ALEPPO: ESPULSIONE COMPLETATA

Dalla pagina Facebook https://www.facebook.com/unalentaimpazienza/

di Francesco Tronci

#ALEPPO: ESPULSIONE COMPLETATA
Non ci saranno più immagini da parte degli attivisti di Aleppo est: la criminale espulsione dei suoi abitanti è stata completata e la leggendaria città di Aleppo è ora sotto il controllo del regime e dei suoi alleati, ovvero del responsabile della morte di mezzo milione di siriani.

La comunità internazionale ha risposto ai crimini di Assad con il trasferimento coatto degli abitanti, ovvero con un’azione che costituisce un crimine di guerra e un crimine contro l’umanità. Questo è il “piano di pace” di Assad, della Russia e dell’Iran per la Siria: la sistematica espulsione di tutte le comunità che si oppongono al regime.

Uomini, donne, bambini, feriti e anziani, deperiti e affamati, che raccontano storie di orrore, di esseri umani rimasti sotto le macerie senza che nessuno potesse aiutarli, sono stati espulsi dalle loro case. Hanno scelto di andare a Idlib e nella campagna a ovest di Aleppo, ovvero in zone sotto il controllo dei ribelli e costantemente colpite da bombardamenti e barili bomba. Scelgono questo piuttosto che tornare sotto il dominio di Assad, perché sanno bene quello che li attenderebbe. Idlib sarà la prossima?

Sei anni fa i siriani si sollevarono per la democrazia in un paese governato per mezzo secolo dalla dittatura di una dinastia mafiosa e brutale. Nessuno li supportò. Furono completamente abbandonati. Sono stati calunniati, colpiti a morte, torturati, bombardati, gasati e ridotti alla morte per fame. E, per finire, esiliati dalle loro case, contro la loro volontà, e costretti a vivere al gelo senza sapere cosa sarà di loro.

Nelle case bombardate e abbandonate molti hanno lasciato delle scritte sui muri perché l’esercito di Assad potesse leggerle: “Sotto ogni casa distrutta ci sono famiglie sepolte con i loro sogni da Bashar e i suoi alleati”, oppure semplicemente: “Torneremo”.

Forse alcuni di loro riusciranno a raggiungere le strade delle nostre città e li chiameremo “rifugiati”. La città è stata schiacciata, ma i suoi abiatnti non sono scomparsi: sono al freddo e al rischio di nuove carneficine e chiedono, ancora, di non essere nuovamente dimenticati. Saranno ascoltati?

Nel frattempo, il tiranno genocida continua a sedere sul suo trono.
#SaveAleppo
#SaveSyria
#FreeSyria

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ALEPPO, EVACUAZIONE BLOCCATA TRA L’INDIFFERENZA DEL MONDO POLITICO

Dal mio profilo Facebook:

Donatella Quattrone ha condiviso il post di Shady Hamadi.
Adesso ·

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Shady Hamadi ha aggiunto 2 nuove foto.

Due facce della stessa #Aleppo, ma una nega l’altra: Due ragazze posano davanti ai ruderi Carlton Hotel. Altre aspettano evacuazione #Siria
Aleppo, Syria December 17, 2016. REUTERS/ Omar Sanadiki

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Donatella Quattrone ha condiviso il post di Shady Hamadi.

1 h ·

Intervista con Radio Vaticana. Buon ascolto

Nonostante la risoluzione firmata pochi giorni fa dall’Onu, è stata rinviata di circa 24 ore l’evacuazione delle ultime zone di Aleppo est ancora in mano ai ribelli
it.radiovaticana.va
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Donatella Quattrone

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Fiore Haneen Sarti ha pubblicato una nota.

di Julien Salingue, da resisteralairdutemps.blogspot.it, traduzione di Chiara Carratù
«Compagno»,
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Donatella Quattrone
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Una Lenta Impazienza – Il Blog ha aggiunto 4 nuove foto — a Aleppo.

#Aleppo
+++URGENTE+++
Un girone dantesco che sembra non avere fine.
Il processo di “evacuazione” è fermo da ieri. In attesa di essere portate via dalla città

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Donatella Quattrone
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-4:45
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Una Lenta Impazienza – Il Blog ha aggiunto un nuovo video.

#ALEPPO, 2012
Perché Assad ha liquidato, letteralmente liquidato, Aleppo?
Ecco perché.
Aleppo, 2012, questi giovani cantano per la libertà e si fanno beffa di A

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Donatella Quattrone

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MIGLIAIA DI CIVILI ATTENDONO ANCORA DI LASCIARE ALEPPO DOPO IL NUOVO ACCORDO. IL MONDO SI DIVIDE TRA COMPLICITA’ E SOLIDARIETA’

Dal mio profilo Facebook:

Donatella Quattrone ha condiviso un link.
L’accordo raggiunto il 17 dicembre permetterà di riprendere l’ evacuazione di Aleppo Est e di altre zone della Siria. Secondo le Naz…
bobfabiani.blogspot.com/2016/12/miglia…
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Donatella Quattrone

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Francesco Tronci

#Aleppo Dopo gli ultimi eventi la situazione sta precipitando. Domanda a sinistra del Pd: quanti della sinistra italiana che sostiene Assad sanno cosa sta avven

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Donatella Quattrone
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-0:44
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Una Lenta Impazienza – Il Blog ha aggiunto un nuovo video.

