Polizia violenta a Standing Rock, arrivano i marines nativi

North Dakota. Decine di feriti e arresti non fermano la protesta contro l’oleodotto e a difesa dell’acqua nelle terre dei Lakota. Esercito in campo per sgomberare i manifestanti, che però avranno al loro fianco una milizia di veterani di guerra disarmata, ma dotata di giubbotti antiproiettile e maschere antigas. Battaglia annunciata per il 4 dicembre

Blocco stradale sull’autostrada all’altezza di Mandan, Nord Dakota

Ormai dalla scorsa primavera le popolazioni Lakota, attualmente con più di 6.000 nativi americani arrivati da diverse aree del Paese, sono accampati a Standing Rock, in Nord Dakota, per difendere le loro terre ancestrali dal mega oleodotto di 300km di lunghezza, voluto da governo e multinazionali in violazione dei trattati firmati in difesa delle terre indiane, che metterà a repentaglio le falde acquifere e le loro stesse vite, assieme a quelle delle generazioni future.

In questo momento drammatico in cui il Ku Klux Klan festeggia l’avvento del nuovo presidente Donald Trump, le popolazioni indigene sono precipitate nel terrore di nuovi Wounded Knee, nuove repressioni, nuovi massacri, nuove deportazioni contro i pacifici protettori dell’acqua riunitisi a Standing Rock.

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Lauren Howland del gruppo Jicarilla Apache sfida la polizia a Standing Rock (foto Jenni Monet/PBS)

PROTESTE DECISE ma pacifiche, a cui il governo ha finora risposto in modo repressivo e violento, con l’utilizzo di cani da combattimento, cannoni ad acqua, proiettili di gomma che hanno causato decine di feriti gravi e l’arresto di innumerevoli attivisti.
Ora nell’area sono arrivati anche centinaia di Veterani Nativi, che hanno messo per anni la loro vita in gioco per l’America e che ora lo fanno per difendere le proteste a difesa di questa terra. Dopo aver assistito ai brutali metodi utilizzati dalla polizia nei confronti dei nativi americani di Standing Rock, un centinaio di veterani statunitensi, appartenenti al corpo dei marines, hanno deciso di unirsi alle proteste degli indiani per difenderli dagli attacchi ingiustificati della polizia. Essi affermano: «Siamo veterani delle forze armate degli Stati uniti e chiediamo ai nostri compagni veterani di mettere assieme una milizia disarmata allo Standing Rock Indian per il 4 dicembre, per difendere i protettori dell’acqua dalle aggressioni e dalle intimidazioni messe in atto dalla polizia».

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Gli ex soldati hanno affermato anche di essere disposti a beccarsi un proiettile pur di difendere la causa indiana. Indosseranno le loro vecchie uniformi militari, ma anche giubbotti antiproiettile e maschere anti-gas, sapendo che la polizia sparerà lacrimogeni contro di loro. L’ex marine Michael Wood, ha anche aggiunto: «Questo Paese sta reprimendo la nostra gente. Se vogliamo essere davvero quei veterani che il nostro Paese ammira, allora è nostro dovere difendere la Costituzione dai nostri nemici interni che non la rispettano».

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La Guardia nazionale a difesa del Dakota Access Pipeline (foto Jenni Monet/PBS)

PROPRIO IL 4 DICEMBRE sarà infatti il giorno in cui è previsto lo sgombero del grande accampamento e l’arresto di tutti coloro che si opporranno. L’esercito è già sul luogo, pronto a intervenire con gli stessi carri armati speciali utilizzati in Iraq. I protettori dell’acqua non sono disposti a fare un passo indietro, quindi si rischierà una vera carneficina.
Per supportare le popolazioni native, il 27 novembre c’è stata una mobilitazione a Standing Rock culminata in un concerto a cui hanno partecipato Jackson Browne, Bonnie Raitt, la band John Trudell Bad Dog, Quiltman, Mark Shark, Ricky Epstein, Jane Fonda, Heather Rae Sage e molti altri.

Dal carcere di Coleman, Florida, il prigioniero politico Leonard Peltier, da 41 anni dietro le sbarre, ha scritto una lettera di sostegno alla nuova resistenza indigena di Standing Rock.

 

 

Fonte:

http://ilmanifesto.info/polizia-violenta-a-standing-rock-arrivano-i-marines-nativi/

 

Qui la lettera di Leonard Peltier:

http://ilmanifesto.info/peltier-dal-carcere-di-coleman-florida-sono-li-con-voi/

Sophia Wilansky: la ragazza che ha perso un braccio per difendere Standing Rock

 

 

Fonte:

http://earthriot.altervista.org/blog/3989-2/

Nord Dakota, idranti e gas lacrimogeni contro manifestanti: continua la protesta dei Sioux contro l’oleodotto

Nord Dakota, idranti e gas lacrimogeni contro manifestanti: continua la protesta dei Sioux contro l'oleodotto
 (reuters)
Idranti e gas lacrimogeni contro i manifestanti. Le proteste non si fermano in Nord Dakota, dove qualche centinaio di persone sta da mesi manifestando contro la realizzazione di un oleodotto che distruggerebbe i territori sacri ai Sioux. Alcuni dei presenti hanno denunciato l’uso di proiettili di gomma da parte della polizia, come è stato documentato anche dai fotografi Reuters. “Li hanno attaccati con gli idranti – afferma LaDonna Brave Bull Allard, della tribù dei Standing Rock – Quella notte era freddo, il termomentro segnava meno cinque gradi”. Molti hanno rischiato l’ipotermia, denuncia lo Standing Rock Medic & Healer Council tramite un post su Facebook. Il dipartimento dello sceriffo di Morton County si è giustificato denunciando l’aggressività dei manifestanti
Fonte:

BAMBINO PALESTINESE UCCISO DALLE FORZE ISRAELIANE CON UN PROIETTILE NEL CUORE

13729162_10155063404560760_3291163995241314617_nGerusalemme. Martedì sera, un bambino palestinese di 12 anni, Muhye Muhammad Sidqi al-Tabbakhi, è stato ucciso dai soldati israeliani al-Ram, nel nord di Gerusalemme: proiettili di metallo rivestiti di gomma lo hanno colpito al cuore.

