ATTACCHI IN DUE MANIFESTAZIONI NELLA PROVINCIA DI ALEPPO PER L’ALZATA DELLA BANDIERA DELLA RIVOLUZIONE SIRIANA

Citazione

Per chi dice che non esiste alcuna rivoluzione siriana e che i “ribelli” sono fondamentalisti islamici:
<<I manifestanti sono stati attaccati dalle forze fondamentaliste islamiche in una manifestazione nella campagna occidentale di Aleppo, nella città di Kafr Karmin, perchè portavano la bandiera della rivoluzione siriana, provocando una battuta d’arresto nella dimostrazione.Secondo gli attivisti della città, le persone che hanno attaccato i manifestanti appartenevano al “Islamic Liberation Party”.

Nella città di Dara Aza, i manifestanti hanno alzato la bandiera della rivoluzione con le bandiere bianche dell’unità islamica, e hanno scandito slogan per l’unità delle fazioni di opposizione armata. Al centro della protesta, i manifestanti battenti bandiera della rivoluzione sono stati aggrediti da membri della “Jabhat Fatah al-Sham” (ex Jabhat al-Nusra) e “Ahrar Sham”.>>

Traduzione di Fiore Sarti.

Attacks on two demonstrations in Aleppo Province for raising the flag of the Syrian revolution- 30-12-2016 – الاعتداء على مظاهرتين بريف حلب لرفعهم علم الثورة السورية

15774812_902943259840957_1547932008495555623_oProtesters were attacked by Islamic Fundamentalist forces in a demonstration in the western countryside of Aleppo, in the town of Kafr Karmin for flying the flag of the Syrian revolution, causing a halt in the demonstration.

According to the activists in the town, the persons that attacked the protesters belonged to the “Islamic liberation Party”.

In the town of Dara Aza, protesters flew the flag of the revolution and white flags with the Islamic unity wording,  and chanted slogans for the unity of the armed opposition factions. In the middle of the protest, the demonstrators flying the flag of the revolution were assaulted by members of “Jabhat Fatah al-Sham” (ex Jabhat al-Nusra) and “Ahrar Sham”.

Down with the Assad’s regime

Down with Islamic fundamentalists forces

اعتدى أشخاص على مظاهرتين في ريف حلب الغربي، اليوم الجمعة، كانتا ترفعان علم الثورة السورية، ما تسبب بتوقف المظاهرتين، وفق ما أفاد ناشطون مراسل “سمارت”.

وقال الناشطون، إن أشخاص ييرجح انتمائهم لـ”حزب التحرير” هاجموا مظاهرة في بلدة كفركرمين، واعتدوا على المتظاهرين الذي يحملون علم الثورة السورية، ما أدى لتوقف المظاهرة.

و”حزب التحرير الإسلامي” هو حزب ينادي بإعلان قيام “الخلافة الإسلامية” في سوريا، وهو محظور في العديد من الدول العربية.

أما في دارة عزة، فقال ناشط يدعى “أنس الحلبي”، لـ”سمارت”، إن شخصاً هاجم مظاهرة، انطلقت من الساحة الرئيسية للبلدة كانت ترفع علم الثورة و”راية التوحيد البيضاء”، وتنادي بتوحد الفصائل، حيث قام الشخص بالاعتداء على علم الثورة، تبعه اشتباك بالأيدي بين المتظاهرين ومجموعة من الأشخاص يتبعون لـ”جبهة فتح الشام” (جبهة النصرة سابقاً) و”حركة فجر الشام الإسلامية”، مؤكداً أنه كان هناك عناصر من الفصيلين ضمن صفوف المتظاهرين لكنهم لم يقوموا بأي إساءة، وفق قوله.

Smart News : مصدر

https://smartnews-agency.com/ar/wires/215216/الاعتداء-على-مظاهرتين-بريف-حلب-لرفعهم-علم-الثورة-

ALEPPO, EVACUAZIONE BLOCCATA TRA L’INDIFFERENZA DEL MONDO POLITICO

Dal mio profilo Facebook:

Donatella Quattrone ha condiviso il post di Shady Hamadi.
Adesso ·

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Shady Hamadi ha aggiunto 2 nuove foto.

Due facce della stessa #Aleppo, ma una nega l’altra: Due ragazze posano davanti ai ruderi Carlton Hotel. Altre aspettano evacuazione #Siria
Aleppo, Syria December 17, 2016. REUTERS/ Omar Sanadiki

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Donatella Quattrone ha condiviso il post di Shady Hamadi.

1 h ·

Intervista con Radio Vaticana. Buon ascolto

Nonostante la risoluzione firmata pochi giorni fa dall’Onu, è stata rinviata di circa 24 ore l’evacuazione delle ultime zone di Aleppo est ancora in mano ai ribelli
it.radiovaticana.va
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Donatella Quattrone

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Fiore Haneen Sarti ha pubblicato una nota.

di Julien Salingue, da resisteralairdutemps.blogspot.it, traduzione di Chiara Carratù
«Compagno»,
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Donatella Quattrone
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Una Lenta Impazienza – Il Blog ha aggiunto 4 nuove foto — a Aleppo.

#Aleppo
+++URGENTE+++
Un girone dantesco che sembra non avere fine.
Il processo di “evacuazione” è fermo da ieri. In attesa di essere portate via dalla città

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Donatella Quattrone
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-4:45
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Una Lenta Impazienza – Il Blog ha aggiunto un nuovo video.

#ALEPPO, 2012
Perché Assad ha liquidato, letteralmente liquidato, Aleppo?
Ecco perché.
Aleppo, 2012, questi giovani cantano per la libertà e si fanno beffa di A

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Donatella Quattrone

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MIGLIAIA DI CIVILI ATTENDONO ANCORA DI LASCIARE ALEPPO DOPO IL NUOVO ACCORDO. IL MONDO SI DIVIDE TRA COMPLICITA’ E SOLIDARIETA’

Dal mio profilo Facebook:

Donatella Quattrone ha condiviso un link.
L’accordo raggiunto il 17 dicembre permetterà di riprendere l’ evacuazione di Aleppo Est e di altre zone della Siria. Secondo le Naz…
bobfabiani.blogspot.com/2016/12/miglia…
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Donatella Quattrone

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Francesco Tronci

#Aleppo Dopo gli ultimi eventi la situazione sta precipitando. Domanda a sinistra del Pd: quanti della sinistra italiana che sostiene Assad sanno cosa sta avven

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Donatella Quattrone
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-0:44
Visualizzazioni: 434
Una Lenta Impazienza – Il Blog ha aggiunto un nuovo video.

CIVILI BLOCCATI DA GIORNI: I FERITI COMINCIANO A MORIRE.
PARTECIPA ALLE PIAZZE PER ALEPPO!
#Aleppo Poco fa la pagina Aleppo evacuation monitoring ha pubblicato

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Donatella Quattrone
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Francesco Tronci presso Aleppo.

#Aleppo Nonostante l’accordo (definitivo?) raggiunto stanotte l’espulsione da Aleppo est non è ancora iniziata: il regime pretende il completamento definitivo d

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Donatella Quattrone
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-1:40
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Siria | manifestazione a Damasco contro il regime assassino di Assad. ! La rivoluzione continua!

