Trapani, in pensione ginecologo non obiettore: impossibile abortire

È andato in pensione l’unico medico non obiettore di coscienza dell’ospedale di Trapani, sola struttura pubblica della città. E alle donne che decideranno di interrompere la gravidanza non resta che andare fuori. Un caso denunciato dalla Cgil e dalla Uil che parlano di lesione palese di un diritto. La vicenda viene fuori sulle pagine di un quotidiano locale, dove si racconta che l’unico non obiettore dei sette medici del reparto di Ginecologia del Sant’Antonio Abate non è più in servizio. Restano i sei colleghi, tutti obiettori appunto. Ma le rappresentanti sindacali di Cgil e Uil, Antonella Granello e Antonella Parisi, non ci stanno e chiedono un incontro urgente al direttore generale dell’Asp Fabrizio De Nicola per aprire un confronto «sul problema dell’interruzione volontaria di gravidanza e sul potenziamento dei consultori».

«L’azienda sanitaria – scrivono le due sindacaliste – è tenuta a garantire alle donne che ne fanno richiesta il diritto all’interruzione volontaria della gravidanza stabilito dalle legge 194. Ciò che sta venendo meno a Trapani e in provincia è il principio di autodeterminazione delle donne a cui deve essere garantito il diritto libero e gratuito affinché possano scegliere autonomamente di diventare madri senza discriminazioni e a seconda delle condizioni personali di ognuna». Per le due sindacaliste, inoltre, c’è il rischio che col venir meno della possibilità di rivolgersi all’ospedale pubblico aumentino gli aborti clandestini. Allo stato, rendono noto i sindacati, a Trapani ci sono 600 richieste di interruzione volontaria di gravidanza all’anno.

«In questo modo – spiegano – si rischia di tornare indietro di 40 anni». Nel dibattito interviene il direttore sanitario dell’ospedale, Francesco Giurlanda. «Il medico che viene assunto – spiega – può in qualsiasi momento dichiararsi obiettore di coscienza». In ogni caso, secondo Giurlanda, si potrebbe ricorrere a una convenzione esterna con privati. Oppure rivolgersi ad altre strutture pubbliche. Quella più vicina è l’ospedale di Castelvetrano, piccolo centro distante da Trapani 80 chilometri, dove è possibile sottoporsi all’interruzione volontaria di gravidanza. Suggerimenti che non piacciono ai sindacati pronti a intraprendere iniziative a tutela delle donne.

Sabato 18 Giugno 2016, 16:22 – Ultimo aggiornamento: 18-06-2016 17:39
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte:
http://www.ilmattino.it/primopiano/cronaca/trapani_in_pensione_ginecologo_non_obiettore_impossibile_abortire-1804808.html

LA CULTURA DELLO STUPRO CONDANNA ALLA PAURA LE DONNE IN BRASILE

Aggiornamenti:

Da

ULTIM’ORA.
Pochi minuti fa a San Paolo: polizia militare reprime manifestazione contro il golpe indetta da MTST (Movimento Lavoratori Senza Tetto) e Povo Sem Medo, che hanno pacificamente occupato l’ufficio della presidenza della Repubblica, e si appresta ad affrontare anche la concomitante manifestazione delle donne contro la violenza e la cultura dello stupro. Nelle immagini, una giovane manifestante, rea di aver chiesto informazioni sul fermo di alcuni manifestanti è stata brutalmente aggredita dai poliziotti…
fonti video: https://www.facebook.com/midiaNINJA / https://www.facebook.com/BuzzFeedBrasil/

“Il Resto del Carlinho (Utopia)”
Il Brasile che NON vi raccontano.
Articoli, reportages, video e film raccolti in ordine sparso e tradotti in italiano
http://carlinhoutopia.wix.com/carlinhonews
seguici anche sulla pagina Facebook:
https://www.facebook.com/RestoDelCarlinhoUtopia

 

