Caporalato, morto il bracciante tarantino in coma: era concittadino di Paola Clemente

Arcangelo De Marco, di San Giorgio Jonico, è stato colto dal malore un mese fa mentre era al lavoro a Metaponto. Per i due lavoratori scomparsi aperta un’inchiesta. Quattro vittime pugliesi nell’agricoltura

E’ morto nell’ospedale San Carlo di Potenza – dove era ricoverato da oltre un mese – Arcangelo De Marco, il bracciante di 42 anni di San Giorgio Jonico (Taranto) colpito da un malore nelle campagne di Metaponto, il 5 agosto scorso, mentre lavorava all’acinellatura dell’uva. L’uomo era in coma. Ed era concittadino di Paola Clemente, la donna morta – sempre dopo aver accusato un malore – nelle campagne di Andria, a 49 anni, lo scorso 13 luglio. Entrambi lavoravano nei vigneti.

Sia nel caso di De Marco sia in quello di Clemente sono state aperte inchieste. Per la donna è stato il marito Stefano Arcuri a sporgere denuncia e interessare così la Procura di Trani, che ha iscritto nel registro degli indagati sia il titolare dell’azienda per cui lavorava Clemente sia il responsabile della ditta di trasporti che l’aveva portata da San Giorgio Jonico e l’autista che guidava l’autobus.

La morte nei campi si aggiunge a un lungo elenco che ha funestato l’estate pugliese: sotto il sole cocente di Nardò ha perso la vita un immigrato, stessa sorte per un tunisino a Polignano a Mare (anche in questo caso è stata aperta un’inchiesta). Una situazione che ha scoperchiato la realtà feroce del caporalato in Puglia: sono scattati i controlli per verificare la legalità del lavoro dei campi – soprattutto per le assunzioni dei braccianti – e il ministro alle Politiche agricole, Maurizio Martina, si è impegnato per approvare al più presto un testo di legge.

L’obiettivo è comparare il caporalato all’attività mafiosa, dato che l’idea di partenza della futura legge è l’immediata confisca dei beni per le aziende che sfruttano il lavoro nero nei campi. Intanto la commissione d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro del Senato sta avviando un’indagine sulla morte di Paola Clemente e delle altre vittime del caporalato.