L’ipocrisia di Israele tra pinkwashing e violenza sionista

La pietà non è selettiva. E’ un concetto che non mi stancherò mai di ripetere. Ma per molta parte del mondo ci sono vittime più importanti di altre. Ho appena letto la triste notizia della morte di una ragazza di 17 anni, Shira Banki, accoltellata al Gay Pride di Gerusalemme da un fanatico appena uscito di prigione per un’aggressione simile. Il premier israeliano, Netanyahu, ha espresso il suo “cordoglio” per questo assassinio parlando dei diritti di ogni persona e dei valori fondamentali della società israeliana ( fonte: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Israele-morta-la-ragazza-pugnalata-al-Gay-Pride-Shira-Banki-7e947b94-8c7b-4992-a750-6d1b4b5fe1ef.html)

Lo stesso Netanyahu ha condannato come atto terroristico l’attacco da parte di coloni israeliani che ha causato la morte di un bimbo palestinese di soli 18 mesi, Ali Dawabsha, bruciato vivo dopo il lancio di bottiglie molotov ( fonte: http://nena-news.it/bimbo-palestinese-muore-in-casa-bruciata-da-coloni-israeliani/ ).

Ali Dawabsha, 18 mesi. Foto da Twitter

 Siamo al trionfo dell’ipocrisia! Un stato che occupa illegalmente un altro territorio, rubando terra, risorse e massacrando il popolo palestinese, tenta di nascondere i suoi crimini sotto il sottile velo del pinkwashing. Shira Banki non è solo una vittima di omofobia ma è una delle tante persone la cui immagine è sfruttata dal loro stesso stato che finge di riconoscere loro i diritti umani che continuamente calpesta.
Il piccolo Ali sarebbe per Netanyahu vittima di un attacco terroristico. E tutti gli altri palestinesi uccisi continuamente dai soldati israeliani ( gli ultimi due nella stessa giornata in cui è stato ucciso Ali: leggi qui http://www.infopal.it/ramallah-adolescente-ucciso-da-soldati-israeliani/ e qui http://www.infopal.it/giovane-palestinese-ucciso-dalle-forze-israeliane-nella-striscia-di-gaza/) solo perchè palestinesi? Non sono crimini anche questi? E all’omicidio di Mohammed Abu Khdeir, anch’egli bruciato vivo da  coloni israeliani nel luglio dell’anno scorso (fonte: http://nena-news.it/palestina-omicidio-abu-khdeir-fermati-sei-estremisti-israeliani/), perchè Netanyahu non ha parlato di terrorismo? Forse perchè era troppo impegnato a preparare l’ennesima operazione militare, l’Operazione Bordo Protettivo, durante la quale (con la scusa di difendersi dal “terrorismo” palestinese) sono stati uccisi più di 2000 palestinesi.
Questi sono solo alcuni esempi che si possono fare sull’ipocrisia di quella che è chiamata “l’unica democrazia in Medioriente”.
D. Q.

SIT-IN DI SOLIDARIETA’ AL POPOLO PALESTINESE A REGGIO CALABRIA

12 luglio 2014

Scritto da C.S.O.A. ANGELINA CARTELLA

Anche a Reggio Calabria a sostegno del popolo palestinese…
…per restare umani!

Uno degli eserciti più forti e tecnologici del mondo si sta apprestando ad una delle ripetute stragi a cui ci ha abituato, di fronte all’indifferenza del mondo intero. Il governo israeliano di  Netanyahu ha ribattezzato l’operazione “Margine protettivo” e parla di una “rappresaglia necessaria” contro i terroristi di Hamas, ma ad essere colpiti sono, come sempre, donne, bambini, intere famiglie innocenti. Lo stillicidio di morti giorno per giorno, tutti i giorni, diventa ciclicamente il massacro generalizzato. È successo in passato a Der Yassin, a Tall el Zaatar, a Sabra e Chatila, a Jenin. Succede oggi a Gaza, la gabbia per topi super affollata dalla quale non si può scappare

L’ennesima operazione militare di sterminio di un popolo, verso la soluzione finale, ampiamente preparata utilizzando a pretesto strumentale la scomparsa dei tre poveri ragazzi, trovati poi morti, stava saltando per opera di qualche ultraortodosso che ha pensato bene, per rappresaglia, di bruciare vivo un ragazzo palestinese. L’alibi, preparato con cura, non poteva più reggere, e allora via alla correzione di rotta, pubblicizzando da una parte la condanna a quei fanatici che stavano facendo fallire la pianificazione militare, e ringraziando dall’altra i “razzetti” di Hamas per aver permesso loro di recuperare le pseudo giustificazioni.

