Ciao, Marco!

(Marco è il compagno in piedi a sinistra. Pubblico questa foto perchè riguarda il giorno in cui ci siamo conosciuti. Foto: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=572015309505526&set=a.143044635735931.15997.100000911853153&type=1&theater)

Quando muore un compagno si ha un grande dispiacere. Ma quando muore un compagno che sentivi come un fratello, anche se per l’età poteva essere più un padre, è un colpo al cuore. Apprendo oggi della scomparsa improvvisa, alcuni giorni fa, del compagno anarchico Marco Pacifici. Marco non era solo uno degli autori de La Strage di Stato, testo classico sulla strage di Piazza Fontana, era molto più di questo. Era un uomo generoso, che amava molto i compagni, soprattutto i giovani, che chiamava tutti suoi figli, lui che figli biologici non aveva potuto averne. Ma di quelle torture subite a cui a volte accennava non è mai stato detto. Ora questo non ha importanza. Il compagno Marco è volato via e un po’ mi sento in colpa perché da tempo non gli scrivevo più ne l’ho più chiamato come all’inizio quando lo cercavo come un maestro di resistenza. Mi rincuora di avere avuto la fortuna di incontrarlo una volta, un paio di anni fa, alla presentazione di un libro che è un pezzo di storia e di memoria: un pomeriggio memorabile insieme a altri compagni giovani e meno giovani, generazioni unite dalla memoria e dalla resistenza. Resistenza, già, perché per una curiosa coincidenza tu eri nato il 25 aprile e ci scherzavi sul fatto che fossi nato proprio nel giorno della Liberazione. Hai sempre lottato contro le ingiustizie dello Stato da quando eri un ragazzino, contro il carcere che ha rubato alcuni anni della tua gioventù e negli ultimi tempi contro le ingiunzioni di pagamenti non dovuti. Ci mancherai tanto.
Ciao, monello! Non ti dimenticherò mai!

 

D. Q.