Il bambino è stato dichiarato morto all’arrivo in ospedale.

A al-Ram erano scoppiati scontri tra le forze di occupazione e giovani locali. Alle pietre lanciate dai ragazzi i soldati hanno risposto con proiettili e lacrimogeni.

© Agenzia stampa Infopal

“Agenzia stampa Infopal – www.infopal.it”

http://www.infopal.it/bambino-palestinese-ucciso-dalle-forze-israeliane-con-un-proiettile-nel-cuore/

Rio 2016: Jhonata, 16 anni ucciso con uno sparo alla testa da un poliziotto militare nella favela Borel

01.07.16

RIO 2016: JHONATA, 16 ANNI, UCCISO CON UNO SPARO ALLA TESTA DA UN POLIZIOTTO MILITARE NELLA FAVELA BOREL. LA GIUSTIFICAZIONE: SACCHETTO DI POP CORN “CONFUSO” PER UN SACCHETTO DI DROGA

Un altro giovane nero di una favela di Rio è stato ucciso dalla polizia militare ieri sera (30.06) nella favela Morro do Borel a Rio de Janeiro. Si chiamava Jhonata Dalber Matos Alves e aveva 16 anni.

Jhonata non abitava in quella zona, vi si era recato per far visita agli zii. Era uscito di casa insieme ad un amico per andare a comprare un sacchetto di pop corn e forse proprio quel sacchetto che aveva in mano gli è stato fatale: sarà droga, hanno pensato i poliziotti militari e BUM! Centrato in piena testa. I poliziotti diranno poi che nella zona era in corso un conflitto a fuoco con i trafficanti, che una moto con dei banditi a bordo era appena transitata e che il ragazzo è stato colpito per sbaglio, la solita storia insomma…

Tutte le testimonianze degli abitanti della zona concordano nel dire che la situazione era assolutamente tranquilla e che non c’era nessuna sparatoria in corso.

Un abitante della favela ha filmato il momento in cui il ragazzo è stato raccolto e portato via dai poliziotti, ancora in vita. All’ospedale hanno tentato un intervento urgente, ma Jhonata non ce l’ha fatta. Nella serata gli abitanti di Borel sono scesi in strada per protestare. La polizia ha represso la giusta rivolta con lacrimogeni e pallottole di gomma. Nella favela è scattato il coprifuoco e a tarda notte giungevano notizie di abitanti chiusi nelle loro case invase dai gas lacrimogeni. Mentre scriviamo mancano 35 giorni, 14 ore e 34 minuti alla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici.

13.07.16

Nei quartieri dei ricchi la polizia militare non si confonde mai

Il 30 giugno scorso, Jhonata, studente di 16 anni, è stata l’ennesima vittima delle UPP (Unità di Polizia Pacificatrice) in una favela di Rio. è stato “PACIFICATO PER SEMPRE” con uno proiettile conficcatogli nella testa da un poliziotto militare. Secondo le testimonianze degli abitanti della favela, i poliziotti avrebbero confuso il sacchetto di pop corn che Jhonata portava in mano con un sacchetto di droga. La polizia militare di Rio de Janeiro (come potrete constatare in questo breve documento) è un’autentica specialista in “confusioni”! Si confonde praticamente ogni giorno, ma solo nelle favelas e nelle periferie. Non si registrano, infatti, casi di “confusione” nei quartieri benestanti della città…

I numeri spaventosi di omicidi commessi dai poliziotti militari di Rio sono tornati spaventosamente a crescere con l’approssimarsi della Coppa del Mondo di calcio prima ed ora con le Olimpiadi.

Negli ultimi 10 anni, secondo i dati raccolti dalla ONG Human Rights Watch, la sola polizia di Rio ha ucciso “ufficialmente” più di 8000 persone, il 77% delle quali giovani, nere e abitanti nelle periferie e nelle favelas. Tra gennaio e maggio di quest’anno, sempre secondo i dati ufficiali, si sono registrati 322 omicidi. Anche i poliziotti muoiono in servizio: le statistiche indicano che un poliziotto muore ogni 25 civili uccisi.

Fonte:

http://carlinhoutopia.wix.com/carlinhonews#!jhonata-16-anni-ucciso-dalla-polizia-mil/c1bnl

PALESTINA: L’ATTIVISTA ITALIANA SAMANTHA COMIZZOLI FERITA DA RUBBER BULLETS

Samantha

Attivista  italiana ferita dai soldati israeliani durante una manifestazione per i 67 anni dalla Nakba

 

Samantha Comizzoli, attivista per i diritti umani (e di tutti gli esseri viventi), oggi è stata ferita dai soldati Israeliani durante una manifestazione per i 67 anni dalla Nakba al checkpoint di Howara, come quella che si è svolta ieri,  ad Ofer (Ramallah), durante la quale ha documentato l’attacco dei soldati israeliani al villaggio di Betunia ed al gruppo di giornalisti.