La piramide mediatica, dalle informazioni che arrivano solo dall’esercito israeliano, si dipana raccontando fatti e loro interpretazione ad uso e consumo del governo Netanyahu e dei suoi alleati internazionali, che per bocca del Segretario di Stato John Kerry hanno di fatto benedetto la nuova aggressione. La solita canea di pennivendoli di regime si fa carico trasversalmente della propagazione, in una gara a chi è più realista del re. L’enorme differenza del numero dei morti, le stragi di civili come forma di punizione collettiva, l’uso di armi tecnologiche e di distruzione di massa da sperimentare in loco, le centinaia di bombardamenti contro qualche decina di missili caserecci, l’ invasione che sembra imminente – con il suo corollario di morte e distruzione – , non contano se non come “comprensibili ed inevitabili” cause collaterali.

Il resto non si vede: un potente esercito di occupazione, brutale ed al contempo sofisticato, contro una delle ultime colonie occupate del mondo, i muri, i ghetti, il regime di apartheid, le migliaia di prigionieri – molti dei quali bambini -, le sistematiche violazioni di qualunque legge internazionale o risoluzione dell’ONU, la diaspora (con circa 6 milioni di palestinesi in giro per il mondo), il divieto del diritto al ritorno universalmente riconosciuto, le cicliche stragi alla Marzabotto contro civili indifesi, donne, bambini, i campi di concentramento, le torture

Le vittime del nazismo di ieri si sono trasformate nei carnefici di oggi con solo poche, pochissime voci che si levano a condannare questi crimini contro l’umanità e questi criminali. Nel silenzio o balbettio dei governi. Così come ieri con il nazismo.

Leviamo le nostre voci contro queste ignominie, che diventino un grido di protesta, di condanna; quella che i governi collusi mai faranno. Che diventi un grido di ripudio universale, che trasformi deboli voci in un boato, che parli di boicottaggio economico (i prodotti commerciali israeliani, seppur camuffati, cominciano con 729 come prime cifre del codice a barre), culturale, sportivo, mediatico, che faccia appello anche a lavoratori e giovani israeliani, perché si mobilitino contro un governo che usa il massacro di un popolo come arma di distrazione di massa dalla macelleria sociale che sta preparando.

Invitiamo tutte e tutti al Presidio organizzato per lunedì 14 luglio alle ore 18.00 a Piazza Italia, di fronte la Prefettura, contro il genocidio in atto del popolo palestinese. L’iniziativa non vuole essere solo un momento di solidarietà e di sostegno a un popolo martoriato, ma anche occasione per riflettere e ragionare insieme su come attivare azioni più incisive per contrastare le politiche di uno stato, quello sionista, che vedono coinvolte anche l’Italia e la stessa Calabria.

NOI NON CI STIAMO! NON IN NOSTRO NOME!
SOLIDARIETA’ CON IL POPOLO PALESTINESE!

Adesioni in aggiornamanto:

Comitato Solidarietà Migranti
Comitatoacquapubblica Villa San Giovanni
Nuvola Rossa vsg
Csoa Cartella
Collettivo UniRc AteneinRivolta
Pagliacci ClanDestini – Freckles
Sinistra in Movimento
Rifondazione Comunista Reggio Calabria
Collettiva AutonoMIA Reggio Calabria
Circolo SEL “Eugenio Musolino”
ass. “La cosa pubblica”
Arci Reggio Calabria

chi volesse dare la propria adesione: [email protected]

 

 

 

Fonte:

http://www.csoacartella.org/

GAZA: NOVE PALESTINESI UCCISI IN RAID AEREI ISRAELIANI

07 lug 2014
by Redazione

Sarebbero sette militanti di Hamas e due del Jihad. Gli attacchi si sono concentrati su Rafah e altre località meridionali della Striscia di Gaza. Palestinesi hanno ripreso i lanci di razzi. Scontri diffusi in Cisgiordania

Mideast Israel Palestinians

AGGIORNAMENTO ORE 12.30 – Il leader del partito ultranazionalista Yisrael Beitenu e ministro degli Esteri del governo Netanyahu Avigdor Lieberman ha annunciato la rottura della sua alleanza con il Likud, il partito del primo ministro. Lo scontro all’interno della coalizione riguarda la gestione dei lanci di razzi da Gaza e degli scontri tra polizia e palestinesi cittadini di Israele, visti i sollevamenti dei giorni scorsi per l’assassinio di Mohammed Abu Khdeir . Netanyahu, come ha dichiarato Libereman in conferenza stampa pochi minuti fa, non starebbe gestendo adeguatamente la recente esplosione di violenza: “La legge – ha detto il leader di Yisrael Beitenu – dovrebbe essere applicata sugli arabi israeliani”.

