Ancora un afroamericano ucciso dalla polizia durante un controllo della patente

Un colpo di pistola “assolutamente non necessario”, ha detto il procuratore locale, Joe Deters, sottolineando che la vittima, Samuel Dubose, di 43 anni, non aveva fatto “nulla di violento”.

duboseNuova ondata di polemiche sulla polizia americana, dopo la diffusione di un video che ritrae l’uccisione di un altro cittadino afroamericano, Samuel DuBose 43 anni. Le immagini, diffuse ieri, risalgono però al 22 luglio scorso e sono state riprese dalla telecamera in dotazione allo stesso protagonista, l’agente Ray Tensing, 25 anni. A Cincinnati, nell’Ohio, il poliziotto blocca l’auto di DuBose che viaggia senza la targa anteriore. L’uomo in divisa si avvicina e chiede la patente, ma l’afroamericano al volante gli porge la bottiglia di un superalcolico. A quel punto comincia un alterco.

La macchina si muove, l’agente la insegue correndo. La sequenza si chiude con una scena che ieri il procuratore generale della contea di Hamilton, Joe Deters, ha definito «scioccante». Il poliziotto si avvicina alla portiera laterale e punta la pistola verso il fuggitivo. Il filmato si interrompe poco prima dello sparo.Un altro agente, arrivato poco dopo sul posto, ha scritto nel suo rapporto che Tensing gli aveva detto di essere stato strattonato all’interno dell’auto da Dubose, “e di aver dovuto sparare”. Ma secondo Deters, Dubose era invece “sottomesso”.  Il suo ufficio, ha detto ancora il procuratore, “ha esaminato probabilmente centinaia di sparatorie della polizia e questa è la prima volta che abbiamo pensato senza dubbio che si tratta di omicidio“. Il resto è cronaca dei giorni scorsi: DuBose è stato ucciso da un colpo alla testa. E ieri Ray Tensing è stato incriminato per omicidio. Si allunga così la catena degli afroamericani uccisi dalle forze dell’ordine negli Stati Uniti: da Eric Garner, New York, a Michael Brown a Ferguson; da Walter Lamer Scott, North Charleston, a Freddie Gray, Baltimora.

 

Fonte:

http://www.acaditalia.it/2015/07/ancora-un-afroamericano-ucciso-dalla-polizia-durante-un-controllo-della-patente/

Usa, un video inchioda un poliziotto bianco assassino

 
 Un altro omicidio di un cinquantenne nero da parte di un poliziotto bianco. E’ avvenuto sabato in South Carolina e un video smonta la versione ufficiale dell’agente

di Checchino Antonini

Un agente di polizia bianco, a North Charleston (Carolina del Sud), è stato accusato di omicidio inchiodato da un video che lo mostra mentre spara otto colpi alla schiena a un cinquantenne nero, Walter L.Scott, e disarmato. L’agente, Michael T. Slager, 33 anni, ha detto di aver temuto per la sua vita, perché l’uomo aveva preso la sua pistola taser nel corso di un corpo a corpo dopo un controllo stradale. E’ avvenuto sabato scorso. Il video, che è l’apertura del New York Times, fa a pezzi la versione ufficiale e il sindaco di North Charleston ha annunciato le accuse di Stato in una conferenza stampa ieri sera. Il delitto di Scott era di viaggiare su una Mercedes col fanalino rotto.

Tutto ciò, finalmente, sembra destare scalpore negli States e una task force della Casa Bianca ha raccomandato una serie di modifiche alle politiche di polizia della nazione. Obama ha inviato il procuratore generale Eric H. Holder Jr. in giro per il paese per cercare di migliorare i rapporti della polizia con chi abita nei quartieri ad alto tasso di minoranze etniche.

 

North Charleston è la terza città più grande della Carolina del Sud, con una popolazione di circa 100mila afro-americani, il 47 per cento dei residenti, mentre i bianchi rappresentano circa il 37 %. Ma il Dipartimento di Polizia è quasi tutto bianco (l’80%).

 

Nel video, oltre alla terrificante sequenza degli otto colpi da 15-20 metri, è evidente la mossa dell’agente di lasciar cadere la sua pistola Taser accanto al corpo dell’uomo assassinato.

Per diversi minuti dopo i colpi, Walter L. Scott è rimasto a faccia in giù con le mani legate dietro la schiena. Un secondo agente arriva, mette i guanti medicali blu ma non viene mostrato l’eventuale massaggio cardiaco. Un terzo poliziotto arriva più tardi, a quanto pare con un kit medico, ma non si vede alcuna manovra di soccorso.

