MARCIA DELLE DONNE E DEGLI UOMINI SCALZI A REGGIO CALABRIA

SET
11

Organizzato da Arci Reggio Calabria Community

 

Anche a Reggio Calabria è arrivato il momento di decidere da che parte stare.

Programma
ore 17.30 Raduno presso Arena dello Stretto
Il percorso prevede la percorrenza di Via Giulia fino al Corso Garibaldi, sosta davanti al Teatro Cilea, Palazzo San Giorgio e infine in Prefettura.

Per le adesioni, inviare mail a donneuominiscalzi.rc@gmail.com

La marcia è promossa dal Coordinamento permanente per i diritti civili di Reggio Calabria.
Aderiscono:
Arci Provinciale Reggio Calabria
Artemide
Arci Next
Arcigay “I due mari”
Maestri di Speranza
Collettiva Autonomia Reggio Calabria
A rua
Pagliacci Clandestini
Magnolia
GaStretto
Don Cosciotti senza Mancia
Calabria for Harambe
Consigliera di Parità della Provincia di RC
Arci San Pietro di Caridà
International House RC
Fiom- Cgil Reggio Calabria Locri
Azimut Alta Formazione
Anpi Reggio Calabria

Una marcia per chiedere con forza i primi tre necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali:
1. certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature
2. accoglienza degna e rispettosa per tutti
3. chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti
4. Creare un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino.

 

 

Fonte:

https://www.facebook.com/events/1471403966497940/

 

LIDO DI VENEZIA, 11/09/15: LA MARCIA DELLE DONNE E DEGLI UOMINI SCALZI

E’ arrivato il momento di decidere da che parte stare. E’ vero che non ci sono soluzioni semplici e che ogni cosa in questo mondo è sempre più complessa. Ma per affrontare i cambiamenti epocali della storia è necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorità per poter prendere delle scelte.

Noi stiamo dalla parte degli uomini scalzi. Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere. E’ difficile poterlo capire se non hai mai dovuto viverlo. Ma la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identità per poter sperare di trovarne un’altra. Abbandonare tutto, mettere il proprio corpo e quello dei tuoi figli dentro ad una barca, ad un tir, ad un tunnel e sperare che arrivi integro al di là, in un ignoto che ti respinge, ma di cui tu hai bisogno.

Sono questi gli uomini scalzi del 21°secolo e noi stiamo con loro. Le loro ragioni possono essere coperte da decine di infamie, paure, minacce, ma è incivile e disumano non ascoltarle.

La Marcia degli Uomini Scalzi parte da queste ragioni e inizia un lungo cammino di civiltà. E’ l’inizio di un percorso di cambiamento che chiede a tutti gli uomini e le donne del mondo globale di capire che non è in alcun modo accettabile fermare e respingere chi è vittima di ingiustizie militari, religiose o economiche che siano.

Non è pensabile fermare chi scappa dalle ingiustizie, al contrario aiutarli significa lottare contro quelle ingiustizie. Dare asilo a chi scappa dalle guerre, significa ripudiare la guerra e costruire la pace.
Dare rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i diritti e le libertà di tutte e tutti.
Dare accoglienza a chi fugge dalla povertà, significa non accettare le sempre crescenti disuguaglianze economiche e promuovere una maggiore redistribuzione di ricchezze.

Venerdì 11 settembre lanciamo da Venezia la Marcia delle Donne e degli Uomini Scalzi. In centinaia cammineremo scalzi fino al cuore della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica. Ma invitiamo tutti ad organizzarne in altre città d’Italia e d’Europa.

Per chiedere con forza i primi tre necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali:
1. certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature
2. accoglienza degna e rispettosa per tutti
3. chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti
4. creare un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino

Perché la storia appartenga alle donne e agli uomini scalzi e al nostro camminare insieme.