Il dissenso di Lieberman nei confronti del suo premier era noto già da tempo, ma la frattura più grande si è avuta dopo il ritrovamento dei corpi dei tre giovani coloni scomparsi il 12 giugno nei pressi di Hebron: Hamas, accusata del rapimento già dai primissimi minuti nonostante nessun membro lo abbia mai rivendicato, doveva essere distrutta, e Lieberman e Naftali Bennett, leader del partito ultranazionalista Casa Ebraica e ministro dell’Economia, premevano per un’operazione su larga scala nella Striscia. Netanyahu, trasformatosi di nuovo in colomba, aveva invitato i suoi colleghi a non usare “una retorica infiammatoria”, assicurando che avrebbe fatto tutto il possibile “per riportare la calma nel sud”.

“I disaccordi tra il primo ministro e me – ha dichiarato il ministro degli Esteri israeliano – sono fondamentali e non consentono una futura collaborazione. La partnership non ha funzionato durante le elezioni, non ha funzionato dopo le elezioni e fino a oggi ci sono stati alcuni problemi tecnici . Quando i problemi tecnici diventano fondamentali non vi è alcun senso continuare “. Lieberman ha comunque fatto sapere che non il suo partito non lascerà la coalizione e che i suoi ministri rimarranno al proprio posto nell’attuale governo.

Intanto, dalla Striscia di Gaza militanti hanno risposto ai raid della scorsa notte che hanno provocato nove vittime con il lancio di razzi nel sud di Israele: un razzo grad sarebbe caduto nella periferia di Bersheva, senza provocare feriti.

 

della redazione

Gaza, 7 luglio 2014, Nena NewsAlmeno nove palestinesi sono rimasti uccisi nelle ultime ore in raid aerei israeliani che hanno colpito Al Burej, Rafah e altre località a sud della Striscia di Gaza. Sette delle vittime sono militanti dell’ala armata del movimento islamico Hamas e altri due delle Brigate al Quds, braccio armato del Jihad Islami. Non è noto il numero dei feriti. Si tratta del più alto numero di palestinesi di Gaza uccisi da Israele in una sola giornata dal novembre 2012, quando Tel Aviv lanciò l’offensiva aerea durata una settimana e nota come “Operazione Colonna di Difesa”.

L’attacco è avvenuto qualche ora dopo le dichiarazioni del primo ministro israeliano Netanyahu che erano sembrate escludere una nuova offensiva militare contro Gaza, peraltro invocata da diversi dei suoi ministri. Hamas, attraverso il suo portavoce Sami Abu Zuhri, ha avvertito che vendicherà i suoi uomini uccisi.

Nel frattempo sono ripresi i lanci di razzi palestinesi verso il sud di Israele. Uno di quelli sparati nelle ultime ore ha ferito un soldato.

Proseguono inoltre gli scontri tra palestinesi e soldati in Cisgiordania sull’onda dello sdegno provocato dall’assassinio di Mohammed Abu Khdeir, bruciato vivo da israeliani decisi a vendicare l’uccisione di tre ragazzi ebrei in Cisgiordania. Da stamani all’alba si segnalano scontri a Hebron e nelle zone vicine – nel campo di Arroub almeno 20 palestinesi sono stati feriti dalle pallottole di rivestite di gomma sparate dai militari – ma anche a Tulkarem e Ram. Nena News

 

 

 

Fonte:

http://nena-news.it/gaza-nove-palestinesi-uccisi-raid-aerei-israeliani/

PALESTINA: OMICIDIO ABU KHDEIR, FERMATI SEI ESTREMISTI ISRAELIANI

 

07 lug 2014
by Redazione

La polizia israeliana segue la pista dell’omicidio per vendetta e crede che la stessa banda abbia tentato di rapire un bambino palestinese di 9 anni il giorno prima. Agli arresti domiciliari Tariq Abu Khdeir, il quindicenne con passaporto americano ripreso mentre veniva brutalmente picchiato dai soldati israeliani

