KURDISTAN: AGGIORNAMENTI AL 4° GIORNO DALL’INIZIO DELL’ATTACCO TURCO

Articoli tratti da http://www.uikionlus.com/
Sirrin e’ Liberato !

Sirrin e’ Liberato !

Dopo 27 giorni di combattimenti, YPG/YPJ/Burkan Al Firat hanno liberato l’importante e strategica città di ‪#‎Sarrin‬ a sud di Kobane. Segnalati ancora scontri a fuoco. Purtroppo s …

YPG: l’esercito turco attacca postazioni delle YPG e del FSA vicino a Kobane

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l Comando generale delle YPG ha rilasciato una dichiarazione che denuncia l’attacco da parte dell’esercito turco contro le postazioni della Unità di difesa del popolo (YPG) e dell’ …

Il DBP chiede di protestare contro gli attacchi politici e militari

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Il Partito democratico delle regioni (BDP) ha inviato una comunicazione ai consigli dei giovani e delle donne,ai co-presidenti dei distretti e delle città,agli amministratori local …

La polizia uccide un giovane a Nusaybin

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I giovani che sono scesi in strada a Nusaybin,distretto di Mardin, per protestare contro gli attacchi aerei turchi contro la zona di difesa della Medya controllata dalla guerriglia …

Comunicato congiunto di emergenza dei partiti curdi

Comunicato congiunto di emergenza dei partiti curdi

I co-presidenti dell’HDP (Partito democratico dei popoli),del DBP (Partito democratico delle regioni,ex BDP),dell’ HDK (Congresso democratico dei popoli) e del DTK (Congresso democ …

3° giorno di operazioni dello Stato Turco

3° giorno di operazioni delle forze speciali Turche nella guerra lanciata da Erdogan contro i Curdi ed il PKK: gli arresti salgono a 618 persone, di cui 518 sono Curdi e militanti …

KCK: La resistenza deve immediatamente aumentare

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La co-presidenza del Consiglio Esecutivo del KCK in una dichiarazione scritta prende posizione sugli attacchi aerei dell’esercito turco: “Alla fine del 2012 è iniziata di fatto una …

Erdogan all’attacco, In casa e fuori

Erdogan all’attacco, In casa e fuori

July 26, 2015

SIMONE CAMILLI, VIDEOREPORTER ITALIANO, E’ MORTO A GAZA. HANNO PERSO LA VITA ANCHE 5 PALESTINESI E ALTRI 4 SONO GRAVEMENTE FERITI

Published On: mer, ago 13th, 2014

(AP Photo/Lefteris Pitarakis)(AP Photo/Lefteris Pitarakis)

Simone Camilli, videoreporter italiano di 35 anni, è morto a Gaza. Cosa avranno provato e come consolare  le persone che amavano Simone Camilli nel leggere questa notizia? Io stessa che non lo conoscevo con profondo dolore ne scrivo. E’ scoppiata una bomba israeliana a nord di Gaza, a Beit Lahya: operazioni di guerra con trappola, a quanto pare. Hanno perso la vita anche cinque artificieri palestinesi che tentavano di disinnescare la bomba lanciata da un F-16 israeliano e rimasta sul terreno, con Simone Camilli. Era di Roma, sappiamo  che era iscritto all’ albo dei giornalisti dal 2 aprile del 2008, c’è il suo tesserino con la foto. Un gran bel viso quello di Simone che lavorava come videoreporter  per diverse agenzie internazionali, tra cui l’Associated Press. C’è un suo delicatissimo documentario girato a Gaza, scene di vita quotidiana palestinese,  in collaborazione con Pietro Bellorini per Opacomedia: About Gaza

http://vimeo.com/26909387

E ancora Gaza 22:https://www.youtube.com/watch?v=99IFL0uuuuM

Con Simone Camilli mentre gli artificieri cercavano di disinnescare le bombe inesplose, sono morti  anche il capo della squadra , identificato come Taysir Al Houm, tre agenti di polizia di Gaza,  il traduttore di Simone Camilli , Ali Abu Shehda Afash.  La polizia ha detto anche che  altri quattro palestinesi sono stati gravemente feriti, tra cui un fotografo AP, Hatem Moussa.

Simone Camilli che era stato con la AP dal 2005, è il primo giornalista straniero ucciso nel conflitto di Gaza. Spero che Hatem Moussa superi questo critico momento, sono indimenticabili i suoi scatti fotografici  a dei giovanissimi ragazzi che praticavano  il parkour a Khan Yunis, nella Striscia di Gaza: “Per capire cosa è il Parkour si deve pensare alla differenza che c’è tra quello che è utile e quello che non è utile in eventuali situazioni di emergenza. …insegna nella vita di tutti i giorni a non arrendersi mai davanti ad un problema ma, al contrario, sfruttarlo per proseguire in modo ancora migliore” Sembrano volare in cielo,quei giovani di Gaza, come purtroppo è accaduto oggi a Simone Camilli. Maladetta ogni guerra e tutte le armi con cui  banchetta per dare  morte. Un abbraccio alla sua Grande Famiglia.

Doriana Goracci

Dimensione originale (680x382px).

Image: Hussein Malla/Associated Press

(Hatem Moussa, Ap/Lapresse)

Fonti  http://www.nytimes.com/2014/08/14/world/middleeast/israel-gaza-strip-conflict.html?_r=0:

http://www.coastreporter.net/ap-video-journalist-simone-camilli-translator-and-3-others-killed-in-gaza-explosion-1.1310324

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2014/08/11/gaza-regge-la-tregua.-riprendono-i-colloqui-al-cairo_dafb8a51-97d0-4c8a-a18f-e2033fdefa70.html

http://www.internazionale.it/immagini/anp/2013/04/13/foto-165655/

Simone Camilli – dal collega sami al ajrami da Gaza – DA RED. INTERNAZ.

 

 

Tratto da  http://www.reset-italia.net/2014/08/13/simone-camilli-videoreporter-morto-gaza/#.U-uDHmP4Uqg

GAZA, LUGLIO 2014: UMANITA’ DOVE SEI? – PARTE SESTA

Dalla notte del 29 luglio l’offensiva sionista su Gaza si è pesantemente aggravata. Israele bombarda Gaza, di giorno e di notte, dal mare, da terra e dal cielo, dal nord al sud della Striscia e viceversa, non risparmiando nulla, neanche istituti per disabili, scuole e ospedali. Un istituto per disabili del quartiere di Zeitun a Gaza City è stato distrutto ieri dai droni israeliani, i ragazzi sono riusciti miracolosamente a salvarsi rifugiandosi in una chiesetta. Questa mattina sono stati bombardati una scuola Unrwa a Jabaliya, dove sono morti 23 palestinesi in maggioranza donne e bambini, e l’ospedale Kamal Adwan.
Cresce vertiginosamente il numero dei martiri, dei feriti e degli sfollati. E ancora non sappiamo che razza di armi diaboliche l’esercito sionista stia usando per uccidere i palestinesi. In un articolo di Michele Giorgio de il manifesto di oggi 30 luglio 2014, c’è la testimonianza di un chirurgo italiano che lavora a Gaza: ” Nello staff di Msf a Gaza c’è anche un chirurgo italiano, Cosimo Le Quaglie, al quale abbiamo chiesto informazioni sul tipo di ferite evidenziano i colpiti nei bombardamenti e se, come si dice tra i palestinesi, gli israeliani hanno fatto uso di armi non ancora note. <<La maggior parte dei feriti sono giovani, spesso bambini, arrivano allo Shifa con traumi del torace – ci spiega Le Quaglie – non sono uno specialista di armi ma mi è stato spiegato dai colleghi che esistono granate che scoppiano e liberano una gran quantità di schegge che possono conficcarsi nelle articolazioni, nell’intestino, nei vasi con conseguenze molto gravi>>.”
Questa è la “guerra che più giusta non c’è” di Netanyahu: massacrare bambini, donne, civili inermi.
In queste ore dovrebbe esserci una “tregua” – come riportato da Nena News: http://nena-news.it/gaza-colpita-ancora-una-scuola-dellunrwa-15-morti/  – ma nonostante ciò Israele sta continuando a bombardare con la scusa che la “tregua” riguarderebbe solo le zone della Striscia da cui non partono i lanci di razzi.
Riporto la notizia dell’ultimo bombardamento dal profilo Facebook della cooperatrice Meri Calvelli:

