Nasce a Bolzaneto l’inquietante legalità di Marino

Dalla più grande sospensione dei diritti umani d’Occidente [Genova 2001] all’assessorato alla legalità di Roma: un controsenso insostenibile. La denuncia dei Giuristi democratici

di Ercole Olmi

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Dall’inferno di Bolzaneto al Campidoglio, per garantire la legalità nel rimpasto della Giunta Marino. Si parla di Alfonso Sabella, pm e, all’epoca di Genova 2001, inviato del Dap a supervisionare il carcere provvisorio per le retate di manifestanti.

Il primo atto di indagine della procura di Genova su quanto accaduto nella caserma lager di Bolzaneto nelle giornate genovesi fu nei confronti del responsabile della struttura detentiva di Bolzaneto: il magistrato Alfonso Sabella. Fu ascoltato il 1° agosto 2001, ad appena nove giorni dalla fine del G8. Ex sostituto procuratore a Palermo al fianco di Giancarlo Caselli, Sabella nei giorni dei fatti di Genova era il dirigente della polizia penitenziaria, inviato a Genova dal Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.

Prima di essere smentito dalle deposizioni dei torturati a Bolzaneto, Sabella, scolpì negli atti – e sulle agenzie – che “la Polizia Penitenziaria a Bolzaneto ha gestito due camere di sicurezza dove non ci sono state violenze”. Il 29 agosto Sabella insisteva nel minimizzare quanto accaduto: “E’ probabile che ci siano stati singoli e isolati comportamenti, che potrebbero anche costituire dei reati, ma allo stato non emerge assolutamente una situazione di confusione o di disorganizzazione riconducibile al dipartimento dell’amministrazione penitenziaria”.

“Per quanto potevo constatare allora tutto si era svolto tranquillamente. Ora, invece, abbiamo più di qualche dubbio che non sia stato effettivamente così”. Ma lui dov’era?, si chiede il sito Misteri d’Italia. Era a Bolzaneto: “Mi ci recavo tre-quattro volte al giorno e anche qui non ho visto niente di particolare, se non il fatto che gli arrestati venivano fatti sostare in piedi, con le mani alzate addosso al muro”. Una cosa, quindi, assolutamente normale in tutte le carceri…

L’11 maggio 2004, quando i magistrati formulano le loro richiesta di rinvio a giudizio per 47 persone tra poliziotti, secondini, carabinieri e medici presenti a Bolzaneto, la posizione di Sabella viene stralciata e destinata ad essere archiviata. Così fu chiesto il 31 marzo 2005: “Risulta, per sua stessa ammissione, che Sabella ebbe a vedere personalmente che i detenuti nelle celle erano tenuti nella posizione vessatoria in due occasioni. Da ciò e dal non avere dato l’ordine di fare immediatamente sedere i detenuti potrebbe inferirsene una responsabilità quanto meno ex art. 608 cp, stante la posizione di garanzia rivestita dal magistrato che comportava anche un dovere di controllo”. I pm aggiungono però: “Peraltro, da un lato la già rilevata intermittenza della presenza in Bolzaneto del magistrato non consente di ritenere la consapevolezza del perdurare della posizione vessatoria e ciò tanto più perché aveva dato ordine a Gugliotta (responsabile della sicurezza della caserma di Bolzaneto, ndr) di contenerla in un tempo massimo di un quarto d’ora e perché non vi erano ragioni di pensare che il proprio ordine sarebbe stato invece disatteso; dall’altro lato deve osservarsi che, secondo il suo incarico, il magistrato aveva il compito di ‘organizzare il controllo e non quindi di effettuarlo personalmente (non essendo tra l’altro Ufficiale di Polizia Giudiziaria) e che indubbiamente la precisa individuazione – effettuata da parte del magistrato – di responsabili per ciascun settore del sito (ispettore Gugliotta per la sicurezza, ispettore Tolomeo per la matricola, dottor Toccafondi per l’Area Sanitaria, Capitani, Cimino e Pelliccia per il servizio traduzione) può ritenersi adempimento dell’obbligo di organizzazione del controllo”.

