E ora chi si commuoverà per Cristian? Chi si indignerà per l’ennesima morte di un bambino nero di appena 12 anni di una favela carioca?

E ORA CHI SI COMMUOVERÀ PER CRISTIAN? CHI SI INDIGNERÀ PER L’ENNESIMA MORTE DI UN BAMBINO NERO DI APPENA 12 ANNI DI UNA FAVELA CARIOCA? [Guarda il video: https://www.facebook.com/RestoDelCarlinhoUtopia/videos/701979596568149/?video_source=pages_finch_main_video]
Un bambino che stava giocando a pallone nel campetto della favela di Manguinhos, che è scappato quando la polizia ha cominciato a sparare, ma si è fermato per aiutare una donna che era caduta ed in quel momento è stato colpito alla schiena dallo sparo di un poliziotto. Anche in Brasile c’è stata commozione per la foto del corpicino senza vita di Aylan sulla spiaggia di Bodrun. Ma la commozione, così come l’indignazione, è ormai selettiva. Nelle favelas si puo’ morire, anzi, se si muore è meglio… tanto sono tutti banditi e poi bisogna far la guerra alla droga, pensa la gente perbene di un paese ormai assuefatto alla barbarie quotidiana, allo sterminio.

Il Brasile è il paese al mondo con il maggior numero di omicidi, solo nel 2012 le vittime sono state 56.000, 30 mila delle quali giovani tra i 15 ed i 29 anni. Di questo totale di giovani, oltre il 90% erano di sesso maschile ed il 77% neri. La polizia brasiliana è quella che più uccide al mondo: ci sono voluti 30 anni alla polizia degli Stati Uniti per uccidere lo stesso numero di persone che quella brasiliana ha ucciso negli ultimi cinque! Nella sola Rio de Janeiro, la polizia è responsabile di quasi il 16% di tutti gli omicidi commessi in città… e si tratta “solo” dei dati ufficiali. L’impunità, per i poliziotti è la regola.

Lo sterminio della popolazione povera, nera, delle favelas e delle periferie prosegue. Non fa notizia. “Siamo solo gente delle favelas, per loro dobbiamo morire tutti!” Dice la nonna di Cristian nel video realizzato da Patrick Granja del Jornal A Nova Democracia. E forse tra poco meno di un anno, quando la fiaccola dei giochi olimpici si accenderà a Rio de Janeiro, la città delle spiagge, del samba e del futebol… di Cristian non vi ricorderete più nemmeno voi che state leggendo.
[credit video: Jornal A Nova Democracia – https://youtu.be/VSXgfuFUWO8]

Comunicato del Forum Sociale della favela di Manguinhos:
Noi del Fórum Social de Manguinhos – FSM. comunichiamo con dolore, ma principalmente con molto odio, che un altro bambino è stato assassinato dallo stato brasiliano, per mano della polizia dello Stato di Rio de Janeiro.
Intorno alle 10 della mattina di oggi, a seguito di un’incursione delle forze speciali della polizia militare, CORE, BOPE, si sono sentiti i primi spari nella favela di Manguinhos.
Cristian Soares da Silva, di 12 anni, un bambino, nero, come potete immaginare, è stato ucciso dai poliziotti nel corso dell’operazione. Giocava a pallone, attività quotidiana di qualunque bambino, tanto nelle favelas come nelle zone bene della città. La differenza è che nelle zone bene i bambini bianchi non devono scappare per proteggersi dalla polizia, tanto meno dalle pallottole che vengono dai loro fucili.
Christian ha cercato di mettersi in salvo, ma è stato ucciso alle 11.30, vicino al campetto in cui stava giocando a pallone.
Gli abitanti della favela di Manguinhos, conoscendo bene il modus operandi della polizia carioca, hanno tentato di proteggere il corpo e la dignità di Christian (è quello che resta ai favelados quando vengono colpiti).
La difesa del corpo e pertanto della dignità di quel bambino, che non potrà mai più giocare a pallone e crescere, è stata difesa a costo di molta violenza, lacrimogeni e fucili impugnati di fronte a quelli che lì vivono e non sopportano più il massacro di questo maledetto stato genocida.
(ndt. per protezione del corpo si intende l’evitare che i poliziotti, come d’abitudine, rimuovano il cadavere per eliminare prove e per alterare la scena del delitto)
Noi del Forum Sociale di Manguinhos siamo mobilitati insieme agli abitanti della favela perché la favela non resti in silenzio davanti all’ennesima morte.
Cristian, come Matheus, Paulo Roberto, Mauricio Afonso, Johnatha, non sarà dimenticato, come tanti altri che sono caduti per mano di questo maledetto stato genocida.
Continueremo a lottare, in mezzo alle granate e ai fucili puntati sulle nostre facce, e le tante minacce che il nostro popolo soffre ogni giorno.

