FUNERALI DI MOHAMMED ABU KHDEIR, IL GIOVANE PALESTINESE RAPITO E UCCISO PER VENDETTA DAI COLONI

04 lug 2014
by Redazione


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La casa di Mohammed Abu Khdair. Foto Nena News

AGGIORNAMENTO ORE 18.30 –L’ULTIMO SALUTO A MOHAMMED. TAFFERUGLI A GERUSALEMME: 20 FERITI

Nena News – Palestinesi e polizia israeliana si sono scontrati oggi a Gerusalemme durante i funerali del 17enne Mohammed Abu Khdeir. I tafferugli sono iniziati a conclusione del corteo funebre, cui hanno partecipato migliaia di persone. Oltre 2.000 secondo la polizia israeliana.

Gli agenti hanno risposto al lancio di pietre con gas lacrimogeno e proiettili di gomma e sono almeno venti i palestinesi rimasti feriti. Non si ha notizia di arresti. Prima dell’inizio delle esequie c’erano stati scontro in Città Vecchia e a Ras al-Amud.

Per i funerali del giovane palestinese le autorità israeliane hanno predisposto un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine, con cannoni ad acqua e uomini a cavallo. Nena News

AGGIORNAMENTO ORE 15.30. MIGLIAIA AI FUNERALI DI MOHAMMAD

Gerusalemme, 4 luglio 2014, Nena News – Un corteo funebre di migliaia di persone ha accompagnato la salma del 17enne palestinese trovato morto ieri mattina alla periferia della città, dopo essere stato caricato a forza il giorno prima in un’automobile mentre andava in moschea.

Mohammad Abu Khdeir potrebbe essere stato la vittima di una vendetta di coloni per l’uccisione dei tre ragazzi israeliani scomparsi lo scorso 12 giugno. Le indagini sono in corso.

Oggi Gerusalemme è una città blindata, con un massiccio dispiegamento di militari sia a Est sia a Ovest: cannoni ad acqua, uomini a cavallo e autobus pieni di soldati pronti a intervenire. Ieri è stata una giornata di scontri nel quartiere Shuafat, dove viveva il giovane, e dove oggi si sono tenute le esequie. I palestinesi hanno lanciato pietre contro i militari israeliani che hanno risposto con granate stordenti e proiettili di gomma. Nena News

 della redazione

Roma, 4 luglio 2014, Nena NewsSecondo la Bbc, Hamas sarebbe disposta a fermare il suo lancio di razzi verso il sud d’Israele se lo stato ebraico dovesse terminare i suoi raid sulla Striscia di Gaza. Tregua o meno la tensione continua ad essere alta a Gerusalemme, dove sono da poco iniziati i funerali del giovane Mohammed Abu Khdeir, rapito e assassinato martedì molto probabilmente da coloni israeliani. Una nota della polizia israeliana informa che “migliaia di poliziotti sono stati dispiegati oggi a Gerusalemme est per mantenere la sicurezza”. Ieri a Shuafat e in altre parti di Gerusalemme est per il secondo giorno di fila sono continuati gli scontri tra i palestinesi e la polizia israeliana.

Shuafat dopo gli scontri

Shuafat dopo gli scontri. Foto Nena News

Situazione che potrebbe diventare rovente considerando che decina di migliaia di fedeli palestinesi si stanno recando in queste ore alla Spianata delle Moschee per celebrare il primo venerdì di Ramadan. Le autorità israeliane hanno limitato l’accesso agli uomini con più di 50 anni mentre non ci sono restrizioni per le donne.

Il cessate il fuoco sembra una ipotesi molto probabile. A mediare il cessate il fuoco ci sarebbe l’Intelligence egiziana. Lo ha riferito fonte all’interno del movimento palestinese che sostiene che la tregua tra le due parti potrebbe essere raggiunta “nel giro di ore”. Al momento Tel Aviv non ha commentato la notizia.