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Donatella Quattrone
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We Are All Hamza Al-Khateeb

Protesters from Tokyo next to the Russian embassy refuse the Russian and Iranian war on Syria. They stand in solidarity withthe oppressed people of Aleppo.
Thank from the bottom of our heart. 🌹

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Donatella Quattrone

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Da Fiore Haneen Sarti:

“MI SEMBRA CHE QUESTA SIA LA COSA PIU’ LUCIDA CHE HO LETTO IERI. CIO’ CHE RIVELA LA COMPLICITA’ DI TUTTI SUL MASSACRO IN CORSO.

“No, in realtà, la Siria non è un “ancora”, ma una novità assoluta.

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Ziad Majed

Rime Allaf: “No, actually, Syria is not an “again” but an absolute first. It is nothing like Bosnia or Rwanda or Chechnya or any other “never again” genocidal e

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Donatella Quattrone
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Da Fiore Haneen Sarti:

Haifa, Palestina, 15 dicembre.

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علي مواسيSegui

العشرات الآن في حيفا: عاشت سوريّا ويسقط بشّار الأسد.

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DA E PER ALEPPO

Dal mio profilo Facebook:

DIC17

Sab 10:00 · Roma, Lazio
Interessa a 680 persone · 147 persone parteciperanno
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Donatella Quattrone

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Donatella Quattrone ha condiviso l’evento di Arci Genova.

14 min ·

DIC19

Domani alle ore 18:00 · Piazza Raffaele De Ferrari, 16121 Genova GE, Italia
Interessa a 200 persone · 141 persone parteciperanno
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Donatella Quattrone

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L'immagine può contenere: 2 persone, persone in piedi, folla e spazio all'aperto
L'immagine può contenere: 5 persone, persone che sorridono, folla, cielo e spazio all'aperto
L'immagine può contenere: 3 persone, persone in piedi e spazio all'aperto
L'immagine può contenere: cielo, nuvola e spazio all'aperto
+9

Rosanna Sirignano ha aggiunto 13 nuove foto — con Fiore Haneen Sarti e altre 50 persone.

Aleppo wir sind mit euch!
Aleppo we are with you!
We cried, sang, prayed for Aleppo
بكينا غنينا صلينا لحلب
Mannheim 17.12.2016 Die Türkei-Deutschland unterstü

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Donatella Quattrone
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Fiore Haneen Sarti ha pubblicato una nota.

6 h ·

BASTA CON LA CARNEFICINA DI ALEPPO!
STOP ASSAD E I SUOI COMPLICI!
VITA E LIBERTA’ PER IL POPOLO SIRIANO!
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Donatella Quattrone
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L'immagine può contenere: 5 persone, persone in piedi

Joey Husseini Ayoub

From the protest for Syria today in Palestine
“We refuse that the butcher of Damascus covers his crimes with his rhetoric of defending Palestine” https://t.co/Ez4xGFt4hx

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Donatella Quattrone
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Francesco Tronci presso Aleppo.

2 h ·

#Aleppo
Da una testimonianza fuori dalla Siria:
“Chattando con un amico ad Aleppo in questo momento: “Dobbiamo andarcene. La situazione qui è orribile. Non è

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Donatella Quattrone
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Una Lenta Impazienza – Il Blog presso Kilis Öncü Pınar Sınır Kapısı.

L’UMANITÀ
#Aleppo Tre giorni fa era partita una carovana di cittadini turchi che avevano l’ideale intenzione di raggiungere Aleppo e rompere l’assedio. Portano

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Donatella Quattrone
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Da Francesco Tronci:

“In diretta da #Aleppo, nell’ultimo ospedale rimasto: sporcizia, sangue ovunque, feriti sul pavimento. Questa è la situazione descritta dal giornalista americano Bilal Abdul Kareem, intrappolato nella città assieme al resto dei civili. Chiede sempre la stessa cosa: parlatene, condividete, impegnatevi.
#SaveAleppo
#SaveSyria

-1:18
Visualizzazioni: 213.163

Bilal Abdul Kareem ha aggiunto un nuovo video.

Patients freezing in a bombed out hospital. Dried blood on the walls and floor.
This is life in E. Aleppo. #TrappedInAleppo

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AGGIORNAMENTI SULLA SITUAZIONE DEI CIVILI A ALEPPO

Dal mio profilo Facebook:

 

Da Fiore Haneen Sarti:

“Per favore, COPIAINCOLLATE LA TRADUZIONE E DIFFONDETE!
CHE VEDANO CHI SAREBBERO I ‘TERRORISTI’ CHE IL BOIA ASSAD E PUTIN STANNO UCCIDENDO!
SI FERMI IL MASSACRO ORA!!!

Parole tenere per una bambina che non riesce a trovare i propri genitori.
Aleppo è in un triste momento, con un sempre decrescente numero di sopravvissuti, e questi sono gli ultimi degli ultimi.
Um Fatima è l”ultima sopravvissuta adulta di tre famiglie, il cui appartamento è stato cancellato dalle bombe russe o siriane.

“Io non so cosa Assad vuole da noi! Eravamo a casa dormendo, e improvvisamente l’intera casa ci è crollata addosso! Mio Dio, tutti i miei bambini sono morti! ”

Poi, Um Fatima va verso un vicino di casa: il ragazzo col cappello si chiama Mahmoud, viveva all’ultimo piano.
E’ il maggiore dei fratelli, e suo fratello Mohammed Ismahel, il più piccolo, ha solo un mese.
Il suo volto è l’unico sereno, in questa bolgia.
Ma quello e Il sonno della morte, perchè Ismahel è stato soffocato dalle macerie. E Mahmoud non vuole lasciare lì il suo corpicino.

“Mio Dio, tutti i miei figli sono morti, mio Dio aiutami!!”
Aleppo è un posto dove i bambini hanno smesso di piangere.

Nel corridoio, Mahmoud sta ancora cullando suo fratello. La guerra ha ribaltato i ruoli, il ragazzo ora è il padre che hanno perduto.
– “Non ti preoccupare, non moriranno invano. Non piangere, non piangere…”
– “Mahmoud e Abdullah sono morti!”
– “Dio ci vendicherà contro l’oppressore (Assad)”
– “L’edificio ci è crollato addosso, ecco cosa ci è successo!”

– “Loro hanno bisogno dei loro genitori! Sono tuoi questi bambini?”

Un’infermiera porta dentro questi bambini, che vagano di camera in camera. Non si conoscono i loro nomi, e loro non sanno di essere rimasti orfani. Il loro padre è morto sotto le macerie, e stanno cercando la mamma.

“Venite, andiamo a vedere dov’è la vostra mamma. Pensate che sia fuori dell’ospedale?”
Um Fatima ora vede la prova che più temeva:
“Perchè mi hai lasciata??!” Chiama la figlia che descrive come la sua roccia, sapendo che quella domanda, in quel posto, non avrà risposta.

In un’altra stanza, fratello e sorella stanno ancora aspettando notizie della loro madre, su un altro letto di ospedale ricoperto di polvere.
Esausti oltre le parole di una vita al di là dell’immaginabile.”

