Per Edo

Lo sa solo il cielo il perché. Per sempre con noi. Ciao Edo
curva nord – stadio Marassi – Genova

I colori non dividono un’amicizia. Ciao Edo
curva sud – stadio Marassi – Genova

 

Edoardo e Carlo si conoscono al liceo scientifico: Carlo è in 3° (Carlo è avanti un anno), Edo in 1°. Tra loro nasce subito un’amicizia forte che li lega oltre la scuola, negli interessi comuni, nelle amicizie, nelle partite a pallone.
Un’amicizia che continua a tenerli vicini, anche dopo la fine della scuola; come è normale nella vita, alternano momenti in cui si frequentano di più, a periodi in cui non si sentono per un po’… per poi tornare insieme.

Dopo il 20 luglio 2001, Edo scriverà su un muro di Piazza Manin, (la piazza degli incontri con gli amici comuni), “Un amico, un fratello: ciao Carlo”.

E dal 20 luglio 2001, Edoardo non riuscirà più a staccarsi da Piazza Alimonda.
Fino al 2 febbraio 2002.
Edoardo va in Svizzera, a Zurigo, per partecipare alla manifestazione contro il WTO e poi per seguire una sua grande passione: il Genoa, che giocherà a Como.
Si incontra con un suo amico, Mattia, che abita a Riva San Vitale, e vanno insieme al corteo. Quando tornano a casa, Edo si sente stanco, dice all’amico che ha voglia di dormire un po’ e si sdraia su un letto…
E’ il 2 febbraio 2002, Edoardo muore per una miocardite.

 

 

 

Fonte:

http://www.piazzacarlogiuliani.org/carlo/edo/index.php

 

In ricordo di Saverio Saltarelli. 12 dicembre 1970.

Di Paola Staccioli:

 

Originario di Pescasseroli, Saverio Saltarelli era iscritto al terzo anno di giurisprudenza a Milano quando la sua vita fu fermata, a ventitré anni, da un candelotto lacrimogeno che lo colpì in pieno petto. Il 12 dicembre 1970 ricorreva il primo anniversario della strage di piazza Fontana, drammatico esordio di quel sanguinoso disegno, poi definito “strategia della tensione”, volto a bloccare la trasformazione sociale e politica del paese. Era inoltre in corso a Burgos un processo nel quale il regime franchista si apprestava a condannare a morte alcuni militanti di Eta, organizzazione armata basca di liberazione nazionale. Le forti mobilitazioni popolari interne e internazionali fermarono le esecuzioni.

 

Delle quattro manifestazioni in programma per quel pomeriggio a Milano, il questore Ferruccio Allitto Bonanno autorizzò solo quella promossa dall’Anpi e da altre forze della sinistra istituzionale contro il processo di Burgos, vietando il corteo dei circoli anarchici per ricordare l’uccisione di Pinelli e denunciare l’estraneità di Valpreda e compagni nella “strage di Stato”, così come il presidio del Movimento studentesco in piazza Fontana, indetto per impedire un’adunata, anch’essa vietata, annunciata da gruppi neofascisti. Al termine del comizio gli anarchici danno vita a un corteo che viene caricato alle spalle dalla polizia agli ordini del vicequestore Vittoria e sospinto verso l’Università Statale presidiata dal Movimento studentesco. Nel frattempo alcuni squadristi lanciano molotov contro la sede dell’associazione Italia-Cina e da piazza San Babila numerosi fascisti si muovono in direzione dell’Ateneo. Proseguono le cariche. Gli studenti difendono la loro postazione mentre la polizia cerca di rompere i cordoni di protezione. Durante gli scontri, un lacrimogeno sparato ad altezza d’uomo uccide Saverio Saltarelli, militante di Rivoluzione comunista, mentre il pubblicista Giuseppe Carpi riporta ferite da armi da fuoco.

 

Le prime versioni ufficiali parlarono di “malore” e poi di “collasso cardiocircolatorio”. Dopo l’autopsia, di fronte all’evidenza dei fatti, si ammise che il cuore di Saltarelli fu spaccato da un “artificio lacrimogeno”. Nonostante l’«ostruzionismo continuo e il sottile bizantinismo fondato su manipolazioni procedurali» da parte di organi giudiziari e di polizia, come si legge nell’ordinanza istruttoria, grazie all’impegno del movimento, insieme ad avvocati e giornalisti democratici, l’inchiesta si chiuse con l’emissione di sei avvisi di reato. Nel 1976 il capitano di ps Alberto Antonetto, comandante del reparto da cui partì il candelotto mortale, fu condannato per omicidio colposo a 9 mesi con la concessione delle attenuanti generiche, la sospensione condizionale e la non menzione. Il capitano dei carabinieri Antonio Chirivì (divenuto poi comandante dei Vigili Urbani di Milano dal 1997 al 2006) e un sottufficiale furono indiziati di reato per il ferimento del pubblicista.

 

 

 

 

Fonte:

https://www.facebook.com/notes/paola-staccioli/promemoria-in-ricordo-di-saverio-saltarelli-12-dicembre-1970/10151902189628264

 

 

Alexis vive. Cortei in tutta la Grecia. Cariche, feriti e fermi. – Nikos Romanos: studiare o morire

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Riceviamo e pubblichiamo da un compagno che si trova ad Atene

Manifestazioni in diverse città della Grecia per l’anniversario dell’omicidio di Alexis Grigoropuolos e per sostenere la lotta di Nikos Romanos in sciopero della fame in carcere. Migliaia in piazza ad Atene e Salonicco, cariche violente della polizia, arresti e feriti, mentre scrivo da Atene la polizia continua ad attaccare spazi sociali e stazioni della metro con lacrimogeni e idranti.

In questi giorni segnati da un clima di tensione crescente dovuto allo sciopero della fame (che sta arrivando alle estreme conseguenze, ha annunciato oggi di interrompere anche l’assunzione di acqua oltre che di cibo) del giovane detenuto anarchico Nikos Romanos le mobilitazioni per ricordare l’omicidio del quindicenne Alexis Grigoropulos, ucciso sei anni fa dalla Polizia ad Exarchia, hanno assunto una nuova e straordinaria importanza a. Il suo omicidio scatenò in Grecia una vera e propria ondata insurrezionale, all’inizio della crisi.  Manifestazioni e occupazioni si susseguono da giorni in tutta la Grecia, con sedi di sindacati, municipi e sedi istituzionali occupate da studenti e movimenti sociali in lotta. Oggi duri scontri ad Atene, Salonicco e Volos, ma le mobilitazioni  si sono svolte in diverse altre città compresa Creta.


Oggi ad Atene era attesa una grande manifestazione: oltre 10.000 persone hanno sfilato la mattina e il pomeriggio, per richiedere il permesso di studio per Nikos Romanos e per ricordare Alexis. La coda del corteo è stata caricata dagli idranti e a colpi di granate stordenti e lacrimogeni. Diversi fermi effettuati soprattutto da squadre di agenti infiltrati incappucciati, le ultime news parlano di oltre 120 arrestati solo ad Atene, mentre continuano i raid della polizia nelle vie limitrofe al corteo ed in particolare ad Exarchia e Omonia, dove sono stati lanciati lacrimogeni in metropolitana mentre le persone cercavano riparo, contemporaneamente alle cariche con idranti e lacrimogeni in diversi quartieri della città. 

Poco fa le squadre Delta (squadre di poliziotti in moto) hanno tranciato in due lo spezzone che si dirigeva verso Exarchia, ma la resistenza, con molotov e barricate, continua in via Stournari e in altreparti delquartiere, soprattutto intorno al Politecnico, dove la polizia carica ancora con gli idranti.

Decine di Delta appostati nei vicoli sono pronti a entrare a Exarchia e nella zona vicino al Politecnico, assieme a loro ci sono due camion Toma (con i cannoni ad acqua). Il rischio più grande riguarda le decine di agenti perfettamente camuffati che si isolano coi gruppi in ritirata e arrestano i compagni. Pochi minuti fa hanno circondato la nuova occupazione realizzata per Romanos e stanno per entrare. Attacchi con lacrimogeni alla sede GSEE, gli scontri continuano ad Exarchia e nei quartieri limitrofi. In piazza Exarchia sono state lanciate molotov dai balconi e la polizia ha risposto lanciando lacrimogeni nelle case.

Giornata di lotta anche a Salonicco, dove fin da stamattina in migliaia sono scesi in piazza: anche qui la polizia ha spezzato il corteo, attaccando il blocco antiautoritario e sparando lacrimogeni, i compagni hanno resistito e alla fine hanno scelto di occupare la sede dei sindacati per una grande assemblea. Pochi minuti fa la polizia ha fatto irruzione, con lacrimogeni e cariche, proprio nella sede dei sindacati occupata dai movimenti. Di seguito il video dell’attacco dei MAT. 

Fonte:

http://atenecalling.org/alexis-vive-cortei-in-tutta-la-grecia-cariche-feriti-e-arresti/

Per saperne di più sull’omicidio di Alexis e sulla vicenda di Nikos, leggere i seguenti link:

http://atenecalling.org/perche/

http://atenecalling.org/nikos-romanos-studiare-o-morire/

ATTACCO ISRAELIANO A NABLUS

mercoledì 3 settembre 2014

 

 

 

Avevamo passato una bella serata ed eravamo pronte per dormire, come in qualsiasi città di 135 mila abitanti durante l’estate.

 

E’ l’una di notte, una di noi si sta incremando la faccia, pronta per andare a letto, ma……booooom!

 

E’ una bomba, una sound bomb. I soldati israeliani sono qui, nel centro di Nablus. Usciamo in strada per capire esattamente dove sono e sentiamo altre bombe.

 

Ok, il tempo di mettersi le scarpe e iniziamo a correre. E’ l’una di notte. In quel momento mi viene un dubbio “cazzo..siamo distanti dal luogo delle esplosioni e non c’è nessuno in strada, solo noi tre….non vorrei incontrare i soldati prima di arrivare da qualcuno, dagli shebab…”.

 

Non faccio in tempo a finire la frase che arrivano verso di noi 3 jeeps di soldati israeliani. Ho anche la Kheffia rossa al collo…..

 

Passo lungo senza correre e attraversiamo la strada per andare dove c’è luce, loro non si fermano. C’è andata bene.

 

Arriviamo a piedi a Sharatell con alcuni shebab che incontriamo lungo la strada. Pochissimi shebab, devo dire, e il motivo può essere uno solo: i soldati sono qui per rapire shebab.

 

Nel frattempo ricevo altre telefonate da altre zone, i soldati sono anche a Ras El Ain, Rafhidja e Al Najah. Sono dappertutto, c’è anche la border police.

 

Iniziamo a supportare gli shebab anche solo con la nostra presenza e le telecamere. Urlo varie vole che siamo internazionali e stiamo documentando con un video quello che faranno; i soldati israeliani, di risposta, ci puntano con il laser del fucile e ci sparano contro a distanza ravvicinata il gas lacrimogeno, più volte.

 

Quattro ore… a Saharatell, di spari e raid nelle case, gli ho urlato di tutto a quei mostri. Hanno devastato anche un centro sportivo, una scuola materna femminile e un centro di recupero per i disabili.

 

Finalmente verso le 4,00 si allontanano e vediamo jeeps in altre strade. Ci incamminiamo verso la piazza di Nablus e salutiamo la maggior parte degli shebab. Coraggiosi, come al solito, non si spostavano nemmeno se puntati dal laser del fucile.

 

Quando arriviamo nella piazza incrociamo un taxi con le portiere sporche di sangue. Il taxista ci dice che ha appena portato un bambino al Rafhidia Hospital: i soldati gli hanno sparato ad una mano. Ha 14 anni.

 

Decidiamo di andare all’ospedale per vedere cos’ha lasciato israele quando se ne è andato.

