni come l’expo

15:17 Roma – Tanti spezzoni, tante realtà provenienti da tutta Italia, insieme in strada per i beni comuni, contro le privatizzazioni, per manifestare contro le politiche di austerità e precarietà dell’UE e del governo Renzi. Un commento di Marco Bersani

15:17 Roma – parte il corteo numeroso da piazza della Repubblica.

14:20 Roma – sotto al ministero delle infrastrutture presenti anche i comitati no autostrada Orte-Mestre: contro la speculazione delle grandi opere inutili

14:15 Roma – sotto al ministero delle infrastrutture sventolano tante bandiere “no grandi navi”. A gran voce il comitato “no grandi navi” ribadisce: “le navi fuori dalla laguna e no scavo nuovi canali”

14:14 Roma – i comitati veneti sotto al min.infrastrutture per una conf.stampa. “nessuna decisione senza i cittadini:fuori le grandi navi dalla laguna”

14:13 Roma – inizia la conferenza stampa No Grandi Navi davanti al Ministero delle Infrastrutture a Porta Pia.

13:43 Roma – i no grandi navi verso la manifestazione nelle giornate europee di mobilitazione

13:37 Roma – arrivata la delegazione dal veneto. Tutti insieme per dire no grandi navi no grandi opere

12:46 Barriera roma ripartono i pulman dal nord est dopo essere stati perquisiti

12:05 Roma – appena usciti dal casello autostradale, fermato il pullman da Bologna dei comitati. Perquisito il pullman e i bagagli. Ennesima provocazione in una giornata di manifestazione per i beni comuni, ennesimi divieti di un governo che prova a criminalizzare ogni forma di dissenso

12:05 Roma – fermati e perquisiti dalla polizia gli autobus dei comitati di Bologna diretti alla manifestazione.

 

Fonte:

http://www.globalproject.info/it/in_movimento/roma-17m-per-i-beni-comuni-la-democrazia-e-contro-le-grandi-opere-la-cronaca-multimediale/17171

IL 15 MAGGIO AL CARTELLA CON IL POPOLO PALESTINESE, IN RICORDO DELLA NAKBA

 

Il 15 maggio ricorre il 66° anniversario della Nakba, la Catastrofe del popolo palestinese cacciato dalla sua terra dagli invasori sionisti. Quel giorno ha significato l’inizio della diaspora di un popolo senza più terra e senza più libertà, ma la cui enorme dignità ha messo in difficoltà uno degli eserciti più potenti del mondo.
Anche a Reggio Calabria, come in tantissime città del mondo, vogliamo ricordare quei giorni e soprattutto vogliamo ribadire il diritto al ritorno per i figli di Palestina, quel diritto rappresentato simbolicamente dalle chiavi custodite gelosamente delle case abbandonate, e magari distrutte dall’esercito israeliano insieme all’intero villaggio.
Lo faremo dalle ore 18.00 al c.s.o.a. Cartella insieme a Enzo Infantino e Maurizio Musolino, componenti della delegazione “Per non dimenticare, per il diritto al ritorno” che agli inizi del 2014 è rimasta bloccata a Gaza per alcuni giorni, e con il documentarista palestinese Jehad Othman.

c.s.o.a. Angelina Cartella
c.s.c. Nuvola Rossa
Collettivo UniRC – AteneinRivolta

Fonte:

 

 

Auro Bruni

Il 19 maggio 1991 al centro sociale Corto Circuito, in una notte come molte altre, un rogo illuminò il cielo e un fumo denso riempì l’aria, quella notte fu assassinato Auro Bruni. Aveva 19 anni. Ancora oggi questo omicidio non ha colpevoli.
Quella notte Auro era rimasto a dormire al Corto, gli aggressori attesero che tutti i compagni andassero via per eseguire l’attentato contro il centro sociale, forse la sua presenza non era prevista o forse si, fatto sta che quando lo trovarono all’interno decisero di neutralizzarlo con un colpo alla testa, cosparsero il corpo e i locali del centro di benzina. L’incendio distrusse completamente il Centro Sociale e rese irriconoscibile il corpo di Auro.
Immediatamente i compagni individuarono la matrice fascista dell’aggressione, ma le forze dell’ordine e la magistratura decisero di non prendere in considerazione gli ambienti dell’estrema destra indirizzando al contrario le indagini contro gli stessi frequentatori del Centro Sociale, fermando ed interrogando per ore alcuni coetanei di Auro cercando, così, di avallare la tesi di una lite interna.
Il giorno successivo i “disoccupati italiani nazionalisti”, riconducibile ad ambienti di estrema destra, rivendicarono l’omicidio con una telefonata al TG3. Ma né questa rivendicazione né gli attentati subiti nei mesi precedenti da altri centri sociali persuasero la magistratura.

 

 

Fonte:

 

#DECIDIAMO NOI! SABATO 10 MAGGIO MANIFESTAZIONE REGIONALE A COSENZA PER DIRE BASTA ALLA SPECULAZIONE SUI RIFIUTI

 

 

#Decidiamo_Noi_webMANIFESTAZIONE REGIONALE 10 MAGGIO 2014 COSENZA
E’ sempre un buon momento per far valere le ragioni collettive contro quelle di pochi speculatori. Dopo diciassette anni di emergenza e regimi commissariali, la problematica del ciclo dei rifiuti è così intimamente legata a questioni ambientali, economiche e sanitarie, che non c’è più bisogno di un momento significativo per rivendicare il diritto di poter vivere in un territorio salubre e gestito con criteri di trasparenza e partecipazione.
La gestione in emergenza dei rifiuti ha avuto, come conseguenze, un indebitamento progressivo degli enti pubblici, l’inquinamento sistematico del territorio, spesso divenuto insalubre e inadatto alle attività umane e animali. Il consolidarsi ed il reiterarsi all’infinito di una situazione problematica alla quale non si trovano, e non si vogliono trovare, altre soluzioni che non siano l’apertura di nuove discariche, l’ampliamento di quelle esistenti (o non meglio identificati centri di stoccaggio), il conferimento all’estero e l’incenerimento, determinando costi sempre crescenti. Costi che diventano addirittura insostenibili in periodo di crisi di sistema come quella che stiamo vivendo, nella quale lo stesso processo di
indebitamento delle pubbliche amministrazioni produce un costante inasprimento delle politiche di austerity. La gestione, palesemente clientelare del territorio, viene pagata cara anche in termini di agibilità democratica della popolazione che, sempre in ragione dell’emergenza, si vede volutamente privata della propria capacità di esercitare e far valere il diritto alla salute e all’abitare il proprio territorio. [continua]

 

AUTOBUS:
* da LAMEZIA TERME per info: 338.5037210; 328.3748354 (contributo € 5,00)


* da REGGIO CALABRIA info e prenotazioni [email protected]

 

DOCUMENTAZIONE: comunicato 23 aprileosservazioni alla IV commissione ambiente

 

SOCIAL NETWORK: facebook – twitter

 

MATERIALI: locandinatesto impaginatospot audio MP3

 

 

 

Fonte:

http://www.difendiamolacalabria.org/?page_id=10111