L’archiviazione arriverà il 25 Gennaio 2007. A cinque anni e mezzo dagli orrori della Bolzaneto, il Gip Lucia Vignale archivia la posizione del magistrato che però nell’ordinanza scrive: “Sabella non adempì con la dovuta scrupolosa diligenza al proprio dovere di controllo e non impedì il verificarsi di eventi che avrebbe dovuto evitare”. E più avanti aggiunge: “Sarebbe stato opportuno cercare di comprendere ciò che, pur nella confusione e nella difficoltà del momento, poteva essere almeno intuito. In questo senso si può affermare che il comportamento del dott. Sabella non fu adeguato alle necessità del momento”.

L’Associazione Giuristi Democratici di Roma è piuttosto angosciata per la scelta del Sindaco di Roma Capitale, Ignazio Marino, di prendere in considerazione per l’incarico di assessore alla legalità proprio Alfonso Sabella. “Ciò, nel ricordo dell’operato dello stesso nelle drammaticamente storiche giornate del G8 di Genova 2001. In quel contesto, ormai universalmente definito come la più grande sospensione dei diritti di democrazia in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale, il Dr. Sabella si trovò a operare quale coordinatore dell’organizzazione e del controllo su tutte le attività dell’amministrazione penitenziaria, che si svolsero anche nella caserma N. Bixio di Bolzaneto. I comportamenti illegali, i trattamenti inumani e degradanti inflitti agli ospiti di tale struttura ad opera di alcuni degli agenti ivi presenti sono ormai dato incontrovertibile. In quel quadro, «il comportamento del dott. Sabella non fu adeguato alle necessità del momento. Egli fu infatti negligente nell’adempiere al proprio obbligo di controllo, imprudente nell’organizzare il servizio (…) imperito nel porre rimedio alle difficoltà manifestatesi”, scrivono citando l’ordinanza e ricordando che Sabella “non impedì il verificarsi di eventi che sarebbe stato suo obbligo evitare”.

Per i giuristi democratici tutto ciò dimostra che, “sebbene l’operato del Dr. Sabella non sia stato ritenuto illecito, lo stesso non è stato ritenuto in grado di svolgere i ruoli organizzativi e di controllo sulla commissione di reati affidatigli, avendo per di più creduto alle giustificazioni di chi fu poi condannato per quei fatti gravissimi, circa il trattenimento dei fermati in piedi, faccia al muro e mani in alto; e ancora avendo, fin da subito, affermato pubblicamente che «A Genova l’operato degli agenti penitenziari è stato esemplare». Sicuramente, non è questo il viatico che può accompagnare chi si appresta a ricoprire un incarico quale quello per il quale il Dr. Sabella sarebbe stato prescelto”.

 

 

 

Fonte:

http://popoffquotidiano.it/2014/12/21/nasce-a-bolzaneto-linquietante-legalita-di-marino/

 

Sgomberato il Cinema America a Trastevere

Nonostante il percorso avviato con le istituzioni questa mattina la Questura di Roma ha bussato alle porte del Cinema America. Blindati e agenti della digos hanno proceduto all’ingresso forzoso [..] , portando anche uno degli attivisti in Questura per essere identificato.

Come si arriva allo sgombero di questa mattina? La vertenza del Cinema America sembrava stesse procedendo verso la conclusione, con l’impegno del ministro della cultura Dario Franceschini a vincolare come “sala cinematografica storica” l’America (impegno ribadito anche alla Mostra del Cinema di Venezia), impedendo così la speculazione edilizia immaginata dalla proprietà, dall’altra con la disponibilità degli occupanti a trattare lo spostamento delle attività in un’altra sede, una volta che le garanzie sulla tutela della sala fossero inequivocabili. Anche il Campidoglio, almeno a parole, si impegna per una soluzione positiva della vicenda.

A questo punto qualcosa cambia: la proprietà dello stabile torna alla carica e Questura e Prefettura, ancora una volta, ignorano ogni passaggio di trattativa e di percorso pubblicato aperto dalle istituzioni e procedono con lo sgombero. Non c’è tregua per gli spazi di socialità e cultura a Roma. Dopo le vicende che hanno coinvolto l’Angelo Mai e il Teatro Valle, dopo lo sgombero del Volturno, la legalità e la tutela degli interessi della proprietà privata e della rendita dimostrano di essere ancora una volta gli unici principi con cui governare la città. Ancora una volta Marino e i suoi, in buona compagnia questa volta con un ministro del Governo fanno la figura dei “fessi” di fronte al decisionismo degli organi deputati alla gestione dell’ordine pubblico. Non c’è trattativa o interesse pubblico che tenga di fronte all’implacabile logica legalitaria e alla difesa della proprietà come sacra, anche se questo vuol dire spazi abbandonati e speculazioni, o magari la cancellazione di un presidio culturale accessibile a tutta la città in un centro storico sempre più gentrificato, mentre le politiche culturali per Roma sono ridotte dall’austerity al lumicino.

