12 settembre 1977: muore Steve Biko

Sabato 12 Settembre 2015 05:24

Steve Biko nacque il 18 dicembre 1946 e fu un noto militante nella lotta contro l’apartheid e lo sfruttamento della popolazione nera 12 settembresudafricana e appartenete al Black Consciousness Movement (BCM).

Nel 1972 fu espulso dall’università di Natal a causa della sua militanza. Fu costretto quindi a rimanere nel distretto di King William’s Town, gli fu vietato di parlare in pubblico, scrivere o parlare con i giornalisti e frequentare più di una persona alla volta. In più fu vietato a chiunque di citare qualsiasi suo scritto.
Durante il suo soggiorno coatto nel distretto di King William’s Town iniziò a coinvolgere la popolazione nera e le altre minoranze etniche in collettivi autorganizzati

Nonostante la repressione Biko e il BCM ebbero un ruolo fondamentale nell’organizzazione della rivolta di Soweto del giugno 1976, durante la quale studenti neri erano scesi in piazza contro la politica segregazionista del National Party, per essere poi duramente repressi dalla polizia, che uccise diverse centinaia di persone durante i dieci giorni di scontri. Dopo la rivolta, per i funzionari razzisti sudafricani, divvenne fondamentale l’eliminazione fisica di Biko.

L’occasione venne quando Biko fu fermato in un posto di blocco della polizia e arrestato con l’accusa di terrorismo il 18 agosto 1977. In caserma fu interrogato per ventidue ore di fila, picchiato e torturato dagli ufficiali di polizia Harold Snyman e Gideon Nieuwoudt nella stanza interrogatori 619.A causa del vile pestaggio Biko entrò in coma.
A questo punto i due sbirri lo ammanettarono e caricarono nudo nel bagagliaio della loro Land Rover per portarlo al carcere di Pretoria distante 1100 Km. Morì il 12 settembre 1977 a causa di una vasta emorragia cerebrale appena arrivato a Pretoria.
La polizia subito spiegò la morte come la conseguenza di un ipotetico sciopero della fame, ma l’autopsia rivelò le ferite del pestaggio tra cui quella mortale alla testa. Nonostante le prove evidenti del brutale omicidio la polizia riuscì ad insabbiare la storia.

Solo i giornalisti Helen Zille e Donald Woods, molto amici di Biko, qualche tempo dopo, riuscirono con un costante lavoro di controinchiesta a far emergere la verità sull’assassinio del loro amico.
Data la popolarità di Biko la notizia della sua morte si diffuse rapidamente aprendo molti occhi sulla brutalità del regime Sud Africano.
Al suo funerale parteciparono decine di migliaia di persone.
I giornalisti che indagarono su questa storia furono costretti a scappare dal Sud Africa a causa delle persecuzioni della polizia e nessuno dei due poliziotti omicidi fu mai processato dal governo razziata bianco nè dal successivo governo “democratico”.

 

 

Fonte:

http://www.infoaut.org/index.php/blog/storia-di-classe/item/2561-12-settembre-1977-muore-steve-biko

Usa, la polizia bianca spara e uccide un giovane nero. Ancora

Succede ancora a St.Louis, Missouri, a un anno dall’omicidio di Michael Brown nel sobborgo di Ferguson. La vittima un diciottenne afroamericano

di Francesco Ruggeri

st-louis-riots st.louis malapolizia negli states

Uno sparo fatale su un adolescente nero da parte di poliziotti bianchi ha nuovamente scatenato rivolte di rabbia per le strade di St. Louis, Missouri. Riporta l’Indipendent che tensioni razziali eccezionalmente elevate continuano a correre nello stato degli Usa, a un anno dall’omicidio del teen ager nero Michael Brown a Ferguson.

Nove persone sono state arrestate la scorsa notte dopo le proteste scoppiate in tutta la città con tanto di mattoni e bottiglie di vetro lanciate verso gli agenti di polizia, allineati in tenuta antisommossa, e costretti a lanciare a loro volta gas lacrimogeni per disperdere la folla.

