Incendio a Bologna 2014, caso risolto: No Tav. Strage di Bologna 1980: mandanti ignoti. Le 10 ore più strane del Viminale

Incendio a Bologna 2014, caso risolto: No Tav. Strage di Bologna 1980: mandanti ignoti. Le 10 ore più strane del Viminale
dicembre 23
15:38 2014

Nelle stazioni ferroviarie di Bologna non sempre fila tutto liscio. In quella Centrale il 2 agosto 1980, nella sala d’aspetto della seconda classe, scoppiava una valigetta. Una strage: 85 morti.

Nella notte fra il 22 e il 23 dicembre 2014, alla stazione Santa Viola, alle ore 4.30 circa scoppia un incendio che si presume sia di tipo doloso. Ritardi nei treni ma, per fortuna, nessuna vittima. In quest’ultimo caso, nella vigilia di Natale, fanno capolino, nelle prime pagine di tutti i quotidiani on line, illustri colleghi dei media mainstream insieme al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi. Non hanno dubbi: si tratta di terrorismo e conoscono, visti i titoli e i cinguettii del ministro su Twitter, anche i mandanti e gli autori, i gruppi eversivi legati ai No Tav. E’ arrivata la telefonata di rivendicazione? È stato ritrovato qualche documento che rivendica la paternità dell’azione? No, figuriamoci. A dire chi ha appiccato l’incendio sono le scritte trovate sul luogo “dell’attentato”. Infatti questa stazione, lungo i suoi binari, è piena di scritte, sui muretti come sui pali della luce. Addirittura qualcuno, questa mattina, prima dell’arrivo di fotografi e cameramen ha preso una parte di centralina elettrica, l’ha staccata e posizionata in modo che tutti potessero riprenderla, come si fa quando sul tavolo della Questura viene messo il materiale sequestrato (di solito c’è un po’ di tutto: bastoni, badili, coltellini svizzeri, Ventolin per l’asma, caramelle per la gola, eccetera) perché c’è una scritta – sostiene in inizialmente la scientifica – Tav. Quella scritta in realtà è “Tau” con una piccola O sulla U. Nelle gallerie fotografiche delle principali testate on line si vedono gli uomini delle scientifica misurare altre pericolose scritte: “Tls”, “Blaria”. Solo in tarda mattinata la Questura di Bologna, dopo che il web si è già sbizzarrito a dimostrare che quelle non sono scritte di rivendicazione, ammette che si tratta di tag con cui i writer “segnano” il territorio. Una sorta di firma per essere conosciuti. Yo! E Tau con lo O piccola sulla U di fama dopo questa notte ne ha guadagnata parecchia.

Da notare che le fiamme dell’incendio non erano del tutto spente, che il Viminale parla già  di segnali inquietanti e di episodi non isolati. Ammette che sono di bassa intensità ma che questi possano nelle prossime settimane aumentare. Alcuni giornalisti addiruttura scrivono di una rottura all’interno del movimento valsusino, con una parte più radicale con pulsioni eversive. Fanno capire (e neanche tanto tra le righe) che dietro ci sarebbero i cosiddetti anarcoinsurrezionalisti. Non solo. La sentenza di pochi giorni fa che ha assolto dall’accusa di terrorismo quattro militanti No Tav condannati a tre anni e sei mesi per danneggiamento di un compressore sarebbe sbagliata, con Lupi che i pm a mantenere l’accusa di terrorismo per l’appello. Coincidenza vuole che l’incendio di Bologna serva a rafforzare un teorema già respinto dalla Corte di Assise. Ora qualche considerazione. La prima. Negli ultimi tempi la parola terrorismo in Italia è diventata un mantra, qualcuno sembra quasi invocarne lo spirito. Aumentando ansie e paure nelle persone. La seconda. L’incendio sui binari della stazione Santa Viola è stato segnalato alla polizia ferroviaria alle 4:25. Il presunto attentato avrebbe colpito quattro pozzetti. Alle 7:30 la circolazione, seppur con ritardi, era riattivata. Questi i fatti. Per l’intera mattinata i giornali aprivano intitolando “attentato”, “trovate scritte No Tav”, “per Lupi è terrorismo”, “perquisizioni in abitazioni di presunti anarcoinsurrezionalisti” e “il Viminale lancia l’allarme su terrorismo pronto ad alzare il tiro”. Tutto questo fino alle 14:40, quando noi stiamo scrivendo queste righe. Dunque in poco più di dieci ore il caso si può dire chiuso. Non si può dire lo stesso, dopo circa 35 anni dall’esplosione, di quanto accaduto alla stazione di Bologna, dove non si conoscono ancora e probabilmente non si conosceranno mai i mandanti. Il nostro paragone potrebbe essere da qualcuno considerati inappropriato. Ma come detto all’inizio, nelle stazioni ferroviarie di Bologna succedono cose strane…

