PALESTINA: ANCORA BOMBE SU GAZA E VITTIME CIVILI. IN CISGIORDANIA 10 PALESTINESI UCCISI IN CISGIORDANIA

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E’ sempre più dura l’aggressione militare israeliana contro la Palestina. A Gaza le vittime palestinesi sono salite ad oltre 120. Oltre 800 i feriti.

Decine di aerei da guerra di Tel Aviv bombardano costantemente, in particolare le zone nord ed est di Gaza City. Segnalati molti colpi di artiglieria e bombardamenti via terra nella città di al-Fakhari, a est di Khan Yunis, tanto che a metà della notte tra ieri e oggi si era diffusa la notizia di un’invasione via terra, prima confermata e poi, per ora, smentita dallo stesso esercito israeliano.

Il premier sionista israeliano Netanyahu parla di “target militari e postazioni di Hamas”, ma sono centinaia le case e gli edifici civili distrutti nella Striscia di Gaza.

Le diverse forze della resistenza palestinese continuano a rispondere con il lancio di razzi da Gaza verso Tel Aviv, ma la maggior parte di questi vengono intercettati dal sistema antimissilistico Iron Dome. 8 in totale i decessi sul fronte israeliano da martedì a oggi.

E’ stata intanto una giornata di proteste in tutta la Cisgiordania, da Betlemme a Beit El, da Salfit a Gerico. In poche ore sette manifestanti palestinesi sono stati uccisi dai soldati israeliani. Dopo Mohammed Ruhi Hammad, di Silwad, è stato ucciso il 26enne Youssef Nawasra nel villaggio di Yabad, vicino Jenin, durante una protesta.

Nei villaggi di Iskaka e Marada vicino Salfit sono stati uccisi il 23enne Awad Ahmed Harb e Sharif Khaled Suleiman, 38 anni. Il villaggio di Iskaka era stato attaccato da coloni israeliani e la comunità lo ha difeso, mentre l’esercito restava a guardare. Altre vittime si sono registrate a Gerico, Mohammed Shger, e a Nablus, Nidal Sael Safadi e Issa Burhom.

Sul fronte diplomatico, Israele avrebbe rifiutato la proposta egiziana di un cessate il fuoco, anche temporaneo, per provare poi ad arrivare a una tregua più duratura. Si terrà poi domenica l’ennesima riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sul Medio Oriente. Doveva tenersi oggi, ma gli Stati Uniti hanno rifiutato l’incontro d’urgenza, spostando tutto addirittura a martedì prossimo. Alla fine è stata raggiunta una mediazione e la riunione si terrà domenica pomeriggio. In Italia, invece, mercoledì alla Camera si terrà l’informativa del ministro degli Esteri Di Maio. L’aggiornamento pomeridiano da Gaza con Sami, del centro scambio culturale Vittorio Arrigoni. Ascolta o scarica


Stamattina attivisti solidali hanno occupato, a Roma la sede dell’Ordine dei giornalisti “contro – spiega il collettivo Cambiare Rotta – le continue mistificazioni e la falsificazione da parte dei principali giornali e media del nostro Paese sul massacro del popolo palestinese”. Su questo tema sentiamo Davide Grasso, ricercatore, scrittore e nostro collaboratore, autore di un articolo dal titolo “Israele-Palestina, alla base della narrazione delle violenze resta un pregiudizio perverso”Ascolta o scarica

 

 

Fonte:

https://www.radiondadurto.org/2021/05/14/palestina-ancora-bombe-su-gaza-e-vittime-civili/

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Dalla pagina Facebook di

Cambiare Rotta Roma – Noi Restiamo

+++ Blitz all’Ordine dei giornalisti +++
VERITÀ E SOLIDARIETÀ PER LA PALESTINA CHE RESISTE!
Ci siamo presentati nelle sede centrale dell’Ordine dei Giornalisti dopo le continue mistificazioni e la falsificazione dei fatti da parte dei principali giornali e media del nostro Paese sul massacro del popolo palestinese in atto.
È stata ignorata per settimane la pulizia etnica in corso a Gerusalemme e ora si prova a nascondere l’impossibile simmetria che esiste tra l’oppressione israeliana, perpetuata da 73 anni con il consenso della comunità internazionale, e la più che legittima resistenza palestinese.
Siamo al fianco della dignità di un popolo che lotta per affermare politicamente la sua esistenza e denunciamo fortemente il tentativo di tutto l’arco parlamentare e dei mass media di narrare il massacro in atto come una guerra.
La resistenza è vita, Palestina libera!
Ci vediamo domani alle ore 16 a Piazza dell’Esquilino!

