La mappa dell’estrema destra europea, dopo la Majdan

Intervista . Anton Shekhovtsov esperto di estrema destra dell’Europa orientale

Anton She­kho­v­tsov, visi­ting fel­low all’università di Vienna, è un esperto di for­ma­zioni di estrema destra dell’Europa orien­tale. Ha stu­diato in modo par­ti­co­lare il «sogno dell’impero euroa­sia­tico» di Ale­xan­der Dugin, filo­sofo russo, vero e pro­prio intel­let­tuale di rife­ri­mento di molte for­ma­zioni di estrema destra, soprat­tutto russe.

Nel con­flitto ucraino le forze neo­nazi hanno avuto un’importanza non da poco, tanto durante i giorni di Maj­dan, quanto dopo l’inizio della guerra. L’Ucraina è diven­tata un campo di bat­ta­glia dove atti­vi­sti di destra di tutta Europa, com­presi alcuni ita­liani, sono giunti per combattere.Neonazi ucraini

Qual­cuno ha scelto di stare con gli ucraini, altri con i filo­russi, in una ricom­po­si­zione della destra euro­pea che ha stor­dito alleanze ed equi­li­bri che dura­vano da anni. Di que­sto e della forza, attuale e poten­zial­mente futura, della destra in Ucraina ne abbiamo par­lato con She­kho­v­tsov, cer­cando anche di capire l’origine di alcuni feno­meni a cui abbiamo assi­stito in Ucraina.

Par­tiamo dalle for­ma­zioni di estrema destra ucraine: che forza hanno e quali sono i loro obiettivi

La forza attuale della destra in Ucraina dipende da alcuni fat­tori, per altro sto­rici. In primo luogo dalla forza del movi­mento pro­pria­mente di destra e in que­sto senso par­liamo di gruppi simili a Pravy Sek­tor, com­po­sto da con­ser­va­tori da un punto di vista sociale, di natura pro­le­ta­ria ma anche con un obiet­tivo che costi­tui­sce una sorta di idea circa la libe­ra­zione nazionale.

Que­sto era soprat­tutto vero negli anni 20 e durante la seconda guerra mon­diale. Dopo la seconda guerra mon­diale, i nazio­na­li­sti ucraini erano in esi­lio. Ma dopo l’indipendenza anche la destra ucraina è cam­biata, cam­biando anche la pro­pria nar­ra­zione. Oggi potremmo dire che è per certi versi in crisi per­ché rispetto ai risul­tati poli­tici del 2012, quando ave­vano 47 seggi in par­la­mento, hanno subito una scon­fitta elet­to­rale. Hanno fal­lito per­ché non sono riu­sciti ad entrare in par­la­mento come par­tito, ma solo con alcuni dei loro rap­pre­sen­tanti, attra­verso anche altri partiti.

E oggi sono cam­biati anche gli obiet­tivi: per Svo­boda ad esem­pio il nemico prin­ci­pale è il Crem­lino. Non tanto la Rus­sia o i russi, ma pro­prio Mosca, il cen­tro del potere russo. Putin, in pra­tica. Per altri gruppi di estrema destra, i nemici sono altri, oltre a Mosca. Ad esem­pio gli ame­ri­cani, gli ebrei. Que­sto soprat­tutto tra i gruppi più estremi, quelli dichia­ra­ta­mente neonazisti.

Che tipo di busi­ness, la guerra in Ucraina ha finito per favo­rire per que­sti gruppi di estrema destra, apparsi deci­sa­mente orga­niz­zati, basti pen­sare ai «battaglioni»?

I mem­bri dei gruppi di estrema destra e alcune pic­cole orga­niz­za­zioni hanno sem­pre agito in certi con­te­sti. Negli anni 90 ad esem­pio agi­vano come una sorta di mafia, con­trol­lando traf­fici e dando in cam­bio ser­vizi di sicurezza.

Non è cam­biato molto da allora, oggi gesti­scono certi busi­ness, dando in cam­bio ad esem­pio la sicu­rezza e il ser­vi­zio d’ordine nelle mani­fe­sta­zioni e non solo, a vari par­titi poli­tici. E lo fanno in cam­bio di soldi. E poi sono impie­gati in atti­vità che non sono facili da spie­gare spe­cie ad un euro­peo, ovvero i «seque­stri di atti­vità eco­no­mi­che» (ad esem­pio nei con­fronti di immigrati).

È una pra­tica che spesso è com­plessa, per quanto natu­ral­mente ille­gale, cui par­te­ci­pano spesso i gruppi di estrema destra. Non ho la con­ferma ma pare che un bat­ta­glione sia impie­gato per que­sto genere di atti­vità anche nelle regioni orien­tali, ovvia­mente nelle zone con­trol­late ancora da Kiev.