“Il Resto del Carlinho (Utopia)”
Il Brasile che NON vi raccontano.
Articoli, reportages, video e film raccolti in ordine sparso e tradotti in italiano
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"E ORA CHI SI COMMUOVERÀ PER CRISTIAN? CHI SI INDIGNERÀ PER L'ENNESIMA MORTE DI UN BAMBINO NERO DI APPENA 12 ANNI DI UNA FAVELA CARIOCA? [Guarda il video: https://www.facebook.com/RestoDelCarlinhoUtopia/videos/701979596568149/?video_source=pages_finch_main_video] Un bambino che stava giocando a pallone nel campetto della favela di Manguinhos, che è scappato quando la polizia ha cominciato a sparare, ma si è fermato per aiutare una donna che era caduta ed in quel momento è stato colpito alla schiena dallo sparo di un poliziotto. Anche in Brasile c'è stata commozione per la foto del corpicino senza vita di Aylan sulla spiaggia di Bodrun. Ma la commozione, così come l'indignazione, è ormai selettiva. Nelle favelas si puo' morire, anzi, se si muore è meglio... tanto sono tutti banditi e poi bisogna far la guerra alla droga, pensa la gente perbene di un paese ormai assuefatto alla barbarie quotidiana, allo sterminio. Il Brasile è il paese al mondo con il maggior numero di omicidi, solo nel 2012 le vittime sono state 56.000, 30 mila delle quali giovani tra i 15 ed i 29 anni. Di questo totale di giovani, oltre il 90% erano di sesso maschile ed il 77% neri. La polizia brasiliana è quella che più uccide al mondo: ci sono voluti 30 anni alla polizia degli Stati Uniti per uccidere lo stesso numero di persone che quella brasiliana ha ucciso negli ultimi cinque! Nella sola Rio de Janeiro, la polizia è responsabile di quasi il 16% di tutti gli omicidi commessi in città... e si tratta "solo" dei dati ufficiali. L'impunità, per i poliziotti è la regola. Lo sterminio della popolazione povera, nera, delle favelas e delle periferie prosegue. Non fa notizia. "Siamo solo gente delle favelas, per loro dobbiamo morire tutti!" Dice la nonna di Cristian nel video realizzato da Patrick Granja del Jornal A Nova Democracia. E forse tra poco meno di un anno, quando la fiaccola dei giochi olimpici si accenderà a Rio de Janeiro, la città delle spiagge, del samba e del futebol... di Cristian non vi ricorderete più nemmeno voi che state leggendo. [credit video: Jornal A Nova Democracia - https://youtu.be/VSXgfuFUWO8] Comunicato del Forum Sociale della favela di Manguinhos: Noi del Fórum Social de Manguinhos - FSM. comunichiamo con dolore, ma principalmente con molto odio, che un altro bambino è stato assassinato dallo stato brasiliano, per mano della polizia dello Stato di Rio de Janeiro. Intorno alle 10 della mattina di oggi, a seguito di un'incursione delle forze speciali della polizia militare, CORE, BOPE, si sono sentiti i primi spari nella favela di Manguinhos. Cristian Soares da Silva, di 12 anni, un bambino, nero, come potete immaginare, è stato ucciso dai poliziotti nel corso dell'operazione. Giocava a pallone, attività quotidiana di qualunque bambino, tanto nelle favelas come nelle zone bene della città. La differenza è che nelle zone bene i bambini bianchi non devono scappare per proteggersi dalla polizia, tanto meno dalle pallottole che vengono dai loro fucili. Christian ha cercato di mettersi in salvo, ma è stato ucciso alle 11.30, vicino al campetto in cui stava giocando a pallone. Gli abitanti della favela di Manguinhos, conoscendo bene il modus operandi della polizia carioca, hanno tentato di proteggere il corpo e la dignità di Christian (è quello che resta ai favelados quando vengono colpiti). La difesa del corpo e pertanto della dignità di quel bambino, che non potrà mai più giocare a pallone e crescere, è stata difesa a costo di molta violenza, lacrimogeni e fucili impugnati di fronte a quelli che lì vivono e non sopportano più il massacro di questo maledetto stato genocida. (ndt. per protezione del corpo si intende l'evitare che i poliziotti, come d'abitudine, rimuovano il cadavere per eliminare prove e per alterare la scena del delitto) Noi del Forum Sociale di Manguinhos siamo mobilitati insieme agli abitanti della favela perché la favela non resti in silenzio davanti all'ennesima morte. Cristian, come Matheus, Paulo Roberto, Mauricio Afonso, Johnatha, non sarà dimenticato, come tanti altri che sono caduti per mano di questo maledetto stato genocida. Continueremo a lottare, in mezzo alle granate e ai fucili puntati sulle nostre facce, e le tante minacce che il nostro popolo soffre ogni giorno. "Il Resto del Carlinho (Utopia)" Il Brasile che NON vi raccontano. Articoli, reportages, video e film raccolti in ordine sparso e tradotti in italiano http://carlinhoutopia.wix.com/carlinhonews seguici anche sulla pagina Facebook: https://www.facebook.com/RestoDelCarlinhoUtopia"