“Mentre continua il balletto tre le parti, tregua umanitaria 2 ore – 3 ore – 24……92….. accetto ….. non accetto ….. voglio….non voglio…..continuano le stragi di civili nelle strade; durante le ore che pensano essere di tregua umanitaria, invece non lo e’ piu’ vengono colpiti……. massacrati….E’ una vergogna. Ultima strage 1 ora fa al mercato di Shajaya Gaza city…17 morti 200 feriti….”  Fonte: https://www.facebook.com/meri.calvelli/posts/10153052875802564

Israele usa i lanci di razzi come scusa per bombardare un mercato. In quale paese del mondo si è mai sentito di terroristi che lanciano razzi dai banchi dei mercati? Israele sta prendendo per i fondelli il mondo intero. La verità di quest’ennesimo attacco è sempre la stessa e sempre taciuta: la pulizia etnica del popolo palestinese. I governi dell’Italia, dell’Europa e del mondo, i media tutti, smettano di parlare del diritto alla difesa d’Israele, del terrorismo, dei razzi, dei tunnel e roba simile e si decidano a denunciare i crimini sionisti per non esserne più complici.

D. Q.

 

 

Qui le foto di Michele Giorgio sui bombardamenti di stamattina:

Questa mattina a Jabaliya nella scuola Unrwa colpita e nell’ospedale Kamal Adwan

foto di Michele Giorgio.
foto di Michele Giorgio.
foto di Michele Giorgio.
foto di Michele Giorgio.
foto di Michele Giorgio.

 

Fonte:

https://www.facebook.com/michele.giorgio.5/posts/10203573401789894

 

Qui il report di Meri Calvelli sulla giornata di ieri:

Da Meri Calvelli

GAZA 29 luglio 2014 – 22° giorno “Operazione inferno”

imageMancano le parole questa mattina per descrivere la notte di inferno trascorsa. Riesco solo ora a scrivere qualcosa, dopo aver visto che cosa e’ stato lasciato per strada, dopo la sfuriata cattiva e furibonda dell’esercito israeliano.

Ancora adesso davanti agli occhi i bagliori degli illuminanti sonori, il fortissimo frastuono e scoppio delle bombe, il vento sulle spalle ad ogni esplosione che ha spazzato via case, edifici, moschee, strade. Il porto continua a fumare; le case dei pescatori, con dentro le attrezzature per la pesca sono andate perdute.

Gi aerei e i droni israeliani hanno sorvolato senza tregua tutta la notte, per tutta la striscia dal nord al sud e viceversa senza permetterci di respirare. Tutta la striscia e’ stata avvolta dal fumo e dai detriti delle esplosioni continue con una frequenza scientifica: una bomba ogni 2 minuti e 2 illuminanti sonori lanciati in alto qualche secondo prima.

Sono partiti dal quartiere di Zeitun a Gaza City, dove avevano già’ preannunciato anche l’evacuazione “dell’Istituto della casa delle suore del verbo incarnato” dove vivono due suore e ragazzi disabili. Abbiamo poi saputo che “l’istituto e’ stato distrutto. I ragazzi si sono salvati perché’ si sono rifugiati nella chiesetta.

La mattina di ieri, 1° giorno dell’EID el Fitr, festa di fine ramadan era cominciata con una “tregua umanitaria” strisciante, non ufficiale, arrivati al 21° giorno di bombardamenti e distruzioni. Ma durante la giornata Israele aveva lanciato sulla popolazione attraverso gli aerei, comunicati sospetti che indicavano con un disegno della striscia di gaza, “4 tombe con le croci poste su tutta la striscia”. Nel retro il volantino riportava 73 nomi di persone appartenenti ad Hamas e Jhiad islamica, non particolarmente conosciute, per le quali indicava il giusto posto dove riposare…le tombe… macabro preludio….Poi nel pomeriggio l’assudo drone che colpisce e uccide 8 bambini, 3 adulti e ferisce un centinaio di persone nel parco giochi di Shati camp; e uno sul muro del perimetro dell’ospedale Al Shifa di Gaza City.

Alle 22.30 circa dopo lanci di missili da parte di hamas e una azione di commandos che attacca e uccide 4 soldati, iniziano i bombardamenti. Dal mare con le navi, dal confine di terra, con l’artiglieria dei carriarmati, dal cielo con droni e gli F16.

Lancio continuo e inarrestabile che finisce solo all’alba di questa mattina, con una breve sosta e la ripresa immediata di attacchi che sono andati avanti tutto il giorno. Oltre 100 i morti, che salgono di ora in ora con i ritrovamenti di cadaveri dei bombardamenti notturni e dei giorni precedenti. Niente di questo racconto puo’ dare l’idea di quello che e’ accaduto in queste ultime ore, nessuna parola o spiegazione puo’ rendere la violenza di questo attacco.

Le folli dichiarazioni che sono seguite sulla necessita’ di continuare, anticipano solo il terrore che si vuole infliggere ancora su questa popolazione. Ormai non ci sono più ripari; oltre 200.000 sfollati cominciano a sentire la mancanza di cibo, di acqua, di cure, di igiene, di dignità’.

1.200 i morti

6840 i feriti

11.000 le case distrutte

Aspettiamo la notte che sta arrivando……..

 

 

Fonte:

http://freepalestine.noblogs.org/post/2014/07/26/aggiornamenti-da-gaza-3/#more-4118

 

GAZA, LUGLIO 2014: UMANITA’ DOVE SEI? – PARTE QUARTA

Oggi dovrebbe essere un giorno di festa per i palestinesi, per la fine del Ramadan, ma molti non potranno festeggiare perchè sono morti sotto le bombe o perchè hanno perso tutto. Mentre si continua a blaterare di tregue – continuando però a bombardare – e di terrorismo, la popolazione gazawi è in ginocchio fra martiri, sfollati e feriti.
Ma l’orrore sionista sembra non avere fine, prepara progetti a lungo termine con i suoi complici criminali tra cui anche l’Italia: non basta che il nostro paese venda armi a Israele, no, ospiterà anche  le sue esercitazioni in terra di Sardegna. Storia, ahime, non nuova.
In tutto ciò oggi l’umanità è nei volti dei bambini palestinesi in fila per i regali dell’Eid a Gaza City, bimbi che nonostante tutto ci provano ancora a essere bambini. E nei volontari che oggi hanno fatto visita ai pazienti gazawi nell’ospedale di Nablus, testimoni che ci ricordano che la Palestina è una, dal fiume al mare.

 

D. Q.

Qui un articolo sulle esercitazioni dei caccia isreeliani previsti per settembre in Sardegna:
http://bdsitalia.org/index.php/altre-campagne/bds-armamenti/1387-sardegna-esercizi

Cosa purtroppo già fatta in passato. Leggi anche qui: http://baruda.net/2010/12/10/italia-israele-esercitazioni-militari-congiunte-tra-sardegna-e-neghev/

Qui l’articolo di Samantha Comizzoli sulla visita di oggi all’ospedale di Nablus:

lunedì 28 luglio 2014

GAZA ALL’OSPEDALE DI NABLUS

E’ il primo giorno di Eid, ma siamo in Palestina e oggi molti, moltissimi qui non festeggeranno l’Eid. E’ un giorno per gli “shalid”, i martiri, tantissimi che ci sono stati a Gaza e in West Bank ad opera di israele. Oggi, quindi, abbiamo iniziato la giornata andando al Nuovo ospedale Al Nahia di Nablus, internazionali e palestinesi per far visita ad alcune vittime di Gaza che sono qui.
Gli amici palestinesi che hanno organizzato la visita hanno una t-shirt con scritto “all for Gaza”.
Iniziamo da due donne Gazawi, una ha un cancro ed è qui per essere operata, l’altra è vittima dei bombardamenti. Seguono altri pazienti Gazawi che sono qui per essere operati di cancro. Attendevano da mesi, ed ora, ora che sono ricoverati, mentre sono qui la loro casa è stata distrutta o hanno perso dei famigliari.
Ma all’ospedale di Nablus c’è anche un bambino vittima dei bombardamenti israeliani a Gaza. Ha 12 anni ed è attualmente in coma. E’ stato operato ieri. La bomba gli ha portato via parte del colon e dello stomaco perchè l’esplosione ha colpito all’altezza del bacino. Il medico che l’ha operato non aveva una faccia speranzosa, purtroppo; ha detto “anche se riesce a risvegliarsi, che vita potrà avere senza colon e stomaco?”

