La strage di Piazza Fontana

PIAZZA FONTANA

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PIAZZA FONTANA

PIAZZA FONTANA

PIAZZA FONTANA

Sceneggiatura: Francesco Barilli
Disegni: Matteo Fenoglio
Caratteristiche: 192 pagine, brossura, b/n

 

Milano, 12 dicembre 1969. A metà pomeriggio la Banca Nazionale dell’Agricoltura in Piazza Fontana è ancora affollata per le contrattazioni del mercato agricolo e del bestiame, che per tradizione si tengono di venerdì. Alle 16 e 37, nel salone principale dell’edificio, esplode una bomba collocata per provocare il più alto numero di vittime: al piano terra, sotto il tavolo che si trova al centro della stanza, di fronte agli sportelli. Il bilancio finale è di 17 morti e decine di feriti. L’esplosione segna l’inizio della strategia della tensione e apre il sipario sui dieci anni più controversi e bui della più recente storia italiana.

“Quella strage, quelle trame antidemocratiche, imposero alla democrazia italiana una prova da superare: saper guardare dentro a se stessa e guarire dal suo male o accettare di conviverci e farsene consumare. Quella prova la democrazia italiana non ha saputo superarla: c’è un debito di verità e giustizia da assolvere, ma la Repubblica non è mai riuscita a saldarlo.” dalla prefazione di Aldo Giannuli

 

 

Fonte:

http://www.beccogiallo.org/shop/edizioni-beccogiallo/28-piazza-fontana.html

 

 

[Eduardo M. Di Giovanni
Marco Ligini
Edgardo Pellegrini]


LA STRAGE DI STATO
Controinchiesta

 

dalla controcopertina

Leggere La strage di Stato serve a capire l’oggi, da dove viene questo paese, da quali storie sorge il presente, di quali infamie sia capace il potere pur di conservarsi. Un libro, ma soprattutto un metodo. Consigliato ai giovani, ove volessero iniziare a pensare con la propria testa, e a quelli che non lo sono più perché misurino la strada percorsa.
Un libro, dunque, non per “ricordare”, perché il metodo di cui si tratta non è l’esercizio della “memoria” – costa moltissimo coltivarla e dura sempre troppo poco – ma un modo di guardare il presente. Una diffidenza vigile, una convinzione non contingente delle proprie ragioni, un interrogarsi costante. Guardare con gli occhi bene aperti, non credere alle favole dei media, imparare a distinguere sempre (tra il compagno ingenuamente estremista e l’agente provocatore infiltrato, per esempio!).

Perché l’antagonismo ha bisogno di intelligenza, soprattutto. Di “rabbia” è fin troppo pieno questo schifo di mondo.

Fonte:

http://www.odradek.it/Schedelibri/stragestato.html