 

Il bambino è sotto shock e il proiettile gli ha perforato la mano. C’è un altro ragazzo ferito da rubber bullet ad una gamba, al petto e alla testa. E’ già fasciato e sta bene.

 

Poi vedo un padre di 60 anni piangere all’ingresso dell’ospedale. Suo figlio sta urlando dentro all’ospedale, si lamenta e chiama gli shebab.

 

Il figlio si è gettato del terzo piano per non farsi prendere dai soldati. Credo abbia qualcosa di rotto internamente. Non siamo sciacalli dell’informazione e non facciamo pressioni né per fare domande a chi sta piangendo, né a chi sta lavorando.

 

Un medico ci chiama per documentare tutto comunque quando devono trasportare il ragazzo in sala operatoria. Lo filmiamo con la bombola di ossigeno sulla barella e il sangue ovunque. Questa è l’immagine della “pace” creata da israele.

 

Torniamo a casa distrutte. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare, ma siamo consapevoli che non fermerà il prossimo attacco dei soldati israeliani in Palestina.

 

Stanno dando il sangue e il resto del mondo va a gin-tonic.

Fonte:

http://samanthacomizzoli.blogspot.it/2014/09/attacco-israeliano-nablus.html

NABLUS ZONA MILITARE

Di Samantha Comizzoli dal suo blog:

venerdì 29 agosto 2014

ingresso di Burin
Il 28 agosto Nablus è stata chiusa dai soldati nazisti israeliani e definita “zona militare”. Nessuno entra e nessuno esce. Questa è stata la notizia pubblicata dai media locali e che ho divulgato. Voglio però dare qualche dettaglio in più di quello che è successo.
Il tutto è iniziato due giorni prima nella zona dei villaggio di Burin e Madma. I soldati sono arrivati di notte, chiuso la strada e attaccato facendo dei raid ai quali hanno risposto gli shebab. Di giorno, poi, sono entrati nella scuola di Burin e hanno sparato i gas lacrimogeni dentro alla scuola. Molti i bambini soffocati. Quando è scesa la stessa notte hanno rifatto il raid nelle case e rapito Ghassan Najiar, un padre di famiglia, un bravo ragazzo.
Arriviamo al 28, durante il giorno, chiudono i checkpoint di Zaat’ara e Howwara, quindi chiudono Nablus e la dichiarano “zona militare”. Dopo circa un’ora riaprono i checkpoint dove si erano formate code interminabili e lasciano chiusa solo la zona dei villaggi di Madma e Burin.
Si arriva poi a quest’ultima notte dove, per non avere un cazzo da fare, sono passati con 6 jeeps e una jeep grande per arresti nei villaggi di Burin, Assira e Urif; sparando gas e sound bombs. Così…tanto per rovinare la notte, soprattutto ai bambini.
Ma, attenzione alla motivazione…: qualche giorno fa si sono persi un colono israeliano a Gerusalemme. Io l’avevo buttata lì come battuta.. “chissà che film ci fanno su adesso”, e invece il film l’hanno fatto veramente.
Il 28 hanno ritrovato il colono israeliano morto a Gerusalemme e quindi per motivi di sicurezza hanno chiuso l’accesso a Nablus e adoperato altre misure, sempre per motivi di sicurezza/difesa….
Allora, non si sa cosa sia successo al colono; se si sia suicidato, se abbia avuto un malore, se sia stato ucciso e se sia stato ucciso da un altro colono o no.
Ma, questa è l’apartheid, dove la vita di un colono vale mille vite di chi non è israeliano, dove israele fa quello che vuole. Tutti i giorni, da cent’anni. E dove, una vita persa viene usata come scusante per motivare le violenza sioniste.
Ogni notte si teme per chi israele rapirà questa notte. Sono passata da Howwara checkpoint oggi verso le 16,00; c’erano già i soldati nazisti israeliani che fermavano le auto….e la notte ora è arrivata.
Ho un’immagine di oggi negli occhi: ad Assira i bambini mi sono corsi in contro con i bussolotti di gas nelle mani e mi hanno detto “guarda Samantha, ieri notte i soldati israeliani sono venuti e c’hanno sparato questi mentre dormivamo…”
Buona notte dalla Palestina occupata dal mostro nazista israeliano.
Fonte:
http://samanthacomizzoli.blogspot.it/2014/08/nablus-zona-militare.html

GAZA: SALE A ALMENO 2092 IL BILANCIO DELLE VITTIME PALESTINESI. CISGIORDANIA: SCONTRI FRA MANIFESTANTI E FORZE DI SICUREZZA PALESTINESI. UCCISO UN BAMBINO ISRAELIANO DAI RAZZI NEL SUD D’ISRAELE

Gaza: notte sotto i raid

Al-Quds al-Arabi (23/08/2014). Sono almeno 12 le vittime palestinesi dei raid israeliani che dalla scorsa notte colpiscono la Striscia di Gaza, mentre in Cisgiordania una manifestazione di Hamas contro Tel Aviv finisce in scontri con le forze di sicurezza palestinesi.Le ultime cinque vittime palestinesi provengono tutte da una stessa famiglia, fanno sapere i medici dell’ospedale al-Aqsa a Deir al-Balah. Padre, madre, due figli di tre e quattro anni e uno zio del padre. Intanto l’esercito israeliano comunica che solo questa mattina i raid sono stati 20, mentre nella notte tre razzi provenienti da Gaza hanno colpito il Sud di Israele uccidendo un bambino. Tel Aviv minaccia di rispondere intensificando le operazioni dell’aviazione militare, che dall’8 luglio hanno ucciso almeno 2092 palestinesi, in gran parte civili.

Hamas ha diffuso un video che mostra il lancio di razzi in territorio israeliano, mentre in Cisgiordania una manifestazione dei suoi sostenitori contro gli attacchi israeliani sfocia in scontri con le forze di sicurezza palestinesi (guidate dall’Autorità nazionale palestinese – Anp), accusate di collaborazionismo con Tel Aviv. Gli agenti hanno tentato di disperdere i manifestanti con lacrimogeni e granate stordenti.

 

 

 

Fonte:

http://arabpress.eu/gaza-notte-i-raid/

Era il 24 luglio 2011. Ad Alessandro fu sparato un lacrimogeno in faccia.

Dal profilo Facebook di Simonetta Zandiri,attivista No Tav:

 

Era il 24 luglio 2011. Ad Alessandro fu sparato un LACRIMOGENO in FACCIA. Sparato con il lanciagranate, GL-40, uno di quelli con PROPULSORE INTERNO. Se non avesse avuto la mascherina “da verniciatore” forse non sarebbe vivo. IO NON DIMENTICO. Sono passati 3 anni e NON DIMENTICO.
Fu dimesso dall’ospedale Molinette il giorno dopo, trasferito da Susa. Fu dimesso con la faccia che CADEVA A PEZZI, “si riaggiusta”, gli dissero. Tutti d’accordo. OMERTOSI, anche i medici. Qualche giorno dopo lo portai al San Luigi, perché stava ancora male. Videro i referti, telefonarono ai colleghi poi ci dissero “TUTTO A POSTO, SI RIAGGIUSTA”. OMERTOSI.
Fu solo grazie ad un’amica che il 17 agosto fu ricoverato e operato al maxillo-facciale. E non è finita.
Questa storia è complicata, intervengono anche i fantomatici messaggini anonimi che partono dall’email di massimo numa. Misteri archiviati dalla Procura di Torino, insieme a tanti altri. Ma non ho bisogno della procura per conoscere la verità.Ecco quello che scrissi nella notte del 24 luglio:
Hanno di nuovo sparato ad altezza d’uomo per uccidere.

Nella valle che resiste un uomo che decide di stare al posto giusto, nel momento giusto, diventa l’uomo sbagliato nel momento sbagliato, nel luogo peggiore. Era giusto esserci, oggi, insieme a chi ha scelto di indossare il cappello degli alpini e passeggiare al di là delle reti di un cantiere che non c’è. Ed era giusto esserci, questa sera, per partecipare all’evento NO TAV = NO MAFIA organizzato per ricordare Borsellino, Falcone e tutte le vittime della mafia, inclusi gli uomini e le donne della scorta che per lottare contro la mafia hanno perso la vita. Al contrario di chi, oggi, ha ancora una volta attaccato cittadini disarmati, sparando NON per allontanarli per effetto dei gas lacrimogeni (peraltro tossici, al CS), ma con il preciso intento di COLPIRLI con i proiettili, troppo spesso sparati ad altezza uomo, puntando non tanto chi si avvicina al cancello, ma chi si avvicina con una fotocamera o una telecamera in mano. Già, perché di questo hanno paura più che di una pietra, di chi si “arma” di pericolose videocamere e poi è pronto a raccontare la verità, quella che non sentirete a nessun TG.
La verità è che non è stato possibile commemorare le vittime della mafia, non è stato possibile ricordare i nomi di Agostino, Claudio, Emanuela, Vincenzo, Eddie Walter, uccisi per mano della mafia e schegge deviate di quello stato che con la mafia aveva scelto di venire a patti piuttosto che combatterla. A.L., Valsusino doc over 45, come tutti noi, voleva tenere viva la memoria di questi uomini e queste donne, ricordandoli nel luogo dove oggi un’intera popolazione resiste e lotta contro l’ennesima grande opera inutile e devastante che vogliono imporre con la forza per favorire gli interessi di pochi, consapevoli e noncuranti dell’altissimo rischio di infiltrazioni di mafia e ‘ndrangheta.

Alle 19:45 stava preparando, insieme ai compagni di Resistenza Viola, il materiale per allestire la videoproiezione del film “IO RICORDO” davanti alla centrale, poiché era previsto di estendere l’invito anche alle forze dell’ordine, alle quali avremmo regalato alcune Agende Rosse. Poi gli spari, alcuni lacrimogeni arrivano nell’area tende ed è il caos. A.L. ha già vissuto quella scena, lo sgombero, il 3 luglio, le notti… è pronto, indossa la maschera antigas, gli occhialini e corre nella zona dove si stava recando per preparare l’evento, tiene in mano la macchina fotografica per documentare ed è pronto ad aiutare chi ne avesse bisogno. Raggiunge il ponte tra una marea di gente che corre, occhi gonfi, tosse, qualcuno sembra disorientato. C’è molto fumo, troppo per capire da dove stanno sparando, quasi una coltre di nebbia. A.L. tenta di filmare e, poco prima di essere colpito al volto riesce a filmare il lancio di un lacrimogeno che parte, presumibilmente, dai mezzi mobili, quelli che hanno montati dei piccoli “cannoni” usati soprattutto per lanciare lacrimogeni a lunghe distanze. Ma qui parliamo di 20, forse 30 metri. Con quei mezzi, infatti, stavano sparando NON SOLO nell’area tende, ma anche sui NO TAV che ancora resistevano nella zona del ponte, a pochi metri dal cancello dietro il quale erano fermi i blindati. UN SECONDO è il tempo impiegato dal colpo che dal blindato raggiunge il ponte. Poi il video s’interrompe. A.L. viene colpito in pieno volto pochi secondi dopo, la maschera distrutta, il colpo è talmente forte da farlo cadere a terra. Alcuni compagni lo aiutano a sollevarsi e allontanarsi, ha il volto coperto di sangue, è confuso, non riesce a parlare. Raggiunge l’area tende dove subito arrivano alcuni medici presenti alla manifestazione e gli prestano le prime cure, la situazione è grave, naso e mascella sono gonfi, perde molto sangue, ha lacerazioni interne, sotto il palato, viene portato in auto al pronto soccorso di Susa.
Arrivato al pronto soccorso i medici, vista la gravità della situazione, lo sottopongono ad una TAC, che rivelerà fratture multiple a naso, mascella, lacerazioni profonde che vengono suturate immediatamente, ma la prognosi resta riservata, in attesa di trasferimento al reparto di chirurgia maxilo facciale di un ospedale di Torino, dove verrà sottoposto ad intervento chirurgico.