@AndreaDoi

Fonte:

http://www.nuovasocieta.it/attualita/incendio-a-bologna-2014-caso-risolto-no-tav-strage-di-bologna-1980-mandanti-ignoti-le-10-ore-piu-strane-del-viminale/

Leggi anche l’articolo di Giovanni Stinco su Radio Città del Capo:

http://www.radiocittadelcapo.it/archives/giornalismo-inciampa-scritte-tag-bologna-santa-viola-sabotaggio-153880/

MILANO. SABATO 21 GIUGNO – LA NOSTRA EUROPA NON HA CONFINI: UN TRENO PER VIOLARE LE FRONTIERE EUROPEE

Milano. Sabato 21 giugno - La nostra Europa non ha confini: un treno per violare le frontiere europee

No borders train. Ore 14.00. Da ogni parte d’Italia verso la Stazione Centrale di Milano e poi oltre i confini europei.

Questa ennesima “emergenza immigrazione”, con migliaia di persone in fuga da guerre e violenze in approdo sulle coste italiane, porta con sé, come sempre, tutto il suo corollario di violazioni, prassi illegittime, deroghe ai diritti, ipocrisie e speculazioni. Accade nel mare del sud, dove ancora si muore, alla faccia di Mare Nostrum, così come alle frontiere interne dell’Europa che ingabbiano migliaia di persone nel primo paese d’approdo, passando per il “piano di accoglienza straordinaria” del governo, una nuova occasione per fare affari sulla pelle dei migranti. Si tratta di uno scenario che il risultato delle recenti elezioni europee rischia solo di aggravare trasformando l’Europa in un vero e proprio campo di battaglia in cui i confini giocano un ruolo determinante.

Chi arriva sulle coste italiane oggi fugge da violenze e persecuzioni. Per questo rivendichiamo la necessità di mettere in campo l’unica soluzione possibile per evitare le morti in mare e la speculazione dei trafficanti: la costruzione di percorsi di arrivo autorizzati e sicuri in Europa. Di fronte a questo le istituzioni europee e quelle nazionali tacciono.

Ma il viaggio in mare non è l’unica occasione in cui i migranti sono costretti a sfidare i confini europei. Perché un’altra odissea inizia una volta raggiunta l’Europa. Per chi rimane, il dispositivo dell’accoglienza messo in campo dal governo non è in grado di garantire null’altro se non mesi di attesa e assistenzialismo speculativo, aggravato dal fatto che ancora una volta sono stati aggirati i circuiti ufficiali dello SPRAR procedendo alla “distribuzione” dei profughi al miglior offerente.

Non è un caso che migliaia di rifugiati abbandonati dalle istituzioni di questo paese siano costretti ad occupare casa come unica possibilità di assicurarsi un tetto, mente il governo, con il decreto Lupi, vorrebbe sottrargli anche il diritto alla residenza ed alle utenze.
Per questo, per costruire e conquistare dal basso i diritti che altri continuano a negare, proponiamo a tutti di dar vita ad una rete di supporto. Una mappa di luoghi e contatti a disposizione di chi si muove per raggiungere altri Stati e di chi rimane e rischia di veder negata la sua domanda d’asilo, o vive in condizioni di accoglienza indegne in attesa di sapere cosa sarà del suo futuro dopo il 30 giugno, data di scadenza delle convenzioni del Ministero con i centri.

Ma oggi la questione dell’asilo e delle migrazioni interroga nell’immediato, come non mai, anche l’Europa, le sue geometrie, gli egoismi degli stati, la nostra possibilità di costruire uno spazio europeo che non sia dominato da austerity, precarietà e esclusioni. Nulla a che vedere con gli schiamazzi del Ministro Alfano che, mentre invoca la revisione di Dublino, continua a respingere verso la Grecia i rifugiati ai porti dell’Adriatico.

