ISRAELE ARRESTA I GENITORI DEL DODICENNE PALESTINESE PICCHIATO DAL SOLDATO IN CISGIORDANIA

An Israeli soldier beating 12-year-old Mohamed al-Tamimi with a broken arm in the occupied West Bank village of Nabi Saleh near Ramallah on August 28, 2015 (AFP)

Le forze israeliane hanno arrestato i genitori del dodicenne, Mohamed al-Tamimi, che è stato liberato dalla sua famiglia dopo essere stato picchiato da un soldato israeliano la scorsa settimana.

Martedì  Bassam al-Tamimi,  attivista palestinese, ha riferito  all’agenzia ufficiale turca  Anadolu “L’esercito israeliano ha arrestato Basil e sua moglie, Nariman, mentre tentavano di attraversare un checkpoint dell’esercito all’ingresso di Nabi Saleh villaggio a nord di Ramallah”.

Venerdì scorso, nel corso di una manifestazione pacifica contro l’occupazione organizzata da un gruppo di palestinesi del villaggio cisgiordano di Nabi Salih vicino a Ramallah, le forze armate israeliane hanno attaccato i manifestanti e hanno arrestato alcuni di loro.

Uno dei soldati dell’esercito di occupazione raggiunto il ragazzo palestinese, lo prese per la testa, sbattendolo brutalmente su una roccia e tenendolo sotto tiro, nonostante il braccio ingessato, cercando di arrestarlo. La sua famiglia, tutti  disarmati, tra cui la madre e la sorella, hanno circondato il soldato per aiutare Mohamed fino a liberarlo.

Palestinian women try to prevent an Israeli soldier from arresting 12-year-old Mohamed al-Tamimi with a broken arm during an anti-settlement demo in the occupied West Bank village of Nabi Saleh near Ramallah, August 28, 2015. (AFP)

Dall’inizio del 2011, la distruzione di Tel Aviv di case palestinesi ha lasciato più di 4.600 palestinesi senza casa.

Oltre di mezzo milione di israeliani vivono in più di 120 insediamenti illegali costruiti dall’ occupazione israeliana dei territori palestinesi della Cisgiordania e di al-Quds Oriente nel 1967.

Gran parte della comunità internazionale, considera gli insediamenti israeliani illegali perché costruiti sui i territori che sono stati occupati da Israele nel 1967 e sono quindi soggetti alle Convenzioni di Ginevra, che vietano la costruzione sulle terre occupate.

fonte. http://www.presstv.com/Detail/2015/09/02/427360/Palestine-Israel-West-Bank-Mohamed-alTamimi-Nabi-Saleh

 

Tratto da https://invictapalestina.wordpress.com/2015/09/02/israele-arresta-genitori-del-ragazzo-palestinese-picchiato-dal-soldato-in-cisgiordania/

L’ESERCITO ISRAELIANO INVADE IL CAMPO PROFUGHI DI JENIN: MISSILI CONTRO DUE CASE E UN EX PRIGIONIERO SEQUESTRATO

 1/9/2015

460_0___10000000_0_0_0_0_0_jeninnightsoldiersJenin-PIC, Quds Press e Imemc. Martedì mattina, i soldati israeliani hanno proseguito l’invasione del campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, hanno lanciato missili contro due case, hanno demolito un magazzino e diversi muri.

L’invasione è iniziata lunedì sera.

Durante l’aggressione, i soldati hanno rapito un ex prigioniero politico, sua madre, suo figlio e suo fratello.

I soldati hanno lanciato due bombe “Energa” contro due case del campo e hanno circondato l’abitazione dell’ex prigioniero Majdi Abu al-Haija, che è stato portato in prigione dopo che i soldati ne avevano rapito la madre, il figlio Soheib, 18 anni, e il fratello ‘Ala.

I medici della Civil Defense hanno affermato che i soldati hanno impedito al personale medico e alle ambulanze di avvicinarsi alle case colpite, in particolar modo a quella di Abu al-Haija. E hanno aggiunto che alla moglie di Abu al-Haija hanno fratturato una gamba. Inoltre, i soldati hanno invaso e occupato diverse case vicine.

Sono scoppiati scontri tra i soldati e decine di giovani locali, che hanno lanciato sassi e bottiglie vuote contro gli invasori. C’è stato anche uno scontro a fuoco tra truppe di occupazione e resistenti armati, mentre gli elicotteri israeliani hanno sorvolato l’area.