Già ieri sera, il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha dichiarato all’agenzia palestinese Ma’an che esistono contatti tra il suo movimento e le autorità egiziane per porre fine al clima di tensione. “Abbiamo ribadito la nostra posizione – ha detto Abu Zuhri – noi non siamo interessati ad una escalation militare, l’Occupazione [Israele, ndr] ne è responsabile”.

La notizia di una eventuale tregua tra Hamas ed Israele è confermata anche dai quotidiani israeliani “Ha’aretz” e “Yedioth Ahronot”.

Ieri sera il Premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva chiarito che il suo Paese era interessato a mantenere la calma. Tuttavia aveva aggiunto anche che “se il lancio [di razzi, ndr] continuerà, le nostre forze armate agiranno con vigore”. Parole simili erano state pronunciate anche dal Capo di Stato Maggiore, Benny Gantz. “Cerchiamo la calma, non una escalation. Però se Hamas sceglie di attaccarci, noi saremo pronti”.

Sono suonate stamane nuovamente le sirene a Sderot e a Sha’r Neghev nel sud d’Israele. Il sistema “Cupola di Ferro” ha intercettato un razzo, mentre altri tre sono caduti in territorio aperto non provocando alcun danno. Nella sola giornata di ieri l’esercito israeliano ha detto che sono stati sparati 34 razzi dalla Striscia verso il sud del Paese. Quattro soldati israeliani che avevano messo le loro foto sui social network chiedendo “vendetta” per l’uccisione dei tre ragazzi israeliani e di “annientare i terroristi” sono stati puniti con 10 giorni di prigione.

Intanto i palestinesi del quartiere di Beit Hanina di Gerusalemme hanno denunciato un tentativo di rapimento. Secondo loro quattro coloni israeliani della colonia di Pisgat Ze’ev avrebbero provato a rapire una bambino palestinese di sette anni, Mohammed Alì, mentre stava giocando per strada ieri sera dopo aver rotto il digiuno del Ramadan.

Allertati dagli altri bambini presenti in strada, i membri della famiglia di Mohammed sarebbero immediatamente accorsi scongiurando così il rischio di un nuovo rapimento. I coloni sarebbero scappati a piedi.

L’Agenzia palestinese al-Watan ha rivelato poche ore fa, invece, che un ragazzo palestinese di 13 anni è scomparso all’alba nel quartiere Wadi al Joz di Gerusalemme. Secondo i testimoni oculari il giovane camminava vicino alla moschea ‘Abidin ed è scomparso quando è passata una macchina guidata, sembrerebbe, da coloni. La polizia israeliana ha visionato i filmati delle telecamere di sicurezze, ma non è riuscita ancora a stabilire l’identità del ragazzo né ha parlato di rapimento.

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Controlli di fronte all’ingresso della Città Vecchia. Foto Nena News

Rapito e ucciso per vendetta da coloni è stato sicuramente Mohammed Abu Khdeir. Alcuni testimoni oculari hanno detto all’AFP che il ragazzo palestinese è stato costretto a salire su una Honda Civic da due israeliani mentre un terzo era al posto di guida. L’auto si sarebbe allontanata a grande velocità. Versione che sembra coincidere con il video pubblicato stamane sul sito del quotidiano britannico “The Guardian” sebbene non sia possibile riconoscere chiaramente Mohammed.