Gran parte dei migranti che arrivano in Italia mirano ad andarsene per raggiungere altri paesi. Ma mentre nel Vecchio Continente merci e finanze circolano liberamente, i confini bloccano e dividono, selezionano le persone rivelando tutta la loro ipocrisia.
Così migliaia di “profughi” sono privati del loro diritto di scelta, costretti a rimanere ingabbiati in Italia oppure a pagare profumatamente gli sciacalli che sulle regole dell’Europa stanno facendo fortune.

Il 26 e 27 giugno prossimi il Consiglio europeo si riunirà a Bruxelless per discutere di frontiere, pattugliamenti e nuove regole operative. Negli stessi giorni arriverà nella capitale belga la “Marcia dei rifugiati” a cui parteciperemo insieme a centinaia di migranti ed attivisti da tutta Europa. Poco dopo, l’11 luglio, a Torino, i leader dei paesi europei si ritroveranno a discutere invece di (dis)occupazione giovanile.

Questa agenda ufficiale è anche l’occasione per i movimenti (tutti) di costruire insieme un’ agenda programmatica di lotte e conflitti, di battaglie e percorsi di condivisione, per continuare a tessere le fila di un movimento europeo di trasformazione.

Per questo invitiamo tutti a sfidare i confini dell’Europa insieme ai migranti ed ai rifugiati ingabbiati in questo Paese. Perché quello che sta avvenendo intorno alle frontiere che dividono l’Italia dalla Francia, la Svizzera e l’Austria ha bisogno di una risposta immediata.
Per mettere fine alla violenza ed all’ipocrisia del confine, per sostenere la marcia dei rifugiati, per dare concretezza a quanto affermato nella Carta di Lampedusa, perché le frontiere dell’Europa sono un pezzo della nostra precarietà, tanto più oggi, quando la libertà di movimento è messa in discussione anche per gli stessi cittadini degli Stati membri.

Sosteniamo il no borders train. Per fermare l’ingiustizia dei confini europei

Invitiamo tutti a raggiungere la Stazione Centrale di Milano, il prossimo sabato 21 giugno, alle ore 14.00, con carovane grandi e piccole, per poi partire in treno verso le frontiere europee, e violarle collettivamente, alla luce del sole, in tanti, rivendicando, insieme ai migranti, la nostra EUROPA senza confini.

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Fonte:
http://www.meltingpot.org/Milano-Sabato-21-giugno-La-nostra-Europa-non-ha-confini-un.html?debut_signatures=160#pagination_signatures

Grave provocazione poliziesca a Piazza Montecitorio

 

 

Al termine di una conferenza stampa dei movimenti contro il piano casa di Renzi e Lupi, la Digos si è fatta largo tra giornalisti e attivisti per prelevare Paolo Di Vetta, portavoce dei Blocchi Precari Metropolitani, e tradurlo ai domiciliari.

 

Rinnovati gli arresti domicialiari anche a Luca Fagiano del Coordinamento cittadino di lotta per la casa. Luca e Paolo erano sottoposti all’obbligo di firma giornaliero per gli incidenti del 31 ottobre scorso in via del Tritone, e data la loro partecipazione alla manifestazione del 12 aprile e allo sgombero della Montagnola, il Gip ha disposto gli arresti domiciliari vista la “pericolosità dei soggetti”.

 

Le foto dell’arresto di EidonPress

 

ore 18,30 assemblea a Piazza Montecitorio:

 

La cronaca della giornata da il Manifesto del 21/05/2014 di Valerio Renzi:

 

Il clima di assedio contro i movimenti si inasprisce. Alla fine di una conferenza stampa sull’approvazione del piano casa di Renzi e Lupi in Piazza Montecitorio, la digos si fa largo tra giornalisti e attivisti e notifica a Paolo Di Vetta (portavoce dei Blocchi Precari Metropolitani) il ritorno agli arresti domiciliari traducendolo immediatamente nella propria abitazione. Una modalità che assomiglia ad una provocazione e una vendetta vera e propria, così gli animi si scaldano partono insulti e spintoni. Di Vetta era stato agli arresti domiciliari, poi tramutati in obbligo di firma giornaliero, per gli incidenti scoppiati il 31 ottobre scorso in via del Tritone. Ora il magistrato chiede un inasprimento delle misure cautelari: Di Vetta ha continuato infatti la sua normale attività politica, fatta di occupazioni e momenti di piazza (anche duri come il 12 aprile). Dopo un paio d’ore la notizie che anche per Luca Fagiano, del Coordinamento cittadino di lotta per la casa, è stato disposto il ritorno agli arresti domiciliari.

