FOCUS UCRAINA / Il cuore dei neofascisti batte per la Russia

La mappa dell’estrema destra europea, dopo la Majdan

Intervista . Anton Shekhovtsov esperto di estrema destra dell’Europa orientale

Anton She­kho­v­tsov, visi­ting fel­low all’università di Vienna, è un esperto di for­ma­zioni di estrema destra dell’Europa orien­tale. Ha stu­diato in modo par­ti­co­lare il «sogno dell’impero euroa­sia­tico» di Ale­xan­der Dugin, filo­sofo russo, vero e pro­prio intel­let­tuale di rife­ri­mento di molte for­ma­zioni di estrema destra, soprat­tutto russe.

Nel con­flitto ucraino le forze neo­nazi hanno avuto un’importanza non da poco, tanto durante i giorni di Maj­dan, quanto dopo l’inizio della guerra. L’Ucraina è diven­tata un campo di bat­ta­glia dove atti­vi­sti di destra di tutta Europa, com­presi alcuni ita­liani, sono giunti per combattere.Neonazi ucraini

Qual­cuno ha scelto di stare con gli ucraini, altri con i filo­russi, in una ricom­po­si­zione della destra euro­pea che ha stor­dito alleanze ed equi­li­bri che dura­vano da anni. Di que­sto e della forza, attuale e poten­zial­mente futura, della destra in Ucraina ne abbiamo par­lato con She­kho­v­tsov, cer­cando anche di capire l’origine di alcuni feno­meni a cui abbiamo assi­stito in Ucraina.

Par­tiamo dalle for­ma­zioni di estrema destra ucraine: che forza hanno e quali sono i loro obiettivi

La forza attuale della destra in Ucraina dipende da alcuni fat­tori, per altro sto­rici. In primo luogo dalla forza del movi­mento pro­pria­mente di destra e in que­sto senso par­liamo di gruppi simili a Pravy Sek­tor, com­po­sto da con­ser­va­tori da un punto di vista sociale, di natura pro­le­ta­ria ma anche con un obiet­tivo che costi­tui­sce una sorta di idea circa la libe­ra­zione nazionale.

Que­sto era soprat­tutto vero negli anni 20 e durante la seconda guerra mon­diale. Dopo la seconda guerra mon­diale, i nazio­na­li­sti ucraini erano in esi­lio. Ma dopo l’indipendenza anche la destra ucraina è cam­biata, cam­biando anche la pro­pria nar­ra­zione. Oggi potremmo dire che è per certi versi in crisi per­ché rispetto ai risul­tati poli­tici del 2012, quando ave­vano 47 seggi in par­la­mento, hanno subito una scon­fitta elet­to­rale. Hanno fal­lito per­ché non sono riu­sciti ad entrare in par­la­mento come par­tito, ma solo con alcuni dei loro rap­pre­sen­tanti, attra­verso anche altri partiti.

E oggi sono cam­biati anche gli obiet­tivi: per Svo­boda ad esem­pio il nemico prin­ci­pale è il Crem­lino. Non tanto la Rus­sia o i russi, ma pro­prio Mosca, il cen­tro del potere russo. Putin, in pra­tica. Per altri gruppi di estrema destra, i nemici sono altri, oltre a Mosca. Ad esem­pio gli ame­ri­cani, gli ebrei. Que­sto soprat­tutto tra i gruppi più estremi, quelli dichia­ra­ta­mente neonazisti.

Che tipo di busi­ness, la guerra in Ucraina ha finito per favo­rire per que­sti gruppi di estrema destra, apparsi deci­sa­mente orga­niz­zati, basti pen­sare ai «battaglioni»?

I mem­bri dei gruppi di estrema destra e alcune pic­cole orga­niz­za­zioni hanno sem­pre agito in certi con­te­sti. Negli anni 90 ad esem­pio agi­vano come una sorta di mafia, con­trol­lando traf­fici e dando in cam­bio ser­vizi di sicurezza.