-3:40
Visualizzazioni: 2.202.901

“Aleppo è un luogo dove i bambini hanno smesso di piangere.”

Queste sono le scene di puro terrore e dolore nell’ultimo ospedale, negli ultimi giorni di Aleppo.

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Donatella Quattrone
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Da Fiore Haneen Sarti:

“BREAKING!!!!!!!!
FATE GIRARE!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Giornalista · Piace a 81.886 persone
foto di Bilal Abdul Kareem.
Bilal Abdul Kareem
  • Loretta Facchinetti
  • Joshua Evangelista
  • Veronica Bellintani
  • Pisani Simona
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Donatella Quattrone
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Da Fiore Haneen Sarti:

“ECCO I ‘PASSAGGI SICURI’ PER I CIVILI STABILITI DAL REGIME E DALLA RUSSIA!
ASSAD E PUTIN DAVANTI AL TRIBUNALE INTERNAZIONALE!!!

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-2:56
Visualizzazioni: 1046

Aleppo evacuation monitoring ha aggiunto un nuovo video.

#حلب ١٦/١٢/٢٠١٦

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Donatella Quattrone
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-1:14
Visualizzazioni: 5603

Day of Solidarity with Syria ha aggiunto un nuovo video.

URGENT!!
Bilaal just sent this message.
His battery is low and internet connection poor. This is what’s really happening in Aleppo!

https://t.co/DY2XNKtrSP

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Donatella Quattrone
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Una Lenta Impazienza – Il Blog

URGENTE: DEVI LEGGERE E POI CONDIVIDERE QUESTO POST! SVEGLIATI!
#ALEPPO

#Dovesiete in Italia? I civili che dovevano essere allontanati forzatamente da Aleppo (“

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Donatella Quattrone
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#Aleppo
#dovesiete? #wakeup
URGENTE: devi CONDIVIDERE questo post!
(in basso gli eventi delle città italiane per Aleppo).

L'immagine può contenere: sMS e spazio all'aperto

Una Lenta Impazienza – Il Blog

URGENTE: DEVI LEGGERE E POI CONDIVIDERE QUESTO POST! SVEGLIATI!
#ALEPPO

#Dovesiete in Italia? I civili che dovevano essere allontanati forzatamente da Aleppo (“

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Raffaele Bondesan http://www.lavoroculturale.org/siria-mathias-enard/

Lo scrittore francese Mathias Énard, autore di Bussola e Zona, ha vissuto a lungo in Siria, e questa è una sua…
lavoroculturale.org

 

Donatella Quattrone
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Francesco Tronci

#Aleppo TAGLIATE TUTTE COMUNICAZIONI anche internet via sat! Rischio massacro

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Donatella Quattrone
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Fiore Haneen Sarti

Truppe iraniane hanno bloccato i civili durante la ‘deportazione’.
La PULIZIA ETNICA ad Aleppo cpontinua, sotto gli occhi COMPLICI della comunità internazionale

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Donatella Quattrone
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Fouad Roueiha

ATTENZIONE NOTIZIA URGENTE:
75.000 civili ammassati a Succari, posto di blocco tra Aleppo est ed Aleppo ovest, bloccati dalle forze di regime. Messaggi vocali d

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Donatella Quattrone

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Francesco Tronci

#Aleppo URGENTE: Secondo attivisti milizie iraniane e libanesi bloccano evacuazione civili da Aleppo est. Si tratta della terza volta. 800 persone bloccate sulla strada e prese in ostaggio. Minacciano di assaltare Aleppo est.

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MADAYA, SIRIA: SE NON SI MUORE DI BOMBE SI MUORE DI FAME

Dal profilo Facebook di Fiore Sarti:

 

“Dal post di chi è in contatto con i siriani di Madaya, in particolare il personale medico:

“Cattive notizie….
ieri 9 gennaio alle 14:54 ora locale
Ero fino a poco fa in contatto con il Dr. Ali Burhan, capo dello staff medico di ‪#‎Zabadani‬, e mi ha detto: ‘Sorry, la mia voce è molto debole perchè sono stato 48 ore senza cibo. Il regime sta mentendo, non ha acconsentito ad alcun aiuto alimentare o sanitario di entrare a ‪#‎Madaya‬ e #Zabadani .. ‘

E poi ha aggiunto che non ci sono medicine in ospedale, e che si sente impotente di fronte a perdita di sensi, diarrea, e casi di avvelenamento da erbe tossiche. Ha detto anche che qualsiasi uomo armato che si arrende sparisce nel nulla, e che Hezbollah controlla completamente la periferia di Zabadani, Madaya, e Bluedan, e che gli apparati militari del regime non possono fare niente senza il permesso di Hezbollah;
ha continuato dicendo che lui stesso ha visto un elemento del regime alzare le mani di fronte ad un membro di Hezbollah, sembra che il regime abbia consegnato quest’area direttamente nelle mani di Hezbollah…. Sorry, non so cosa dirti, ho finito le parole… ”

Muhannad Al Boshi

توفيق الحلاق

كنت الآن على اتصال مباشر مع الدكتور على برهان رئيس اللجنة الطبية في الزبداني وقال لي : لاتآخذني صوتي ضعيف صرلي 48 ساعة بدون طعام . قال إن النظام يك

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توفيق الحلاق

Ero ora un contatto diretto con il dottor a prova di presidente della Commissione Medica in lzbdạny e mi ha detto: non mi porta la mia voce debole şrly 48 ore senza cibo. Ha detto che il sistema sta mentendo e non permette di inserire qualsiasi materiale alimentare o medica all’acido e burro. Ha detto: non c’e ‘ in ospedale qualsiasi farmaco e impotente di fronte a casi la sincope e diarrea e morte che arrivare per prendere la gente per erbe. Ha detto che il rapinatore che costituirsi andare alla filiale di sicurezza e smetterai di dirglielo. Ha detto: se hezbollah controllo completamente sul perimetro lzbdạny e Maya e blwdạn e disciplina sistema per trovare il coraggio di fare niente senza il loro permesso. Ha detto visto ufficiale di colonnello, compagnia a seguire le mani al muro schiena elementi Hezbollah aggiunto: come nu sistema venduto zona Hezbollah. Gli ho detto: mi scusi, non so che dirti. Ha detto: hai ragione sbarazzarsi di parlare.

Tradotto da: muhannad al boshi

Ero ora in un contatto diretto con il dottor Ali burhan, capo della Commissione Medica in ‪#‎zabadani‬ e lui mi ha detto: mi dispiace la mia voce è molto debole, perche ‘ io sono stata per 48 ore senza mangiare, ha detto : il regime sta mentendo e non consentire a qualsiasi cibo o cose mediche per entrare a ‪#‎madaya‬ e ‪#‎zabadani‬.. Ha detto anche: non ha nessuna medicina in ospedale e lui è impotente di fronte a svenimenti, diarrea, e nei casi di morte che arrivano a lui dovuti a mangiare le erbe da abitanti. Ha detto anche che qualsiasi uomo armato, chi si arrende, sarà scomparso nell’ignoto..! Ha detto: Hezbollah è controllare completamente la periferia di zabadani, madaya, e bluedan e il regime ufficiali non osate fare niente senza il permesso di Hezbollah, ha dichiarato che lui si e ‘ visto un regime ufficiale con il grado di colonnello alzando le mani davanti a Un muro mentre voltando le spalle a Hezbollah elementi. Egli ha aggiunto: sembra come se il regime ha venduto l’area completamente a Hezbollah, ho detto: mi spiace, non so cosa dire a te, formulazione è finito..