Fonte:

https://www.facebook.com/RestoDelCarlinhoUtopia/?fref=ts

Da

Pochi giorni dopo il caso di stupro collettivo di una minorenne di Rio che ha suscitato indignazione e polemiche in tutto il paese e portato in piazza decine di migliaia di donne è stata presentata ieri, 31 maggio, la nuova Segretaria per le politiche femminili del governo Temer. Si tratta di Fátima Pelaes (PMDB-AP), sociologa, evangelica, deputata federale del PMDB-AP per 20 anni, dal 1991 al 2011 e fermamente contraria alla depenalizzazione dell’aborto, anche in seguito a un caso di stupro, che, nella vigente legislazione datata 1984, costituisce invece l’unica eccezione per la pratica abortiva legale. La neo-segretaria ha affermato che non “innalza mai bandiere contrarie ai valori biblici” come, appunto, l’aborto o la costituzione di famiglie omosessuali. Sulla questione della liberalizzazione dell’aborto la Pelaes ha avuto, in realtà, opinioni differenti fino al 2002, quando ha “conosciuto Gesù” ed è passata a dire che “il diritto di vivere deve essere riconosciuto a tutti”. Nel 2010, in un suo intervento alla Camera, la Pelaes raccontò che lei stessa era stata generata a partire da un “abuso” che sua madre aveva subito mentre si trovava detenuta per un “crimine passionale”.
“Per questo oggi sono qui a dirvi che la vita comincia nel momento del concepimento”, affermò, riferendosi al fatto che se sua madre avesse abortito non si sarebbe trovata lì in quel momento. Riguardo all’aver mutato di opinione nel merito, ha affermato di essere stata “curata”.
fonte: http://brasil.estadao.com.br/…/geral,nova-secretaria-de-mul…

“Il Resto del Carlinho (Utopia)”
Il Brasile che NON vi raccontano.
Articoli, reportages, video e film raccolti in ordine sparso e tradotti in italiano
http://carlinhoutopia.wix.com/carlinhonews
seguici anche sulla pagina Facebook:
https://www.facebook.com/RestoDelCarlinhoUtopia

foto di Il Resto del Carlinho - Utopia.

Fonte:

https://www.facebook.com/RestoDelCarlinhoUtopia/photos/a.538129989619778.1073741829.537079876391456/808581955907912/?type=3&theater

26.05.16

La cultura dello stupro che condanna alla paura le donne in Brasile

 

Secondo una ricerca dell’istituto di statstica Datafolha, il 90% delle Brasiliane dicono di temere di essere violentate. Sui social network, le reazioni al caso dell’adolescente carioca ripropongono meccanismi di colpevolizzazione della la vittima

di Camila Moraes, pubblicato su El Pais il 26.05.16

Disegno di Ribs

La ragazza carioca le cui immagini di violenza sessuale sono state condivise su Internet ha ricevuto solidarietà sui social network, ma non solo. Molti suoi falsi profili sono stati creati, con post che risaltavano il suo presunto “cattivo comportamento”, circostanze e attenuanti che avrebbero reso quasi inevitabile il tragico esito. Mentre ancora sono in corso le indagini sull’accaduto, gli esperti avvertono che la pratica non è isolata. Fa parte della cultura dello stupro che fa si che le donne aggredite si sentano colpevoli e non rinuncino a denunciare i crimini, contribuendo così all’impunità dei responsabili delle violenze.

Il problema non è di poco conto, perché, secondo il Forum Brasiliano di Sicurezza pubblica è uno dei fattori dell’elevato tasso di sottostima dei casi di stupro. L’organizzazione stima che solo il 30% – 35% dei casi siano registrati. Contando solo gli episodi denunciati, in Brasile un caso di stupro avviene ogni 11 minuti. Secondo i risultati di una ricerca che il Forum ha realizzato lo scorso anno, in collaborazione con l’Istituto di Statistica Datafolha, il 90% delle donne e il 42% degli uomini hanno detto di temere una violenza sessuale. A Rio de Janeiro – dove ora si sta indagando sul caso della ragazza di 16 anni grazie al fatto che è stato condiviso sui social network – circa 4.000 casi si sono verificati lo scorso anno, e quasi la metà di essi hanno coinvolto ragazze minori di 13 anni, secondo un studio della Segreteria di Sicurezza dello Stato, il “Dossier Donna”.