Un soldato israeliano è stato lievemente ferito e trasportato all’ospedale di Rambam a Haifa.

© Agenzia stampa Infopal

 Fonte: Agenzia stampa Infopal – www.infopal.it

http://www.infopal.it/lesercito-israeliano-invade-il-campo-profughi-di-jenin-missili-contro-2-case-e-un-ex-prigioniero-sequestrato/

RILASCIATO L’ATTIVISTA ITALIANO CHE HA FILMATO LE VIOLENZE DEI SOLDATI ISRAELIANI

 Lunedì 31 Agosto 2015 11:39

altNegli ultimi giorni hanno avuto grande diffusione le immagini di un militare israeliano che rincorre e immobilizza un ragazzino palestinese di 12 anni, con un braccio ingessato, scaraventandolo, strattonandolo e trattenendolo a terra con brutalità, tra le urla terrorizzate del bambino che rischia di essere soffocato dalla stretta attorno al collo del soldato. Solo grazie all’intervento di un gruppo di donne e di altri bambini il ragazzino viene infine liberato a fatica dalla presa e dalle violenze del militare.

La scena si è svolta lo scorso venerdì, 28 agosto, a Nabi Saleh, in Cisgiordania, durante una delle manifestazioni che si svolgono settimanalmente contro l’espansione delle colonie israeliane nella zona.

A riprendere la scena c’era Vittorio Fera, attivista italiano di 31 anni membro dell’International Solidarity Movement, che insieme ad altri stava prendendo parte alla manifestazione in Cisgiordania.

Quello che le sue riprese non mostrano, e che è emerso solo dopo qualche ora, è che dopo la liberazione del ragazzino palestinese i soldati israeliani si avventano sullo stesso Vittorio Fera che aveva ripreso quelle immagini. L’attivista viene immobilizzato e ammanettato per poi essere portato via in stato di arresto con l’accusa, infondata e pretestuosa, di aver lanciato pietre contro i militari.

Questa mattina, durante l’udienza di convalida del processo per direttissima, il Tribunale di Gerusalemme ha poi disposto il rilascio su cauzione di Vittorio Fera ma le indagini a suo carico proseguiranno fino all’8 di settembre.

Le immagini riprese dall’attivista in questi giorni hanno scatenato molta indignazione sul web, oltre che prevedibili polemiche, alimentate anche da qualche imbecille nostrano come Tommaso Giuntella, presidente del PD romano, che sul proprio account Twitter si mostra incapace di riconoscere il sopruso e lo squilibrio di potere che stanno nell’aggressione di un militare armato di tutto punto contro un bambino disarmato e per il quale il solo problema in quelle immagini sembra essere il fatto che il soldato israeliano fosse rimasto da solo. Il violento arresto a cui Fera è stato sottoposto con accuse inesistenti mostra tutta l’arroganza di Israele e la volontà di non far diffondere quelle immagini, che non rappresentano purtroppo un episodio isolato ma testimoniano di una realtà di violenze e soprusi che per la popolazione palestinese è quotidianità.

 

 

Fonte:

http://www.infoaut.org/index.php/blog/conflitti-globali/item/15328-rilasciato-lattivista-italiano-che-ha-filmato-le-violenze-dei-soldati-israeliani

CISGIORDANIA, ARRESTATO ATTIVISTA ITALIANO: FILMAVA AGGRESSIONE A BAMBINO PALESTINESE

È Vittorio Fera, 31 anni, del Movimento Internazionale di solidarietà. Il fatto durante la protesta degli abitanti di Nabi Saleh contro la costruzione di un insediamento israeliano

L’arresto di Vittorio Fera L’arresto di Vittorio Fera

Un attivista italiano è stato arrestato venerdì in Cisgiordania nel corso di una manifestazione in un villaggio palestinese. La notizia è stata diffusa dall’International Solidarity Movement, una ong di solidarietà con il popolo palestinese. È accaduto durante la protesta che, ogni settimana, gli abitanti di Nabi Saleh compiono contro la costruzione di un insediamento illegale israeliano nelle terre del villaggio. Secondo l’ong, il fermo di Vittorio Fera, 31 anni, è stato confermato dal Consolato generale italiano a Gerusalemme e, sempre l’ong, fa sapere che l’italiano ricomparirà dinanzi al giudice lunedì.

