“Tanto è sempre colpa di Gaza”



DAL profilo Facebook di Meri Calvelli:

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FB_IMG_1620768519040Gaza 11 Maggio 2021

Hanno chiamato questa ultima operazione militare “I guardiani del Muro”… non poteva avere un nome migliore, azzeccato nella sua lucidita’ della follia dell’occupazione.

Da ieri, 10 maggio 2021 anniversario della “Vittoria” occupazione del ’67 dei territori palestinesi, niente da festeggiare, una disgrazia che continua fino ad oggi. Partono i missili da Gaza dopo un lungo ultimatum di Hamas……poi iniziano i bombardamenti su Gaza. Un attacco aereo ogni 20 minuti, forse meno, che si estende su tutta la striscia… “come al solito”…, sono i commenti, ma era da tanto che non accadeva un botta e risposta cosi pesante. Purtroppo era nell’aria, cosi’ come era nell’aria e proseguivano da oltre un mese attacchi alla Moschea, invasioni barbariche di coloni, sgomberi di case palestinesi su Jerusalemme e distruzioni di abitazioni con relativo esproprio di terreni, alberi e aree agricole. Tutto dentro la logica di continuare ad occupare, a colonizzare e sbattere fuori la Palestina e quel che ne rimane. Certo la povera Striscia di Gaza deve pagare il prezzo piu’ alto, perche’ li dentro ci sono solo terroristi… cosi come vengono definiti dai nostri media… ormai nemmeno piu’ Israele li definisce tali, sa che sono solo forti e si difendono come possono… ma i nostri media no, non ne vogliono sapere e quindi si lascia intendere che debbano pagare il prezzo piu’ alto. Non fa niente se muoiono bambini o civili, Gaza e’ una questione politica che fa comodo tenerla pronta al momento del bisogno, quando, le proteste internazionali si fanno troppo pericolose, quando qualcosa comincia a girare e potrebbe essere messo in discussione un sistema…beh allora si muove Gaza e tutto l’apparato.

Tanto e’ sempre colpa di Gaza, dei suoi missili e delle bombe che ricevera’. E’ cosi che continueranno a giustificare e a mantenere l’occupazione….la Pace ??? …non ne abbiamo bisogno, nessuno la vuole in questa regione 🙁

Fonte:

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10160785114722564&id=530882563

 

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Dalla pagina Facebook Gaza FREEstyle

⚠ Urgente: Continuano gli attacchi sui civili!

Aerei israeliani da guerra hanno distrutto la torre di Hanadi a Gaza. La torre è il più alto complesso residenziale di civili, dove vivono più di 80 famiglie palestinesi.

#Gaza_Under_Attack

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 Fonte: 

https://www.facebook.com/226628807808318/posts/1178890292582160/

+++ Post in aggiornamento +++
[ dal 10/05/2021, ORE 20 | in alto: ultimo aggiornamento]

RICORDIAMO A TUTT CHE GIOVEDI’ ALLE 17:30 CI TROVIAMO IN DUOMO (milano) PER UN PRESIDIO IN SOLIDARIETA’ AL POPOLO PALESTINESE.

22:38 – La centrale elettrica di Ashkelon, città di coloni a pochi km dalla Striscia di Gaza assediata, è andata a fuoco a seguito del lancio di razzi.

20:00 – Da Gaza lanciati 160 razzi verso Tel Aviv, alcuni razzi superano lo scudo antimissilistico israeliano Iron Dome. Colpito un bus vuoto, non si conoscono ancora i danni.

19:00 – I militari stanno spostando forze corazzate verso la Striscia di Gaza, tra cui carri armati, veicoli da trasporto e bulldozer D9. Poco fa l’esercito ha anche dispiegato cannoni di artiglieria lungo il confine, per la prima volta dalla guerra di Gaza del 2014.

18:00 – Sospesa in Cisgiordania e a Gaza la Festa di fine Ramadan (Eid). Continuano i lanci di razzi da Gaza verso le colonie vicine, e i massicci bombardamenti da nord a sud della Striscia. Morte due donne ad Ashkelon.

17:18 – Il ministero della Salute di #Gaza afferma che il numero dei morti dell’aggressione israeliana in corso è arrivato a 28, inclusi nove bambini, e il numero dei feriti è arrivato a 152

16:40 – At least 26 Palestinians and two Israelis have been killed as tensions in Jerusalem escalated into exchanges of rocket fire between Israel and the Gaza Strip that lasted overnight into Tuesday.

16:34 – Nethanyahu: “Israele intensificherà ulteriormente la potenza ed il ritmo degli attacchi contro Gaza. Siamo nel mezzo di una campagna militare. Abbiamo colpito comandanti e obiettivi di alta qualità”

-IOF recruits 5,000 Israeli soldiers for the military operation in Gaza

– Le forze armate israeliane inviano rinforzi verso #Gaza e si preparano a chiamare i riservisti.

– Gaza: al momento tutta la striscia di Gaza è sotto azione di ”dronaggio” da parte di Israele che continua a colpire senza sosta.

– Gaza: si contano ingenti danno nell’area industriale a Nord, intanto ci sono i primi funerali, strazianti le immagini di un bambino che ha perso suo fratello e suo padre questa notte nei bombardamenti israeliani.