Il capo della polizia locale,Sam Dotson, ha raccontato che il ragazzo sarebbe fuggito con un altro uomo quando i suoi uomini stavano presentando un mandato di perquisizione «alla ricerca di armi, di criminali violenti, di persone che avevano commesso crimini nel quartiere».

Due agenti bianchi, 29 e 33 anni, avrebbero intimato ai fuggiaschi di fermarsi e hanno sparato quattro volte fino ad uccidere il diciottenne Mansur Ball-Bey che sarebbe stato munito di un pistola.

Fonte:

Scontri dopo il funerale di Freddie Gray a Baltimora

  • 27 Apr 2015 21.54

Almeno due persone sono state arrestate dopo il funerale di Freddie Gray a Baltimora. Dopo la cerimonia un centinaio di persone si sono radunate per manifestare per i diritti civili dei neri e chiedere giustizia per Gray, morto una settimana dopo l’arresto, per le ferite riportate. Alcuni manifestanti hanno tirato pietre contro gli agenti, che hanno risposto usando spray urticanti contro la popolazione.

Fonte:

http://www.internazionale.it/notizie/2015/04/27/scontri-dopo-il-funerale-di-freddie-gray-a-baltimora

4 aprile 1968: assassinio di Martin Luther King

Sabato 04 Aprile 2015 06:47

4 aprile 1968: un proietille calibro 30-60 sparato da un fucile di precisione colpisce alla testa il leader nero Martin Luther King, uccidendolo sul colpo.

altNella stanza dell’albergo Lorrain Motel di Menphis, Tenessee, veniva così ucciso uno dei leader storici del movimento contro la segregazione e per i diritti dei neri.

King ,attivista e pastore protestante, dedicò la sua intera vita alla causa dei diritti civili della popolazione di colore. Rappresentò e fu di fatto la guida di tutta quella l’area del movimento nero che abbracciava il metodo della non violenza e del riformismo, che da sempre si era opposta al resto del movimento che si poneva l’obbiettivo di una rivoluzione armata per la liberazione del popolo afro-americano contro il razzismo.

Nonostante la sua appartenenza all’area più moderata e istituzionale del movimento, collaborò con le organizzazioni comuniste giovanili statunitensi, e con il resto del movimento afro-americano.

Di fatto King e tutta l’area pacifista rappresentarono e furono una sponda per le istituzioni bianche del governo degli Stati Uniti: l’appoggio dei Kennedy e dei riformisti bianchi consacravano l’appartenenza di King alla piccola borghesia nera e tutta qualla parte di afroamericani che non avevano interessi in un’insurrezione armata dei neri e delle altre minoranze.

Il rifiuto della violenza, contestualizzato nel movimento di quegli anni, fu uno strumento uitilizzato dai riformisti per arginare la lotta messa in atto dalla stragrande maggioranza dei neri. Infatti negli anni ’50, ’60 e ’70 furono numerosissime le esperienze di difesa armata dei ghetti neri, di attacco ai commissariati e alla polizia, il saccheggio dei negozi dei bianchi e gli attacchi ai quartieri benstanti.

 

Criticare la scelta storica della nonviolenza da parte di King, vuol dire restituire la giusta dignità spesso rubata dal revisionismo storico, alla lotta dei rivoluzionari neri che si offrirono in prima persona per riscattare la loro gente da più di quattrocento anni di sfruttamento e violenze da parte della borghesia bianca statunitense.
Il governo americano, in particolare l’amministrazione Kennedy, sfruttarono King e l’area pacifista del movimento per controllare indirettamente il movimento insurrezionale nero.

 

Nei giorni seguiti all’assassinio il presidente degli Stati Uniti si appellò al buon senso delle persone di colore, perchè non fosse la violenza la risposta all’omicidio compiuto dal razzista James Earl Ray. Di tutta risposta il movimento afro rispose con duri scontri nei ghetti, assalti ai quartieri benestanti bianchi, e attacchi alla polizia.