Le immagini suggeriscono che i rapitori hanno notato il ragazzino solo, sono ripassati per guardarlo e hanno fatto passare altre macchine prime di avvicinarsi. Sono le 3.45 del mattino e il ragazzo si sta dirigendo verso un incrocio. Una macchina si ferma al semaforo, passa il ragazzo e scompare dall’inquadratura. Alle 3.50 due uomini si avvicinano a Mohammed e incominciano a parlargli. Poi la stessa macchina che era comparsa prima ritorna nel video, supera il gruppo e poi fa marcia indietro mentre tra i due uomini e Mohammed nasce una scontro. Alle 3.51 la macchina se ne va non fermandosi al rosso del semaforo e i due uomini che erano poco prima vicino al ragazzo non ci sono più. Nena News

Fonte:

http://nena-news.it/possibile-tregua-tra-hamas-e-isral/

L’IPOCRISIA DEI MEDIA SULLA PALESTINA. MORTI DI SERIE A E MORTI DI SERIE B

Dall’editoriale di oggi su Infoaut:

 
Martedì 01 Luglio 2014 11:00

Si è consumata nel giro di poche ore la rappresaglia dell’esercito israeliano dopo il ritrovamento dei cadaveri dei tre giovani coloni scomparsi il 12 giugno scorso dai territori occupati della Cisgiordania ed è impossibile non rimanere sconcertati dall’ipocrisia veicolata dai media su tutti i maggiori canali di informazione occidentali.

Nelle ultime tre settimane sono stati prelevati dalle loro case quasi 600 palestinesi, decine di questi sono stati feriti, almeno 9 uccisi, centinaia di case sono state razziate e distrutte e nessun giornale ne ha dato notizia, nessun morto ha da loro avuto un nome o una fotografia pubblicata.

Chiunque ieri sera all’ora di cena poteva vedere riprodotto all’incirca lo stesso format su tutte le testate nazionali e internazionali: un carico di informazioni giocate sull’emotività rispetto la scomparsa dei tre “ragazzi” come se quelle terre, oggetto di scontri da più di 60 anni, fossero state immacolate e prive di violenza fino a quel momento.

Come se, anche solo poche ore prima, nessun ragazzino palestinese fosse stato ucciso dall’esercito israeliano e gli “scomparsi” non appartenessero a delle comunità di coloni, occupanti, che sistematicamente e con le armi si insediano nelle terre e nelle case altrui.

Una narrazione quella dei media occidentali ossessiva fino all’una di notte (le due per Gaza), dove ogni dichiarazione di solidarietà e sostegno alle famiglie dei tre coloni veniva rimbalzata con titoloni mentre, col benestare dei grandi poteri, Israele preparava la rappresaglia.

Ed proprio all’una di notte italiana che le cronache internazionali cessano, tenendo sotto silenzio ciò che brutalmente si scatena tra la Cisgiordania e la Striscia di Gaza. Le notizie arrivano grazie ai media indipendenti, a tutti gli attivisti internazionali e ai coraggiosi Palestinesi che, nonostante i bombardamenti e gli attacchi, cercano di documentare l’ennesima efferata violenza sionista.

Mentre la Striscia di Gaza soprattutto a Rafah, Khan Younis e Beit Lahia viene intensamente bomabardata da parte di F-16 ed elicotteri Apache dell’esercito israeliano, in Cisgiordania scatta la rappresaglia: la casa dei due presunti rapitori viene data alle fiamme (rimane ferita una bimba di 40 giorni), coloni organizzati in gruppi tirano pietre contro le auto dei palestinesi e una ragazzina di 9 anni viene investita da un’auto ad Hebron che nel frattempo è stata chiusa, in entrata e in uscita, dall’esercito. Numerose altre aggressioni si susseguono con il beneplacito dell’esercito e molte per mano dei coloni che, armati dalla testa ai piedi, anche oggi continuano ad essere descritti dai media come semplici abitanti della Cisgiordania costretti ad una condizione di difficile convivenza con i pericolosi palestinesi.

L’esercito entra nel campo profughi di Jenin ed irrompendo nelle case dei palestinesi con l’obiettivo di razziarle e danneggiarle, lancia granate stordenti e gas lacrimogeni per tutto l’accampamento. La gente soffoca, rimane ferita e nel tentativo di difendersi da tutto questo iniziano degli scontri: il giovane Yousef Abu Zagh viene ucciso dalle squadre speciali. Per i media occidentali è solo un affiliato di Hamas che tentava di colpire con granate uomini dell’esercito israeliano.

