BOMBARDAMENTO ISRAELIANO SU GAZA: UCCISE UNA DONNA INCINTA E UNA BIMBA DI DUE ANNI

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Gaza-Quds Press e PIC. Domenica all’alba, un attacco aereo israeliano contro la Striscia di Gaza ha distrutto una casa palestinese, uccidendo una donna incinta e la figlioletta, e ferendo altri tre membri della famiglia.

Un portavoce del ministero della Sanità, Nour Hassan, ha dichiarato che la donna, al quinto mese di gravidanza, e la sua bimba, Rahaf Yehya, di due anni, sono state uccise quando la casa è collassata su di loro, come risultato dell’attacco aereo israeliano contro il sobborgo di Azzeitoun, a est della città di Gaza.

Al momento delle dichiarazioni del portavoce del ministero, erano ancora in corso i tentativi di ricerca di altre persone sotto le macerie.

Testimoni hanno dichiarato che la casa è stata ridotta in macerie dalle bombe israeliane che hanno colpito un vicino sito di addestramento della resistenza palestinese.

Un aereo israeliano ha lanciato due missili contro due campi delle Brigate al-Qassam, ala militare di Hamas, a Gaza. Uno dei due campi era vicino alla casa.

Nella foto, il padre della piccola vittima, Rahaf.

 

 

“Agenzia stampa Infopal – www.infopal.it”

 

http://www.infopal.it/bombardamento-israeliano-su-gaza-uccise-una-mamma-incinta-e-una-bimba-di-2-anni/

PALESTINA: IN 24 ORE, 10 PALESTINESI ASSASSINATI

Gerusalemme, ucciso un adolescente palestinese. In 24 ore, 10 Palestinesi assassinati

Gerusalemme, ucciso un adolescente palestinese. In 24 ore, 10 Palestinesi assassinati

Gerusalemme-Quds Press, PIC e Ma’an. Sabato, un adolescente palestinese, Ishaq Badran, di 16 anni, di Kafr Aqab, è stato colpito a morte dalla polizia israeliana vicino alla Porta di Damasco, nella Città Vecchia di Gerusalemme, in un presunto tentativo di uccidere un colono. E’ il 10° Palestinese ad essere ucciso nelle ultime 24 ore. La polizia israeliana ha riferito che uno … Continua a leggere

Gerusalemme, giovane palestinese ucciso nel campo di Shufaat

Gerusalemme, giovane palestinese ucciso nel campo di Shufaat

Gerusalemme-PIC e Quds Press. Sabato all’alba, un giovane palestinese è stato ucciso e diversi altri feriti quando le forze israeliane hanno attaccato una manifestazione di protesta nel campo profughi di Shuafat, nel nord di Gerusalemme occupata. Fonti locali palestinesi hanno riferito che Ahmed Jamal è stato colpito a morte da soldati israeliani durante scontri con le truppe di occupazione all’entrata del … Continua a leggere

Vergogna Israele: un’altra giovane e innocente vittima

Vergogna Israele: un’altra giovane e innocente vittima

Non ci sono più parole per descrivere certe scene. Sono degne dei film dell’assurdo. Una giovane donna, Esra’ Abed, disarmata, terrorizza con la sua presenza un gruppo di soldati psicopatici armati fino ai denti. Li spaventa per il solo fatto di esistere e di essere lì. La donna, madre di famiglia, grida: “Non sparatemi!”, ma i terroristi israeliani la crivellano … Continua a leggere

 

 

 

Fonte “Agenzia stampa Infopal – www.infopal.it”

http://www.infopal.it/

 