Doveva essere una giornata colorata, pacifica, resistente ancora una volta all’insegna della non violenza che da sempre contraddistingue le azioni del movimento NO TAV. Ma la frangia violenta ha agito ancora, presumibilmente usando nel modo peggiore (sparando a distanza troppo ravvicinata) un’arma che avrebbe lo scopo di allontanare le persone per effetto dei GAS e non per la spinta dei PROIETTILI! In questo modo la frangia violenta è quella in divisa, l’ingiustizia è coperta ancora una volta da una legalità svuotata ormai di ogni significato, se non quello di garantire l’impunità a chi commette forse la peggiore delle violenze, perché di questo si tratta quando un esercito armato fino ai denti spara a cittadini disarmati. La macchina del fango ha continuato per giorni nell’azione preventiva di costruire quanto oggi è accaduto, parlando di “infiltrati” reduci dalle manifestazioni per il decimo anniversario del G8 di Genova, oltre ai black bloc dei quali si continua a parlare, ma che nessuno evidentemente è in grado di identificare e arrestare (sarà che sono sempre un’invenzione?), quindi dovevano agire, dovevano creare gli scontri e l’hanno fatto prima del solito. Perché le altre sere attendevano una certa ora, ma questa volta no: hanno gasato il campeggio, dove c’erano anche anziani, donne e bambini, tra le 19:30 e le 20:00, annullando così gli eventi previsti, perché nella valle che resiste non si può dire che NO TAV = NO MAFIA!

Dall’ospedale A.L. manda un messaggio a tutti: “non mollate, ragazzi. Non molliamo. Resistere! Resistere! Resistere!”. Uno dei medici che lo ha accolto al pronto soccorso ha semplicemente detto, dopo averlo esaminato “Lo stato è morto, la democrazia è morta, ma te ne rendi conto solo quando vedi queste cose”. Queste cose noi non vogliamo più vederle. Abbiamo il diritto di conoscere le regole d’ingaggio, e di sapere chi ha ordinato di sparare sulle persone (altezza uomo) da quei blindati, con una potenza che ha rischiato di UCCIDERE perché avrebbe potuto finire così se A.L. fosse stato, come tanti, sprovvisto di maschera. Sappiamo che gli uomini in divisa hanno filmato tutto, sta a loro identificare esecutori e mandanti, inclusi i responsabili politici. Perché ancora una volta è stata ridotto ad una questione di ordine pubblico un problema che ha a che fare con la democrazia, con il fallimento della politica, con uno stato assente. Ora è giusto che nelle forze dell’ordine sia avviata un’inchiesta ed è tempo che la politica torni ad affrontare la questione che da 22 anni non trova soluzione. E’ tempo di riportare il tema sul piano politico, dove da sempre avrebbe dovuto essere affrontato democraticamente. La Valsusa è pronta, ma non chiedeteci di ascoltare, o di discutere “come” accettare quest’opera inutile e devastante, e non tentate di farcela digerire spostandola in Liguria perché il messaggio è sempre stato forte e chiaro: né qui, né altrove.
E’ arrivato il momento di fare allontanare le truppe e riaprire il dialogo. La Valsusa è pronta a spiegare le ragioni del NO, come lo è gran parte degli italiani.
Perché i sogni non si distruggono con i lacrimogeni. Neanche sparandoli in faccia.
Sans pitié, mon ami. Résistance.

Qui l’intervista fatta questa notte alle 01:00 ad A.L. in ospedale: http://www.youtube.com/watch?v=-joCay544Ms&feature=player_embedded

Fonte:

GAZA: IL BILANCIO DELLE VITTIME SALE A 842 PALESTINESI UCCISI E OLTRE 4000 FERITI. CISGIORDANIA: LA RESISTENZA SI ESTENDE, DURANTE LE PROTESTE DI IERI E OGGI UCCISI 7 PALESTINESI TRA CUI UN ATTIVISTA PER I DIRITTI DELL’INFANZIA

Ultimi aggiornamenti da Nena News:

 

25 lug 2014

by Redazione

Sale il numero delle vittime gazawi dopo il bombardamento della scuola dell’UNRWA a Beit Hanoun. Ieri notte il checkpoint di Qalandiya teatro di una manifestazione di massa: 10mila i presenti, due i palestinesi uccisi, 200 i feriti. Altri tre palestinesi uccisi oggi a Nablus e Hebron.

 

Una scuola di Jabaliya rifugio agli sfollati (Foto: Alessio Romenzi  -Time)

Una scuola di Jabaliya rifugio agli sfollati (Foto: Alessio Romenzi -Time)

 

AGGIORNAMENTI:

ORE 18.45 – TEAM UNRWA NON RIESCE A FARE SOPRALLUOGO A BEIT HANOUN, GAZA

Gli ispettori dell’Unrwa, tra cui esperti di armi, oggi hanno dovuto concludere in anticipo l’ispezione nella scuola di Beit Hanoun, teatro ieri della strage (16 morti) provocata dai raid israeliani, che hanno colpito l’istituto in cui si erano rifugiate 1.500 persone.

Il portavoce dell’agenzia Onu, Chris Gunness, ha riferito che,   le Forze armate israeliane erano state avvisate del sopralluogo. Il team si è dovuto allontanare dall’edificio a causa di spari esplosi intorno alla scuola. Gunness non ha specificato chi stesse sparando.

“Torneremo a Beit Hanoun quando le condizioni di sicurezza lo consentiranno”, ha detto.

Ore 18.30 – LA COMPAGNIA TEDESCA LUFTHANSA HA RESO NOTO CHE RIPRENDERÀ I VOLI DA E PER TEL AVIV SABATO

Ore 18.25 – FORZE ARMATE ISRAELIANE: 35 I SOLDATI MORTI

Ore 18.20: UNRWA: 160,487 SFOLLATI IN 83 STRUTTURE ONU

Ore 18.15– UE: INDAGINE SU MORTE DI 15 PALESTINESI IN RAID SULLE STRUTTURE ONU

L’Unione europea oggi ha chiesto una “immediata” indagine sulla morte di 15 palestinesi che si trovavano in un edificio delle Nazioni Unite bombardato dagli israeliani a Gaza.

Il portavoce della Commissione europea, Maja Kocijancic, ha esortato “le parti belligeranti a rispettare l’inviolabilità delle strutture Onu”.

17.50 – GAZA. 150.137 PALESTINESI NELLE STRUTTURE DELL’UNRWASempre più difficile la situazione a Gaza, dove sono 150.137 i palestinesi che hanno trovato rifugio nelle 84 strutture dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) presenti nella Striscia di Gaza.Sale il numero delle vittime: 842 morti e oltre 4.000 feriti. Oggi un medico che portava soccorso a Beit Hanoun è morto mentre viaggiava a bordo di un ambulanza colpita dai raid israeliani.BtZKdBxCUAA3I3MFOTO UNRWAOre 17.40 – I PALESTINESI DENUNCIANO ISRAELE ALLA CORTE PENALE INTERNAZIONALEIl ministro palestinese della Giustizia, Saleem Al-Saqqa, e il procuratore del tribunale di Gaza, Ismail Jabr, oggi hanno presentato una denuncia per crimini di guerra a Gaza contro lo Stato di Israele alla Corte penale internazionale (ICC) dell’Aia. Per procedere, la Corte dovrà stabilire se ha giurisdizione nell’Autorità nazionale palestinese. Usa e Israele non hanno ratificato, e Tel Aviv ha dichiarato di non voler ratificare, al trattato che istituisce l’ICC che non è un organismo dell’Onu.Ore 17.20 –CISGIORDANIA: OGGI 5 MORTI NELLE PROTESTE CONTRO ATTACO A GAZA

Un altro palestinese è stato ucciso oggi in Cisgiordania, durante le manifestazioni contro l’operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza. Ieri due ragazzi sono deceduti nel corso della protesta a Qalandia, cui hanno partecipato tra i 10mila e i 20mila palestinesi.

Tra le vittime anche il 47enne Hashem Abu Maria che ha lavorato per la Ong palestinese Defence for Children. Gli altri morti sono: Khaled Azmi Khaled Yousef, 18, Tayeb Abu Shehada, 22, Sultan al-Zaaqiq, 30, and Abd al-Hamid Breigheth, 35.

Il 18enne Yousef è stato ucciso da un colono israeliano che ha aperto il fuoco sui manifetsanti durante una Marcia vicino alla città di Nablus. Gli altri sono stati vittime del fuoco dei soldati israeliani.

Ore 17.15 – EGITTO: UCCISI DUE MILITARI EGIZIANI NEL SINAI

Un ufficiale egiziano riferito della morte di due ufficiali nel nord del Sinai. Le vittime sono state uccise da un commando armato vicino alla città di el-Arish oggi.

Due giorni fa l’esercito del Cairo ha ucciso tre miliziani in Sinai, tra cui il fratello del presunto leader del gruppo armato  Ansar Beit al-Maqdis, legato ad al Qaeda. (AP)

Ore 16.40 – ESERCITO DICHIARA MORTO IL SOLDATO CHE HAMAS HA DETTO DI AVERE CATTURATO DOMENICA 

Le Forze armate israeliane hanno confermato il decesso del sergente Oron Shaul, dato per disperso da Israele, la cui cattura però è stata rivendicata da Hamas che ha diffuso i documenti e il numero di matricola del soldato. L’esercito ha detto che il militare è morto in combattimento domenica scorsa, ma non ha recuperato il corpo.

Ore 16.30 – AL MASRI: NESSUN CESSATE IL FUOCO. SEI MORTI IN CISGIORDANIA

Sempre più in salita la strada verso la tregua proposta da Kerry. L’agenzia palestinese Ma’an ha riferito che il leader e parlamentare di Hamas, Mushir al-Masri, ha detto che sul tavolo “non c’è alcun cessate il fuoco con Israele” e cha la resistenza sta “portando avanti la battaglia con saggezza”.

Le condizioni della tregua, tra cui il mantenimento delle truppe israeliane a Gaza, sono difficili da accettare per Hamas. Nella Striscia, però, c’è un’emergenza umanitaria. Mancano acqua e cibo. Oltre 150.000 sfollati si sono rifugiati nelle scuole dell’Onu, che però sono diventate un target militare negli ultimi giorni. I raid israeliani ieri hanno colpito la scuola di Beit Hanoun, dell’Unrwa, facendo strage tra i palestinesi ospitati nell’edificio. L’agenzia dell’Onu ha negato che all’interno dell’edificio ci fossero armi.

Intanto, ieri sera la Cisgiordania è stata teatro di proteste e scontri che proseguono anche oggi. Sei palestinesi sono stati uccisi.

Ore 16.10 – GAZA: 838 PALESTINESI MORTI

Mentre la diplomazia si muove lentamente verso un cessate il fuoco che forse potrebbe essere annunciato stasera dal segretario di Stato John Kerry, al Cairo, nella Striscia di Gaza prosegue l’attacco israeliano, come pure i lanci di razzi di Hamas verso Israele.

Il bilancio delle vittime palestinesi è salito a 838 morti. Sono, invece, 33 i soldati israeliani deceduti dall’inizio dell’offensiva israeliana via terra.

Ore 16.00 – CISGIORDANIA: 4 MORTI NEL ‘GIORNO DELLA RABBIA’

Sale il bilancio dei palestinesi uccisi oggi in Cisgiordania durante le proteste contro l’attacco a Gaza. Sono quattro i palestinesi uccisi: tre da soldati israeliani e uno da un colono.