L’appuntamento è Venerdì 11 settembre alle 17.00 a Lido S.M.Elisabetta.
Se qualcuno decide di organizzare altre manifestazioni di donne e uomini scalzi lo stesso giorno in altre città ce lo comunichi a: [email protected]

Primi firmatari
Lucia Annunziata
Don Vinicio Albanesi
Gianfranco Bettin
Marco Bellocchio
Don Albino Bizzotto
Elio Germano
Gad Lerner
Giulio Marcon
Valerio Mastrandrea
Grazia Naletto
Giusi Nicolini
Marco Paolini
Costanza Quatriglio
Roberto Saviano
Andrea Segre
Toni Servillo
Sergio Staino
Jasmine Trinca
Daniele Vicari
Don Armando Zappolini (CNCA)
Mauro Biani, vignettista de il Manifesto
Fiorella Mannoia
Frankie Hi Nrg
Maso Notarianni
Ascanio Celestini
Amnesty International Italia
CGIL Nazionale
Emergency
Arci
Acli
Terres des Hommes
Mani Tese
Medici Senza Frontiere

COSì MUOINO IN MARE I BAMBINI SIRIANI

L’immagine urta le coscienze ma rappresenta quello che ora non si può più ignorare: servono risposte concrete e urgenti al genocidio in atto nel Mediterraneo. Questo è troppo, sveglia, ci ha scritto gli attivisti che hanno rilanciato, invano, il sos alle Guardie costiere come si è consumata la scorsa notte l’ultima strage nel mare tra Grecia e Turchia: dodici morti, tra cui il piccolo nella foto

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Niente scuse: questo è troppo. Continuare a voltarsi dall’altra parte? Non ce l’hanno fatta, in dodici persone, tra cui tre bambini – il più piccolo lo potete vedere con i vostri occhi, in un immagine che urta le coscienze ma che, a questo punto, serve come baluardo per restare umani e soprattutto obbligare i decisori politici europei ad agire per fermare questo genocidio – sono morte tentando di attraversare i miseri quattro chilometri che separano la località costiera turca di Bodrum dall’isola greca di Kos. I quattro superstiti? Salvati da alcuni pescatori.

Donne, uomini e bambini che ora sono morti ma che potevano essere salvati: questa è la verità che fa più male. Perché questi profughi, che avevano diritto all’asilo non appena usciti dal loro Paese in guerra, la Siria, quando il motore della sbarca si è spento lasciandoli in balia delle onde hanno lanciato l’allarme con i loro cellulari. L’hanno lanciato alla rete di attivisti volontari che da mesi, se non anni, vivono con l’orecchio incollato al telefono tentando di salvare più persone possibili: “appena raccolta la chiamata di sos e quindi le loro coordinate, è stata chiamata più volte la Guardia costiera greca, anche grazie all’aiuto dell’ong Watch the med. Ma non c’è stato nulla da fare, un giorno e una notte di chiamate ma nessuno è andato a salvarli, e stanotte sono naufragati, e sono sopravvissuti meno della metà dei presenti sulla barca. Un orrore”, racconta la volontaria italiana Simona Pisani.

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Il recupero del corpo del bambino siriano

 

Ecco come muoiono dodici innocenti, quindi. Tra queste righe potete vedere lo screenshot con la localizzazione dell’imbarcazione e il lancio del sos al Comando centrale di Roma della Guardia Costiera, “tentativo in questo caso inutile, perché mi è stato detto che la prassi era quella di chiamare direttamente i greci. Contrariamente a molte altre volte in cui l’autorità italiana aveva avviato il protocollo per avvertire d’urgenza i colleghi greci, che si erano poi immediatamente mossi, com’è avvenuto nella precedente telefonata in cui hanno recuperato 100 persone sbarcate da più di 24 ore – tra esse una donna quasi a termine di gravidanza – tra le rocce dell’isola di Samos”.

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Sos

Le chiamate degli attivisti non sono quindi bastate per convincere i greci a far uscire le loro navi: “ci hanno risposto che erano molto occupati con altre emergenze”. A livello ufficiale, si parla di problemi di fondi e di mancanza di personale (un ultimo stanziamento di fondi Ue per la Grecia è ancora in stand by senza un perché, come ha denunciato nei giorni scorsi l’europarlamentare Barbara Spinelli in una lettera sottoscritta da 40 colleghi, ndr), “il risultato concreto è che i profughi continuano a morire”, sottolinea Pisani.

Le chiamate degli attivisti non sono quindi bastate per convincere i greci a far uscire le loro navi: “ci hanno risposto che erano molto occupati con altre emergenze”.

Ma c’è anche un breve video, che ancora di più lascia senza parole (è stato caricato su youtube nella notte da un altro attivista e tradotto in inglese, invano perché il salvataggio di fortuna è stato operato da pescatori di passaggio): si vedono le persone sulla barca, i bambini estenuati da sete e sole, la paura di non farcela nel volto di una donna e nella voce di chi parla: alcuni di loro, in effetti, non ce l’hanno fatta. “Il loro sacrificio merita giustizia, senza più indugi: si attivino al più presto le cancellerie europee. Servono corridoi umanitari”. Ora.