LA PALESTINA E LA STAMPA CRIMINALE ITALIANA

LA STAMPA CRIMINALE ITALIANA – Samantha Comizzoli

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Non guardo la televisione e non leggo i giornali da anni. Tanto quello che viene divulgato è tutto falso. Scrivo quest’articolo, però,
perchè potrebbe essergli mandato da loro con motivazioni ai vostri insulti.
Domenica ho visto per caso il TG1. Davano questa notizia: è tornato il terrorismo palestinese, uccisi due israeliani e ucciso
un palestinese che tentava di accoltellare un terzo israeliano.
Ah, davvero?
Ok, ora punto per punto su questi 5 giorni di uccisi (palestinesi)con nomi, luoghi, etc.etc.(fino alle ore 15,00 del 05/10).
– 1 ottobre: Nablus, un braccio armato spara su un’auto di coloni israeliani uccidendo padre e madre, non i figli.
– 2 ottobre: i soldati israeliani chiudono tutte le strade ed attaccano i villaggi assieme ai coloni israeliani.
– 3 ottobre: solo a Nablus, 14 palestinesi feriti e 9 palestinesi rapiti dai soldati israeliani. Feriti e rapiti anche a Gerusalemme ed Al Kahlil. Fra i rapiti molti bambini.
– 3 ottobre: Mohennid el Halabi, di El Bireh, Ramallah; va a Gerusalemme armato. Uccide due coloni e ne ferisce 3 (soldati, solo uno non è un soldato). Viene subito ucciso.
– 3 ottobre: i coloni israeliani assieme ai soldati ri-attaccano villaggi e città. Al campo profughi Jalazoune a Ramallah, i soldati israeliani sparano in testa
ad un palestinese. Palestinesi feriti e rapiti in tutta la West Bank. A Gerusalemme i soldati israeliani attaccano anche il Makassed Hospital per rapire i feriti.
– 4 ottobre: Fadi Alon, palestinese di 19 anni, viene attaccato dai coloni a Jenin. Va verso i soldati per chiedere aiuto e i soldati
israeliani gli sparano. Ucciso.
– 5 ottobre: durante la notte i soldati israeliani attaccano anche Tulkarem e uccidono, sparandogli, Huthayfa Suliman 18 anni.
– 5 ottobre: i soldati israeliani attaccano il campo profughi Aida a Betlemme. Sparano dritto al petto ad un bambino di 13 anni, Shadi Abu Abdul Shanab. Ucciso.

Durante questi orrori, le strada di collegamento sono rimaste chiuse dai soldati israeliani e i coloni israeliani tirano pietre sulle auto palestinesi, inoltre…
hanno dato fuoco ai campi coltivati, hanno sparato e bloccato le ambulanze per i soccorsi, hanno sparato sui giornalisti
per impedirgli di filmare.
Come potete vedere ho detto fatti dal 1 al 5 ottobre perchè la notizia alla quale mi riferivo all’inizio è di quella data.
Ma, si intende che vi basterà fare scorrere le pagine dei report/post di notizie dalla Palestina per rendervi conto
che feriti, morti e rapiti da parte di israele sul popolo palestinese sono così da quasi cent’anni. Tutti i giorni.
E senza aggiungere “Gaza”.
Ho sempre dato notizia del numero di coloni morti, e non sono nemmeno una giornalista.

TG1, TG2, TG3, TG5, TG4, TGLA7 e tutta la combricola di giornali (carta per il culo): siete dei falsari al servizio di israele.
Andate a fare in culo, colpevoli.

Sorgente: Samantha Comizzoli

 

Citato in http://www.nuovaresistenza.org/2015/10/05/la-stampa-criminale-italiana-la-stampa-criminale-italiana-samantha-comizzoli/

COSA E’ SUCCESSO NELLE ULTIME SETTIMANE IN CISGIORDANIA

Un palestinese lancia pietre contro l’esercito israeliano a Hebron, nella Cisgiordania occupata, il 4 ottobre. (Mussa Qawasma, Reuters/Contrasto)
  • 04 Ott 2015 17.33

Nelle ultime tre settimane a Gerusalemme e nella Cisgiordania occupata ci sono state tensioni e violenze, che hanno portato le autorità israeliane a vietare ai palestinesi l’accesso alla città vecchia. Ecco un breve riepilogo.

9 settembre. Il ministro della difesa israeliano, Moshe Yaalon, vieta l’ingresso alla Spianata delle moschee, nella città vecchia di Gerusalemme, ai componenti del gruppo musulmano Murabitun (sentinelle), che pattugliano la moschea Al Aqsa.

13 settembre. Sulla Spianata delle moschee scoppiano gli scontri tra palestinesi e polizia israeliana, a qualche ora dalla celebrazione del capodanno ebraico. Il presidente palestinese, Abu Mazen, condanna l’attacco israeliano contro la moschea Al Aqsa.

14 settembre. Continuano gli scontri sulla Spianata delle moschee tra giovani palestinesi, che lanciano pietre, e agenti della polizia israeliana, che rispondono con granate assordanti.

15 settembre. Mentre le violenze proseguono, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu annuncia un inasprimento delle pene contro i palestinesi che lanciano pietre.

18 settembre. Negli scontri con l’esercito israeliano a Beit Furik, a est di Nablus, in Cisgiordania, 51 palestinesi restano feriti. Sei giorni più tardi un palestinese di 25 anni muore per le ferite riportate.

22 settembre. Un palestinese di 21 anni viene ucciso nella notte vicino Hebron, nel sud della Cisgiordania. La sicurezza palestinese incolpa i soldati israeliani. L’esercito israeliano sostiene invece che il giovane è morto per l’esplosione di un ordigno che stava per lanciare contro un veicolo militare. Nella stessa giornata Hadeel al Hashlamun, una palestinese di 19 anni, viene uccisa dai soldati israeliani nei pressi di un posto di blocco a Hebron. Secondo i militari, la ragazza aveva cercato di accoltellarli, ma un testimone ha negato questa versione. In visita a Parigi, Abu Mazen avverte del rischio di una “nuova intifada”.