 

Tariq Abu Khdeir qualche ora dopo l'arresto

Tariq Abu Khdeir qualche ora dopo l’arresto

della redazione

Roma, 07 luglio 2014, Nena News Nove giorni di arresti domiciliari per Tariq Abu Khdeir, l’adolescente palestinese con passaporto americano picchiato selvaggiamente dalla polizia israeliana e arrestato durante gli scontri di giovedì scorso nel campo profughi di Shu’afat a seguito della conferma della pista sul rapimento di suo cugino Mohammed Abu Khdeir, 16 anni, seviziato e bruciato vivo da estremisti israeliani. Tariq, rilasciato su cauzione dopo un processo presso la corte distrettuale di Gerusalemme, secondo sua madre Suha “sarebbe rimasto a marcire in prigione come tutti gli altri, se non  avesse avuto il passaporto americano”. “Il consolato americano a Gerusalemme – ha aggiunto la donna – è stato di grande aiuto non appena ha saputo dell’arresto di Tariq”.

Washington, che ha mostrato un improvviso interesse per le violenze inflitte dall’esercito israeliano ai palestinesi solo perché era coinvolto un suo cittadino, ha ordinato un’inchiesta sull’accaduto. Tariq, infatti, sarebbe stato ripreso da una telecamera mentre subiva il pestaggio da parte di due soldati israeliani: un video che ha fatto il giro del mondo, considerato “una montatura, pura propaganda” da parte della polizia israeliana ma che, nonostante le polemiche, mostra due militari accanirsi con calci in ogni parte del corpo di quello che sembra un ragazzo. “Abbiamo visto il video – ha detto un ragazzo di 15 anni che si trovava nel tribunale per subire un analogo processo – e per noi è una cosa normale. I soldati israeliani picchiano le persone ogni giorno”. Due attivisti del Programma Ecumenico di Accompagnamento in Palestina e Israele, intervistati dall’agenzia Ma’an, hanno ricordato che “ci sono così tanti bambini palestinesi che devono affrontare tutto questo e che non ricevono alcuna attenzione da parte dei media. Questa copertura è incredibilmente di parte”.

Intanto, la polizia israeliana ha confermato la pista dell’omicidio per vendetta nei confronti di Mohammed Abu Khdeir e arrestato sei estremisti israeliani – definiti “nazionalisti” da autorità e media internazionali – responsabili del sequestro e della brutale uccisione. La svolta – nei giorni successivi alla scoperta del cadavere le autorità israeliane avevano anche tentato di far passare l’assassinio dell’adolescente palestinese per ‘omicidio di onore legato all’omosessualità’ – è arrivata in seguito all’autopsia, che ha rilevato tracce di fumo e fuliggine nei polmoni di Mohammed, segno che era ancora vivo quando è stato dato fuoco al suo corpo.

La polizia israeliana sta proseguendo con le indagini e, stando a quanto riporta il quotidiano Haaretz, crede che ci sia un legame tra il sequestro di Mohammed e il tentativo di sequestro di un bambino di nove anni, Musa Zalum, a Gerusalemme est il giorno precedente. Il bambino sarebbe stato avvicinato da un’auto e, a portiere aperte, forzato a entrare. Dopo aver urlato in direzione della madre, sarebbe stato afferrato per il collo: la madre Dina, giunta in prossimità dell’auto, sarebbe stata colpita da persone che urlavano tra di loro in ebraico. Secondo quanto riporta Haaretz, la polizia israeliana crede che si tratti di una banda di “nazionalisti” formatasi per vendicare la morte dei tre coloni adolescenti scomparsi e trovati morti una settimana fa nei pressi di Hebron. Per quest’ultimo assassinio, le indagini non si sono rivelate poi così accurate come per l’omicidio di Abu Khdeir: devastazione totale della Cisgiordania per due settimane, con sette vittime accertate, e arresto indiscriminato di centinaia di palestinesi, ora in detenzione amministrativa. Nena News

 

 
Fonte:

http://nena-news.it/palestina-omicidio-abu-khdeir-fermati-sei-estremisti-israeliani/

GERUSALEMME: PESTATO 15ENNE PALESTINO-AMERICANO

5 luglio 2014 ore 18 circa

Dalla pagina Facebook di Michele Giorgio:

Gerusalemme: pestaggio di un 15 enne palestinese da parte della polizia. Si chiama Tareq Abu Khdeir, è anche cittadino statunitense ed è un cugino di Mohammed Abu Khdeir il 16 enne rapito e bruciato vivo a Gerusalemme. Il “pestato” è in carcere e domani sarà processato per resistenza a pubblico ufficiale.

