Cos’è successo a Stefano Gugliotta?

L’ 8 maggio 2010 il programma “Chi l’ha visto?” diffonde il video di un gruppo di celerini intento a pestare due ragazzi su un motorino. Siamo a Roma Nord, quartiere Flaminio nel dopo partita di Roma – Inter e la sconfitta dei giallorossi ha scatenato la rabbia dei tifosi che ingaggiano un violento scontro con la polizia. Nei paraggi di via Pinturicchio, una delle vie nei dintorni dello stadio, circola una squadra di celerini a caccia di tifosi in fuga o nascosti. Stefano Gugliotta, 21 anni, transita proprio in quel momento a bordo di uno scooter insieme a un amico. Un poliziotto del reparto mobile, a piedi, gli taglia la strada e lo ferma. Senza alcun preavviso comincia a colpirlo col manganello e a tempestarlo di pugni. L’amico scappa terrorizzato e lascia Gugliotta in balia del celerino. Arrivano altri poliziotti, lo circondano e continuano. Al quinto piano di un condominio, un uomo riprende la scena con il cellulare; le immagini sono confuse e mosse, ma si sentono distintamente le urla dei poliziotti, i colpi di manganello, le implorazioni di Stefano che supplica di smetterla. Altri residenti affacciati protestano vigorosamente, ma i poliziotti non accennano a smetterla. Dopo pochi minuti Stefano si ritrova ammanettato in un furgone della polizia penitenziaria in stato di arresto e condotto in carcere.
Per una settimana i suoi genitori non sapranno nulla di lui, se non che sul figlio pende una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale e che, di questi sette giorni, ne ha trascorsi tre in isolamento.
Dal punto di vista legale su Gugliotta pende l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale: nello specifico, è accusato di aver iniziato lui la colluttazione, circostanza clamorosamente smentita dal video. Ci vorranno diversi giorni prima che la Procura riconosca che Gugliotta è stato vittima di un abuso da parte di un agente di polizia che, come mostrano le immagini, ha deliberatamente colpito il giovane con un pugno in faccia.
Qui il video trasmesso alcuni mesi fa nella trasmissione Morti di Stato di PresaDiretta:

Venerdì 9 maggio 2014, a quattro anni dai fatti, verrà emessa la sentenza del processo di primo grado. Acad, l’Associazione contro gli abusi in divisa, sarà come sempre in questi casi vicina alla famiglia.

Fonte:

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