– Gaza: 386 new COVID-19 cases today.

– Due morti e 8 feriti, a causa del bombardamento israeliano di un appartamento a Burj Al-Jundi nel quartiere Al-Rimal a Gaza City.

– 6 feriti per i razzi lanciati da Gaza verso Israele

– sale a 24 il numero dei morti, tra cui 9 bambini, e 103 feriti,

– 22 Morti nei bombardamenti Israeliani sulla striscia di Gaza, Hamas e Jihad da parte loro concentrano i lanci di razzi sulla città israeliana di Ashkelon dove hanno provocato alcuni feriti. Un cessate il fuoco appare ancora lontano. (Da Michele Giorgio)

-Nottata di scontri in tutta la West Bank, e bombardamenti su Gaza, a lod city un colono ha ammazzato un ragazzo pestinese e i bombardamenti su Gaza hanno centrato anche al shatea un campo profughi a est di Gaza.

AGGIORNAMENTO: 23:39. Dall’inzio dell’aggressione israeliana nella Striscia di Gaza sono morte 29 persone, inclusi 9 bambini. L’aggressione è ancora in corso. E’ in corso anche una risposta massiccia della resistenza a Gaza.

– Decine di soldati assaltano i cancelli di Al-Aqsa e lanciano bombe e proiettili contro palestinesi disarmati. Ci sono scontri molto violenti.

– Continuano in maniera massiccia i bombardamenti in tutta la zona nord di Gaza, intere vie vanno a fuoco, Beith hanun, Betlaya, Yabaliah le zone più colpite

– 21 il numero dei morti nei bombardamenti

– Sono in corso potenti bombardamenti sulla striscia di Gaza, ci arriva la notizia che sono anche in corso violenti scontri sulla spianata delle moschee a Gerusalemme.

– Il ministero della Salute della Striscia di Gaza ha dichiarato che il numero totale delle vittime è di 20, di cui 9 bambini, più 65 feriti diversi.

– Ci scrivono da Gaza da Masqusy land northwest of Gaza, stanno bombardando a ripetizione. Le foto che vedete sono di Gaza

– 2 giovani arrestati a Betlemme vicino alla tomba di Rachele dove ci sono violenti scontri.

“Prevediamo che i prossimi giorni saranno caratterizzati da combattimenti. Hamas avvertirà in pieno la potenza delle nostre forze armate. La nostra reazione sarà forte, durerà giorni”, ha avvertito il portavoce dell’Esercito israeliano. (ANSA).

Sale a 20 il numero di morti a seguito dei bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza. I bombardamenti sono ancora in corso.

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GIORNATA DELLA TERRA NELLA STRISCIA DI GAZA: 17 PALESTINESI UCCISI E OLTRE 2000 FERITI

Giornata della Terra nella Striscia di Gaza: 17 Palestinesi uccisi e oltre 2000 feriti

InfoPal. E’ alto il bilancio delle vittime palestinesi della giornata di proteste nella Striscia di Gaza: venerdì, 17 Palestinesi sono stati uccisi e oltre 2000 sono stati feriti dall’esercito israeliano.

Fare il tiro al bersaglio, per l’esercito sionista, è stato facilissimo: una moltitudine umana sfilava inerme davanti a robo-killer posizionati su collinette. Sparare a questa enorme massa è stato come un video-game: uno dopo l’altro, cadevano a terra uomini, donne e bambini, uccisi o feriti dalle truppe criminali israeliane, che come consueto, nonostante le dichiarazioni delle Nazioni Unite, mai saranno perseguite e punite per i loro massacri. Vergogna dopo vergogna, l’entità israeliana “born-to-kill” continuerà a macchiarsi di feroci violazioni ai danni della popolazione autoctona palestinese, cioè i Nativi.

…………..

Nella Striscia di Gaza sotto assedio israelo-egiziani la popolazione è in marcia, pacificamente, per commemorare la Giornata della Terra, Yom al-Ard.

Da giorni, Israele ha piazzato cecchini, truppe e droni pronti a sparare.

Venerdì, decine di migliaia di palestinesi nella Striscia di Gaza sono confluiti al confine orientale della Striscia con Israele, radunandosi per affermare il loro diritto di tornare alle loro case native nella Palestina storica.

I raduni sono sostenuti da praticamente tutte le fazioni politiche palestinesi, che hanno ripetutamente sottolineato la natura pacifica dell’evento.

A mezzogiorno, decine di migliaia di palestinesi erano già arrivati in diverse aree lungo il confine nella Striscia di Gaza settentrionale, centrale e meridionale, secondo i corrispondenti della zona.

Gli accampamenti sono stati allestiti lungo il confine – a soli 700 metri dalla barriera, in alcuni casi -per i sit-in a tempo indeterminato programmati dopo le marce del venerdì.

Gli attivisti palestinesi hanno descritto gli accampamenti come “il punto d’inizio per il nostro ritorno alla terra da cui siamo stati espulsi nel 1948”.

Alcuni di quelli che hanno preso parte alle marce di venerdì hanno scritto, all’entrata delle loro tende, i nomi delle città o dei villaggi da cui le loro famiglie furono sfollate.

Gli organizzatori hanno anche fornito un servizio di autobus gratuito al confine per chiunque voglia prendere parte all’evento.