 

Durante la conferenza stampa i movimenti avevano rilanciato la mobilitazione contro il governo Renzi e i provvedimenti passati a colpi di fiducia, dl Poletti e piano casa. Proprio Di Vetta aveva dichiarato: “verificheremo se si può continuare a occupare, se ci staccano la luce, se staccano l’acqua e il gas e se si possono fare cortei. Saranno giornate di ‘verifica’ che costruiranno il percorso verso Torino, dove l’11 luglio si terrà il vertice sulla disoccupazione giovanile. Il governo questa nostra azione di resistenza la vede come il fumo negli occhi”.

 

In aula solo pochi minuti il piano casa era passato in aula semi deserta, con i parlamentari impegnati in campagna elettorale, con 272 voti a favore e 92 contrari. A favore tutto l’arco delle larghe intese che sostengono Renzi, contrari 5 stelle e Sel, astenuti Fdi e Forza Italia. A difendere il provvedimento il ministro Lupi che ha parlato di “una legge che affronta organicamente il problema e non il solito decreto tampone che si limita al vecchio rito della proroga degli sfratti. Con un decreto che mobilita quasi due miliardi di euro, andiamo concretamente incontro a chi ha bisogno e vive il dramma dell’emergenza casa, con i fondi sull’affitto e sulla morosità incolpevole; diamo quasi 600 milioni di euro per l’edilizia popolare attraverso il recupero degli alloggi inagibile ex Iacp; rilanciamo l’housing sociale e riaffermiamo la certezza del diritto per chi si vede occupare abusivamente la casa ”. Per i democratici interviene Simona Bonafé, capolista alle europee del Pd nella circoscrizione del centro, che attacca le “occupazioni abusive” e parla di un successo del governo. Di tutt’altro avviso il M5S che interviene in aula con Federica Daga “ci accusate di esserci intolleranti e poco inclini al dialogo? Si, siamo intolleranti perché siamo gli indignati e gli offesi di questo paese”, dice la Daga che poi attacca “noi non avremmo mai tolto il diritto all’assistenza sanitaria, alla residenza, agli allacci all’acqua e luce, persone disperate che non hanno un reddito. Questo lo avete fatto voi”. Sel ha invece parlato di provvedimento “disumano” e si dissocia dal coro il Pd romano che con il capogruppo D’Ausilio ha parlato di “alcune misure contenute nel decreto Lupi, appena convertito, rischino di rendere più arduo questo percorso: in particolare l’articolo 5 potrebbe mettere a rischio la tenuta sociale di diversi luoghi della città in un momento di grave crisi economica”. Per i sindacati degli inquilini le risorse non solo sono insufficienti per il sostegno all’affitto e la risoluzione dell’emergenza abitativa, la legge non da neanche risposte a chi non ha disponibilità economiche per accedere ad un mutuo o per pagare l’affitto.

 

Ora che il piano casa è legge la battaglia sul famigerato articolo 5, quello che prevede il distacco delle utenze e il diniego delle residenze per chi vive in occupazione, si sposterà nelle aule dei tribunali. Molti potrebbero essere i rilievi di incostituzionalità come spiega l’avvocato Bartolo Mancuso, che si è occupato della vicenda per il Forum diritti lavoro, “il provvedimento negando la residenza, che è definita come il luogo abituale di dimora e che è strettamente legata ai diritti fondamentali della persona, subordina i diritti della persona alla difesa della proprietà privata. Non è in caso che i primi dodici articoli della Costituzione parlano dei diritti fondamentali e il diritto alla proprietà privata arriva solo all’articolo 42”. “La residenza e le leggi anagrafiche – spiega ancora Mancuso – sono un passaggio fondamentale nella costruzione del diritto moderno e della democrazia”

 

 

Fonte:

http://www.dinamopress.it/news/grave-provocazione-poliziesca-a-piazza-montecitorio

 

 

ROMA # 17M PER I BENI COMUNI CONTRO LA DEMOCRAZIA E CONTRO LE GRANDI OPERE

 

17 / 5 / 2014

Decine di migliaia di persone hanno invaso, sabato 17 maggio, per la manifestazione nazionale promossa dal Forum dei movimenti  per l’acqua: c’era chi lotta contro le grandi opere, con in testa i NoTav e i NoGrandiNavi di Venezia, i movimenti per il diritto all’abitare, da una settimana in mobilitazione permanente contro l’approvazione del “piano casa” del ministro Lupi, chi si oppone alle devastazioni ambientali con in prima fila gli Stop Biocidio di Campania, Abruzzo e Lazio e poi ancora centri sociali, spazi e teatri occupati, sindacati di base.