Da quanto racconta Samantha si trovava con altri manifestanti al checkpoint di Howara, per marciare per la Nakba. “Stavo semplicemente camminando verso il checkpoint con le braccia aperte”, scrive sul suo profilo FB, “quando hanno iniziato a sparare le sound bomb ed i gas NON mi sono spostata. Hanno piazzato il cecchino e, sempre cno le braccia aperte, mi muovevo veloce orizzontalmente per fare da scudo agli shebab [i giovani attivisti, ndr]. Essendo donna ed internazionale pensavo fermasse il cecchino che, invece, mi ha sparato due rubber bullet e ha sparato un’altra rubber bullet a Nidal che stava fotografando”.
Ancora una volta ci corre l’obbligo di ricordare che chi è disposto a fare da scudo umano non necessariamente autorizza il nemico a trasformarlo in un bersaglio. Ma vallo a spiegare a quei vigliacchi in divisa….

Samantha è stata colpita da due rubber bullet, ad un braccio e al seno, si trova in ospedale e speriamo di avere al più presto buone notizie. Qui i suoi ultimi messaggi su Twitter.

 

Qui una foto di una delle ferite riportate:

FeritaBraccio

Nel mese di aprile è iniziato il tour italiano del suo secondo documentario, “israele, il cancro”, proiettato anche a Torino in una sala piena presso la Cascina Roccafranca, con un collegamento via Skype con Samantha e con uno dei protagonisti ai quali il Consolato italiano ha negato il visto per il tour italiano del docufilm.

Tutta la nostra solidarietà a Samantha Comizzoli, vediamo se il consolato così attento a selezionare i visitatori palestinesi sarà altrettanto solerte nell’agire per tutelare la vita degli attivisti italiani.

Aggiornamento ore 14:20 – Scrive Samantha Comizzoli sul suo profilo FB: “sono a casa, non è nulla di grave, ovviamente fa male. no posso pubblicare le foto ora perchè mi hanno fatto delle medicazioni che devo tenere per 3 ore ed anche perchè ho bisogno di riposare. a dopo…scusate se non sto su fb ora e grazie a tutti per i messaggi. un abbraccio.”

Per capire di cosa stiamo parlando, questo è un RUBBER BULLET:

RubberBullet

 

 

 

 

 

 

 

 

Simonetta Zandiri – TGMaddalena.it

 

Fonte:

http://www.tgmaddalena.it/palestina-samantha-comizzoli-attivista-e-regista-di-due-documentari-ferita-da-rubber-bullet/

 

BAHRAIN: PROTESTE PER ANNIVERSARIO RIVOLTA

 

(Agenzie). La capitale del Bahrein, Manama, è stata teatro di nuove proteste e scontri proprio in occasione del quarto anniversario della rivolta contro la monarchia.

I manifestanti hanno bruciato pneumatici e usato bidoni della spazzatura e rami per bloccare le strade. La polizia a sua volta è intervenuta lanciando gas lacrimogeni e proiettili di gomma, proprio mentre la folla gridava alle riforme.

Amnesty International ha esortato il governo del Bahrain a fermare il dispiego delle forze di sicurezza e a “cogliere l’opportunità del quarto anniversario della rivolta per annunciare riforme vere e durature”.

 

 

Fonte:

http://arabpress.eu/bahrein-proteste-per-anniversario-rivolta/57227/

ISRAELE CHE SPACCA LA TESTA AD UN BAMBINO

Dal blog di Samantha Comizzoli:

lunedì 8 settembre 2014

Sta per iniziare la scuola in Palestina. I genitori di Mohammed gli comprano tutto l’occorrente. Ha 16 anni ed una vita davanti, anche se vive a Gerusalemme, città sotto occupazione nazista.
E’ bravo a scuola Mohammed e i suoi genitori lo amano.
E’ sera e a Gerusalemme ci sono degli scontri, come sempre, perchè i soldati israeliani attaccano i Palestinesi. Per rapirli, ferirli, distruggergli la casa; insomma un concentrato di violenza alla quale rispondono gli shebab.
Gli shebab sono tutti coloro che stanno in strada e Resistono, anche solo non spostandosi dalla strada quando arrivano i soldati e sparano, oppure tirando dei sassi a quei mostri armati fino ai denti.
E’ sera e Mohammed è in strada con gli shebab, durante gli scontri. I soldati nazisti israeliani sparano una rubber bullet dietro al cranio di Mohammed. Sono a distanza ravvicinata e Mohammed cade a terra. Gli altri shebab cercano di fermare i soldati, ma non riescono a fermare quella violenza su Mohammed…..
E’ a terra e i soldati israeliani si accaniscono su di lui prendendolo a calci in testa anche se gli avevano già sparato.
Mohammed viene portato all’ospedale, ha un trauma cranico e un’emorragia celebrale.
Per 6 giorni rimane attaccato ad una macchina e il suo papà attaccato a lui.
Ieri, Mohammed è morto. E’ martire. 16 anni, pronto per andare a scuola.
Questo è quello che è accaduto, qualsiasi considerazione possiamo fare è inutile a mio avviso. E’ già sufficiente divulgare i fatti. E’ una delle tante tragedie in Palestina. Nessuno fermerà la prossima perchè il mostro israele ha l’appoggio dei nostri “stati civili”.
– Governo italiano, assieme ad israele, hai spappolato la testa di un altro bambino Palestinese.-
Sento la puzza del sangue che hai fatto versare.
Fonte:

ATTACCO ISRAELIANO A NABLUS

mercoledì 3 settembre 2014

 

 

 

Avevamo passato una bella serata ed eravamo pronte per dormire, come in qualsiasi città di 135 mila abitanti durante l’estate.