Ringrazio gli shebab di Nablus per aver organizzato questa visita. Troverete un report dettagliato con i nomi dei pazienti (in inglese) sul sito www.solidaritymovementsfp.wordpress.com

 

Fonte:

 

http://samanthacomizzoli.blogspot.it/2014/07/gaza-allospedale-di-nablus.html

Qui gli utlimi aggiornamenti da Nena News:

 

28 lug 2014
by Redazione

Le Nazioni Unite si uniscono all’appello di Obama per un cessate il fuoco senza condizioni. Netanyahu vuole il disarmo di Hamas, ma il movimento islamico rifiuta. Diverse ore di calma nella Striscia.

Mideast Israel Palestinians

 

AGGIORNAMENTI:

ORE 16.15 – RECUPERATI 12 CORPI FINORA A GAZA, 7 MEMBRI DELLA FAMIGLIA AL-KADIH A KHAN YOUNIS E 5 ALTRI AD AL-KHUZAA

ORE 15.45 – ABBAS A CAPO DI DELEGAZIONE PALESTINESE AL CAIRO CON HAMAS E JIHAD ISLAMICA. ISRAELE PIÙ LONTANA DAL CESSATE IL FUOCO E DAGLI USA

Abu Mazen guiderà una delegazione composta da membri di Hamas e della Jihad islamica al Cairo per i colloqui sulla proposta egiziana di cessate il fuoco. Lo ha detto un funzionario palestinese, che ha aggiunto che “l’obiettivo è quello di esaminare con i dirigenti egiziani per soddisfare le richieste palestinesi e mettere fine all’aggressione israeliana”.

E mentre il segretario generale dell’Onu dichiara che “entrambe le parti hanno espresso “serio interesse per un ulteriore cessate il fuoco di 24 ore”, da Israele arrivano segnali discordanti. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che “la dichiarazione del Consiglio di sicurezza dell’Onu su Gaza “non guarda ai bisogni di Israele”, mentre secondo Isaac Herzog, leader dell’opposizione israeliana, “Israele ha il diritto di rispondere e decidere quando fermare il fuoco e quando agire per neutralizzare le fonti di fuoco.

Herzog ha anche parlato del raffreddamento delle relazioni tra Israele e Stati Uniti negli nell’ultima settimana: “ Le posizioni conflittuali di Israele e Stati Uniti, resi pubblici negli ultimi due giorni, rivelano un malfunzionamento prolungato dei legami tra il governo Netanyahu e l’amministrazione Obama, una disfunzione che danneggia gli interessi di Israele. E’ bene che il pubblico capisca che stiamo entrando nella fase successiva, la fase diplomatica in cui lasciamo la mischia e in cui il nostro credito è limitato”.

ORE 14.30 – ESTRATTI 7 CORPI DALLE MACERIE AD AL-KHUZAA. RAID ISRAELIANI DIFFUSI SU TUTTA LA STRISCIA

ORE 13.45 – SCONTRI A FUOCO TRA MILIZIANI DI HAMAS ED ESERCITO ISRAELIANO A KHAN YOUNIS. DIVERSI RAZZI SPARATI VERSO IL SUD DI ISRAELE

ORE 12.15 – UN BAMBINO UCCISO NEI RAID ISRAELIANI, DIVERSI ALTRI FERITI. ABBAS:”UNICA PROPOSTA VERA E’ QUELLA EGIZIANA”

Al-Jazeera riferisce che un bambino è stato ucciso poco fa in un raid in un raid israeliano a Jabaliya, mentre diversi altri sarebbero rimasti feriti.

Il presidente dell’Anp Abu Mazen, in viaggio in Arabia Saudita, ha detto di non aver partecipato al meeting di sabato a Parigi perché l’Egitto, la cui proposta per una tregua resta “l’unica sul tavolo”, non è stato invitato. “La proposta egiziana – ha dichiarato Abbas – accoglie tutte le richieste dei palestinesi e il suo rifiuto ha portato solo a un’escalation della violenza a Gaza”. Israele ha agito “mostruosamente e in violazione di tutte le leggi internazionali”. Stando a quanto dichiarato dal presidente dell’Anp i sauditi, che hanno accettato di donare 500 milioni di dollari per Gaza, finanzierebbero anche il team Onu incaricato di investigare sui crimini di guerra nella Striscia.

Intanto i parlamentari israeliani del Likud e di Casa Ebraica hanno emesso un avviso contro la richiesta del presidente americano Barack Obama di un cessate il fuoco immediato.

ORE 11.30 – BAMBINI PALESTINESI SFOLLATI IN FILA PER I REGALI DELL’EID A GAZA CITY (foto di Michele Giorgio)

foto (1)

 

 

foto

 

ORE 11.20 – BRIGATE AL-QASSAM ANNUNCIANO UCCISIONE DI DUE SOLDATI ISRAELIANI A EST DI JABALIYA

Le brigate al-Qassam annunciano l’uccisione di due soldati israeliani e il ferimento di altri due durante i violenti scontri in corso con le truppe israeliane che cercano di penetrare a est di Jabaliya.

ore 11 – 91 SOLDATI ISRAELIANI UCCISI SECONDO HAMAS, PER L’ESERCITO SONO 43

Oggi in un comunicato, le Brigate Al Qassam, braccio armato di Hamas, hanno dichiarato di aver ucciso 91 ufficiali e soldati israeliani durante scontri nella Striscia di Gaza. Secondo il governo e l’esercito israeliano, i militari morti sono invece 43.

ore 10.50 – BOMBARDAMENTI ISRAELIANI SUL CAMPO PROFUGHI DI AL-NUSEIRAT

ore 10.30 – HAMAS: “L’EGITTO PRESENTERA’ UNA NUOVA BOZZA DI TREGUA”

Il leader di Hamas in Egitto, Moussa Abu Marzouk, ha detto che l’Egitto presenterà una nuova bozza di tregua o modificherà la precedente – che prevedeva il cessate il fuoco senza alcuna condizione – seguendo le richieste di Hamas e delle altre fazioni palestinesi, che chiedono l’allentamento dell’assedio della Striscia-

ore 10 – MINISTERO DELLA SALUTE DI GAZA: I MORTI AD OGGI SONO 1.032, NON 1.062

ore 9.20- ALTRE DUE VITTIME PALESTINESI. IL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL’ONU CHIEDE IL CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO

Un uomo di 65 anni è stato ucciso in un raid dell’esercito israeliano  nella parte orientale della Striscia di Gaza, mentre un altro palestinese è morto stanotte per le ferite riportate in un attacco dei giorni scorsi. L’esercito ha dichiarato di aver colpito la Striscia in risposta al lancio di un razzo che stamattina è caduto nella zona di Ashkelon.

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu, al termine di una riunione d’emergenza, ha chiesto il cessate il fuoco immediato basato sulla piena implementazione della risoluzione 1860 del 2009, emessa durante l’operazione “Piombo Fuso” del 2008-2009. Il Consiglio ha inoltre sottolineato il bisogno di aiuti umanitari nella Striscia e quello di maggiori sovvenzioni all’UNRWA.

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Diretta di ieri, domenica 27 luglio

della redazione

Gaza, 28 luglio 2014, Nena News  – I muezzin di Gaza recitando la professione di fede hanno annunciato questa mattina la fine del mese di Ramadan e l’inizio della ricorrenza islamica del Fitr. Tre giorni di festa, specie per i bambini, che tanti qui a Gaza non potranno vivere. Troppi i lutti (oltre mille), 6mila feriti, le distruzioni di migliaia di case, le sofferenze. Sono oltre 180 mila gli sfollati ammassati in scuole ed edifici abbandonati o ancora in costruzione.  Molte di queste persone non hanno più una casa e sono destinate ad un futuro di estremo disagio.