La manifestazione e il video

 

 

Il giovane è accusato, pare, di aver «lanciato pietre e attaccato i soldati» durante la manifestazione: «Un’affermazione priva di fondamento», sottolineano dalla Ong. «Vittorio stava filmando il violento attacco delle forze israeliane a un ragazzo palestinese, che veniva aggredito e soffocato da un soldato», l’episodio le cui violente scene sono state registrate e che ha fatto il giro del mondo. Il Consolato generale italiano a Gerusalemme, spiega la Farnesina, è informato del caso e sta raccogliendo tutte le informazioni necessarie.


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Fonte:
http://www.corriere.it/esteri/15_agosto_30/israele-attivista-italiano-stato-arrestato-nabi-saleh-b6bb295a-4eed-11e5-ad01-b0aa98932a57.shtml

GRECIA-ISRAELE: ACCORDI MILITARI SENZA PRECEDENTI

Ali Abunimah

da A l’encontre

L’esercito greco e quello italiano si addestreranno presto in Israele.

È l’ultimo segnale dell’approfondirsi dell’alleanza militare costruita da Israele e dal governo greco, sotto la guida del partito di sinistra Syriza.

Il mese scorso alcuni piloti elicotteristi israeliani hanno effettuato esercitazioni di combattimento senza precedenti, della durata di 11 giorni, in Grecia, nei paraggi dell’Olimpo.[1]

Nel maggio[2] e poi nel luglio 2015, il governo diretto da Syriza ha addirittura firmato un accordo militare con Israele che non ha uguali se non quello, analogo, che esiste tra Israele e gli Stati Uniti, garantendo immunità legali per tutti i militari indistintamente nel corso dell’addestramento in un altro territorio.[3]

L’accordo militare è stato sottoscritto a nome del governo da Panagiotis Kammenos, il ministro della Difesa, membro dei Greci indipendenti (ANEL), junior partner del governo di coalizione. Non vi è dubbio, tuttavia, che Syriza dia il suo appoggio: in luglio [6 luglio], Nikos Kotzias, il ministro degli Esteri nominato da Syriza,[4] si è recato a Gerusalemme per discussioni al vertice con il Primo ministro israeliano Benyamin Netanyahou per «rafforzare i legami bilaterali tra i due paesi».

Subito quest’anno aerei da guerra israeliani hanno effettuato missioni di addestramento intensive in Grecia, un’esperienza che verrà certamente utilizzata per attaccare la Striscia di Gaza nelle future aggressioni militari israeliane.

 

Elicotteri israeliani in Grecia

 

Stando a un comunicato stampa delle forze aeree israeliane, «la collaborazione greco-israeliana si va estendendo negli ultimi anni e, alla luce dei successi al momento dei recenti dispiegamenti, scambievoli voli probabilmente continueranno nel 2016».

Il comandante della base aerea di Larissa, che era la base degli elicotteri israeliani durante le esercitazioni, cita la dichiarazione del colonnello Dormitis Stephazanki: «Comprendiamo la grande rilevanza di un’attività congiunta con lo Stato di Israele, che contribuisce alla sicurezza di entrambi i paesi. Nel corso degli ultimi giorni, abbiamo lavorato insieme in modo speciale. Il linguaggio comune, l’amicizia profonda e le cose che abbiamo imparato insieme hanno contribuito a migliorare la collaborazione tra le rispettive forze».

Dormitis ha detto di essere convinto che l’addestramento in Grecia aveva migliorato «l’atteggiamento [degli israeliani] nell’assumersi l’incarico dei voli ogni volta che è necessario».

«Abbiamo sorvolato zone montuose che in Israele non esistono e abbiamo sperimentato voli a lunga distanza partendo da basi aeree israeliane verso la Grecia», ha dichiarato il luogotenente colonnello Matan, comandante di una squadra di elicotteri Apache, fabbricati negli Stati Uniti (l’esercito israeliano fornisce solo i cognomi, forse per proteggere il personale da possibili accuse per crimini di guerra).

Gli Apache – battezzati con il nome delle popolazioni di amerindi che sono state bersaglio dell’espansione coloniale genocida in America settentrionalesono stati utilizzati ampiamente da Israele per effettuare esecuzioni estragiudiziali di palestinesi. È l’apparecchio usato nei massacri di civili a Gaza lo scorso anno.