 

La rielaborazione storica della figura di King è stata strumentale a far apparire tutta la lotta afro-americana come pacifica e fatta di marce e sit-in, per cercare di relegare l’uso diffuso dello scontro e della violenza ad un’area minoritaria e “deviata” del movimento.
Aldilà delle rivisitazioni di comodo di chi è rimasto di fatto al potere e della borghesia nera che negli anni si è integrata bene nel sistema capitalista e consumista degli USA, quello che è sicuro è che il movimento nero e l’insurrezione degli afroamericani sono stati attraversati da una potente scossa di violenza manifestatasi in varie forme, e molte volte capace di essere strumento fondamentale per la lotta.

Fonte:

Settimana contro il razzismo/ Reggio Calabria, La madre di Arghillà dona speranza al quartiere

 

Settimana contro il razzismo/ Reggio Calabria, La madre di Arghillà dona speranza al quartiere

 

Ha lavorato per una settimana, sotto gli occhi attenti e indagatori degli abitanti del quartiere Arghillà, estrema periferia di Reggio Calabria, per realizzare un murales per la Giornata mondiale contro il razzismoleggi anche questo articolo

 

E’ Maurizio Giulio Gebbia, meglio noto con lo pseudonimo Rosk, uno street artist di Caltanissetta, da sempre impegnato nel sociale. Duecento metri quadrati di parete verticale, la facciata di una casa popolare del quartiere, per ridare speranza.

Così ecco che Rosk, coordinato da Inward, l’Osservatorio sulla creatività urbana, con l’aiuto di Mirko Loste Cavallotti, ha realizzato la sua grande opera “La madre di Arghillà”, per imprimere sul quartiere e nella cittadinanza un simbolo permanente della lotta al razzismo, manifestando il senso stesso della pungente reazione che molto spesso la gente riserva ad altri esseri umani, portatori possibili di nuova umanità, di caratteristiche da integrare, di una nuova primavera di vita comune.

 

 

 

E Rosk lo fa ricordando al territorio, non a caso, il culto della Madonna Nera, sentito localmente a Seminara, Palmi ed in altre città calabresi, anche fuori Reggio Calabria, oltre che in tutta Italia.

Eccola, dunque, la Madonna Nera, la madre di Arghillà, con il viso color ebano assorto in direzione di una tenera rondine poggiata su un irto filo spinato.

Nella Giornata mondiale contro il razzismo, il 21 marzo, dunque, a conclusione dell’intera settimana promossa dall’Unar, ecco che sono arrivati in tanti, per l’inaugurazione del murales insieme al sindaco Giuseppe Falcomatà. Un momento di festa arricchito da un concerto in piazza di giovani artisti emergenti, per una nuova primavera di Arghillà e di Reggio Calabria, per combattere i pregiudizi e costruire una città sempre più accogliente dove ci siano pari diritti e opportunità.

Fonte:

http://www.immezcla.it/inchieste-immigrazione/cultura/item/881-giuseppe-falcomat%C3%A0-giulio-rosk-inward-street-art-unar-murales.html

Settimana contro il razzismo/ Reggio Calabria, inaugurato Help Center

 Settimana contro il razzismo/ Reggio Calabria, inaugurato Help Center

 

Lena si fidava solo dei suoi cani, 12 amici da sfamare e da coccolare e per loro è morta in una giornata di freddo cercando cibo tra i rifiuti. Una vita ai margini la sua, ma negli ultimi anni ha incontrato i volontari che le portavano cibo e la facevano sentire meno sola.

A lei è dedicato il Centro d’accoglienza “La casa di Lena”, un Help Center, voluto dalle Ferrovie dello Stato, Caritas diocesana ed associazioni di volontariato,

36 metri quadrati, dentro la Stazione centrale di Reggio Calabria per i senza tetto e per tutti coloro, poveri e gente in difficoltà, che ruotano attorno alla stazione. Per offrire ascolto, accoglienza, ma anche laboratori di formazione, un internet-point, attività di doposcuola per i bambini che presentano particolari disagi.