Membri del Russia National Unity

Mem­bri del Rus­sia Natio­nal Unity

In che modo in Ucraina sono coin­volti gruppi di estrema destra russi e non solo.

Come altre guerre, anche quella ucraina ha finito per atti­rare tanti atti­vi­sti di estrema destra, atti­rati dalla pos­si­bi­lità di com­bat­tere, avere armi, fare trai­ning e gua­da­gnarci qual­cosa in ter­mini eco­no­mici. Sap­piamo bene come que­ste situa­zioni eser­ci­tino fascino nei con­fronti dei mili­tanti di estrema destra, di tutta l’Europa, non solo quella orientale.

Lo saprete meglio di me, per molti espo­nenti dei gruppi di estrema destra ogni guerra è una sorta di sogno che si rea­lizza, una sorta di rea­liz­za­zione della loro volontà di vio­lenza. In ogni caso il più impor­tante gruppo coin­volto tra i filo­russi, tra i gruppi di estrema destra euro­peo, è russo e sono quelli del «Rus­sia Natio­nal Unity».

Si tratta di un’organizzazione non nuova, che esi­ste dall’inizio degli anni 90 in Rus­sia. In parte, a livello orga­niz­za­tivo ha una sua strut­tura di busi­ness e un strut­tura mili­tante, dichia­ra­ta­mente neo nazi­sta. Hanno par­te­ci­pato a vari con­flitti, come in Trans­ni­stria, in Cece­nia, dove hanno fatto bot­tino e incetta di armi e soldi e secondo le mie fonti hanno par­te­ci­pato al ten­tato colpo di Stato del 1993 a Mosca, ma in difesa del Par­la­mento, con­tro Eltsin.

E in seguito hanno par­te­ci­pato ad ogni con­flitto in cui sono riu­sciti a infi­larsi, per fare soldi, armi e trai­ning. Oggi sono il gruppo più forte pre­sente nell’Ucraina dell’est. Poi ci sono anche atti­vi­sti pro­ve­nienti dall’«Euroasian union», una sorta di gruppo gio­va­nile dell’organizzazione inter­na­zio­nale gui­data da Ale­xan­der Dugin. Uno dei loro mem­bri Ale­xan­der Pro­sel­kov è stato miste­rio­sa­mente ucciso in Ucraina. (Ale­xan­der Pro­sel­kov era stato nomi­nato mini­stro degli esteri della Repub­blica di Done­tsk da Pavel Guba­rev, quando Guba­rev era il gover­na­tore. Secondo i suoi com­mi­li­toni sarebbe stato ucciso da un kil­ler nelle regioni orien­tali dell’Ucraina, ndr). E poi ci sono molti sin­goli atti­vi­sti, cani sciolti, magari nean­che affi­liati ad un gruppo preciso.

Come giu­sti­fi­cano il fatto di com­bat­tere con­tro altri neo­na­zi­sti, come ad esem­pio i bat­ta­glioni com­po­sti dall’estrema destra ucraina e qual è la loro posi­zione rispetto a Putin.

Loro sono nazio­na­li­sti russi, com­bat­tono con­tro gli ucraini. Sia i mem­bri del «Rus­sia Natio­nal Unity» sia quelli legati a Dugin sono in oppo­si­zione com­pleta a Putin. Si sen­tono molto più radi­cali di Putin. Loro sono lì per com­bat­tere per qual­cosa che sognano per il dopo Putin, una rina­scita ancora più vistosa della Russia.

Loro pen­sano di poter pren­dere il potere in Rus­sia, dav­vero. Que­sta è una cosa in cui crede molto soprat­tutto Dugin. E stanno usando la loro par­te­ci­pa­zione a que­sto con­flitto soprat­tutto per aumen­tare il pro­prio potere in Rus­sia, dove fanno aper­ta­mente reclu­ta­mento per andare a com­bat­tere con­tro l’Ucraina.

Ma che potere effet­tivo hanno in Rus­sia que­sti gruppi?

Sono un gruppo mino­ri­ta­rio e negli ultimi tempi anche tra gli stu­diosi, hanno perso molto della rile­vanza che ave­vano avuto negli anni passati.

E invece nel Don­bass, in gene­rale, que­sti gruppi che tipo di potere e che influenza hanno? Per­ché sem­bra molto com­pli­cato capire, lato «filo­russi», chi comanda dav­vero, oltre ai tanti rumors che pro­ven­gono da quelle zone e non sem­pli­fi­cano le cose. Che infor­ma­zioni ha al riguardo?

