Quando tra Assad e l’Isis correva buon sangue

Siria. Dal maggio 2011 con lo scoppio delle prime rivolte e la liberazione dei prigionieri

Dopo l’apertura del pre­si­dente siriano ai bom­bar­da­menti sta­tu­ni­tensi, mirati e coor­di­nati con Dama­sco, con­tro i jiha­di­sti dello Stato isla­mico (Isis) in Siria, il tanto odiato regime di Assad è tor­nato a essere cen­trale per gli inte­ressi Usa in Medio oriente. Non solo Stati uniti e Siria stanno col­la­bo­rando per fer­mare i com­bat­tenti radi­cali dell’Isis, hanno anche qualcos’altro in comune: entrambi hanno con­tri­buito alla nascita e all’ascesa del temi­bile movi­mento jihadista.

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La logica di Assad è molto sem­plice e con­di­visa dalle élite mili­tari di altri stati del Medio oriente: in un con­te­sto di rivolte, è sem­pre utile pun­tare sulla paura gene­ra­liz­zata dell’ascesa di estre­mi­sti e ter­ro­ri­sti. In que­sto modo gli isla­mi­sti mode­rati (i Fra­telli musul­mani siriani per esem­pio), ma anche l’opposizione seco­lare, saranno facil­mente messi in un angolo. Que­sto ha fatto l’esercito egi­ziano, atti­vando i movi­menti sala­fiti in occa­sione delle prime ele­zioni libere del 2012. Per poi accu­sare tutti gli isla­mi­sti di ter­ro­ri­smo ed avere le mani libere per repri­mere i mode­rati Fra­telli musul­mani, lasciando fare ai sala­fiti, diven­tati i prin­ci­pali alleati del gene­rale Abdel Fat­tah al-Sisi.

Alti uffi­ciali vicini ad Assad hanno con­fer­mato que­sta rico­stru­zione. In altre parole, i ter­ro­ri­sti dello Stato isla­mico (Isis) hanno deci­mato l’Esercito libero siriano (Els). «Se que­sti gruppi si scon­trano tra loro, il primo a bene­fi­ciarne è il governo siriano. Quando hai così tanti nemici che si com­bat­tono tra di loro, puoi trarne bene­fi­cio», ha aggiunto la fonte.

Ai mili­tari siriani hanno fatto eco gli Stati uniti. «Il regime di Assad ha gio­cato un ruolo chiave nell’ascesa dell’Isis», ha detto il por­ta­voce del Dipar­ti­mento di Stato, Marie Harf. Assad ha sem­pre negato di aver dato qual­siasi soste­gno all’Isis. Eppure nel mag­gio del 2011, con lo scop­pio delle prime rivolte in Siria, il governo di Dama­sco ha libe­rato dalla pri­gione mili­tare di Sagnaya i prin­ci­pali dete­nuti accu­sati di ter­ro­ri­smo nella prima di una serie di amni­stie. Molti dei pri­gio­nieri libe­rati quel giorno sono ora arruo­lati nelle file dell’Isis. Qual­cosa del genere è avve­nuto anche in Egitto il 28 gen­naio del 2011, quando con l’acqua alla gola per scio­peri e mani­fe­sta­zioni di piazza, la poli­zia sparì dalle strade, men­tre decine di isla­mi­sti radi­cali e dete­nuti comuni lascia­rono le carceri.

Il diplo­ma­tico siriano Bas­sam Bara­bandi ha spie­gato in que­sto modo gli eventi del mag­gio 2011: «Il timore di una pro­lun­gata rivolta per­mise il rila­scio dei pri­gio­nieri isla­mi­sti: sono alter­na­tivi alla con­te­sta­zione paci­fica». Dal 2012 in poi, i gruppi radi­cali, con il soste­gno indi­retto anche degli aiuti mili­tari sau­diti e occi­den­tali, hanno pro­li­fe­rato in Siria: dal fronte al-Nusra alla costola siriana di al-Qaeda fino allo Stato isla­mico (Isis). Quest’ultimo è chia­ra­mente sfug­gito dal con­trollo anche di Assad a tal punto che i jiha­di­sti sono stati impe­gnati non solo in una guerra senza quar­tiere con­tro l’Els ma hanno creato quasi uno stato nello stato. E così l’Isis ha ine­so­ra­bil­mente con­ti­nuato la sua avan­zata, pren­dendo la città set­ten­trio­nale di Raqqa. Il cen­tro, dove molti degli stra­nieri rapiti negli ultimi mesi sono scom­parsi, è diven­tato il quar­tiere gene­rale dei jiha­di­sti. È qui che Abu Bakr al-Baghdadi ha dichia­rato la fon­da­zione del suo calif­fato. Qual­cosa di simile è acca­duto spesso anche nella sto­ria egi­ziana con il ter­ro­ri­smo isla­mi­sta radi­cale inne­scato dalla con­ni­venza con l’intelligence mili­tare (si veda il Sinai).

Dama­sco e Washing­ton da nemici tor­nano a essere amici, que­sta volta con­tro una crea­tura «ter­ri­bile» che hanno entrambi con­tri­buito a far cre­scere ma che è poi sfug­gita al loro controllo.

Fonte:

http://ilmanifesto.info/quando-tra-assad-e-lisis-correva-buon-sangue/