24 settembre. Israele autorizza le forze dell’ordine a sparare contro chi lancia pietre.

27 settembre. Nuovi scontri sulla Spianata delle moschee nell’ultimo giorno della festa musulmana di Eid al Adha.

30 settembre. Il presidente palestinese alle Nazioni Unite minaccia di non rispettare gli accordi con Israele se lo stato ebraico li violerà.

1 ottobre. Netanyahu annuncia che è disposto a “riprendere immediatamente” i negoziati con i palestinesi. Nella stessa giornata una coppia di coloni ebrei viene uccisa dai proiettili sparati contro la loro macchina vicino alla città di Nablus, nella Cisgiordania occupata. I quattro figli restano leggermente feriti.

3 ottobre. Un palestinese di 19 anni pugnala a morte due israeliani nella città vecchia di Gerusalemme e viene poi ucciso dalla polizia. L’organizzazione Jihad islamica, considerata terrorista da Israele, afferma che il responsabile è un suo esponente. Nella notte l’incursione dell’esercito israeliano in un campo profughi a Jenin provoca degli scontri. Due palestinesi restano gravemente feriti.

4 ottobre. Un palestinese di 19 anni ferisce gravemente un passante a Gerusalemme ovest e viene ucciso dalla polizia. Cominciano scontri tra polizia israeliana e gruppi di giovani palestinesi in diversi punti della Cisgiordania. Israele decide di vietare ai palestinesi di entrare nella città vecchia per due giorni. L’accesso sarà consentito solo ai cittadini israeliani, ai residenti e ai turisti. Secondo la Croce rossa palestinese in ventiquattr’ore i militari israeliani hanno ferito 77 palestinesi con colpi di arma da fuoco.

 

 

Fonte:

http://www.internazionale.it/notizie/2015/10/04/cosa-e-successo-negli-ultimi-giorni-in-cisgiordania

BARGHOUTHI: LA CISGIORDANIA è TESTIMONE DI UN PROCESSO CHE PORTERA’ ALLA TERZA INTIFADA. – CRONACA SU QUANTO ACCADUTO NEGLI ULTIMI GIORNI.

Barghouthi: la Cisgiordania è testimone di un processo che porterà alla terza Intifada

Quds Press. In un comunicato stampa, il segretario generale del Movimento nazionale palestinese, Mustafa Barghouthi, ha espresso la sua opinione su quanto sta accadendo in Cisgiordania, dichiarando che le sistematiche violazioni ed attacchi che l’occupazione israeliana continua ad esercitare sulla città di Gerusalemme e nelle invasioni nella moschea al-Aqsa, porteranno a uno scontro con i cittadini palestinesi.Mostafa Barghouti, che è anche membro del Consiglio legislativo per l’iniziativa nazionale, denuncia il tentativo delle forze di occupazione di dividere al-Aqsa. Nello stesso comunicato stampa Barghouthi sottolinea la persistenza delle forze israeliane nel realizzare e attuare una tra le più atroci e crudeli divisioni razziali.Questa nuova strategia, si basa sulla morte e distruzione di tutti gli aspetti della vita e della cultura palestinese.Contemporaneamente, il segretario generale afferma che l’occupazione non riuscirà a scalfire la volontà del popolo palestinese. Nel comunicato stampa, viene segnalato l’intento di Israele di innalzare un muro divisorio tra la Cisgiordania e Gerusalemme. Tale progetto sta causando forti sentimenti di rabbia tra la popolazione palestinese, che ogni giorno aumentano grazie alle continue ingiustizie subite, e alle pratiche razziali a cui i cittadini vengono sottoposti – sia loro come persone sia i luoghi considerati per loro sacri. A fomentare tale senso di rabbia si aggiungono anche i continui ostacoli che Israele pone per la creazione di una Palestina indipendente.

Barghouthi ha tenuto a precisare che ciò a cui assistiamo oggi in Cisgiordania è solo l’inizio di un ampio movimento che porterà ad una sollevazione e reazione popolare, contro i progetti di occupazione  e contro i tentativi di Israele di ignorare ed emarginare la questione palestinese. “Il fallimento dei negoziati con l’occupazione e del progetto di Oslo sono ben chiari, e di questo il popolo palestinese ne è perfettamente consapevole”.

Barghouthi si è rivolto al suo popolo suggerendo una maggiore compattezza e coesione nell’affrontare Israele ed i suoi progetti, e di unirsi alla resistenza popolare e alla campagna di boicottaggio. Ha proseguito facendo richiesta che si rispettino e si attui il programma di consenso nazionale, il quale comprendeva diversi punti, tra cui una strategia basata su un’unità nazionale, per completare la riconciliazione nazionale, il sostegno della resistenza popolare in tutte le sue forme e la fine della collaborazione con le forze israeliane.