Stamane nella Striscia ancora si scava nei luoghi colpiti dai bombardamenti che, logicamente previsti dai Gazawi subito dopo il ritrovamento dei tre corpi ad Halhul, erano stati preventivamente sgomberati altrimenti di morti se ne conterebbero molti di più.

In Cisgiordania continuano le rappresaglie, con più basso profilo al momento poiché tutta l’attenzione internazionale dev’essere concentrata sul funerale dei tre giovani coloni.

Israele alzerà le sue candide bare di fronte al mondo intero che commosso gli donerà ancora più consenso e soprattutto la continua impunità per i crimini che quotidianamente vengono commessi contro il popolo palestinese.

Per i media occidentali alcuni morti non hanno volto e nome, per noi non è così.

Che Yousef Abu Zagh riposi in pace.

 

 

Fonte:

http://www.infoaut.org/index.php/blog/editoriali/item/12192-morti-di-serie-a-e-morti-di-serie-b

 

Qui gli ultimi aggiornamenti da Nena News:

 

01 lug 2014
by Redazione

L’esercito israeliano ha trovato i corpi ad Halhul, vicino Hebron. Ieri sera riunione d’emergenza del governo israeliano. Ad Hebron demolite le case dei due palestinesi sospettati del rapimento. Oltre 35 raid contro la Striscia.

 

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AGGIORNAMENTO 1 luglio 2014 ore 13 – RAID NEI VILLAGGI DI HUSAN E AL-KHADER: UN ARRESTO

Questa mattina l’esercito israeliano ha compiuto raid in due villaggi di Betlemme, Husan e Al Khader. Ad Husan le truppe hanno arrestato il 20enne Diyaa Tahir Shawasha, dove aver perquisito la sua casa. Ad Al Khader sono entrate in numerosi negozi e distrutto alcune delle porte e degli interni. Nella strada Hebron-Gerusalemme hanno confiscato alcune telecamere di sicurezza.

 

Soldati israeliani in un negozio di Al Khader

Soldati israeliani in un negozio di Al Khader

 

 

AGGIORNAMENTO 1 luglio 2014 ore 13 – SCONTRI AD HEBRON, I COLONI MARCIANO SULLA CITTÀ

Scontri in corso a Hebron tra palestinesi e esercito israeliano, dopo che centinaia di coloni provenienti dal vicino insediamento di Kiryat Arba hanno marciato sulla città. Un giovane palestinese, Sajid Mamoon Sultan, 19 anni, è rimasto ferito. I coloni hanno preso d’assalto alcune abitazioni e si sono scontrati con i residenti palestinesi a Tel Rumeida, in Città Vecchia.

 

AGGIORNAMENTO 1 luglio 2014  ore 11 – QUATTRO FERITI A GAZA NEI BOMBARDAMENTI DI IERI NOTTE

Secondo quanto riportato dai servizi medici della Striscia, nelle decine di bombardamenti israeliani di ieri notte almeno quattro persone sono rimaste ferite. I quattro, ha fatto sapere il portavoce del Ministero della Salute, sono stati ricoverati nell’ospedale Nasser di Khan Younis.

AGGIORNAMENTO 1 luglio 2014 ore 10 – IL GOVERNO ISRAELIANO SI SPACCA SULLA REAZIONE ALLA MORTE DEI TRE COLONI

Nessun accordo tra i ministri israeliani sulla risposta da dare dopo il ritrovamento dei corpi dei tre coloni adolescenti. Rottura tra il ministro dell’Economia, Naftali Bennett, e Yaalon (Difesa), Livni (Giustizia) e Lapid (Finanze). I tre si oppongono alla proposta di incrementare l’espansione coloniale nell’area di Hebron, dove sono stati ritrovati i corpi, e nel blocco di Etzion, dove andavano a scuola. A sostenere la proposta di Bennett, leader del partito ultranazionalista Casa Ebraica, anche il ministro delle Comunicazioni, Gilad Erdan, che ha chiesto nuove colonie come reazione.