Allo stesso tempo cresce di nuovo la speranza di un cessate il fuoco permanente che metta fine alla devastante offensiva militare israeliana contro Gaza cominciata l’8 luglio. I Paesi membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu hanno approvato una risoluzione per una tregua umanitaria incondizionata. Lo stesso ha chiesto Barack Obama durante una conversazione telefonica con il primo ministro israeliano Netanyahu. Il presidente americano ha anche precisato che qualsiasi accordo per Gaza dovrà passare obbligatoriamente per il disarmo delle milizie palestinesi, una delle richieste principali di Israele che, secondo il governo Netanyahu, non era contemplata nella proposta di cessate il fuoco del segretatio di stato John Kerry, respinta dallo Stato ebraico la scorsa settimana.

Nella telefonata, Obama  ha rimarcato  l’importanza di garantire una sicurezza duratura a Israele, che passa attraverso la “smilitarizzazione di Gaza” e il “disarmo dei gruppi terroristici”. Ha tuttavia anche sottolineato “la necessità di stabilire un cessate il fuoco umanitario immediato, senza
condizioni per arrivare a una cessazione definitiva delle ostilità”, che permetta ai palestinesi della Striscia  di condurre una vita normale e di avviare prospettive di sviluppo  a lungo termine per Gaza.

E’ difficile credere che Hamas possa accettare il disarmo di Gaza senza aver prima ottenuto un radicale cambiamento della condizione di Gaza e dei suoi abitanti, tale da poter affermare di aver raggiunto gli obiettivi dichiarati all’inizio del conflitto.

Da alcune ore regna una calma relativa a Gaza e nei centri abitati israeliani vicini al territorio palestinese. Dalla mezzanotte non sono stati lanciati altri razzi verso Israele e l’aviazione dello Stato ebraico ieri sera ha cessato i suoi raid. In precedenza le sue parti avevano continuato a colpirsi e i bombardamenti israeliani avevano fatto alcune vittime, tra le quali una donna della piccola comunità cristiana palestinese. Nena News

Fonte:

GAZA, LUGLIO 2014: UMANITA’ DOVE SEI? – PARTE PRIMA

Se le “democrazie” di tutto il mondo – compreso lo stato italiano – forniscono a Israele armi di distruzione di massa; se i media mainstream gridano allo scandalo di centinaia di razzi lanciati – che per fortuna non hanno fatto vittime ( e spero non ne faranno) – e chiamano terroristi i palestinesi, di cui la maggior parte donne e bambini, ammazzati come mosche; se i coloni israeliani si godono lo spettacolo dei bombardamenti seduti come a un cinema all’aperto e applaudendo a ogni esplosione; se Israele continua a fare vittime innocenti, dov’è l’umanità? Negli oltre cento martiri palestinesi di questi giorni.

D. Q.

 

Qui la foto che ritrae i coloni di Sderot mentre vanno al “cinema”:

“[…] gli abitanti di Sderot, nel sud di Israele, ieri notte hanno portato le loro sedie in cima alla collina che sovrasta la Striscia di Gaza per godersi lo spettacolo “cinematografico” dei bombardamenti: secondo il giornalista Allan Sorensen, che ha postato la foto su Twitter, gli spettatori applaudivano a al suono di ogni esplosione.”

sderot cinema

Fonte: Nena News

 

Qui un articolo de il manifesto sulle armi fornite a Israele:

Ecco il contributo dell’Italia ai raid dell’aviazione di Tel Aviv

— Manlio Dinucci,

Armi. La cooperazione sancita da una legge del 2005. Coinvolte le forze armate all’interno di un vincolo di segretezza

I cac­cia­bom­bar­dieri che mar­tel­lano Gaza sono F-16 e F-15 for­niti dagli Usa a Israele (oltre 300, più altri aerei ed eli­cot­teri da guerra), insieme a migliaia di mis­sili e bombe a guida satel­li­tare e laser.

Come docu­menta il Ser­vi­zio di ricerca del Con­gresso Usa (11 aprile 2014), Washing­ton si è impe­gnato a for­nire a Israele, nel 2009–2018, un aiuto mili­tare di 30 miliardi di dol­lari, cui l’amministrazione Obama ha aggiunto nel 2014 oltre mezzo miliardo per lo svi­luppo di sistemi anti-razzi e anti-missili. Israele dispone a Washing­ton di una sorta di cassa con­ti­nua per l’acquisto di armi sta­tu­ni­tensi, tra cui sono pre­vi­sti 19 F-35 del costo di 2,7 miliardi. Può inol­tre usare, in caso di neces­sità, le potenti armi stoc­cate nel «Depo­sito Usa di emer­genza in Israele». Al con­fronto, l’armamento pale­sti­nese equi­vale a quello di chi, inqua­drato da un tira­tore scelto nel mirino tele­sco­pico di un fucile di pre­ci­sione, cerca di difen­dersi lan­cian­do­gli il razzo di un fuoco artificiale.

Un con­si­stente aiuto mili­tare a Israele viene anche dalle mag­giori potenze euro­pee. La Ger­ma­nia gli ha for­nito 5 sot­to­ma­rini Dol­phin (di cui due rega­lati) e tra poco ne con­se­gnerà un sesto. I sot­to­ma­rini sono stati modi­fi­cati per lan­ciare mis­sili da cro­ciera nucleari a lungo rag­gio, i Popeye Turbo deri­vati da quelli Usa, che pos­sono col­pire un obiet­tivo a 1500 km. L’Italia sta for­nendo a Israele i primi dei 30 veli­voli M-346 da adde­stra­mento avan­zato, costruiti da Ale­nia Aer­mac­chi (Fin­mec­ca­nica), che pos­sono essere usati anche come cac­cia per l’attacco al suolo in ope­ra­zioni bel­li­che reali.

La for­ni­tura dei cac­cia M-346 costi­tui­sce solo una pic­cola parte della coo­pe­ra­zione mili­tare italo-israeliana, isti­tu­zio­na­liz­zata dalla Legge n. 94 del 17 mag­gio 2005. Essa coin­volge le forze armate e l’industria mili­tare del nostro paese in atti­vità di cui nes­suno (nep­pure in par­la­mento) viene messo a cono­scenza. La legge sta­bi­li­sce infatti che tali atti­vità sono «sog­gette all’accordo sulla sicu­rezza» e quindi segrete. Poi­ché Israele pos­siede armi nucleari, alte tec­no­lo­gie ita­liane pos­sono essere segre­ta­mente uti­liz­zate per poten­ziare le capa­cità di attacco dei vet­tori nucleari israe­liani. Pos­sono essere anche usate per ren­dere ancora più letali le armi «con­ven­zio­nali» usate dalla forze armate israe­liane con­tro i palestinesi.

La coo­pe­ra­zione mili­tare italo-israeliana si è inten­si­fi­cata quando il 2 dicem­bre 2008, tre set­ti­mane prima dell’operazione israe­liana «Piombo fuso» a Gaza, la Nato ha rati­fi­cato il «Pro­gramma di coo­pe­ra­zione indi­vi­duale» con Israele. Esso com­prende: scam­bio di infor­ma­zioni tra i ser­vizi di intel­li­gence, con­nes­sione di Israele al sistema elet­tro­nico Nato, coo­pe­ra­zione nel set­tore degli arma­menti, aumento delle eser­ci­ta­zioni mili­tari con­giunte.
In tale qua­dro rien­tra la «Blue Flag», la più grande eser­ci­ta­zione di guerra aerea mai svol­tasi in Israele, cui hanno par­te­ci­pato nel novem­bre 2013 Stati uniti, Ita­lia e Gre­cia. La «Blue Flag» è ser­vita a inte­grare nella Nato le forze aeree israe­liane, che ave­vano prima effet­tuato eser­ci­ta­zioni con­giunte solo con sin­goli paesi dell’Alleanza, come quelle a Deci­mo­mannu con l’aeronautica ita­liana. Le forze aeree israe­liane, sot­to­li­nea il gene­rale Ami­kam Nor­kin, stanno spe­ri­men­tando nuove pro­ce­dure per poten­ziare la pro­pria capa­cità, «accre­scendo di dieci volte il numero di obiet­tivi che ven­gono indi­vi­duati e distrutti». Ciò che sta facendo in que­sto momento a Gaza, gra­zie anche al con­tri­buto italiano.