‪#‎Syria‬
‪#‎OneSyria‬
‪#‎We_Will_Not_Be_Silent‬

Fonte:
https://www.facebook.com/fiore.sarti/posts/811637058944688?pnref=story

 

 

 

Morire di fame a Madaya, Siria: le immagini che non avreste mai voluto vedere

Forty thousand people live in this Syria town, Madaya, where they have been starving to death and surrounded by landmines for the past six months. Photo credit: Madaya page on Facebook

Quattrocento persone vivono in questa cittadina siriana, Madaya, dove negli ultimi sei mesi sono state ridotti alla fame e circondate da mine antiuomo. Crediti della foto: pagina Facebook di Madaya

Quarantamila persone che vivono attualmente nella cittadina siriana di Madaya [it], vicino al monte Qalamoun, stanno morendo di fame mentre il mondo le osserva in silenzio, riferiscono gli attivisti. La piccola città montana, situata a 1,400 metri sopra il livello del mare, si trova a 40 chilomentri a nord di Damasco, sotto il governtorato di Rif Dimashq, accanto al confine libanese, ed è stata assediata delle forze del governo siriano sostenute dalla milizia di Hizbulla che sta bloccando l’entrata di cibo e degli aiuti umanitari da luglio.

Si trova al centro della lotta tra diverse fazioni coinvolte negli scontri in corso in Siria, e queste persone ne stanno pagando il caro prezzo.

In un’inchiesta pubblicata ieri, insieme a strazianti foto di siriani affamati e di residenti di Madaya morti per fame, l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani (SOHR) con sede in Gran Bretagna, ha spiegato cosa sta accadendo [en, come tutti i link seguenti, salvo diversa indicazione] (Nota dell’Editor: Global Voices ha scelto di non ripubblicare le foto in questione a causa del loro contenuto grafico esplicito).

Gli abitanti della cittadina di Madaya stanno morendo di fame da 174 giorni a causa di un assedio strettissimo ad opera delle forze del regime e di di Hezbollah. La città ospita 40,000 persone inclusi 20,000 civili che hanno abbandonato le loro case a Zabdani, dopo aver assistito a scontri violentissimi e ai pesanti bombardamenti da parte del regime e delle forze aeree.

Il SOHR ha rilevato centinaia di mine antiuomo piazzate da Hezbollah e dalle forze di al-Assad attorno alla città di Madaya, oltre ad aver bloccato le aree circostanti con fili spinati e alte recinzioni per prevenire furti o operazioni dall’esterno. In città sono presenti 1200 pazienti in condizioni mediche croniche e 300 bambini stanno soffrendo di malnutrizione e diverse malattie. La grave mancanza di scorte di medicine e cibo sta portando i prezzi dei generi alimentari drammaticamente alle stelle: 1 kg di zucchero o riso cosano 3600 SP, circa 90 dollari. Il SOHR ha documentato la morte di 17 civili incluse 17 donne e bambini per mancanza di cibo e medicinali o di mine antiuomo, e di cecchini che si attivano durante i tentativi di raccogliere cibo nei dintorni della città.

Le agenzie di stampa riportano che la gente di Madaya si sta nutrendo di foglie, insetti e perfino di gatti, dopo che il cibo a loro disposizione è finito. Sulla sua pagina Facebook, Hand in Hand for Syria disegna un’immagine ancora più orripilante:

La maggioranza delle foto che vengono dalla piccola cittadina di Madaya (nei sobborghi di Damasco) sono troppo esplicite da condividere. Immagini scioccanti che rappresentano il vero volto della disperazione umana; persone ridotte a meri scheletri – con occhi scavati e costole sporgenti, che aspettano la morte per rivendicare il proprio nome.

Negli ultimi 6 mesi, la gente di Madaya è vissuta sotto un gravissimo assedio. I raccolti e le scorte di cibo si sono ridotte, lasciandosi dietro nient’altro che disperazione. Il cibo rimanente in città è diventato così costoso che la maggioranza delle persone semplicemente non può comprarlo.

Hanno iniziato a bollire i raccolti. Quando questi finiranno, dovranno bollire l’erba e le piante… poi gli insetti. Quando la malnutrizione diventerà insostenibile la gente inizierà a mangiare i gatti.

I gatti.

Ad oggi, la fame ha tolto la vita a più di 50 persone in città. La malnutrizione si sta diffondendo, e con il freddo clima invernale che sta arrivando, centinaia di persone sono a rischio di ipotermia.

Ma il mondo non sta battendo ciglio secondo il blogger BSyria, che scrive:

Assad sta affamando Madaya. Bambini, donne e uomini ridotti alla fame. Il mondo resta a guardare.

Secondo Raed Bourhan, un montatore siriano di base a Beirut, Libano, l’inverno in arrivo aggraverà ulteriormente la situazione già disastrosa di Madaya.

Migliaia di persone stanno vivendo in un gelo invernale rigidissimo a -5° e la legna disponibile è molto rara.

In un altro tweet, egli ha condiviso le foto di bambini “derubati dei loro diritti” mentre la guerra in Siria continua:

I bambini hanno perso i loro diritti di base alla felicità, all’educazione, al calore e alla speranza.

E in un terzo tweet spiega come i prezzi degli alimenti siano saliti alle stelle nelle zone assediate, circondate dalle mine antiuomo e dai cecchini che impediscono ai residenti di andarsene:

I prezzi del cibo sono arrivati al record di 1 kg di cereali e riso al costo di almeno 100 dollari.

Proprio sulla pagina Facebook di Madaya è stato lanciato un appello di richiamo agli attivisti affinchè mostrino solidarietà a Madaya protestando davanti le ambasciate russe (la Russia è impegnata negli attacchi aerei in Siria) e agli uffici delle Nazioni Unite:

Invito agli attivisti e alle organizzazioni umanitarie e per i diritti umani di tutto il mondo, per mostrare solidarietà all’assediata Madaya protestando davanti le ambasciate russe e agli uffici delle Nazioni Unite.
‪#‎save_madaya‬ (#salvate_madaya)
‪#‎respond_to_us‬ (#rispondeteci)

Un altro post supplica il mondo di salvare i bambini di Madaya:

A Syrian child from Madaya, besieged for the past six months. Photo credit: Madaya page on Facebook

Un bambini siriano di Madaya, cittadina assediata negli ultimi sei mesi. Crediti della foto: pagina Facebook di Madaya

Su Facebook, il siriano Kenan Rahbani ha condiviso le foto dei residenti di Madaya affamati e ha aggiunto:

Scusatemi per aver condiviso queste immagini esplicite, ma devo farlo.