L’uomo aveva dei precedenti legati al mancato mantenimento dei figli e forse per questo avrebbe tentato la fuga dopo il fermo. Gli piaceva ballare e raccontare barzellette. Aveva da poco ritrovato lavoro. Frammenti della sua vita sono ricomposti dalle parole di suo fratello Anthony che non si fa una ragione della versione ufficiale: «Come si fa a morire per un blocco del traffico?».

La Corte Suprema ha ritenuto che un agente può usare la forza letale contro un sospetto in fuga solo quando vi è la probabilità che il sospetto “costituisca una grave minaccia di morte o di gravi lesioni fisiche al funzionario o altri.”

Dopo i fatti di Ferguson, l’estate scorsa, il dibattito sull’uso della forza è spinto da video come questo. Nel mese di gennaio, ad Albuquerque, due agenti di polizia hanno assassinato un uomo senza fissa dimora; i procuratori federali stanno indagando la morte di Eric Garner, morto l’anno scorso a Staten Island, dopo che un agente di polizia lo aveva preso alla gola; un altro video ripreso a Cleveland mostra la polizia che spara a un ragazzino di 12 anni, Tamir Rice, che portava una pistola finta in un parco.

Fonte:
http://popoffquotidiano.it/2015/04/08/usa-un-video-inchioda-il-poliziotto-bianco-assassino/

Usa, ancora un afroamericano ucciso dalla polizia. Nuove proteste a NY

Venerdì 05 Dicembre 2014 11:54

altI numeri parlano chiaro: lo scorso anno sono state più di 500 le persone uccise dalle forze dell’ordine negli Stati Uniti. La maggior parte di loro era afroamericana.

Questa “guerra a bassa intensità” è funzionale a mantenere il controllo sociale sulla comunità nera tramite un utilizzo intenzionale e repressivo degli apparati di sicurezza dello Stato. Negli ultimi mesi, però, questo meccanismo si è inceppato: le prime mobilitazioni di Ferguson e le grandi manifestazioni degli ultimi giorni hanno dimostrato come una larga parte della società americana non sia più disponibile ad accettare questa violenza senza reagire.

Dopo la mancata autorizzazione del Gran Jury di procedere contro il poliziotto che nel luglio scorso ha ucciso Eric Garner soffocandolo, è di ieri la notizia che lunedì scorso la polizia di Phoenix, in Arizona, ha ucciso un altro afroamericano disarmato, Rumain Brisbon di 34 anni, dopo averlo fermato per sospetto spaccio di droga. Peccato che Rumain in tasca avesse solo una scatola di medicine.

La notizia ha innescato una reazione a catena in tutte le maggiori città del paese, che già ieri si erano mobilitate per Eric Garner al grido di “We can’t breathe!”. Proprio a Phoenix almeno 200 persone hanno marciato verso il dipartimento di polizia bloccando il centro cittadino, mentre a Chicago, Denver e Minneapolis sono state bloccate le autostrade intorno alle città. Manifestazioni anche a Oakland, Portland (con numerosi arresti), Dallas, Boston, San Francisco, Boston, Washington (dove un corteo si è diretto verso Capitol Hill) e Seattle (con scontri e aggressioni da parte della polizia).

New York rimane la metropoli in cui le proteste si sono fatte più intense e capillari, con migliaia di persone in strada per due notti di fila. Uno degli obiettivi del corteo della scorsa notte è stato il ponte di Brooklyn, bloccato da centinaia di manifestanti tra cui la madre del 18enne Ramarley Graham, ucciso nel 2012 da un poliziotto nel Bronx. Nel corso della nottata sono stati inoltre bloccati diversi tunnel, la West Side Highway e il terminal dei traghetti a Staten Island, nonostante l’atteggiamento aggressivo della polizia che ha tentato più volte di fermare le proteste sbarrando la strada ai manifestanti e sbattendoli contro le automobili. Cortei e flash mob spontanei sono comparsi in diversi quartieri della città,  e al grido di  “No justice, no peace, no racist police” sono state trasportate delle finte bare con i nomi delle persone uccise dalla polizia.

Il bilancio della nottata è di più di 80 arresti, con l’amministrazione locale in forte imbarazzo e costretta ad appoggiare i motivi della protesta, seppur in maniera strumentale, nel tentativo di fare scemare le mobilitazioni. Non è da escludere che nei prossimi giorni nuovi cortei e iniziative prendano piede in diverse città.

Fonte:

http://www.infoaut.org/index.php/blog/conflitti-globali/item/13432-usa-ancora-un-afroamericano-ucciso-dalla-polizia-nuove-proteste-a-ny