“Tanto è sempre colpa di Gaza”



DAL profilo Facebook di Meri Calvelli:

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FB_IMG_1620768519040Gaza 11 Maggio 2021

Hanno chiamato questa ultima operazione militare “I guardiani del Muro”… non poteva avere un nome migliore, azzeccato nella sua lucidita’ della follia dell’occupazione.

Da ieri, 10 maggio 2021 anniversario della “Vittoria” occupazione del ’67 dei territori palestinesi, niente da festeggiare, una disgrazia che continua fino ad oggi. Partono i missili da Gaza dopo un lungo ultimatum di Hamas……poi iniziano i bombardamenti su Gaza. Un attacco aereo ogni 20 minuti, forse meno, che si estende su tutta la striscia… “come al solito”…, sono i commenti, ma era da tanto che non accadeva un botta e risposta cosi pesante. Purtroppo era nell’aria, cosi’ come era nell’aria e proseguivano da oltre un mese attacchi alla Moschea, invasioni barbariche di coloni, sgomberi di case palestinesi su Jerusalemme e distruzioni di abitazioni con relativo esproprio di terreni, alberi e aree agricole. Tutto dentro la logica di continuare ad occupare, a colonizzare e sbattere fuori la Palestina e quel che ne rimane. Certo la povera Striscia di Gaza deve pagare il prezzo piu’ alto, perche’ li dentro ci sono solo terroristi… cosi come vengono definiti dai nostri media… ormai nemmeno piu’ Israele li definisce tali, sa che sono solo forti e si difendono come possono… ma i nostri media no, non ne vogliono sapere e quindi si lascia intendere che debbano pagare il prezzo piu’ alto. Non fa niente se muoiono bambini o civili, Gaza e’ una questione politica che fa comodo tenerla pronta al momento del bisogno, quando, le proteste internazionali si fanno troppo pericolose, quando qualcosa comincia a girare e potrebbe essere messo in discussione un sistema…beh allora si muove Gaza e tutto l’apparato.

Tanto e’ sempre colpa di Gaza, dei suoi missili e delle bombe che ricevera’. E’ cosi che continueranno a giustificare e a mantenere l’occupazione….la Pace ??? …non ne abbiamo bisogno, nessuno la vuole in questa regione 🙁

Fonte:

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10160785114722564&id=530882563

 

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Dalla pagina Facebook Gaza FREEstyle

⚠ Urgente: Continuano gli attacchi sui civili!

Aerei israeliani da guerra hanno distrutto la torre di Hanadi a Gaza. La torre è il più alto complesso residenziale di civili, dove vivono più di 80 famiglie palestinesi.

#Gaza_Under_Attack

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 Fonte: 

https://www.facebook.com/226628807808318/posts/1178890292582160/

+++ Post in aggiornamento +++
[ dal 10/05/2021, ORE 20 | in alto: ultimo aggiornamento]

RICORDIAMO A TUTT CHE GIOVEDI’ ALLE 17:30 CI TROVIAMO IN DUOMO (milano) PER UN PRESIDIO IN SOLIDARIETA’ AL POPOLO PALESTINESE.

22:38 – La centrale elettrica di Ashkelon, città di coloni a pochi km dalla Striscia di Gaza assediata, è andata a fuoco a seguito del lancio di razzi.

20:00 – Da Gaza lanciati 160 razzi verso Tel Aviv, alcuni razzi superano lo scudo antimissilistico israeliano Iron Dome. Colpito un bus vuoto, non si conoscono ancora i danni.

19:00 – I militari stanno spostando forze corazzate verso la Striscia di Gaza, tra cui carri armati, veicoli da trasporto e bulldozer D9. Poco fa l’esercito ha anche dispiegato cannoni di artiglieria lungo il confine, per la prima volta dalla guerra di Gaza del 2014.

18:00 – Sospesa in Cisgiordania e a Gaza la Festa di fine Ramadan (Eid). Continuano i lanci di razzi da Gaza verso le colonie vicine, e i massicci bombardamenti da nord a sud della Striscia. Morte due donne ad Ashkelon.

17:18 – Il ministero della Salute di #Gaza afferma che il numero dei morti dell’aggressione israeliana in corso è arrivato a 28, inclusi nove bambini, e il numero dei feriti è arrivato a 152

16:40 – At least 26 Palestinians and two Israelis have been killed as tensions in Jerusalem escalated into exchanges of rocket fire between Israel and the Gaza Strip that lasted overnight into Tuesday.

16:34 – Nethanyahu: “Israele intensificherà ulteriormente la potenza ed il ritmo degli attacchi contro Gaza. Siamo nel mezzo di una campagna militare. Abbiamo colpito comandanti e obiettivi di alta qualità”

-IOF recruits 5,000 Israeli soldiers for the military operation in Gaza

– Le forze armate israeliane inviano rinforzi verso #Gaza e si preparano a chiamare i riservisti.