Tante voci differenti, ma alla ricerca di un’orizzonte comune di lotta, che lungo tutto il percorso del corteo e dagli interventi dal palco in piazza Navona, hanno rinnovato la volontà dei movimenti di non subire come ineluttabili le politiche decise dalla Troika a livello europeo e attuate dal governo Renzi nel nostro Paese. Tutti insieme in una mobilitazione che si è inserita nella cornice della Giornate europee di azione e che ha voluto esprimere direttamente anche la propria complicità con gli zapatisti del Chiapas, comunità che nei loro territori non si fermano nella volontà di trasformare l’esistente.

Nei fatti la manifestazione del 17 maggio ha espresso un significato che è andato al di là della battaglia per la difesa dello storico risultato referendario del giugno 2011, per l’acqua come risorsa di tutti non mercificabile, ed ha investito l’insieme dei tentativi di privatizzazione dei beni comuni e di distruzione dei servizi pubblici e del welfare. Nel mirino le fallimentari politiche di austerity che, in tutta Europa, toccano le condizioni di vita di milioni di persone impoverite dalla crisi. Per questo grande spazio hanno trovato le rivendicazioni di diritti sociali, reddito, casa e servizi per tutti. Per questo le lotte contro la devastazione ambientale, per il diritto alla salute, contro quelle grandi opere, che sono parte di uno stesso disegno di distruzione e rapina nei confronti delle comunità e dei territori, hanno trovato una significativa collocazione nel corteo.

Una bella giornata di mobilitazione, dunque, che costituisce una tappa significativa nella costruzione del percorso che porterà i movimenti sociali in lotta contro precarietà e austerity a Torino il prossimo 11 luglio, contro il vertice dei capi di governo di tutta l’Unione Europa sulla “disoccupazione giovanile”.

La cronaca e video racconto del corteo:

Il commento finale alla manifestazione

17.05.14 Roma – Commento finale al corteo

 

18:17 Roma dopo il forum dell’acqua parlano i movimenti contro le grandi opere. Interviene Tommaso Cacciari per l’Ass.NoGrandiNavi

18:06 Roma in piazza navona musica e teatro in attesa dell’arrivo di tutto il corteo

17:56 Roma i primi spezzoni entrano in piazza navona

17:47 Roma arrivato camion d’apertura a piazza navona. Interviene attivista di #StopBiocidio del Lazio

17:09 Roma – dal camion intervento dei movimenti romani del diritto all’abitare: “contro l’art.5 contenuto nel decreto Lupi, per la piena legittimità delle occupazioni”

16:49 Roma – interventi dal camion mentre si arriva al campidoglio: contro il decreto salva Roma, le privatizzazioni e l’amministrazione comunale.

16:38 Roma – la testa del corteo arriva in piazza Venezia. Tutti insieme oggi per rimettere al centro i diritti, per rivendicare reddito contro precarietà, per un’altra Europa senza confini e senza disuguaglianze.

16:23 Roma – numeroso lo spezzone dei movimenti per il diritto all’abitare, che si oppongono al piano casa di Renzi e al Jobs Act. Verso il corteo dell’11 luglio a Torino

16:20 Roma – il corteo prosegue per le strade di Roma. Si susseguono gli interventi dal camion contro le privatizzazioni e le speculazioni sui beni comuni.

16:09 Roma – interventi dal camion che ricordano l’assissinio brutale da parte dei paramilitari messicani di Galeano, compagno zapatista. “Con le comunità in lotta, sempre dalla parte giusta”

16:05 Roma – srotolato striscione in via Cavour in solidarietà con gli zapatisti e gli ultimi gravi avvenimenti in Chiapas.

