Un ragazzo nero di 18 anni è stato ucciso da un poliziotto a St. Louis

9 ottobre 2014 – 17.01


Manifestazioni contro la polizia a St. Louis, in Missouri, l’8 ottobre 2014. (David Carson, St. Louis Post-Dispatch/Ap/Lapresse)

La polizia statunitense è di nuovo al centro delle polemiche dopo che l’8 ottobre un poliziotto fuori servizio ha ucciso un ragazzo nero di 18 anni durante uno scontro a fuoco a St. Louis, in Missouri. La vicenda ha scatenato le proteste della popolazione locale. Nella notte una folla di persone si è radunata vicino al Missouri botanical garden per contestare la polizia.

Alcuni manifestanti hanno urlato slogan per ricordare l’omicidio di Michael Brown, il ragazzo nero di 18 anni ucciso da un agente bianco il 9 agosto a Ferguson, sempre in Missouri. Nessun manifestante è stato arrestato e dopo qualche ora la folla si è dispersa, scrive l’Associated Press.

Alcune immagini delle proteste.

Cosa è successo. Secondo le ricostruzioni diffuse dalla polizia l’8 ottobre un agente, del quale finora si conosce solo l’età (32 anni), stava pattugliando il quartiere di Shaw per conto di un’azienda privata alle 7.30 di sera. Quando ha visto tre uomini, si è avvicinato lanciando un avvertimento, e uno degli uomini è scappato. Il poliziotto, in servizio nel dipartimento di St. Louis da sei anni, ha cominciato a rincorrerlo, prima in auto e poi a piedi. Durante l’inseguimento c’è stata una zuffa, al termine della quale il ragazzo è stato ucciso.

Durante una conferenza stampa convocata dopo l’omicidio, il capo della polizia di St. Louis, Sam Dotson, ha detto che il primo a sparare è stato il ragazzo nero . L’agente ha risposto al fuoco, uccidendolo. Gli esami balistici, ha aggiunto Dotson, mostrano che il ragazzo ha sparato tre colpi e ha cercato di spararne un altro, ma la sua pistola si è inceppata. Il poliziotto ha sparato 17 proiettili. Dotson ha detto che non sa quanti proiettili abbiano colpito il ragazzo, né sa perché il poliziotto abbia sparato così tante volte. “Sarà aperta un’inchiesta per chiarire il comportamento dell’agente”, ha concluso Dotson.

I parenti che hanno identificato la vittima hanno detto al quotidiano locale St. Louis Dispatch che il ragazzo si chiamava Vonderrit Myers Jr. e hanno contestato la versione delle forze dell’ordine. Secondo il loro il ragazzo era disarmato.

L’assassinio di Kajieme Powell. Il 19 agosto, sempre nella contea di St. Louis, c’è stato un altro caso simile: Kajieme Powell, un afroamericano di 25 anni, è stato ucciso da due agenti con vari colpi d’arma da fuoco a pochi chilometri di distanza da Ferguson.

Fonte:

http://www.internazionale.it/news/stati-uniti/2014/10/09/un-ragazzo-nero-e-stato-ucciso-da-un-poliziotto-a-st-louis/

Missouri, ecco come la polizia uccide i neri

Dodici colpi a bruciapelo: un video mostra il secondo omicidio di St.Louis. E in un altro video un agente minaccia di morte la folla. L’hanno sospeso

di Checchino Antonini

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Un agente di polizia della cittadina di St. Ann, nel Missouri, è stato sospeso a tempo indeterminato per aver puntato un fucile contro i manifestanti a Ferguson minacciandoli di morte. Una notizia che non ha precedenti in Italia dove da anni chi fa servizio di ordine pubblico ha le modalità identiche a chi opera nei teatri della guerra globale. Tutto ciò grazie a una riforma del reclutamento delle forze dell’ordine che prevede la precedenza assoluta per i reduci di guerra.