CIVILI BLOCCATI DA GIORNI: I FERITI COMINCIANO A MORIRE.
PARTECIPA ALLE PIAZZE PER ALEPPO!
#Aleppo Poco fa la pagina Aleppo evacuation monitoring ha pubblicato

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Donatella Quattrone
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Francesco Tronci presso Aleppo.

#Aleppo Nonostante l’accordo (definitivo?) raggiunto stanotte l’espulsione da Aleppo est non è ancora iniziata: il regime pretende il completamento definitivo d

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Donatella Quattrone
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-1:40
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Siria | manifestazione a Damasco contro il regime assassino di Assad. ! La rivoluzione continua!

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Donatella Quattrone
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We Are All Hamza Al-Khateeb

Protesters from Tokyo next to the Russian embassy refuse the Russian and Iranian war on Syria. They stand in solidarity withthe oppressed people of Aleppo.
Thank from the bottom of our heart. 🌹

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Donatella Quattrone

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Da Fiore Haneen Sarti:

“MI SEMBRA CHE QUESTA SIA LA COSA PIU’ LUCIDA CHE HO LETTO IERI. CIO’ CHE RIVELA LA COMPLICITA’ DI TUTTI SUL MASSACRO IN CORSO.

“No, in realtà, la Siria non è un “ancora”, ma una novità assoluta.

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Ziad Majed

Rime Allaf: “No, actually, Syria is not an “again” but an absolute first. It is nothing like Bosnia or Rwanda or Chechnya or any other “never again” genocidal e

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Donatella Quattrone
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Da Fiore Haneen Sarti:

Haifa, Palestina, 15 dicembre.

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علي مواسيSegui

العشرات الآن في حيفا: عاشت سوريّا ويسقط بشّار الأسد.

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DA E PER ALEPPO

Dal mio profilo Facebook:

DIC17

Sab 10:00 · Roma, Lazio
Interessa a 680 persone · 147 persone parteciperanno
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Donatella Quattrone

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Donatella Quattrone ha condiviso l’evento di Arci Genova.

14 min ·

DIC19

Domani alle ore 18:00 · Piazza Raffaele De Ferrari, 16121 Genova GE, Italia
Interessa a 200 persone · 141 persone parteciperanno
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Donatella Quattrone

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L'immagine può contenere: 2 persone, persone in piedi, folla e spazio all'aperto
L'immagine può contenere: 5 persone, persone che sorridono, folla, cielo e spazio all'aperto
L'immagine può contenere: 3 persone, persone in piedi e spazio all'aperto
L'immagine può contenere: cielo, nuvola e spazio all'aperto
+9

Rosanna Sirignano ha aggiunto 13 nuove foto — con Fiore Haneen Sarti e altre 50 persone.

Aleppo wir sind mit euch!
Aleppo we are with you!
We cried, sang, prayed for Aleppo
بكينا غنينا صلينا لحلب
Mannheim 17.12.2016 Die Türkei-Deutschland unterstü

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Donatella Quattrone
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Fiore Haneen Sarti ha pubblicato una nota.

6 h ·

BASTA CON LA CARNEFICINA DI ALEPPO!
STOP ASSAD E I SUOI COMPLICI!
VITA E LIBERTA’ PER IL POPOLO SIRIANO!
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Donatella Quattrone
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Joey Husseini Ayoub

From the protest for Syria today in Palestine
“We refuse that the butcher of Damascus covers his crimes with his rhetoric of defending Palestine” https://t.co/Ez4xGFt4hx

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Donatella Quattrone
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Francesco Tronci presso Aleppo.

2 h ·

#Aleppo
Da una testimonianza fuori dalla Siria:
“Chattando con un amico ad Aleppo in questo momento: “Dobbiamo andarcene. La situazione qui è orribile. Non è

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Donatella Quattrone
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Una Lenta Impazienza – Il Blog presso Kilis Öncü Pınar Sınır Kapısı.

L’UMANITÀ
#Aleppo Tre giorni fa era partita una carovana di cittadini turchi che avevano l’ideale intenzione di raggiungere Aleppo e rompere l’assedio. Portano

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Donatella Quattrone
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Da Francesco Tronci:

“In diretta da #Aleppo, nell’ultimo ospedale rimasto: sporcizia, sangue ovunque, feriti sul pavimento. Questa è la situazione descritta dal giornalista americano Bilal Abdul Kareem, intrappolato nella città assieme al resto dei civili. Chiede sempre la stessa cosa: parlatene, condividete, impegnatevi.
#SaveAleppo
#SaveSyria

-1:18
Visualizzazioni: 213.163

Bilal Abdul Kareem ha aggiunto un nuovo video.