È dav­vero com­pli­cato capire cosa suc­ceda in quella parte del paese, per­ché il ter­ri­to­rio occu­pato dalle forze sepa­ra­ti­sti, coa­diu­vato da forze russe, potremmo defi­nirlo diviso in tante aree coman­date da veri e pro­pri clan.

Tal­volta si tratta di indi­pen­den­ti­sti, tal­volta di cri­mi­nali, ma in gene­rale è un ter­ri­to­rio molto diviso e cao­tico, com­ple­ta­mente. Il che rende molto com­pli­cato capire se c’è qual­cosa di cen­tra­liz­zato o meno o com­pren­dere chi sta coman­dando in un dato territorio.

Ci sono troppi gruppi coin­volti ed è molto dif­fi­cile capire chi comanda, anche per­ché oltre a com­bat­tere con­tro l’esercito, tal­volta com­bat­tono anche tra di loro. La regione di Done­tsk è quella che appare più orga­niz­zata e centralizzata.

Chi ha di fatto pro­cla­mato la Repub­blica di Done­tsk, appar­tiene ad un’organizzazione sepa­ra­ti­sta che vive da tempo e che ha sem­pre avuto con­tatti con Mosca già dal 2005. Sono sepa­ra­ti­sti, filo­russi e orga­niz­zati. Si dice che già nel 2006 abbiano preso parte a trai­ning camp in Rus­sia orga­niz­zati dai ser­vizi di sicurezza.

Raduno di Svoboda
Raduno di Svoboda

Cosa è cam­biato nella destra euro­pea, dopo la crisi ucraina?

Con la guerra in Ucraina molti par­titi e gruppi di destra hanno dovuto rive­dere la pro­pria «poli­tica estera» e hanno dovuto pren­dere posi­zione. In realtà la destra ucraina ha perso molto con­senso europeo.

Ad esem­pio Svo­boda prima era appog­giata da alcuni gruppi che poi ne hanno preso le distanze, come il Front Natio­nal fran­cese, la destra austriaca, la stessa Job­bik o anche l’italiano Roberto Fiore e Forza Nuova (non a caso dal sito di Forza Nuova sono scom­parse le cro­na­che dei pre­ce­denti incon­tri con Svo­boda, al con­tra­rio di Casa Pound che invece sup­porta Kiev e in par­ti­co­lar modo Pravy Sek­tor ndr).

Devo aggiun­gere una cosa infine, per­so­nale: Svo­boda è molto più radi­cale a mio modo di vedere, nell’essere di estrema destra, rispetto a Pravy Sek­tor. Que­sti sono più inclu­sivi di Svo­boda. Pravy Sek­tor è soprat­tutto omo­fobo, men­tre Svo­boda è molto più chia­ra­mente neo­na­zi­sta e razzista.

 

 

Fonte:

http://ilmanifesto.info/la-mappa-dellestrema-destra-europea-dopo-la-majdan/

 

Intervista al fascista italiano Andrea Palmeri, arruolato nelle milizie del Donbass

Avevo già pubblicato alcuni articoli sui fascisti filorussi in Ucraina spacciati per antifascisti da molti “compagni”:

https://www.peruninformazionelibera.blog/fascisti-italiani-ucraina-donetsk-come-kiev/

https://www.peruninformazionelibera.blog/ucraina-altro-che-compagni-la-repubblica-di-donetsk-e-lombra-nera-di-aleksander-dugin/

Aggiungo ora altre informazioni. Qui un articolo di un mese fa tratto dal blog di Germano Monti:

http://vicinoriente.wordpress.com/2014/09/09/fascisti-su-marte-no-nel-donbass-con-i-filo-russi/

Ma ancor più vi invito a leggere la seguente intervista tratta dal sito internet dei RIM- Giovani Italo-Russi di Irina Osipova, leader del movimento, al fascista italiano Andrea Palmeri, in questo momento arruolato nelle milizie del Donbass. In quest’intervista l’ideologia fascista è rivendicata apertamente da entrambi tanto che si fa cenno, tra le altre cose, all’ammirazione di Pavel Gubarev (neonazista per informazioni sul quale rimando ai primi due link citati sopra) nei confronti di Palmeri perchè sarebbe “un vero fascista italiano”. L’intervistato passa dalle lodi al fascismo, alla Russia e a Putin a discorsi contro l’immigrazione e gli omosessuali. Ecco l’intervista integrale:

Intervista esclusiva con il volontario italiano nel Donbass — Andrea Palmeri

palmieri3Эксклюзивное интервью для движения РИМ Российско-Итальянская Молодёжь с Андреа Пальмери, отца трех с половиной летнего сына, единственного итальянского добровольца на данный момент, приехавшего на Донбасс сражаться за свободу жителей региона, чтобы «остановить американский империализм и бойню невинных людей». Чтобы прочитать русскую версию интервью, необходимо нажать СЮДА bottorusso

Intervista esclusiva per moviemento RIM Giovani-Italo Russi ad Andrea Palmeri, padre del figlio di tre anni e mezzo, e l’unico volontario italiano in questo momento arruolato nelle milizie del Donbass a lottare per la liberà degli abitanti della regione per «fermare l’imperialismo americano e il massacro di gente innocente»

  •  Quali sono le motivazioni che ti hanno spinto di lasciare l’Italia e di arruolarsi nella difesa del Donbass?

 

Premetto che la scelta di andare a combattere nel Donbass non è stata una scelta di impulso, ma ho meditato a lungo, essendo padre di un fantastico bimbo di 3 anni e mezzo. Io sono sempre stato affascinato dalla Russia, ho studiato il russo e lo parlo abbastanza correttamente, sono stato sposato con una cittadina russa, la madre di mio figlio. Insomma, un filo sentimentale mi lega alla vostra patria. Ho seguito la vicenda ucraina sin dal nascere e già dalle prime proteste ho avuto la sensazione che tutto fosse pilotato e gestito da agenti esterni, americani per essere precisi. Tutto era fatto per attaccare la Russia, per provocarla e per costringerla ad entrare in guerra, cosa che non è avvenuta per la lungimiranza di chi governa la Federazione Russa, perché ciò avrebbe portato a mio parere la guerra in tutta Europa e la guerra è sempre una cosa negativa da evitare. Poi l’esercito ucraino ha cominciato a bombardare il proprio popolo, donne e bambini e questa non è una guerra civile perché una guerra civile la combattono due fazioni non la si combatte contro la popolazione civile. Questo si chiama massacro! Ho deciso di andare per fare la mia piccolissima parte, cioé quello che un singolo puo fare. Convinto che questa fosse la guerra di tutti gli uomini liberi europei, secondo me qui non c’entrano fascismo o comunismo, l’importante è fermare l’imperialismo americano e il massacro di gente innocente.

  • Paverl Gubarev, l’ex governatore dell’autoproclamata Repubblica Popolare del Donetsk ha scritto sul suo profilo di Facebook parlando di te: “Un mese fa un vero fascista italiano si è unito alla nostra milizia”. Sicuramente sai che i termini fascista e fascismo nel mondo russo vengono interpretati diversamente dal loro significato originario, ed associati nella coscienza collettiva esclusivamente a dei crimini commessi dai nazisti durante la Seconda Guerra mondiale nelle terre russe. Cosa significa per te essere quindi un “vero fascista”? Quali sono le battaglie di coloro che si rifanno all’ideologia fascista in Italia?

palmieri2Certo lo so che il termine fascista in russo ha una connotazione solamente negativa, ma lo comprendo innanzitutto perché con la Guerra Patriottica i russi hanno combattuto il nazismo e poi perché non si conosce il fascismo italiano. Anzi, io sono convinto che il fascismo italiano da un punto di vista dottrinale ha molti più punti in comune con il socialismo di Lenin che con  l’ideologia nazionalsocialista. Comunque questi sono schemi e riferimenti di almeno 70 anni fa. Siamo in un mondo moderno. Secondo me questi schemi sono antiquati e da queste ideologie bisognerebbe solo prendere i valori, ma nemmeno tutti. Quindi per me non ha senso parlare di fascismo o comunismo oggi se non in chiave storica. Mi ha fatto piacere che Gubarev si sia ricordato della mia presenza, perché seguendolo su facebook lo stimo e mi piace la sua impostazione ideologica. Le battaglie di un fascista di oggi, premettendo che come ti ho detto siamo nel 2014, dovrebbero essere l’amore e la difesa della Patria, sovrattutto da ingerenze esterne, la difesa della famiglia, il rispetto della tradizione e della religione. Tutte cose che avvengono nella  Russia di oggi e non mi dite che Putin sia fascista!!! Invece in Unione Europea si assiste ad un immigrazione di massa incontrollata, che sta distruggendo la nostra cultura e le nostre tradizioni con il beneplacito dei nostri governanti. Abbiamo governi come quello italiano tanto per parlare di una situazione a me nota che non hanno sovranità né economica, né militare, né politica. La sovranità che non ha nemmeno l’Unione Europea che è appiattita ai voleri e agli obblighi impostoli dall’America. Ecco, queste sono cose su cui bisogna combattere. La distruzione dei valori tradizionali  come la famiglia con la propaganda omosessuale per esempio o con tutte quelle ventate di libertinaggio in ogni campo, dal sociale al privato che con l’idea di eguaglianza e di buonismo stanno distruggendo l’Europa. Ecco, questo va combattuto. Vedo la nostra Europa, per fare un paragone, come l’Impero Romano pochi anni prima di crollare. Queste, ti ripeto, non sono battaglie fasciste ma dovrebbero essere battaglie di tutti. In Russia si difende la famiglia, si difendono i valori tradizionali e religiosi di tutti e si combatte l’egemonia mondialista americana. Non mi sembra che in Russia siano fascisti. In italia è di pochi giorni fa la contestazione alle Sentinelle in piedi — pacifici cittadini che difendevano la famiglia da questo oscurantismo omosessuale e che sono stati tacciati di essere fascisti. Contestazione permessa e incoraggiata dai nostri politici libertari, che da voi, giustamente, non sarebbe stata permessa.