Fonte:

http://ilmanifesto.info/ecco-il-contributo-dellitalia-ai-raid-dellaviazione-di-tel-aviv/

 

Qui gli ultimi aggiornamenti da Nena News:

11 lug 2014
by Redazione

Israele intima a 100mila gazawi residenti a Beit Lahiya e Beit Hanoun di lasciare le proprie case. Abbas fa lo stesso appello: “Negoziati falliti”. Obama si offre come mediatore

 

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Giorno 3 – giovedì 1o luglio

Giorno 2 – mercoledì 9 luglio

Giorno 1 – martedì 8 luglio

 

dalla redazione

AGGIORNAMENTO ore 18 – ONU: “L’ATTACCO ISRAELIANO POTREBBE VIOLARE IL DIRITTO INTERNAZIONALE”

Secondo l’ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite, l’operazione israeliana in corso contro Gaza solleva dubbi sul rispetto del diritto internazionale, il diritto internazionale umanitario e quello di guerra. La portavoce, Ravina Shamdasani, ha detto che l’ufficio ha ricevuto rapporti su “numerose vittime civili, compresi bambini, dovuti al bombardamento di case. Tali rapporti sollevano dubbi sul rispetto da parte israeliana del diritto internazionale”. La Shamdasani ha aggiunto che gli attacchi alle case sono una violazione del diritto di guerra a meno che non siano usate per fini militari, ma che “in caso di dubbio, se l’edificio è normalmente utilizzato per fini civili, come abitazione, non può essere considerato un target legittimo”.

 

AGGIORNAMENTO ore 17.30 – COLPITA LA MOSCHEA DI ZEITOUN

La moschea del quartiere di Zeitoun è stata colpita dall’aviazione israeliana dopo la preghiera del venerdì. Almeno sette i feriti.

 

AGGIORNAMENTO ore 15.15 – HAMAS MINACCIA: “COLPIREMO L’AEROPORTO DI TEL AVIV”

Le Brigate Al Qassam, braccio armato di Hamas, hanno emesso un comunicato diretto alle compagnie aeree internazionali, nel quale avvertono dell’intenzione di colpire con i missili l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, perché sede della base aerea militare n. 27.  ”Decliniamo ogni responsabilità legale e etica per danni ai vostri passeggeri o ai vostri aerei da e per il suddetto aeroporto”, si legge nel comunicato. Secondo l’Autorità israeliana per gli aeroporti, le attività dello scalo sono state sospese per 10 minuti dopo l’allarme lanciato da una sirena di emergenza, ma tutti i voli programmati sono partiti e arrivati senza problemi.

AGGIORNAMENTO ORE 14.10: LE REAZIONI INTERNAZIONALI

OIC: L’organizzazione per la Cooperazione islamica ha condannato i continui raid israeliani su Gaza e ha esortato il  Consiglio di Sicurezza dell’Onu a impegnarsi per il cessate-il-fuoco.

TURCHIA: Il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan avverte Tel Aviv: “Fermate l’oppressione, altrimenti la distensione dei rapporti tra Turchia e Israele non sarà possibile”.

Le relazioni tra i due Paesi erano precipitate ai minimi storici nel 2010, in seguito al blitz delle forze speciali israeliane sula Mavi Marmara, una delle navi della Freedom Flotilla che tentava in maniera pacifica di rompere il blocco su Gaza. Nell’assalto, avvenuto in acque internazionali, erano stati uccisi nove attivisti turchi. L’azione aveva provocato l’espulsione l’ambasciatore israeliano, la richiesta di scuse formali, di un risarcimento per le vittime e della fine dell’embargo sulla Striscia.

Lo crisi diplomatica tra i due Paesi, trasformatasi in uno stallo delle relazioni, è durata oltre un anno e la svolta, che dovrebbe portare a una normalizzazione, è arrivata con l’intervento del presidente Usa, Barack Obama.

Ieri Erdogan, candidato per le presidenziali di agosto, ha detto che sebbene le prime due condizioni – scuse e risarcimento – siano state soddisfatte, l’operazione militare contro Gaza mostra che Israele non ha intenzione di soddisfare la terza condizione posta da Ankara, cioè la fine dell’embargo. Condizione che comunque Tel Aviv non sembrava affatto intenzionata a soddisfare.  Nena News

 

AGGIORNAMENTO ORE 13.15: L’Egitto ha chiuso il valico di Rafah dopo appena un giorno di apertura durante il quale sono riuscite a passare soltanto 11 persone. Nei raid israeliani sono stati feriti 600 palestinesi e il Cairo aveva aperto il valico ieri per consentire ai feriti gravi di curarsi in Egitto.

 

AGGIORNAMENTO ORE 13.00: LE REAZIONI INTERNAZIONALI

EGITTO: Oggi il Cairo ha stigmatizzato l’attacco israeliano a Gaza, parlando di “oppressive politiche di punizione collettiva” con un impiego “eccessivo e non necessario della forza militare” che sta provocando la “morte di innocenti”.

Una critica che arriva dopo il rifiuto egiziano di mediare una cessate-il-fuoco tra Tel Aviv e Hamas, che aveva fatto sperare in una fine delle violenze. L’intervento egiziano era stato richiesto da Abbas che ieri ha dovuto arrendersi di fronte al diniego del Cairo.

Il ministero egiziano degli Esteri ha rivolto un appello alla cosiddetta comunità internazionale per il raggiungimento di quella tregua che però il Cairo non ha voluto mediare, come accaduto nel 2012 per la precedente campagna militare contro Gaza denominata ‘Pilastri di difesa’.

Da allora la situazione in Egitto è molto cambiata. Il golpe del 3 luglio dell’anno scorso ha portato al potere il generale Abdel Fattah al-Sisi, nemicoga giurato dei Fratelli Musulmani legati ad Hamas. Soltanto ieri l’Egitto ha aperto il valico di Rafah, l’unica via di fuga oltre a Erez controllato dagli israeliani, per consentire il passaggio dei feriti più gravi. Nena News

 

AGGIORNAMENTO ORE 12.00: Sono 11 le vittime della quarta notte consecutiva di raid israeliani sulla Striscia di Gaza, tra cui cinque membri della famiglia Ghannam la cui casa, a Rafah, è stata rasa al suolo. L’offensiva denominata ‘Barriera Protettiva’ sinora ha fatto cento morti tra i palestinesi intrappolati in questo piccolo lembo di terra e circa la metà sono donne e bambini. È la più grande operazione militare israeliana contro Hamas a Gaza dal 2012: sono stati colpiti 1.090 obiettivi, mentre i razzi lanciati dalla Striscia sarebbero 407 e altri 118 sono stati intercettati dal sistema di difesa israeliano Iron Dome, secondo quanto riferito dalle Forze armate israeliane.

Nonostante le dichiarazioni di Tel Aviv che parla di attacchi mirati, nel mirino dell’aviazione israeliana non ci sono soltanto basi di Hamas e della Jihad islamica, o gli edifici pubblici, ma le case di decine di famiglie di gazawi. Oltre 300 abitazioni private sono state distrutte o danneggiate e circa duemila persone sono rimaste senza casa.

Durante la notte la marina israeliana ha puntato i suoi cannoni sul porto di Gaza City, colpendo anche l’Arca di Gaza, l’imbarcazione già bruciata lo scorso aprile che avrebbero dovuto compiere un viaggio simbolico nel Mediterraneo per rompere l’embargo israeliano.

 

porto

 

L’allerta è alta per il timore di un’offensiva di terra. Israele ha schierato i suoi carri armati al confine, ha richiamato almeno 40.000 riservisti  e ieri ha bombardato il versante palestinese del valico di Erez. Sami Abu Zuhri, portavoce di Hamas, ha accusato di codardia gli israeliani, dicendo che un’offensiva di terra sarebbe un errore. In una dichiarazione separata, il braccio armato del movimento islamico che governa Gaza dal 2007, le Brigate al-Qassam, ha di fatto minacciato di rapire soldati israeliani: “Un’offensiva via terra sarebbe un’opportunità per i prigionieri palestinesi”.