Dopo 14 anni di abbandono il Cinema America il 13 novembre del 2012 è tornato a vivere. Oggi potrebbe scomparire per far spazio ad un palazzo di cui nessuno sente il bisogno, mentre in molti sentiranno la mancanza di uno sala cinema al centro della città.

 

 

Fonte:

http://www.dinamopress.it/news/sgomberato-il-cinema-america-a-trastevere

Roma: sgomberato il Volturno, la vendetta della proprietà privata

Ho appreso con amarezza la notizia dello sgombero del centro sociale Volturno di Roma. Sono molto legata a questa città anche se ci ho vissuto solo per pochi mesi, perchè è lì che ho preso coscienza per la prima volta della “politica”, che ho cominciato a frequentare gli spazi occupati e poi  da lì tutto il resto. E a proposito di prima volta, è proprio all’ ex cinema Volturno che ho trascorso una serata in memoria di Vik, per il primo anniversario della sua morte, la prima volta che ho sentito recitare le parole del suo libro, la prima che ho ascoltato musica e assaggiato cibo palestinese. In questi giorni in cui l’attacco israeliano su Gaza si è intensificato e molti ricordano le parole di Vittorio, la notizia dello sgombero di questo centro sociale, in cui sono stata solo quella volta, mi riporta a quell’evento con nostalgia e amarezza sia per l’ingiustizia del predominio della proprietà privata sia per il ricordo che mi lega alla città di Roma e  la passione per la causa palestinese.
Ai compagni del Volturno va la mia solidarietà.
D. Q.
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di redazione

Ultima modifica il Martedì, 15 Luglio 2014 12:53
Questa mattina un nuovo sgombero nella Capitale. Dopo sei anni di liberazione il Cineteatro Volturno è stato riconsegnato alla rendita e alla speculazione. Giovedì 17 ore 18 corteo da Piazza Indipendenza.

Sono arrivati alle 9 in forze, polizia e carabinieri, militarizzato tutto l’isolato con camionette ed uomini schierati. Dopo aver forzato la saracinesca d’ingresso dietro alle forze dell’ordine è entrata una squadra di operai. Mentre gli occupanti e tanti attivisti di altri spazi sociali e occupazioni abitative si radunavano da dentro arrivavano i rumori della di distruzione messa in opera per rendere lo spazio inagibile.

Ora è chiaro che occupazioni e spazi sociali non avranno nessuna tregua estiva, che potrebbe essere un’Estate Romana segnata da sgomberi.

L’ordine di sgombero è arrivato direttamente dal tavolo per l’ordine pubblico e la sicurezza della Prefettura. Come promesso da inquirenti e ministero degli Interni è cominciata l’opera di normalizzazione della città di Roma: troppe occupazioni, troppi spazi del comune, troppi “covi” di aggregazione sociale e opposizione. Ma anche troppi spazi privati sottratti alla rendita e alla speculazione. Come nel caso del Volturno: già teatro di varietà, poi cinema e locale a luci rosse. Cecchi Gori lo rilevò per farne un bingo, poi l’abbandono dopo che non arrivava il cambio di destinazione d’uso dell’immobile e sei anni fa l’occupazione. Ad ora la proprietà sembra essere la Ferrero Cinema, proprietaria di diverse sale nella Capitale.

E il Sindaco Marino che dice? Al momento nulla, quella dello struzzo sembra essere la parte che gli viene meglio recitare. Così, mentre l’aula Giulio Cesare discute un bilancio di tagli e rigore, lascia mano libera per restaurare la legalità, per riaffermare il diritto della proprietà privata di prevalere su tutto e tutti.

E dopo il Volturno chi sarà il prossimo? Il Teatro Valle Occupato sembra in pole position. Lo diciamo chiaro: la città degna e che resiste non tollererà nessun nuovo sgombero, riprendiamoci il Volturno tutti e tutte assieme.

 

 

 

Fonte:

http://www.dinamopress.it/news/sgomberato-il-volturno-la-vendetta-della-proprieta-privata