Ore 15.50 – Mustafa al-Sawaf, editore del quotidiano Al-Risale, vicino ad Hamas, ha detto che il movimento islamico sta esaminando la proposta di cessate il fuoco di Kerry, ma resta problematica la questione delle clausole che chiedono la demilitarizzazione di Hamas e la presenza delle truppe israeliane nella Striscia di Gaza. Clausole difficili da accettare per il movimento islamico. (Ynetnews)

ore 15.40 – CONFERENZA STAMPA KERRY-BAN KI-MOON POSTICIPATA ALLE 20.30 (19.30 ITALIANE): FORSE ANNUNCERANNO IL CESSATE IL FUOCO. (Guardian)

ore 15.25 -IRAN. CENTINAIA DI MIGLIAIA IN PIAZZA PER GAZA

Le città iraniane si mobilitano in sostegno dei palestinesi. Come ogni anno dal 1979, l’ultimo venerdì del mese islamico del Ramadan è il giorno della solidarietà con il popolo palestinese, ma quest’anno l’attacco israeliano a Gaza ha fatto scendere in strada centinaia di migliaia di persone per partecipare alle manifestazioni organizzate dallo Stato Islamico.

A Teheran tra la folla anche il presidente iraniano Hassan Rouhani.

Il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha chiesto all’Egitto il permesso di trasportare a Gaza aiuti umanitari. Zarif è in attesa della risposta del Cairo.

Stessa richiesta è stata avanzata dal governo turco a quello di Tel Aviv, che però ha negato il permesso.

ore 15.30 – INIZIATO DA UNA VENTINA DI MINUTI IL GABINETTO DI SICUREZZA DEL GOVERNO ISRAELIANO PER DISCUTERE LA PROPOSTA DI CESSATE IL FUOCO PRESENTATA DAL SEGRETARIO DI STATO USA JOHN KERRY.

ore 15.20 – ANCORA UN MORTO IN CISGIORDANIA: UCCISO DAI SOLDATI ISRAELIANI UN 47ENNE PALESTINESE A BEIT UMMAR, TRA HEBRON E BETLEMME. TRE MORTI OGGI

ore 14.45 – A NABLUS UCCISI DUE GIOVANI PALESTINESI. FATAH FA APPELLO AL “GIORNO DELLA RABBIA”

Sono morti due dei quattro manifestanti feriti da un gruppo di coloni che hanno aperto il fuoco da un’auto a Hawwara, vicino Nablus. I loro nomi: Khaled Azmi Oude, di 18 anni, e Tayeb Mohammad Saleh Shade, 25 anni.

Fatah e altre fazioni palestinesi hanno chiamato il popolo della Cisgiordania a protestare ovunque, nel “giorno della rabbia” per il massacro in corso a Gaza. Tace il presidente Abbas che da Amman fa solo appello ai palestinesi perché donino sangue da inviare gli ospedali di Gaza e Cisgiordania.

ore 14.00 – MINISTRO ESTERI TURCO INCONTRA MESHAAL IN QATAR PER DISCUTERE DELLA TREGUA

Il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, è volato a Doha dove incontrerà il leader politico di Hamas, Khaled Meshaal, per discutere della proposta statunitense di tregua a partire da domenica. Secondo Channel 10, emittente israeliana, Netanyahu ha accettato la tregua e farà pressioni sul gabinetto di sicurezza perché accetti.

ore 13.45 – COLONO SPARA CONTRO MANIFESTANTI

Un colono ha aperto il fuoco contro manifestanti in marcia a Nablus, 4 feriti.

ore 13.30 – BAMBINO DI 5 ANNI UCCISO DA UN CECCHINO

La giornalista Noor Harazeen ha scritto su Twitter che il cuginetto Walid, di 5 anni, è stato ucciso da un cecchino israeliano a Shayajie.

ore 13.10 – SOLDATO ISRAELIANO UCCISO DA FUOCO AMICO

Oggi a Gaza è morto un altro soldato israeliano, il sergente Yair Ashkenazy, di 36 anni di Rehovot. E’ stato ucciso da fuoco amico durante un’operazione a nord della Striscia.

ore 13 – HAARETZ: “A BREVE CONFERENZA STAMPA DI KERRY AL CAIRO, FORSE PER ANNUNCIARE CESSATE IL FUOCO”

Un giornalista di Haaretz, Barak David, citando fonti diplomatiche, ha detto che il segretario di Stato Usa Kerry a breve terra una conferenza stampa al Cairo con il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, e rappresentanti delle Nazioni Unite per annunciare il cessate il fuoco”.

ore 12.50 – GABINETTO DI SICUREZZA ISRAELIANO POSPOSTO ALLE 14 ITALIANE

ore 12.10 – SCONTRI IN CORSO A GERUSALEMME. INIZIATI I FUNERALI DI UNO DEI GIOVANI UCCISI IERI A RAMALLAH

Sono in corso scontri intorno alla Moschea di Al Aqsa a Gerusalemme, dopo che le autorità israeliane hanno bloccato l’ingresso alla Spianata agli uomini sotto i 50 anni, per la preghiera dell’ultimo venerdì di Ramadan. Un giovane palestinese è stato gravemente ferito da un proiettile di gomma. Anche la notte appena trascorsa è stata una notte di scontri: la polizia ha lanciato gas lacrimogeni, granate stordenti, proiettili di gomma e acqua chimica contro i manifestanti, ferendone almeno 40. Quaranta anche i palestinesi arrestati, ha detto il portavoce della polizia Rosenfeld.

Sono in corso i funerali di uno dei giovani uccisi ieri a Ramallah, Mohammed Al Araj. Si temono scontri.

ore 12.00 – LA BATTAGLIA DI QALANDIYA NEI TWEET DEL GIORNALISTA STATUNITENSE JONATHAN MILLER DI CHANNEL 4: PALLOTTOLE ISRAELIANE CONTRO BIGLIE LANCIATE CON LE FIONDE

Tweet di Jonathan Miller da Qalandiya, Ramallah

Tweet di Jonathan Miller da Qalandiya, Ramallah

 

ore 11.45 – HAMAS: “MISSILI VERSO L’AEROPORTO DI TEL AVIV”

Le Brigate Al Qassam hanno dichiarato di aver lanciato tre missili M75 contro l’aeroporto di Tel Aviv e di averlo colpito. Nei giorni scorsi le autorità aeree europee e statunitense avevano bloccato i voli di linea verso il Ben Gurion, per poi riprenderli ieri dopo due giorni di stop.

ore 11.30 – IL VALICO DI KEREM SHALOM APERTO

Oggi il valico di Kerem Shalom resterà aperto per permettere l’ingresso di aiuti umanitari, carburante e bombole di gas per usi domestici dentro Gaza. Lo ha fatto sapere il Ministero degli Interni palestinesi, sottolineando che in genere il venerdì e il sabato è chiuso.

ore 11.00 – COLPITI L’EDIFICIO DEL MINISTERO DELLA SICUREZZA DI HAMAS E L’UFFICIO MILITARE DI THABET

Secondo l’esercito israeliano, durante la notte sono stati bombardati la sede del Ministero della Pubblica Sicurezza di Hamas e l’ufficio militare di Raad Thabet, leader del braccio armato.

ore 10.40 – BILANCIO DELLE VITTIME SALE A 815, STERMINATA LA FAMIGLIA DI UN LEADER DELLA JIHAD ISLAMICA

Da mezzanotte ad ora sono stati uccisi 16 gazai, facendo salire il bilancio a 815 morti, secondo il Ministero della Salute. Oltre 5.240 i feriti. Nella notte l’esercito israeliano ha colpito la casa di Salah Ahmad Abu Hasanin, leader delle Brigate Al Quds della Jihad Islamica, uccidendolo insieme a tre dei suoi figli, il 15enne Abd al-Aziz, il 12enne Hadi e Abd al-Hadi, 9 anni.

A Deir al-Balah, una donna di 23 anni, Shayma Hussein Abd al-Qader Qannan, è rimasta uccisa nel bombardamento della casa della famiglia al-Sheikh Ali. Era incinta, ma i medici sono riusciti a salvare il suo bambino.

ore 10.15 – TREGUA DA DOMENICA PROPOSTA DA JOHN KERRY

Il segretario di stato John Kerry ha presentato alle parti una proposta che prevede, da domenica, una tregua temporanea di una settimana durante le quale Israele e Hamas comincerebbero a negoziare al Cairo su punti di sicurezza, economici e politici, per un accordo duraturo. Tuttavia durante la tregua proposta da Kerry  le forze israeliane non lascerebbero del tutto la Striscia di Gaza, uno dei punti piu’ contestati da parte palestinese.  Gli Stati Uniti, il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon e l’Unione Europea si farebbero garanti con entrambe le parti che i negoziati riguarderanno temi essenziali: per Israele, il disarmo di Gaza e la distruzione dei tunnel, per Hamas, la fine del blocco di Gaza e la ricostruzione dei danni che la Striscia ha subito durante le devastanti offensive militari israeliane.

 

ore 10 – IL GOVERNO ISRAELIANO DISCUTE DELLA TREGUA

Oggi il gabinetto di sicurezza israeliano si incontra per discutere della proposta di tregua del segretario di Stato Usa John Jerry.

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Diretta di ieri – Giovedì 24 luglio

dalla redazione

Gerusalemme, 25 luglio 2014, Nena News – Il popolo gaawi entra nel 18esimo giorno di bombardamenti costretto a piangere 805 morti, 5.200 i feriti secondo il Ministero della Salute. Nella notte è salito il bilancio, dopo il bombardamento della scuola dell’Unrwa a Beit Hanoun, dove hanno perso la vita 16 persone, almeno 200 i feriti. E mentre Israele tenta di giustificare un’azione gravissima – colpire una struttura dell’Onu dove si stavano rifugiando 1500 persone – i portavoce dell’agenzia Onu tornano a dire di non aver ricevuto alcun avvertimento da parte delle autorità militari e di aver più volte segnalato la presenza di sfollati nel loro edificio.

gaza

In queste ore sono ripresi i bombardamenti anche a Gaza City, mentre le zone di Shajaye e Zeitun si svuotano: centinaia le persone in fuga, molte accolte nella chiesa ortodossa di San Porfirio, come si vede nella foto di Michele Giorgio.

Nelle stesse ore a infiammarsi era anche la Cisgiordania e Gerusalemme: tutta a parte est della Città Santa è scesa in piazza nella notte che precede gli ultimi giorni di Ramadan, Leylat al-Qard (La notte del destino). Una notte importante per i musulmani, trascorsa a pregare e a leggere il Corano. Per i palestinesi la notte del destino dovrebbe essere trascorsa nella moschea di Al Aqsa, a Gerusalemme, ma le restrizioni imposte dall’occupazione israeliana non permettono più di farlo. E oggi la notte del destino arriva mentre Gaza è sotto attacco.

Così ieri da Shuafat a Silwan, da Wadi al-Joz a At-Tur scontri con le forze di polizia, che hanno lasciato feriti 5 poliziotti a causa del lancio di fuochi d’artificio; 39 palestinesi sono stati arrestati.

Scene da Intifada a Qalandiya, tra Ramallah e Gerusalemme. Ieri il gruppo 48ThosandMarch ha organizzato un marcia verso Gerusalemme, partita alle 21.30 dal campo profughi Al Amari di Ramallah. Migliaia di persone hanno partecipato, chi dice 10mila che 20mila. I ragazzi hanno lanciato molotov e pietre, incendiato copertoni e attaccato i simboli dell’occupazione in uno dei peggiori checkpoint della Cisgiordania, quello di Qalanidya.

qlanadiya

L’esercito si era preparato prima chiudendo alcuni accessi alla città, per poi rispondere con il lancio di gas lacrimogeni, proiettili di gomma, granate stordenti, ma soprattutto pallottole vere: due giovani sono stati uccisi, Mohammad Al Araj, 19, and Majed Sufian, 27; oltre 200 i feriti, di cui circa 10 in gravi condizioni. Le ambulanze hanno fatto la spola da Qalandiya all’ospedale governativo di Ramallah fino a notte inoltrata. Secondo l’esercito i due palestinesi uccisi avrebbero sparato con i kalashnikov contro i soldati.