 

LA PROTESTA PALESTINESE ARRIVA IN BASSA GALILEA. AUTOPSIA: MOHAMMED BRUCIATO VIVO

05 lug 2014
by Redazione

L’onda di sdegno provocata dall’assassinio brutale di Mohammed Abu Khdeir, ha toccato anche Taibe, Tira, Kalansua, Baqa el Gharbiyeh e altri centri abitati arabi nella bassa Galilea, all’interno del territorio israeliano, dove i dimostranti hanno bloccato incroci stradali e bruciato copertoni

La salma di Mohammed Abu Khdeir (foto Afp)

La salma di Mohammed Abu Khdeir (foto Afp)

della redazione

AGGIORNAMENTO ORE 10.30. MOHAMMED BRUCIATO VIVO

Gerusalemme, 5 luglio 2014, Nena News – Il 16enne palestinese sarebbe stato seviziato e bruciato vivo dai suoi aguzzini. Sono questi i risultati di un primo esame autoptico riferiti dal procuratore generale Muhammad Abd al-Ghani Uweili all’agenzia Ma’an.

Una fine terribile per Muhammad Abu Khdeir, i cui funerali, celebrati ieri, sono stati seguiti da una notte di sconti tra palestinesi e polizia israeliana. il ragazzo è stato rapito mentre si recava in moschea e il suo corpo è stato ritrovato in un bosco vicino a Gerusalemme mercoledì scorso. L’omicidio è probabilmente una ritorsione di estremisti israeliani per l’assassinio dei tre giovani israeliani scomparsi il 12 giugno.

Intanto, stamattina si è diffusa la notizia di un altro rapimento, durato poche ore, di un 22enne palestinese a sud di Nablus. Il giovane ha raccontato di essere stato avvicinato ieri sera, verso mezzanotte, da alcuni coloni ebrei a bordo di due macchine e di essere stato portato in una zona isolata, dove è stato picchiato e poi abbandonato. Nena News

 

 Gerusalemme, 5 luglio 2014, Nena News -Le luci del giorno hanno messo fine a una notte di scontri diffusi tra dimostranti palestinesi e polizia. In particolare a Gerusalemme Est, la zona araba della città dove gli incidenti sono andati avanti per molte ore  dopo i funerali di Mohammed Abu Khdeir, il ragazzo palestinese rapito e brutalmente ucciso e, con ogni probabilità, rimasto vittima di una ritorsione di estremisti israeliani per l’uccisione dei tre ragazzi ebrei in Cisgiordania. Shuaffat, dove viveva Mohammed, Beit Hanina, Wadi al Joz, Issawiya, Umm Tuba, la città vecchia di Gerusalemme sono stati teatro degli scontri che hanno fatto decine di feriti tra i dimostranti palestinesi. La polizia riferisce del ferimento anche di alcuni dei suoi agenti.

I dimostranti hanno inoltre bloccato la linea del tram che collega le colonie ebraiche alla periferia nord di Gerusalemme alla zona ebraica della città, passando in parte anche nel settore arabo (Est) occupato militarmente da Israele nel 1967 assieme a Cisgiordania e Striscia di Gaza.

La protesta intanto si allarga, sull’onda dello sdegno provocato dalla morte del ragazzo palestinese (i suoi rapitori lo hanno seviziato e poi ne hanno bruciato il corpo). Ieri sera ha raggiunto anche Taibe, Tira, Kalansua, Baqa el Gharbiyeh e altri centri abitati arabi nella bassa Galilea, quindi all’interno del territorio israeliano, dove i dimostranti hanno bloccato incroci stradali e bruciato copertoni.

E’ una fase delicata che potrebbe innescare una rivolta palestinese di ampie proporzioni, se non addirittura quella terza Intifada di cui si parla da tempo in conseguenza delle politiche svolte dal governo israeliano, a cominciare da una colonizzazione sempre più intensa e continua dei Territori occupati.