A mezzogiorno, i funzionari sanitari palestinesi stavano già segnalando alcuni feriti alla frontiera.

Soprannominata “Great Return March”, i raduni di questo venerdì nella Striscia di Gaza coincidono anche con la Giornata della Terra, che commemora l’assassinio di sei palestinesi da parte delle forze israeliane nel 1976.

© “Agenzia stampa Infopal www.infopal.it”

Fonte:

http://www.infopal.it/giornata-della-terra-nella-striscia-di-gaza-17-palestinesi-uccisi-e-oltre-2000-feriti/

FERMATA LA BARCA DELLE DONNE PER GAZA. LA SOLIDARIETA’, QUELLA CHE FA PAURA

Fonte:

PARTITA ISRAELE-ITALIA: RIEMPIAMO I SOCIAL DI BANDIERE PALESTINESI

English version

Il 5 settembre, ad Haifa, l’Italia gioca contro Israele nelle qualificazioni per i mondiali di calcio 2018.

Questa partita non dovrebbe svolgersi, perché, secondo le regole del Fair Play, la Fifa dovrebbe sospendere la Federazione calcistica d’Israele.

Oltre a praticare il colonialismo e l’apartheid contro l’intera popolazione palestinese, Israele ha ucciso e ferito giocatori palestinesi, ma anche ragazzi mentre giocavano a pallone, ha distrutto stadi e centri sportivi, ha impedito il movimento, arrestato calciatori palestinesi e ha fatto incursione nella sede della FederCalcio Palestinese. Quest’estate Israele ha bloccato l’arrivo delle bandiere e delle divise per la squadra palestinese alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Inoltre, la Federazione calcistica israeliana comprende ben sei squadre con sedi nelle colonie costruite in violazione del diritto internazionale su terre rubate ai palestinesi.

Come è successo nel 1964, quando la Fifa sospese il Sudafrica a causa delle sue politiche di Apartheid, decisione mantenuta fino alla fine del regime di Apartheid, oggi chiediamo alla FIFA di sospendere la Federazione calcistica d’Israele fino a quando Israele non rispetterà i diritti dei palestinesi e il diritto internazionale.

Seguiamo l’eccellente esempio di centinaia di fan del Celtic, che hanno rifiutato il divieto di portare bandiere palestinesi alla partita con l’israeliana Hapoel, riempendo lo stadio. Anche in Francia, alla partita tra St Etienne e Beitar Jerusalem sventalavano tante bandiere palestinesi.

Il 5 settembre, a partire dalle ore 20.45 durante la partita Italia-Israele, manifestiamo la nostra solidarietà alla Palestina.

Tifiamo per i diritti dei palestinesi!
Mostriamo il cartellino rosso all’apartheid israeliana!

  • Unisciti subito al Thunderclap per un tweet/post collettivo durante la partita.
  • Durante la partita, riempiamo i social media di bandiere palestinesi. Scarica immagini qua oppure dai spazio alla tua creatività. Utilizza gli hashtag #IsrIta e #WorldCup. Segui @bdsitalia per altri hashtag.
  • Firma la petizione alla FIFA, già sottoscritta da oltre 150.000 persone per chiedere la sospensione di Israele.
  • Partecipa al Crowdfunding dei tifosi del Celtic, che in pochi giorni ha raccolto oltre 150.000 sterline per Medical Aid for Palestinians e il centro Lajee del campo profughi Aida.

BDS Italia

 

 

 

Fonte:

http://bdsitalia.org/index.php/campagne/sportivo/2140-bandiere

MESSINA E IL SOSTEGNO A FREDOM FLOTILLA

Marianne verso Gaza - Foto di Pablo Miranzo Marianne verso Gaza – Foto di Pablo Miranzo

Salperà il prossimo 14 settembre 2016 verso Gaza, AMAL (Speranza), la nave acquistata dalla Coalizione internazionale Freedom Flotilla, che per ora si trova a Barcelona.

Per discutere del progetto e dell’itinerario è stato organizzato un incontro il prossimo 2 settembre, a partire dalle 17:30, presso la Sala Ovale del Comune di Messina. Nel comunicato diramato, si legge anche la notizia che in tanti attivisti aspettavano: Estelle, l’imbarcazione sequestrata nella spedizione nel 2012, sarà restituita. A stabilirlo, con una sentenza che ha segnato la storia, è stata la Corte suprema.

Gli organizzatori, però, non vogliono abbassare la guardia sui fatti gravi che ancora accadono a Gaza: i cechi bombardamenti, anche sulla popolazione inerme, passano costantemente nel silenzio generale, inclusi i social network che normalmente sono invasi dai “Je suis”, dichiarazioni di solidarietà, di turno.

AMAL sarà in Italia a settembre, dunque, e la sua sua ultima tappa sarà proprio nella città di Messina. Ecco perché, in previsione di questo arrivo, il comitato messinese auspica “l’adesione ai principi della Freedom Flotilla da parte di tutte le organizzazioni democratiche a livello locale e nazionale”, ma anche “la promozione di dibattiti, letture di poesie, proiezione film, concerti a favore della Palestina e di Gaza su tutto il territorio nazionale”.

