VAL SUSA. DOPO I 190 ANNI DI CARCERE CHIESTI AL MAXIPROCESSO, NO TAV: CI DIFENDEREMO MA LA LOTTA NON SI FERMA

Da il manifesto:

 

Val di Susa. Dopo i 190 anni di carcere chiesti ieri dall’accusa al maxiprocesso

«Sarà la sto­ria a giu­di­carci, la sto­ria che tutti insieme stiamo facendo». Il giorno dopo la requi­si­to­ria dell’accusa al maxi­pro­cesso No Tav, il movi­mento val­su­sino fa qua­drato e rilan­cia la lotta con­tro il super-treno. «Siamo gente testarda, che crede in quello che dice e in quello che fa. Non saranno certo suf­fi­cienti due secoli di con­danne a fer­mare un intero movimento».Le richie­ste dei pm Qua­glino e Pedrotta, per gli scon­tri dell’estate 2011, ammon­tano a 190 anni divisi per 53 impu­tati (da 6 anni a 6 mesi di reclu­sione). L’avvocato Clau­dio Novaro del Legal team No Tav sarà il primo a inter­ve­nire nell’arringa difen­siva, pre­vi­sta nelle pros­sime udienze. «Valuto ina­de­guato — com­menta — l’impianto accu­sa­to­rio per­ché evita qual­siasi con­te­stua­liz­za­zione oltre a espun­gere com­ple­ta­mente il com­por­ta­mento dei poli­ziotti. C’è, invece, una stretta inter­con­nes­sione tra la con­dotta delle forze dell’ordine e quella dei mani­fe­stanti, una con­se­guenza di eventi». Come si sta, allora, pre­pa­rando la difesa? «Andremo in aula con un’articolata con­su­lenza che rico­strui­sce attra­verso i fil­mati il qua­dro cro­no­lo­gico dei fatti, assente nella requisitoria».

Il movi­mento assi­ste i tanti impu­tati o inda­gati nei vari pro­ce­di­menti in corso: «Fa parte del nostro per­corso di resi­stenza non lasciare da solo nes­suno — rac­conta Fran­ce­sco Richetto del Comi­tato di lotta popo­lare di Bus­so­leno — e il nostro soste­gno va ben oltre al sup­porto legale». Come ha rea­gito la Valle alle alte richie­ste dell’accusa? «Non ci aspet­tiamo nulla dai tri­bu­nali, è un pas­sag­gio che dob­biamo affron­tare, con tutti gli osta­coli che com­porta, ma la nostra lotta — spiega Richetto — pro­se­gue indi­pen­den­te­mente dalla que­stione giu­di­zia­ria. Non sono riu­sciti a fer­marci in altri modi, ora pro­vano con la repres­sione penale».
Intanto, il can­tiere del cuni­colo esplo­ra­tivo pro­cede a rilento. Lo scavo del tun­nel della Mad­da­lena non sarà ulti­mato entro il ter­mine peren­to­rio fis­sato dall’Unione Euro­pea del 31 dicem­bre 2015. La Torino-Lione rischie­rebbe così di per­dere 33 milioni di euro di con­tri­buti euro­pei. D’altronde Bru­xel­les è stata chiara: nes­sun con­tri­buto sarà ero­gato per lavori svolti oltre il termine.

 

 

 

Fonte:

http://ilmanifesto.info/no-tav-ci-difenderemo-ma-la-lotta-non-si-ferma/