Si vive in bilico anche lungo le linee di demarcazione tra Gaza e Israele. Il movimento islamico Hamas – che nega l’accusa di aver organizzato il rapimento e l’uccisione in Cisgiordania dei tre ragazzi ebrei che gli rivolge il governo israeliano – ieri ha riferito di un cessate il fuoco imminente con lo Stato ebraico. Ma attacchi e ritorsioni sono andati avanti lo stesso, con i gruppi armati palestinesi che hanno lanciato una trentina di razzi verso il territorio israeliano facendo solo qualche danno alle cose, e l’aviazione dello Stato ebraico che in serata, dopo una sospensione dei raid aerei durata 24 ore, ha colpito obiettivi a sud di Gaza. Non si segnalano feriti. Nena News.

Fonte:

FUNERALI DI MOHAMMED ABU KHDEIR, IL GIOVANE PALESTINESE RAPITO E UCCISO PER VENDETTA DAI COLONI

04 lug 2014
by Redazione


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La casa di Mohammed Abu Khdair. Foto Nena News

AGGIORNAMENTO ORE 18.30 –L’ULTIMO SALUTO A MOHAMMED. TAFFERUGLI A GERUSALEMME: 20 FERITI

Nena News – Palestinesi e polizia israeliana si sono scontrati oggi a Gerusalemme durante i funerali del 17enne Mohammed Abu Khdeir. I tafferugli sono iniziati a conclusione del corteo funebre, cui hanno partecipato migliaia di persone. Oltre 2.000 secondo la polizia israeliana.

Gli agenti hanno risposto al lancio di pietre con gas lacrimogeno e proiettili di gomma e sono almeno venti i palestinesi rimasti feriti. Non si ha notizia di arresti. Prima dell’inizio delle esequie c’erano stati scontro in Città Vecchia e a Ras al-Amud.

Per i funerali del giovane palestinese le autorità israeliane hanno predisposto un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine, con cannoni ad acqua e uomini a cavallo. Nena News

AGGIORNAMENTO ORE 15.30. MIGLIAIA AI FUNERALI DI MOHAMMAD

Gerusalemme, 4 luglio 2014, Nena News – Un corteo funebre di migliaia di persone ha accompagnato la salma del 17enne palestinese trovato morto ieri mattina alla periferia della città, dopo essere stato caricato a forza il giorno prima in un’automobile mentre andava in moschea.

Mohammad Abu Khdeir potrebbe essere stato la vittima di una vendetta di coloni per l’uccisione dei tre ragazzi israeliani scomparsi lo scorso 12 giugno. Le indagini sono in corso.

Oggi Gerusalemme è una città blindata, con un massiccio dispiegamento di militari sia a Est sia a Ovest: cannoni ad acqua, uomini a cavallo e autobus pieni di soldati pronti a intervenire. Ieri è stata una giornata di scontri nel quartiere Shuafat, dove viveva il giovane, e dove oggi si sono tenute le esequie. I palestinesi hanno lanciato pietre contro i militari israeliani che hanno risposto con granate stordenti e proiettili di gomma. Nena News

 della redazione

Roma, 4 luglio 2014, Nena NewsSecondo la Bbc, Hamas sarebbe disposta a fermare il suo lancio di razzi verso il sud d’Israele se lo stato ebraico dovesse terminare i suoi raid sulla Striscia di Gaza. Tregua o meno la tensione continua ad essere alta a Gerusalemme, dove sono da poco iniziati i funerali del giovane Mohammed Abu Khdeir, rapito e assassinato martedì molto probabilmente da coloni israeliani. Una nota della polizia israeliana informa che “migliaia di poliziotti sono stati dispiegati oggi a Gerusalemme est per mantenere la sicurezza”. Ieri a Shuafat e in altre parti di Gerusalemme est per il secondo giorno di fila sono continuati gli scontri tra i palestinesi e la polizia israeliana.

Shuafat dopo gli scontri

Shuafat dopo gli scontri. Foto Nena News

Situazione che potrebbe diventare rovente considerando che decina di migliaia di fedeli palestinesi si stanno recando in queste ore alla Spianata delle Moschee per celebrare il primo venerdì di Ramadan. Le autorità israeliane hanno limitato l’accesso agli uomini con più di 50 anni mentre non ci sono restrizioni per le donne.