Fonte:

NAUFRAGIO NEL CANALE DI SICILIA: “SU QUELLA BARCA TROPPO PIENA NON CI POSSIAMO RITORNARE”

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© Copyright: Caritas Palermo

 

“Proprio sul filo della frontiera
il commissario ci fa fermare
su quella barca troppo piena
non ci potrà più rimandare
su quella barca troppo piena
non ci possiamo ritornare.”

Sono le parole con cui inizia la canzone Pane e coraggio di Ivano Fossati e davvero oggi altri migranti non potranno tornare su quella barca troppo piena perchè sono morti annegati nel “nostro” mare. E come sempre seguiranno le lacrime di coccodrillo e le accuse a scaricabarile. Sono troppi questi migranti. Non possiamo farci carico di questa massa di disperati. Devono intervenire gli altri paesi europei. Noi non possiamo aiutarli o almeno non da soli e non nel nostro paese. Abbiamo già troppi problemi.
E se invece abbattessimo le frontiere aprendo un canale umanitario? Ricordo che si può firmare l’appello di Melting Pot Europa qui:

http://www.meltingpot.org/Appello-per-l-apertura-di-un-canale-umanitario-fino-all.html#.U5zHTij4Uqg
Qui c’è il documento La carta di Lampedusa:


http://www.meltingpot.org/La-Carta-di-Lampedusa-18912.html#.U5zIhCj4Uqg

 

Se smettessimo di pensare che gli interessi dell’Occidente vengono prima di ogni altra cosa? Forse scopriremmo che non c’è cosa più preziosa dell’umanità stessa.
Intanto, se potete, sostenete queste iniziative contro i confini:

http://www.iostoconlasposa.com/

http://www.meltingpot.org/Milano-Sabato-21-giugno-La-nostra-Europa-non-ha-confini-un.html?debut_signatures=160#pagination_signatures

 

Donatella Quattrone

Qui l’articolo di Redattore Sociale:

Migranti, ennesima tragedia del mare. Palermo accoglie oltre 700 persone

Dieci persone morte, molti i dispersi in un naufragio. A Palermo intanto predisposta per domani la macchina della solidarietà. La Caritas con l’aiuto della diocesi ne accoglierà 400. Il comune ha costituito l’Unità per la gestione delle emergenze e prenderà in carico i minori non accompagnati

14 giugno 2014

ROMA – Ancora una tragedia del mare nel Canale di Sicilia. Stavolta a darne notizia è stata il sindaco di lampedusa, Giusi Nicolini, Poi è arrivata la conferma della Marina militare. I migranti morti in mare sarebbero almeno dieci ma secondo diverse testimonianze dei superstiti, nel naufragio avvenuto al largo delle coste libiche avrebbero perso la vita decine di persone.

Le notizie sono ancora frammentarie. Secondo quanto riferito dal primo cittadino di Lampedusa, nell’ambito dell’operazione Mare nostrum, le unità italiane hanno trovato a 105 miglia da Lampedusa 40 naufraghi in mare e più verso la Libia, a 117 miglia dalle Pelagie, un uomo da solo. Dalle loro testimonianze, erano su due gommoni, ciascuno con un centinaio di persone a bordo ed entrambi rovesciatisi ieri dopo un forte nubifragio. Due dei naufraghi sono gravemente ustionati e per prelevarli con urgenza si è levato in volo un elicottero.

Come detto, la notizia ha trovato conferma anche da parte della Marina. Durante le operazioni di Mare nostrum è stato raggiunto un gommone affondato nel pomeriggio di venerdì a circa 40 miglio dalle coste della Libia. I corpi recuperati dalla Marina sono 10, le persone salvate 39, ma a bordo – secondo le testimonianze – c’erano almeno 80-90 persone. I naufraghi sono stati soccorsi dalla Nave Dattilo della capitaneria di porto che è intervenuta sul posto. Continuano le ricerche di eventuali superstiti.