– Gaza: al momento tutta la striscia di Gaza è sotto azione di ”dronaggio” da parte di Israele che continua a colpire senza sosta.

– Gaza: si contano ingenti danno nell’area industriale a Nord, intanto ci sono i primi funerali, strazianti le immagini di un bambino che ha perso suo fratello e suo padre questa notte nei bombardamenti israeliani.

– Gaza: 386 new COVID-19 cases today.

– Due morti e 8 feriti, a causa del bombardamento israeliano di un appartamento a Burj Al-Jundi nel quartiere Al-Rimal a Gaza City.

– 6 feriti per i razzi lanciati da Gaza verso Israele

– sale a 24 il numero dei morti, tra cui 9 bambini, e 103 feriti,

– 22 Morti nei bombardamenti Israeliani sulla striscia di Gaza, Hamas e Jihad da parte loro concentrano i lanci di razzi sulla città israeliana di Ashkelon dove hanno provocato alcuni feriti. Un cessate il fuoco appare ancora lontano. (Da Michele Giorgio)

-Nottata di scontri in tutta la West Bank, e bombardamenti su Gaza, a lod city un colono ha ammazzato un ragazzo pestinese e i bombardamenti su Gaza hanno centrato anche al shatea un campo profughi a est di Gaza.

AGGIORNAMENTO: 23:39. Dall’inzio dell’aggressione israeliana nella Striscia di Gaza sono morte 29 persone, inclusi 9 bambini. L’aggressione è ancora in corso. E’ in corso anche una risposta massiccia della resistenza a Gaza.

– Decine di soldati assaltano i cancelli di Al-Aqsa e lanciano bombe e proiettili contro palestinesi disarmati. Ci sono scontri molto violenti.

– Continuano in maniera massiccia i bombardamenti in tutta la zona nord di Gaza, intere vie vanno a fuoco, Beith hanun, Betlaya, Yabaliah le zone più colpite

– 21 il numero dei morti nei bombardamenti

– Sono in corso potenti bombardamenti sulla striscia di Gaza, ci arriva la notizia che sono anche in corso violenti scontri sulla spianata delle moschee a Gerusalemme.

– Il ministero della Salute della Striscia di Gaza ha dichiarato che il numero totale delle vittime è di 20, di cui 9 bambini, più 65 feriti diversi.

– Ci scrivono da Gaza da Masqusy land northwest of Gaza, stanno bombardando a ripetizione. Le foto che vedete sono di Gaza

– 2 giovani arrestati a Betlemme vicino alla tomba di Rachele dove ci sono violenti scontri.

“Prevediamo che i prossimi giorni saranno caratterizzati da combattimenti. Hamas avvertirà in pieno la potenza delle nostre forze armate. La nostra reazione sarà forte, durerà giorni”, ha avvertito il portavoce dell’Esercito israeliano. (ANSA).

Sale a 20 il numero di morti a seguito dei bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza. I bombardamenti sono ancora in corso.

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INFERNO A BEIRUT

Stanno susseguendosi ininterrottamente, da quando è avvenuta, informazioni contrastanti e incerte sull’esplosione che ieri ha devastato Beirut, sia per quanto riguarda la causa scatenante sia la natura del materiale che avrebbe provocato  quest’immane catastrofe. Pressoché tutti gli organi di stampa, sia locali sia internazionali, fanno riferimento a circa 2700/2750 tonnellate di nitrato di ammonio che sarebbero state sequestrate ad una nave nel 2013 e da allora sarebbero state stoccate, senza sicurezza, vicino al porto di Beirut. Tale informazione deriverebbe  dal sito di opensource intelligence Bellingcat, considerato come fonte attendibile:

Left: image claimed to show Ammonium Nitrate shipment at port of Beirut. Right: still from video of fire

https://www.bellingcat.com/news/mena/2020/08/04/what-just-blew-up-in-beirut/

Unica voce a sollevare dubbi sarebbe finora quella di Danilo Coppe, fra i più importanti esperti di esplosivistica in Italia, che, in un’intervista al Corriere della Sera, espone la sua tesi dell’esplosione di un deposito di armamenti:

https://www.corriere.it/esteri/20_agosto_05/beirut-esperto-esplosivi-la-nuvola-arancione-scoppi-ecco-perche-credo-ci-fossero-anche-armi-6da4a01e-d71b-11ea-93a6-dcb5dd8eef08.shtml?fbclid=IwAR3K-PRrr9vU7iWcStDtpcRkQ5pQ2FKsW6VFiue2C-oZrFgoi_2GDZ4OlcA