Traduzione di Asmaa Aboulabil

© Agenzia stampa Infopal

“Agenzia stampa Infopal – www.infopal.it”

http://www.infopal.it/barghouthi-la-cisgiordania-e-testimone-di-un-processo-che-portera-alla-terza-intifada/

 

Palestina: Violenza repressione e morti bloccati i valichi di frontiera,riassunto della giornata – red@zione

I fatti di oggi ripresi dal diario di Samantha Comizzoli, rimaniamo in attesa di aggiornamenti

i 3 feriti di Sarra. Tutti da proiettili veri.

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già 3 palestinesi feriti a Sarra, li stanno portando all’ospedale.

a città di Nablus comunica che domani tutto resterà chiuso, attività e scuole.

ore 23 ora italiana

Anche il villaggio di Sarra, Nablus, sotto attacco dai coloni e soldati.

coloni israeliani a Burin, Nablus.

rapito un’altro bambino dai soldati israeliani a Qalquilja: Gazi Ashraf (13 anni).

Chiusa ed attaccata dai soldati israeliani anche Qalquilja. I coloni israeliani sono a tutti e 4 gli ingressi di Nablus.

Campo profughi Jalazoun, Ramallah: i soldati israeliani hanno sparato in testa ad un palestinese.

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i soldati israeliani hanno attaccato il villaggio di Der Estja, Salfit.

I coloni israeliani hanno attaccato anche il villaggio di Jit, Nablus.

Appello urgente da far girare: la prima casa vicino alla DCO a Beit Eill, Ramallah, è sotto attacco dei coloni, stanno tentando di bruciarla. C’è una famiglia con i bambini.

Un colono israeliano è rimasto ferito alla testa dal lancio di un’anguria acerba nel villaggio di Beit Anoun.

ore 22 ora italiana

tolta la corrente elettrica a nord di Ramallah.

Chiuse la strada da Ramallah a Nablus, da Qalquilja a Nablus, strada per Awarta. Nablus è completamente bloccata.

i soldati israeliani hanno fatto evaucare la casa del martire a Ramallah, pronti per la demolizione.

L’avevo scritto in un’articolo tempo fa, spiegando che le intifade partono se partono da Nablus. Nablus è saltata, sia verso israele che verso la polizia palestinese. Non vedo la costruzione di un’Intifada, ma può essere che sia nata e che sia già iniziata.

Mohennid el halabi, di El Bireh, Ramallah. 19 anni. Ucciso oggi a Gerusalemme. Lo so che sembra un bambino, come tutti gli altri bambini palestinesi ai quali israele, spara, uccide, rapisce.

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ore 21 ora italiana

morto anche il secondo colono ferito.

Villaggio di Burin, Nablus, oggi. Colline in fiamme con soldati e coloni israeliani che sparano ai contadini e algi shebab.(clicca per il video

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ore 20 ora italiana

Foto segnalata ora a facebook. Scaricatevela…. Cos’è no si deve vedere cosa sta succedendo in Palestina?Il martire a Gerusalemme. Mohennid el halabi, di El Bireh, Ramallah.

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ore 19 ora italiana

Gerusalemme: attacco ai coloni israeliani con pugnale, 4 feriti. Dopo il palestinese ha sparato a 5 soldati israeliani. E’ martire.

ore 19 ora italiana

Burin, Nablus. Le colline bruciano..i coloni israeliani all’opera. E’ un disastro.

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ore 18 ora italiana

Aggiornamento su Nablus: la città continua ad essere isolata. Rimangono chiusi tutti i checkpoint. Nessuno può uscire e i mezzi da Ramallah non viaggiano. Ieri nel centro della città è stata guerra vera e propria, ma fra shebab e polizia palestinese, culminata poi nella notte con l’arrivo dei soldati israeliani. I contadini non possono andare nei loro terreni, alcuni anche in fiamme, perchè ci sono i coloni e i soldati. La situazione è molto simile al 2003/2004. Si ventila un peggioramente, aggiornerò appena avrò notizie.

 

ore 16 ora italiana

I soldati israeliani hanno rapito un’altro bambino, ad Al Kahlil. Amir Arif Jaber (10 anni).