Queste persone non sono affamate perchè sono povere o perchè non hanno cibo. Hezbollah e il regime di Assad stanno facendo morire di fame la città di Madaya. E’ stata completamente assediata e cibo, medicinali o acqua non possono entrare. Anche le Nazioni Unite sono qui ma non possono entrare in città perchè Hezbollah e il regime di Assad non glielo permettono.

Questo sta accadendo nel 2016 in Siria. E l’ISIS non ha niente a che fare con tutto ciò.

E l’attivista siriana Rafif Joueati si domanda quante altre persone dovranno morire prima che il mondo agisca:

Madaya non è la prima a soffrire la fame sotto assedio, e nemmeno l’ultima. La domanda è, quante altre decine di migliaia di persone dovranno morire prima dell’intervento internazionale?

E chiede anche:

Cosa succederà quando non ci saranno più foglie da mangiare?

E si domanda:

Ciechi. Se avessimo detto che 40,000 cuccioli stavano morendo di fame il mondo intero sarebbe sceso in marcia a protestare. Umani? Non proprio.

Ulteriori articoli sul tema:

*

Dal blog di Germano Monti un appello per dure basta alle bombe in Siria:

SIRIA: BASTA BOMBE!

AGGIORNAMENTO: ADESIONI AL 10 GENNAIO 2016 IN FONDO AL TESTO

aleppo

Lettera aperta ai movimenti italiani per la pace, il disarmo e la solidarietà.

Il conflitto in corso in Siria dall’inizio del 2011 ha provocato più di 250.000 vittime, oltre 10 milioni di persone (la metà della popolazione!) sono state costrette ad abbandonare le loro case, centinaia di migliaia di donne e uomini sono stati arrestati, torturati e fatti sparire, mentre altri 650.000 esseri umani vivono in aree sotto assedio, senza accesso garantito ad acqua, cibo e medicinali.
Nonostante il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, con la Risoluzione n. 2139, abbia chiesto all’unanimità sin dal febbraio 2014 la cessazione dei bombardamenti sulla popolazione civile, questi sono continuati, e a quelli operati dal regime – anche con l’utilizzo dei famigerati barili bomba – si sono aggiunti quelli delle “coalizioni internazionali” che dovrebbero combattere i terroristi del sedicente Stato Islamico, ma che, a tutt’oggi, hanno colpito prevalentemente i civili, non risparmiando nemmeno scuole ed ospedali. Nel 2015 oltre il 73% delle vittimi civili pesano sulla coscienza delle forze governative, seguite da ISIS con l’8%, il 6% per le opposizioni armate ed in soli tre mesi l’aviazione russa ha raggiunto il 5% del bilancio annuale delle vittime. L’ ingresso diretto nel conflitto da parte della Russia – che già sosteneva e armava il regime del clan Assad, insieme all’Iran e ai miliziani di Hezbollah – non ha fatto che peggiorare una situazione già disperata: a tre mesi dai primi bombardamenti degli aerei di Putin, risulta che meno del 20% degli stessi abbia colpito obiettivi legati all’ISIS, mentre la stragrande maggioranza delle bombe sono state sganciate su altri obiettivi, senza alcun riguardo per la popolazione civile.
Sono stati colpiti ospedali e scuole, forni e abitazioni civili, aggiungendo altro sangue a quello già copiosamente versato negli ultimi cinque anni. Secondo l’organizzazione non governativa Syrian Network for Human Rights, che ha recentemente pubblicato un dettagliato rapporto, fra l’ 85 e il 90% dei bombardamenti russi hanno colpito aree controllate da gruppi dell’opposizione al regime del clan Assad e su zone densamente popolate, colpendo – fra l’altro – 16 scuole, 10 ospedali o strutture sanitarie, 10 mercati, 5 forni per il pane, 2 cimiteri archeologici e 1 ponte.
Ancora più recentemente, anche Amnesty International ha documentato le conseguenze sui civili siriani dei bombardamenti russi, sostenendo che si possono configurare come crimini di guerra e definendo “vergognoso” il tentativo del governo russo di negare di aver commesso questi crimini.
Appare evidente, dunque, come le rinnovate iniziative dei governi internazionali – nate nel solco delle conferenze di Vienna e New York degli ultimi due mesi e tese ad arrivare ad una soluzione politica del conflitto in Siria – siano a forte rischio di fallimento, nel momento in cui (oltre ad essere state avviate in assenza di qualsiasi interlocutore siriano) non prevedono l’immediata cessazione degli attacchi contro i civili. Significativo che, dopo l’approvazione della risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza dell’ ONU del 18 dicembre, siano pesantemente aumentati attacchi e bombardamenti su tutte le aree non più sotto il controllo del regime di Assad, in impennata l’uso di cluster bomb, mentre sul sobborgo damasceno di Moaddamye è stato denunciato persino un nuovo attacco chimico.
Di fronte a questo scenario, il silenzio dei movimenti e delle organizzazioni pacifisti, per il disarmo e della sinistra in Italia è veramente imbarazzante. Spiace dirlo, ma sembra quasi che si pensi che le bombe della Casa Bianca siano criminali e quelle del Cremlino innocue o, addirittura, positive. Per quanto si ricerchi, non è possibile trovare un comunicato o un semplice commento sulle devastazioni provocate in Siria dalle bombe russe, mentre non mancano le proteste – sacrosante – contro l’invio di bombe ed altre armi italiane all’Arabia Saudita, nella legittima presunzione che tali bombe saranno impiegate nel conflitto in corso nello Yemen. Questo doppiopesismo, a nostro avviso, sta delegittimando l’iniziativa dei movimenti e della sinistra: non è credibile la denuncia dei bombardamenti sui civili quando sono operati dagli U.S.A. accompagnata dall’omertà quando analoghi bombardamenti sui civili vengono compiuti da un’altra potenza. L’alibi secondo cui gli States sarebbero nostri alleati e quindi è verso Washington e le cancellerie ad essa vicine che dovremmo concentrare le nostre attenzioni è debole, dal momento in cui il governo di Assad ha schierato mezzi di produzione italiana fornitigli da Mosca ed impiega tuttora sistemi di puntamento italiani sui suoi carri armati, come sono italiane le tecnologie di spionaggio usate per individuare e reprimere gli attivisti non violenti che diedero vita alla rivolta siriana fin dal 2011. Anche le armi italiane vendute alla russa Rosoboronexport rischiano di essere impiegate contro i civili.
Con questa lettera aperta, ci proponiamo di sollecitare i movimenti e la sinistra ad un’iniziativa coerente che chieda la cessazione di tutte le operazioni militari in Siria contro i civili, da chiunque siano compiute, così come dobbiamo chiedere la cessazione degli assedi e la creazione di corridoi umanitari per le città, i villaggi ed i campi profughi  sottoposti a questa punizione collettiva ormai da anni, oltre alla liberazione di tutti i prigionieri politici.
In assenza di una tale iniziativa, ogni discorso sul sostenere la pace in Siria non può che apparire del tutto ipocrita.