Patients freezing in a bombed out hospital. Dried blood on the walls and floor.
This is life in E. Aleppo. #TrappedInAleppo

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AGGIORNAMENTI SULLA SITUAZIONE DEI CIVILI A ALEPPO

Dal mio profilo Facebook:

 

Da Fiore Haneen Sarti:

“Per favore, COPIAINCOLLATE LA TRADUZIONE E DIFFONDETE!
CHE VEDANO CHI SAREBBERO I ‘TERRORISTI’ CHE IL BOIA ASSAD E PUTIN STANNO UCCIDENDO!
SI FERMI IL MASSACRO ORA!!!

Parole tenere per una bambina che non riesce a trovare i propri genitori.
Aleppo è in un triste momento, con un sempre decrescente numero di sopravvissuti, e questi sono gli ultimi degli ultimi.
Um Fatima è l”ultima sopravvissuta adulta di tre famiglie, il cui appartamento è stato cancellato dalle bombe russe o siriane.

“Io non so cosa Assad vuole da noi! Eravamo a casa dormendo, e improvvisamente l’intera casa ci è crollata addosso! Mio Dio, tutti i miei bambini sono morti! ”

Poi, Um Fatima va verso un vicino di casa: il ragazzo col cappello si chiama Mahmoud, viveva all’ultimo piano.
E’ il maggiore dei fratelli, e suo fratello Mohammed Ismahel, il più piccolo, ha solo un mese.
Il suo volto è l’unico sereno, in questa bolgia.
Ma quello e Il sonno della morte, perchè Ismahel è stato soffocato dalle macerie. E Mahmoud non vuole lasciare lì il suo corpicino.

“Mio Dio, tutti i miei figli sono morti, mio Dio aiutami!!”
Aleppo è un posto dove i bambini hanno smesso di piangere.

Nel corridoio, Mahmoud sta ancora cullando suo fratello. La guerra ha ribaltato i ruoli, il ragazzo ora è il padre che hanno perduto.
– “Non ti preoccupare, non moriranno invano. Non piangere, non piangere…”
– “Mahmoud e Abdullah sono morti!”
– “Dio ci vendicherà contro l’oppressore (Assad)”
– “L’edificio ci è crollato addosso, ecco cosa ci è successo!”

– “Loro hanno bisogno dei loro genitori! Sono tuoi questi bambini?”

Un’infermiera porta dentro questi bambini, che vagano di camera in camera. Non si conoscono i loro nomi, e loro non sanno di essere rimasti orfani. Il loro padre è morto sotto le macerie, e stanno cercando la mamma.

“Venite, andiamo a vedere dov’è la vostra mamma. Pensate che sia fuori dell’ospedale?”
Um Fatima ora vede la prova che più temeva:
“Perchè mi hai lasciata??!” Chiama la figlia che descrive come la sua roccia, sapendo che quella domanda, in quel posto, non avrà risposta.

In un’altra stanza, fratello e sorella stanno ancora aspettando notizie della loro madre, su un altro letto di ospedale ricoperto di polvere.
Esausti oltre le parole di una vita al di là dell’immaginabile.”

-3:40
Visualizzazioni: 2.202.901

“Aleppo è un luogo dove i bambini hanno smesso di piangere.”

Queste sono le scene di puro terrore e dolore nell’ultimo ospedale, negli ultimi giorni di Aleppo.

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Donatella Quattrone
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Da Fiore Haneen Sarti:

“BREAKING!!!!!!!!
FATE GIRARE!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Giornalista · Piace a 81.886 persone
foto di Bilal Abdul Kareem.
Bilal Abdul Kareem
  • Loretta Facchinetti
  • Joshua Evangelista
  • Veronica Bellintani
  • Pisani Simona
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Donatella Quattrone
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Da Fiore Haneen Sarti:

“ECCO I ‘PASSAGGI SICURI’ PER I CIVILI STABILITI DAL REGIME E DALLA RUSSIA!
ASSAD E PUTIN DAVANTI AL TRIBUNALE INTERNAZIONALE!!!

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-2:56
Visualizzazioni: 1046

Aleppo evacuation monitoring ha aggiunto un nuovo video.

#حلب ١٦/١٢/٢٠١٦

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Donatella Quattrone
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-1:14
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Day of Solidarity with Syria ha aggiunto un nuovo video.

URGENT!!
Bilaal just sent this message.
His battery is low and internet connection poor. This is what’s really happening in Aleppo!

https://t.co/DY2XNKtrSP

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Donatella Quattrone
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Una Lenta Impazienza – Il Blog

URGENTE: DEVI LEGGERE E POI CONDIVIDERE QUESTO POST! SVEGLIATI!
#ALEPPO

#Dovesiete in Italia? I civili che dovevano essere allontanati forzatamente da Aleppo (“

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Donatella Quattrone
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#Aleppo
#dovesiete? #wakeup
URGENTE: devi CONDIVIDERE questo post!
(in basso gli eventi delle città italiane per Aleppo).