Palmieri

  •  Come sei stato accolto dal popolo il quale sei venuto a difendere?

Il popolo mi ha accolto con simpatia. Sono l’unico italiano e i russi, perché qui in Donbass vivono russi, hanno molta simpatia per gli italiani, amano la nostra terra ,la nostra musica e la nostra cucina. E logicamente, mi ringrazia per il fatto di essere venuto a combattere per la loro libertà.

  • E’ stato difficile imparare la lingua russa per parlare con gli abitanti locali e miliziani?

Il russo è una lingua molto difficile, io lo parlo abbastanza anche se non sono ancora in grado di capire sempre e tutto soprattutto quando parlano veloce, ma la mia conoscenza del russo è sufficiente per capire e farmi capire. Anche se devo ancora migliorare la mia conoscenza, spero con il tempo di parlarlo sempre in maniera migliore.

  • Spesso i movimenti ucraini nazionalisti come Pravyi Sektor e perfino il governo attuale di Kiev vengono definiti come “fascisti”. Credi che sia una definizione giusta?

Pravyi Sektor per me e un’incognita. Io capisco la lotta contro un governo corrotto quale era quello del presidente Ianukovich, poi vuoi per i finanziamenti americani, la loro protesta è sfociata prevalentemente in un odio antirusso e da qui hanno sposato un «iconografia» nazionalsocialista. Sono nazionalisti, amano l’Ucraina ma non riesco a capire questo odio verso i russi e comunque sono convinto che sono stati usati come pedine dai potenti che ora governano in Ucraina la tristemente famosa junta. La junta di Kiev per me non è fascista, viene cosi addidata perché come detto prima questa parola in russo ha una forte carica negativa. In Ucraina comandano oligarchi che fanno i loro interessi a scapito di del  proprio popolo e sono gestiti da gruppi di potere americani, che hanno finanziato in chiave antirussa la protesta di Maidan. Sono i soliti che ora gestiscono la junta ed i primi responsabili della tragedia del popolo del Donbass

  •  Lunedì parti sul fronte, come credi che debba essere strutturato il futuro delle terre del Sud-Est una volta finiti gli scontri militari?

La struttura delle terre dell Sud-Est è cosa assai complicata e non posso esprimermi. L’importante, io penso, che già si sta delineando la formazione di un nuovo stato un’entità sicuramente vicina a Mosca, ma con la sua indipendenza. E’ importante però che a tutti i cittadini di lingua russa che rimarranno fuori da questo nuovo stato vengano riconosciuti i diritti e non discriminati altrimenti non so cosa succederà.

  •  Ringrazio per l’occasione offerta per questa intervisa. Tutte le risposte erano molto corpose di contenuto ed interessanti. Infine, naturalmente viene spontaneo chiedere -Dove pensi di continuare la tua vita futura una volta tornato dal fronte?

Bella domanda, penso proprio  in Italia, ma se avrò qualche buona ragione per rimanerci potrei restare pure qui, ma ancora non mi pongo questo problema!

Irina Osipova

Fonte:

http://rodnoirim.org/andreapalmeridonbassITA/

 

UCRAINA: Altro che “compagni”. La Repubblica di Donetsk e l’ombra nera di Aleksandr Dugin

Posted 13 agosto 2014
di Jacopo Custodi

Aleksandr Dugin e il leader di Jobbik, il partito neofascista ungherese.