Il termine cultura dello stupro” deriva da “rap culture” ed è stato coniato dalle femministe degli Stati Uniti negli anni ’70.  In essa è inclusa la colpevolizzazione delle vittime da parte della società – donne che “se la sono andata a cercare”, indossando abiti corti e scollati, frequentando cattive compagnie e consumando bevande alcoliche in feste alle quali non avrebbero dovuto partecipare se fossero “brave ragazze di famiglia”.

È presente nelle leggi, nel linguaggio, in immagini commerciali ed in una serie di fenomeni. Ha scritto, per esempio, il cantante Lobão (ndt. noto per le sue posizioni reazionarie) sul proprio profilo di Twitter: “Non c’è da sorprendersi con questi sfortunati casi di stupro. In un paese che fabbrica “miniputas” (mini-puttane), con una ricca sessualizzazione precoce e con una grave infantilizzazione della popolazione, riducendo le responsabilità”.

Al quotidiano Globo, la difensore pubblico Arlanza Rebello ha osservato, citando Jair Bolsonaro, che persino i politici brasiliani riproducono il discorso secondo cui molte donne hanno chiesto di essere violentate:  “È un contesto molto grave di conservatorismo e banalizzazione”.

Il presidente dell’Associazione brasiliana di Neurologia e Psichiatria Infantile a Rio de Janeiro, ha detto al giornale che “i ragazzi finiscono per commettere il reato sapendo che gli altri lo hanno praticato impunemente, per una questione di autoaffermazione.”

E la sociologa Andréia Soares Pinto, coordinatrice del Dossier Donne, ha fatto appello alla società durante l’intervista rilasciata al canale GloboNews: “Abbiamo bisogno di incoraggiare le donne a ridurre la sottostima dei casi di stupro. Questi numeri ci aiutano a fare pressione e ci permettono di far avanzare politiche pubbliche per combattere il problema.”

Almeno altri due casi di stupri di gruppo hanno avuto luogo nella stessa settimana – con ripercussione sulla stampa – in altri luoghi del paese.

A Bom Jesus, un piccolo paese nell’interno dello stato del Piauí, una giovane di 17 anni è stata violentata il 20 maggio da cinque individui (solo uno dei quali maggiorenne) che, secondo le indagini, lei conosceva. Come nel caso della ragazza di Rio, la polizia ritiene che sia stata drogata con una sostanza immessa nella sua bevanda alcolica prima di subire la violenza da parte di persone a lei vicine. Lo stesso giorno, in una scuola statale a sud di San Paolo, una ragazza di 12 anni è stata violentata da tre adolescenti, studenti dello stesso istituto, che l’hanno chiusa in bagno e quindi violentata. Secondo la madre, la ragazza sarebbe stata sottoposta ad una profilassi anti-AIDS ed è ancora traumatizzata.

Lo stupro nella legislazione brasiliana

Nel 2009, la legge 12.015 del codice penale brasiliano è stata modificata ed è passata a considerare, oltre al rapporto sessuale, gli atti di libidine come reato di stupro. Circoscrivere un reato di  stupro è un processo spesso umiliante per le donne. Nel 2015, la Commissione di Costituzione e Giustizia e Cittadinanza della Camera dei Deputati ha approvato un disegno di legge che rende molto più difficile l’accesso alle cure mediche per le vittime di stupro. Il PL 5069 del 2013, prevede che, per essere assistite, le vittime di stupro dovranno passare prima da una stazione di polizia. Poi, dovrebbero sottoporsi ad un esame del corpo del delitto per poi, e solo allora, potersi recare in ospedale con i documenti necessari a comprovare che effettivamente sono state stuprate. Per essere ratificato, il progetto dovrà ancora essere votato dall’assemlea plenaria della Camera. Contro questa realtà, le donne brasiliane sono scese in piazza lo scorso anno, in numerosissime manifestazioni di protesta in tutto il paese, momenti di lotta che sono diventati noti come la Primavera Femminista.

Fonte:

http://carlinhoutopia.wix.com/carlinhonews#!la-cultura-dello-stupro-che-condanna-all/c1a0w

Mi dissocio dalla strage di Colorado Springs!