Sul piano diplomatico, secondo quanto riportato da fonti statunitensi, il segretario di Stato Usa Kerry ha proposto un piano in due fasi per fermare l’operazione contro Gaza: una settimana di tregua a partire da domenica durante la quale partano i negoziati veri e propri sui vari aspetti, economici, politici e di sicurezza tra Hamas e Israele, alla presenza di attori internazionali. La proposta sarebbe in fase di discussione: Israele vorrebbe mantenere la presenza militare dentro Gaza durante la tregua di una settimana, possibilità che Hamas non accetta insistendo di volere l’assicurazione di un serio allentamento del blocco contro la Striscia come precondizione al dialogo. Nena News

 

La marcia di ieri a Ramallah

La marcia di ieri a Ramallah

Fonte:
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Vedi anche il seguente articolo di Radio BlackOut:

luglio 25, 2014 in Hot News

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Palestina, notte di rivolta nella west bank, a Gaza mattinata di bombe e resistenza
La notte appena trascorsa potrebbe segnare un momento di svolta nello scenario mediorientale. Non si vedevano cortei così dalla seconda intifada, quella del 2000, commentano le tv arabe. E’ infatti stata una notte di guerrigilia in tutti i territori, a decine di migliaia hanno infatti partecipato alla cosidetta 48March che si è snodata in ogni centro cittadino dei territori di cisgiordania dirigendosi verso i checkpoint e il muro dell’aprthaid che divide i palestinesi dall’occupazione israeliana. Gli scontri più pesanti sono stati a Qalandya, nel sobborgo che divide Ramallah da Gerusalemme, dove oltre 10.000 persone hanno sfilato sino al checkpoint dove sono scoppiati scontri violentissime con i soldati israeliani che hanno risposto sparando sulla folla. Folla che per ore ha combattuto con fionde e molotov, innalzando barricate e sparando fuochi d’artificio per tenere a distanza le truppe israeliane. Proprio a Qualandya ci sarebbero stati i primi due morti, uccisi per colpi da arma da fuoco, mentre altri due sarebbero in fin di vita nell’ospedale di Ramallah. Si parla di oltre 100 feriti, di cui moltissimi per ferite provocate da proiettili. Quello che si è consumato ieri notte è comunque un segnale determinante, alla vigilia dell’ultimo venerdì di Ramadan, e forse davvero la parola Intifada non è solo un hastag che ieri sera impazzava nel mondo arabo che seguiva costantemente quanto stava accadendo, da Betlemme ad Hebron, dalla città vecchia di Gerusalemme sin dentro lo mosche di Al Aqsa, dove la polizia israeliana aveva vietato l’ingresso agli uomini con meno di 50 che si sarebbero recati per la preghiera serale. L’ennesima provocazione orribile dello stato occupante.
A Gaza invece ieri è stata la giornata della strage della scuola dell’Onu. Almeno 17 le vittime, fra cui molti bambini, circa 200 i feriti secondi fonti mediche. La scuola dell’Unrwa -agenzia ONU per i rifugiati, era utilizzata come riparo dagli abitanti di Beit Hanun, a nord della Striscia, costretti ad abbandonare le lora abitazioni con l’ingresso delle truppe israeliane. Stamattina ancora bombe sulla striscia, il conto dei morti è salito a 818. Per domani nuovi cortei in tutto il mondo, in risposta all’appello dei “giovani palestinesi nel mondo” in sostegno alla popolazione palestinese e la sua resistenza, che passa dalla mobilitazione internazionale boicottaggio di Israele.

Ascolta la diretta con Bilal sulla notte di rivolta ieri nella westbenk e il suo appello alla solidarietà internazionale

 

 

Fonte:

 http://radioblackout.org/2014/07/dalla-cisgiordania-la-resistenza-non-si-estende/

GAZA, LUGLIO 2014: UMANITA’ DOVE SEI? – PARTE SECONDA

Cristo si è fermato a Gaza.Sono passati 17 giorni da quando è iniziata l’operazione Bordo Protettivo e Israele ha già ucciso quasi 800 palestinesi. La follia sionista non sta risparmiando nulla, civili, donne, bambini che giocano sulla spiaggia, case, moschee, ospedali, scuole. Tutto questo con la complicità dei governi e dei media. Penso spesso in questi giorni a Vittorio Arrigoni e al suo “Restiamo umani”. Sento che diventa ogni giorno più difficile restare umani, di fronte all’odio sconfinato d’Israele e al sangue delle centinaia di vittime palestinesi, ma ci stiamo provando. In contrapposizione al silenzio colpevole dei grandi della terra e alla disinformazione, in tanti, in Italia, in Europa e nel mondo ci stiamo mobilitando per gridare il nostro appoggio al popolo gazawi. In questi giorni, in tante città, si stanno tenendo manifestazioni in sostegno alla Palestina. In particolare, i Giovani Palestinesi  ( che hanno organizzato una manifestazione ieri  a Roma: https://www.facebook.com/events/809035842462292/) hanno indetto per sabato 26 luglio una giornata di mobilitazione in tutta Europa.

Qui il loro appello:

Giovani palestinesi in Europa appello all’azione:
Contro i crimini sionisti in Palestina, sostegno alla Resistenza palestinese
L’orrore dei crimini sionisti in Palestina ha raggiunto livelli terrificanti. In pieno giorno, i sionisti stanno massacrando le famiglie, bombardando alla cieca case, cliniche e moschee a Gaza.
Quello che abbiamo di fronte è un regime coloniale,che usa il suo potere per schiacciare la volontà di un popolo a resistere.
In questa lotta sbilanciata tra una ideologia razzista e l’eroica resistenza del popolo palestinese, i governi europei, ancora intrappolati nei loro vecchi retaggi coloniali, hanno chiaramente affermato la loro posizione a sostegno del regime sionista.
La lotta in corso a Gaza e in tutta la Palestina è nostra: è una lotta per far prevalere la giustizia su un progetto coloniale che mira a cancellare il popolo Palestinese, è una lotta contro il colonialismo in tutte le sue forme e manifestazioni.
Questa lotta non terminarà fino a che Gaza non sarà liberata dall’assedio, la colonizzazione della Palestina storica non verrà smantellata, e i sionisti non smetteranno di imprigionare e torturare il nostro popolo. Questa lotta sarà vinta solo quando saremo tutti uniti intorno ad una visione condivisa che si basi sui principi di dignità, giustizia e liberazione della Palestina!
La resistenza in Palestina trova sostegno nella nostra mobilitazione, nelle strade, e nel rafforzamento, in tutto il mondo, della campagna di boicottaggio di Israele e sanzioni contro lo stato sionista. Siamo chiamati a prenderci le nostre responsabilità, è nostro dovere organizzarci rimanendo autonomi, è nostro dovere unificare tutto il sostegno sincero e incodizionato alla nostra causa!

Noi, giovani palestinesi in Europa, chiediamo una giornata di azione, ovunque in Europa, Sabato 26 Luglio
● Contro l’aggressione di Gaza e di tutta la Palestina – Stop all’embargo
● Sostegno totale e incondizionato alla resistenza palestinese, in tutte le sue forme
● Libertà per tutti i prigionieri palestinesi
● Supporto per la campagna BDS – Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro Israele
● Contro la vergognosa complicità europea

Giovani Palestinesi in Italia, PYM Francia, PYM Swezia, PYM Spagna, GUPS Francia, GUPS-Athene(Grecia), Palung Danimarca, Asociación de Amistad Palestina-Granada Turab (Spagna).

http://www.ipetitions.com/petition/stop-zionist-crimes-in-palestine-support-to-the

Fonte:

https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=669419449808405&id=103055993111423

 

Queste sono gli eventi che si terranno quel giorno:

ROMA, Piazza del Colosseo ore 18 https://www.facebook.com/events/1457741847809206/

OSTIA, ore 18 al Pontile
https://www.facebook.com/events/1447621908840869/1451735465096180/?notif_t=plan_mall_activity

MACERATA, ore 18, Piazza della Libertà, https://www.facebook.com/events/618468958268104/?ref_newsfeed_story_type=regular

MILANO, ore 16.30, Porta Venezia https://www.facebook.com/events/837271866291635/

MILANO, Piazza San Babila, https://www.facebook.com/events/312513108921398/?ref=3&ref_newsfeed_story_type=regular

PORDENONE, ore 16, davanti al municipio (https://www.facebook.com/events/679333058825184/)

Bologna, ore 15.30

FOLIGNO, ore 17.30, Piazza della Repubblica

REGGIO CALABRIA, ore 19 al Museo dello Strumento Musicale https://www.facebook.com/events/1509303145966951/

GINEVRA, ore 15, Place du Molard (https://www.facebook.com/events/673509596077191/681655548595929/?notif_t=plan_mall_activity)

 

 

Free Gaza! Free Palestine! Stay human!

D. Q.

 

 

 

Qui gli ultimi aggiornamenti da Nena News:

 

24 lug 2014
by Redazione

Strage in una scuola dell’Unrwa a Beit Hanun. Almeno 17 vittime, un centinaio i feriti. In 17 giorni di offensiva i palestinesi uccisi sono più di 750. Washington parla di tregua vicina, ma Hamas non accetta il disarmo dei gruppi armati. Un giovane ucciso a Betlemme dai soldati israeliani.

(Foto: AP)

(Foto: AP)

AGGIORNAMENTI: 

Ore 23.15 – OLTRE 100 FERITI, DUE MORTI A QALANDIYA. SCONTRI ANCHE A GERUSALEMME

Un’altra vittima a Qalandiya, durante la manifestazione in corso. I due ragazzi uccisi sono il 19enne Mohammad al-Araj e Muhammad Arar. Almeno 108 i feriti, 60 da proiettili veri. I manifestanti lanciano pietre, molotov e fuochi d’artificio, i soldati israeliani sparano pallottole e proiettili di gomma.

Ore 22.30 – QALANDIYA: UN MORTO E 50 FERITI. SCONTRI A BETLEMME

Durissimi gli scontri in corso a Qalandiya, a Ramallah: un morto e almeno 50 feriti durante la marcia verso Gerusalemme. Sono 20mila i manifestanti, strada piena da Qalandiya a Al Amari. Scontri anche a Betlemme, vicino al checkpoint 300.

Ore 21.45 – MARCIA SU GERUSALEMME: A QALANDIYA IN MIGLIAIA

Sono migliaia i palestinesi che stanno prendendo parte alla marcia su Gerusalemme, partita stasera dal campo profughi Al Amari di Ramallahe diretta verso il checkpoint di Qalandiya, dove sono in corso durissimi scontri. Incendi e ambulanze che vanno e vengono: sarebbero già 14 i feriti, di cui uno molto grave dopo essere stato colpito da una pallottola alla testa.

Ore 21.15 – BOMBARDATO L’OSPEDALE AL-DURRA A : MUORE UN BAMBINO DI DUE ANNI

L’esercito israeliano ha bombardato stasera l’ospedale Mohammed al-Durra tra Gaza City e Jabaliya . Un bambino di due anni e mezzo, Ibrahim al-Sheikh Omar, è morto mentre si trovava nell’unità di terapia intensiva. Fonti mediche hanno raccontato che il piccolo è stato colpito dalle schegge ed è morto sul colpo. Altri 30 sono rimasti feriti. Secondo l’esercito israeliano l’ospedale era utilizzato come base di lancio di missili da parte delle fazioni armate palestinesi.