La Repubblica Popolare di Donetsk è stata fondata il 7 aprile 2014 dai separatisti ucraini filo-russi in lotta contro il governo centrale di Kiev ed è oggi la loro principale roccaforte; insieme alla vicina Repubblica Popolare di Lugansk forma la Repubblica Federale di Nuova Russia (Novorossiya), stato che non è riconosciuto internazionalmente.

I separatisti sono stati identificati più volte da vari esponenti (non solo italiani) di sinistra come dei “partigiani”, degli “antifascisti”, in lotta contro il governo di destra di Kiev.

L’ideologia politica che sta alla base della Repubblica di Donetsk è però molto lontana da questa descrizione, ad esempio l’attuale Governatore del Popolo della Repubblica Popolare di Donetsk, Pavel Gubarev, ha iniziato la sua carriera politica nell’organizzazione neonazista “Unione Nazionale Russa” e non sembra affatto aver abbandonato la sua anima neofascista. Al congresso del nuovo partito da lui fondato il 14 maggio, Nuova Russia, con l’obiettivo di rappresentare l’anima politica delle Repubbliche Popolari, erano presenti come relatori lo scrittore russo “nazi-stalinista” Alexander Prokhanov e il filosofo dell’estrema destra Alexander Dugin.

Prokhanov è editore di “Zavtra”, un giornale della destra imperialista russa, e nel 1999 invitò David Duke, leader del Ku-Klux-Klan a visitare la Federazione Russa. Oltre ad essere vicino al governatore Pavel Gubarev, Prokhanov ha avuto ottime parole anche per il primo ministro della Repubblica Popolare di Donetsk Alexander Borodai, definendolo un “vero nazionalista russo bianco”. I due si conoscevano da tempo: Borodai, che è un cittadino russo, fino all’inverno scorso scriveva su “Zavtra”.

Nella stessa rivista scriveva anche Igor Strelkov, l’attuale Comandante della Milizia Popolare del Donbass (l’esercito di Donetsk), un soldato russo che aveva precedentemente combattuto in Transnistria, Bosnia e Cecenia e che ha alle spalle una militanza in organizzazioni monarchiche.

Ma rapporti ancora più stretti esistono tra la Repubblica Popolare di Donetsk e Aleksandr Dugin, anch’esso presente al congresso fondativo del partito Nuova Russia e vicinissimo agli attuali leader di Donetsk fin da prima dello scoppio del conflitto. I suoi articoli vengono pubblicati frequentemente sul sito del partito, che lo considera il suo punto di riferimento ideologico.

Dugin, che è stato di recente in Italia invitato ad una conferenza organizzata da una associazione legata alla Lega Nord, fu uno dei fondatori del Partito Nazional-Bolscevico (quello con la bandiera nazista e la falce e il martello neri al posto della svastica) ma se ne staccò poi da destra, accusando l’altro fondatore, Eduard Limonov, di essere troppo filo-occidentale. In un suo famoso articolo del 1997 dal titolo “Fascismo immenso e rosso”, Dugin sosteneva la necessità per la Russia di “un fascismo originale, reale, radicalmente rivoluzionario”. Oggi ritiene che la Russia dovrebbe tornare ad avere una politica più marcatamente imperialista.

Sono stati tracciati brevemente i profili dei leader più importanti, ovvero il Governatore del Popolo, il Primo Ministro e il Capo dell’esercito, e dei loro riferimenti politici, ma la lista potrebbe continuare, citando ad esempio Aleksandr Matyushin, che fu in prima fila durante le occupazioni degli edifici pubblici di Dontsek allo scoppio del conflitto e oggi gestisce i rapporti della Repubblica Popolare con la Russia e la Bielorussia, grazie ai suoi rapporti di lunga data con Dugin. Durante un comizio pubblico disse ai manifestanti:

“In Europa c’è la sodomia, ci sono matrimoni tra persone dello stesso sesso, c’è una piena degradazione della società. L’Europa sta arretrando di fronte all’Islam e nel continente il nome più diffuso tra i neonati è Mohamed. [Gli europei] si preoccupano troppo dei diritti umani e hanno paura di offendere qualcuno. Per questo gli islamici si fanno sempre più arroganti. Anche da noi sarà così. L’Europa ci cancellerà, rischiamo di essere invasi dall’Islam, che si sta già sviluppando in Crimea. Io sono a favore del nazionalismo russo, e dell’amore per il mio popolo”.