Al progetto hanno già aderito numerose associazioni, tra cui l’ARCI Thomas Sankara, il movimento Cambiamo Messina dal Basso, la Casa RossaR@PMessina, il Centro cultutrale islamico, la CGIL area Lavoro e Società, la Comunità palestinese cittadina, il Coordinamento siciliano di solidarietà con la Palestina, il CUB Gruppo Pari opportunità di CMdB, il Partito della Rifondazione comunista, Sangha dello Stretto, il partito SEL Sinistra italiana.

Gli organizzatori lanciano appelli affinché possano arrivare nuove adesioni. L’invito, infatti, è molto chiaro: il Gruppo chiama “a raccolta tutte le organizzazioni democratiche del paese e singoli Cittadini, per rompere il blocco che impedisce ai Palestinesi di Gaza qualsiasi contatto con il mondo”.

I principi che stanno alla base di Freedom Flotilla e che accomunano tutti i membri e i partecipanti sono innanzitutto quelli legati al credere nei diritti umani universali, nella libertà e nell’uguaglianza di tutti. La finalità è, si legge nel comunicato diramato, “ispirare e unire le comunità di tutto il mondo contro il blocco illegale e immorale di Gaza e agire uniti per porvi fine”. Oltre ad opporsi a qualsiasi forma di punizione collettiva e dichiarazione di colpa, il collettivo Freedom Flotilla respinge “qualsiasi forma di razzismo e discriminazione, inclusi antisemitismo e islamofobia”.

A voler segnare qualche tappa della storia del progetto, basti ricordare che nel 2008 le barche del Free Gaza Movement iniziarono i primi i tentativi via mare con lo scopo di cassare il blocco israeliano di Gaza che opprimeva e ancora opprime la popolazione palestinese e nega a essa il diritto alla libertà di movimento e di commercio. Qualche successo fu segnato: le prime imbarcazioni, infatti, furono in grado di arrivare cinque volte a Gaza e tornare indietro in Europa. La dura risposta di Israele non si fece attendere: tutte le barche salpate alla volta di Gaza, l’anno successivo, quindi nel 2009, furono non solo fermate, ma anche attaccate violentemente dalla marina israeliana, tanto da dover capitolare.

Questi eventi sono stati la spinta per la nascita di un coordinamento internazionale a cui partecipano attivisti provenienti da tutto il mondo: Italia, Spagna, Svezia, USA, Canada, Australia, Norvegia, Grecia. Nasce così la Coalizione internazionale della FreedomFlotilla.

Nel 2010, la Freedom Flotilla I fu attaccata e abbordata ancora dalla marina israeliana in acque inernazionali. A farne le spese, morendo, furono ben 10 attivisti che si trovavano a bordo della nave Mavi Marmara.

Nel 2011, la Freedom Flotilla II, insieme alla nave italiana “Stefano Chiarini“, tenta di partire dalla Grecia e dalla Turchia. Delle 12 imbarcazioni, solo tre riescono a partire verso Gaza e vengono attaccate dalla marina israeliana in acque internazionali. Le imbarcazioni vengono confiscate illegalmente da Israele.

Nel 2012, Estelle parte dalla Finlandia e fa sosta in ben 13 porti europei per sensibilizzare le popolazioni sulla grave crisi umanitaria causata dal blocco di Gaza. In Italia approda a La Spezia e poi da Napoli parte diretta a Gaza. Ancora una volta, viene attaccata dalla marina israeliana in acque internazionali e trainata al porto israeliano di Ashdod.

Nel biennio 2013-2014, inizia la campagna “commercio e non aiuti”. Viene costruita l’Arca di Gaza per trasportare prodotti dal porto verso gli acquirenti internazionali e incoraggiare il mondo a commerciare con i produttori di Gaza. Israele si sente minacciato e non si limita solo a sabotare il progetto, ma addirittura decide di bombardare l’Arca fino ad distruggerla.

Nel 2015, Marianne salpa da Messina verso Gaza e viene bloccata in acque internazionali dalla marina israeliana e le persone a bordo private della libertà. La Svezia, palesemente contraria al sequestro, protesta contro Israele per questa operazione che sembra contraria al diritto internazionale, chiedendo inoltre che il console svedese possa mettersi in contatto diretto con le persone detenute. Il Primo Ministro israeliano, una volta avvenuto l’ancoraggio, lancia pubblicamente un plauso alla sua marina militare per l’andamento dell’operazione. Tanto che i mass media leggono e interpretano positivamente tale comportamento. Ma gli attivisti denunciano una realtà differente. Infatti, sembrerebbe che dalle prime dichiarazioni rilasciate dai passeggeri liberati, supportate da un video (dove si sentono le scariche delle pistole elettriche taser, che provocano le grida di dolore delle persone colpite), emergerebbe una storia differente: quasi 40 militari a fronte di 18 tra passeggeri ed equipaggio sulla Marienne.

 

 

Fonte:

http://www.ilcarrettinodelleidee.com/sito/messina-e-provincia/incitta/item/3574-messina-e-il-sostegno-a-freedom-flotilla.html

DONNE PALESTINESI, BALUARDO DI LOTTA E DIGNITA’

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Baluardo di lotta e dignità, le donne palestinesi sono fonte di ispirazione per noi, donne e uomini che sognano un mondo migliore.