TERRITORI OCCUPATI

C’è rabbia nei Territori Occupati per la sorte dei palestinesi di Gaza. Ieri sera Betlemme una marcia di solidarietà è finita in scontri con i soldati israeliani: almeno nove i feriti tra i palestinesi, tra cui un ragazzo colpito da un proiettile al piede. Intanto, nel secondo venerdì di Ramadan, le autorità israeliane hanno limitato l’accesso alla moschea di al-Aqsa. Nena News

 

AGGIORNAMENTO ORE 9.30: Un razzo sparato dalla Striscia di Gaza ha colpito una stazione di rifornimento nei pressi di Ashdod, stamattina, 28 chilometri dal nord di Gaza, provocando un’esplosione in cui sono rimaste ferite tre persone, di cui una in maniera grave, secondo quanto riferito da fonti israeliane.

Nella Striscia, invece, il bilancio delle vittime continua ad aumentare. Secondo il portavoce del Servizio di emergenza di Gaza, Ashraf al-Qudra, sono circa 95 i gazawi uccisi da quando è iniziata l’operazione ‘Barriera Protettiva’ quattro giorni fa.

AGGIORNAMENTO ORE 9.00: Due razzi sono stati lanciati dal Libano, dall’area di Hasbaya, alle 6.30 di stamattina e sono caduti nei pressi dell’insediamento di Kfar Yuval, senza provocare danni, secondo quanto riferito dalle Forze armate israeliane che hanno risposto con l’artiglieria.

 

Gerusalemme, 11 luglio 2014, Nena News – L’offensiva via terra si avvicina. La tragedia che soffoca Gaza potrebbe intensificarsi ancora di più: con una serie di sms il governo di Tel Aviv ha intimato a 100mila gazawi residenti nel nord della Striscia, a Beit Lahiya, Beit Hanoun e Abasan al-Saghira, di lasciare le proprie case. Il presidente dell’ANP Abbas – dopo aver annunciato il fallimento di ogni tentativo di dialogo anche attraverso la mediazione parziale dell’Egitto – ha fatto appello alla popolazione perché se ne vada nel timore di una carneficina.

Israele ha richiamato 20.000 riservisti e stanotte è entrata in azione la marina israeliana che ha lanciato almeno due missili verso il porto di Gaza City. In fiamme anche Arca di Gaza della FreedomFlotilla.

gazaark

 

Novanta palestinesi sono morti nei raid. Ogni tentativo diplomatico è fallito. Ieri, durante una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, il Segretario Generale Ban Ki-moon ha lanciato un appello al cessate-il-fuoco, mentre il presidente Usa, Barack Obama ha parlato con il premier Netanyahu offrendosi come mediatore per un cessate-il-fuoco con Hamas. Negli ultimi giorni sono stati lanciati circa 550 razzi dalla Striscia di Gaza, mentre i raid israeliani sono stati oltre 800.

Fonte:

L’IPOCRISIA DEI MEDIA SULLA PALESTINA. MORTI DI SERIE A E MORTI DI SERIE B

Dall’editoriale di oggi su Infoaut:

 
Martedì 01 Luglio 2014 11:00

Si è consumata nel giro di poche ore la rappresaglia dell’esercito israeliano dopo il ritrovamento dei cadaveri dei tre giovani coloni scomparsi il 12 giugno scorso dai territori occupati della Cisgiordania ed è impossibile non rimanere sconcertati dall’ipocrisia veicolata dai media su tutti i maggiori canali di informazione occidentali.

Nelle ultime tre settimane sono stati prelevati dalle loro case quasi 600 palestinesi, decine di questi sono stati feriti, almeno 9 uccisi, centinaia di case sono state razziate e distrutte e nessun giornale ne ha dato notizia, nessun morto ha da loro avuto un nome o una fotografia pubblicata.

Chiunque ieri sera all’ora di cena poteva vedere riprodotto all’incirca lo stesso format su tutte le testate nazionali e internazionali: un carico di informazioni giocate sull’emotività rispetto la scomparsa dei tre “ragazzi” come se quelle terre, oggetto di scontri da più di 60 anni, fossero state immacolate e prive di violenza fino a quel momento.

Come se, anche solo poche ore prima, nessun ragazzino palestinese fosse stato ucciso dall’esercito israeliano e gli “scomparsi” non appartenessero a delle comunità di coloni, occupanti, che sistematicamente e con le armi si insediano nelle terre e nelle case altrui.

Una narrazione quella dei media occidentali ossessiva fino all’una di notte (le due per Gaza), dove ogni dichiarazione di solidarietà e sostegno alle famiglie dei tre coloni veniva rimbalzata con titoloni mentre, col benestare dei grandi poteri, Israele preparava la rappresaglia.

Ed proprio all’una di notte italiana che le cronache internazionali cessano, tenendo sotto silenzio ciò che brutalmente si scatena tra la Cisgiordania e la Striscia di Gaza. Le notizie arrivano grazie ai media indipendenti, a tutti gli attivisti internazionali e ai coraggiosi Palestinesi che, nonostante i bombardamenti e gli attacchi, cercano di documentare l’ennesima efferata violenza sionista.

Mentre la Striscia di Gaza soprattutto a Rafah, Khan Younis e Beit Lahia viene intensamente bomabardata da parte di F-16 ed elicotteri Apache dell’esercito israeliano, in Cisgiordania scatta la rappresaglia: la casa dei due presunti rapitori viene data alle fiamme (rimane ferita una bimba di 40 giorni), coloni organizzati in gruppi tirano pietre contro le auto dei palestinesi e una ragazzina di 9 anni viene investita da un’auto ad Hebron che nel frattempo è stata chiusa, in entrata e in uscita, dall’esercito. Numerose altre aggressioni si susseguono con il beneplacito dell’esercito e molte per mano dei coloni che, armati dalla testa ai piedi, anche oggi continuano ad essere descritti dai media come semplici abitanti della Cisgiordania costretti ad una condizione di difficile convivenza con i pericolosi palestinesi.

L’esercito entra nel campo profughi di Jenin ed irrompendo nelle case dei palestinesi con l’obiettivo di razziarle e danneggiarle, lancia granate stordenti e gas lacrimogeni per tutto l’accampamento. La gente soffoca, rimane ferita e nel tentativo di difendersi da tutto questo iniziano degli scontri: il giovane Yousef Abu Zagh viene ucciso dalle squadre speciali. Per i media occidentali è solo un affiliato di Hamas che tentava di colpire con granate uomini dell’esercito israeliano.

Stamane nella Striscia ancora si scava nei luoghi colpiti dai bombardamenti che, logicamente previsti dai Gazawi subito dopo il ritrovamento dei tre corpi ad Halhul, erano stati preventivamente sgomberati altrimenti di morti se ne conterebbero molti di più.

In Cisgiordania continuano le rappresaglie, con più basso profilo al momento poiché tutta l’attenzione internazionale dev’essere concentrata sul funerale dei tre giovani coloni.

Israele alzerà le sue candide bare di fronte al mondo intero che commosso gli donerà ancora più consenso e soprattutto la continua impunità per i crimini che quotidianamente vengono commessi contro il popolo palestinese.

Per i media occidentali alcuni morti non hanno volto e nome, per noi non è così.

Che Yousef Abu Zagh riposi in pace.

 

 

Fonte:

http://www.infoaut.org/index.php/blog/editoriali/item/12192-morti-di-serie-a-e-morti-di-serie-b

 

Qui gli ultimi aggiornamenti da Nena News:

 

01 lug 2014
by Redazione

L’esercito israeliano ha trovato i corpi ad Halhul, vicino Hebron. Ieri sera riunione d’emergenza del governo israeliano. Ad Hebron demolite le case dei due palestinesi sospettati del rapimento. Oltre 35 raid contro la Striscia.

 

israel arrests

 

AGGIORNAMENTO 1 luglio 2014 ore 13 – RAID NEI VILLAGGI DI HUSAN E AL-KHADER: UN ARRESTO

Questa mattina l’esercito israeliano ha compiuto raid in due villaggi di Betlemme, Husan e Al Khader. Ad Husan le truppe hanno arrestato il 20enne Diyaa Tahir Shawasha, dove aver perquisito la sua casa. Ad Al Khader sono entrate in numerosi negozi e distrutto alcune delle porte e degli interni. Nella strada Hebron-Gerusalemme hanno confiscato alcune telecamere di sicurezza.