Per quanto riguarda invece la Costituzione della Repubblica Popolare di Donetsk, adottata il 14 maggio 2014, è molto eloquente nel confermare i legami ideologici con l’estrema destra russa. L’articolo 31.3 vieta ogni possibile forma di unione “perversa” tra persone dello stesso sesso, che verrà perseguitata. L’articolo 9.2 dichiara che la fede ortodossa professata dalla Chiesa Ortodossa Russa (Patriarcato di Mosca) è la religione di stato. L’articolo 6.5 dichiara che tutte le autorità politiche della Repubblica dovranno rispettare i valori tradizionali religiosi, sociali e culturali del “Mondo Russo”. Gli articoli 3 e 12.2 sanciscono il diritto alla vita fin dal momento del concepimento, implicando in tale modo il divieto all’aborto.

Comprendere il carattere reazionario e neofascista delle Repubbliche Popolari non significa negare lo spostamento a destra del governo di Kiev, né i suoi legami coi movimenti neofascisti ucraini. Significa invece comprendere – per citare un gruppo ucraino di sinistra – l’allarmante situazione che vede nazionalisti di estrema destra e spesso anche apertamente neonazisti presenti in entrambe le parti del conflitto. E’ questo, secondo loro, il fattore principale che ostacola una soluzione politica della crisi.

@JacopoCustodi

 

 

 

Fonte:

http://www.eastjournal.net/ucraina-altro-che-compagni-la-repubblica-di-donetsk-e-lombra-nera-di-aleksandr-dugin/46773

 

Fascisti italiani in Ucraina, a Donetsk come a Kiev

 

 

fascisti a donetsk

 

giugno 11, 2014

 

Dopo i numerosi articoli che nelle scorse settimane hanno fatto luce sulla presenza di fascisti italiani in Ucraina tra i gruppi armati neonazisti che sostengono e compongono il governo di Kiev, si ricordi in proposito il caso di Francesco Fontana, il 10 giugno RaiNews ha dato notizia dell’arrivo di un gruppo di volontari italiani a Donetsk per combattere le truppe di Kiev. La notizia è stata ripresa anche da altre testate italiane.

 

 

 

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/A-Donetsk-sono-arrivati-volontari-italiani-per-combattere-le-truppe-di-Kiev-9480d2a5-99e6-48d2-b884-36cad0c80999.html?refresh_ce

 


RaiNews indica questi volontari come “membri dell’organizzazione antifascista italiana Millennium” ed afferma che “sono giunti a Donetsk dove saranno inquadrati nelle milizie paramilitari filorusse comandate dal sedicente comandante in capo delle forze armate della Repubblica Popolare di Donetsk, Igor Strelkov.”
Stando all’articolo la notizia sarebbe stata lanciata dal portale russo Lifenes.ru, che avrebbe citato la pagina di Pavel Gubarev, Governatore del popolo della Repubblica di Donetsk.
Secondo quanto riportato da RaiNews, Gubarev afferma “che gli italiani «hanno espresso la volontà di sostenere la Repubblica Popolare di Donetsk nella sua resistenza contro le autorità di Kiev che conducono le operazioni militari contro il proprio popolo nel Sud-Est dell’Ucraina». Gli italiani saranno messi a disposizione del comandante in capo Igor Strelkov e intendono anche attivare un canale per la raccolta in Italia e l’invio a Donbass degli aiuti umanitari.”
L’articolo si chiude riportando che “Il sindaco popolare di Donetsk Pavel Gubarev ha confermato inoltre la presenza dei volontari russi e polacchi in diverse formazioni militari dei separatisti. Sempre secondo Gubarev, in breve i separatisti intendono costituire delle vere e proprie formazioni militari, una sorta di brigate internazionali composte da volontari stranieri, con la partecipazione di italiani, spagnoli, francesi e canadesi.”

 

Chi sono questi volontari?

 

L’articolo di RaiNews è corredato da una foto in cui tre persone tengono una bandiera tricolore italiana in cui campeggia, al centro, una stella rossa. Sullo sfondo una grande scritta “Новороссия” (Nuova Russia), che sovrasta, su una sagoma, la bandiera dell’omonimo Stato nella quale è rappresentata una croce di Sant’Andrea nei colori bianco, rosso e blu.

