“Piccano ma non peccano”: il Gay Pride in Calabria

26/06/2014
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Era il 1994 quando a Roma sfilò il primo corteo italiano del gay pride, che vide la partecipazione di circa diecimila persone andando ben oltre le aspettative degli organizzatori.

Oggi, a distanza di venti anni esatti, la comunità Lgbtqi (Lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersexual) calabrese porta in strada il suo orgoglio regionale per la prima volta con il “Calabria Pride 2014”. La manifestazione, prevista per sabato 19 luglio con lo slogan “piccano ma non peccano”, chiuderà l’onda nazionale già partita il 7 giugno a Roma, pronta a toccare tutta la penisola con le tappe di Milano, Bologna, Napoli e Palermo.

Come già altre regioni, anche la Calabria è arrivata alla conclusione che un evento pubblico di grande impatto sociale e politico come il Pride possa rappresentare un’opportunità d’incontro e riflessione della comunità, ma soprattutto un’occasione da non perdere per la rivendicazione di diritti e l’abbattimento di pregiudizi. Perché non è semplicemente una parata. Dentro ci sono gli sforzi di dieci anni di associazionismo locale, in una realtà spesso chiusa e impenetrabile.

La macchina organizzativa costituita dalle associazioni Eos (Cosenza), I due mari (Reggio Calabria) e Kaleidos (Catanzaro) nel corso dell’ultimo anno ha organizzato diversi eventi per la sensibilizzazione sui temi dell’orientamento sessuale e delle identità di genere, come mostre fotografiche, dibattiti e laboratori. E la “passeggiata democratica” del 19 luglio rappresenta il più intenso dei finali.

calabria pride

I muri sono difficili da abbattere, richiedono una lunga e faticosa lotta, ancor più ardua quando la barriera da demolire è quella del millenario pregiudizio anti-omosessuale o della diffusa convinzione che in Calabria non ci siano margini di svecchiamento di consuetudini e mentalità. Al motto di ‘’piccano ma non peccano’’ questa manifestazione prova a ribaltare entrambi i concetti e a porsi come cuore pulsante di un cambiamento che possa investire tutto il territorio.

«Il clima che si respira a livello della società civile è sorprendentemente positivo», dice il portavoce Lucio Dattola, «ma con qualche reflusso bipolare. Non mancano le polemiche sollevate da chi accusa aprioristicamente il pride di essere poco più di una carnevalata. Polemiche che paradossalmente giocano a favore della manifestazione perché fanno ulteriormente capire quanto la Calabria abbia bisogno di un pride».

Il logo prescelto come simbolo di questo primo ‘’orgoglio calabrese’’ è un tacco a spillo che richiama provocatoriamente l’immagine delle regione e si pone come tributo ai moti Stonewall, dove la rivendicazione dei diritti gay nacque dalla ribellione della transgender Sylvia Rivera.

Passerella privilegiata di quella che è già stata ribattezzata ‘’a passiata’’ sarà Reggio Calabria, culla di bellezza e illegalità. Un comune commissariato per contiguità mafiose e tuttora senza sindaco che sposa la causa del pride con il patrocinio morale, concesso contro ogni aspettativa dai tre commissari saliti a Palazzo San Giorgio. «I concetti di formazione e cultura, scelti come linee guida programmatiche del documento politico ufficiale del Calabria Pride, non sono da intendersi qui come valori ad appannaggio solo della comunità Lgbtqi, ma come tematiche condivise da tutta la società», puntualizza Lavinia Durantini, presidente di Eos Arcigay Cosenza. «Ancor più in una regione che solo nella cultura può trovare la giusta determinazione per combattere contro mafia e violenza».

Il 18 luglio, vigilia della parata, l’intera Reggio sarà chiamata ad intervenire. Nel centro istituzionale della città, la piazza su cui affacciano i palazzi del Comune, della Regione e della Prefettura, ci sarà un palco su cui affrontare storie di vita con la giornalista Adele Cambria, Porpora Marcasciano, presidente del Movimento italiano transessuale (Mit), e Vanni Piccolo, tra i soci fondatori del Circolo di cultura omosessaule Mario Mieli. Previsto anche una da parte del calabrese Stefano Rodotà, che un anno fa ha sfiorato la poltrona del Quirinale.

Intanto è possibile dimostrare la propria adesione al Calabria Pride aderendo alla campagna “IO CI SONO”: basta inviare una propria foto al gruppo Facebook nato per l’evento per diventare uno dei modelli della campagna pubblicitaria. La foto inviata vi verrà restituita con la scritta in basso “IO CI SONO #Calabriapride2014”. «Il grande successo della campagna pubblicitaria IO CI SONO è la testimonianza di forte sostegno e vicinanza alla causa per cui il comitato Calabria Pride si batte», ricorda Francesco Furfaro di Arcigay Kaleidos Lamezia Terme, «perché la Calabria c’è e il suo orgoglio inizia finalmente a farsi sentire».

 

Fonte:

http://www.linkiesta.it/calabria-pride-2014