Il colonnello Y, comandante di un’unità israeliana di ricognizione, ha descritto la partecipazione di Israele all’esercitazione come «storica», soggiungendo che «era la prima volta che gli aerei che raccolgono informazioni hanno lavorato con apparecchi stranieri su un terreno sconosciuto e complesso».

 

Appoggiare i crimini di guerra?

 

Secondo il Jerusalem Post, i piloti greci di elicotteri si addestreranno in Israele nel corso dei prossimi mesi. Il giornale riferisce che aerei da combattimento greci «parteciperanno all’esercitazione multinazionale Blue Flag che si svolgerà nei cieli sopra il Sud di Israele». In giugno, un reportage di Haaretz ha rivelato che le forze aeree italiane, greche e statunitensi parteciperanno a quell’esercitazione.

La collaborazione militare tra Israele, l’Italia e la Grecia prosegue nonostante il fatto che un’indagine indipendente pubblicata di recente, per ordine del Consiglio per i diritti umani dell’ONU, abbia scoperto massicce prove di crimini di guerra commessi da Israele al momento del suo attacco a Gaza durante l’estate scorsa, che ha ucciso oltre 2.200 palestinesi

Il mese scorso, Amnesty International ha pubblicato una sua indagine sull’aggressione israeliana contro la città di Rafah, a Sud della Striscia di Gaza. Anche qui, l’indagine ha concluso che centinaia di civili sono stati uccisi nel corso dei gravi crimini di guerra compiuti da Israele.

Amnesty ha scoperto che «alcune dichiarazioni pubbliche di comandanti dell’esercito israeliano e di soldati successive al conflitto forniscono ragioni imperiose per ricavare la conclusione che certi attacchi che hanno ucciso civili e distrutto case e proprietà sono stati effettuati e motivati per desiderio di vendetta – per dare una lezione o punire la popolazione di Rafah».

Inam Ouda Ayed bin Hammad, citato nel Rapporto di Amnesty, rievoca i cannoneggiamenti a tappeto e i bombardamenti che ci sono stati vicino alla sua casa nel quartiere al-Tannur di Rafah: «nel momento in cui sono uscito da casa, un Apache ha preso a spararci addosso».

Magari quegli stessi Apache e quegli stessi piloti hanno condiviso in Grecia occasioni cameratesche.

I Rapporti dell’ONU e di Amnesty hanno lanciato l’appello perché si facciano finalmente i conti con i crimini di guerra perpetrati a Gaza e nella Cisgiordania occupata. Viceversa, i governi di sinistra greco e italiano, come pure, ovviamente, l’amministrazione Barak Obama degli Stati Uniti, si limitano ad offrire la loro complicità e le loro ricompense unicamente ad Israele.

 

(Traduzione in francese di A l’Encontre; l’articolo è uscito il 5 agosto 2015 sul sito Electronic Intifada. L’autore del presente articolo, cofondatore del sito, ha pubblicato di recente The Battle for Justice in Palestine, Editions Haymarket, marzo 2014. Risiede negli Stati Uniti. Probabilmente per questo considera « di sinistra » anche il governo Renzi). Della vicenda avevamo già parlato sul sito : Kouvelakis: Dalla vicenda di Syriza alcuni insegnamenti per il nostro avvenire.

(Traduzione dal francese di Titti Pierini)

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[1]Un comunicato pubblicato il 3 agosto, sul sito «Israeli Air Force» http://www.iaf.org.il/4424-45323-en/IAF.aspx, indicava come, per due settimane, una squadriglia di elicotteri dell’aeronautica dell’IDF (Israeli Defense Forces) ed elicotteri e caccia dell’esercito greco avessero condotto esercitazioni congiunte, partendo dalla base di Larissa. «Era uno dei principali e complessi dispiegamenti di forze fuori da Israele». L’accento era posto soltanto sull’interesse di acquisire esperienza in voli ad alta quota (per gli elicotteri), nonché sulla raccolta di informazioni.