L’ufficiale è stato successivamente identificato come il luogotenente Ray Albers, un veterano con vent’anni di servizio, come ha spiegato Aaron Jimenez, della polizia di St.Ann, al St. Louis Post-Dispatch.

In un video si vede il corpulento, poliziotto calvo è puntare il suo fucile semi-automatico contro una folla di persone, tra cui alcuni giornalisti, che camminavano lungo una strada di Ferguson poco prima della mezzanotte di martedì.

Ecco dunque altre foto e altri video dal Missouri, sconvolto dalle proteste della popolazione nera dopo la sequela di omicidi da parte di poliziotti perlopiù bianchi.

Immagini forti, che potrebbero urtare la vostra sensibilità. Anzi, che potrebbero, dovrebbero, sconvolgerci. E indignarci. Perché cose del genere accadono spesso anche a queste latitudini come dimostra la triste litania di nomi che abbiamo imparato a conoscere grazie alle denunce di amici, familiari di vittime di malapolizia, o grazie ad associazioni che si battono per memoria, verità e giustizia. Ieri, 20 agosto, la polizia di St. Louis, nel Missouri, ha diffuso il video della morte di Kajieme Powell, un ragazzo afroamericano di 25 anni ucciso martedì dalla polizia a circa 5 chilometri da Ferguson, dove da settimane si protesta per l’uccisione di un altro ragazzo nero, Michael Brown, 18 anni. Nel video si vede Powell camminare su un marciapiede con un oggetto in mano (un coltello, secondo la polizia e alcuni testimoni). Powell viene raggiunto da due agenti che gli puntano le pistole addosso ordinandogli di sdraiarsi in terra. Powell non obbedisce e si muove verso i due agenti che a quel punto sparano. Dodici colpi di pistola. Questo il video:

Intanto, a Ferguson, è comparso il ministro della Giustizia, Eric Holder, mandato da Obama dopo che anche la notte precedente ha tenuto scena la piazza per l’uccisione del 18/enne nero Michael Brown da parte di un poliziotto. Nella protesta più pacifica degli ultimi dieci giorni, nella notte si sono comunque verificati tafferugli con la polizia che ha arrestato altre 47 persone. La popolazione afroamericana di Ferguson non si fida della giustizia bianca locale e sul luogo sono arrivati già da una settimana fa 40 agenti dell’Fbi che hanno già interrogato oltre 100 testimoni; ora faranno il punto con Holder sull’inchiesta relativa al rispetto dei diritti civili. Il ministro della Giustizia ha promesso un’inchiesta “equa e approfondita” e incontrerà anche i genitori di Michael Brown i cui funerali di terranno lunedì prossimo.

 

La visita del ministro della Giustizia coincide con la convocazione del Gran Giurì locale, che esaminerà le prove contro il poliziotto Darren Wilson – secondo l’autopsia indipendente, il giovane è stato colpito da sei proiettili, due dei quali alla testa – e dovrà decidere se incriminarlo per l’uccisione di Michael. Da quel maledetto giorno, l’agente è stato solo sospeso con paga. Nessuno sa dove sia dopo che la polizia ha deciso di allontanarlo da casa per le minacce ricevute, ma la solidarietà nei suoi confronti cresce su Facebook dove il profilo aperto per sostenerlo ha già superato i 30 mila “mi piace”. Intanto, crescono le richieste per far rimuovere il pubblico ministero Bob McCulloch del Missouri dal caso di Michael Brown.

 

La famiglia del giovane ha tentato invano di ottenere la sua ricusazione, in quanto teme che possa non essere imparziale a causa dei suoi legami con il dipartimento di polizia. Il padre di McCulloch era un agente che venne ucciso da un nero; la madre è impiegata per il dipartimento, il cugino e lo zio sono pure poliziotti. Ma il pubblico ministero ha fatto sapere che non intende rinunciare al caso.

 

 

 

 

Fonte:

http://popoffquotidiano.it/2014/08/21/missouri-ecco-come-la-polizia-uccide-i-neri-video/

 

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