Sulle cause poi girano diverse ipotesi, anche da penne autorevoli, ma nessuna di queste finora  può essere definita per ora certa: né l’ipotesi di uno scoppio accidentale né quella di un attentato alla vigilia del pronunciamento del tribunale internazionale, dopo quindici anni di attesa e di depistaggi e sabotaggi, sull’assassinio del politico e imprenditore libanese Rafiq Hariri, avvenuto Il 14 febbraio 2005. Per questa strage (insieme all’ex premier rimasero uccise altre 21 persone) sono imputati quattro miliziani di Hezbollah rimasti latitanti dal giorno del rinvio a giudizio.Su queste tesi ha scritto un articolo Riccardo Cristiano:

https://formiche.net/2020/08/beirut-libano-11-settembre/?fbclid=IwAR2BmD0AsBIlHIitq53dgsy_pP-VgZgnRrTNK9ixOqPR3u__CC3lifTJhTc

Il presidente Trump pensa ad una bomba:

https://www.theguardian.com/world/video/2020/aug/05/donald-trump-claims-lebanon-explosion-looks-like-a-terrible-attack-video

Israele ed Hezbollah si accusano a vicenda:

https://www.huffingtonpost.it/entry/accuse-incrociate-di-sabotaggio-tra-israele-ed-hezbollah_it_5f2a53a0c5b68fbfc889696b

L’unica cosa certa finora è l’immensità di questa tragedia che ha colpito un popolo già duramente provato dalla pandemia, da una gravissima crisi economica e che ora rischia anche la carestia: l’esplosione ha distrutto i silos di grano che contenevano l’85% delle riserve di cereali del Libano (https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/08/05/beirut-lesplosione-ha-distrutto-i-silos-di-grano-li-cera-85-delle-riserve-di-cereali-del-libano/5890923/). Il giornalista italiano, Lorenzo Forlani, presente a Beirut, ha provato, con un suo articolo su Il Fatto Quotidiano, a raccontare la disperazione in cui è precipitata la popolazione di Beirut. Al netto delle ipotesi rimangono, infatti, una città sventrata, il numero dei morti che sale di ora in ora, così come quello dei feriti e degli sfollati e,soprattutto, il dolore dei corpi martoriati.

Qui l’articolo di Lorenzo Forlani:

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/08/05/beirut-devastata-dallesplosione-visi-insanguinati-urla-e-strade-scomparse-la-disperazione-di-una-citta-senza-pace/5890370/?fbclid=IwAR0iNH2eknawxDnKbkK1KgGfP1PZwfcZmsDtYZ7-cjS_2sG6_Eun0nW11zw

A ciò si aggiunge l’emergenza sanitari negli ospedali – di cui alcuni distrutti o danneggiati dall’esplosione – che non riescono a contenere il gran numero di feriti, come si legge in quest’ altro articolo di Forlani:

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/08/05/beirut-dopo-lesplosione-ora-e-emergenza-sanitaria-negli-ospedali-dimessi-anche-i-pazienti-gravi-e-in-molti-fanno-rotta-verso-tripoli/5891079/?fbclid=IwAR0nONifKKyvulG7inSs9ETm18wVRsh7yialtbsoNgohOxHHV_d9qM6ca4U

Beirut, ospedali al collasso dopo l’esplosione: feriti curati nei corridoi e nei parcheggi: “Una catastrofe”

D. Q. 

 

 

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GIORNATA DELLA TERRA NELLA STRISCIA DI GAZA: 17 PALESTINESI UCCISI E OLTRE 2000 FERITI

Giornata della Terra nella Striscia di Gaza: 17 Palestinesi uccisi e oltre 2000 feriti

InfoPal. E’ alto il bilancio delle vittime palestinesi della giornata di proteste nella Striscia di Gaza: venerdì, 17 Palestinesi sono stati uccisi e oltre 2000 sono stati feriti dall’esercito israeliano.

Fare il tiro al bersaglio, per l’esercito sionista, è stato facilissimo: una moltitudine umana sfilava inerme davanti a robo-killer posizionati su collinette. Sparare a questa enorme massa è stato come un video-game: uno dopo l’altro, cadevano a terra uomini, donne e bambini, uccisi o feriti dalle truppe criminali israeliane, che come consueto, nonostante le dichiarazioni delle Nazioni Unite, mai saranno perseguite e punite per i loro massacri. Vergogna dopo vergogna, l’entità israeliana “born-to-kill” continuerà a macchiarsi di feroci violazioni ai danni della popolazione autoctona palestinese, cioè i Nativi.

…………..

Nella Striscia di Gaza sotto assedio israelo-egiziani la popolazione è in marcia, pacificamente, per commemorare la Giornata della Terra, Yom al-Ard.

Da giorni, Israele ha piazzato cecchini, truppe e droni pronti a sparare.