15:45 Roma – dal camion intervento no tav e invito ad essere tutti a torino 11 luglio. Parlano gli esponenti di #StopBiocidio Abruzzo

e di Salvatore di #StopBiocidio Lazio

15:32 Roma – dal camion vengono ricordate tutte le opere inutili e le speculazioni come l’expo

15:17 Roma – Tanti spezzoni, tante realtà provenienti da tutta Italia, insieme in strada per i beni comuni, contro le privatizzazioni, per manifestare contro le politiche di austerità e precarietà dell’UE e del governo Renzi. Un commento di Marco Bersani

15:17 Roma – parte il corteo numeroso da piazza della Repubblica.

14:20 Roma – sotto al ministero delle infrastrutture presenti anche i comitati no autostrada Orte-Mestre: contro la speculazione delle grandi opere inutili

14:15 Roma – sotto al ministero delle infrastrutture sventolano tante bandiere “no grandi navi”. A gran voce il comitato “no grandi navi” ribadisce: “le navi fuori dalla laguna e no scavo nuovi canali”

14:14 Roma – i comitati veneti sotto al min.infrastrutture per una conf.stampa. “nessuna decisione senza i cittadini:fuori le grandi navi dalla laguna”

14:13 Roma – inizia la conferenza stampa No Grandi Navi davanti al Ministero delle Infrastrutture a Porta Pia.

13:43 Roma – i no grandi navi verso la manifestazione nelle giornate europee di mobilitazione

13:37 Roma – arrivata la delegazione dal veneto. Tutti insieme per dire no grandi navi no grandi opere

12:46 Barriera roma ripartono i pulman dal nord est dopo essere stati perquisiti

12:05 Roma – appena usciti dal casello autostradale, fermato il pullman da Bologna dei comitati. Perquisito il pullman e i bagagli. Ennesima provocazione in una giornata di manifestazione per i beni comuni, ennesimi divieti di un governo che prova a criminalizzare ogni forma di dissenso

12:05 Roma – fermati e perquisiti dalla polizia gli autobus dei comitati di Bologna diretti alla manifestazione.

 

Fonte:

http://www.globalproject.info/it/in_movimento/roma-17m-per-i-beni-comuni-la-democrazia-e-contro-le-grandi-opere-la-cronaca-multimediale/17171

Sabato 12 manifestazione nazionale a Roma per dire no al Jobs act e al Piano casa. A Lucca e Milano altre due importanti mobilitazioni. In Calabria iniziative del Coordinamento Calabrese 194.

Sabato 12 manifestazione nazionale a Roma per dire no al Jobs act e al Piano casa di Renzi e Lupi. A Lucca e Milano altre due importanti mobilitazioni.
#12a Lucca: Renzi non ci scappi! Contestazione al Festival del Volontariato
#12a Milano: Molto più di 194

 

Se la riforma del mercato del lavoro immaginata dal nuovo esecutivo arriva li dove il peggior governo di centrodestra non aveva avuto il coraggio, ovvero la completa deregulation dei contratti precari e delle condizioni salariali tramite l’apprendistato senza formazione, il piano casa, oltre a dare mano libera alla rendita e alla speculazione, è con l’articolo 5 una vera e propria dichiarazione di guerra ai movimenti per il diritto all’abitare.

Non ci si può aspettare nulla dall’opposizione parlamentare, quanto dal sindacato confederale che non ha indetto neanche un’ora di sciopero contro il jobs act. E’ un dato di fatto che l’unica opposizione possibile al governo Renzi è quella che viene dai conflitti sociali, dai movimenti, dai precari, i disoccupati, gli studenti.

Mentre in molte città si prepara, con assemblee e azioni, l’arrivo di sabato a Roma, ieri i movimenti per il diritto all’abitare della Capitale, dopo le occupazioni e gli sgomberi di lunedì scorso, hanno allestito già un’acampada a Porta Pia proprio sotto il Ministero delle infrastrutture dove siede Maurizio Lupi. Proprio da Porta Pia partirà il corteo sabato 12, per poi assediare il Ministero del welfare.

 

Fonte:

http://www.dinamopress.it/news/12a-in-piazza-contro-il-piano-casa-e-il-jobs-act

 

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Coordinamento Calabrese 194: sabato 12 aprile “Consultorio in piazza” a Reggio e Cosenza

Qui il comunicato da Strill.it:

http://www.strill.it/index.php?option=com_content&view=article&id=193649%3Acoordinamento-calabrese-194-sabato-12-aprile-consultorio-in-piazza-a-reggio-e-cosenza&catid=40%3Areggio&Itemid=86