 

E’ l’una di notte, una di noi si sta incremando la faccia, pronta per andare a letto, ma……booooom!

 

E’ una bomba, una sound bomb. I soldati israeliani sono qui, nel centro di Nablus. Usciamo in strada per capire esattamente dove sono e sentiamo altre bombe.

 

Ok, il tempo di mettersi le scarpe e iniziamo a correre. E’ l’una di notte. In quel momento mi viene un dubbio “cazzo..siamo distanti dal luogo delle esplosioni e non c’è nessuno in strada, solo noi tre….non vorrei incontrare i soldati prima di arrivare da qualcuno, dagli shebab…”.

 

Non faccio in tempo a finire la frase che arrivano verso di noi 3 jeeps di soldati israeliani. Ho anche la Kheffia rossa al collo…..

 

Passo lungo senza correre e attraversiamo la strada per andare dove c’è luce, loro non si fermano. C’è andata bene.

 

Arriviamo a piedi a Sharatell con alcuni shebab che incontriamo lungo la strada. Pochissimi shebab, devo dire, e il motivo può essere uno solo: i soldati sono qui per rapire shebab.

 

Nel frattempo ricevo altre telefonate da altre zone, i soldati sono anche a Ras El Ain, Rafhidja e Al Najah. Sono dappertutto, c’è anche la border police.

 

Iniziamo a supportare gli shebab anche solo con la nostra presenza e le telecamere. Urlo varie vole che siamo internazionali e stiamo documentando con un video quello che faranno; i soldati israeliani, di risposta, ci puntano con il laser del fucile e ci sparano contro a distanza ravvicinata il gas lacrimogeno, più volte.

 

Quattro ore… a Saharatell, di spari e raid nelle case, gli ho urlato di tutto a quei mostri. Hanno devastato anche un centro sportivo, una scuola materna femminile e un centro di recupero per i disabili.

 

Finalmente verso le 4,00 si allontanano e vediamo jeeps in altre strade. Ci incamminiamo verso la piazza di Nablus e salutiamo la maggior parte degli shebab. Coraggiosi, come al solito, non si spostavano nemmeno se puntati dal laser del fucile.

 

Quando arriviamo nella piazza incrociamo un taxi con le portiere sporche di sangue. Il taxista ci dice che ha appena portato un bambino al Rafhidia Hospital: i soldati gli hanno sparato ad una mano. Ha 14 anni.

 

Decidiamo di andare all’ospedale per vedere cos’ha lasciato israele quando se ne è andato.

 

Il bambino è sotto shock e il proiettile gli ha perforato la mano. C’è un altro ragazzo ferito da rubber bullet ad una gamba, al petto e alla testa. E’ già fasciato e sta bene.

 

Poi vedo un padre di 60 anni piangere all’ingresso dell’ospedale. Suo figlio sta urlando dentro all’ospedale, si lamenta e chiama gli shebab.

 

Il figlio si è gettato del terzo piano per non farsi prendere dai soldati. Credo abbia qualcosa di rotto internamente. Non siamo sciacalli dell’informazione e non facciamo pressioni né per fare domande a chi sta piangendo, né a chi sta lavorando.

 

Un medico ci chiama per documentare tutto comunque quando devono trasportare il ragazzo in sala operatoria. Lo filmiamo con la bombola di ossigeno sulla barella e il sangue ovunque. Questa è l’immagine della “pace” creata da israele.

 

Torniamo a casa distrutte. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare, ma siamo consapevoli che non fermerà il prossimo attacco dei soldati israeliani in Palestina.

 

Stanno dando il sangue e il resto del mondo va a gin-tonic.

Fonte:

http://samanthacomizzoli.blogspot.it/2014/09/attacco-israeliano-nablus.html

GAZA: IL BILANCIO DELLE VITTIME SALE A 842 PALESTINESI UCCISI E OLTRE 4000 FERITI. CISGIORDANIA: LA RESISTENZA SI ESTENDE, DURANTE LE PROTESTE DI IERI E OGGI UCCISI 7 PALESTINESI TRA CUI UN ATTIVISTA PER I DIRITTI DELL’INFANZIA

Ultimi aggiornamenti da Nena News:

 

25 lug 2014

by Redazione

Sale il numero delle vittime gazawi dopo il bombardamento della scuola dell’UNRWA a Beit Hanoun. Ieri notte il checkpoint di Qalandiya teatro di una manifestazione di massa: 10mila i presenti, due i palestinesi uccisi, 200 i feriti. Altri tre palestinesi uccisi oggi a Nablus e Hebron.

 

Una scuola di Jabaliya rifugio agli sfollati (Foto: Alessio Romenzi  -Time)

Una scuola di Jabaliya rifugio agli sfollati (Foto: Alessio Romenzi -Time)

 

AGGIORNAMENTI:

ORE 18.45 – TEAM UNRWA NON RIESCE A FARE SOPRALLUOGO A BEIT HANOUN, GAZA

Gli ispettori dell’Unrwa, tra cui esperti di armi, oggi hanno dovuto concludere in anticipo l’ispezione nella scuola di Beit Hanoun, teatro ieri della strage (16 morti) provocata dai raid israeliani, che hanno colpito l’istituto in cui si erano rifugiate 1.500 persone.

Il portavoce dell’agenzia Onu, Chris Gunness, ha riferito che,   le Forze armate israeliane erano state avvisate del sopralluogo. Il team si è dovuto allontanare dall’edificio a causa di spari esplosi intorno alla scuola. Gunness non ha specificato chi stesse sparando.

“Torneremo a Beit Hanoun quando le condizioni di sicurezza lo consentiranno”, ha detto.