Comitato Khaled Bakrawi

Per aderire e sostenere questa lettera aperta: [email protected]

Adesioni pervenute al 10.1.2016

Associazione Rose di Damasco Como
Comitato in appoggio ai popoli arabi Karama Napoli
Alessia Colonnelli Castel Giorgio
Yara Tlass Turkey founder of Watanili, grassroots organisation
Rim Banna Palestine artist
Raed Fares Kafranbel
Barbara Capone Roma Presidente Sunshine4Palestine NGO
Alberto Savioli Udine Archeologo
Simona Pisani Crotone Volontario privato
Donatella Quattrone Reggio Calabria Blogger
Mohammed Alkhalid Berna Ricercatore
Arcangela Minio Ladispoli
Eva Tallarita Milano
Franco Casagrande Novi Ligure (AL) Pensionato VVFF – Attivista Diritti Umani
Angela Bellocchi Milano
Lisanna Genuardi Palermo Madre
Stefania Aloi Como commessa
Alberto Scrinzi Milano Operaio
Gizele Alves Costa Napoli Casalinga
Veronica Bellintani Verbania studente
Riccardo Bella Milano
BDS Oudàh Milano
Stefania Sipi Roma
Carmelo Donato Agrigento
Marianna Barberio Avellino
Alessandra Santantonio Cutrofiano
Fulvia Tiziani Monza
Nicola Gandolfi Barcellona
Silvia Moroni Asso (Como) associazione Rose di Damasco
Marina Morandini Concorezzo
Chiara Rizzo Bologna
Costanza Lasagni Roma operatrice umanitaria
lzanasi Luciano Bologna
Daniela Lozzi Magliaso
Enza Guazzi Concorezzo Insegnante
Loris Caldana Milano
Hagar Ibrahim Milano Studentessa
Pietro Menghini Napoli studente
Mary Rizzo San Benedetto del Tronto Traduttrice, Restauratrice, Blogger
Carlotta Dazzi Milano Giornalista
Samantha Falciatori Terni volontaria Onsur Italia
Tanya Pensabene Milazzo Studente
Deborah Arbib Milano
Salvatore Albanese Siderno M. (RC)
Salvatore Di Carlo Palermo Studente
Francesca Diano Roma
Sara Manisera Beirut Giornalista
Anna Maria Costa Roma pensionata inv.civ.
Angela Bernardini Roma
Paolo Pasta Roma operaio in pensione
Laura Di Tosti Viterbo
Elena Babetto
Loretta Facchinetti Roma
Anna Pasotti Milano
Pete Klosterman New York, NY USA
Stefania Barsi Roma insegnante di scuola per l’infanzia
Jonathan Brown Chichester, UK Risk Manager
Manuela Giuffrida
Alessandra Mosca Monterotondo (Roma)
Marco Di Renzo Roma
Roberta Ferrullo Milano resp. marketing
Sara Grassiano Banchette impiegata
Sara Manca Pisa Arabista
Alessandra Notari Roma impiegata
Marco Rotondi Roma
Silvia Di Tosti Roma
Federica Pistono Roma Traduttrice letteraria
Silvia Pietricola Terracina impiegata
Patrizia Mancini Tunisi
Antonio Ronchi Ferrara
Nicola Bonelli Trento Studente/volontario
Mauro Canovi Reggio Emilia Conducente bus
Stefania Aloi Como
Franca Angelillo Mola di Bari Educatrice
Raffaella Cosentino Roma Giornalista
Fiorella Sarti Napoli Attivista per i Diritti Umani
Luca Rafanelli Ripatransone agricoltore
Mauro Destefano Reggio Calabria arabista, traduttore
Prisca Destro Legnano
Joshua Evangelista Pescara Giornalista
Giuseppina Iuliano Napoli
Antonino Tripi Caltavuturo Studente
Saveria Petillo Roma architetto
Giulia De Angelis Blagho Corigliano d’Otranto nonna
Sara Buzzoni Copparo (FE) Operatrice umanitaria e consulente
Siria Tallarico Modena Impiegato
Valentina Chesi Livorno Commessa
Giovanna De Luca Barcelona
Wisam Zreg Torino Giurista
Magmoud Saeed
Talal Zraik Dayton, Ohio. USA
Abdulrahim Aleppo Doctor
Iyad Kallas Bordeaux – France
Saad Soufi Washington, DC
Tim Ramadan Raqqa sound and picture
Obai Sukar Flint Media Producer
Tarek Alghorani Tunis Activist
Armando Mautone Napoli
Monis Bukhari Berlin Syrisches Haus
Hadi Albahra Damascus Engineer, businessman
Eugenia Magnaghi Verbania lavoratrice della scuola pubblica e attivista UNIONE SINDACALE ITALIANA
Piero Maestri Milano Comitato sostegno popolo siriano – Milano
Rafif Jouejati USA Syrian-American Activist
Maria Alabdeh Paris
Muhammad Abdel-Kader Roma
Zreik Nawar Paris Architecte
Giovanni Ciccone Roma Segreteria provinciale, sindacato di base Flaica Roma
 Frontiere News  Roma
Valerio Evangelista Pescara
Nando Grassi Palermo insegnante
Ruth Buchli Magliano/Gr
Filomena Annunziata Napoli Studentessa
Elisabetta Crippa Milano insegnante, Comitato di sostegno al popolo siriano Mi

 

Fonte: https://vicinoriente.wordpress.com/2016/01/05/siria-basta-bombe/

Comunicato stampa riguardante l’aggressione subita il 24 ottobre alla manifestazione contro la NATO a Napoli.

Dal profilo Facebook di Fiore Sarti, attivista per i diritti dei popoli palestinese e siriano:

 

“Comunicato stampa riguardante l’aggressione subita il 24 ottobre alla manifestazione contro la NATO a Napoli.

Gli esponenti napoletani del Comitato permanente per la Rivoluzione Siriana, del Comitato Karama Napoli in appoggio ai popoli arabi e del gruppo Unior pro Rivoluzione Siriana, sono stati violentemente allontanati dalla manifestazione nazionale detta “No-Trident”.

Esponenti locali di varie sigle (Rete NoWar, Pace e Disarmo, Assadakah, Rete dei Comunisti e Alba Informazione) hanno aggredito fisicamente e verbalmente (rompendo l’asta della bandiera della Siria Libera e minacciando violenza fisica) gli attivisti venuti a denunciare sia le esercitazioni NATO che il genocidio in atto in Siria per mano del regime totalitario di Bashar al-Asad e dell’ISIS.

Il tutto è stato documentato dal un filmato pubblicato sul sito del quotidiano napoletano Il Mattino:
(http://video.ilmattino.it/index.jsp…).

E’ più evidente che mai che alcune sigle sedicenti pacifiste assicurino ormai da anni copertura e agibilità politica al regime siriano in Italia, veicolando peraltro informazioni non veritiere sulle dinamiche tuttora in atto in Siria.
Si denuncia per altro la totale inagibilità politica all’interno della manifestazione del 24 ottobre per coloro che sono oppositori sia della NATO che del regime siriano.

foto di Fiore Haneen Sarti.