Venerdì, decine di migliaia di palestinesi nella Striscia di Gaza sono confluiti al confine orientale della Striscia con Israele, radunandosi per affermare il loro diritto di tornare alle loro case native nella Palestina storica.

I raduni sono sostenuti da praticamente tutte le fazioni politiche palestinesi, che hanno ripetutamente sottolineato la natura pacifica dell’evento.

A mezzogiorno, decine di migliaia di palestinesi erano già arrivati in diverse aree lungo il confine nella Striscia di Gaza settentrionale, centrale e meridionale, secondo i corrispondenti della zona.

Gli accampamenti sono stati allestiti lungo il confine – a soli 700 metri dalla barriera, in alcuni casi -per i sit-in a tempo indeterminato programmati dopo le marce del venerdì.

Gli attivisti palestinesi hanno descritto gli accampamenti come “il punto d’inizio per il nostro ritorno alla terra da cui siamo stati espulsi nel 1948”.

Alcuni di quelli che hanno preso parte alle marce di venerdì hanno scritto, all’entrata delle loro tende, i nomi delle città o dei villaggi da cui le loro famiglie furono sfollate.

Gli organizzatori hanno anche fornito un servizio di autobus gratuito al confine per chiunque voglia prendere parte all’evento.

A mezzogiorno, i funzionari sanitari palestinesi stavano già segnalando alcuni feriti alla frontiera.

Soprannominata “Great Return March”, i raduni di questo venerdì nella Striscia di Gaza coincidono anche con la Giornata della Terra, che commemora l’assassinio di sei palestinesi da parte delle forze israeliane nel 1976.

© “Agenzia stampa Infopal www.infopal.it”

Fonte:

http://www.infopal.it/giornata-della-terra-nella-striscia-di-gaza-17-palestinesi-uccisi-e-oltre-2000-feriti/

ALEPPO, EVACUAZIONE BLOCCATA TRA L’INDIFFERENZA DEL MONDO POLITICO

Dal mio profilo Facebook:

Donatella Quattrone ha condiviso il post di Shady Hamadi.
Adesso ·

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Shady Hamadi ha aggiunto 2 nuove foto.

Due facce della stessa #Aleppo, ma una nega l’altra: Due ragazze posano davanti ai ruderi Carlton Hotel. Altre aspettano evacuazione #Siria
Aleppo, Syria December 17, 2016. REUTERS/ Omar Sanadiki

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Donatella Quattrone ha condiviso il post di Shady Hamadi.

1 h ·

Intervista con Radio Vaticana. Buon ascolto

Nonostante la risoluzione firmata pochi giorni fa dall’Onu, è stata rinviata di circa 24 ore l’evacuazione delle ultime zone di Aleppo est ancora in mano ai ribelli
it.radiovaticana.va
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Donatella Quattrone

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Fiore Haneen Sarti ha pubblicato una nota.

di Julien Salingue, da resisteralairdutemps.blogspot.it, traduzione di Chiara Carratù
«Compagno»,
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Donatella Quattrone
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Una Lenta Impazienza – Il Blog ha aggiunto 4 nuove foto — a Aleppo.

#Aleppo
+++URGENTE+++
Un girone dantesco che sembra non avere fine.
Il processo di “evacuazione” è fermo da ieri. In attesa di essere portate via dalla città

Altro…

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Donatella Quattrone
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-4:45
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Una Lenta Impazienza – Il Blog ha aggiunto un nuovo video.

#ALEPPO, 2012
Perché Assad ha liquidato, letteralmente liquidato, Aleppo?
Ecco perché.
Aleppo, 2012, questi giovani cantano per la libertà e si fanno beffa di A

Altro…

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Donatella Quattrone

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FERMATA LA BARCA DELLE DONNE PER GAZA. LA SOLIDARIETA’, QUELLA CHE FA PAURA

Fonte:

SHIMON PERES, L’OMBRA DELLA STRAGE DI QANA

Pubblicato il:
28 settembre 2016
Elisa Bianchini

Morto l’ex premier israeliano: fu Nobel per la pace ma sul suo capo pesano anche gravi accuse per crimini commessi contro i palestinesi
Shimon Peres, ex presidente israeliano