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Fonte:

http://www.nuovaresistenza.org/2015/10/03/duri-scontri-in-palestina-riassunto-della-giornata-redzione/

 

Leggi anche Due israeliani uccisi a Gerusalemme – Ultima Ora – ANSA.it

AL-KHALIL, HEBRON, CISGIORDANIA: L’OMICIDIO DELLA RAGAZZA PALESTINESE E’ L’ENNESIMA ESECUZIONE EXTRAGIUDIZIARIA

28/9/2015

-1713612979Ramallah-Pic. Prove ottenute da Amnesty International indicano che l’omicidio della palestinese Hadil al-Hashlamoun, eseguito dalle forze d’occupazione israeliana ad al-Khalil, Hebron, nella Cisgiordania occupata, il 22 settembre 2015, è stato un’esecuzione extragiudiziale.
Secondo il rapporto di Amnesty International, i soldati israeliani hanno colpito e ferito letalmente la diciottenne dopo averla fermata al check-point nella Città Vecchia.
Foto del momento che ha portato alla sua morte e ai racconti di testimoni oculari intervistati da Amnesty International mostrano che Hadil non rappresentava in alcun momento una minaccia ai soldati a tal punto da permettere l’uso deliberato di forza letale.
Questo omicidio è l’ultimo di una lunga lista di uccisioni illegali eseguiti dalle forze d’occupazione israeliane in Cisgiordania, con un’impunità quasi totale, secondo quanto affermato da Amnesty.
Due testimoni oculari con i quali Amnesty ha parlato separatamente hanno affermato che al-Hashlamoun è arrivata al posto di blocco alle 7:40 del mattino circa, ed è stata fermata da due soldati d’occupazione, quindi le è stato ordinato di aprire il suo zaino perché venisse ispezionato. Lei era ferma, a circa tre metri dai soldati. Ha aperto il suo zaino e ne ha mostrato l’interno ai soldati, che hanno iniziato a spararle addosso e a quel punto lei si è immobilizzata, secondo i testimoni oculari.
 
Uno dei testimoni oculari, Fawaz Abu Aisheh, di 34 anni, ha dichiarato a Amnesty che i soldati israeliani stavano ordinando a al-Hashlamoun di “andare indietro” in ebraico, lingua che sembrava che lei non capisse.
D’accordo con Abu Aisheh, il soldato che le ha sparato per primo si è alzato e le si è avvicinato, fino ad arrivare a circa un metro dalla ragazza per poi spararle alla parte superiore del corpo per quattro o cinque volte di nuovo, mentre lei era a terra immobile.
Ha affermato che il soldato ha sparato alcune volte nonostante gli altri militari gli avessero gridato di fermarsi. Anche il primo testimone ha descritto il soldato avvicinandosi alla vittima per sparargli al petto.
Secondo l’organizzazione, la versione dei fatti raccontata da Israele contraddice le dichiarazioni rilasciate dai due testimoni oculari intervistati da Amnesty International e le foto dell’incidente che mostrano al-Hashlamoun ferma.
Colpirla diverse volte mentre giaceva al suolo ferita indica che il suo omicidio è un esecuzione extragiudiziale.
Omicidi illegali e intenzionali eseguiti per ordine del governo o di ufficiali militari o con la loro complicità o con il loro assenso, sono pari a esecuzioni extragiudiziali, sempre proibiti e che costituiscono crimine sotto le leggi internazionali, ha continuato l’articolo.
Un’esecuzione extragiudiziale rappresenta anche un omicidio intenzionale, costituendo una grave violazione della Quarta Convenzione di Ginevra, che si applica all’occupazione militare israeliana a lungo termine nei territori palestinesi, ed un crimine di guerra.
I residenti palestinesi di al-Khalil hanno sempre la loro libertà di movimento e il diritto economico severamente ridotti. In aggiunta, i palestinesi sono spesso soggetti a arresti arbitrari e a trattamenti umilianti da parte di funzionari dell’occupazione israeliana di stanza nella città, e sono spesso sottomessi alla violenza dei coloni, contro la quale la giustizia israeliana non investiga.
Traduzione di F.H.L.

© Agenzia stampa Infopal

Fonte “Agenzia stampa Infopal – www.infopal.it”

http://www.infopal.it/ai-lomicidio-israeliano-della-ragazza-palestinese-e-unesecuzione-extragiudiziaria/

BOMBARDAMENTO ISRAELIANO CONTRO LA STRISCIA DI GAZA

 19/9/2015

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Gaza-Ma’an e Quds Press. Venerdì notte, aerei da guerra israeliani hanno bombardato diverse aree della Striscia di Gaza, dopo che razzi erano caduti su una città israeliana al confine.
I missili israeliani hanno colpito un sito nel nord della città di Gaza usato come quartier generale dell’Amministrazione civile prima del ritiro delle forze israeliane da Gaza, nel 2005, distruggendo la torre di una radio. Una persona è rimasta ferita ed è stata portata all’ospedale Kamal Udwan.
Due missili hanno colpito Beit Hanoun, nella Striscia del nord, e un altro è atterrato su un terreno per l’addestramento militare “Abu Jarad”, nel sobborgo di Zaytoun della città di Gaza, utilizzato dalle brigate Ezzedine al-Qassam, di Hamas.
Venerdì sera, l’esercito israeliano ha dichiarato che un razzo era stato lanciato dalla Striscia ed era caduto su un terreno vicino a un autobus vuoto, a Sderot, danneggiando lievemente il veicolo, ma senza causare feriti. Nessun gruppo ha rivendicato la responsabilità del lancio, ma Israele ha accusato Hamas, in quanto forza politica che gestisce la Striscia, e ha bombardato il sito di addestramento delle brigate Qassam.