Il 28 luglio 2015, Israël Actualités, settimanale on line, poneva in rilievo una delle principali dimensioni dell’accordo militare (cfr. anche nota 3), concernente le varie poste in gioco disputate nel Mediterraneo orientale rispetto alle riserve di gas, che interessano sia Israele sia la Grecia. «Durante l’esercitazione, i dirigenti hanno discusso in particolare di “sicurezza marittima, energetica e di collaborazione nell’industria militare”, stando al Rapporto del ministero greco. L’accordo stipula che la marina israeliana potrà d’ora in poi intervenire per neutralizzare qualsiasi attacco islamista contro gli interessi greci e dello Stato ebraico, in acque cipriote e del Mediterraneo orientale. Unità scelte di Tsahal potrebbero anche, all’occorrenza, dispiegarsi sulle piattaforme di estrazione di gas di Cipro o installarsi in basi militari greche». Ali Abunimah lascia da parte questo aspetto decisivo dell’accordo (Redazione À l’Encontre).

[2]Il 21 maggio 2015 Israpresse sottolineava come sarebbero proseguiti tra Israele e la Grecia gli accordi «riguardanti prevalentemente la politica, la difesa, l’energia, il turismo, la cultura e l’accademia». «Dei festeggiamenti intervengono a rafforzare i legami tra i due paesi, divenuti incerti dopo l’arrivo al potere di Alexis Tsipras nel gennaio 2015». Il 26 gennaio 2015, l’influente quotidiano Yedioth Aharonoth citava l’ex ambasciatore di Israele in Grecia, Arye Makel, che riprendeva le dichiarazioni di Alexis Tsipras dell’agosto 2014 al momento dell’operazione militare “Protezione dei confini”, il quale «accusava lo Stato ebraico di assassinare bambini palestinesi». Dopo di allora i rapporti militari, tra gli altri, si sono consolidati, ma hanno segnato un nuovo corso. (Redazione À l’Encontre).

[3]Il 19 luglio 2015, così Israpresse presentava l’accordo: «Il capo dell’apparato della difesa israeliana e il ministro greco della Difesa nazionale hanno concluso un Accordo sullo statuto delle forze militari (Status of the force agreement, o SOFA), vale a dire una reciproca intesa giuridica che consente all’Esercito di Israele di stanziare truppe in Grecia e viceversa. Si tratta del primo SOFA che Israele conclude con un paese alleato, oltre agli Stati Uniti.

Il ministro israeliano ha espresso la propria gratitudine nei confronti del suo omologo per la sua visita in Israele, nonostante la difficile situazione del proprio paese, esprimendo la sua speranza di vedere la Grecia superare le grandi sfide che l’attendono. «Apprezziamo molto la collaborazione sicuritaria che si traduce nell’addestramento di nostri soldati e ufficiali in territorio greco. I nostri Stati condividono interessi comuni, dovendo affrontare le conseguenze dell’accordo sottoscritto la scorsa settimana tra le grandi potenze e l’Iran», ha dichiarato Ya’alon.

Da parte sua, il ministro greco ha affermato: «Il popolo greco è molto vicino a quello di Israele. Per quanto riguarda la nostra collaborazione militare, i rapporti sono eccellenti e continueremo a mantenerli e proseguiremo le esercitazioni comuni». Kammenos ha soggiunto: «Il terrorismo e la jihad non colpiscono solo il Medio oriente, ma anche i Balcani e l’Europa. È la guerra. Eravamo molto vicini anche a Israele per tutto ciò che concerne il progetto missilistico iraniano. Ci troviamo a portata di quei missili. Se un missile iraniano si dirige verso il Mediterraneo, questo può voler dire la fine di tutti i paesi dell’area» (Redazione A l’Encontre).

[4] Nikos Kotzias era il consigliere del Primo ministro greco Georgios Papandreou. Dopo la sua nomina agli Esteri, il 27 gennaio 2015, The Times of Israel (28 gennaio 2015) riferiva l’opinione di Emmanuel Karagiannis, greco d’origine, docente presso il King’s College di Londra, dove occupa la cattedra degli Studi militari: «Kotzias è un politico alquanto pragmatico, per cui non mi aspetto un peggioramento dei rapporti bilaterali. Kotzias considera la Turchia la principale potenza competitiva, in termini geopolitici nel Mediterraneo orientale. Credo quindi che il partenariato Grecia-Israele sopravvivrà a questo cambiamento politico [governo Tsipras]» (Redazione A l’encontre).