 

Soldati israeliani in un negozio di Al Khader

Soldati israeliani in un negozio di Al Khader

 

 

AGGIORNAMENTO 1 luglio 2014 ore 13 – SCONTRI AD HEBRON, I COLONI MARCIANO SULLA CITTÀ

Scontri in corso a Hebron tra palestinesi e esercito israeliano, dopo che centinaia di coloni provenienti dal vicino insediamento di Kiryat Arba hanno marciato sulla città. Un giovane palestinese, Sajid Mamoon Sultan, 19 anni, è rimasto ferito. I coloni hanno preso d’assalto alcune abitazioni e si sono scontrati con i residenti palestinesi a Tel Rumeida, in Città Vecchia.

 

AGGIORNAMENTO 1 luglio 2014  ore 11 – QUATTRO FERITI A GAZA NEI BOMBARDAMENTI DI IERI NOTTE

Secondo quanto riportato dai servizi medici della Striscia, nelle decine di bombardamenti israeliani di ieri notte almeno quattro persone sono rimaste ferite. I quattro, ha fatto sapere il portavoce del Ministero della Salute, sono stati ricoverati nell’ospedale Nasser di Khan Younis.

AGGIORNAMENTO 1 luglio 2014 ore 10 – IL GOVERNO ISRAELIANO SI SPACCA SULLA REAZIONE ALLA MORTE DEI TRE COLONI

Nessun accordo tra i ministri israeliani sulla risposta da dare dopo il ritrovamento dei corpi dei tre coloni adolescenti. Rottura tra il ministro dell’Economia, Naftali Bennett, e Yaalon (Difesa), Livni (Giustizia) e Lapid (Finanze). I tre si oppongono alla proposta di incrementare l’espansione coloniale nell’area di Hebron, dove sono stati ritrovati i corpi, e nel blocco di Etzion, dove andavano a scuola. A sostenere la proposta di Bennett, leader del partito ultranazionalista Casa Ebraica, anche il ministro delle Comunicazioni, Gilad Erdan, che ha chiesto nuove colonie come reazione.

Lapid e Livni hanno ribattuto chiedendo di proseguire con le operazioni condotte in queste due settimane, ovvero distruggendo la struttura interna di Hamas in Cisgiordania e bombardando i siti militari nella Striscia di Gaza. Il premier Netanyahu non si è ancora espresso in proposito.

 

AGGIORNAMENTO 1 luglio 2014  ore 9 – PRIME AGGRESSIONI A PALESTINESI A GERUSALEMME

Sono cominciate le prime aggressioni da parte di israeliani contro palestinesi. Ieri notte un giovane palestinese è stato aggredito e ricoverato in ospedale a Gerusalemme, arrestato anche un 17enne israeliano sospettato di  aver lanciato gas lacrimogeni contro un tassista palestinese. Sono comparsi anche i primi graffiti anti-arabi.

Secondo quanto riportato dall’esercito, cinque missili lanciati dalla Striscia di Gaza hanno colpito il Sud di Israele, senza provocare danni.

Nella notte il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mahmoud Abbas, ha parlato al telefono con funzionari statunitensi e europei e con i leader arabi al fine di prevenire azioni israeliane contro i Territori Occupati.

 

Le bombe di ieri notte contro Gaza

Le bombe di ieri notte contro Gaza

 

AGGIORNAMENTO 1 luglio 2014 ore 07.30 – BOMBE SU GAZA, UN PALESTINESE UCCISO IN CISGIORDANIA

Sale la tensione dopo il ritrovamento dei corpi dei tre coloni scomparsi: all’alba di oggi i soldati israeliani hanno ucciso Yousef Abu Zagha, un ragazzo palestinese di 18 anni, a Jenin, colpendolo al petto. Le truppe erano entrate in città per un raid e alcuni ragazzi hanno lanciato pietre; i soldati hanno risposto con il fuoco.

Notte terribile anche nella Striscia: dopo la promessa del premier Netanyahu di punire Hamas, a Gaza sono piovute bombe per tutta la notte, da novembre 2012 non si assisteva ad una simile operazione: oltre 34 i bombardamenti in tutto il territorio.

A Hebron le case dei due membri di Hamas sospettati di essere dietro il rapimento sono state demolite nella notte.

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della redazione

Roma, 30 giugno 2014, Nena News – Sarebbero stati ritrovati i corpi dei tre coloni israeliani scomparsi lo scorso 12 giugno mentre facevano l’autostop di ritorno dalla scuola rabbinica nell’insediamento illegale di Kfar Etzion. A dare la notizia è stato un’ora fa un tweet di Chaim Levinson, un giornalista di Haaretz, cancellato poco dopo ma rilanciato dai portali panarabi al-Jazeera e al-Arabiya, che però non ha dato notizia del luogo del ritrovamento. Haaretz riferisce che un massiccio contingente di forze armate era stato dislocato stamattina tra il villaggio palestinese di Halhoul e l’insediamento illegale di Karmei Tzur, a nord di Hebron. Gli abitanti di Hebron riferiscono che tutti gli ingressi alla città sono stati bloccati, mentre il governo israeliano ha organizzato una riunione di emergenza per le 21.30 locali (20.30 italiane).

Prima dell’incontro dell’esecutivo israeliano, il premier Netanyahu ha detto: “Chi ha commesso il crimine è una bestia. Hamas è responsabile e Hamas pagherà”. Il movimento islamico ha risposto: “Ogni offensiva israeliana aprirà le porte dell’inferno”. Il portavoce, Sami Abu Zuhri, ha commentato: “Solo la versione degli eventi data da Israele è stata resa pubblica. Israele sta tentando di trovare una scusa per aggredirci, per aggredire Hamas. Rifiutiamo tutte le accuse israeliane e le minacce. Siamo abituati e sapremo come difenderci. Nessun gruppo palestinese, Hamas o altri, hanno rivendicato l’azione”.

Gli elicotteri militari stanno già volando numerosi sopra il cielo della Cisgiordania. Il ministro israeliano Katz ha minacciato Hamas: “Vi daremo una lezione che non dimenticherete”. Uri Ariel, ministro della casa, ricorda che “in guerra, bisogna schiacciare senza pietà i terroristi con una mano, e con l’altra dare un’adeguata risposta sionista”. Il ministro dell’economia Naftali Bennett (leader di Casa Ebraica), sentenzia che “non c’è tempo per parlare. Ora è il tempo di agire”. Il vice ministro della Difesa Danny Danon invece invoca la “totale distruzione di Hamas. Bisogna spazzare via le loro case, annientare i loro arsenali. E far sì che l’intera leadership palestinese la paghi cara”. Finora, nessun membro di Hamas ha mai rivendicato il rapimento dei tre coloni. Intanto gli abitanti di Hebron stanno denunciando la distruzione di numerose abitazioni.

Ad Halhul (dove volontari civili, e non l’esercito, ha trovato i tre corpi in una grotta) sono scoppiati scontri tra circa 200 palestinesi e esercito israeliano. Intanto l’esercito ha circondato le case di due sospetti, Amer Abu Eisha and Marwan al-Qawasmeh (tuttora ricercati) e si prepara a demolirle. Nena News

Fonte:

http://nena-news.it/israelepalestina-trovati-corpi-dei-tre-coloni-bombe-su-gaza-un-morto-jenin/

LA PALESTINA È SOTTO ATTACCO! APPELLO URGENTE ALLA SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE

Ven, 20/06/2014 – 14:19

 

Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina chiede con urgenza a tutti i sostenitori e gli amici della Palestina, al popolo palestinese in tutto il mondo, alle nostre comunità palestinesi e alle persone in tutto il mondo in esilio e nella diaspora di scendere in piazza e di agire in risposta agli attacchi da parte dell’occupazione in corso e alle atrocità contro quasi tutte le città, i paesi, i campi profughi e i villaggi della Cisgiordania e di Gaza.