ORE 21 – HAMAS: “PRONTI A CESSATE IL FUOCO SUBITO SE CESSA L’ASSEDIO DI GAZA”. ESERCITO ISRAELIANO: “AVEVAMO AVVERTITO UNRWA E CROCE ROSSA DEGLI ATTACCHI PROVENIENTI DALLA ZONA DELLA SCUOLA”

Il capo dell’ufficio politico di Hamas Khaled Meshaal ha dichiarato che il movimento è pronto  a firmare un accordo per il cessate il fuoco  a condizione che l’assedio israeliano di Gaza venga revocato. ”Chiediamo- ha detto Meshaal a una serie di organi di stampa in lingua araba – il pieno impegno internazionale per la fine dell’aggressione e dell’assedio di Gaza, un impegno concreto. Non siamo interessati al meccanismo, quello che ci interessa sono vere garanzie perché l’assedio venga tolto. Abbiamo ottenuto queste promesse in passato, e non ne è venuto fuori nulla”.

“Vogliamo un aeroporto internazionale, vogliamo un porto, vogliamo un’apertura al mondo esterno, e non una situazione in cui siamo controllati da alcuni valichi di frontiera che trasformano Gaza in un’enorme prigione, che nessuno può lasciare anche per trattamenti medici trattamento o per lavoro […] Quando avremo una bozza di accordo chiaramente formulata che ci garantisca queste cose, e la comunità internazionale darà il suo sostegno a questo progetto, il fuoco potrà cessare. Anche oggi “.

Intanto Haaretz riferisce che altre unità dell’esercito israeliano si stanno dirigendo verso il confine con Gaza. L’esercito ha confermato di aver sparato colpi di mortaio in direzione della scuola Unrwa di Beit Hanoun in risposta al fuoco proveniente dai dintorni dell’edificio, ma che “sono ancora in corso le verifiche per capire chi abbia colpito la scuola”. Una fonte militare israeliana ha inoltre detto a Haaretz che nei giorni scorsi alcuni suoi rappresentanti avevano contattato l’Unrwa e la Croce Rossa per riferire che le truppe venivano colpite dalla zona della scuola e che l’esercito avrebbe risposto agli attacchi.

Ore 20.20 – UNRWA: “OLTRE 141MILA RIFUGIATI NELLE NOSTRE 83 SCUOLE”

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ORE 19.15 – 779 VITTIME PALESTINESI, 84 SOLO OGGI. USA E ONU CONDANNANO ATTACCO A SCUOLA UNRWA. GRAN BRETAGNA SOLLECITA HAMAS AD ACCETTARE TREGUA UMANITARIA SENZA CONDIZIONI

Sono 779 le vittime palestinesi dell’attacco israeliano a Gaza dallo scorso 8 luglio, 84 solo oggi, tra cui sei membri della famiglia Abu-Itta colpiti dall’esplosione e dalle schegge della casa vicina bombardata dall’aviazione israeliana.

il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon ha condannato duramente l’attacco alla scuola dell’Unrwa di Beit Hanoun, che ha causato 17 vittime e oltre 200 feriti tra i palestinesi che vi avevano trovato rifugio. Dura condanna anche da parte degli Stati Uniti: “Siamo profondamente rattristati e preoccupati per il tragico incidente – ha dichiarato dal Cairo il portavoce del dipartimento di Stato americano Jen Psaki – e ribadiamo il nostro appello affinché entrambe le parti raddoppino i propri sforzi per la protezione dei civili”.

Il ministro degli Esteri britannico Philip Hammond ha detto in conferenza stampa al Cairo che “Hamas deve accettare un cessate il fuoco umanitario, senza condizioni”. Eppure ieri era stato il ministro israeliano della Giustizia Tzipi Livni a dichiarare che non ci sarebbe stata alcuna tregua finché non fossero stati smantellati tutti i tunnel a Gaza, mentre ieri sera Hamas si era detto disponibile alla tregua umanitaria a condizione che il blocco imposto a Gaza fosse allentato.

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ORE 17.45 – ESERCITO:”FORSE SU SCUOLA UNRWA RAZZI DI HAMAS”. GIURA IL NEOPRESIDENTE ISRAELIANO RIVLIN

L’esercito israeliano ha dichiarato che alcuni razzi lanciati da Hamas sono caduti su Beit Hanoun e che potrebbero essere stati questi a provocare le vittime della scuola dell’Unrwa: lo rende noto Haaretz. Intanto, alla Knesset giura il neopresidente israeliano Reuven Rivlin.

ORE 17 – STRAGE BEIT HANOUN, 17 VITTIME. UNRWA: “ISRAELE AVEVA LE COORDINATE DELL’EDIFICIO. MAI CONCESSA UNA FINESTRA DI FUGA PER I CIVILI”

Il bilancio delle vittime dell’attacco alla scuola dell’Unrwa a Beit Hanun è salito a 17 vittime e oltre 200 feriti. Chris Gunness, portavoce dell’Unrwa, ha dichiarato via Twitter che ”precise coordinate del rifugio dell’UNRWA a Beit Hanoun erano state formalmente comunicate all’esercito israeliano”. Ha poi aggiunto che “nel corso della giornata, l’UNRWA ha provato a coordinare con l’esercito israeliano una finestra per la fuga dei civili, ma non è mai stata concessa”.  Gunness ha detto di non poter né confermare né smentire la presenza di Hamas all’esterno dell’edificio, aggiungendo che comunque “Israele e Hamas devono rispettare l’inviolabilità dell’Onu e della legge umanitaria”.

 

Ore 16:25 – DALLA FRANCIA 11 MILIONI DI EURO PER GAZA

Il Presidente francese Hollande ha dichiarato che il suo Paese donerà 11 milioni di euro agli abitanti di Gaza. I fondi saranno distribuiti ad organizzazioni non governative attive nella zona.

Secondo fonti palestinesi Israele non permetterebbe ai soccorritori di raggiungere Khan Yunis per poter evacuare i feriti e raccogliere i cadaveri.

ore 16:10 – Razzi su Ashkelon. I media israeliani riferiscono di duri scontri tra i gruppi armati palestinesi e i soldati di Tel Aviv nel quartiere Shujaiyya a est della città di Gaza.

Salgono a 15 le vittime del bombardamento della scuola dell’Unrwa a Beit Hanun. 150 i feriti. Un bilancio che, visto l’alto numero di feriti, appare provvisorio. E’ la quarta volta, da quando è iniziata l’offensiva israeliana su Gaza, che viene colpita una struttura dell’Onu. E’, però, la prima volta che si registrano vittime.

ore 15:44 – I GRUPPI ARMATI PALESTINESI PROMETTONO VENDETTA PER LA STRAGE DI BEIT HANUN. TV AL-MAYADEEN: “770 LE VITTIME DALL’INIZIO OFFENSIVA”

I “Comitati di resistenza” palestinesi hanno detto poco fa che «la strage di Bait Hanun avrà una risposta. Ci vendicheremo per il sangue dei martiri»

Secondo la rete panaraba al-Mayadeen le vittime palestinesi dall’inizio dell’offensiva israeliana sono 770. Più di 4700 feriti.

 Ore 15:25 – MASSACRO NELLA SCUOLA UNRWA A BEIT HANUN. LE VITTIME SONO GIA’ 13. DECINE I FERITI.

Decine di vittime e feriti nel bombardamento di una scuola dell’Unrwa a Beit Hanun nel nord della Striscia di Gaza. La scuola ospitava coloro che avevano dovuto lasciare le loro case da quando è iniziata l’operazione “Bordo Protettivo”.

Il Dottor Ashram al-Qidra, portavoce del Ministero della Sanità a Gaza, ha detto che al momento sono già 13 le vittime. Decine i feriti.

Un testimone oculare ha raccontato all’agenzia Ma’an: “eravamo seduti nel cortile della scuola quando ci sono piovute addosso le bombe”. Alcuni presenti parlano di 5 bombe sganciate dagli israeliani.

 Ore 15:15 – MINISTRO AFFARI STRATEGICI ISRAELIANO, YUVAL STEINITZ:“POSSIBILITA’ DI ALLARGARE OPERAZIONE MILITARE”

Il Ministro israeliano degli Affari Strategici, Yuval Steiniz, ha detto che “Israele sta vagliando la possibilità di allargare l’operazione militare”.

La tv al-Mayadeen sostiene che Israele ha arrestato circa 150 giovani palestinesi nella zona di Khaza’a e li ha portati a Sufa. 4 feriti (di cui 2 in condizioni gravi) in un raid dell’aviazione israeliana a Shajaiyya, ad est di Gaza.

Le brigate al-Qassam hanno attacco con diversi missili mezzi corazzati israeliani che erano penetrati nella zona est di al-Tuffah. Non è ancora noto l’esito dell’offensiva.

ore 15:10 BREAKING, DECINE DI MORTI E FERITI IN SCUOLA UNRWA A BEIT HANOUN COLPITA DA TIRI ISRAELIANI

ore 15:00 MINISTERO INTERNI PALESTINESI: “ISRAELE ARRESTA FERITI E SOCCORRITORI”

Bombardamenti in corso nella parte occidentale di Beit Lahya e nel campo profughi di Maghazi.

Secondo il Ministero degli interni palestinesi Israele avrebbe arrestato diversi soccorritori e feriti a Khaza’a a est di Khan Yunis. La notizia è confermata dal corrispondente del tv panaraba al-Mayadeen che aggiunge: “Israele sta arrestando i feriti che erano in un’ambulanza”.

Prosegue il lancio di razzi su Israele. Un missile caduto nei pressi di Sha’ar HaNeghev ha provocato un incendio.

ore 14:00 –  746 VITTIME. LA MINISTRA ISRAELIANA LIVNI: “FINE OPERAZIONE QUANDO NON CI SARA’ PIU’ PERICOLO TUNNEL”

Intervistato da Sky News, il ministro delle finanze israeliano, Naftali Bennet, ha accusato Hamas di usare i civili come scudi umani. Sulla crescita di consensi per Hamas tra la popolazione locale, il leader di “Casa Ebraica” ha detto che i sostenitori del movimento islamico sono “immorali” e poi ha aggiunto: “noi vogliamo vivere fianco a fianco con loro, sono loro ad inseguirci. Abbiamo consegnato la terra [si riferisce al ritiro dei coloni dalla Striscia nel 2005, ndr], e loro l’hanno resa un fortino del terrore”. La ministra di giustizia, Tzipi Livni, ha ribadito stamane che “Israele deve continuare l’operazione su Gaza. Quando non ci sarà più il pericolo dei tunnel, allora si discuterà di una fine”.

Ore 13.15 – UNRWA: “UCCISE TRE NOSTRE INSEGNANTI”

Il portavoce dell’agenzia Onu Unrwa, Chris Gunness, ha fatto sapere oggi che tre delle insegnanti del loro staff sono state uccise in un attacco israeliano, due nella loro casa e una mentre tornava dopo un giorno di lavoro in un rifugio dell’agenzia: “Tre insegnanti dell’Unrwa sono state uccise. Il mio cuore si spezza per ogni cooperante umanitario che paga un simile prezzo, morire aiutando gli altri”.

Ore 12.45 – SCONTRI A GERUSALEMME E IN CISGIORDANIA. STASERA MARCIA VERO GERUSALEMME DA QALANDIYA

Nella notte di ieri scontri tra manifestanti palestinesi e forze militari israeliane a Gerusalemme, nei quartieri di Ras al-Amoud e Silwan. Scontri anche a Ramallah, Nablus e Betlemme in Cisgiordania. Per stasera il neonato gruppo 48ThousandMarch ha organizzato un’azione a Ramallah: alle 9.30 di stasera una marcia partirà dal campo profughi di Al Amari e si dirigerà verso il checkpoint di Qalandiya, dove è prevista una preghiera per le vittime di Gaza. Poi i manifestanti tenteranno di raggiungere Gerusalemme, attraverso il checkpoint israeliano. Si attendono scontri.