© Agenzia stampa Infopal
Fonte “Agenzia stampa Infopal – www.infopal.it”

http://www.infopal.it/bombardamento-israeliano-contro-la-striscia-di-gaza-3/

IL LIBANO SCENDE IN PIAZZA. CHE SUCCEDE NEL PAESE DEI CEDRI?

La fine del mese di agosto ha visto l’accendersi di un forte movimento di protesta in Libano. In migliaia sono scesi in piazza a Beirut per protestare contro il mancato intervento delle autorità nello smaltimento dei rifiuti, allo stesso tempo contestando anche la corruzione e l’immobilità della classe politica del paese. Di seguito l’intervista ad Elia El Khazen, 29 anni, attivista del “Socialist Forum” di Beirut.

 

Quali sono i motivi che hanno portato recentemente tante persone a manifestare a Beirut? Come è nata la protesta che scoppiata nella capitale del Libano? Quali gli slogan ed i claims di chi è sceso in strada a far sentire la sua voce?

Dalla fine del mese di luglio, si stanno verificando proteste in Libano contro il fallimento del governo, per concordare un nuovo contratto per lo smaltimento dei rifiuti e il conseguente accumulo di rifiuti per strada . Alcune di queste proteste hanno avuto luogo spontaneamente nei quartieri più poveri, dove a partire dal 1998, il governo ha designato che la spazzatura di Beirut e del Monte Libano fosse destinata in una discarica a sud di Beirut (Naameh), e alcune proteste sono state organizzate dagli attivisti dei social media utilizzando l’hashtag ‘YouStink’ – “Puzzate”. Le manifestazioni hanno raggiunto uno dei punti più alti della storia contemporanea nella giornata di sabato 29 agosto, con decine di migliaia di persone – alcune stime dicono fino a 100.000 – convergenti per protestare contro entrambi i poli della classe dirigente. Il 29 agosto si è anche contestata, tra le altre cose, la violenza di stato che si è verificata in un modo senza precedenti nella manifestazione del 22 agosto e nelle altre proteste seguenti. Le richieste dei manifestanti variano tra il comunicato ufficiale degli organizzatori del movimento “YouStink” che chiedono un programma riformista esigendo impegni di responsabilità sul tema della repressione di stato e reclamando le dimissioni sia del ministro dell’ambiente e della sicurezza interna; inoltre viene richiesto il decentramento del riciclaggio dei rifiuti da parte del comune di Beirut e la richiesta di elezioni parlamentari. Le richieste delle parti della società più radicali e rivoluzionarie fanno leva lotte di carattere sociale per abbattare il regime nel suo complesso, richiamandosi all’idea della costituzione di comitati popolari ovunque per rovesciare l’attuale regime settario. Questi movimenti più radicali chiedono anche la creazione di una società laica e statale, lo scioglimento del parlamento, elezioni immediate sulla base di una non settaria proporzionale rappresentanza.

 

Qual è stato il livello di repressione di questa protesta da parte delle forze dell’ordine?

Il 22 agosto, la polizia antisommossa ed i soldati hanno usato i manganelli, cannoni ad acqua, gas lacrimogeni e anche proiettili veri contro migliaia di manifestanti che si erano riuniti nel centro di Beirut. La retorica che ha preceduto questa oppressione da parte dello Stato era quella avviata dagli organizzatori di “YouStink”, i quali all’inizio delle proteste avevano etichettato una considerevole porzione di altri manifestanti come “infiltrati” e “provocatori”: questo ha dato carta bianca a qualsiasi repressione che sarebbe seguita. Fortunatamente la maggior parte dei manifestanti ha riggettato l’etichetta di “infiltrati” e contrapposto il tentativo di dividere il movimento tra quello di un “pacifico” corteo della società civile in piazza Martyr e quello degli “infiltrati violenti” nella piazza Riad el Solh, gridando slogan come “siamo TUTTI infiltrati, non abbiamo bisogno di attivisti benpensanti per etichettarci “- indossando queste parole sulle magliette e dipingendole sui muri. Per quanto riguarda i numeri della repressione, più di 24 persone sono ancora detenute, 7 dei quali sono minorenni…

 

Il Libano è situate nel cuore del medio – oriente, confinante con la Siria ed Israele. Qual è stata l’influenza della crisi Siriana? Quali i rapporti con Israele oggi?