 

Lo Stato Federale della Nuova Russia è una confederazione nata ufficialmente il 24 maggio scorso in seguito ad un accordo tra le repubbliche di Donetsk e Lugansk, autoproclamatesi indipendenti dall’Ucraina nello scorso Aprile. Stessa bandiera e stesso nome ha il Partito della Nuova Russia, fondato circa un mese fa, di orientamento separatista e Pro-Russo, nonché fortemente influenzato dall’eurasiatismo del fascista russo Aleksandr Dugin, già ideologo del Partito Nazionalbolscevico russo. È proprio il Partito della Nuova Russia ad aver preparato e deciso la nascita del nuovo stato federale, la cui creazione è stata infatti dichiarata durante il primo congresso del partito il 22 maggio scorso, al quale era presente anche Dugin. Il termine Nuova Russia è ripreso dal nome della regione storica che coincide con i territori a nord del Mar Nero che, nel corso del XIX secolo, l’Impero Russo conquistò sottraendoli all’Impero Ottomano. Pavel Gubarev, il Governatore del Popolo della Repubblica di Donetsk che avrebbe accolto i volontari italiani, è anche leader del Partito della Nuova Russia. Gubarev ha militato in passato nel Partito Socialista Progressista d’Ucraina, ma anche nella formazione neonazista Unità Nazionale Russa (Русское Национальное Единство).

 

Ma in questo calderone di nazionalismo russo, neonazismo ed eurasiatismo, cosa c’entrano il tricolore con la stella rossa, un’organizzazione “antifascista” italiana e le “brigate internazionali”?

 

L’organizzazione italiana “Millennium” che ha inviato volontari a Donetsk non è certo antifascista. Il gruppo “Millennium” dichiara sul proprio sito di non essere “né neofascista né antifascista”. Infatti non sono neofascisti, sono nazisti.
“Millennium” ha organizzato assieme al Gruppo Alpha, organizzazione giovanile neonazista degli Hammerskin di Lealtà e Azione, un convegno al Politecnico di Milano il 17 gennaio scorso. In tale occasione 200 compagni intervenuti per fermare l’iniziativa neonazista vennero caricari dalla polizia davanti al Politecnico.
Ma non è tutto. Il gruppo “Millennium” è legato alla rivista “Eurasia” il cui direttore è il noto neofascista Claudio Mutti implicato nello stragismo nero.
Questi volontari italiani sono quindi membri di un gruppo che condivide l’eurasiatismo del fascista russo Aleksandr Dugin e il nazionalismo del Partito della Nuova Russia.
La matrice nazista del gruppo “Millennium” è ancora più chiara se si va a leggere il suo manifesto politico: “I Popoli, depauperati da ogni sovranità e potere decisionale, rendono ogni autorità alle minoranze che dirigono gli affari mondiali secondo il proprio interesse. Culture e religioni muoiono esangui sugli altari dei simulacri postmoderni. La nuova legge è il Caos.
In questo contesto Millennium afferma la propria azione ordinatrice. Millennium si identifica nel ruolo del partito rivoluzionario europeo, impegnato nella liberazione dell’Europa dal giogo unipolare e nell’edificazione di un paradigma culturale europeo. All’entropia incipiente, Millennium contrappone le leggi risorte della Giustizia, della Tradizione e della Comunità.”

 

Non ci è dato sapere se in questo caso è RaiNews ad aver giocato con la fantasia, tirando fuori sedicenti “organizzazioni antifasciste” e addirittura le “Brigate internazionali”, o se siano i neonazisti di “Millennium” a voler creare ulteriore confusione utilizzando simboli e parole d’ordine tipiche dell’antifascismo. Probabilmente sono entrambe le cose.

 

Tuttavia è chiaro che il gruppo “Millennium” fa parte di quella corrente rosso-bruna ed eurasiatista di chiara matrice nazista e che i suoi volontari a Donetsk sono dunque nazisti. La stessa corrente in cui si colloca il Partito della Nuova Russia, fautore dello Stato Federale della Nuova Russia.

 

Si deve quindi fare chiarezza sulla situazione in Ucraina, smascherando i gruppi neofascisti che agiscono nel conflitto. Bisogna rendersi conto che anche a Donetsk come a Kiev i fascisti sono al governo, strumento delle potenze imperialiste che si contendono l’Ucraina.

Il caso dei volontari del gruppo nazista “Millennium” mostra quanto sia urgente riaprire un dibattito serio sulla situazione in Ucraina. Quanto accade oggi in Ucraina ci mostra cosa può accadere quando la classe lavoratrice è ridotta in ginocchio, divisa e disorientata, in questo caso da decenni di capitalismo di stato e da venti anni di capitalismo selvaggio. Per questo è importante chiarire le posizioni in un dibattito che rifiuti la propaganda delle potenze in campo e che metta al centro l’internazionalismo, coscenti che solo la forza dell’unità di classe che rompe le frontiere imposte dagli stati può fermare la guerra e può abbattere i regimi fascisti che oggi si fronteggiano in Ucraina.

 

 

Fonte:

http://collettivoanarchico.noblogs.org/post/2014/06/11/fascisti-italiani-in-ucraina-a-donetsk-come-a-kiev/