 

Palermo pronta ad accogliere più di 700 migranti. Intanto la città di Palermo è pronta a tutto. E’ stato già predisposto l’occorrente per accogliere gli oltre 700 migranti che domani mattina arriveranno al porto di Palermo. In particolare, arriveranno a bordo della nave Etna della Marina militare, 760 migranti di cui 653 uomini, 40 donne e 60 bambini, soccorsi in diverse operazioni. E’ il quinto sbarco nel capoluogo siciliano dall’inizio dell’anno. Il numero dei minori non accompagnati si saprà  soltanto al momento dell’identificazione. Le operazioni di arrivo degli oltre 700 migranti, coordinate dalla prefettura cittadina, si svolgeranno in collaborazione con il comune, la protezione civile, l’Asp e gli operatori e volontari della Caritas ai quali si aggiungeranno anche alcuni gruppi Scout .
A tutti i migranti verranno offerti panini, acqua e scarpe comode e per i più piccoli ci saranno anche palloncini colorati.
Quattrocento migranti, tra uomini e donne con bambini in collaborazione con la diocesi verranno accolte nelle strutture della Caritas e in alcune chiese ed edifici diocesani.In particolare, 100 migranti verranno accolti nella parrocchia di San Giovanni Maria Vianney, altri 100 andranno al centro San Carlo e 200 andranno in un ex edificio  scolastico diocesano  di Villaggio Ruffini. “Stiamo aprendo le porte ai nostri fratelli e sorelle migranti – ha dichiarato don Sergio Mattaliano, direttore della Caritas di Palermo – mettendo a loro disposizione i locali delle nostre strutture caritative, che da gennaio sono operative  per dare accoglienza straordinaria agli immigrati”.

Il direttore della Caritas di Palermo si appella, anche,  a tutta la cittadinanza affinché possa  rispondere  a questo bisogno con tutti gli strumenti a disposizione: donando beni di prima necessità oppure attivandosi anche come volontari.
L’assessore alla cittadinanza sociale  Agnese Ciulla, dal canto suo, guiderà il gruppo operativo, l’Ugem, l’Unità per la gestione delle competenze comunali relative alle emergenze migranti. Per l’occasione sono stati allertate la protezione civile, i mediatori culturali e psicologi del progetto Medina e gli assistenti sociali. Anche la polizia municipale porterà una sua unità operativa mobile  pronta a facilitare i trasferimenti dei migranti, scortandoli, nelle varie strutture di accoglienza. Il comune, inoltre mette a disposizione bus e pulman sia per i minori stranieri che per gli altri migranti. I minori non accompagnati verranno accolti in una struttura di Altavilla ma e se dovesse essere necessario ci sarà anche la struttura di Borgetto.

“Porgo il mio forte apprezzamento – ha dichiarato il sindaco Leoluca Orlando – per l’Ugem, questo nuovo modello organizzativo di gestione e accoglienza di migranti che potrà essere impiegato anche da parte di altri comuni siciliani”.
La struttura di Ugem è composta dall’assessore alle Attività Sociali, Agnese Ciulla che avrà il compito di convocare la cabina di regia e coordinare gli interventi,  dagli assessori al Patrimonio, Protezione civile e  Partecipazione, Luciano Abbonato, Emilio Arcuri e Giusto Catania, oltre al dirigente della Protezione civile, ai Capo area di Attività Sociali e Manutenzione, al dirigente Coime e al Comandante della Polizia Municipale.

L’Asp, invece, con la sua equipe composta da 40 operatori di cui 18 medici e fra questi due pediatri, una ginecologa e un dermatologo, 6 mediatori culturali e 4 infermieri visiterà i migranti in due postazioni sanitarie distinte, una per donne e bambini e l’altra per uomini.
Intanto, sempre, domani, si svolgerà un vertice straordinario sull’immigrazione a Catania con il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Il titolare del Viminale sarà alle 16 nella residenza del prefetto a Villa Letizia, per incontrare i prefetti e i questori siciliani e i sindaci dei comuni interessati per fare il punto sulla situazione dei flussi migratori e del sistema di accoglienza dei migranti. Nei giorni scorsi dodici primi cittadini avevano scritto ad Alfano lamentando la necessità di risorse, uomini e mezzi adeguati per gestire l’emergenza di questi giorni.  (set)

© Copyright Redattore Sociale

Fonte:

http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/462633/Migranti-ennesima-tragedia-del-mare-Palermo-accoglie-oltre-700-persone

LAMPEDUSA: IL MARE E’ “NOSTRO” E ANCHE LA VERGOGNA!