L'immagine può contenere: sMS e spazio all'aperto

Una Lenta Impazienza – Il Blog

URGENTE: DEVI LEGGERE E POI CONDIVIDERE QUESTO POST! SVEGLIATI!
#ALEPPO

#Dovesiete in Italia? I civili che dovevano essere allontanati forzatamente da Aleppo (“

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Raffaele Bondesan http://www.lavoroculturale.org/siria-mathias-enard/

Lo scrittore francese Mathias Énard, autore di Bussola e Zona, ha vissuto a lungo in Siria, e questa è una sua…
lavoroculturale.org

 

Donatella Quattrone
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Francesco Tronci

#Aleppo TAGLIATE TUTTE COMUNICAZIONI anche internet via sat! Rischio massacro

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Donatella Quattrone
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Fiore Haneen Sarti

Truppe iraniane hanno bloccato i civili durante la ‘deportazione’.
La PULIZIA ETNICA ad Aleppo cpontinua, sotto gli occhi COMPLICI della comunità internazionale

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Donatella Quattrone
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Fouad Roueiha

ATTENZIONE NOTIZIA URGENTE:
75.000 civili ammassati a Succari, posto di blocco tra Aleppo est ed Aleppo ovest, bloccati dalle forze di regime. Messaggi vocali d

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Donatella Quattrone

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Francesco Tronci

#Aleppo URGENTE: Secondo attivisti milizie iraniane e libanesi bloccano evacuazione civili da Aleppo est. Si tratta della terza volta. 800 persone bloccate sulla strada e prese in ostaggio. Minacciano di assaltare Aleppo est.

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ALEPPO, RINVIATA EVACUAZIONE E RIPRENDONO COMBATTIMENTI. L’ORGANIZZAZIONE THE SYRIA CAMPAIGN LANCIA UN APPELLO

Aleppo, rinviata evacuazione e riprendono combattimenti

Erdogan, Damasco ha rotto tregua. Tv, ‘razzi dai miliziani’

14 dicembre, 16:54

Danni nel vecchio suq di Aleppo

 

BEIRUT – Sarebbero contrasti in seno agli alleati Russia, Siria e Iran ad impedire l’applicazione della tregua ad Aleppo che dovrebbe consentire l’evacuazione di ribelli armati e civili. Lo affermano fonti dell’opposizione.

Attivisti hanno infatti dichiarato oggi che sono ripresi i bombardamenti sulle zone di Aleppo est ancora in mano agli insorti, nonostante il cessate il fuoco annunciato ieri sera.

mentre gli autobus destinati ad evacuare civili e combattenti starebbero rientrando nei depositi, secondo alcuni media libanesi.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha da parte sua annunciato un colloquio con il suo omologo russo Vladimir Putin della situazione della tregua ad Aleppo. “Le forze del regime hanno cominciato ad attaccare di nuovo – ha detto -, rompendo il cessate il fuoco”. Secondo la tv di stato siriana, razzi sono stati sparati dai ribelli su di una zona appena riconquistata uccidendo almeno sei persone.

Secondo attivisti citati dalla tv panaraba Al Jazira, a bloccare la tregua sarebbe la richiesta di Teheran di ottenere la liberazione di alcuni prigionieri iraniani nelle mani degli insorti. L’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) afferma che a bloccare l’iniziativa sono le forze governative e le milizie sciite alleate, contrarie all’accordo raggiunto ieri dalla Russia con la Turchia senza discuterne con il governo di Damasco.

In Siria “il regime e alcuni gruppi stanno cercando di bloccare il cessate il fuoco ad Aleppo”, ha detto da parte sua il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu. “A causa di questi ostacoli, l’evacuazione non si è potuta compiere interamente, ma siamo pronti” a riprenderla, ha aggiunto il capo della diplomazia di Ankara, citato dall’agenzia statale Anadolu.

“Spero che tutti osserveranno” la tregua “e che le brutalità e le persecuzioni si fermeranno”, ha aggiunto Cavusoglu, parlando di contattic in corso con i ministri degli Esteri russo ed iraniano. La Mezzaluna rossa turca sta intanto lavorando per ampliare la sua capacità di accoglienza nei campi nel nord della Siria, prevedendo che le evacuazioni da Aleppo nelle prossime ore, in caso di successo delle tregua, giungano fino a 50 mila persone.

© Copyright ANSA – Tutti i diritti riservati

 

Fonte:

http://www.ansamed.info/ansamed/it/notizie/stati/siria/2016/12/14/siria-aleppo-rinviata-evacuazione-e-nuovi-combattimenti_fd0b3aa0-9c80-4de2-8336-efd697399265.html?idPhoto=3

*

 

Intanto l’organizzazione no-profit The Syria Campaign lancia un appello per salvare i civili chiedendo di telefonare al Ministero degli affari esteri e all’ambasciata russa per chiedere di intervenire. Di seguito l’appello in lingua inglese e italiana e il banner.

“EMERGENCY UPDATE: Yesterday’s deal to evacuate the remaining civilians in Aleppo has collapsed. Shelling and airstrikes have resumed.

