Arnaldo Cestaro

ARNALDO CESTARO

Arnaldo Cestaro è nato ad Agugliaro, in provincia di Vicenza, l’11 maggio del 1939. Fin da giovane aveva aderito al Partito Comunista e, nell’estate del 2001 partì per Genova per partecipare alle manifestazioni di protesta contro il G8. Arrivato nel capoluogo, il 21 luglio partecipò alla manifestazioni della mattinata e, verso sera, decise di trascorrere la notte in città ma, non conoscendola, chiese quindi consiglio ad una signora che lo accompagnò alla scuola Diaz. L’irruzione della polizia nella scuola, avvenne pochi minuti prima della mezzanotte mentre diversi ospiti già si erano addormentati. A dare il via all’irruzione è stato per primo il Reparto mobile di Roma seguito poi da quello di Genova e Milano. Alcuni degli ospiti all’interno della scuola, tra i quali numerosi stranieri, riposavano nei sacchi a pelo, stesi nella palestra della scuola. Mark Covell, un giornalista inglese, fu la prima persona che i poliziotti incontrarono al di fuori dell’edificio e fu sottoposto ad una serie di colpi che lo fecero finire in coma. Durante l’irruzione gli agenti di polizia aggredirono violentemente chi si trovava nella scuola, ferendo 82 persone su un totale di 93 arrestati. Tra gli arrestati 63 furono portati in ospedale e 19 furono portati nella caserma della polizia di Bolzaneto. In base alla ricostruzione data nelle successive indagini e sentenze, per tentare di giustificare le violenze avvenute durante la perquisizione (ed in parte la perquisizione stessa) alcuni dei responsabili delle forze dell’ordine decisero di portare all’interno della scuola Diaz delle bottiglie molotov, trovate in realtà durante gli scontri della giornata e consegnate al generale Valerio Donnini nel pomeriggio, oltre a degli attrezzi da lavoro trovati in un cantiere vicino, prove che avrebbero dimostrato la presenza nella scuola di appartenenti all’ala violenta dei manifestanti. Arnaldo quella notte venne portato in ospedale con dieci costole rotte, un braccio e una gamba rotte, la testa piena di ematomi e il corpo pieno di lividi. Cestaro ha accusato le autorita’ italiane di aver violato l’articolo 3 della convenzione europea dei diritti umani che proibisce la tortura e ogni trattamento degradante e umiliante, e l’articolo 13 perché è mancata un’inchiesta efficace per determinare la verità. Il 7 aprile 2015 la Corte di Strasburgo accoglie il ricorso e sancisce che «deve essere qualificato come tortura» quanto compiuto dalle forze dell’ ordine italiane nell’irruzione alla Diaz il 21 luglio 2001, non solo per quanto fatto ad uno dei manifestanti, ma anche perché non ha una legislazione adeguata a punireil reato di tortura. «Tenuto conto della gravità dei fatti avvenuti alla Diaz la risposta delle autorità italiane è stata inadeguata. La polizia italiana ha potuto impunemente rifiutare alle autorità competenti la necessaria collaborazione per identificare gli agenti che potevano essere implicati negli atti di tortura».

 

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