Non è cam­biato molto da allora, oggi gesti­scono certi busi­ness, dando in cam­bio ad esem­pio la sicu­rezza e il ser­vi­zio d’ordine nelle mani­fe­sta­zioni e non solo, a vari par­titi poli­tici. E lo fanno in cam­bio di soldi. E poi sono impie­gati in atti­vità che non sono facili da spie­gare spe­cie ad un euro­peo, ovvero i «seque­stri di atti­vità eco­no­mi­che» (ad esem­pio nei con­fronti di immigrati).

È una pra­tica che spesso è com­plessa, per quanto natu­ral­mente ille­gale, cui par­te­ci­pano spesso i gruppi di estrema destra. Non ho la con­ferma ma pare che un bat­ta­glione sia impie­gato per que­sto genere di atti­vità anche nelle regioni orien­tali, ovvia­mente nelle zone con­trol­late ancora da Kiev.

Membri del Russia National Unity

Mem­bri del Rus­sia Natio­nal Unity

In che modo in Ucraina sono coin­volti gruppi di estrema destra russi e non solo.

Come altre guerre, anche quella ucraina ha finito per atti­rare tanti atti­vi­sti di estrema destra, atti­rati dalla pos­si­bi­lità di com­bat­tere, avere armi, fare trai­ning e gua­da­gnarci qual­cosa in ter­mini eco­no­mici. Sap­piamo bene come que­ste situa­zioni eser­ci­tino fascino nei con­fronti dei mili­tanti di estrema destra, di tutta l’Europa, non solo quella orientale.

Lo saprete meglio di me, per molti espo­nenti dei gruppi di estrema destra ogni guerra è una sorta di sogno che si rea­lizza, una sorta di rea­liz­za­zione della loro volontà di vio­lenza. In ogni caso il più impor­tante gruppo coin­volto tra i filo­russi, tra i gruppi di estrema destra euro­peo, è russo e sono quelli del «Rus­sia Natio­nal Unity».

Si tratta di un’organizzazione non nuova, che esi­ste dall’inizio degli anni 90 in Rus­sia. In parte, a livello orga­niz­za­tivo ha una sua strut­tura di busi­ness e un strut­tura mili­tante, dichia­ra­ta­mente neo nazi­sta. Hanno par­te­ci­pato a vari con­flitti, come in Trans­ni­stria, in Cece­nia, dove hanno fatto bot­tino e incetta di armi e soldi e secondo le mie fonti hanno par­te­ci­pato al ten­tato colpo di Stato del 1993 a Mosca, ma in difesa del Par­la­mento, con­tro Eltsin.

E in seguito hanno par­te­ci­pato ad ogni con­flitto in cui sono riu­sciti a infi­larsi, per fare soldi, armi e trai­ning. Oggi sono il gruppo più forte pre­sente nell’Ucraina dell’est. Poi ci sono anche atti­vi­sti pro­ve­nienti dall’«Euroasian union», una sorta di gruppo gio­va­nile dell’organizzazione inter­na­zio­nale gui­data da Ale­xan­der Dugin. Uno dei loro mem­bri Ale­xan­der Pro­sel­kov è stato miste­rio­sa­mente ucciso in Ucraina. (Ale­xan­der Pro­sel­kov era stato nomi­nato mini­stro degli esteri della Repub­blica di Done­tsk da Pavel Guba­rev, quando Guba­rev era il gover­na­tore. Secondo i suoi com­mi­li­toni sarebbe stato ucciso da un kil­ler nelle regioni orien­tali dell’Ucraina, ndr). E poi ci sono molti sin­goli atti­vi­sti, cani sciolti, magari nean­che affi­liati ad un gruppo preciso.

Come giu­sti­fi­cano il fatto di com­bat­tere con­tro altri neo­na­zi­sti, come ad esem­pio i bat­ta­glioni com­po­sti dall’estrema destra ucraina e qual è la loro posi­zione rispetto a Putin.