“Feminism is the radical notion that women are people” (Angela Davis, USA).

Le donne palestinesi affrontano una tripla oppressione : principalmente quella derivante dall’occupazione israeliana, ma anche quella generata dal patriarcato e in maniera rilevante anche l’oppressione dello sguardo occidentale che le confina al loro ruolo meramente domestico, negando quello che invece è lo spazio pubblico che nonostante tutto hanno tradizionalmente occupato. Le donne sono sempre state presenti in tutti i settori sociali : associazioni, lavoro, partiti politici, dimostrazioni, mercati ….

Il bisogno che l’attuale società patriarcale si evolva in un modello più giusto e paritario è un dato di fatto. Diventa quindi necessario ricorrere ad azioni che portino lontano dallo stile androcentrico e coloniale che ha sottovalutato e nascosto le donne nel corso della storia utilizzando stereotipi per mantenere la diseguaglianza tra donne e uomini.

Il progetto  ‘Women’s Boat to Gaza’ intende rendere visibili le donne Palestinesi, come persone attive nella storia da sempre, nella resistenza e nella lotta contro l’occupazione della Palestina.

Le donne palestinesi hanno sempre promosso e protetto il patrimonio culturale del proprio popolo. Sfidano il coprifuoco, il blocco e le pallottole. Organizzano servizi educativi e sanitari in villaggi e campi profughi. Costruiscono case per bambine e bambini orfani. Guidano il boicottaggio contro l’entità sionista. Organizzano marce e dimostrazioni per chiedere il rilascio dei parenti e amici dalle prigioni israeliane. Scendono in strada a protestare contro  la brutalità dell’occupazione militare israeliana e contro il blocco. Resistono contro le forze di occupazione e rifiutano di rimanere in silenzio.

Parliamo delle stesse donne palestinesi che seminano i campi e difendono la  propria terra. Sono migliaia, radicate alla propria terra malgrado l’oppressione. Sono tantissime donne che sognano di tornare in Palestina. Sono le infinite combattenti che non si fermano mai. Sono le nostre compagne di lotta e il simbolo della perseveranza. Sono le figlie della Palestina.

“Mi basta morire nella mia terra, essere sepolta in lei, sciogliermi e svanire in lei e poi venir fuori come un fiore con cui gioca un bimbo della mia terra. Mi basta rimanere nell’abbraccio della mia terra, rimanere in lei , come una manciata di polvere, un filo d’erba, un fiore” (Fadwa Tuqan, Palestine).

Per tutte queste e molte altre ragioni, noi, donne libere di tutto il mondo, partiremo per rompere il blocco di Gaza.

 

 

Fonte:

http://www.freedomflotilla.it/2016/07/25/donne-palestinesi-baluardo-di-lotta-e-dignita/

Come Vittorio Arrigoni da Gaza ricordava la dichiarazione di Balfour

2 novembre 1917 2 novembre 2010: Balfour a Gaza
11/11/2010
Il mio pezzo di ieri per Infopal.it:

Il 2 novembre del 1917 sir Arthur James Balfour con la sua dichiarazione di adesione al progetto sionista di occupazione e colonizzazione della Palestina, dava il via ad un secolo di pulizia etnica dei palestinesi.

 

Per commemorare questo infausto giorno, che a distanza di 93 anni continua a ripercuotersi in epidemia di distruzione, di privazione di diritti e terra, di incarcerazione di esistenze e intere città,per ribellarci all’idea di come un potenza occupante abbia potuto avallare una catastrofe tale,muniti solo delle nostre bandiere e di un megafono martedì scorso siamo andati con alcuni volontari di Beit Hanoun a manifestare dinnanzi ai cecchini di Erez:

Così Saber alZanin, coordinatore dei volontari di Local Initiative:

Siamo qui oggi dinnanzi al confine Nord della Striscia di Gaza a protestare contro la creazione della “buffer zone”, tramite la quale Israele ci ha sottratto di fatto il 35 % delle terre coltivabili. Oggi è il 2 novembre 2010, nello stesso giorno 93 anni fa il governo britannico dette via libero al progetto sionista per la creazione di uno stato ebraico in Palestina. Qui nella terra dei nostri nonni, la terra degli ulivi, è passato di generazione in generazione il messaggio di respingere con tutte le nostre forze la promessa fatta dal Regno Unito ai sionisti,  tramite quella disgustosa dichiarazione di da Arthur Balfour. Dopo 93 anni la nostra generazione sta ancora aspettando che giustizia sia fatta e che i diritti sottratti ai nostri nonni ci siano restituiti. A dispetto di tutti i paesi che cospirano con Israele contro di noi, che ne sono complici,  la nostra resistenza è ancora attiva e i nostri diritti radicati su quella terra che ci è stata rubata. Ringraziamo tutti coloro, dal di fuori dalla Palestina ci sostengono, la solidarietà internazionale che in questi mesi si è dimostrata attiva con i convogli, le flotte di navi e qualsiasi dimostrazione in nostro favore in Europa e negli Stati Uniti. Apprezziamo e siamo fieri dei cittadini inglesi che solidarizzano con la nostra causa ma vogliamo ricordare loro che il loro governo, passato e presente, e’ una delle principali cause della nostra miseria. Quindi prima di arrivare a Gaza invitiamo gli attivisti inglesi  a ribellarsi al loro governo ancora oggi complice dei sionisti d’Israele”.