Ovunque le strade sono piene di jeep e veicoli blindati e di soldati armati per uccidere, i cieli pieni di elicotteri Apache e F-16 che minacciano di far piovere morte sulla nostra gente. La scorsa settimana le forze di occupazione hanno intensificato la loro guerra contro il popolo palestinese, ecco una lista dei crimini:

  • l’uccisione proprio oggi del ragazzo di 13 anni Mahmoud Jihad Dudeen a Dura fuori da Al-Khalil, colpito al petto, l’uccisione di Ahmad Sabarin, 20 anni, del campo profughi Jalazone;
  • la sparatoria e il ferimento di numerosi palestinesi in tutta la Cisgiordania e Gaza, tra cui il ferimento dei giovani palestinesi Yazan Yacoub, 17 anni al torace, nel campo profughi di Qalandiya e di Amir Sa’dy Saleh, anche lui 17 anni, a Jenin;
  • le invasioni massicce e le razzie, l’invio di migliaia di soldati di occupazione ad al-Khalil, Ramallah, Nablus, Jenin, Betlemme, Gerusalemme, Qalqilya, l’area di Salfit e l’assedio delle città, dei villaggi e dei campi profughi, che sono stati particolarmente presi di mira con invasioni di massa e violenti attacchi;
  • le violente invasioni di case e gli arresti di massa di centinaia di palestinesi tra cui studenti, attivisti, parlamentari, leader politici e la presa di mira di ex prigionieri politici per ri-arrestarli e molestarli, compresa la cattura di 51 ex prigionieri liberati nello scambio di prigionieri del 2011 e un fallito tentativo di arrestare Samer Issawi, ex prigioniero in sciopero della fame.
  • la demolizione di case palestinesi, lasciando sempre più famiglie senza casa;
  • la violenza crescente e dilagante dei coloni e gli attacchi contro i palestinesi e le terre palestinesi in tutta la Cisgiordania;
  • il bombardamento e distruzione di Gaza da parte di aerei da guerra dell’occupazione;
  • la chiusura, il coprifuoco, i posti di blocco e le restrizioni di movimento imposti ai palestinesi;
  • l’invasione dell’Università di Birzeit e gli arresti di studenti, assedi di varie organizzazioni della società civile e anche associazioni di beneficenza.

Questa brutale violenza da parte dello stato coloniale di apartheid razzista, delle sue forze armate e dei suoi coloni è in aumento giorno dopo giorno. La tortura dei prigionieri palestinesi è ormai ufficialmente sanzionata e il sangue palestinese scorre per le strade di Gaza e della Cisgiordania, e la gioventù palestinese viene calpestata sotto le ruote delle jeep dell’esercito invasore.

Questi crimini incontrano un opprimente silenzio internazionale e una totale complicità. I palestinesi continuano a resistere, a protestare, a vivere, a lottare, nonostante l’aggressione che minaccia la loro esistenza quotidianamente, nonostante la complicità e il tradimento di funzionari dell’Autorità Palestinese che continuano a impegnarsi nella cooperazione di sicurezza con l’occupante, che sta conducendo una guerra ai campi profughi, alle città e ai villaggi palestinesi.

Gli Stati Uniti, il Canada e l’Unione Europea hanno continuato a procedere come se nulla fosse e non hanno sollevato un singolo grido di protesta o di preoccupazione – al contrario, gli Stati Uniti continuano a spedire ogni giorno 10 milioni di dollari di aiuti per lo più militari verso lo stato di occupazione. È chiaro come siano partner a pieno dell’occupazione nella guerra in corso contro il popolo palestinese.

In un gesto particolarmente assurdo e offensivo lo stato di occupazione è stato eletto vice-presidente della quarta commissione delle Nazioni Unite – presentando i problemi della decolonizzazione e dei diritti dei rifugiati palestinesi, che l’occupante stesso ha negato negli ultimi 66 anni – mentre allo stesso tempo è impegnato in questo assalto coloniale, brutale e totale alle vite palestinesi.

La perpetrazione di tutto questo non può essere consentita in totale silenzio. Poco è stato ascoltato da parte dei mass media internazionali. Le organizzazioni internazionali che cercano di difendere i diritti umani – in particolare il Comitato Internazionale della Croce Rossa che testimonia quotidiane violazioni contro i prigionieri palestinesi – devono parlare e terminare il loro dannoso silenzio. La voce del popolo deve essere ascoltata.

Per l’ennesima volta è ora che i movimenti popolari del mondo scendano in piazza per esprimere la loro solidarietà con la Palestina e chiedere la fine della complicità in corso dei funzionari internazionali e il supporto verso l’occupante. I palestinesi stanno resistendo – ma l’immagine della gente in solidarietà proveniente da tutto il mondo, in piedi accanto a loro, sarà incoraggiante e darà forza al popolo palestinese, nella sua lotta contro un occupante crudele.

Vi invitiamo ad agire ora, oggi, con urgenza per sostenere il popolo palestinese sotto attacco. Il silenzio deve finire:

  1. Intensifichiamo il boicottaggio! L’arma critica di isolamento internazionale degli occupanti deve essere intensificata. Boicotta “Israele” a livello culturale, accademico ed economico. Esporre e colpire le corporazioni – come G4S – la cui tecnologia viene utilizzata per la guerra contro il popolo palestinese.
  2. Scendete nelle strade! Marciate, manifestate, rompete il silenzio negli spazi pubblici per chiedere la fine di questi attacchi. Parlamenti e governi devono essere ritenuti responsabili per la loro complicità.
  3. Occupate e fate chiudere i consolati e le ambasciate dell’occupazione. Queste ambasciate e consolati stanno liberamente operando in tutto il mondo, mentre i palestinesi stanno soffrendo arresti di massa, il coprifuoco, la chiusura e le uccisioni. Non dovremmo lasciare che lo stato di occupazione continui ad agire indisturbato per il mondo.

La solidarietà dei popoli del mondo con la Palestina e le nostre lotte collettive per affrontare il sionismo e l’imperialismo sono sempre stati una fonte di forza, mentre affrontiamo il brutale occupante. Questa è una situazione di emergenza. E’ ora di agire!

 

UN PALESTINESE UCCISO E 120 SEQUESTRATI MA DI QUESTO I MEDIA NON PARLANO

Dalla pagina Facebook di Rete italiana ISM

 

ore 12 circa

 

Akhmad Sabarin, ragazzo di 20 anni, è stato ammazzato questa notte durante un raid delle forze di occupazione israeliane a Ramallah, con un colpo di arma da fuoco al petto. Lui ed altri due sono stati portati in ospedale per le ferite, Sabarin è morto poco dopo. Era stato rilasciato di prigione un mese prima, e non è chiaro se fosse intenzione dell’esercito israeliano quella di ri-arrestarlo.
Poco prima, durante i raid nei villaggi di al-Bireh e Betunia i giovani locali hanno tentato di fermare le forze armate israeliane con sassi e manifestazioni.

L’assedio a Hebron continua, i residenti non possono uscire dalla Cisgiordania, il governo continua ad incolpare Hamas di quello che sembra essere un rapimento, e Hamas continua a negare.
Un uomo e due bambini, suoi figli, sono stati feriti da schegge ad Hebron ieri pomeriggio quando l’esercito di occupazione per aprire una porta la ha lanciato una bomba.

Nel frattempo continuano le aggressioni dei coloni verso i palestinesi: sempre questa notte sono state prese a sassate e danneggiate 30 auto nella strada che va da Nablus a Ramallah. Qualcosa di simile era già successo nella strada tra Betlemme ed Hebron la notte prima, con folti gruppi di coloni che lanciavano sassi alle auto palestinesi e urlavano slogan anti-arabi. In questo precedente attacco si riportano tre feriti palestinesi e 15 auto danneggiate. Inoltre, sempre da parte dei coloni, è stato invaso il villaggio di Susya, nelle colline a sud di Hebron.

Il ministero dei detenuti parla di 120 sequestri di palestinesi da parte delle forze di occupazione israeliane nella giornata di domanica, nell’area di Hebron. Tra di essi ci sono 6 legislatori e due ex ministri del governo.

A Gaza, intanto, continuano i bombardamenti. Questa notte nei bombardamenti si registrano 5 feriti, e diversi attacchi d’ansia causati da un incendio provocato da un bombardamento. Continuano a volare sopra al cielo di Gaza F16, droni, e mezzi militari delle forze di occupazione.

La croce rossa internazionale chiede il rilascio immediato dei tre coloni. Perché non richiede il rilascio immediato anche dei detenuti palestinesi?