Loro sono nazio­na­li­sti russi, com­bat­tono con­tro gli ucraini. Sia i mem­bri del «Rus­sia Natio­nal Unity» sia quelli legati a Dugin sono in oppo­si­zione com­pleta a Putin. Si sen­tono molto più radi­cali di Putin. Loro sono lì per com­bat­tere per qual­cosa che sognano per il dopo Putin, una rina­scita ancora più vistosa della Russia.

Loro pen­sano di poter pren­dere il potere in Rus­sia, dav­vero. Que­sta è una cosa in cui crede molto soprat­tutto Dugin. E stanno usando la loro par­te­ci­pa­zione a que­sto con­flitto soprat­tutto per aumen­tare il pro­prio potere in Rus­sia, dove fanno aper­ta­mente reclu­ta­mento per andare a com­bat­tere con­tro l’Ucraina.

Ma che potere effet­tivo hanno in Rus­sia que­sti gruppi?

Sono un gruppo mino­ri­ta­rio e negli ultimi tempi anche tra gli stu­diosi, hanno perso molto della rile­vanza che ave­vano avuto negli anni passati.

E invece nel Don­bass, in gene­rale, que­sti gruppi che tipo di potere e che influenza hanno? Per­ché sem­bra molto com­pli­cato capire, lato «filo­russi», chi comanda dav­vero, oltre ai tanti rumors che pro­ven­gono da quelle zone e non sem­pli­fi­cano le cose. Che infor­ma­zioni ha al riguardo?

È dav­vero com­pli­cato capire cosa suc­ceda in quella parte del paese, per­ché il ter­ri­to­rio occu­pato dalle forze sepa­ra­ti­sti, coa­diu­vato da forze russe, potremmo defi­nirlo diviso in tante aree coman­date da veri e pro­pri clan.

Tal­volta si tratta di indi­pen­den­ti­sti, tal­volta di cri­mi­nali, ma in gene­rale è un ter­ri­to­rio molto diviso e cao­tico, com­ple­ta­mente. Il che rende molto com­pli­cato capire se c’è qual­cosa di cen­tra­liz­zato o meno o com­pren­dere chi sta coman­dando in un dato territorio.

Ci sono troppi gruppi coin­volti ed è molto dif­fi­cile capire chi comanda, anche per­ché oltre a com­bat­tere con­tro l’esercito, tal­volta com­bat­tono anche tra di loro. La regione di Done­tsk è quella che appare più orga­niz­zata e centralizzata.

Chi ha di fatto pro­cla­mato la Repub­blica di Done­tsk, appar­tiene ad un’organizzazione sepa­ra­ti­sta che vive da tempo e che ha sem­pre avuto con­tatti con Mosca già dal 2005. Sono sepa­ra­ti­sti, filo­russi e orga­niz­zati. Si dice che già nel 2006 abbiano preso parte a trai­ning camp in Rus­sia orga­niz­zati dai ser­vizi di sicurezza.

Raduno di Svoboda
Raduno di Svoboda

Cosa è cam­biato nella destra euro­pea, dopo la crisi ucraina?

Con la guerra in Ucraina molti par­titi e gruppi di destra hanno dovuto rive­dere la pro­pria «poli­tica estera» e hanno dovuto pren­dere posi­zione. In realtà la destra ucraina ha perso molto con­senso europeo.

Ad esem­pio Svo­boda prima era appog­giata da alcuni gruppi che poi ne hanno preso le distanze, come il Front Natio­nal fran­cese, la destra austriaca, la stessa Job­bik o anche l’italiano Roberto Fiore e Forza Nuova (non a caso dal sito di Forza Nuova sono scom­parse le cro­na­che dei pre­ce­denti incon­tri con Svo­boda, al con­tra­rio di Casa Pound che invece sup­porta Kiev e in par­ti­co­lar modo Pravy Sek­tor ndr).