Un messaggio, quello di Saber, colto in pieno da Adie Mormech , compagno di Manchester dell’International Solidarity Movement. Adie ritiene che la gente del suo Paese ha il dovere di riparare ai torti del coinvolgimento britannico alla pulizia etnica della Palestina:

Il ruolo del governo britannico come sostenitore d’Israele e’ molto simile a come la Gran Bretagna ha contribuito al sistema dell’apartheid in Sud Africa. Fortunatamente molti cittadini britannici si sono mobilitati contro il regime dell’apartheid, appoggiando il boicottaggio al governo razzista sudafricano fino alla sua estinzione. Oggi in Gran Bretagna e in tutto il mondo il movimento di boicottaggio, disinvestimento e di sanzioni verso Israele cresce progressivamente mentre la comunità internazionale continua a permettere a Israele  di mantenere Gaza sottoposta ad una sorta di assedio medievale, la Cisgiordania e Gerusalemme occupate e i palestinesi sotto persistente regime di e discriminazione e pulizia etnica. Come è avvenuto per il Sud Africa, sta alle persone di coscienza in tutto il mondo unirsi al movimento fino a quando Israele non rispetterà il diritto internazionale e permettera’ ai palestinesi gli stessi diritti umani di qualsiasi altro popolo“.

Allontanandoci da Erez abbiamo sentito poco distante da noi i rumori sordi di spari provenienti dalle torrette di sorveglianza al confine: alla fine della giornata si conteranno 2 civili gambizzati dai cecchini israeliani.

Il giorno dopo, una sottaciuta nuova dichiarazione di Balfour veniva firmata, questa volta non dai britannici  bensi’ da Obama, col sangue palestinese.

Una nave da guerra statunitense al largo del mediterraneo lanciava un missile teleguidato verso il centro di Gaza city e uccideva il miliziano Muhamad Jamal Nimnim, di 27 anni.

Il primo assassinio “mirato” targato USA nella Striscia di Gaza.

Restiamo Umani,
Vittorio Arrigoni da Gaza city

 

 

 

Fonte:

 

http://guerrillaradio.iobloggo.com/archive.php?y=2010&m=11

COS’ E’ LA TOMBA DI GIUSEPPE IN PALESTINA?

C’osè la tomba di Giuseppe in Palestina? – Samantha Comizzoli

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Ieri notte è stata bruciata la “la tomba di giuseppe” al campo profughi di Balata a Nablus.
Allora…spiego per chi non lo sapesse che cos’è la “tomba di giuseppe”: trattasi di struttua costruita qualche anno fa e (secondo i coloni) reperto “antico” identificata come, appunto, “tomba di giuseppe”. Per questo motivo i coloni israeliani ogni (circa) 15 gg, entrano nel campo profughi di notte per pregare. Il tutto con una cinquantina di jeeps dei soldati e con coloni armati fino ai denti.
Ieri notte tutta Nablus era scesa in strada pr difendere le case di 5 palestinesi che i soldati israeliani volevano demolire. Ovviamente sono scoppiati gli scontri, ma la città ha resistito. La “tomba di giuseppe” è andata a fuoco e……udite udite.. Mahmuod Abbas vuole istituire una “commissione d’inchiesta” per indagare sul fatto che condanna.
No, scusa eh, ma la vergogna Mahmuod Abbas non sa cosa sia….
34 martiri, i feriti si è perso il conto, 800 rapiti. Le violenze sui bambini. Questo solo dal 1° ottobre, ma ci sono comunque 70 anni di orrore e lui…… (qusta è la seconda volta che parla, la prima ha detto che la farà pagare ad israele portandolo al tribunale internazionale…). Dov’era quando ogni palestinese veniva ferito o ucciso? A Tel Aviv immagino…….
E non venite dirmi, voi difensori di Abbas, che lui ha fatto l’intifada… lui ha scritto gli accordi di Oslo (questa è storia).

Ah! Scusate..faccio una modifica per un particolare che mi ero dimenticata: la “tomba di giuseppe” è presidiata dall polizia palestinese che se ne va solo quando i soldati israeliani gli tefonano e gli comunicano che stanno arrivando. L’ufficio della polizia palestinese è di fronte all’ingresso della tomba e possono entrare solo gli israeliani, no palestinesi e no internazionali. Lo so perchè ci sono stata…..