Ieri in Colorado, un uomo bianco, Robert Lewis Dear, ha assaltato la clinica abortista di Colorado Springs, sparando all’impazzata con un kalashnikov, uccidendo tre persone e ferendone altre nove. Pare che quest’uomo sia affiliato al Ku Klux Klan. Nonostante ciò e nonostante questa clinica sia stata nel corso degli anni bersaglio di proteste pro-life e ci siano stati in Usa altri omicidi di dipendenti di cliniche in cui si praticano aborti, secondo il Corriere della Sera, “ancora non sono state accertate le ragioni del suo gesto”. Perché quando un assalitore non ha tratti arabi, non grida “Allahu Akbar”, non spara su una folla a un concerto o allo stadio, non scatta subito l’esclamazione generale di terrorismo? Eppure l’arma era dello stesso tipo di quella usata nella strage di Parigi; eppure non dovrebbero esserci dubbi sul fatto che un possibile esponente del Ku Klux Klan sia un terrorista. Quanto l’ossessione per l’Isis e per il cosiddetto terrorismo islamico abbia plasmato le menti dei cittadini medi non potremo dirlo mai abbastanza.
Ora dovremmo parlare di terrorismo cristiano a proposito di questa strage? Ho già scritto diverse volte che per me qualunque tipo di religione non ha mai a che vedere davvero con le stragi e che si tratta sempre di un uso strumentale. Com’è strumentale l’uso che il KKK ha sempre fatto della croce.

KU KLUX KLAN(Fonte foto: http://www.huffingtonpost.it/2015/11/03/anonymous-ku-klux-klan_n_8459472.html)

 
Ma dato che a essere colpita è stata una clinica abortista e  che la maggior parte delle persone cosiddette pro-life sono cattoliche (anche se non solo), facendo un parallelo qualcuno potrebbe parlare di terrorismo cattolico. Allora io faccio come hanno fatto molti musulmani seri all’indomani della strage di Parigi.
Come cristiana cattolica mi dissocio dalla strage di Colorado Springs!
#Not In My Name

D. Q.

 

 

Qui l’articolo del Corriere della Sera:

http://www.corriere.it/esteri/15_novembre_27/colorado-uomo-si-barrica-una-clinica-il-controllo-nascite-spara-quattro-feriti-625b7aa6-9540-11e5-b54c-257f4e9e995d.shtml

“Stretta” antiabortista del Parlamento spagnolo: domani presidio informativo della Collettiva AutonoMia

Reggio Calabria. Nuova iniziativa di protesta per la Collettiva AutonoMia: l’appuntamento è per domani – 27 giugno – alle 18 davanti al Teatro comunale “Francesco Cilea”, in relazione alla campagna Yo Decido, in sostegno alle donne spagnole che lottano contro la “legge Gallardon”, che restringe di molto i casi in cui la donna può ricorrere all’aborto quale propria libera scelta.

La data è tutt’altro che casuale: proprio domani infatti il Parlamento iberico incardinerà il dibattito sulla normativa antiabortista.

«Insieme alle nostre sorelle spagnole e a tutte le donne che si stanno nuovamente mobilitando in tutt’Europa – si legge nella nota diramata ai media dalla Collettiva – chiediamo che non venga approvata la proposta del governo Rajoy», dopo la spinta forte delle «lobby confessionali» alla “194” già avvenuta in Italia e, su scala continentale, la mancata approvazione della risoluzione Estrela a Strasburgo.

L’iniziativa di domani al “Cilea” si caratterizzerà quale presidio informativo, per tutelare «un’Europa laica e dei diritti, il rispetto della nostra libertà di scelta e d’autodeterminazione, la tutela della nostra salute sessuale a riproduttiva».

 

Mario Meliadò

Giovedì 26 giugno 2014
Ore 22:34

 

Fonte:

http://www.reggiotv.it/notizie/attualita/37476/-stretta-antiabortista-parlamento-spagnolo-domani-presidio-informativo-collettiva-autonomia

Sabato 12 manifestazione nazionale a Roma per dire no al Jobs act e al Piano casa. A Lucca e Milano altre due importanti mobilitazioni. In Calabria iniziative del Coordinamento Calabrese 194.