Libano è stata enormemente influenzata dai suoi vicini ed è a sua volta restituito il favore. In primo luogo, Israele ha invaso il Libano innumerevoli volte da quando quest’ultimo ha proclamato l’indipendenza, creando pretesti per invasioni vuoti e senza senso, commettendo genocidi e bombardando molti villaggi e città, distruggendo le infrastrutture ed uccidendo i civili. L’aggressione di Israele del 2006 è stato uno degli ultimi esempi di continue violazioni di Israele che ha interessato gran parte delle infrastrutture e la capacità di stare in piedi sulle proprie gambe del Libano, questo senza togliere la presenza nel paese di una classe politica corrotta, nei suoi due poli, che ha governato Libano dalla fine della guerra civile. Due poli politici che hanno fallito miseramente nel fornire il più fondamentali dei servizi alle persone che risiedono in Libano, al contrario entrambi i poli hanno presieduto la continuazione delle politiche neoliberiste e la protezione perpetua del settore bancario che detiene oltre il 60 % del debito pubblico. Per quanto riguarda il regime siriano, è stato intrinsecamente legato alla classe dirigente libanese sin dalla sua occupazione del Libano nel 1976. Con l’inizio della rivoluzione siriana nel 2011, Hezbollah è stato coinvolto nel salvataggio del regime siriano al fine di evitare che collassasse completamente. Dal 2012 questo a sua volta ha polarizzato la scena politica in Libano e fatto si da mettere la difesa del regime come unica ragion d’essere di Hezbollah, politica perseguita dalla sconfitta contro Israele nel 2006. Con l’escalation delle politiche neoliberiste negli ultimi anni attraverso le privatizzazioni ed i tagli sulle prestazioni dei lavoratori, molte sezioni della popolazione libanese usate per supportare Hezbollah stanno mettendo in discussione la loro fedeltà e riconsiderano se vale ancora la pena e se è ancora una priorità che i loro figli della classe operaia sono inviati a morire in Siria inutilmente mentre la loro classe dirigente sta al caldo nelle loro case, mentre la popolazione ha una molto limitata accesso ad acqua, elettricità e altri servizi di base. Il 29 agosto la manifestazione ha visto il più grande afflusso di settori della classe operaia che soffrono di più dalla crisi gestione dei rifiuti e altre crisi da entrambi i sobborghi di Beirut e nelle aree rurali con organizzazioni locali alle loro prime fasi. Nella parte Siriana i profughi sono quelli che stanno scoprendo il più il peso della crisi della gestione dei rifiuti e altre crisi socio-economiche, ma sono purtroppo esclusi da qualsiasi protesta o manifestazione per i loro diritti più elementari, dato che lo stato libanese ha fatto si da negare loro sia fisicamente che ideologicamente ogni possibilità di organizzazione collettiva o di sindacalizzazione.

 

Cos’è il Forum Socialista? Quali le sue prospettive politiche?

Il Forum Socialista è un’organizzazione socialista rivoluzionaria in Libano. E’ emerso tra i due gruppi di sinistra radicale nel 2010. Ma ciascuno di questi gruppi ha una storia: uno di loro è iniziato nel 2000 e l’altra nel 1970. Fondamentalmente nel Forum Socialista abbiamo due pubblicazioni. Uno di loro è un quotidiano una piattaforma online quotidiana di nome “Al-Man –Hour”. L’altro è una rivista periodica araba che viene pubblicata due volte l’anno come un libro, prodotta da gruppi proveniente da Egitto, Siria, Tunisia, Marocco e Iraq. Il suo nome è “Thawra Daima” e si traduce in “Rivoluzione permanente”, un motto trozkista. I nostri gruppi hanno tenuto posizioni di sostegno alle rivolte arabe e le rivolte in tutto il mondo. Vediamo che la situazione attuale richiede una posizione che faccia da bussola nella realtà sulla questione della resistenza al capitalismo e la resistenza contro la dittatura, insieme con e per la democrazia progressista. Il forum Socialista è anche un ente fondatore del “Shaab Al youreed”, movimento formato in seguito alla protesta del 22 agosto scorso prima citata. Questo movimento raggruppa studenti, femministe radicali, attivisti di sinistra ed indipendenti sotto la bandiera di un movimento e si propone di elevare la discussione politica a una visione più strutturale della crisi in corso, facendo un collegamento di altre lotte tra loro. La nostra strategia è quella di andare verso la formazione di un partito politico, un partito rivoluzionario in Libano.

 

 

Fonte:

http://www.dinamopress.it/news/il-libano-scende-in-piazza-che-succede-nel-paese-dei-cedri

 

E’ MORTA LA MADRE DEL PICCOLO ALI, IL BIMBO BRUCIATO DAI COLONI ISRAELIANI

 7/9/2015

342702CNablus. Riham Dawabsha, la mamma del piccolo Ali, il bimbo di 18 mesi bruciato vivo in un attacco incendiario perpetrato il 31 luglio scorso da coloni israeliani, è morta domenica, dopo aver lottato per oltre un mese per sopravvivere. Ne hanno dato notizia i parenti e fonti ospedaliere.