This is an emergency. Please do everything in your power to take action for the safe passage of these civilians. Make a call now and demand life saving action.

AUSTRALIA: Department of Foreign Affairs and Trade 1300 555 135 // Russian Embassy +61 2 6295 9033

CANADA: Department of Foreign Affairs +1 800 267 8376 // Russian Embassy +1 613 235 43 41

FRANCE: Ministry of Foreign Affairs +33 1 43 17 53 53 // Russian Embassy +33 3 8824 2015

GERMANY: Foreign Ministry +49 3018 17 0 // Russian Embassy +49 30 226 51 183

IRELAND: Department of Foreign Affairs and Trade + 353 (0) 1 408 2000 // Russian Embassy +353 (0) 1 492 2048

ITALY: Ministry of Foreign Affairs +39 06 36911 // Russian Embassy +39 06 494 1680

THE NETHERLANDS: Ministry of Foreign Affairs +31 77 465 67 67 // Russian Embassy +31 070 364 64 73

SWEDEN: Ministry for Foreign Affairs +46 8 405 10 00 // Russian Embassy +46 8 13 04 41

UNITED KINGDOM: Foreign and Commonwealth Office +44 20 7008 1500 // Russian Embassy +44 20 7229 6412

UNITED STATES: State Department +1 202 647 9572 // Russian Embassy +1 202 298 5700

EMERGENCY UPDATE: ieri, l’accordo per far uscire da Aleppo i civili rimasti intrappolati, è fallito. Bombardamenti e attacchi aerei sono ripresi.
Questa è un’emergenza. Per favore, fai qualunque cosa sia in tuo potere per perchè il passaggio sia garantito ai civili. Chiama ora e chiedi un’azione di salvataggio.

Australia: Ministero degli affari esteri e del commercio 1300 555 135 // Ambasciata Russa + 61 2 6295 9033
Canada: Ministero degli affari esteri. + 1 800 267 8376 // Ambasciata Russa + 1 613 235 43 41
Francia: Ministero degli affari esteri. + 33 1 43 17 53 53 // Ambasciata Russa + 33 3 8824 2015
Germania: Ministero degli esteri. + 49 3018 17 0 // Ambasciata Russa + 49 30 226 51 183
Irlanda: Ministero degli affari esteri e commercio + 353 (0) 1 408 2000 // Ambasciata Russa + 353 (0) 1 492 2048
Italia: Ministero degli affari esteri. + 39 06 36911 // Ambasciata Russa + 39 06 494 1680
Paesi bassi: il ministero degli affari esteri. + 31 77 465 67 67 // Ambasciata Russa + 31 070 364 64 73
Svezia: Ministero per gli affari esteri. + 46 8 405 10 00 // Ambasciata Russa + 46 8 13 04 41
Regno Unito: Foreign Office + 44 20 7008 1500 // Ambasciata Russa + 44 20 7229 6412
Stati Uniti: il dipartimento di stato + 1 202 647 9572 // Ambasciata Russa + 1 202 298 5700

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

Fonte:

https://www.facebook.com/TheSyriaCampaign/photos/a.608812989210718.1073741828.607756062649744/1239032359522108/?type=3&theater

Per seguire le info della pagina clicca qui:

https://www.facebook.com/TheSyriaCampaign/?qsefr=1

BAHRAIN. Cittadinanza revocata

Da Internazionale n. 1159 del 24 giugno 2016:

Il 20 giugno il Bahrein ha tolto la cittadinanza all’ayatollah sciita Isa Qassim, uno dei padri della costituzione del 1973 e sostenitore delle manifestazioni del 2011 in favore della democrazia. E’ stato accusato di “servire gli interessi stranieri” e promuovere “la violenza”. Per il quotidiano Al Hayat si tratta di “un atto gravissimo”. E per l’Iran la decisione potrebbe “provocare un incendio nella regione”.

IL 2 MAGGIO A ROMA. PER I DIRITTI UMANI E LA LIBERTA’ D’INFORMAZIONE

Il 2 maggio a Roma. Per i diritti umani e la libertà di informazione

libertareteLa libertà di pensiero e il diritto di esprimere le proprie opinioni e di informare ed essere informati sono sotto attacco in tutto il mondo e anche in Italia. Ce lo ha raccontato l’ultimo rapporto di Reporteres Sans Frontieres e lo dimostrano le cronache quotidiane. Non possiamo far finta di nulla!

Per illuminare alcune emergenze che nel mondo vedono sotto attacco giornalisti, blogger, citizen journalist e, in generale, chiunque, da attivista o semplice cittadino, voglia esprimere la propria opinione e diffondere notizie non censurate, Articolo 21, con FNSI, UsigRai, RSF Italia e Amnesty International Italia, e con la partecipazione di tante reti e associazioni, a cominciare dalla Tavola della Pace e dal Coordinamento Enti Locali per la pace e i diritti umani, sta organizzando a Roma per lunedì 2 maggio, vigilia della Giornata mondiale per la libertà di stampa, una maratona di sit-in davanti alle ambasciate di alcuni paesi verso i quali già nei mesi scorsi le nostre organizzazioni si sono impegnate per chiedere conto di censure, arresti e leggi liberticide.
A partire dalle 10 e fino alle 13 saremo in presidio davanti alle ambasciate di Iran, Egitto e Turchia, che formano un percorso anche simbolico della sistematica repressione che nel mondo non colpisce più solo la stampa, ma arriva anche a cinema, musica, poesia e persino alla ricerca, come per le persecuzioni in Turchia verso i docenti universitari che chiedevano pace nelle regioni curde.