Devo aggiun­gere una cosa infine, per­so­nale: Svo­boda è molto più radi­cale a mio modo di vedere, nell’essere di estrema destra, rispetto a Pravy Sek­tor. Que­sti sono più inclu­sivi di Svo­boda. Pravy Sek­tor è soprat­tutto omo­fobo, men­tre Svo­boda è molto più chia­ra­mente neo­na­zi­sta e razzista.

 

 

Fonte:

http://ilmanifesto.info/la-mappa-dellestrema-destra-europea-dopo-la-majdan/

 

Dietro i soldi di Putin al Front National spunta anche CasaPound

di redazione

Ultima modifica il Mercoledì, 26 Novembre 2014 16:35

 

 

Riguardano anche l’Italia gli scoop della giornalista francese Marine Turchi, che ha scoperto che una banca russa vicina a Vladimir Putin presterà al Front National 9 milioni di euro da investire nella prossima campagna elettorale.

Come spesso capita quando si parla di estrema destra e neofascisti, spuntano fiumi di quattrini, affaristi e alleanze spregiudicate. Meno di un mese fa, ricorda Daniele Ranieri sul Foglio, Turchi si era occupata del “congresso europeo” del Fn cui hanno partecipato le delegazioni dei neonazisti di Alba dorata. “Les Italiens de CasaPound” figurano addirittura come “co-organizzatori” del consesso. Il gruppo italiano dei “fascisti del terzo millennio”, secondo Turchi sarebbe “al servizio di Frederic Chatillon”, consigliere ufficioso di Marine Le Pen che si è trasferito a Roma e gestisce una società di comunicazione, la Riwal France, che ha sede anche a Roma. Riwal si occupa di “realizzare campagne pubblicitarie”. Il congresso di Parigi, dove è intervenuto parlato anche il presidente Gianluca Iannone, leader di CasaPound – è stato “il punto culminante di un tour promozionale per fare conoscere CasaPound in Francia.

Nel luglio 2012, Chatillon, oggi trait d’union tra CasaPound e il Front national, incassava finanziamenti da parte del governo siriano del presidente Bashar el Assad, cui CasaPound non mancò di manifestare solidarietà nel bel mezzo della guerra civile e dello scontro sull’uso delle armi chimiche da parte del regime. La Riwal di Chatillon, ha scritto Turchi, prendeva “tra i centomila e i centocinquantamila euro l’anno dall’ambasciata siriana a Parigi”, “per la promozione del paese”.

Marine Turchi è ormai la bestia nera del Fn, come sottolinea opportunamente Ranieri, al punto che le viene negato l’accesso agli eventi di partito con le scuse più improbabili. Per solidarietà, molti giornalisti delle maggiori testate francesi hanno disertato gli stessi eventi. Intanto il tesoriere del Front, Wallerand de Saint-Just (ritratto da Mediapart mentre fa il saluto fascista) ha ammesso di aver chiesto il soccorso economico di una banca vicina a putin Putin perché “qui in Europa nessuno ci avrebbe prestato un centesimo”. Inutile aggiungere che il Front national ha posizioni filorusse e sostiene il presidente Putin con sintonia perfetta: dall’elogio dei “valori tradizionali” alla guerra civile in Ucraina. All’inizio del mese scorso, il Front aveva partecipato con la Lega (il cui segretario da tempo si produce in elogi sperticati a Putin) e CasaPound al Forum nazionale russo organizzato dagli ultranazionalisti di Rodina. «Vogliamo costruire un movimento che unisca tutte le forze nazionaliste d’Europa e sostenga la battaglia in difesa dei valori tradizionali, sia sul piano ideale che su quello dell’azione», hanno detto i camerati russi in quell’occasione.

 

 

Fonte:

http://www.dinamopress.it/news/dietro-i-soldi-di-putin-al-front-nacional-spunta-anche-casa-pound