Ore 12.40 – KERRY DAL CAIRO: TURCHIA E QATAR FACCIANO PRESSIONE SU HAMAS PER TREGUA. MOSCHEA DI AL AQSA: VENERDÌ INGRESSO VIETATO AGLI UNDER 50

Prosegue la campagna diplomatica del Segretario di Stato Usa che oggi è di nuovo in Egitto, dopo la visita di ieri in Israele e Cisgiordania. Al Cairo ha incontrato i ministri degli Esteri di Turchia e Qatar e ha chiesto loro di premere su Hamas affinché si giunga a un cessate il fuoco. Kerry avrebbe avuto anche un’altra conversazione telefonica con Netanyahu. Oggi il sistema di difesa israeliano Iron Dome ha intercettato cinque razzi lanciati dalla Striscia di Gaza verso Tel Aviv. Domani vietato l’ingresso alla moschea di al Aqsa, Gerusalemme, ai minori di 50 anni. Israele teme scontri.

Ore 12.30 – LIEBERMAN: BRASILE IRRILEVANTE NELL’ARENA INTERNAZIONALE

Stizzita la reazione del ministro degli Esteri israeliano, Avigdor Lieberman, alla decisione del governo brasiliano di richiamare il proprio ambasciatore in Israele. “Questa scelta dimostra il doppio standard del Brasile che lo rende parte del problema invece di contribuire alla soluzione. Questa condotta mostra perché il Brasile, che è una potenza culturale ed economica, resta irrilevante nell’arena internazionale”.

ORE 12.00 – ESERCITO EGIZIANO:  SVENTATO ATTENTATO A KEREM SHALOM

L’esercito egiziano ha riferito di avere sventato un attacco kamikaze al kibbuz di Kerem Shalom, valico di passaggio sui confini tra la Striscia di Gaza, L’Egitto e Israele. ieri sera. I militari hanno ucciso l’attentatore sucida che indossava una cintura esplosiva, riporta l’agenza Ma’an. Inoltre, l’esercito del Cairo ha distrutto un veicolo che trasportava un missile a Sheikh Zuweid, nel nord del Sinai, uccidendo due persone che erano a bordo.

Ore 11.45 – HAMAS: UCCISI 8 SOLDATI ISRAELIANI. TEL AVIV NON CONFERMA

Le Brigate al Qassam hanno riferito di avere ucciso otto soldati israeliani, oggi, a nord-est di Gaza City. Se la notizia fosse confermata, sarebbe il più alto numero di vittime in un unico attacco del braccio armato di Hamas contro le truppe israeliane. Le Brigate al Qassam hanno anche rivendicato la distruzione di un blindato israeliano che trasportava un RPG 29, un lanciarazzi. Tel Aviv non ha rilasciato dichiarazioni.

ORE 11.30 – UNRWA: COLPITA SCUOLA CON 1.500 SFOLLATI

L’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha riferito che la scuola femminile Deir Al Balah, a Gaza, è stata colpita dal fuoco israeliano stamattina alle 7.45 (8.45 italiane): 5 persone sono rimaste ferite. All’interno dell’edificio avevano trovato rifugio circa 1.500 persone. “Questa è la seconda volta in tre giorni che Israele colpisce una scuola dell’Unrwa e torniamo a condannare quanto accaduto nella maniera più dura possibile”, ha detto il portavoce Unrwa, Chris Gunness. “Le Forze armate israeliane ci hanno detto che possiamo muoverci liberamente in veicoli con il marchio dell’Onu. Chiediamo a tutte le parti di rispettare gli obblighi stabiliti dalle leggi internazionali per tutelare civili e di astenersi da qualsiasi azione che possa mettere a repentaglio l’incolumità degli operatori umanitari”. Lunedì è stata colpita la scuola Unrwa Maghazi, una ragazza è rimasta ferita. Quando lo staff dell’agenzia Onu si è recato nella scuola per un sopralluogo, l’area è finita di nuovo sotto il fuoco israeliano “mettendo a rischio la vita dello staff Unrwa”.

Ore 11.15 – LA CISGIORDANIA PROTESTA CONTRO L’ATTACCO A GAZA

I palestinesi in Cisgiordania guardano con rabbia e dolore alla Striscia di Gaza. Ogni sera ci sono manifestazioni di protesta contro Israele, che finiscono in scontri con i soldati israeliano o anche con la polizia palestinese. Lanci di pietre e molotov contro i militari israeliani che rispondono con gas lacrimogeno, cannoni ad acqua, proiettili di gomma e anche veri. Sono due i morti e decine i feriti palestinesi nelle proteste degli ultimi giorni.

Quattro persone sono state arrestate dagli israeliani ieri ad Abu Dis, vicino a Gerusalemme, tra cui un tredicenne. La Mezza Luna Rossa ha riferito di diversi casi di soffocamento da gas lacrimogeno, anche tra i soccorritori.

Ore 11.00 –L’ASTRONAUTA ALEXANDER GERST: “LA FOTO PIÙ TRISTE SCATTATA SINORA”

L’immagine della Striscia di Gaza vista dallo spazio sta facendo il giro del Web. Si vedono la pioggia di fuoco su Gaza e i razzi su Israele. “È la foto più triste che abbia scattato sinora”, ha commentato l’astronauta tedesco Alexander Gerst dalla stazione spaziale International Space Station, 300 chilometri dalla terra.

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Ore 10.45 – GAZA: 729 PALESTINESI UCCISI E OLTRE 4.000 FERITI. ISRAELE: 32 SOLDATI MORTI

I raid israeliani dal cielo, da terra e da mare non si fermano e da stamattina hanno fatto 34 morti tra i palestinesi, di cui dieci membri della famiglia al-Astal (due bambini di tre e cinque anni), la cui casa è stata colpita a Khan Yunis. Il bilancio delle vittima sale rapidamente (729 morti, oltre 4.000 feriti), mentre la diplomazia parla di cessate il fuoco e sembra essersi aperta la possibilità di una tregua umanitaria di cinque giorni da sabato, fine del mese islamico del Ramadan.

Sono, invece, 32 i soldati israeliani deceduti e 28 quelli rimasti feriti nei combattimenti che infiammano la Striscia di Gaza da 17 giorni. È il più alto numero di perdite militari israeliane dall’invasione del Libano nel 2006, fa notare l’agenzia palestinese Ma’an.

Ore 10.15 – BRASILE  RICHIAMA AMBASCIATORE. LE COMPAGNIE USA RIPRISTINANO  I VOLI DA E PER ISRAELE

Il governo Brasialiano ha richiamato il suo ambasciatore a Tel Aviv in segno di protesta per lo “sproporzionato uso della forza da parte di Israele” nella Striscia di Gaza. La diplomazia si muove per raggiungere un cessate il fuoco tra Israele e Hamas che è disponibile  auna tregua umanitaria. Ieri il ministro degli Esteri britannico, Philip Hammond, ha incontrato il presidente dell’Anp, Mahmoud Abbas, a Ramallah, e oggi vede il premier israeliano Benjamin Netanyahu. C’è bisogno di una “soluzione stabile”, ha detto Hammond, “il cessate il fuoco non è sufficiente” .

Oggi si riunisce la Knesset (il Parlamento israeliano) in seduta straordinaria per discutere della operazioni militari a Gaza. Le compagnie aeree statunitensi tornano a volare da e per il Ben Gurion di Tel Aviv. La decisione di ripristinare i voli è arrivata dopo la visita, ieri, del segretario di Stato statunitense, John Kerry, a Gersulamme e Ramallah. Kerry è al Cairo per proseguire il suo lavoro diplomatico con gli egiziani, al fine di arrivare a un cessate il fuoco. Continuano i raid israeliani nella Striscia di Gaza, mentre risuonano le sirene in diverse località del centro di Israele per il lancio di razzi.

ore 9.00 – CESSATE IL FUOCO A PARTIRE DA SABATO?

Il nostro corrispondente e giornalista del Manifesto, Michele Giorgio riporta (citando fonti palestinesi) della possibilità di un cessate il fuoco di 5 giorni a partire da sabato.

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Diretta di ieri, mercoledì 23 luglio

dalla redazione Gerusalemme, 24 luglio 2014, Nena News – Sono 718 le vittime gazawi (81.5% civili), ad ora, giovedì 23 luglio ore 8 del mattino. La notte ha portato con sé altri 23 morti, durante bombardamenti che non hanno mai smesso di piovere su Gaza. Molte delle vittime arrivano dal villaggio di Khuza’a, vicino Khan Younis, teatro ieri di un nuovo massacro di civili. Sale a 32 il numero dei soldati israeliani uccisi in combattimento dall’inizio dell’operazione di terra, il 17 luglio.

L’emergenza umanitaria è indescrivibile, i dati forniti dall’Ocha sono impietosi: 1 milione e 200mila persone senza accesso o con accesso limitato all’acqua, l’80% della popolazione con poche ore di elettricità al giorno, 130mila sfollati (70mila dei quali nelle scuole dell’Unrwa, pienissime, dove manca tutto, dal cibo ai bagni), oltre duemila case completamente distrutte, oltre 3mila seriamente danneggiate. In un simile massacro, la diplomazia mondiale continua ad incontrarsi e a parlare di tregua, ognuno alle proprie condizioni. Ieri sia il segretario di Stato Usa Kerry che il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon sono arrivati nella regione, incontrando sia il presidente palestinese Abbas a Ramallah che il premier israeliano Netanyahu a Gerusalemme.

Tutti parlano di grandi sforzi diplomatici e di tregua vicina: “Abbiamo sicuramente fatto dei passi avanti, ma c’è ancora molto da fare”, ha detto Kerry ripetendo un mantra che nell’ultimo anno hanno sentito in molti, riferito all’andamento pessimo dei negoziati tra Israele e ANP.

Da parte loro né Israele né Hamas paiono pronti al cessate il fuoco, con il movimento islamista fermo nelle sue posizioni: nessuno a Gaza accetterà il ritorno allo status quo, non saranno state massacrate centinaia di persone per non ottenere nessun diritto. Khaled Meshaal ieri è stato chiaro: “Nessuno può disarmare la resistenza”, ha detto dopo il documento redatto dai 28 ministri degli Esteri della Ue che chiedevano il disarmo delle Brigate al-Qassam e di tutte le milizie armate della Striscia. “Non accetteremo nessuna proposta che non includa l’alleviamento dell’assedio sui gazawi – ha aggiunto il leader islamista – Quanti soldati israeliani devono vedere prima di decidere di eliminare il blocco? A Gaza tutto sta collassando: non c’è acqua, elettricità, medicine, carburante, cibo. Invito il segretario Ban Ki-moon a venire a Gaza e vedere con i suoi occhi questo massacro”.

Un punto importante è stato però segnato ieri dal voto del Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu che con 29 voti a favore, 17 astenuti (tra cui l’Italia e tutti i paesi Ue) e un contrario (gli Stati Uniti) ha approvato la creazione di una commissione di inchiesta che indaghi eventuali crimini di guerra compiuti da Israele contro Gaza.