Lapid e Livni hanno ribattuto chiedendo di proseguire con le operazioni condotte in queste due settimane, ovvero distruggendo la struttura interna di Hamas in Cisgiordania e bombardando i siti militari nella Striscia di Gaza. Il premier Netanyahu non si è ancora espresso in proposito.

 

AGGIORNAMENTO 1 luglio 2014  ore 9 – PRIME AGGRESSIONI A PALESTINESI A GERUSALEMME

Sono cominciate le prime aggressioni da parte di israeliani contro palestinesi. Ieri notte un giovane palestinese è stato aggredito e ricoverato in ospedale a Gerusalemme, arrestato anche un 17enne israeliano sospettato di  aver lanciato gas lacrimogeni contro un tassista palestinese. Sono comparsi anche i primi graffiti anti-arabi.

Secondo quanto riportato dall’esercito, cinque missili lanciati dalla Striscia di Gaza hanno colpito il Sud di Israele, senza provocare danni.

Nella notte il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mahmoud Abbas, ha parlato al telefono con funzionari statunitensi e europei e con i leader arabi al fine di prevenire azioni israeliane contro i Territori Occupati.

 

Le bombe di ieri notte contro Gaza

Le bombe di ieri notte contro Gaza

 

AGGIORNAMENTO 1 luglio 2014 ore 07.30 – BOMBE SU GAZA, UN PALESTINESE UCCISO IN CISGIORDANIA

Sale la tensione dopo il ritrovamento dei corpi dei tre coloni scomparsi: all’alba di oggi i soldati israeliani hanno ucciso Yousef Abu Zagha, un ragazzo palestinese di 18 anni, a Jenin, colpendolo al petto. Le truppe erano entrate in città per un raid e alcuni ragazzi hanno lanciato pietre; i soldati hanno risposto con il fuoco.

Notte terribile anche nella Striscia: dopo la promessa del premier Netanyahu di punire Hamas, a Gaza sono piovute bombe per tutta la notte, da novembre 2012 non si assisteva ad una simile operazione: oltre 34 i bombardamenti in tutto il territorio.

A Hebron le case dei due membri di Hamas sospettati di essere dietro il rapimento sono state demolite nella notte.

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della redazione

Roma, 30 giugno 2014, Nena News – Sarebbero stati ritrovati i corpi dei tre coloni israeliani scomparsi lo scorso 12 giugno mentre facevano l’autostop di ritorno dalla scuola rabbinica nell’insediamento illegale di Kfar Etzion. A dare la notizia è stato un’ora fa un tweet di Chaim Levinson, un giornalista di Haaretz, cancellato poco dopo ma rilanciato dai portali panarabi al-Jazeera e al-Arabiya, che però non ha dato notizia del luogo del ritrovamento. Haaretz riferisce che un massiccio contingente di forze armate era stato dislocato stamattina tra il villaggio palestinese di Halhoul e l’insediamento illegale di Karmei Tzur, a nord di Hebron. Gli abitanti di Hebron riferiscono che tutti gli ingressi alla città sono stati bloccati, mentre il governo israeliano ha organizzato una riunione di emergenza per le 21.30 locali (20.30 italiane).

Prima dell’incontro dell’esecutivo israeliano, il premier Netanyahu ha detto: “Chi ha commesso il crimine è una bestia. Hamas è responsabile e Hamas pagherà”. Il movimento islamico ha risposto: “Ogni offensiva israeliana aprirà le porte dell’inferno”. Il portavoce, Sami Abu Zuhri, ha commentato: “Solo la versione degli eventi data da Israele è stata resa pubblica. Israele sta tentando di trovare una scusa per aggredirci, per aggredire Hamas. Rifiutiamo tutte le accuse israeliane e le minacce. Siamo abituati e sapremo come difenderci. Nessun gruppo palestinese, Hamas o altri, hanno rivendicato l’azione”.