Sabato 12 manifestazione nazionale a Roma per dire no al Jobs act e al Piano casa di Renzi e Lupi. A Lucca e Milano altre due importanti mobilitazioni.
#12a Lucca: Renzi non ci scappi! Contestazione al Festival del Volontariato
#12a Milano: Molto più di 194

 

Se la riforma del mercato del lavoro immaginata dal nuovo esecutivo arriva li dove il peggior governo di centrodestra non aveva avuto il coraggio, ovvero la completa deregulation dei contratti precari e delle condizioni salariali tramite l’apprendistato senza formazione, il piano casa, oltre a dare mano libera alla rendita e alla speculazione, è con l’articolo 5 una vera e propria dichiarazione di guerra ai movimenti per il diritto all’abitare.

Non ci si può aspettare nulla dall’opposizione parlamentare, quanto dal sindacato confederale che non ha indetto neanche un’ora di sciopero contro il jobs act. E’ un dato di fatto che l’unica opposizione possibile al governo Renzi è quella che viene dai conflitti sociali, dai movimenti, dai precari, i disoccupati, gli studenti.

Mentre in molte città si prepara, con assemblee e azioni, l’arrivo di sabato a Roma, ieri i movimenti per il diritto all’abitare della Capitale, dopo le occupazioni e gli sgomberi di lunedì scorso, hanno allestito già un’acampada a Porta Pia proprio sotto il Ministero delle infrastrutture dove siede Maurizio Lupi. Proprio da Porta Pia partirà il corteo sabato 12, per poi assediare il Ministero del welfare.

 

Fonte:

http://www.dinamopress.it/news/12a-in-piazza-contro-il-piano-casa-e-il-jobs-act

 

*

Coordinamento Calabrese 194: sabato 12 aprile “Consultorio in piazza” a Reggio e Cosenza

Qui il comunicato da Strill.it:

http://www.strill.it/index.php?option=com_content&view=article&id=193649%3Acoordinamento-calabrese-194-sabato-12-aprile-consultorio-in-piazza-a-reggio-e-cosenza&catid=40%3Areggio&Itemid=86

 

#IoDecido di chiedervi: da che parte state? occupato Ordine dei medici a Roma

March 4th, 2014

4 marzo: occupata la sede dell’Ordine dei medici dalla rete cittadina #iodecido, contro l’obiezione di coscienza, per la libertà di scelta di tutte e tutti,  per l’autodeterminazione dei corpi.

COMUNICATO:

Dopo aver manifestato il primo febbraio a fianco delle donne spagnole contro l’attacco alla legge sull’aborto del ministro Gallardon, abbiamo deciso di ripartire ancora dall’Italia e da noi.  Nel Bel Paese la situazione è altrettanto drammatica: il diritto alla salute e la libertà di scelta sono ogni giorno messi in discussione dentro gli ospedali pubblici e i consultori. Questo avviene a causa dei tagli sempre più indiscriminati alla sanità e per lo svuotamento della legge194, esautorata di ogni valore per l’altissimo numero di medici obiettori (nel Lazio sono circa il 90%). Non è un mistero che l’obiezione di coscienza sia il passepartout verso lo scatto di carriera e quei pochi medici che,invece, praticano ancora l’aborto rimangono spesso isolati dalle stesse istituzioni mediche. Nelle sale parto le donne sono sottoposte ad abusi e violenze ostetriche, fisiche e psicologiche, ad interventi medici non necessari e non acconsentiti, spesso in contrasto con le evidenze scientifiche e quindi dannosi per la loro salute. Altrettanto tragica è la situazione quando si decide di intraprendere un percorso di transizione, che diventa un calvario fatto di ostacoli e umiliazioni. altra violenza agita sui bambini intersex a cui viene brutalmente assegnato un sesso con il ricorso ad operazioni chirurgiche irreversibili: si tratta dell’ennesimo attacco all’autodeterminazione.

Siamo perfettamente consapevoli della cultura cattolica che sostiene tutte queste pratiche e della tendenza al controllo dei corpi delle politiche europee e nazionali. 