Ore 18.30 – LA COMPAGNIA TEDESCA LUFTHANSA HA RESO NOTO CHE RIPRENDERÀ I VOLI DA E PER TEL AVIV SABATO

Ore 18.25 – FORZE ARMATE ISRAELIANE: 35 I SOLDATI MORTI

Ore 18.20: UNRWA: 160,487 SFOLLATI IN 83 STRUTTURE ONU

Ore 18.15– UE: INDAGINE SU MORTE DI 15 PALESTINESI IN RAID SULLE STRUTTURE ONU

L’Unione europea oggi ha chiesto una “immediata” indagine sulla morte di 15 palestinesi che si trovavano in un edificio delle Nazioni Unite bombardato dagli israeliani a Gaza.

Il portavoce della Commissione europea, Maja Kocijancic, ha esortato “le parti belligeranti a rispettare l’inviolabilità delle strutture Onu”.

17.50 – GAZA. 150.137 PALESTINESI NELLE STRUTTURE DELL’UNRWASempre più difficile la situazione a Gaza, dove sono 150.137 i palestinesi che hanno trovato rifugio nelle 84 strutture dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) presenti nella Striscia di Gaza.Sale il numero delle vittime: 842 morti e oltre 4.000 feriti. Oggi un medico che portava soccorso a Beit Hanoun è morto mentre viaggiava a bordo di un ambulanza colpita dai raid israeliani.BtZKdBxCUAA3I3MFOTO UNRWAOre 17.40 – I PALESTINESI DENUNCIANO ISRAELE ALLA CORTE PENALE INTERNAZIONALEIl ministro palestinese della Giustizia, Saleem Al-Saqqa, e il procuratore del tribunale di Gaza, Ismail Jabr, oggi hanno presentato una denuncia per crimini di guerra a Gaza contro lo Stato di Israele alla Corte penale internazionale (ICC) dell’Aia. Per procedere, la Corte dovrà stabilire se ha giurisdizione nell’Autorità nazionale palestinese. Usa e Israele non hanno ratificato, e Tel Aviv ha dichiarato di non voler ratificare, al trattato che istituisce l’ICC che non è un organismo dell’Onu.Ore 17.20 –CISGIORDANIA: OGGI 5 MORTI NELLE PROTESTE CONTRO ATTACO A GAZA

Un altro palestinese è stato ucciso oggi in Cisgiordania, durante le manifestazioni contro l’operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza. Ieri due ragazzi sono deceduti nel corso della protesta a Qalandia, cui hanno partecipato tra i 10mila e i 20mila palestinesi.

Tra le vittime anche il 47enne Hashem Abu Maria che ha lavorato per la Ong palestinese Defence for Children. Gli altri morti sono: Khaled Azmi Khaled Yousef, 18, Tayeb Abu Shehada, 22, Sultan al-Zaaqiq, 30, and Abd al-Hamid Breigheth, 35.

Il 18enne Yousef è stato ucciso da un colono israeliano che ha aperto il fuoco sui manifetsanti durante una Marcia vicino alla città di Nablus. Gli altri sono stati vittime del fuoco dei soldati israeliani.

Ore 17.15 – EGITTO: UCCISI DUE MILITARI EGIZIANI NEL SINAI

Un ufficiale egiziano riferito della morte di due ufficiali nel nord del Sinai. Le vittime sono state uccise da un commando armato vicino alla città di el-Arish oggi.

Due giorni fa l’esercito del Cairo ha ucciso tre miliziani in Sinai, tra cui il fratello del presunto leader del gruppo armato  Ansar Beit al-Maqdis, legato ad al Qaeda. (AP)

Ore 16.40 – ESERCITO DICHIARA MORTO IL SOLDATO CHE HAMAS HA DETTO DI AVERE CATTURATO DOMENICA 

Le Forze armate israeliane hanno confermato il decesso del sergente Oron Shaul, dato per disperso da Israele, la cui cattura però è stata rivendicata da Hamas che ha diffuso i documenti e il numero di matricola del soldato. L’esercito ha detto che il militare è morto in combattimento domenica scorsa, ma non ha recuperato il corpo.

Ore 16.30 – AL MASRI: NESSUN CESSATE IL FUOCO. SEI MORTI IN CISGIORDANIA

Sempre più in salita la strada verso la tregua proposta da Kerry. L’agenzia palestinese Ma’an ha riferito che il leader e parlamentare di Hamas, Mushir al-Masri, ha detto che sul tavolo “non c’è alcun cessate il fuoco con Israele” e cha la resistenza sta “portando avanti la battaglia con saggezza”.

Le condizioni della tregua, tra cui il mantenimento delle truppe israeliane a Gaza, sono difficili da accettare per Hamas. Nella Striscia, però, c’è un’emergenza umanitaria. Mancano acqua e cibo. Oltre 150.000 sfollati si sono rifugiati nelle scuole dell’Onu, che però sono diventate un target militare negli ultimi giorni. I raid israeliani ieri hanno colpito la scuola di Beit Hanoun, dell’Unrwa, facendo strage tra i palestinesi ospitati nell’edificio. L’agenzia dell’Onu ha negato che all’interno dell’edificio ci fossero armi.

Intanto, ieri sera la Cisgiordania è stata teatro di proteste e scontri che proseguono anche oggi. Sei palestinesi sono stati uccisi.

Ore 16.10 – GAZA: 838 PALESTINESI MORTI

Mentre la diplomazia si muove lentamente verso un cessate il fuoco che forse potrebbe essere annunciato stasera dal segretario di Stato John Kerry, al Cairo, nella Striscia di Gaza prosegue l’attacco israeliano, come pure i lanci di razzi di Hamas verso Israele.