La mobilitazione, in cui abbiamo coinvolto, oltre alle federazioni dei giornalisti internazionale ed europea, altre grandi associazioni e reti, come Human Rights Watch, ma anche esponenti della cultura e dello spettacolo, si concluderà a piazza Santi Apostoli, vicino alla rappresentanza dell’Unione europea, alla quale abbiamo già chiesto di essere ricevuti, come abbiamo chiesto al Ministro degli esteri Paolo Gentiloni.
In queste sedi porteremo un documento per chiedere alle istituzioni europee e italiane di avviare un’azione ufficiale a difesa della libertà d’informazione, secondo il dettato della nostra Costituzione e dei Trattati dell’Unione, nei confronti di tutti i paesi partner come verso alcuni dei Paesi membri.
Chiediamo a tutte e tutti, come associazioni, reti, ma anche come semplici cittadine e cittadini di partecipare a questo appuntamento con la vostra presenza ma anche con le vostre idee e il vostro ricco patrimonio culturale e politico che da sempre segue i principi ispiratori di questa battaglia per la libertà di espressione.

I promotori sono: 
Articolo 21, FNSI, UsigRai, RSF Italia, Amnesty International Italia, Pressing NoBavaglio

Hanno aderito finora: Arci, Associazione Amici di Padre Dall’Oglio, Associazione Amici di Roberto Morrione, Associazione Diritti e Frontiere (Adif), Associazione Rose di Damasco (Como), Carta di Roma, Cipsi, Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili, Centro della Pace Forlì\Cesena, Comitato Verità e Giustizia per i Nuovi Desaparecidos, Cospe,  Jobsnews, Libertà e Giustizia nazionale, Rivista Confronti, Coordinamento nazionale degli Enti Locali per la pace e diritti umani, Iran Human Rights, Italians for Darfur, Campagna LasciateCIEntrare, Lettera 22, LiberaInformazione, MoveOn Italia, Pressing NoBavaglio, Tavola della pace, UISP, Voglio Vivere Onlus di Biella

L’evento su facebook

LUOGO E ORA: Roma, 2 maggio 2016 dalle ore 10.00 alle 13.00

Il percorso:

Ore 10.00-11.00 – Consolato Iran – via Nomentana  di fronte alla basilica di S. Agnese (altro lato della via)
Ore 11.00-12.00 – Ambasciata Egitto – via Salaria 267
Ore 11.30-12.30 -Ambasciata Turchia – via Palestro angolo via San Martino della Battaglia (piazza Indipendenza)
12.30  Rappresentanza UE   – piazza SS. Apostoli angolo via Quattro Novembre

21 aprile 2016

Fonte:
http://www.articolo21.org/2016/04/il-2-maggio-a-roma-per-i-diritti-umani-e-la-liberta-di-informazione/

BAHRAIN: Il CONFLITTO TRA INTERESSI E DIRITTI UMANI

Dal 2011 sono stati circa 90 i morti negli scontri e centinaia gli arrestati, molti partiti sono stati messi fuori legge e leader politici sono stati condannati per incitazione della violenza e sovversione

Bahrein

di Francesca La Bella

Roma, 18 settembre 2015, Nena News – Con una dichiarazione congiunta presso la Commissione Diritti Umani delle Nazioni Unite, 32 Paesi mondiali hanno espresso la loro preoccupazione per lo stato della tutela dei diritti umani in Bahrein. Secondo il portavoce del gruppo, l’ambasciatore svizzero Alexandre Fasel, nonostante alcune piccole migliorie introdotte di recente come la nomina di un difensore civico o la creazione di una commissione per i diritti dei detenuti, nel piccolo Paese del Golfo esisterebbe un grave deficit di tutela per quanto riguarda i diritti fondamentali: violazioni sistematiche della libertà di opinione e di associazione; mancata garanzia di giusto processo; condizioni di detenzione inadeguate; detenzione di minori per reati di opinione o di piazza; segnalazione di casi di tortura e di trattamenti degradanti non penalmente perseguiti.

A questi dati si aggiungano quelli forniti in questi anni da agenzie internazionali e organizzazioni interne al Paese. I report sullo stato dei diritti in Bahrein parlano di arresti arbitrari, di discriminazioni della popolazione sciita, di violenze e torture dentro e fuori dalle carceri. Dal 2011 circa 90 sono stati i morti accertati negli scontri e centinaia gli arrestati, molti partiti sono stati messi fuori legge e leader politici di rilievo sono stati condannati per incitazione della violenza e sovvertimento dell’ordine. Da molto tempo, associazioni e forze di opposizione interne denunciano questa situazione e la presa di posizione internazionale potrebbe dar loro nuova forza a fronte di un panorama d’area poco propizio.

