LAMPEDUSA: MORIRE IN MARE DI FREDDO

La notte scorsa, al largo di Lampedusa, è avvenuto l’ennesimo naufragio che ha portato alla morte, finora, di 29 migranti. Questa volta però non si tratta di morti annegati. I 29 migranti ( che erano più di cento) – imbarcati su quella grande distesa d’acqua che la disperazione fa ancora vedere come l’unica strada da percorrere per una nuova vita – non sono morti annegati. Sono morti di freddo. Sono morti perchè quando si chiude la porta in faccia ai diritti umani, come fa la nostra Fortezza Europa, se non si muore per le onde del mare si può morire anche di freddo. Un freddo che non è solo la temperatura di un gelido inverno. Un freddo che è la nostra indifferenza. Sono morti perchè nessuno li ha salvati.  Perchè quell’operazione chiamata Mare Nostrum e che almeno salvava vite umane (anche se poi le consegnava a leggi che reprimono la libertà) non esiste più. Al suo posto c’è un’altra missione, Triton, nell’ambito di Frontex, perchè per la nostra Europa la tutela delle frontiere continua a contare più dei diritti umani.

 

D. Q.

Qui la notizia riportata da Internazionale:

Sono 29 le vittime del naufragio a Lampedusa

Almeno 29 persone sono morte nel naufragio avvenuto a largo di Lampedusa, la causa si conferma ipotermia. Il numero delle vittime potrebbe aumentare, secondo quanto dichiarato dalla guardia costiera, che ha portato in salvo l’imbarcazione dove più di cento migranti hanno trascorso 18 ore alla deriva.

Secondo Giusi Nicolini, sindaca di Lampedusa, la chiusura dell’operazione di pattugliamento delle coste siciliane Mare nostrum ha aumentato il rischio di morti in mare: “Mare nostrum era una soluzione di emergenza a una crisi umanitaria, chiuderla è stato un enorme e intollerabile passo indietro”, ha dichiarato Nicolini in un’intervista. Mare nostrum, che al governo italiano è costata 114 milioni di euro per il primo anno, è stata sostituita dall’operazione Triton, nonostante l’appello di numerose associazioni per i diritti umani. Reuters

 

Fonte:

http://www.internazionale.it/storia/sono-morti-venticinque-migranti-al-largo-di-lampedusa

NAUFRAGIO NEL CANALE DI SICILIA: “SU QUELLA BARCA TROPPO PIENA NON CI POSSIAMO RITORNARE”

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© Copyright: Caritas Palermo

 

“Proprio sul filo della frontiera
il commissario ci fa fermare
su quella barca troppo piena
non ci potrà più rimandare
su quella barca troppo piena
non ci possiamo ritornare.”

Sono le parole con cui inizia la canzone Pane e coraggio di Ivano Fossati e davvero oggi altri migranti non potranno tornare su quella barca troppo piena perchè sono morti annegati nel “nostro” mare. E come sempre seguiranno le lacrime di coccodrillo e le accuse a scaricabarile. Sono troppi questi migranti. Non possiamo farci carico di questa massa di disperati. Devono intervenire gli altri paesi europei. Noi non possiamo aiutarli o almeno non da soli e non nel nostro paese. Abbiamo già troppi problemi.
E se invece abbattessimo le frontiere aprendo un canale umanitario? Ricordo che si può firmare l’appello di Melting Pot Europa qui:

http://www.meltingpot.org/Appello-per-l-apertura-di-un-canale-umanitario-fino-all.html#.U5zHTij4Uqg
Qui c’è il documento La carta di Lampedusa:


http://www.meltingpot.org/La-Carta-di-Lampedusa-18912.html#.U5zIhCj4Uqg

 

Se smettessimo di pensare che gli interessi dell’Occidente vengono prima di ogni altra cosa? Forse scopriremmo che non c’è cosa più preziosa dell’umanità stessa.
Intanto, se potete, sostenete queste iniziative contro i confini:

http://www.iostoconlasposa.com/

http://www.meltingpot.org/Milano-Sabato-21-giugno-La-nostra-Europa-non-ha-confini-un.html?debut_signatures=160#pagination_signatures

 

Donatella Quattrone

Qui l’articolo di Redattore Sociale:

Migranti, ennesima tragedia del mare. Palermo accoglie oltre 700 persone

Dieci persone morte, molti i dispersi in un naufragio. A Palermo intanto predisposta per domani la macchina della solidarietà. La Caritas con l’aiuto della diocesi ne accoglierà 400. Il comune ha costituito l’Unità per la gestione delle emergenze e prenderà in carico i minori non accompagnati

14 giugno 2014

ROMA – Ancora una tragedia del mare nel Canale di Sicilia. Stavolta a darne notizia è stata il sindaco di lampedusa, Giusi Nicolini, Poi è arrivata la conferma della Marina militare. I migranti morti in mare sarebbero almeno dieci ma secondo diverse testimonianze dei superstiti, nel naufragio avvenuto al largo delle coste libiche avrebbero perso la vita decine di persone.

