Sette anni fa il pestaggio ai danni di Emmanuel Bonsu

emmanuel-bonsu-fosterTardo pomeriggio del 29 settembre 2008 a Parma. Nel parco Falcone e Borsellino Emmanuel venne aggredito da quattro vigili in borghese. Gli agenti erano convinti di aver acciuffato un pusher. Quel giorno i poliziotti della municipale si erano appostati, avevano concordato gesti di intesa e quando sono riusciti a mettere le mani sul sospettato non hanno badato al capello: giù con calci pugni e sberle alla cieca. Immobilizzato con un piede in testa e la pistola puntata. Le botte hanno fracassato ad Emmanuel l’orbita sinistra. Botte durante il trasporto al commissariato e botte anche durante l’interrogatorio, il tutto condito da continui insulti razzisti. Uno degli agenti si fece fotografare con Bonsu sanguinante ed ammaccato per i colpi ricevuti. Nei giorni successivi venne portata al giovane ghanese una busta contenente le notifiche degli atti relative al suo fermo su cui c’era scritto Emmanuel negro.
Una testimone che ha assistito alla scena racconterà: “Ho sentito urlare. C’era quel ragazzo per terra con quattro uomini e una donna che lo tenevano fermo. Uno di quel gruppo, racconta la donna, gli ha dato un calcio nel fianco e lui ha urlato. Ho visto che lo portavano via e uno degli uomini è salito sulla sua bici. Il ragazzo ha urlato: ”perché mi portate via la bicicletta?”. A quel punto uno degli agenti gli ha dato un altro pugno nel fianco gridandogli di stare zitto.” Gli otto agenti accusati di sequestro di persona, lesioni, insulti razzisti e minacce sono stati tutti condannati con pene che vanno dai sette anni e nove mesi al vigile che si è fatto ritrarre nella foto con Emmanuel dopo il pestaggio, ai due anni (pena sospesa per la condizionale). Delusa la parte civile che rappresentava Bonsu che si è vista sì riconoscere un diritto al risarcimento del danno e una provvisionale di 135 mila euro ma si è vista respingere dal tribunale la richiesta di riconoscere il comune di Parma responsabile civile per quanto accaduto al ragazzo.

Sono stati condannati anche in appello gli otto vigili urbani di Parma. La pena più alta inflitta dalla giudice della corte d’appello di Bologna, Daniela Magagnoli è per Pasquale Fratantuono, l’agente che si fece fotografare con Bonsu ritratto come un trofeo. Il vigile dovrà scontare 5 anni e 6 mesi di reclusione per lesioni, sequestro di persona e altri reati, con l’aggravante della discriminazione razziale. In appello il giudice lo ha tuttavia assolto dal reato di perquisizione arbitraria su alcuni minori presenti nel Comando dei Vigili quella sera; assoluzione in parte anche dalle accuse di falso. Per questo la pena per lui è stata ridotta: in primo grado prese infatti 7 anni e 9 mesi. La pena più bassa è invece quella per Graziano Cicinato condannato a 2 anni e 10 mesi. Nel suo caso la pena è stata aumentata rispetto al primo grado, in cui gli erano stati dati due anni con pena sospesa. La sospensione condizionale in appello è stata invece revocata (perché la condanna è superiore ai due anni). Cicinato dovrà scontare anche altri otto mesi per il reato di perquisizione arbitraria, reato da cui era stato assolto in primo grado. Il giudice ha anche stabilito che il Comune di Parma non dovrà risarcire la parte civile proprio come era successo in primo grado. Il risarcimento alle vittime è saltato infatti per un errore degli avvocati, un ritardo cioè nel depositare le conclusioni da parte degli avvocati della famiglia di Bonsu. Queste le altre condanne inflitte dalla corte d’appello: Stefania Spotti 5 anni (6 anni e 8 mesi in primo grado); Andrea Sinisi 4 anni (4 anni e 9 mesi in primo grado); Giorgio Albertini 3 anni e 10 mesi (4 anni e 7 mesi in primo grado), anche per lui cadono le accuse di perquisizione arbitraria e in parte di falso; Marco De Blasi 4 anni (3 anni e 4 mesi); Mirko Cremonini 4 anni e 2 mesi (3 anni e 6 mesi in primo grado). Cremonini era l’unico, assieme a Fratantuono, a dovere rispondere anche delle aggravanti, confermate in appello, della discriminazione razziale.

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