Il bilancio delle vittime palestinesi è salito a 838 morti. Sono, invece, 33 i soldati israeliani deceduti dall’inizio dell’offensiva israeliana via terra.

Ore 16.00 – CISGIORDANIA: 4 MORTI NEL ‘GIORNO DELLA RABBIA’

Sale il bilancio dei palestinesi uccisi oggi in Cisgiordania durante le proteste contro l’attacco a Gaza. Sono quattro i palestinesi uccisi: tre da soldati israeliani e uno da un colono.

Ore 15.50 – Mustafa al-Sawaf, editore del quotidiano Al-Risale, vicino ad Hamas, ha detto che il movimento islamico sta esaminando la proposta di cessate il fuoco di Kerry, ma resta problematica la questione delle clausole che chiedono la demilitarizzazione di Hamas e la presenza delle truppe israeliane nella Striscia di Gaza. Clausole difficili da accettare per il movimento islamico. (Ynetnews)

ore 15.40 – CONFERENZA STAMPA KERRY-BAN KI-MOON POSTICIPATA ALLE 20.30 (19.30 ITALIANE): FORSE ANNUNCERANNO IL CESSATE IL FUOCO. (Guardian)

ore 15.25 -IRAN. CENTINAIA DI MIGLIAIA IN PIAZZA PER GAZA

Le città iraniane si mobilitano in sostegno dei palestinesi. Come ogni anno dal 1979, l’ultimo venerdì del mese islamico del Ramadan è il giorno della solidarietà con il popolo palestinese, ma quest’anno l’attacco israeliano a Gaza ha fatto scendere in strada centinaia di migliaia di persone per partecipare alle manifestazioni organizzate dallo Stato Islamico.

A Teheran tra la folla anche il presidente iraniano Hassan Rouhani.

Il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha chiesto all’Egitto il permesso di trasportare a Gaza aiuti umanitari. Zarif è in attesa della risposta del Cairo.

Stessa richiesta è stata avanzata dal governo turco a quello di Tel Aviv, che però ha negato il permesso.

ore 15.30 – INIZIATO DA UNA VENTINA DI MINUTI IL GABINETTO DI SICUREZZA DEL GOVERNO ISRAELIANO PER DISCUTERE LA PROPOSTA DI CESSATE IL FUOCO PRESENTATA DAL SEGRETARIO DI STATO USA JOHN KERRY.

ore 15.20 – ANCORA UN MORTO IN CISGIORDANIA: UCCISO DAI SOLDATI ISRAELIANI UN 47ENNE PALESTINESE A BEIT UMMAR, TRA HEBRON E BETLEMME. TRE MORTI OGGI

ore 14.45 – A NABLUS UCCISI DUE GIOVANI PALESTINESI. FATAH FA APPELLO AL “GIORNO DELLA RABBIA”

Sono morti due dei quattro manifestanti feriti da un gruppo di coloni che hanno aperto il fuoco da un’auto a Hawwara, vicino Nablus. I loro nomi: Khaled Azmi Oude, di 18 anni, e Tayeb Mohammad Saleh Shade, 25 anni.

Fatah e altre fazioni palestinesi hanno chiamato il popolo della Cisgiordania a protestare ovunque, nel “giorno della rabbia” per il massacro in corso a Gaza. Tace il presidente Abbas che da Amman fa solo appello ai palestinesi perché donino sangue da inviare gli ospedali di Gaza e Cisgiordania.

ore 14.00 – MINISTRO ESTERI TURCO INCONTRA MESHAAL IN QATAR PER DISCUTERE DELLA TREGUA

Il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, è volato a Doha dove incontrerà il leader politico di Hamas, Khaled Meshaal, per discutere della proposta statunitense di tregua a partire da domenica. Secondo Channel 10, emittente israeliana, Netanyahu ha accettato la tregua e farà pressioni sul gabinetto di sicurezza perché accetti.

ore 13.45 – COLONO SPARA CONTRO MANIFESTANTI

Un colono ha aperto il fuoco contro manifestanti in marcia a Nablus, 4 feriti.

ore 13.30 – BAMBINO DI 5 ANNI UCCISO DA UN CECCHINO

La giornalista Noor Harazeen ha scritto su Twitter che il cuginetto Walid, di 5 anni, è stato ucciso da un cecchino israeliano a Shayajie.

ore 13.10 – SOLDATO ISRAELIANO UCCISO DA FUOCO AMICO

Oggi a Gaza è morto un altro soldato israeliano, il sergente Yair Ashkenazy, di 36 anni di Rehovot. E’ stato ucciso da fuoco amico durante un’operazione a nord della Striscia.

ore 13 – HAARETZ: “A BREVE CONFERENZA STAMPA DI KERRY AL CAIRO, FORSE PER ANNUNCIARE CESSATE IL FUOCO”

Un giornalista di Haaretz, Barak David, citando fonti diplomatiche, ha detto che il segretario di Stato Usa Kerry a breve terra una conferenza stampa al Cairo con il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, e rappresentanti delle Nazioni Unite per annunciare il cessate il fuoco”.

ore 12.50 – GABINETTO DI SICUREZZA ISRAELIANO POSPOSTO ALLE 14 ITALIANE

ore 12.10 – SCONTRI IN CORSO A GERUSALEMME. INIZIATI I FUNERALI DI UNO DEI GIOVANI UCCISI IERI A RAMALLAH

Sono in corso scontri intorno alla Moschea di Al Aqsa a Gerusalemme, dopo che le autorità israeliane hanno bloccato l’ingresso alla Spianata agli uomini sotto i 50 anni, per la preghiera dell’ultimo venerdì di Ramadan. Un giovane palestinese è stato gravemente ferito da un proiettile di gomma. Anche la notte appena trascorsa è stata una notte di scontri: la polizia ha lanciato gas lacrimogeni, granate stordenti, proiettili di gomma e acqua chimica contro i manifestanti, ferendone almeno 40. Quaranta anche i palestinesi arrestati, ha detto il portavoce della polizia Rosenfeld.