 

Tratto da: http://antoniomoscato.altervista.org/index.php?option=com_content&view=article&id=2328:grecia-israele-accordi-militari-senza-precedenti&catid=7:medio-oriente-e-mondo-arabo-islamico&Itemid=17

E’ MORTO IL PADRE DEL BIMBO PALESTINESE ARSO VIVO DA COLONI ISRAELIANI

 8/8/2015

342702CNablus. Sabato mattina è morto Saad Dawabsha, il papà del bimbo di 18 mesi, Ali Dawabsha, bruciato vivo in un attacco incendiario perpetrato da coloni israeliani il 31 luglio scorso. L’uomo, 30 anni, che aveva ustioni di terzo grado nell’80 percento del corpo, aveva cercato di mettere in salvo la moglie e i due figli durante l’incendio che ha distrutto la casa e ucciso il piccolo Ali.

Saad Dawabsha ha lottato contro la morte per oltre una settimana. La moglie, Riham, versa in gravi condizioni, con ustioni sull’90 percento del corpo, mentre l’altro figlio, Ahmad, di 4 anni, sembra in lieve miglioramento.

L’attacco terrorista di coloni ebrei israeliani ha distrutto una famiglia, ma per ora rimane impunito.

(Fonti: Ma’an e Quds Press)

Agenzia stampa Infopal – www.infopal.it

 

Fonte:

http://www.infopal.it/e-morto-il-padre-del-bimbo-arso-vivo-da-terroristi-israeliani/

GAZA. MARGINE PROTETTIVO UCCIDE ANCORA. 4 MORTI A RAFAH

06 ago 2015

Ordigno inesploso rimasto tra le macerie di una casa è saltato in aria uccidendo quattro membri della famiglia Abu Naqira. Trenta i feriti, 10 in condizioni gravi. Sarebbero 7mila le bombe inesplose ancora nella Striscia.

Raid su Gaza durante l'offensiva Margine Protettivo

dalla redazione

Gerusalemme, 6 agosto 2015, Nena News – A quasi un anno dalla fine della più brutale operazione militare israeliana contro Gaza, Margine Protettivo, nella Striscia si muore ancora: stamattina un ordigno inesploso è saltato in aria tra le macerie di una casa distrutta a Rafah, nel sud di Gaza.

Almeno quattro le vittime, tutte appartenenti alla stessa famiglia, tutti tra i 18 e i 38 anni: Bakr Hasan Abu Naqira, Abdul-Rahman Abu Naqira, Ahmad Hasan Abu Naqira e Hassan Ahmad Abu Naqira. Trenta i feriti. Secondo i medici che hanno accolto i feriti all’ospedale di Rafah, il bilancio potrebbe salire: dieci dei trenta feriti sono in gravissime condizioni. La bomba è esplosa mentre la famiglia stava ripulendo le rovine della propria casa. L’esplosione ha provocato danni anche alle abitazioni vicine.

Secondo l’agenzia Onu Ocha, sarebbero oltre 7mila gli ordigni israeliani inesplosi ancora presenti tra le macerie di una Gaza mai ricostruita. Tra le case, per le strade rase al suolo. Bombe a orologeria, perché molti gazawi vivono proprio tra quelle macerie, negli scheletri delle proprie case in attesa che entrino gli aiuti per la ricostruzione, bloccati sia da Israele che dall’assenza di pressioni e finanziamenti internazionali.

La storia si ripete: anche nelle precedenti operazioni, Piombo Fuso del 2008-2009 e Colonna di Difesa del 2012, dopo il cessate il fuoco si continuava a morire in questo modo: 111 i morti (di cui 64 bambini) per bombe inesplose tra il 2009 e il 2012, quattro al mese nel solo 2012. Nena News

 

Fonte:

http://nena-news.it/gaza-margine-protettivo-uccide-ancora-4-morti-a-rafah/

L’ipocrisia di Israele tra pinkwashing e violenza sionista

La pietà non è selettiva. E’ un concetto che non mi stancherò mai di ripetere. Ma per molta parte del mondo ci sono vittime più importanti di altre. Ho appena letto la triste notizia della morte di una ragazza di 17 anni, Shira Banki, accoltellata al Gay Pride di Gerusalemme da un fanatico appena uscito di prigione per un’aggressione simile. Il premier israeliano, Netanyahu, ha espresso il suo “cordoglio” per questo assassinio parlando dei diritti di ogni persona e dei valori fondamentali della società israeliana ( fonte: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Israele-morta-la-ragazza-pugnalata-al-Gay-Pride-Shira-Banki-7e947b94-8c7b-4992-a750-6d1b4b5fe1ef.html)

Lo stesso Netanyahu ha condannato come atto terroristico l’attacco da parte di coloni israeliani che ha causato la morte di un bimbo palestinese di soli 18 mesi, Ali Dawabsha, bruciato vivo dopo il lancio di bottiglie molotov ( fonte: http://nena-news.it/bimbo-palestinese-muore-in-casa-bruciata-da-coloni-israeliani/ ).