I parenti hanno detto che Riham, 27 anni, che aveva riportato ustioni di terzo grado sul 90 percento del corpo, è deceduta domenica. Fonti dell’ospedale di Tel HaShomer hanno confermato il decesso.

Domenica mattina, Kamal al-Shakhra, capo di una squadra medica inviata all’ospedale Tel HaShomer dall’Autorità palestinese, aveva dichiarato in un comunicato stampa che la pressione sanguigna di Riham era scesa e che i suoi organi vitali avevano smesso di funzionare.

Il 31 luglio scorso, coloni israelian avevano rotto le finestre di due case a Duma, e lanciato liquidi infiammabili e cocktail molotov all’interno, uccidendo il piccolo Ali e ferendo in modo critico il resto della famiglia:

Coloni danno fuoco a due case palestinesi: bimbo di un anno e mezzo bruciato vivo. Altre 4 persone ferite.

http://www.infopal.it/ancora-a-rischio-di-morte-la-famiglia-al-dawabsha/

La famiglia di Dawabsha ha bisogno di un anno in terapia intensiva

L’8 agosto, Saad Dawabsha, il padre di Ali, è morto.

In condizioni critiche la mamma del piccolo Ali, il bimbo bruciato vivo dai coloni israeliani

Il piccolo Ahmad Dwabsheh ha aperto gli occhi

Gli assassini non sono mai stati arrestati.

Il piccolo sopravvissuto, Ahmad, ora è orfano di padre e madre.

(Fonte: Ma’an)

© Agenzia stampa Infopal

“Agenzia stampa Infopal – www.infopal.it”

http://www.infopal.it/e-morta-la-madre-del-piccolo-ali-il-bimbo-bruciato-dai-coloni-israeliani/

ISRAELE ARRESTA I GENITORI DEL DODICENNE PALESTINESE PICCHIATO DAL SOLDATO IN CISGIORDANIA

An Israeli soldier beating 12-year-old Mohamed al-Tamimi with a broken arm in the occupied West Bank village of Nabi Saleh near Ramallah on August 28, 2015 (AFP)

Le forze israeliane hanno arrestato i genitori del dodicenne, Mohamed al-Tamimi, che è stato liberato dalla sua famiglia dopo essere stato picchiato da un soldato israeliano la scorsa settimana.

Martedì  Bassam al-Tamimi,  attivista palestinese, ha riferito  all’agenzia ufficiale turca  Anadolu “L’esercito israeliano ha arrestato Basil e sua moglie, Nariman, mentre tentavano di attraversare un checkpoint dell’esercito all’ingresso di Nabi Saleh villaggio a nord di Ramallah”.

Venerdì scorso, nel corso di una manifestazione pacifica contro l’occupazione organizzata da un gruppo di palestinesi del villaggio cisgiordano di Nabi Salih vicino a Ramallah, le forze armate israeliane hanno attaccato i manifestanti e hanno arrestato alcuni di loro.

Uno dei soldati dell’esercito di occupazione raggiunto il ragazzo palestinese, lo prese per la testa, sbattendolo brutalmente su una roccia e tenendolo sotto tiro, nonostante il braccio ingessato, cercando di arrestarlo. La sua famiglia, tutti  disarmati, tra cui la madre e la sorella, hanno circondato il soldato per aiutare Mohamed fino a liberarlo.

Palestinian women try to prevent an Israeli soldier from arresting 12-year-old Mohamed al-Tamimi with a broken arm during an anti-settlement demo in the occupied West Bank village of Nabi Saleh near Ramallah, August 28, 2015. (AFP)

Dall’inizio del 2011, la distruzione di Tel Aviv di case palestinesi ha lasciato più di 4.600 palestinesi senza casa.

Oltre di mezzo milione di israeliani vivono in più di 120 insediamenti illegali costruiti dall’ occupazione israeliana dei territori palestinesi della Cisgiordania e di al-Quds Oriente nel 1967.

Gran parte della comunità internazionale, considera gli insediamenti israeliani illegali perché costruiti sui i territori che sono stati occupati da Israele nel 1967 e sono quindi soggetti alle Convenzioni di Ginevra, che vietano la costruzione sulle terre occupate.

fonte. http://www.presstv.com/Detail/2015/09/02/427360/Palestine-Israel-West-Bank-Mohamed-alTamimi-Nabi-Saleh

 

Tratto da https://invictapalestina.wordpress.com/2015/09/02/israele-arresta-genitori-del-ragazzo-palestinese-picchiato-dal-soldato-in-cisgiordania/