A questo proposito, infatti, è necessario sottolineare come le dinamiche interne al Bahrein siano strettamente collegate a quelle dei vicini d’area, Arabia Saudita in primis. In questo senso, è significativo che, mentre a livello internazionale si discute sullo stato dei diritti bahreiniti, il re del Bahrein Hamad bin Isa Al-Khalifa venga accolto in Arabia Saudita dal re Salman bin Abdel Aziz e che durante la visita venga ribadita la vicinanza e la cooperazione tra i due Paesi. Fin dalle prime manifestazioni contro il Governo nel 2011, l’appoggio saudita alla corona bahreinita è stato uno dei fattori che maggiormente ha garantito solidità del potere centrale a fronte della crescita di movimenti di opposizione e della partecipazione popolare alle proteste.

I sauditi non sono, però, gli unici partner della corona del Bahrein. E’ notizia di pochi giorni fa di una nuova commessa per l’italiana Finmeccanica-Selex Es di oltre 50 milioni di euro per ammodernamento di sei unità navali della Royal Bahrein Naval Force. Questo non sarebbe, però, il primo contratto tra l’azienda italiana e il governo di Manama. In passato, Selex Es avrebbe, infatti, fornito sistemi radar di sorveglianza per l’aviazione civile e per la Bahrein Air Force. Alla luce di questo, spicca ancor di più la mancata adesione italiana alla denuncia dello stato dei diritti Bahreiniti. A tal proposito Human Rights Watch, esprimendo plauso per la dichiarazione e aderendo all’appello per l’invio in Bahrein del commissario speciale delle Nazioni Unite sulla tortura, avrebbe sottolineato con delusione come Paesi come la Spagna e l’Italia abbiano scelto di dare priorità alla politica anziché ai diritti.

Nonostante si tratti di un piccolo Paese, gli interessi in campo trascendono, dunque, dalle dinamiche interne andando ad investire questioni più ampie. In tal senso è utile ricordare che anche in Bahrein trova espressione la più ampia contrapposizione tra Arabia Saudita e Iran. La pervasività del problema è tale che domenica scorsa la portavoce del ministero degli Esteri iraniano Marzieh Afkham ha affermato che il governo del Bahrein alzerebbe il livello di tensione nel Paese accusando l’Iran di sostenere e armare le opposizioni. A fronte di questo contesto, la possibile soluzione delle questioni interne e la liberazione dei molti prigionieri politici ospitati nelle prigioni del Regno sembra ancora molto lontana. Nena News

 

Fonte:

http://nena-news.it/bahrein-il-conflitto-tra-interessi-e-diritti-umani/

SIRIA, SUI BARILI-BOMBA

Aleppo. Devastazione

Poche ore dopo l’infelice battuta del presidente siriano Bashar al Asad sui barili-bomba (“non ne abbiamo mai usati, nemmeno pentole-bomba…”) rilasciata alla BBC, Ken Roth di Human Rights Watch (HRW) spiega gli effetti devastanti di queste armi indiscriminate usate contro aree civili. In passato Asad stesso ha riconosciuto la legittimità delle denunce di HRW.

(L. Setrakian, K. Montgomery, per Syria Deeply. Traduzione dall’inglese di Claudia Avolio). Voi avete tenuto traccia dell’uso dei barili-bomba, ed in precedenza anche dell’uso dei missili su aree abitate da civili. Qual è la situazione attuale?

I barili-bomba stanno continuando e di fatto sono la principale ragione per cui i civili stanno morendo oggi in Siria. Tutti sono concentrati su Daesh. Daesh è terribile, i civili stanno soffrendo sotto Daesh, ma se facciamo un passo indietro e diciamo: Qual è lo strumento principale che viene usato per massacrare i civili? È il barile-bomba.

A monte, c’è il fatto che i governi non vogliono affrontare l’argomento, perché sono talmente concentrati su Daesh e non vogliono fare nulla che possa minare l’abilità del governo di Asad di tenere a bada e in teoria di contrattaccare Daesh. La gente non sembra rendersi conto che il barile-bomba non è un’arma militare. È così imprecisa che la forza aerea siriana non osa sganciarne vicino alla linea del fronte per paura di colpire le proprie truppe.

I barili-bomba, per chi non lo sa, sono in genere costituiti da un barile di petrolio o una grossa tanica riempiti di esplosivi e frammenti metallici che fungono da schegge. Vengono sganciati da un elicottero che vola ad un’altezza elevata per evitare il fuoco delle contraeree.

Da quell’altezza, non si può mirare con precisione, si può solo sganciarli su un quartiere, ed è proprio  sui quartieri che i barili-bomba vengono sganciati per il bisogno di tenersi lontani dalla linea del fronte. Se ci chiediamo cosa stia consentendo alle forze pro-regime di resistere, si tratta ora dei barili-bomba.