Sorgente:FB SAMANTHA COMIZZOLI

 

Citato in http://www.nuovaresistenza.org/2015/10/16/cose-la-tomba-di-giuseppe-in-palestina-samantha-comizzoli/

LA PALESTINA E LA STAMPA CRIMINALE ITALIANA

LA STAMPA CRIMINALE ITALIANA – Samantha Comizzoli

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Non guardo la televisione e non leggo i giornali da anni. Tanto quello che viene divulgato è tutto falso. Scrivo quest’articolo, però,
perchè potrebbe essergli mandato da loro con motivazioni ai vostri insulti.
Domenica ho visto per caso il TG1. Davano questa notizia: è tornato il terrorismo palestinese, uccisi due israeliani e ucciso
un palestinese che tentava di accoltellare un terzo israeliano.
Ah, davvero?
Ok, ora punto per punto su questi 5 giorni di uccisi (palestinesi)con nomi, luoghi, etc.etc.(fino alle ore 15,00 del 05/10).
– 1 ottobre: Nablus, un braccio armato spara su un’auto di coloni israeliani uccidendo padre e madre, non i figli.
– 2 ottobre: i soldati israeliani chiudono tutte le strade ed attaccano i villaggi assieme ai coloni israeliani.
– 3 ottobre: solo a Nablus, 14 palestinesi feriti e 9 palestinesi rapiti dai soldati israeliani. Feriti e rapiti anche a Gerusalemme ed Al Kahlil. Fra i rapiti molti bambini.
– 3 ottobre: Mohennid el Halabi, di El Bireh, Ramallah; va a Gerusalemme armato. Uccide due coloni e ne ferisce 3 (soldati, solo uno non è un soldato). Viene subito ucciso.
– 3 ottobre: i coloni israeliani assieme ai soldati ri-attaccano villaggi e città. Al campo profughi Jalazoune a Ramallah, i soldati israeliani sparano in testa
ad un palestinese. Palestinesi feriti e rapiti in tutta la West Bank. A Gerusalemme i soldati israeliani attaccano anche il Makassed Hospital per rapire i feriti.
– 4 ottobre: Fadi Alon, palestinese di 19 anni, viene attaccato dai coloni a Jenin. Va verso i soldati per chiedere aiuto e i soldati
israeliani gli sparano. Ucciso.
– 5 ottobre: durante la notte i soldati israeliani attaccano anche Tulkarem e uccidono, sparandogli, Huthayfa Suliman 18 anni.
– 5 ottobre: i soldati israeliani attaccano il campo profughi Aida a Betlemme. Sparano dritto al petto ad un bambino di 13 anni, Shadi Abu Abdul Shanab. Ucciso.

Durante questi orrori, le strada di collegamento sono rimaste chiuse dai soldati israeliani e i coloni israeliani tirano pietre sulle auto palestinesi, inoltre…
hanno dato fuoco ai campi coltivati, hanno sparato e bloccato le ambulanze per i soccorsi, hanno sparato sui giornalisti
per impedirgli di filmare.
Come potete vedere ho detto fatti dal 1 al 5 ottobre perchè la notizia alla quale mi riferivo all’inizio è di quella data.
Ma, si intende che vi basterà fare scorrere le pagine dei report/post di notizie dalla Palestina per rendervi conto
che feriti, morti e rapiti da parte di israele sul popolo palestinese sono così da quasi cent’anni. Tutti i giorni.
E senza aggiungere “Gaza”.
Ho sempre dato notizia del numero di coloni morti, e non sono nemmeno una giornalista.

TG1, TG2, TG3, TG5, TG4, TGLA7 e tutta la combricola di giornali (carta per il culo): siete dei falsari al servizio di israele.
Andate a fare in culo, colpevoli.

Sorgente: Samantha Comizzoli

 

Citato in http://www.nuovaresistenza.org/2015/10/05/la-stampa-criminale-italiana-la-stampa-criminale-italiana-samantha-comizzoli/

BARGHOUTHI: LA CISGIORDANIA è TESTIMONE DI UN PROCESSO CHE PORTERA’ ALLA TERZA INTIFADA. – CRONACA SU QUANTO ACCADUTO NEGLI ULTIMI GIORNI.

Barghouthi: la Cisgiordania è testimone di un processo che porterà alla terza Intifada

Quds Press. In un comunicato stampa, il segretario generale del Movimento nazionale palestinese, Mustafa Barghouthi, ha espresso la sua opinione su quanto sta accadendo in Cisgiordania, dichiarando che le sistematiche violazioni ed attacchi che l’occupazione israeliana continua ad esercitare sulla città di Gerusalemme e nelle invasioni nella moschea al-Aqsa, porteranno a uno scontro con i cittadini palestinesi.Mostafa Barghouti, che è anche membro del Consiglio legislativo per l’iniziativa nazionale, denuncia il tentativo delle forze di occupazione di dividere al-Aqsa. Nello stesso comunicato stampa Barghouthi sottolinea la persistenza delle forze israeliane nel realizzare e attuare una tra le più atroci e crudeli divisioni razziali.Questa nuova strategia, si basa sulla morte e distruzione di tutti gli aspetti della vita e della cultura palestinese.Contemporaneamente, il segretario generale afferma che l’occupazione non riuscirà a scalfire la volontà del popolo palestinese. Nel comunicato stampa, viene segnalato l’intento di Israele di innalzare un muro divisorio tra la Cisgiordania e Gerusalemme. Tale progetto sta causando forti sentimenti di rabbia tra la popolazione palestinese, che ogni giorno aumentano grazie alle continue ingiustizie subite, e alle pratiche razziali a cui i cittadini vengono sottoposti – sia loro come persone sia i luoghi considerati per loro sacri. A fomentare tale senso di rabbia si aggiungono anche i continui ostacoli che Israele pone per la creazione di una Palestina indipendente.