Il cessate il fuoco sembra una ipotesi molto probabile. A mediare il cessate il fuoco ci sarebbe l’Intelligence egiziana. Lo ha riferito fonte all’interno del movimento palestinese che sostiene che la tregua tra le due parti potrebbe essere raggiunta “nel giro di ore”. Al momento Tel Aviv non ha commentato la notizia.

Già ieri sera, il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha dichiarato all’agenzia palestinese Ma’an che esistono contatti tra il suo movimento e le autorità egiziane per porre fine al clima di tensione. “Abbiamo ribadito la nostra posizione – ha detto Abu Zuhri – noi non siamo interessati ad una escalation militare, l’Occupazione [Israele, ndr] ne è responsabile”.

La notizia di una eventuale tregua tra Hamas ed Israele è confermata anche dai quotidiani israeliani “Ha’aretz” e “Yedioth Ahronot”.

Ieri sera il Premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva chiarito che il suo Paese era interessato a mantenere la calma. Tuttavia aveva aggiunto anche che “se il lancio [di razzi, ndr] continuerà, le nostre forze armate agiranno con vigore”. Parole simili erano state pronunciate anche dal Capo di Stato Maggiore, Benny Gantz. “Cerchiamo la calma, non una escalation. Però se Hamas sceglie di attaccarci, noi saremo pronti”.

Sono suonate stamane nuovamente le sirene a Sderot e a Sha’r Neghev nel sud d’Israele. Il sistema “Cupola di Ferro” ha intercettato un razzo, mentre altri tre sono caduti in territorio aperto non provocando alcun danno. Nella sola giornata di ieri l’esercito israeliano ha detto che sono stati sparati 34 razzi dalla Striscia verso il sud del Paese. Quattro soldati israeliani che avevano messo le loro foto sui social network chiedendo “vendetta” per l’uccisione dei tre ragazzi israeliani e di “annientare i terroristi” sono stati puniti con 10 giorni di prigione.

Intanto i palestinesi del quartiere di Beit Hanina di Gerusalemme hanno denunciato un tentativo di rapimento. Secondo loro quattro coloni israeliani della colonia di Pisgat Ze’ev avrebbero provato a rapire una bambino palestinese di sette anni, Mohammed Alì, mentre stava giocando per strada ieri sera dopo aver rotto il digiuno del Ramadan.

Allertati dagli altri bambini presenti in strada, i membri della famiglia di Mohammed sarebbero immediatamente accorsi scongiurando così il rischio di un nuovo rapimento. I coloni sarebbero scappati a piedi.

L’Agenzia palestinese al-Watan ha rivelato poche ore fa, invece, che un ragazzo palestinese di 13 anni è scomparso all’alba nel quartiere Wadi al Joz di Gerusalemme. Secondo i testimoni oculari il giovane camminava vicino alla moschea ‘Abidin ed è scomparso quando è passata una macchina guidata, sembrerebbe, da coloni. La polizia israeliana ha visionato i filmati delle telecamere di sicurezze, ma non è riuscita ancora a stabilire l’identità del ragazzo né ha parlato di rapimento.

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Controlli di fronte all’ingresso della Città Vecchia. Foto Nena News

Rapito e ucciso per vendetta da coloni è stato sicuramente Mohammed Abu Khdeir. Alcuni testimoni oculari hanno detto all’AFP che il ragazzo palestinese è stato costretto a salire su una Honda Civic da due israeliani mentre un terzo era al posto di guida. L’auto si sarebbe allontanata a grande velocità. Versione che sembra coincidere con il video pubblicato stamane sul sito del quotidiano britannico “The Guardian” sebbene non sia possibile riconoscere chiaramente Mohammed.

Le immagini suggeriscono che i rapitori hanno notato il ragazzino solo, sono ripassati per guardarlo e hanno fatto passare altre macchine prime di avvicinarsi. Sono le 3.45 del mattino e il ragazzo si sta dirigendo verso un incrocio. Una macchina si ferma al semaforo, passa il ragazzo e scompare dall’inquadratura. Alle 3.50 due uomini si avvicinano a Mohammed e incominciano a parlargli. Poi la stessa macchina che era comparsa prima ritorna nel video, supera il gruppo e poi fa marcia indietro mentre tra i due uomini e Mohammed nasce una scontro. Alle 3.51 la macchina se ne va non fermandosi al rosso del semaforo e i due uomini che erano poco prima vicino al ragazzo non ci sono più. Nena News

Fonte:

http://nena-news.it/possibile-tregua-tra-hamas-e-isral/