La nostra intenzione – spiega Bruna Mangiola, responsabile del settore promozione umana e Welfare della Caritas diocesana impegnata da anni in questo settore con don Nico Pangallo, direttore della Caritas–, è quella di tenerlo aperto almeno tre giorni di mattina e due volte di pomeriggio. Offriremo un pasto caldo, come pure per tutti i migranti che dovranno partire”.

 

 

 

Nella Giornata mondiale contro le discriminazioni razziali, dunque, l’Help Center è stato inaugurato ufficialmente alla presenza dei vertici delle Ferrovie, dell’Unar e della Chiesa.

Due distinti appuntamenti artistici hanno allietato il pomeriggio: I “Don Cosciotti senza mancia” attori teatrali, hanno coinvolto direttamente i minori non accompagnati ospiti dell’Unitas Catholica, sollecitando il pubblico con un “raid teatrale” finalizzato a mettere in evidenza la similarità tra l’emigrazione italiana e l’immigrazione in Italia. Ed inoltre lo spettacolo di artisti di strada “Dal Cairo con furore”.

L’Orchestra giovanile dello Stretto “Vincenzo Leotta”, formata da circa 50 bambini e ragazzi coinvolti in un progetto di integrazione sociale, si è esibita con una coinvolgente performance strumentale.

Fonte:

http://www.immezcla.it/inchieste-immigrazione/cultura/item/880-casa-di-lena-ferrovie-dello-stato-caritas-unar-giornata-mondiale-21marzo.html

Il massacro di Sharpeville

Giornata mondiale contro il razzismo, 52 anni dal massacro di Sharpeville

21 marzo 1960. A Sharpeville, sobborgo di Johannesburg, dei poliziotti Afrikaner sparano su un gruppo di manifestanti africani disarmati, uccidendo 69 persone e ferendone 180. I dimostranti erano scesi in piazza contro le restrizioni imposte dal governo sudafricano alla libertà di movimento della popolazione non appartenente alla razza bianca. In ricordo del massacro il 21 marzo è stato dichiarato dall’Onu “Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale”.

 

Fonte:

http://frontierenews.it/2012/03/giornata-mondiale-contro-il-razzismo-52-anni-dal-massacro-di-sharpeville/

Usa: ancora un ragazzo nero ucciso dalla polizia. Urlava da una finestra nudo e disarmato

Usa
10 marzo 2015
Un altro giovane nero ucciso dalla polizia. Questa volta è accaduto ad Atlanta, in Georgia. Un agente ha sparato e ferito mortalmente un ragazzo che, nudo e disarmato, si sarebbe comportato da folle nel suo condominio.
Polemiche contro la polizia
È l’ultimo caso di un afroamericano inerme ucciso, dopo gli episodi in Missouri e Wisconsin, che hanno suscitato negli Stati Uniti un’ondata di proteste e hanno acceso la discussione sull’uso della forza da parte della polizia, specie contro appartenenti alle minoranze.
La dinamica
L’agente della polizia della contea di Dekalb ha risposto alla segnalazione telefonica di un uomo “disturbato, che bussava alle porte e strisciava per terra nudo”, ha riferito il capo della polizia Cedric Alexander. L’agente, un bianco, ha trovato l’uomo nel parcheggio del condominio, senza vestiti addosso.
Aveva 27 anni
L’uomo si è messo a correre verso il poliziotto,che prima gli ha intimato di fermarsi e poi gli ha sparato per due volte. Secondo Alexander, si può “ragionevolmente supporre” che l’uomo ucciso soffrisse di disturbi mentali. Alexander non ha fornito l’identità della vittima, che secondo il New York Times è Anthony Hill, di 27 anni.
Ultimo post
Ecco il suo ultimo post rivolto alla fidanzata e ai genitori :”Dove una volta ho visto la morte, c’ho solo visto la vita”
Fonte:

USA: poliziotto spara e uccide un 19enne di colore disarmato

Pubblicato il da Maria Rosa Tamborrino

Un agente di polizia ha sparato ad un ragazzo di colore dopo una colluttazione, uccidendolo. È successo venerdì sera a Madison, nel Wisconsin. Il giovane 19enne, Tony Robinson, era disarmato ed è stato gravemente ferito dal poliziotto

polizia-spara-uccidendo-un-ragazzo-di-colore

Ancora un caso ‘Ferguson’ si è registrato negli States: un agente di polizia ha sparato ad un ragazzo di colore dopo una colluttazione, uccidendolo. È successo venerdì sera a Madison, nel Wisconsin. Il giovane 19enne, Tony Robinson, è stato gravemente ferito dal poliziotto in seguito ad una colluttazione. Il ragazzo era disarmato: è stato ricoverato d’urgenza in ospedale ma è morto per le ferite riportate.

L’episodio, l’ennesimo successo in USA, ha provocato non poche polemiche: la morte del giovane Tony Robinson è avvenuta a poche ore dalla celebrazione per i 50 anni dalla marcia di Selma, in Alabama, che portò un cambiamento radicale nella storia dei neri d’America. La polizia americana sta ricostruendo l’accaduto per capire se il poliziotto ha sparato al giovane per difesa personale. Molta la gente scesa in strada per protestare e per commemorare la morte del 19enne.

 

Fonte:

http://urbanpost.it/usa-poliziotto-spara-e-uccide-un-19enne-di-colore-disarmato

Roma, #MaiConSalvini: la giornata di oggi è una grande vittoria

Trentamila in piazza dietro lo striscione #MaiConSalvini contro il flop della Lega e dei naofascisti: Roma si dimostra ancora una volta città aperta, antifascista e antirazzista.
Segui la diretta twitter della giornata

Nella giornata di oggi oltre trentamila persone sono scese in piazza dietro lo striscione #maiconsalvini, in risposta all’appello lanciato dalla nostra campagna. Un percorso, quello che abbiamo costruito, che ha saputo valorizzare forme molteplici di partecipazione: dalla campagna sui social network alla conferenza stampa di mercoledì scorso, alla contestazione del segretario della Lega in Campidoglio, passando per i sanzionamenti alle sedi leghiste fino alla giornata di ieri.

Una campagna che ha dimostrato che la città di Roma rifiuta le retoriche razziste e xenofobe di chi, negli ultimi anni, ha fatto leva sulle paure di una popolazione vessata dalle politiche di austerity, di cui anche il governo Renzi è fedele interprete. Effettivamente Roma è scesa in piazza, ma non in piazza del Popolo, attraversando invece le vie del centro e scegliendo chiaramente da che parte stare.

Mentre si consumava il flop della manifestazione nazionale “Noi Con Salvini” – con oltre duecento pullman dichiarati, giunti prevalentemente dal nord e con delegazioni della destra neofascista europea – Roma si è dimostrata un’altra volta Città Aperta, antirazzista e solidale. Alle celtiche di Salvini abbiamo opposto la forza dei numeri, frutto di una campagna virale e determinata, costruita nei quartieri e nelle periferie per oltre un mese.

Sappiamo bene che l’ascesa di Salvini a leader della destra italiana non si fermerà alla giornata di oggi, ma oggi ha incontrato il suo primo grande ostacolo. Grazie al patrimonio accumulato in questa campagna possiamo dire sin da subito che la provocazione del leader del Carroccio, di invitare Marine Le Pen nella prossima primavera, troverà decine di migliaia di persone pronte a respingerla.

Ringraziamo tutti quelli che hanno contribuito a questa campagna e tutti quelli che oggi sono scesi nella piazza giusta.

#MaiConSalvini

 

 

Fonte:

http://www.dinamopress.it/news/maiconsalvini-la-giornata-di-oggi-e-una-grande-vittoria