Oggi siamo qui per denunciare tutto questo, ma siamo qui anche per chiedere a voi medici, operanti nel servizio pubblico, di prendere una posizione chiara in merito a questi punti:

accesso libero e gratuito all’aborto. per ogni donna, anche senza permesso di soggiorno in qualsiasi struttura sanitaria pubblica e in qualsiasi momento. Il medico che obbietta si rifiuta di erogare una prestazione sanitaria e quindi di compiere il suo dovere.

possibilita di scelta effettiva fra aborto chirurgico farmacologico (pillola ru486), in regime di day hospital 

* reperibilità h 24 in ogni territori del Levonorgestrel

* prescrizione in pronto soccorso del Levonorgestrel senza ticket e senza l’autorizzazione dei genitori per la dimissione delle minorenni

autonomia decisionale e partecipazione attiva di ogni donna a tutto il percorso nascita (gravidanza, parto, puerperio);

*rispetto delle evidenze scientifiche sul parto con riduzione degli interventi medici ai soli casi di effettiva urgenza e necessità e comunque previo consenso libero e informato della donna ( taglio cesareo, episiotomia, manovra di kristeller, induzione farmacologica, rottura artificiale delle membrane, etc..)

nessun* bambino deve subire interventi medico farmacologici non necessari o trattamenti chirurgici cosmetici su genitali sani solo perché “atipici”;

* depatologizzazione della condizione trans

riduzione delle liste di attesa e dei costi della perizia dei diversi servizi per la re-attribuzione chirurgica del sesso.

Dalla parte dei diritti o dei profitti?

rete cittadina #iodecido verso l’#8marzo

unnamed (15)

Fonte:

http://cagnesciolte.noblogs.org/post/2014/03/04/iodecido-di-chiedervi-da-che-parte-state-occupato-ordine-dei-medici-a-roma/

Qui l’ultimo aggiornamento:

http://cagnesciolte.noblogs.org/post/2014/03/04/iodecido-comunicato-sullazione-di-oggi-allordine-dei-medici/

PRIMO MARZO 2014 – LA NOSTRA EUROPA NON HA CONFINI, DIRITTI E DIGNITA’ PER TUTTI

 

 

Da Amburgo a Padova, Bologna, Niscemi, Milano, Brescia e molte altre città: in cammino per cambiare l’esistente

 

1 / 3 / 2014

Quest’anno la data del Primo marzo è stata caratterizzato da uno slogan proposto dai rifugiati che lottano organizzati come Lampedusa in Hamburg: “la nostra Europa non ha confini”, che sono scesi in piazza in un parade spontanea per le vie della città tedesca.

In piazza in tanti con un filo conduttore comune: diritti e dignità, contro ogni struttura detentiva per migranti, come affermato ieri con l’iniziativa a Roma, e oggi con i grandi cartelli apparsi nella capitale, per un’accoglienza degna e perchè le frontiere non si trasformino in luoghi di morte. Si è manifestato  anche per dire liberi tutt@, no alla criminalizzazzione delle lotte, come con gli arresti per gli attivisti a Roma.

Scenari diversi ma accomunati dalla volontà di opporsi alle politiche di sfruttamento, di militarizzazione dei territori, di mancanza di diritti.

I NoMuos in Sicilia in migliaia hanno manifestato  non lasciandosi intimidire dai divieti e nonostante l’intervento della polizia, raggiungendo i cancelli della base.

A Padova la manifestazione lanciata da AdlCobas ha raccolto un’ampia partecipazione e combattiva e determinata ha raggiunto la Prefettura.

A Bologna in tantissimi hanno sfilato per rivendicare diritti e dignità, così come a Brescia, Milano Bergamo, Parma ed in molte altre città italiane.

Questa mattina a Vicenza una animata e rumorosa iniziativa ha contestato la “preghiera” dei prolife contro la legge 194 perchè i diritti sono anche libertà di scelta. 

CRONACA

18:01 Niscemi – Alla rete della base due grandi fogli con su scritti il preambolo e la parte sulla smilitarizzazione dei territori della Carta di Lampedusa.

17:49 Niscemi – La polizia è intervenuta con un paio di cariche, la situazione sembra essersi ora tranquillizzata. Una ragazza è stata colpita alla testa da un poliziotto ed è a terra. Il corteo continua determinato verso i cancelli.