Le notizie sono ancora frammentarie. Secondo quanto riferito dal primo cittadino di Lampedusa, nell’ambito dell’operazione Mare nostrum, le unità italiane hanno trovato a 105 miglia da Lampedusa 40 naufraghi in mare e più verso la Libia, a 117 miglia dalle Pelagie, un uomo da solo. Dalle loro testimonianze, erano su due gommoni, ciascuno con un centinaio di persone a bordo ed entrambi rovesciatisi ieri dopo un forte nubifragio. Due dei naufraghi sono gravemente ustionati e per prelevarli con urgenza si è levato in volo un elicottero.

Come detto, la notizia ha trovato conferma anche da parte della Marina. Durante le operazioni di Mare nostrum è stato raggiunto un gommone affondato nel pomeriggio di venerdì a circa 40 miglio dalle coste della Libia. I corpi recuperati dalla Marina sono 10, le persone salvate 39, ma a bordo – secondo le testimonianze – c’erano almeno 80-90 persone. I naufraghi sono stati soccorsi dalla Nave Dattilo della capitaneria di porto che è intervenuta sul posto. Continuano le ricerche di eventuali superstiti.

 

Palermo pronta ad accogliere più di 700 migranti. Intanto la città di Palermo è pronta a tutto. E’ stato già predisposto l’occorrente per accogliere gli oltre 700 migranti che domani mattina arriveranno al porto di Palermo. In particolare, arriveranno a bordo della nave Etna della Marina militare, 760 migranti di cui 653 uomini, 40 donne e 60 bambini, soccorsi in diverse operazioni. E’ il quinto sbarco nel capoluogo siciliano dall’inizio dell’anno. Il numero dei minori non accompagnati si saprà  soltanto al momento dell’identificazione. Le operazioni di arrivo degli oltre 700 migranti, coordinate dalla prefettura cittadina, si svolgeranno in collaborazione con il comune, la protezione civile, l’Asp e gli operatori e volontari della Caritas ai quali si aggiungeranno anche alcuni gruppi Scout .
A tutti i migranti verranno offerti panini, acqua e scarpe comode e per i più piccoli ci saranno anche palloncini colorati.
Quattrocento migranti, tra uomini e donne con bambini in collaborazione con la diocesi verranno accolte nelle strutture della Caritas e in alcune chiese ed edifici diocesani.In particolare, 100 migranti verranno accolti nella parrocchia di San Giovanni Maria Vianney, altri 100 andranno al centro San Carlo e 200 andranno in un ex edificio  scolastico diocesano  di Villaggio Ruffini. “Stiamo aprendo le porte ai nostri fratelli e sorelle migranti – ha dichiarato don Sergio Mattaliano, direttore della Caritas di Palermo – mettendo a loro disposizione i locali delle nostre strutture caritative, che da gennaio sono operative  per dare accoglienza straordinaria agli immigrati”.

Il direttore della Caritas di Palermo si appella, anche,  a tutta la cittadinanza affinché possa  rispondere  a questo bisogno con tutti gli strumenti a disposizione: donando beni di prima necessità oppure attivandosi anche come volontari.
L’assessore alla cittadinanza sociale  Agnese Ciulla, dal canto suo, guiderà il gruppo operativo, l’Ugem, l’Unità per la gestione delle competenze comunali relative alle emergenze migranti. Per l’occasione sono stati allertate la protezione civile, i mediatori culturali e psicologi del progetto Medina e gli assistenti sociali. Anche la polizia municipale porterà una sua unità operativa mobile  pronta a facilitare i trasferimenti dei migranti, scortandoli, nelle varie strutture di accoglienza. Il comune, inoltre mette a disposizione bus e pulman sia per i minori stranieri che per gli altri migranti. I minori non accompagnati verranno accolti in una struttura di Altavilla ma e se dovesse essere necessario ci sarà anche la struttura di Borgetto.

“Porgo il mio forte apprezzamento – ha dichiarato il sindaco Leoluca Orlando – per l’Ugem, questo nuovo modello organizzativo di gestione e accoglienza di migranti che potrà essere impiegato anche da parte di altri comuni siciliani”.
La struttura di Ugem è composta dall’assessore alle Attività Sociali, Agnese Ciulla che avrà il compito di convocare la cabina di regia e coordinare gli interventi,  dagli assessori al Patrimonio, Protezione civile e  Partecipazione, Luciano Abbonato, Emilio Arcuri e Giusto Catania, oltre al dirigente della Protezione civile, ai Capo area di Attività Sociali e Manutenzione, al dirigente Coime e al Comandante della Polizia Municipale.