Sono in corso i funerali di uno dei giovani uccisi ieri a Ramallah, Mohammed Al Araj. Si temono scontri.

ore 12.00 – LA BATTAGLIA DI QALANDIYA NEI TWEET DEL GIORNALISTA STATUNITENSE JONATHAN MILLER DI CHANNEL 4: PALLOTTOLE ISRAELIANE CONTRO BIGLIE LANCIATE CON LE FIONDE

Tweet di Jonathan Miller da Qalandiya, Ramallah

Tweet di Jonathan Miller da Qalandiya, Ramallah

 

ore 11.45 – HAMAS: “MISSILI VERSO L’AEROPORTO DI TEL AVIV”

Le Brigate Al Qassam hanno dichiarato di aver lanciato tre missili M75 contro l’aeroporto di Tel Aviv e di averlo colpito. Nei giorni scorsi le autorità aeree europee e statunitense avevano bloccato i voli di linea verso il Ben Gurion, per poi riprenderli ieri dopo due giorni di stop.

ore 11.30 – IL VALICO DI KEREM SHALOM APERTO

Oggi il valico di Kerem Shalom resterà aperto per permettere l’ingresso di aiuti umanitari, carburante e bombole di gas per usi domestici dentro Gaza. Lo ha fatto sapere il Ministero degli Interni palestinesi, sottolineando che in genere il venerdì e il sabato è chiuso.

ore 11.00 – COLPITI L’EDIFICIO DEL MINISTERO DELLA SICUREZZA DI HAMAS E L’UFFICIO MILITARE DI THABET

Secondo l’esercito israeliano, durante la notte sono stati bombardati la sede del Ministero della Pubblica Sicurezza di Hamas e l’ufficio militare di Raad Thabet, leader del braccio armato.

ore 10.40 – BILANCIO DELLE VITTIME SALE A 815, STERMINATA LA FAMIGLIA DI UN LEADER DELLA JIHAD ISLAMICA

Da mezzanotte ad ora sono stati uccisi 16 gazai, facendo salire il bilancio a 815 morti, secondo il Ministero della Salute. Oltre 5.240 i feriti. Nella notte l’esercito israeliano ha colpito la casa di Salah Ahmad Abu Hasanin, leader delle Brigate Al Quds della Jihad Islamica, uccidendolo insieme a tre dei suoi figli, il 15enne Abd al-Aziz, il 12enne Hadi e Abd al-Hadi, 9 anni.

A Deir al-Balah, una donna di 23 anni, Shayma Hussein Abd al-Qader Qannan, è rimasta uccisa nel bombardamento della casa della famiglia al-Sheikh Ali. Era incinta, ma i medici sono riusciti a salvare il suo bambino.

ore 10.15 – TREGUA DA DOMENICA PROPOSTA DA JOHN KERRY

Il segretario di stato John Kerry ha presentato alle parti una proposta che prevede, da domenica, una tregua temporanea di una settimana durante le quale Israele e Hamas comincerebbero a negoziare al Cairo su punti di sicurezza, economici e politici, per un accordo duraturo. Tuttavia durante la tregua proposta da Kerry  le forze israeliane non lascerebbero del tutto la Striscia di Gaza, uno dei punti piu’ contestati da parte palestinese.  Gli Stati Uniti, il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon e l’Unione Europea si farebbero garanti con entrambe le parti che i negoziati riguarderanno temi essenziali: per Israele, il disarmo di Gaza e la distruzione dei tunnel, per Hamas, la fine del blocco di Gaza e la ricostruzione dei danni che la Striscia ha subito durante le devastanti offensive militari israeliane.

 

ore 10 – IL GOVERNO ISRAELIANO DISCUTE DELLA TREGUA

Oggi il gabinetto di sicurezza israeliano si incontra per discutere della proposta di tregua del segretario di Stato Usa John Jerry.

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Diretta di ieri – Giovedì 24 luglio

dalla redazione

Gerusalemme, 25 luglio 2014, Nena News – Il popolo gaawi entra nel 18esimo giorno di bombardamenti costretto a piangere 805 morti, 5.200 i feriti secondo il Ministero della Salute. Nella notte è salito il bilancio, dopo il bombardamento della scuola dell’Unrwa a Beit Hanoun, dove hanno perso la vita 16 persone, almeno 200 i feriti. E mentre Israele tenta di giustificare un’azione gravissima – colpire una struttura dell’Onu dove si stavano rifugiando 1500 persone – i portavoce dell’agenzia Onu tornano a dire di non aver ricevuto alcun avvertimento da parte delle autorità militari e di aver più volte segnalato la presenza di sfollati nel loro edificio.

gaza

In queste ore sono ripresi i bombardamenti anche a Gaza City, mentre le zone di Shajaye e Zeitun si svuotano: centinaia le persone in fuga, molte accolte nella chiesa ortodossa di San Porfirio, come si vede nella foto di Michele Giorgio.