Gli elicotteri militari stanno già volando numerosi sopra il cielo della Cisgiordania. Il ministro israeliano Katz ha minacciato Hamas: “Vi daremo una lezione che non dimenticherete”. Uri Ariel, ministro della casa, ricorda che “in guerra, bisogna schiacciare senza pietà i terroristi con una mano, e con l’altra dare un’adeguata risposta sionista”. Il ministro dell’economia Naftali Bennett (leader di Casa Ebraica), sentenzia che “non c’è tempo per parlare. Ora è il tempo di agire”. Il vice ministro della Difesa Danny Danon invece invoca la “totale distruzione di Hamas. Bisogna spazzare via le loro case, annientare i loro arsenali. E far sì che l’intera leadership palestinese la paghi cara”. Finora, nessun membro di Hamas ha mai rivendicato il rapimento dei tre coloni. Intanto gli abitanti di Hebron stanno denunciando la distruzione di numerose abitazioni.

Ad Halhul (dove volontari civili, e non l’esercito, ha trovato i tre corpi in una grotta) sono scoppiati scontri tra circa 200 palestinesi e esercito israeliano. Intanto l’esercito ha circondato le case di due sospetti, Amer Abu Eisha and Marwan al-Qawasmeh (tuttora ricercati) e si prepara a demolirle. Nena News

Fonte:

http://nena-news.it/israelepalestina-trovati-corpi-dei-tre-coloni-bombe-su-gaza-un-morto-jenin/

AWARTA ATTACCATA DAI NAZISTI

Dal blog di Samantha Comizzoli:

 

20 aprile 2014

bimba con problemi cardiaci

 

sound bomb sparate nelle case

 

bambini presi a calci nella schiena dai soldati 13 e 15 anni

 

bimba di un anno che soffre per i gas

 

 

segni del laccio di plastica sui polsi
Oggi alle ore 16,00 Awarta è stata attaccata dai nazisti israeliani, si possono chiamare solo così visto quello che hanno fatto. Sono arrivati nel centro del villaggio con 4 jeep e hanno iniziato a sparare dentro ad un negozio e a 4 case. Le case erano piene di bambini. Hanno sparato nelle finestre gas e sound bomb. Le case si sono riempite subito di gas, gli occhi dei bambini lacrimano e fanno fatica a respirare.
Gli adulti, uomini e donne, escono in strada e tentano di fermarli. I soldati aggrediscono due donne, prendono a calci nella schiena due bambini, uno di 13 anni e l’altro di 15 anni. Poi arrestano un ragazzo di 24 anni e uno di 26 anni.
Quello più giovane viene subito rilasciato, all’altro vengono legati i polsi con il laccio di plastica e viene portato via, ad Huwwara.
Quattro case attaccate, ad una hanno rotto il vetro della finestra sparando il gas all’interno. In un altra casa non si riesce a stare dentro nemmeno un’ora dopo per il forte odore di gas lacrimogeno. Qui ci vive una bambina di un anno e soffre per i gas. I genitori in strada dicono ai soldati di smetterla perchè c’è la bambina in casa. I soldati gli rispondono “per noi può morire”.
Fotografo i bambini con gli occhi che piangono. Una di loro ha tre anni e ha problemi cardiaci. Il padre che la tiene in braccio mi fa toccare il cuore della bambina, palpita velocemente.
Mentre siamo lì arriva la telefonata dell’altro ragazzo arrestato, è stato rilasciato e sta tornando a casa. I bambini e gli shebab sono in strada ad attenderlo. Filmo l’arrivo perchè i bambini iniziano a gridare di gioia, hanno già dimenticato il gas e la violenza dei soldati. Questo non significa che non avranno conseguenze.
La maggior parte dei bambini nei villaggi ha problemi psicologici. Molti di loro si fanno la pipì addosso di notte.