L’ennesima strage di migranti si è appena consumata ma la nostra Fortezza Europa, il nostro continente tanto celebrato dai media (soprattutto negli ultimi giorni, dove nel fritto misto mediatico si mescolano campagne elettorali a spot pubblicitari, perchè tutto è merce da vendere e acquistare, anche la nostra famigerata Europa), piange lacrime di coccodrillo solo di fronte alle tragedie evidenti. Non si cura la nostra Europa dei diritti di chi fugge dalla guerra e/o dalla fame in cerca di una nuova speranza, diritti calpestati da leggi e sistemi securitari che si susseguono nel tempo, da ultimo l’operazione detta appunto “Mare Nostrum”. Ma di nostro c’è solo la vergogna e l’indifferenza di politiche migratorie assassine.

Donatella Quattrone

Qui di seguito l’articolo di Melting Pot con l’invito a sottoscrivere l’appello per una canale umanitario e la Carta di Lampedusa.

 

Lampedusa – Nuovo naufragio a Sud dell’isola. Ancora morti nel “Mare Nostrum”

17 cadaveri recuperati, 200 dispersi. Rilanciamo l’appello per un canale umanitario di ingresso autorizzato e sicuro dei migranti in fuga dalle guerre

Eppure Mare Nostrum doveva a ver risolto tutto, affidando la vita di migliaia di persone nelle mani degli scafisti per poi raccoglierli in mare una volta che i radar ne avrebbero segnalato la presenza. Ma anche l’operazione militare/umanitaria italiana, sventolata come la grande soluzione, comincia a rivelare la sua verità. Fino a quando non saranno istituiti percorsi di ingresso autorizzato e sicuro per chi fugge dalle guerre, quel canale umanitario chiesto a gran voce da migliaia di persone con l’appello lanciato proprio da queste pagine dopo la strage del 3 ottobre 2013, sarà impossibile mettere fine alle morti, alle violenze, agli abusi e le torture sui migranti.

Già negli scorsi giorni sono arrivate notizie di altre tragedie consumatesi intorno alla fine di aprile. 139 morti del confine che vanno aggiungersi ad un bollettino di altri ventimila in questi due ultimi decenni. Quaranta persone erano morte in acque libiche solo ieri.
La notizia di oggi però ci parla di decine di morti in acque pattugliate dall’operazione Mare Nostrum le cui navi si spingono fino a 12 miglia dalle coste libiche. Un rimorchiatore, che si trovava al servizio di alcune piattaforme petrolifere, ha lanciato l’allarme. Il barcone è affondato a 50 miglia dalla Libia e a 100 miglia dall’isola di Lampedusa. Si parla di circa 400 persone a bordo e finora solo 200 di queste sono state tratte in salvo. Sono invece diciassette i cadaveri recuperati rimangono quindi circa 200 dispersi che rischiano di essere già sul fondo del mare. Non si conoscono però le dinamiche del naufragio. Ciò che invece sembra chiaro è che l’ipocrisia della risposta dei governi europei a questa incessante richiesta di protezione, guarda alle morti del mediterraneo facendone una questione di distanze. In mare insomma si può morire purché non avvenga sotto i nostri occhi, nel Mare Nostrum appunto….

Per questo rilanciamo a tutti l’appello per l’apertura immediata di un percorso di ingresso sicuro e garantito per chi fugge dalle persecuzioni, un canale umanitario che sottragga il destino di migliaia di persone che hanno il diritto di chiedere asilo, dalla morte, abbattendo anche le barriere interne all’Europa che ingabbiano migliaia di persone in Italia o nel primo paese di approdo.

Le notizie sulla probabile tragedia continuano ad arrivare frammentate, Giusi Nicolini alla Stampa dichiara che a bordo c’erano almeno 400 persone, 14 i corpi senza vita recuperati circa 215 sopravvissuti e almeno 200 dispersi.

- Sottoscrivi l’appello per una canale umanitario
- Sottoscrivi La Carta di Lampedusa

[ 12 maggio 2014 ]

Fonte:

http://www.meltingpot.org/Lampedusa-Nuovo-naufragio-a-Sud-dell-isola-Ancora-morti-nel.html#.U3FazSj4Uqi

Sul tema dell’immigrazione consiglio di visitare il sito di Gabriele Del Grande, l’osservatorio Fortress Europe:

http://fortresseurope.blogspot.it/