Sono diverse le organizzazioni per i diritti umani che hanno detto di aver raccolto già numerose e consistenti prove di tali crimini, tra cui il bombardamento dell’ospedale Al Wafa. Dall’altra parte del muro di separazione, in Cisgiordania ci sono stati ancora scontri notturni tra giovani manifestanti e forze militari israeliani. Lo stesso a Gerusalemme. Mohammed Qasim Hamamra, 19 anni del villaggio di Husan, a Ovest di Betlemme, è morto per le ferite subite ieri, negli stessi scontri in cui aveva perso la vita anche Mahmoud Hamamra, 32, colpito al petto da un proiettile. Mohammed è spirato in ospedale stamattina. Nena News

 

 

Fonte:

http://nena-news.it/diretta-gaza-emergenza-umanitaria-senza-precedenti-solo-le-diplomazie-parlano-di-tregua/

 

 

185 MORTI E 1385 FERITI A GAZA DALL’INIZIO DELL’OPERAZIONE BORDO PROTETTIVO, 1 MORTO IN CISGIORDANIA. NEL FRATTEMPO, NELLA VICINA SIRIA, SI CONTINUA A MORIRE SOTTO LE BOMBE DI ASSAD

(Foto: Reuters)

(Foto: Reuters)

Giorno 6 – domenica 13 luglio

Giorno 5 – sabato 12 luglio

Giorno 4 – venerdì 11 luglio

Giorno 3 – giovedì 10 luglio

Giorno 2 – mercoledì 9 luglio

Giorno 1 – martedì 8 luglio

 

AGGIORNAMENTO ORE 21.45 – EGITTO PROPONE UN CESSATE IL FUOCO DA DOMANI ALLE 6 E UN EVENTUALE ALLENTAMENTO DELL’ASSEDIO SU GAZA. SILENZIO DA ISRAELE E HAMAS

L’Egitto ha proposto che un cessate il fuoco abbia inizio alle sei del mattino di domani, martedì 15 luglio e che, eventualmente, si proceda a un allentamento dell’assedio di Gaza “quando la situazione si stabilizzerà”. Lo riferisce al-Jazeera, il cui corrispondente Gregg Carlstrom nota che “un linguaggio simile è stato adottato anche per l’accordo che ha posto fine alla guerra del 2012, ma non è stato mai veramente implementato”. Né Israele né Hamas si sono espressi finora sull’iniziativa egiziana.

AGGIORNAMENTO ORE 21 – AL-JAZEERA: 185 MORTI E 1385 FERITI, A KHAN YOUNIS UCCISO ADOLESCENTE IN MOTOCICLETTA

I morti palestinesi nei primi sette giorni dell’operazione israeliana “Barriera protettiva” contro la Striscia di Gaza sarebbero ora 185 e i feriti 1385. Lo riferisce al-Jazeera. Il portale israeliano Ynet da’ notizia di 5 persone rimaste uccise a Gaza dopo un raid dell’aviazione israeliana, mentre l’agenzia palestinese Ma’an riferisce di un adolescente palestinese, Ziyad al-Najjar, di 16 anni, colpito nella zona di Khan Younis da un razzo dell’aviazione mentre era in motocicletta. Sempre secondo Ma’an, tre persone sarebbero morte e altre sette ferite nel bombardamento dell’aviazione israeliana sulla casa della famiglia Sheikh al-Eid a Rafah.

AGGIORNAMENTO ORE 20 – ESERCITO ISRAELIANO: “HAMAS SEMBRA PRONTO PER IL CESSATE IL FUOCO”. MA IL MOVIMENTO RIBADISCE: “SOLO ALLE NOSTRE TRE CONDIZIONI”

“Notiamo – ha dichiarato un alto ufficiale dell’esercito israeliano a Haaretz – che Hamas è sempre più vicino ad accettare il cessate il fuoco. Sia Hamas che la Jihad islamica avranno interesse a chiudere la partita e mettere fine alle operazioni militari”. Secondo l’intelligence israeliana, l’esercito avrebbe colpito il 50 per cento dei luoghi di fabbricazione dei missili (inclusi quelli a gittata superiore a 80 km) nella Striscia di Gaza. L’intelligence stima inoltre che, in base ai razzi lanciati in questi giorni e ai siti bombardati, l’arsenale a disposizione dei movimenti islamisti sarebbe circa il 55 per cento.

Ma da fonti presenti ai colloqui ora in corso al Cairo per cercare una tregua, Hamas ha detto di acconsentire al cessate il fuoco solo se verranno rispettate tre condizioni:

-l’apertura del valico di Rafah e degli altri valichi di frontiera per l’importazione e l’esportazione;

-il rilascio di tutti i palestinesi arrestati da Israele nei rastrellamenti dell’ultimo mese in Cisgiordania in seguito alla scomparsa dei tre coloni israeliani;

-nessuna intromissione israeliana in un governo palestinese

Inoltre, Hamas chiede che qualcuno monitori il rispetto dell’accordo da parte di Israele. Il corrispondente di al-Jazeera ha riferito che, stando a quanto detto da un ufficiale di Hamas, Stati Uniti, Turchia e Qatar sono i maggiori attori di questi colloqui al Cairo.

Secondo Haaretz, sono 70 i missili lanciati dalla Striscia di Gaza verso Israele: in un’esplosione di qualche ora fa sono rimaste ferite due ragazzine israeliane a Lakiya, nel sud di Israele.

 

AGGIORNAMENTO ore 17.15 – ONU: “L’80% DELLE VITTIME SONO CIVILI, IL 20% BAMBINI”

Nonostante i tentativi israeliani di convincere della volontà di evitare vittime civili, le Nazioni Unite hanno stimato che oltre l’80% delle 173 vittime ad ora dell’attacco israeliano non sono miliziani, ma civili. Di questi il 20% sono bambini (almeno 36). Oltre 1.200 feriti, i due terzi dei quali donne e minori. Le case distrutte sono oltre 940, 400mila persone sono senza elettricità e 17mila i rifugiati interni.

Fonte:
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Le forze israeliane sparano, uccidono un palestinese a sud di Hebron

Pubblicato il 14 luglio 2014 da AbuSara

http://www.maannews.net/eng/ViewDetails.aspx?ID=712825

BETLEMME (Ma’an) – I soldati israeliani hanno ucciso un palestinese vicino nel villaggio  di Samu nei pressi di Hebron presto lunedi mattina, ha detto la gente del posto.

Munir Ahmad Badarin, 22 anni, è stato colpito all’addome e alla coscia durante gli scontri con le forze israeliane ed è morto in un ospedale pubblico di Yatta.

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Testimoni hanno detto a Ma’an che le forze israeliane sul posto hanno  negato ai paramedici l’accesso al ferito per oltre 30 minuti.

La morte di Badarin è il primo nella Cisgiordania occupata da quando l’assalto di Israele a Gaza è iniziato.

A Beit Ummar, le forze israeliane hanno sparato e ferito il  21enne Mahmoud Muhammad Yasser Breghith a una gamba e Mahmoud Nasser Juma Hitawi, 20, ai piedi, ha detto un funzionario del comitato locale.

Le vittime sono state curate in un ospedale pubblico per le ferite non gravi.

I fatti hanno avuto luogo durante gli scontri con i manifestanti che sono scesi in strada per manifestare contro l’offensiva militare israeliana a Gaza.

Giovani palestinesi hanno scagliato pietre, bottiglie vuote, fuochi d’artificio e bottiglie molotov contro i soldati israeliani nel quartiere Asida, con i soldati che utilizzano armi da guerra, proiettili di gomma e gas lacrimogeni sui manifestanti.

Un portavoce dell’esercito israeliano non ha risposto immediatamente alle chiamate in cerca di commento.

 

 

Fonte:

http://reteitalianaism.it/public_html/index.php/2014/07/14/le-forze-israeliane-sparano-uccidono-un-palestinese-a-sud-di-hebron/#more-5389

 

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NOI SIRIANI, MORTI DI SERIE C…

di Shady Hamadi

Anche oggi l’aviazione siriana sta bombardando le città del Paese. Aleppo soccombe lentamente, schiacciata dalla forza distruttrice dei barili bomba – riempiti anche di pezzi di metallo, così da colpire ancora più persone – sganciati dagli elicotteri dell’esercito. Come al solito, a far accendere i riflettori mediatici sulla più grande tragedia degli ultimi tre decenni, sono sempre e solo le notizie di jihadisti con passaporto occidentale andati in Siria a combattere, le lamentele di una giornalista per la paga troppo bassa o il turista di guerra giapponese che va a fotografare i corpi straziati dei siriani. Degli oltre cento morti giornalieri, da quattro anni a questa parte, a nessuno importa perché ci si è abituati.

Ben altra cosa è il conflitto israelo-palestinese, caricato all’inverosimile di simbolismo e ideologia e per questo capace di annientare qualsiasi dissenso interno in entrambe le parti. Da giorni Israele conduce raid aerei su Gaza e, in cambio, Hamas continua a lanciare una pioggia di missili sulle città israeliane vicine. Il dibattito si è acceso: si tifa uno o l’altro schieramento, si manifesta nelle piazze, anche italiane, scandendo i nomi delle vittime, si dà dei terroristi agli israeliani o ai palestinesi. Per la Siria nulla di tutto questo accade. Qualcuno vede Assad come un “dittatore buono”, antimperialista e estremo difensore dei palestinesi contro Israele. Pochi sanno, o non vogliono sapere, che centinaia di palestinesi sono morti di fame nel campo profughi di Yarmuk, a Damasco, assediato ancora oggi dalle forze fedeli ad Assad. Troppo pochi sanno, o non vogliono sapere, che migliaia di palestinesi si sono andati ad aggiungere all’esercito di profughi (6 milioni) che hanno lasciato la Siria. Suleyman, palestinese di Yermuk, da me incontrato alla stazione centrale di Milano, è uno di loro. Rifugiato in Siria dal 48, Suleyman è sordomuto, ma nonostante questo mi ha mimato, mugugnando e gesticolando, la tragedia che si è lasciato alle spalle: una tragedia di serie C. Sì, di serie C. Se c’è qualcuno che ha ritenuto le vittime israeliane di serie A e quelle palestinesi di B, lasciatemi dire che quelle siriane sono di C!

La voce del mondo si alza indignata contro i raid aerei israeliani e i missili di Hamas ma lascia Assad libero di continuare il suo genocidio (non trovo espressione più appropriata) e si preoccupa solo dei terroristi dell’Isis che, guarda caso, combattono le forze dell’opposizione siriana e non il regime, quasi ci fosse una convergenza di interessi. Nel frattempo, il Papa piange solo i cristiani crocifissi (si è scoperto poi che erano musulmani) ma non Wissam Sara, figlio di uno scrittore rinchiuso per anni nelle carceri siriane, morto sotto torture indicibili. Ma, d’altra parte, la guerra in Siria è “difficile da comprendere, senza parti da poter sostenere: in un buio di tutti contro tutti” – come commentava Roberto Saviano qualche giorno fa. Se questo assunto fosse vero, allora i siriani meriterebbero di morire perché non sono stati capaci di indicare chi sostenere a Saviano e agli altri che la pensano come lui. Eppure Primo Levi, osannato dallo stesso Saviano, ci insegna che nel buio c’è sempre una luce di giustizia. Questa giustizia è ancora viva, ed è rappresenta dalla parte da sostenere. Questo gruppo è composto dagli ultimi superstiti di quel movimento che ha dato vita nel 2011 alla rivoluzione siriana. Sono scrittori, giovani, pacifisti, cristiani e musulmani che gridano solidarietà dall’angolo dove sono stati relegati. Purtroppo, forse ne sono consapevoli, non la otterranno perché l’Occidente non crede in loro. Forse ci crederebbe se Hamas o Israele fossero il responsabile di quello che avviene in Siria ma, poiché è un dittatore arabo a macellare il suo stesso popolo, va bene così. Siamo ipocriti, questa è la verità. Scegliamo di stare in silenzio, credendo di essere neutrali, ma è proprio questa scelta che aiuta il proseguimento del massacro.

Forse, quando tutto sarà finito, bisognerà portare chi ha scelto di non fare nulla, giustificandosi dicendo che è una guerra di tutti contro tutti o che Assad è un buono perché protegge le minoranze, a vedere le fosse comuni ad Aleppo. L’unica certezza che oggi abbiamo noi siriani è che non siamo né palestinesi, né israeliani, per questo i nostri morti possono essere dimenticati.

 

 

Fonte:

http://ninofezzacinereporter.blogspot.it/2014/07/noi-siriani-morti-di-serie-c.html