La notte scorsa è morto Shimon Peres, colpito da un ictus alla veneranda età di 93 anni. L’ex presidente dello Stato di Israele è ricordato in tutto il mondo per il suo contributo agli accordi di pace in #Palestina, ragion per cui venne insignito dell’apposito premio Nobel. Ci sono altre testimonianze, però, che lo descrivono come uno dei più cruenti fautori di stragi e persecuzioni a carico del popolo palestinese. Il futuro presidente israeliano emigrò con la famiglia dalla Polonia in Palestina, insieme ai suoi genitori, nel 1932 quando aveva 9 anni. Nel 1947, a 24 anni, faceva parte dell’organizzazione Haganah, come responsabile per l’acquisizione di armi. Tale gruppo paramilitare è stato definito terroristico negli anni, perchè accusato di compiere atti violenti contro i palestinesi e di favorire l’immigrazione clandestina israeliana in Medio Oriente. La carriera militare di Peres è poi progredita ed egli ha occupato ruoli di primo piano nella gerarchia dele forze armate: lo ricordiamo come capo della marina israeliana, ruolo che gli permise di stringere rapporti strategici con gli Stati Uniti. Ma anche come responsabile del progetto per la costruzione della centrale nucleare di Dimona, attraverso cui permise ad Israele di acquisire armi nucleari ed altre armi di distruzione di massa.

Il massacro di Qana

Con Ariel Sharon al capo del governo ebraico, Peres ebbe la possibilità di fermare con la violenza i tentativi indipendentisti palestinesi guidati da Yasser Arafat. Migliaia di persone, per lo più civili, trovarono la morte nella repressione della prima Intifada nel 1987. Inoltre Peres e Sharon favorirono la creazione, definita illegale dalle associazioni internazionali, delle colonie ebraiche su territorio palestinese, favorendo così l’acuirsi dei problemi fra le due popolazioni e l’apartheid palestinese. Uno dei casi più controversi che coinvolse il premio Nobel per la Pace fu il massacro di Qana, il 18 aprile 1996, durante il periodo della sua presidenza. Fu Peres infatti a lanciare l’operazione Grapes of Wrath contro la resistenza libanese, con lo scopo di distruggerla. Le bombe lanciate nella notte e l’intervento dell’artiglieria israeliana distrussero un palazzo di quattro piani e gli edifici circostanti. Più di 200 civili persero la vita, morte nel sonno o nei giorni successivi. Le immagini dei bambini estratti dalle macerie fecero il giro del mondo. Dopo la condanna internazionale dell’operazione, Peres parlò ufficialmente di errore, scusandosi per il dolore provocato. Un’indagine delle Nazioni Unite però dimostrò come i bombardamenti fossero premeditati da Israele, grazie a dei video girati poco prima dell’inizio delle aggressioni.

Fonte:

 

http://it.blastingnews.com/politica/2016/09/shimon-peres-l-ombra-della-strage-di-qana-001123021.html

PARTITA ISRAELE-ITALIA: RIEMPIAMO I SOCIAL DI BANDIERE PALESTINESI

English version

Il 5 settembre, ad Haifa, l’Italia gioca contro Israele nelle qualificazioni per i mondiali di calcio 2018.

Questa partita non dovrebbe svolgersi, perché, secondo le regole del Fair Play, la Fifa dovrebbe sospendere la Federazione calcistica d’Israele.

Oltre a praticare il colonialismo e l’apartheid contro l’intera popolazione palestinese, Israele ha ucciso e ferito giocatori palestinesi, ma anche ragazzi mentre giocavano a pallone, ha distrutto stadi e centri sportivi, ha impedito il movimento, arrestato calciatori palestinesi e ha fatto incursione nella sede della FederCalcio Palestinese. Quest’estate Israele ha bloccato l’arrivo delle bandiere e delle divise per la squadra palestinese alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Inoltre, la Federazione calcistica israeliana comprende ben sei squadre con sedi nelle colonie costruite in violazione del diritto internazionale su terre rubate ai palestinesi.

Come è successo nel 1964, quando la Fifa sospese il Sudafrica a causa delle sue politiche di Apartheid, decisione mantenuta fino alla fine del regime di Apartheid, oggi chiediamo alla FIFA di sospendere la Federazione calcistica d’Israele fino a quando Israele non rispetterà i diritti dei palestinesi e il diritto internazionale.

Seguiamo l’eccellente esempio di centinaia di fan del Celtic, che hanno rifiutato il divieto di portare bandiere palestinesi alla partita con l’israeliana Hapoel, riempendo lo stadio. Anche in Francia, alla partita tra St Etienne e Beitar Jerusalem sventalavano tante bandiere palestinesi.

Il 5 settembre, a partire dalle ore 20.45 durante la partita Italia-Israele, manifestiamo la nostra solidarietà alla Palestina.

Tifiamo per i diritti dei palestinesi!
Mostriamo il cartellino rosso all’apartheid israeliana!

  • Unisciti subito al Thunderclap per un tweet/post collettivo durante la partita.
  • Durante la partita, riempiamo i social media di bandiere palestinesi. Scarica immagini qua oppure dai spazio alla tua creatività. Utilizza gli hashtag #IsrIta e #WorldCup. Segui @bdsitalia per altri hashtag.
  • Firma la petizione alla FIFA, già sottoscritta da oltre 150.000 persone per chiedere la sospensione di Israele.
  • Partecipa al Crowdfunding dei tifosi del Celtic, che in pochi giorni ha raccolto oltre 150.000 sterline per Medical Aid for Palestinians e il centro Lajee del campo profughi Aida.

