Diverse associazioni chiedono alla Regione di impugnare lo “Sblocca Italia”

“È stata protocollato oggi, 17 novembre 2014, alla vice presidente della Regione Calabria Antonella Stasi, agli uffici della Giunta Regionale, del Dipartimento Ambiente e dell’assessore all’Ambiente della Regione Calabria un appello sottoscritto da diverse associazioni e comitati calabresi rivolto alla Giunta Regionale, presente e futura, affinchè impugni la legge 164 di conversione del decreto 133 del 12 settembre 2014, il cosiddetto Sblocca-Italia”. Lo si legge in una nota diffusa oggi.

“Anche in Calabria si chiede quindi di impugnare la legge per incostituzionalità, così come hanno già fatto diverse Regioni d’Italia, prima fra tutte la Lombardia, seguita dalle Marche, mentre sarebbero orientate a fare alrettanto anche la Campania e la Puglia.
L’articolo 127 della Costituzione, difatti permette alle Regioni, entro il termine di sessanta giorni – a decorrere dalla pubblicazione del decreto sulla gazzetta ufficiale – , di impugnare la legge avanti alla Corte costituzionale.
Quelli contestati nell’appello sono gli artt. 35, 37 e 38 che definiscono forzosamente come strategiche intere categorie di interventi (incenerimento dei rifiuti, gasdotti, rigassificatori, stoccaggio di gas, ricerca, prospezione, coltivazione e stoccaggio del gas naturale nel sottosuolo) e che consentono la realizzazione delle medesime in deroga alle procedure di valutazione ambientale ed economico-finanziarie e cancellano le ineludibili intese con le Regioni, stabilite dal Titolo V della Costituzione.
Tutto questo comporterebbe, in Calabria : l’avvio delle trivellazioni dell’alto Ionio cosentino, la costruzione del rigassificatore di Gioia Tauro, il raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro.
Il decreto convertito in legge e’, inoltre, in palese contrasto con l’art. 1, comma 78, della legge L.239/2004, l’ art. 34 della legge n. 99 del 2009, nonché con gli articoli 9, 42, 117 e 118 della Costituzione e con norme e convenzioni internazionali, quali la Carta di Ottawa 1986 per la Promozione della Salute, la Convenzione di Aarhus 25/6/1998, la Direttiva 2003/35/CE riguardanti la partecipazione dei cittadini sui temi ambientali, il Sesto Programma di Azione per l’Ambiente della UE, che prevede la riduzione dei rifiuti e la sostituzione dei temovalorizzatori con impianti di riciclo completo dei rifiuti entro il 2020.
Le associazioni chiedono inoltre a tutti i candidati alla presidenza della Regione di impegnarsi a fare altrettanto ed ai candidati consiglieri di farsi promotori, qualora eletti, di un referendum abrogativo della legge unitamente ad almeno altre quattro regioni”.

Ecco le associazioni che hanno firmato la richiesta:

Tavolo Tecnico di Tutela Ambientale; Coordinamento NO Rigass – Calabria; San Ferdinando in Movimento; Comitato “La Piana di Gioia Tauro ci mette la faccia”; SOS Mediterraneo; No alla centrale a carbone di Saline Joniche; Sindacato Unitario Lavoratori (SUL); Unione Mediterranea; Comitato “No alla centrale a biomasse di Sorbo San Basile”; Forum Ambientalista-Calabria; WWF Calabria; ALBA; Ciufer; Unione Sindacale di Base (USB); Legambiente –Calabria; Associazione Città Aperta (Vibo Valentia).

 

 

Fonte:

http://ildispaccio.it/calabria/60157-diverse-asociazioni-chiedono-alla-regione-di-impugnare-lo-sblocca-italia

#DECIDIAMO NOI! SABATO 10 MAGGIO MANIFESTAZIONE REGIONALE A COSENZA PER DIRE BASTA ALLA SPECULAZIONE SUI RIFIUTI

 

 

#Decidiamo_Noi_webMANIFESTAZIONE REGIONALE 10 MAGGIO 2014 COSENZA
E’ sempre un buon momento per far valere le ragioni collettive contro quelle di pochi speculatori. Dopo diciassette anni di emergenza e regimi commissariali, la problematica del ciclo dei rifiuti è così intimamente legata a questioni ambientali, economiche e sanitarie, che non c’è più bisogno di un momento significativo per rivendicare il diritto di poter vivere in un territorio salubre e gestito con criteri di trasparenza e partecipazione.
La gestione in emergenza dei rifiuti ha avuto, come conseguenze, un indebitamento progressivo degli enti pubblici, l’inquinamento sistematico del territorio, spesso divenuto insalubre e inadatto alle attività umane e animali. Il consolidarsi ed il reiterarsi all’infinito di una situazione problematica alla quale non si trovano, e non si vogliono trovare, altre soluzioni che non siano l’apertura di nuove discariche, l’ampliamento di quelle esistenti (o non meglio identificati centri di stoccaggio), il conferimento all’estero e l’incenerimento, determinando costi sempre crescenti. Costi che diventano addirittura insostenibili in periodo di crisi di sistema come quella che stiamo vivendo, nella quale lo stesso processo di
indebitamento delle pubbliche amministrazioni produce un costante inasprimento delle politiche di austerity. La gestione, palesemente clientelare del territorio, viene pagata cara anche in termini di agibilità democratica della popolazione che, sempre in ragione dell’emergenza, si vede volutamente privata della propria capacità di esercitare e far valere il diritto alla salute e all’abitare il proprio territorio. [continua]

 

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* da LAMEZIA TERME per info: 338.5037210; 328.3748354 (contributo € 5,00)


* da REGGIO CALABRIA info e prenotazioni [email protected]

 

DOCUMENTAZIONE: comunicato 23 aprileosservazioni alla IV commissione ambiente

 

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Fonte:

http://www.difendiamolacalabria.org/?page_id=10111