Nelle stesse ore a infiammarsi era anche la Cisgiordania e Gerusalemme: tutta a parte est della Città Santa è scesa in piazza nella notte che precede gli ultimi giorni di Ramadan, Leylat al-Qard (La notte del destino). Una notte importante per i musulmani, trascorsa a pregare e a leggere il Corano. Per i palestinesi la notte del destino dovrebbe essere trascorsa nella moschea di Al Aqsa, a Gerusalemme, ma le restrizioni imposte dall’occupazione israeliana non permettono più di farlo. E oggi la notte del destino arriva mentre Gaza è sotto attacco.

Così ieri da Shuafat a Silwan, da Wadi al-Joz a At-Tur scontri con le forze di polizia, che hanno lasciato feriti 5 poliziotti a causa del lancio di fuochi d’artificio; 39 palestinesi sono stati arrestati.

Scene da Intifada a Qalandiya, tra Ramallah e Gerusalemme. Ieri il gruppo 48ThosandMarch ha organizzato un marcia verso Gerusalemme, partita alle 21.30 dal campo profughi Al Amari di Ramallah. Migliaia di persone hanno partecipato, chi dice 10mila che 20mila. I ragazzi hanno lanciato molotov e pietre, incendiato copertoni e attaccato i simboli dell’occupazione in uno dei peggiori checkpoint della Cisgiordania, quello di Qalanidya.

qlanadiya

L’esercito si era preparato prima chiudendo alcuni accessi alla città, per poi rispondere con il lancio di gas lacrimogeni, proiettili di gomma, granate stordenti, ma soprattutto pallottole vere: due giovani sono stati uccisi, Mohammad Al Araj, 19, and Majed Sufian, 27; oltre 200 i feriti, di cui circa 10 in gravi condizioni. Le ambulanze hanno fatto la spola da Qalandiya all’ospedale governativo di Ramallah fino a notte inoltrata. Secondo l’esercito i due palestinesi uccisi avrebbero sparato con i kalashnikov contro i soldati.

Sul piano diplomatico, secondo quanto riportato da fonti statunitensi, il segretario di Stato Usa Kerry ha proposto un piano in due fasi per fermare l’operazione contro Gaza: una settimana di tregua a partire da domenica durante la quale partano i negoziati veri e propri sui vari aspetti, economici, politici e di sicurezza tra Hamas e Israele, alla presenza di attori internazionali. La proposta sarebbe in fase di discussione: Israele vorrebbe mantenere la presenza militare dentro Gaza durante la tregua di una settimana, possibilità che Hamas non accetta insistendo di volere l’assicurazione di un serio allentamento del blocco contro la Striscia come precondizione al dialogo. Nena News

 

La marcia di ieri a Ramallah

La marcia di ieri a Ramallah

Fonte:
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Vedi anche il seguente articolo di Radio BlackOut:

luglio 25, 2014 in Hot News

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Palestina, notte di rivolta nella west bank, a Gaza mattinata di bombe e resistenza
La notte appena trascorsa potrebbe segnare un momento di svolta nello scenario mediorientale. Non si vedevano cortei così dalla seconda intifada, quella del 2000, commentano le tv arabe. E’ infatti stata una notte di guerrigilia in tutti i territori, a decine di migliaia hanno infatti partecipato alla cosidetta 48March che si è snodata in ogni centro cittadino dei territori di cisgiordania dirigendosi verso i checkpoint e il muro dell’aprthaid che divide i palestinesi dall’occupazione israeliana. Gli scontri più pesanti sono stati a Qalandya, nel sobborgo che divide Ramallah da Gerusalemme, dove oltre 10.000 persone hanno sfilato sino al checkpoint dove sono scoppiati scontri violentissime con i soldati israeliani che hanno risposto sparando sulla folla. Folla che per ore ha combattuto con fionde e molotov, innalzando barricate e sparando fuochi d’artificio per tenere a distanza le truppe israeliane. Proprio a Qualandya ci sarebbero stati i primi due morti, uccisi per colpi da arma da fuoco, mentre altri due sarebbero in fin di vita nell’ospedale di Ramallah. Si parla di oltre 100 feriti, di cui moltissimi per ferite provocate da proiettili. Quello che si è consumato ieri notte è comunque un segnale determinante, alla vigilia dell’ultimo venerdì di Ramadan, e forse davvero la parola Intifada non è solo un hastag che ieri sera impazzava nel mondo arabo che seguiva costantemente quanto stava accadendo, da Betlemme ad Hebron, dalla città vecchia di Gerusalemme sin dentro lo mosche di Al Aqsa, dove la polizia israeliana aveva vietato l’ingresso agli uomini con meno di 50 che si sarebbero recati per la preghiera serale. L’ennesima provocazione orribile dello stato occupante.
A Gaza invece ieri è stata la giornata della strage della scuola dell’Onu. Almeno 17 le vittime, fra cui molti bambini, circa 200 i feriti secondi fonti mediche. La scuola dell’Unrwa -agenzia ONU per i rifugiati, era utilizzata come riparo dagli abitanti di Beit Hanun, a nord della Striscia, costretti ad abbandonare le lora abitazioni con l’ingresso delle truppe israeliane. Stamattina ancora bombe sulla striscia, il conto dei morti è salito a 818. Per domani nuovi cortei in tutto il mondo, in risposta all’appello dei “giovani palestinesi nel mondo” in sostegno alla popolazione palestinese e la sua resistenza, che passa dalla mobilitazione internazionale boicottaggio di Israele.

Ascolta la diretta con Bilal sulla notte di rivolta ieri nella westbenk e il suo appello alla solidarietà internazionale

 

 

Fonte:

 http://radioblackout.org/2014/07/dalla-cisgiordania-la-resistenza-non-si-estende/