 

Molti di loro sono frustrati. Pensate come reagirebbero i bambini in Europa se arrivassero i soldati a portarli via di notte e a sparargli nelle case di giorno…

 

 

 

 

 

Fonte:

http://samanthacomizzoli.blogspot.it/2014/04/awarta-attaccata-dai-nazisti.html

SOFFOCARE LA PALESTINA

Dal blog di Samantha Comizzoli:

 

venerdì 18 aprile 2014

C’è un villaggio che si chiama Qaryut al quale hanno chiuso la strada d’accesso. Si trova circondato da uno dei più grandi insediamenti illegali della West Bank. Gli abitanti del villaggio lavorano quasi tutti a Ramallah e per raggiungere la strada principale che li porta a Ramallah, ora, devono girare tutto intorno all’insediamento. La strada che israele ha chiuso era di soli 2 km per arrivare a quella principale.
Disagi enormi, ingiustizia per aver occupato una terra che aveva dei proprietari e allarme se un ambulanza non dovesse arrivare in tempo a Ramallah.
Tre settimane fa il villaggio ha deciso di manifestare tutti i venerdì in nome della libertà e della giustizia.
Oggi, ben trecento persone dei quali cento bambini hanno camminato fino alla cima della collina per pregare lì. Questa era la manifestazione.
I soldati sono arrivati subito e hanno detto che tutti dovevano andarsene, non hanno voluto ascoltare gli shebab che gli dicevano “siamo qui per pregare, possiamo parlarne?”. Nulla, hanno messo il dito sul grilletto e preso le sound bomb.
Le trecento persone hanno pregato circondati dai soldati, anche noi attivisti e giornalisti eravamo lì.
Finita la preghiera con il megafono viene detto loro che ce ne andiamo e di non sparare, di non iniziare con la violenza.
Ma, facciamo pochi passi di spalle su quella collina impervia e piena di spine e loro iniziano a spararci.
Sparano gas, molti gas e il vento ci è contro perchè porta tutto il gas verso di noi. Non si riesce a correre sulla collina. Inizio a soffocare e non riesco ad allontanarmi, continuano nel frattempo a sparare. Siamo a terra, in molti. Un paramedico, Yahtzan, arriva in mio soccorso, ma non ha la maschera antigas e soffoca vicino a me dopo avermi soccorso. Non riesco a rialzarmi. Soffocare è bruttissimo perchè non vuoi morire, tenti di respirare e non ce la fai e più ti sforza di respirare e più soffochi. Arriva un’attivista del SMFP, Ghassan, mi trascina per le braccia, ma sta soffocando anche lui. Non so come, siamo arrivati sulla strada sterrata e i gas sono un po’ più lontani ora.
Il paramedico viene soccorso da altri colleghi, un altro paramedico nel frattempo è stato soccorso per soffocamento. Quindici persone sono state vittime da soffocamento grave, io sono fra quelle quindici. Ora respiro, mi gira la testa ed è come se mi fosse passato un tir sopra. Con due giornalisti torno in auto a Nablus, anche loro, nonostante le maschere antigas, sono rimasti soffocati perchè l’auto era piena di gas.
Il video che ho girato è reale, purtroppo non di qualità perchè mentre soffocavo la telecamera era accesa, ma io ero per terra e non pensavo a riprendere.
Oggi, ho pensato per un attimo che sarei rimasta su quella collina, in mezzo alle spine e ai gas. L’ambulanza non aveva modo di arrivare in quel punto e anche i paramedici erano soffocati. Oggi mi sono sentita in un forno a gas.

 

E’ questa la realtà: israele gasa le persone.

 

 

 

Fonte:

http://samanthacomizzoli.blogspot.it/2014/04/manifestazione-con-preghiera-qaryut.html