Messina – Emergenza casa

Messina.Lavoro e diritto alla casa. Alle porte una serie di sfratti

L’emergenza casa corre. E non aspetta

SGB: storie di perdita di lavoro e casa che non possono diventare ordinarie

364 sfratti per morosità incolpevole nel 2014” Questi i dati, per altro incompleti, relativi solo alla provincia di Messina, diffusi dalla federazione provinciale di SGB Sindacato Generale di Base.

E francamente negli ultimi 2 anni non abbiamo riscontrato soluzioni politiche che facciano sperare in una diminuzione dei numeri .

Anzi, la situazione diventa sempre più allarmante per molte famiglie: si perde il lavoro, arriva la disoccupazione, niente reddito, non si riesce più a pagare l’affitto, arrivano lo sfratto e l’ufficiale giudiziario, il baratro per famiglie intere.

Numeri da vera e propria emergenza sociale anche nel nostro territorio, conseguenza di un attacco senza precedenti al Welfare nazionale, al diritto al lavoro, al diritto all’abitazione, dei tagli dei fondi per l’edilizia agevolata e per le case popolari.

Storie ormai sempre più ordinarie, che passano dal nostro sportello casa

Ve ne raccontiamo alcune…

C’è Stello, i nomi sono di fantasia, le situazioni purtroppo no, 50 anni, disoccupato, 5 figli di cui 2 minori, ogni tanto qualche lavoro saltuario in nero che gli permette di portare almeno il pane a tavola. Qualche anno fa la perdita del lavoro, non riescono più a pagare l’affitto ed ecco lo sfratto. Adesso esecutivo. Hanno fatto richiesta in deroga per una casa d’emergenza, hanno aderito al bando per la morosità incolpevole, nessuna risposta”.

Valeria, ex rappresentante commerciale. Arrivano la crisi e la fine del lavoro. Ed adesso lo sfratto. Esecutivo: per lei, il marito, il bimbo di 18 mesi e l’altro, maschietto o femminuccia, in arrivo. Ed ora? Anche qui tanta energia, ottimismo, speranza per il futuro e la solita trafila di domande senza risposta”.

Ed ancora, “la famiglia di Cettina, marito dializzato con pensione minima, moglie disoccupata, 3 figli a carico, di cui 2 minorenni, anche loro sfratto esecutivo forzato; la famiglia di Rosa, composta da madre disoccupata e figlio di 22 anni disabile con una pensione d’invalidità minima: da un anno vivono in un cantinato, costretti a far fronte anche alle minacce del padrone di casa”.

E la famiglia di Vittoria, entrambi i genitori invalidi, un figlio di 21 anni disoccupato e uno di 18 che studia. Tutti con un’unica piccola pensione d’invalidità e, ovviamente, lo sfratto esecutivo in corso”.

“Poi c’è Francesco che ha perso la casa in un incendio, disoccupato, e adesso ospite da un amico”.

C’è anche Giovanni, da anni malato di sclerosi multipla, anche lui ha perso il lavoro e adesso è anche sfrattato “.

“Ludovica, separata, tre figli a carico ed in più anche il fratello invalido che vive con lei, per adesso ospiti da un’amica.

Punte di un iceberg di un’emergenza che non può diventare ordinaria  

Questo il quadro, storie di grande dignità, forza ed ottimismo. Ma col baratro davanti. C’è bisogno di risposte immediate, purtroppo i tempi burocratici delle istituzioni non coincidono con i bisogni concreti .

L’emergenza corre e non aspetta !

Federazione Provinciale

Sindacato Generale di Base Messina

Fonte:

La rabbia di Rosetta. Invalida per un tumore, l’Acer la vuole sfrattare: “Il sindaco? Lo aspetto”

E’ invalida al 100% per un tumore al pancreas contro cui ha lottato ed ha vinto. Rosetta Fagone vive in una casa popolare in piazzale La Pira: stamattina l’ufficiale giudiziario è arrivato con i Vigili Urbani e l’apriporta

Christian Donelli

25 giugno 2014

E’ invalida al 100% per un tumore al pancreas contro cui ha lottato ed ha vinto. Rosetta Fagone vive in una casa popolare in piazzale La Pira. Nemmeno a farlo apposta proprio nell’unica via della città dedicata al sindaco ‘illuminato’ democristiano che decretò la requisizione delle abitazioni sfitte a Firenze per far fronte ad un emergenza sociale che oggi, nella stessa Firenze o in città piccole come Parma, si sta ripetendo. Ogni giorno -ci dicono gli attivisti del Movimento di lotta per la casa di Parma- ci sono dai due ai tre sfratti esecutivi. E il numero comprende solo quelli ‘intercettati’ dalla Rete Diritti in Casa.

La storia di Rosetta, madre di due figlie e di un figlio, inizia anni fa con la scoperta del tumore al pancreas. Ha vissuto momenti da incubo ma poi è riuscita a sconfiggere quel terrribile male. “Sono una miracolata” dice Rosetta, stamattina nella sua casa in attesa dell’ufficiale giudiziario: per oggi infatti è previsto il secondo ingresso. Ma alla porta della casa dell’Acer si presenta l’ufficiale giudiziario, un rappresentante di Acer e due Vigili Urbani, intenzionati ad eseguire il provvedimento di sfratto. “Io stamattina non sono uscita” ci dice Rosetta – “non sono nelle condizioni di poterlo fare. Soffro di una grave malattia e non posso permettermi di non avere una casa in cui abitare”. Lo sfratto, grazie anche alla mediazione degli attivisti della Rete Diritti in Casa che sono giunti sul posto, è stato rinviato al 24 settembre.  Rosetta ci mostra il faldone con tutti i documenti che certificano la sua malattia ed il calvario che ha dovuto affrontare. E che ora di nuovo le si è riprensentato.

Il figlio di Rosetta, William Nocera, è rinchiuso nel carcere di via Burla. Dopo il suo arresto, avvenuto il 1° gennaio 2014, sua madre ha protestato denunciando un abuso, tramite l’associazione Acad ha reso pubblica la storia di William e i punti oscuri di una storia ancora da chiarire. Ma intanto William è stato arrestato ed ora sua madre, che con una pensione di poco più di 200 euro non ce l’ha fa più, potrebbe anche ritrovarsi senza casa.

“Abito in questa casa dal 1995, subito dopo la morte di mia madre. Stamattina sono venuti per sfrattarmi i servizi sociali sono stati allertati ma come sempre nessuno si muove. Sono già anni che chiedo di essere ascoltata in questa città ma nessuno mi ascolta e ho bisogno assolutamente di un incontro con i servizi sociali. Il sindaco? Che si faccia avanti, lo aspetto. Stamattina l’ufficiale giudiziario è venuto con i Vigili e l’apriporta. Io non sono uscita perchè non sono in grado di poter uscire. Soffro anche di una grave malattia e non mi è permesso di vivere senza un tetto. Io prendo 283 euro di pensione di invalidità e pago 160 euro d’affitto: non so come fare. La luce è stata staccata due anni fa per il mancato pagamento delle utenze. Al sindaco Pizzarotti chiedo un piano di rientro come mi era stato detto due anni fa, che avrebbero pensato loro alla casa e io invece alle bollette”.

 

Fonte:
http://www.parmatoday.it/cronaca/sfratto-donna-italiana-tumore.html