BDS Italia

 

 

 

Fonte:

http://bdsitalia.org/index.php/campagne/sportivo/2140-bandiere

MESSINA E IL SOSTEGNO A FREDOM FLOTILLA

Marianne verso Gaza - Foto di Pablo Miranzo Marianne verso Gaza – Foto di Pablo Miranzo

Salperà il prossimo 14 settembre 2016 verso Gaza, AMAL (Speranza), la nave acquistata dalla Coalizione internazionale Freedom Flotilla, che per ora si trova a Barcelona.

Per discutere del progetto e dell’itinerario è stato organizzato un incontro il prossimo 2 settembre, a partire dalle 17:30, presso la Sala Ovale del Comune di Messina. Nel comunicato diramato, si legge anche la notizia che in tanti attivisti aspettavano: Estelle, l’imbarcazione sequestrata nella spedizione nel 2012, sarà restituita. A stabilirlo, con una sentenza che ha segnato la storia, è stata la Corte suprema.

Gli organizzatori, però, non vogliono abbassare la guardia sui fatti gravi che ancora accadono a Gaza: i cechi bombardamenti, anche sulla popolazione inerme, passano costantemente nel silenzio generale, inclusi i social network che normalmente sono invasi dai “Je suis”, dichiarazioni di solidarietà, di turno.

AMAL sarà in Italia a settembre, dunque, e la sua sua ultima tappa sarà proprio nella città di Messina. Ecco perché, in previsione di questo arrivo, il comitato messinese auspica “l’adesione ai principi della Freedom Flotilla da parte di tutte le organizzazioni democratiche a livello locale e nazionale”, ma anche “la promozione di dibattiti, letture di poesie, proiezione film, concerti a favore della Palestina e di Gaza su tutto il territorio nazionale”.

Al progetto hanno già aderito numerose associazioni, tra cui l’ARCI Thomas Sankara, il movimento Cambiamo Messina dal Basso, la Casa RossaR@PMessina, il Centro cultutrale islamico, la CGIL area Lavoro e Società, la Comunità palestinese cittadina, il Coordinamento siciliano di solidarietà con la Palestina, il CUB Gruppo Pari opportunità di CMdB, il Partito della Rifondazione comunista, Sangha dello Stretto, il partito SEL Sinistra italiana.

Gli organizzatori lanciano appelli affinché possano arrivare nuove adesioni. L’invito, infatti, è molto chiaro: il Gruppo chiama “a raccolta tutte le organizzazioni democratiche del paese e singoli Cittadini, per rompere il blocco che impedisce ai Palestinesi di Gaza qualsiasi contatto con il mondo”.

I principi che stanno alla base di Freedom Flotilla e che accomunano tutti i membri e i partecipanti sono innanzitutto quelli legati al credere nei diritti umani universali, nella libertà e nell’uguaglianza di tutti. La finalità è, si legge nel comunicato diramato, “ispirare e unire le comunità di tutto il mondo contro il blocco illegale e immorale di Gaza e agire uniti per porvi fine”. Oltre ad opporsi a qualsiasi forma di punizione collettiva e dichiarazione di colpa, il collettivo Freedom Flotilla respinge “qualsiasi forma di razzismo e discriminazione, inclusi antisemitismo e islamofobia”.

A voler segnare qualche tappa della storia del progetto, basti ricordare che nel 2008 le barche del Free Gaza Movement iniziarono i primi i tentativi via mare con lo scopo di cassare il blocco israeliano di Gaza che opprimeva e ancora opprime la popolazione palestinese e nega a essa il diritto alla libertà di movimento e di commercio. Qualche successo fu segnato: le prime imbarcazioni, infatti, furono in grado di arrivare cinque volte a Gaza e tornare indietro in Europa. La dura risposta di Israele non si fece attendere: tutte le barche salpate alla volta di Gaza, l’anno successivo, quindi nel 2009, furono non solo fermate, ma anche attaccate violentemente dalla marina israeliana, tanto da dover capitolare.

Questi eventi sono stati la spinta per la nascita di un coordinamento internazionale a cui partecipano attivisti provenienti da tutto il mondo: Italia, Spagna, Svezia, USA, Canada, Australia, Norvegia, Grecia. Nasce così la Coalizione internazionale della FreedomFlotilla.

Nel 2010, la Freedom Flotilla I fu attaccata e abbordata ancora dalla marina israeliana in acque inernazionali. A farne le spese, morendo, furono ben 10 attivisti che si trovavano a bordo della nave Mavi Marmara.