L’Asp, invece, con la sua equipe composta da 40 operatori di cui 18 medici e fra questi due pediatri, una ginecologa e un dermatologo, 6 mediatori culturali e 4 infermieri visiterà i migranti in due postazioni sanitarie distinte, una per donne e bambini e l’altra per uomini.
Intanto, sempre, domani, si svolgerà un vertice straordinario sull’immigrazione a Catania con il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Il titolare del Viminale sarà alle 16 nella residenza del prefetto a Villa Letizia, per incontrare i prefetti e i questori siciliani e i sindaci dei comuni interessati per fare il punto sulla situazione dei flussi migratori e del sistema di accoglienza dei migranti. Nei giorni scorsi dodici primi cittadini avevano scritto ad Alfano lamentando la necessità di risorse, uomini e mezzi adeguati per gestire l’emergenza di questi giorni.  (set)

© Copyright Redattore Sociale

Fonte:

http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/462633/Migranti-ennesima-tragedia-del-mare-Palermo-accoglie-oltre-700-persone

LAMPEDUSA: IL MARE E’ “NOSTRO” E ANCHE LA VERGOGNA!

L’ennesima strage di migranti si è appena consumata ma la nostra Fortezza Europa, il nostro continente tanto celebrato dai media (soprattutto negli ultimi giorni, dove nel fritto misto mediatico si mescolano campagne elettorali a spot pubblicitari, perchè tutto è merce da vendere e acquistare, anche la nostra famigerata Europa), piange lacrime di coccodrillo solo di fronte alle tragedie evidenti. Non si cura la nostra Europa dei diritti di chi fugge dalla guerra e/o dalla fame in cerca di una nuova speranza, diritti calpestati da leggi e sistemi securitari che si susseguono nel tempo, da ultimo l’operazione detta appunto “Mare Nostrum”. Ma di nostro c’è solo la vergogna e l’indifferenza di politiche migratorie assassine.

Donatella Quattrone

Qui di seguito l’articolo di Melting Pot con l’invito a sottoscrivere l’appello per una canale umanitario e la Carta di Lampedusa.

 

Lampedusa – Nuovo naufragio a Sud dell’isola. Ancora morti nel “Mare Nostrum”

17 cadaveri recuperati, 200 dispersi. Rilanciamo l’appello per un canale umanitario di ingresso autorizzato e sicuro dei migranti in fuga dalle guerre

Eppure Mare Nostrum doveva a ver risolto tutto, affidando la vita di migliaia di persone nelle mani degli scafisti per poi raccoglierli in mare una volta che i radar ne avrebbero segnalato la presenza. Ma anche l’operazione militare/umanitaria italiana, sventolata come la grande soluzione, comincia a rivelare la sua verità. Fino a quando non saranno istituiti percorsi di ingresso autorizzato e sicuro per chi fugge dalle guerre, quel canale umanitario chiesto a gran voce da migliaia di persone con l’appello lanciato proprio da queste pagine dopo la strage del 3 ottobre 2013, sarà impossibile mettere fine alle morti, alle violenze, agli abusi e le torture sui migranti.

Già negli scorsi giorni sono arrivate notizie di altre tragedie consumatesi intorno alla fine di aprile. 139 morti del confine che vanno aggiungersi ad un bollettino di altri ventimila in questi due ultimi decenni. Quaranta persone erano morte in acque libiche solo ieri.
La notizia di oggi però ci parla di decine di morti in acque pattugliate dall’operazione Mare Nostrum le cui navi si spingono fino a 12 miglia dalle coste libiche. Un rimorchiatore, che si trovava al servizio di alcune piattaforme petrolifere, ha lanciato l’allarme. Il barcone è affondato a 50 miglia dalla Libia e a 100 miglia dall’isola di Lampedusa. Si parla di circa 400 persone a bordo e finora solo 200 di queste sono state tratte in salvo. Sono invece diciassette i cadaveri recuperati rimangono quindi circa 200 dispersi che rischiano di essere già sul fondo del mare. Non si conoscono però le dinamiche del naufragio. Ciò che invece sembra chiaro è che l’ipocrisia della risposta dei governi europei a questa incessante richiesta di protezione, guarda alle morti del mediterraneo facendone una questione di distanze. In mare insomma si può morire purché non avvenga sotto i nostri occhi, nel Mare Nostrum appunto….

Per questo rilanciamo a tutti l’appello per l’apertura immediata di un percorso di ingresso sicuro e garantito per chi fugge dalle persecuzioni, un canale umanitario che sottragga il destino di migliaia di persone che hanno il diritto di chiedere asilo, dalla morte, abbattendo anche le barriere interne all’Europa che ingabbiano migliaia di persone in Italia o nel primo paese di approdo.

Le notizie sulla probabile tragedia continuano ad arrivare frammentate, Giusi Nicolini alla Stampa dichiara che a bordo c’erano almeno 400 persone, 14 i corpi senza vita recuperati circa 215 sopravvissuti e almeno 200 dispersi.

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[ 12 maggio 2014 ]

Fonte:

http://www.meltingpot.org/Lampedusa-Nuovo-naufragio-a-Sud-dell-isola-Ancora-morti-nel.html#.U3FazSj4Uqi

Sul tema dell’immigrazione consiglio di visitare il sito di Gabriele Del Grande, l’osservatorio Fortress Europe:

http://fortresseurope.blogspot.it/