Fiore Haneen Sarti con Mariano Manuel Bartiromo e altre 35 persone

Stiamo stendendo un comunicato su quanto accaduto oggi al concentramento della manifestazione contro la NATO.
ABBIAMO ROTTO LA CORTINA DI OMERTA’ INTORNO ALLE SIGLE PRO ASSAD A NAPOLI: USCITO PRIMO ARTICOLO SU TESTATA LOCALE.

CHE DICESSERO CHIARAMENTE CHE DIETRO LE LORO SIGLE PRESUNTAMENTE “PACIFISTE” SI NASCONDE LA LORO ANIMA FASCISTA A SOSTEGNO DI UN REGIME ALTRETTANTO FASCISTA: LE INTIMIDAZIONI RICEVUTE, LA VIOLENZA E L’ARROGANZA RIFLETTEVANO GLI STESSI METODI CHE ASSAD HA APPLICATO IN SIRIA DA QUEL 15 MARZO 2011.
HANNO PERFINO IMPEDITO AD ALCUNI OPERATORI PRESENTI DI FILMARE L’AGGRESSIONE, COME ISRAELE FA CON I GIORNALISTI!

RETE NOWAR, PACE E DISARMO, RETE DEI COMUNISTI, ASSADAKAH, ALBAINFORMAZIONE E TIFOSI DA STADIO A SEGUITO: si sono dichiarati per quello che sono, fascisti! E davano del “fascista” a noi per continuare a nascondere la loro vera natura.

ABBIAMO CONTINUATO A DARE I NOSTRI VOLANTINI DAVANTI AI LORO OCCHI, E CON LE NOSTRE BANDIERE IN VISTA.
NON CI FERMERANNO.

In attesa del comunicato da diffondere, vi abbracciamo, e abbracciamo la Siria della Rivoluzione, orgogliosi di portare le nostre bandiere, quella Palestinese e quella della Rivoluzione Siriana.
Nella foto, il tristemente noto San Toianni, un esponente di “Alba Informazione” (titolo che ricorda i fascisti…) e Francesco Guadagni. La loro “clack” di improvvisate/i “attiviste/i” che nemmeno sanno a chi si sono consegnate/i, facevano tifo da stadio alle loro spalle…Ce n’è anche per loro.

VIDEO:http://video.ilmattino.it/index.jsp…

 

 

 

 

Fonte:

https://www.facebook.com/fiore.sarti/posts/777550425686685

#SAVE YARMOUK

Riprendo dalla pagina Palestinians in syrian situation il seguente appello:

APPELLO URGENTE ALL’AZIONE ‪#‎ICRC‬ ‪#‎SaveYarmouk‬

I residenti di Yarmouk Camp stanno ancora affrontando un grande pericolo, in quanto il Campo è sede di scontri da ieri mattina (giovedì 2 aprile) dalle ore 9 AM. I residenti di Yarmouk sono sotto assedio da luglio 2013, con estreme limitazioni all’ingresso di aiuti alimentari e medici, senza corrente elettrica e negli ultimi mesi anche senza rifornimento di acqua. I civili sono in ESTREMA NECESSITA’ di AIUTI SANITARI e MEDICI. CIVILI FERITI hanno un DISPERATO BISOGNO di uscire dal campo per essere curati. Da ieri mattina, gli scontri nel campo hanno messo in ginocchio ogni attività dei civili. I civili non sono stati in grado di lasciare le loro case, molti non mangiano niente da due giorni. L’ospedale “Palestine”, che già opera con limitate possibilità, è ora completamente chiuso. Cinque volontari del personale medico sono stati presi in ostaggio. Ci sono molti feriti e molti morti, ma dal momento che sono in azione anche i cecchini non è possibile fornire dati esatti sul numero di feriti nel campo nelle ultime 72 ore. La situazione umanitaria peggiora di minuto in minuto. OGGI CHIEDIAMO URGENTEMENTE alle organizzazioni #ICRC di intervenire IMMEDIATAMENTE per fare pressione affinchè si fermino gli scontri, possano entrare aiuti medici ed alimentari nel campo, assediato, e perchè si assista all’evacuazione dei feriti. COSA PIU’ IMPORTANTE: dobbiamo TUTTI proteggere la vita dei civili dentro Yarmouk Camp, OGNI ORA CHE PASSA SIGNIFICA NUOVE VITTIME.

(Ringrazio Fiore Sarti per la traduzione)

SIRIA: AGGIORNAMENTI SU YARMOUK

Nelle ultime 48 ore si sono susseguiti aggiornamenti sulla situazione del campo profughi di Yarmouk in Siria.

Alle 23.59 di giorno 1 nella pagina Palestinians in syrian situation si leggeva:

“Un breve sunto di quanto accaduto oggi a ‪#‎YarmoukCamp‬:

– L’ISIS ha preso d’assalto il campo stamattina in coordinazione con Al Nusra, un ramo di al qaeda nella regione.

– L’ISIS ha preso l’ospedale “Palestine” aprendo scontri con l’Aknaf Beit al-Maqdis (gruppo di combattenti dell’opposizione)

– Gruppi dell’FSA (Libero esercito siriano, disertati dall’esercito del regime siriano, ndt) che erano in aree adiacenti sono arrivati in supporto ad Aknaf Beit al-Maqdis, ma Al Nusra ha ostruito loro il passaggio impegnandoli in scontri in Palestine Square.

– Al-Aknaf è riuscito a riconquistare la maggior parte delle posizioni, come Al-Magharba e le zone vicino alla 15a strada, dopo aspri combattimenti.

– Un numero di componenti di Al-Nusra si è separato dal gruppo e si è unito ad Al-Aknaf.

– I media del regime siriano e dei loro alleati stanno falsamente sostenendo che il campo è caduto totalmente nelle mani dell’ISIS. Questi rapporti non sono corretti.

– Due martiri sono stati uccisi durante i bombardamenti, un altro è stato ucciso da un cecchino, e altri sono rimasti feriti durante gli scontri.

– I civili non sono stati in grado di lasciare le loro case per la maggior parte della giornata e la situazione umanitaria peggiora, la distribuzione alimentare è ferma per i 20.000 residenti assediati.

I palestinesi all’interno di #YarmoukCamp continuano a resistere.”

Fonte:

https://www.facebook.com/palsyrianscrisis/photos/a.310954372327222.70832.309385155817477/812250622197592/?type=1&theater

Ringrazio Fiore Sarti per la traduzione.

Nel frattempo dal Syrian Network for Human Rights giunge notizia sul fatto che le  forze del regime siriano hanno colpito l’ospedale “Palestine” di Yarmouk Camp causando grossi danni.

Fonte:

http://sn4hr.org/blog/2015/04/01/5433/

Nella giornata di ieri la resistenza contro Isis è continuata.

Per maggiorni informazioni e aggiornamenti visitare la pagina Facebook Palestinians in syrian situation:

https://www.facebook.com/palsyrianscrisis?fref=nf

 

 

 

“Israele ha mostrato moderazione a Gaza prima di attaccare? Lei sta scherzando!”

Articolo di Hamira Hass, tratto dal blog di Norman G. Finkelstein. Traduzione di Fiore Sarti.

 

Palestinians stand next to the rubble of a destroyed building, Gaza Strip, on July 12, 2014.