17:46 Bologna – Il corteo arriva in piazza Maggiore. Numerosi interventi finali che urlano a gran voce: “Basta sfruttamento, basta Bossi-Fini, basta CIE; reddito, diritti e libertà per tutti”

17:42 Bologna – In corteo anche gli studenti medi autorganizzati di Bologna insieme al laboratorio On The Move: insieme per affermare i diritti di tutti in questa giornata contro il razzismo.

17:38 Niscemi – La testa del corteo è davanti al Cancello 1 della base, arriva notizia che la polizia abbia iniziato a manganellare.

17:28 Niscemi – Il corteo si sta avvicinando alle reti della base, affianco alle enormi antenne assassino del Muos.

17:19 Bologna – Attacchinate in via Indipendenza le immagini dei migranti con le bocche cucite per protesta nei CIE. “Chiudere tutti i CIE  subito”.

16:57 Parigi – Dopo un’inutile trattativa i manifestanti premono sui cordoni della polizia per poter partire in corteo.

16:53 Bologna – Si susseguono gli interventi dal camion : ” Nella crisi le risposte le troviamo dal basso, occupando e lottando insieme.

16:52 Niscemi – In migliaia in corteo si dirigono verso la base nonostante il divieto della questura.

16:50 Padova – Il corteo arriva in Prefettura tanti gli interventi dei lavoratori della logistica e di tutti quelli che sono intervenuti alla manifestazione. Una tappa importante per dire che uniti si può vincere.

16:51 Bologna – All’altezza di via Irnerio si aggiungono al corteo i migranti di Asia-usb che questa mattina hanno occupato uno stabile in via XXI aprile.

16:37 Brescia – In tanti in corteo, la pioggia non ferma la voglia di manifestare per un’Europa senza confini, adesso il corteo si dirige verso la prefettura.

16:33 Bologna – Dalla scalinata del Pincio è stato srotolato uno striscione “Our Europe is without borders” firmato da Labas e Tpo.

16:28 Parigi – Continua il braccio di ferro tra le centinaia di manifestanti e la polizia che impedisce il corteo.

16:25 Padova – Nonostante la pioggia sempre più battente e il vento sempre più forte il corteo arriva compatto fin sotto la prefettura.

16:18 Bologna – In migliaia in corteo sul Ponte Matteotti. Musica dal camion, interventi numerosi, fumogeni, cartelli che lanciano dei messaggi chiari per un’Europa senza confini e di diritti.

16:16 Padova – Arriva il saluto e la solidarietà dai lavoratori di Treviso.

16:15 Amburgo – Il corteo è appena terminato, in migliaia per le strade per riprendersi la città, il diritto a manifestare, il diritto di asilo in un’Europa senza confini. Tra poco inizierà il concerto e la festa con i rifugiati.

16:14 Padova – La manifestazione sta raggiungendo la prefettura. In corteo ci sono anche i lavoratori del pubblico impiego. I diritti non possono essere privatizzati, non possono essere venduti.

16:12 Bologna – Detjon di Labas dice che il messaggio della Carta di Lampedusa è oggi in piazza in questo corteo determinato. “Dopo la manifestazione davanti al CIE e le giornate sull’isola continuiamo ad opporci anche alla riapertura di quel lager cittadino”.

16:11 Bologna – Intervento di Neva del TPO che spiega che il messaggio di oggi, di rivendicazione di diritti e reddito, va contro l’Europa dei confini per la costruzione di un’Europa meticcia, di tutti e tutte!

16:10 Padova – “Noi ci siamo e siamo qui. Uniti si vince” si grida dal sound system. Oggi si lotta per i diritti di tutti e tutte.

16:08 Bologna – Primi interventi dal camion ricordando che il 1 marzo non è una ritualità. “Siamo in piazza per dire basta allo sfruttamento, al razzismo della Bossi-Fini e ai CIE”

16:04 Niscemi – Il corteo è partito e avanza verso la base.

16:01 Padova – Tantissime le bandiere dell’ADL COBAS in corteo mentre dal sound system vengono intonati tanti e variegati slogan.

15:59 Padova – In corteo anche gli studenti medi del coordinamento studentesco di Padova

15:56 Brescia – In tanti in corteo malgrado la pioggia, un grande striscione d’apertura che dice reddito diritti e dignità per tutti e tutte.

