Da Tripoli a Malmoe in 16 giorni e per 5mila euro

TOPSHOTS Migrants arrive on the shore of Kos island on a small dinghy on August 19, 2015. Authorities on the island of Kos have been so overwhelmed that the government sent a ferry to serve as a temporary centre to issue travel documents to Syrian refugees -- among some 7,000 migrants stranded on the island of about 30,000 people. The UN refugee agency said in the last week alone, 20,843 migrants -- virtually all of them fleeing war and persecution in Syria, Afghanistan and Iraq -- arrived in Greece, which has seen around 160,000 migrants land on its shores since January, according to the UN refugee agency.  AFP PHOTO / ANGELOS TZORTZINISANGELOS TZORTZINIS/AFP/Getty Images ORG XMIT:

(di Lorenzo Trombetta, ANSA). Dalle coste libanesi alla Svezia in 16 giorni e per un costo di circa 5mila euro: Ahmad N., siriano in fuga dalla guerra nel suo Paese, ha trovato lavoro dopo pochi giorni dal suo arrivo rocambolesco nei sobborghi della cittadina svedese di Malmo. E ai parenti e amici rimasti oltremare ha inviato dal suo telefonino foto e racconti di un inaspettato “successo” in terra straniera.

Da un’altra terra straniera, il Libano, Ahmad è scappato a metà agosto con uno dei figli. Oltre alla moglie e ad altri due figli, il 33enne manovale siriano ha lasciato dietro di sé una tenda di plastica e cartone dove da due anni era stato costretto a sopravvivere dopo la sua fuga disperata da Homs.

Un tempo terza città siriana e principale polo industriale del Paese, Homs dal 2012 è stata devastata dalla repressione governativa delle manifestazioni popolari che un anno prima erano scoppiate inedite in varie città siriane.

Il conflitto che ne è seguito è costato la vita, secondo stime Onu, a oltre 220mila persone e ha causato l’esodo di milioni di siriani.

Il vaso dei Paesi confinanti che hanno dovuto subire l’afflusso massiccio di profughi è ormai debordato e sta invadendo il Mediterraneo e l’Europa.

“Il viaggio inizia a Beirut”, racconta all’ANSA Nidal, parente di Ahmad, ancora in attesa di partire dal nord del Libano. “Ci si ritrova di notte per andare con i mezzi pubblici fino a Tripoli”, continua Nidal riferendosi al principale porto nel nord del Paese. Da qui inizia l’avventura per mare. “All’inizio – prosegue Nidal – su ogni barca c’erano 20-25 passeggeri. Nelle ultime settimane, visto che l’affare funziona e le richieste si sono moltiplicate le barche partono anche con 125 persone a bordo”.

In Libano, paese grande quanto l’Abruzzo e con una popolazione di meno di quattro milioni di abitanti, ci sono più di un milione di siriani. I politici al governo a Beirut, direttamente o indirettamente coinvolti nel conflitto siriano, hanno per anni fatto finta di non vedere il problema.

Le inevitabili ripercussioni sul delicato equilibrio libanese si sono fatte sentire. E nei mesi scorsi Beirut ha introdotto delle norme draconiane per limitare l’afflusso e la presenza dei siriani in Libano.

Solo ad agosto, centinaia di famiglie di profughi accampate sul litorale vicino Tripoli sono state sgomberate con la forza dai militari libanesi. Molte famiglie, con donne e bambini anche molto piccoli, hanno dormito per settimane all’addiaccio, altre si sono spostate in montagna ma sempre in condizioni disperate.

“Non ci vogliono in Libano. In Siria non possiamo tornare, prenderemo la via del mare”, avevano detto alcuni di loro lo scorso luglio. “La prima tratta in nave, fino a Mersin, in Turchia, dura venti ore”, riprende Ahmad mentre consulta il gruppo creato su WhatsApp di amici e parenti in attesa di partire.

“Per arrivare fino in Svezia ci vogliono 5.300 euro e 16 giorni. Si passa per l’isola di Samo, poi Atene, la Macedonia, Belgrado, l’Ungheria. Quindi Austria e Germania e c’è chi continua fino alla Svezia”.

Ahmad dice che voleva partire, ma anche che non aveva soldi. “Mi hanno offerto di guidare la barca. Lo scafista non sale a bordo, indica la rotta e ti dice di andar sempre dritto, indicando col dito un punto nell’orizzonte dove dovrebbe esserci la costa turca”.

Il cellulare di Ahmad lo avverte di nuovi messaggi da oltremare. “Mi raccontano di attese interminabili su isole greche, attorno a una chiesa. Di barche ferme per ore in mezzo al mare perchè è finita la benzina”.

Ma anche di “sentieri nel bosco in Serbia”, c’è “chi si perde e torna mille volte al punto di partenza” e chiama ridendo gli amici: “pazienza, domani riuscirò a passare il confine!”. (ANSA, 9 settembre 2015).

 

 

Fonte:

http://www.sirialibano.com/short-news/da-tripoli-a-malmoe-in-16-giorni-e-per-5mila-euro.html