—————————————————————————————-
“I nostri media USANO UNA terminologia deformata che rafforza il tentativo di ritrarre Israele come una vittima. Ecco alcuni esempi.”
Di Hamira Hass, corrispondente di Haaretz peri Territori Occupati

14 luglio 2014 | 06:32

– “Gaza Strip è uno stato indipendente”.
Non lo è. Essa e la Cisgiordania sono un’unica unità territoriale composta da due parti. Secondo le decisioni della comunità internazionale, uno Stato è stabilito in queste due parti, che sono ancora sotto occupazione israeliana, come lo sono i palestinesi che vivono lì.

Gaza e la Cisgiordania hanno lo stesso prefisso internazionale: 970 (il codice separato è un vuoto lasciato dal periodo di Oslo. Il sistema telefonico palestinese è un ramo di quello israeliano. Quando il servizio di sicurezza Shin Bet chiama una casa a Gaza per annunciare che l’Air Force sta per bombardare quella casa, lo Shin Bet non deve comporre il 970).

Con la sua astuzia colonialista e le competenze acquisite dal Mapai, il precursore del partito Labor, Ariel Sharon ha rimosso i coloni dalla Striscia di Gaza. Via un’altra forma di dominazione, ha cercato di tagliare l’enclave fuori per sempre dalla Cisgiordania.
Il controllo efficace del mare, del cielo, dei confini e molto di Gaza resta nelle mani di Israele.
E sì, Hamas e Fatah, motivati dalla loro lotta di fazione, hanno contribuito in modo significativo allo scollamento tra le due parti. Con la sua propaganda, Hamas ha rafforzato l’illusione di una Gaza “indipendente”.

Nel frattempo, Israele controlla ancora il registro demografico della popolazione di Gaza e Cisgiordania. Ogni neonato palestinese di Gaza o Cisgiordania deve essere registrato presso il Ministero dell’Interno israeliano (attraverso il coordinamento e Liaison Administration), per poter poi ottenere una carta d’identità a 16 anni.
Le informazioni digitate nelle carte è anche in ebraico. Avete mai sentito parlare di uno stato indipendente la cui popolazione deve registrarsi nel “vicino” (occupante e attaccante) Stato – altrimenti i suoi cittadini non avranno documenti e non esisteranno ufficialmente?

Quando gli esperti come Giora Eiland, un generale in pensione che ha contribuito a progettare il disimpegno da Gaza, dicono che Gaza è uno stato indipendente che ci sta attaccando, stanno cercando di annacquare il contesto di questo ciclo di spargimenti di sangue. Questo è un compito piuttosto facile. Gli israeliani lo hanno già fatto.

– “Autodifesa”
Entrambe le parti (Hamas e Israele) dicono che sparano per legittima difesa. Sappiamo che la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi. La politica di Israele è chiara (se non per i consumatori di media israeliani): taglia Gaza sempre di più, vanificare ogni possibilità di unità palestinese, e distogliere l’attenzione dal discorso colonialista che accelera in Cisgiordania.

E Hamas? Vuole aumentare la sua posizione come movimento di resistenza dopo i colpi che ha preso come movimento di governo. Forse pensa davveroche può cambiare tutta la strategia di leadership palestinese vis-a-vis con l’occupazione israeliana. Forse vuole che il mondo (e gli stati arabi) si risveglino dal loro sonno.
Eppure, con tutto il rispetto per Clausewitz, i calcoli razionali non sono l’unica spiegazione. Non dimentichiamo l’invio di missili – più grandi, più lunghi, più impressionanti e che raggiungono più lontano. I ragazzi giocano con i loro giocattoli e siamo abituati a chiamarlo “politica”.

– “Israele ha mostrato moderazione.”
Quando si inizia a calcolare la moderazione? Perché non iniziare con i pescatori che sono stati sparati, feriti e talvolta uccisi dalla marina israeliana, anche se nel 2012 gli accordi parlarono di ampliare la zona di pesca?
Perché non si parte con gli agricoltori vicini alla barriera di separazione, che non hanno altri redditi e vengono sparati e talvolta feriti e uccisi dai soldati? O con la demolizione di case palestinesi presumibilmente per ragioni amministrative in Cisgiordania e a Gerusalemme?

Non chiamiamo questa cosa “moderazione”, perché questa è la violenza che gli arroganti media israeliani non definiscono? E perché non sentiamo parlare di moderazione dopo che Nadim Nawara e Mohammed Abu Dhaher sono stati uccisi dai soldati israeliani al posto di blocco di Ofer? “Restraint” è un altro termine che esula dai contesti e rafforza il senso di vittimismo della quarta potenza militare più potente del mondo.

– “Israele fornisce acqua, elettricità, cibo e medicine a Gaza.”
Non è così. Vende 120 megawatt di elettricità a prezzo pieno, al massimo un terzo della domanda. La fattura viene detratta dalle tasse doganali che Israele raccoglie per le merci che passano attraverso i suoi porti destinati ai territori occupati. Cibo e medicine che i commercianti palestinesi comprano a prezzo pieno, entrano a Gaza attraverso i valichi sotto controllo israeliano.
Secondo il Gisha Centro Legale per la Libertà di Movimento, nel 2012, 1,3 miliardi di shekel (379 milioni dollari) del valore dei prodotti israeliani sono stati acquistati nella Striscia di Gaza. Così Gaza è anche un mercato per Israele.

Per quanto riguarda l’acqua, Israele ha imposto una economia autarchica dell’acqua su Gaza; cioè, gli abitanti di Gaza devono usare l’acqua piovana e le acque sotterranee che si raccoglie nel loro territorio. Israele, che impone una quota d’acqua ai palestinesi, non permette loro di condividere risorse idriche della Cisgiordania con Gaza.
Come risultato, la domanda supera l’offerta e da qui gli eccessivi pompaggi. L’acqua di mare penetra nelle acque sotterranee, come i liquami dalle condutture decrepite.
Il novantacinque per cento delle acque di Gaza non è adatto da bere. E sulla base di accordi precedenti, Israele vende 5 milioni di metri cubi di acqua a Gaza (una goccia nel mare).

– “Israele individua solo bersagli legittimi”.
Le case di membri di Hamas junior e senior sono state bombardate – con e senza figli all’interno – e l’esercito dice che questi sono bersagli legittimi. C’è una casa ebraica in Israele, che non fa riparo per un comandante che ha aiutato il programma o abbia intrapreso un’offensiva? O un soldato che non abbia sparato o sparerà a un Palestinese?

– “Hamas usa la popolazione come scudi umani”.
Se non sbaglio, il Ministero della Difesa si trova nel cuore di Tel Aviv, in quanto è il principale referente dell’esercito “war room”. E per quanto riguarda la base di addestramento militare a Glilot, nei pressi del grande centro commerciale? E il quartier generale Shin Bet a Gerusalemme, sul bordo di un quartiere residenziale?
E quanto dista la nostra “fabbrica di cucito”, a Dimona, dalle aree residenziali?
Perché va bene per noi e non per loro? Proprio perché non hanno la capacità tattica di bombardare questi posti?”

 

 

Fonte:

http://normanfinkelstein.com/2014/factual-and-excellent/