Nel 2011, la Freedom Flotilla II, insieme alla nave italiana “Stefano Chiarini“, tenta di partire dalla Grecia e dalla Turchia. Delle 12 imbarcazioni, solo tre riescono a partire verso Gaza e vengono attaccate dalla marina israeliana in acque internazionali. Le imbarcazioni vengono confiscate illegalmente da Israele.

Nel 2012, Estelle parte dalla Finlandia e fa sosta in ben 13 porti europei per sensibilizzare le popolazioni sulla grave crisi umanitaria causata dal blocco di Gaza. In Italia approda a La Spezia e poi da Napoli parte diretta a Gaza. Ancora una volta, viene attaccata dalla marina israeliana in acque internazionali e trainata al porto israeliano di Ashdod.

Nel biennio 2013-2014, inizia la campagna “commercio e non aiuti”. Viene costruita l’Arca di Gaza per trasportare prodotti dal porto verso gli acquirenti internazionali e incoraggiare il mondo a commerciare con i produttori di Gaza. Israele si sente minacciato e non si limita solo a sabotare il progetto, ma addirittura decide di bombardare l’Arca fino ad distruggerla.

Nel 2015, Marianne salpa da Messina verso Gaza e viene bloccata in acque internazionali dalla marina israeliana e le persone a bordo private della libertà. La Svezia, palesemente contraria al sequestro, protesta contro Israele per questa operazione che sembra contraria al diritto internazionale, chiedendo inoltre che il console svedese possa mettersi in contatto diretto con le persone detenute. Il Primo Ministro israeliano, una volta avvenuto l’ancoraggio, lancia pubblicamente un plauso alla sua marina militare per l’andamento dell’operazione. Tanto che i mass media leggono e interpretano positivamente tale comportamento. Ma gli attivisti denunciano una realtà differente. Infatti, sembrerebbe che dalle prime dichiarazioni rilasciate dai passeggeri liberati, supportate da un video (dove si sentono le scariche delle pistole elettriche taser, che provocano le grida di dolore delle persone colpite), emergerebbe una storia differente: quasi 40 militari a fronte di 18 tra passeggeri ed equipaggio sulla Marienne.

 

 

Fonte:

http://www.ilcarrettinodelleidee.com/sito/messina-e-provincia/incitta/item/3574-messina-e-il-sostegno-a-freedom-flotilla.html

GAZA SOTTO ATTACCO: BOMBARDATA DA ISRAELE E DALL’IDIFFERENZA DEI MEDIA “OCCIDENTALI”.

Lunedì 22 Agosto 2016 14:09

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Ieri notte è avvenuto un nuovo durissimo bombardamento contro Gaza, il più duro dal 2014. L’ esercito israeliano, muovendosi via mare e via aerea, ha aperto una nuova fase di terrore e morte contro la popolazione che vive nella Striscia, prendendo come pretesto ufficiale il lancio di un razzo dai territori palestinesi che peraltro non ha sortito alcun effetto.

Circa cinquanta raid aerei e tiri di artiglieria serrati si sono dati a partire dalla nottata, riportando lo scontro e l’embargo imposti unilateralmente a livelli altissimi, a culmine di una crescita della ritorsione repressiva contro i palestinesi sempre più intensa e costante negli ultimi mesi.
Non si contano difatti gli eccidi arbitrari e le detenzioni a danni di civili palestinesi delle ultime settimane.

Mentre si acuiscono i dispositivi legislativi israeliani che tendono a criminalizzare financo i più piccoli, con la possibilità di tradurli in carcere se sospettati di “terrorismo”, lo stato sionista cerca di avanzare per la prima volta pure lungo il fronte di Hebron, laddove vuole installare altri suoi avamposti di controllo e repressione totale. gaza2208201602

Europa, Stati Uniti e amici di Israele intanto soprassiedono come da copione alla gravità dell’operazione bellica effettuata dall’ esercito di Netanyahu, mentre nelle settimane scorse, attraverso molti dispositivi mediatici, hanno usato il rifiuto di tendere la mano di un judoka egiziano a quello israeliano alle Olimpiadi di Rio come forma di agit-prop contro una “demonizzazione” dello Stato di Israele da parte del mondo arabo, narrazione fuorviante ma che ben si incastra nella creazione di un immaginario occidentale a dir poco tollerante e ossequioso rispetto all’ atteggiamento nazista nei Territori Occupati.

[eventuali aggiornamenti nelle prossime ore]

 

 

 

Fonte:

http://www.infoaut.org/index.php/blog/prima-pagina/item/17495-gaza-sotto-attacco-bombardata-da-israele-e-dallindifferenza-dei-media-occidentali