15:49 Padova – Davide del Laboratorio Bios, che ieri ha riaperto e occupato un nuovo spazio in città, manda la solidarietà del Bios Lab ai lavoratori dell’Artoni. “A Padova non siete soli, in tanti vi sostengono” dice al microfono.

15:43 Padova – Interviene Sebastian dell’Assemblea Sociale per la Casa; tanti gli occupanti di case anche dalle altre città del Veneto.

15:40 Padova – Sullo striscione di apertura la scritta “Artoni-Despar licenziati per rappresaglia anti-sindacale”, in tantissimi in corteo dalla stazione verso la prefettura nonostante la pioggia battente.

15:37 Parigi – Il presidio per il primo marzo è stato circondato dalla polizia che impedisce che si parta in corteo.

15:35 Padova – Oggi in corteo insieme ai lavoratori della logistica di ADL COBAS anche gli occupanti delle case della rete ASC e i rifugiati della Casa di Accoglienza di Don Gallo.

15:32 Padova – Il corteo è appena partito dalla stazione, una grande giornata per chiedere diritti e dignità per tutti e tutte.

15:29 Padova – I lavoratori Artoni al microfono del sound system ricordano lo sgombero violento del presidio dei giorni scorsi.

15:27 Bologna – Partito il corteo che attraverserà le vie della città, Neva del TPO apre gli interventi esaltando “questa la moltitudine meticcia dell’Europa senza confini”.

15:26 Padova – La pioggia e il vento non ferma i manifestanti, centinaia di persone al concentramento al piazzale della stazione.

15:22 Amburgo – In 7000 sfilano per le strade della città per il diritto di asilo e per un’Europa senza confini.

15:21 Niscemi – Tra le bandiere NO MUOS un grande striscione che dice “da Lampedusa a Niscemi diritti veri e non cimiteri”.

15:18 Bologna – Piazza dell’Unità si riempie di tanti e tante: migranti, studenti, centri sociali, collettivi, associazioni, lavoratori della logistica, sindacati di base conflittuali. Insieme per chiedere l’immediata abrogazione della legge Bossi-Fini, per la chiusura di tutti i CIE e i Cara, per reddito e libertà per tutti.

15:10 Bologna – Inizia a riempirsi la piazza del concentramento. Oggi in corteo per ribadire: “Our Europe is without borders!”

15:06 Amburgo – Partita la manifestazione dei rifugiati di Lampedusa, tanti manifestanti e una massiccia presenza delle forze dell’ordine per le strade.

15:03 Niscemi – Gruppi di persone e singoli stanno raggiungendo il concentramento da tutta la Sicilia, si prospetta una grande giornata di lotta.

14:59 Bologna – I lavoratori della logistica di Cesena in viaggio verso il corteo di Bologna.

14:57 Niscemi – In arrivo al concentramento del corteo 17 autobus da tutta la Sicilia e dalla Calabria NO MUOS.

13:22 Padova – Appuntamento ore 15.00 in stazione, gia’ partiti da trento e dalle altre province per manifestare per diritti e dignita’.

12:28 Genova – Sulle orme di Don Gallo completata la carta di Genova per i diritti di tutti.

12:24 Niscemi – Oggi in marcia i Nomuos non ci facciamo intimidire no alle servitu’ militari

12:20 Vicenza – We want sex scegliere ci rende liber@ no all’oscurantismo x questo no ai prolife

11:39 Vicenza – La 194 no si tocca, gli attivisti di Q_Generation impediscono la preghiera dei pro-life davanti all’ospedale. Liberi di scegliere #yodecido

11:36 Vicenza – Verso l’ #8marzo fuori i pro-life dagli ospedali #yodecido, attivisti di Q_Generation contestano gli integralisti cattolici

11:01 Vicenza – Torneremo ogni volta che sarete qui. Nessuno spazio ai movimenti no choice

10:58 Vicenza – Lancio di prezzemolo contro lo sparuto gruppetto No 194, protetto dalla polizia

10:20 Vicenza – Inizia la contestazione alla “preghiera” contro la 194. Non vogliamo tornare al Medioevo.

 

Fonte:

http://www.globalproject.info/it/in_movimento/primo-marzo-2014-la-nostra-europa-non-ha-confini-diritti-e-dignita-per-tutti/16597