Ali Dawabsha, 18 mesi. Foto da Twitter

 Siamo al trionfo dell’ipocrisia! Un stato che occupa illegalmente un altro territorio, rubando terra, risorse e massacrando il popolo palestinese, tenta di nascondere i suoi crimini sotto il sottile velo del pinkwashing. Shira Banki non è solo una vittima di omofobia ma è una delle tante persone la cui immagine è sfruttata dal loro stesso stato che finge di riconoscere loro i diritti umani che continuamente calpesta.
Il piccolo Ali sarebbe per Netanyahu vittima di un attacco terroristico. E tutti gli altri palestinesi uccisi continuamente dai soldati israeliani ( gli ultimi due nella stessa giornata in cui è stato ucciso Ali: leggi qui http://www.infopal.it/ramallah-adolescente-ucciso-da-soldati-israeliani/ e qui http://www.infopal.it/giovane-palestinese-ucciso-dalle-forze-israeliane-nella-striscia-di-gaza/) solo perchè palestinesi? Non sono crimini anche questi? E all’omicidio di Mohammed Abu Khdeir, anch’egli bruciato vivo da  coloni israeliani nel luglio dell’anno scorso (fonte: http://nena-news.it/palestina-omicidio-abu-khdeir-fermati-sei-estremisti-israeliani/), perchè Netanyahu non ha parlato di terrorismo? Forse perchè era troppo impegnato a preparare l’ennesima operazione militare, l’Operazione Bordo Protettivo, durante la quale (con la scusa di difendersi dal “terrorismo” palestinese) sono stati uccisi più di 2000 palestinesi.
Questi sono solo alcuni esempi che si possono fare sull’ipocrisia di quella che è chiamata “l’unica democrazia in Medioriente”.
D. Q.

GIOVANE PALESTINESE UCCISO DALLE FORZE ISRAELIANE NELLA STRISCIA DI GAZA

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PIC e Quds Press. Venerdì, un giovane palestinese è stato ucciso a Beit Lahiya, nella Striscia di Gaza, e un altro è stato ferito, quando soldati israeliani di stanza ai “confini” hanno aperto il fuoco su una marcia di protesta.

Un portavoce del ministero della Salute ha affermato che il giovane, Mohamed al-Masri, è stato ucciso dalle ferite causategli da un proiettile sparato dai militari israeliani. Un gruppo di giovani stava manifestando contro l’attacco dei coloni a Duma, nel distretto di Nablus, che ha provocato la morte del piccolo Ali, di un anno e mezzo.

Agenzia stampa Infopal – www.infopal.it

 

Fonte:

http://www.infopal.it/giovane-palestinese-ucciso-dalle-forze-israeliane-nella-striscia-di-gaza/

 

RAMALLAH, ADOLESCENTE UCCISO DA SOLDATI ISRAELIANI

a0-2003Ramallah. Venerdì sera, i soldati israeliani hanno ucciso un ragazzo palestinese di 17 anni, Laith al-Khaldi, durante scontri scoppiati al check-point di Ramallah, in Cisgiordania.

Al-Khaldi, residente nel campo profughi di Jalazon, vicino a Ramallah, è stato raggiunto al petto dai colpi sparati dalla forze israeliane al check-point di Atara ed è morto per le ferite al Palestine Medical Complex.

L’adolescente è stato sottoposto a due interventi chirurgici, nel tentativo di salvargli la vita, ma aveva già perso troppo sangue prima di essere trasportato in ospedale: la pallottola gli era penetrata nel polmone destro, causandogli gravi emorragie.

Negli scontri altri 3 Palestinesi sono rimasti gravemente feriti.

Al-Khalidi è il 20° Palestinese ucciso dalla forze israeliane dall’inizio del 2015.

Agenzia stampa Infopal – www.infopal.it

 

Fonte:

http://www.infopal.it/ramallah-adolescente-ucciso-da-soldati-israeliani/