Barghouthi ha tenuto a precisare che ciò a cui assistiamo oggi in Cisgiordania è solo l’inizio di un ampio movimento che porterà ad una sollevazione e reazione popolare, contro i progetti di occupazione  e contro i tentativi di Israele di ignorare ed emarginare la questione palestinese. “Il fallimento dei negoziati con l’occupazione e del progetto di Oslo sono ben chiari, e di questo il popolo palestinese ne è perfettamente consapevole”.

Barghouthi si è rivolto al suo popolo suggerendo una maggiore compattezza e coesione nell’affrontare Israele ed i suoi progetti, e di unirsi alla resistenza popolare e alla campagna di boicottaggio. Ha proseguito facendo richiesta che si rispettino e si attui il programma di consenso nazionale, il quale comprendeva diversi punti, tra cui una strategia basata su un’unità nazionale, per completare la riconciliazione nazionale, il sostegno della resistenza popolare in tutte le sue forme e la fine della collaborazione con le forze israeliane.

Traduzione di Asmaa Aboulabil

© Agenzia stampa Infopal

“Agenzia stampa Infopal – www.infopal.it”

http://www.infopal.it/barghouthi-la-cisgiordania-e-testimone-di-un-processo-che-portera-alla-terza-intifada/

 

Palestina: Violenza repressione e morti bloccati i valichi di frontiera,riassunto della giornata – red@zione

I fatti di oggi ripresi dal diario di Samantha Comizzoli, rimaniamo in attesa di aggiornamenti

i 3 feriti di Sarra. Tutti da proiettili veri.

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già 3 palestinesi feriti a Sarra, li stanno portando all’ospedale.

a città di Nablus comunica che domani tutto resterà chiuso, attività e scuole.

ore 23 ora italiana

Anche il villaggio di Sarra, Nablus, sotto attacco dai coloni e soldati.

coloni israeliani a Burin, Nablus.

rapito un’altro bambino dai soldati israeliani a Qalquilja: Gazi Ashraf (13 anni).

Chiusa ed attaccata dai soldati israeliani anche Qalquilja. I coloni israeliani sono a tutti e 4 gli ingressi di Nablus.

Campo profughi Jalazoun, Ramallah: i soldati israeliani hanno sparato in testa ad un palestinese.

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i soldati israeliani hanno attaccato il villaggio di Der Estja, Salfit.

I coloni israeliani hanno attaccato anche il villaggio di Jit, Nablus.

Appello urgente da far girare: la prima casa vicino alla DCO a Beit Eill, Ramallah, è sotto attacco dei coloni, stanno tentando di bruciarla. C’è una famiglia con i bambini.

Un colono israeliano è rimasto ferito alla testa dal lancio di un’anguria acerba nel villaggio di Beit Anoun.

ore 22 ora italiana

tolta la corrente elettrica a nord di Ramallah.

Chiuse la strada da Ramallah a Nablus, da Qalquilja a Nablus, strada per Awarta. Nablus è completamente bloccata.

i soldati israeliani hanno fatto evaucare la casa del martire a Ramallah, pronti per la demolizione.

L’avevo scritto in un’articolo tempo fa, spiegando che le intifade partono se partono da Nablus. Nablus è saltata, sia verso israele che verso la polizia palestinese. Non vedo la costruzione di un’Intifada, ma può essere che sia nata e che sia già iniziata.

Mohennid el halabi, di El Bireh, Ramallah. 19 anni. Ucciso oggi a Gerusalemme. Lo so che sembra un bambino, come tutti gli altri bambini palestinesi ai quali israele, spara, uccide, rapisce.

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ore 21 ora italiana

morto anche il secondo colono ferito.

Villaggio di Burin, Nablus, oggi. Colline in fiamme con soldati e coloni israeliani che sparano ai contadini e algi shebab.(clicca per il video

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ore 20 ora italiana

Foto segnalata ora a facebook. Scaricatevela…. Cos’è no si deve vedere cosa sta succedendo in Palestina?Il martire a Gerusalemme. Mohennid el halabi, di El Bireh, Ramallah.

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ore 19 ora italiana

Gerusalemme: attacco ai coloni israeliani con pugnale, 4 feriti. Dopo il palestinese ha sparato a 5 soldati israeliani. E’ martire.

ore 19 ora italiana

Burin, Nablus. Le colline bruciano..i coloni israeliani all’opera. E’ un disastro.

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ore 18 ora italiana

Aggiornamento su Nablus: la città continua ad essere isolata. Rimangono chiusi tutti i checkpoint. Nessuno può uscire e i mezzi da Ramallah non viaggiano. Ieri nel centro della città è stata guerra vera e propria, ma fra shebab e polizia palestinese, culminata poi nella notte con l’arrivo dei soldati israeliani. I contadini non possono andare nei loro terreni, alcuni anche in fiamme, perchè ci sono i coloni e i soldati. La situazione è molto simile al 2003/2004. Si ventila un peggioramente, aggiornerò appena avrò notizie.

 

ore 16 ora italiana

I soldati israeliani hanno rapito un’altro bambino, ad Al Kahlil. Amir Arif Jaber (10 anni).

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Fonte:

http://www.nuovaresistenza.org/2015/10/03/duri-scontri-in-palestina-riassunto-della-giornata-redzione/

 

Leggi anche Due israeliani uccisi a Gerusalemme – Ultima Ora – ANSA.it