Qual è l’entità e la portata del problema?

Se parliamo coi siriani, le cose di cui hanno più paura sono i barili-bomba. Si sentono storie di gente che fa spostare le proprie famiglie più vicino alla linea del fronte (e ciò significa sfidare cecchini ed artiglieria) perché lì si sentono più al sicuro, dove i barili-bomba non saranno sganciati.

I barili-bomba stanno colpendo ospedali, scuole e numerose istituzioni civiche nelle aree di Aleppo controllate dall’opposizione ed in altre zone. Se potessimo fermare i barili-bomba, difficilmente si potrebbe pensare a qualsiasi altra cosa per fare la differenza nel fermare il massacro di civili e la distruzione di istituzioni civiche in aree di civili.

Che vantaggio trae il regime dall’usare queste particolari forme di armi in tale, particolare conflitto?

Questo risale agli inizi. Asad sin dall’inizio ha scelto di non combattere questa guerra sotto la Convenzione di Ginevra, che in sostanza impone che si possa sparare soltanto ai combattenti dell’altro schieramento e che si debba fare tutto il possibile per rendere minimi i danni subìti dai civili. Asad ha gettato queste regole dalla finestra. Sta combattendo una strategia bellica fatta di crimini di guerra che prendono di mira in larga parte la popolazione civile. I barili-bomba, usati già da un anno buono o forse più, sono solo la più recente, più crudele e più vasta manifestazione di questa strategia.

Che speranze avete di esercitare pressioni per indurre il regime a cambiare il suo comportamento rispetto all’uso  dei barili-bomba?

Quello che ho capito nelle discussioni coi governi occidentali, funzionari russi ed iraniani, è che per varie ragioni non vogliono limitare le armi militari disponibili per il governo siriano. I grandi governi occidentali sono concentrati in questa fase sulla lotta a Daesh, mentre Russia ed Iran si focalizzano sul rendere Asad più forte. Nessuno di loro ha un interesse immediato nel fermare i barili-bomba. Ho dovuto spiegare la mancanza di rilevanza militare di quest’arma. Quando sentono questo, allora sono disposti a fare un passo indietro. Ho ricevuto alcuni riscontri positivi sia da Mosca che da Tehran su questo punto.

Rispetto ai governi occidentali, hanno paura della questione dei barili-bomba per un altro motivo: non vogliono sobbarcarsi della più ampia questione dell’uso da parte del governo siriano di armi convenzionali per attaccare i civili. Essendosi avvicinati alla soglia del coinvolgimento militare tramite la questione delle armi chimiche, ed essendosi concentrati su altri temi con Russia ed Iran, l’Occidente semplicemente non ha voluto fare cenno a questo. Nessuno nega che l’Ucraina sia la priorità di Mosca e che potenziali armi nucleari sia quella di Tehran, ma dovrebbe esserci campo per farsi carico anche della questione dei barili-bomba. Soprattutto dal momento che la Russia e l’Iran non avrebbero alcun interesse nel protrarsi degli attacchi coi barili-bomba: non sono necessari alla sopravvivenza del regime di Asad.

Sono cautamente ottimista sul fatto che se riusciamo a mettere in risalto la devastazione causata dai barili-bomba e la mancanza di utilità militare, possiamo fare una differenza. Un fattore rispetto all’Occidente è che finora sta seguendo solo una strategia militare contro Daesh. In certa misura stanno cercando di fermare il flusso di armi e uomini verso Daesh, ma non stanno davvero tenendo in considerazione il fascino ideologico di Daesh – parte di esso è religioso e sottende l’idea di un califfato, ma larga parte del suo fascino risiede nel fatto che Daesh può rappresentare in sé l’unica forza che stia cercando in modo effettivo di fermare il massacro dei civili da parte del regime. L’Occidente non dovrebbe dare a Daesh questo pretesto. Ci devono essere modi per occuparsi dei barili-bomba, strumento primario di Asad per uccidere i civili. È la cosa giusta da fare in termini umanitari, ma è anche importante per aiutare ad erodere il fascino ideologico di Daesh.

Le Nazioni Unite hanno fatto appello per porre fine all’uso di barili-bomba. Cosa ci vorrebbe per creare una responsabilizzazione reale e forzare un cambiamento?

Il Consiglio di Sicurezza dellONU ha parlato dei barili-bomba in termini generici. Non ha compiuto alcuno sforzo per sostenere quel linguaggio ampio con una pressione concreta esercitata su Damasco perché si fermi. Abbiamo bisogno di andare oltre una condanna ritualistica e la difesa delle Convenzioni di Ginevra, e focalizzarci sulla pressione da esercitare su Damasco perché la smetta. Abbiamo visto che quando si applica una cospicua pressione, loro si fermano. È ora di applicare quella pressione per fermare i barili-bomba. (10 febbraio, 2015).

Fonte:

http://www.sirialibano.com/siria-2/siria-sui-barili-bomba.html