Aziz Amiri

 

AZIZ AMIRI (6 FEBBRAIO 2010)

Il caso di Aziz Amiri è emerso per merito di Hillary Clinton, segretaria del dipartimento di Stato americano, che nel rapporto annuale sui diritti umani nel mondo ha dedicato un capitolo all’Italia.
Aziz, in Italia da poco più di un mese senza permesso di soggiorno e ospite a Bergamo da un fratello, la sera del 6 febbraio 2010 era in auto con un suo connazionale a Mornico al Serio. Un auto dei carabinieri si ferma a pochi centimetri di distanza dalla Peugeot, bloccandone la via di fuga verso il retro ritenendo che i due si trovassero sul posto per spaccio. I due militari, in borghese, scendono dalla volante e si posizionano all’altezza delle portiere anteriori dell’auto dei due ragazzi marocchini. I carabinieri dichiarano che il loro intento è quello di fare un semplice appostamento, invece decidono di intervenire senza che sia chiaro il motivo. A questo punto il conducente della Peugeot avrebbe ingranato la retro e avrebbe dato inizio ad un tentativo di speronamento della Fiat Punto per aprirsi un varco, il carabiniere avrebbe perso l’equilibrio e sarebbe caduto a terra. La Peugeot continuava nelle sue manovre per cercare di fuggire e il carabiniere che si sarebbe visto in pericolo avrebbe a quel punto impugnato la pistola semiautomatica. Ci sono due elementi abbastanza rilevanti che non sono stati approfonditi dall’inchiesta nelle ore successive ai fatti. La Beretta calibro 9 da cui è partito il colpo che ha ucciso Aziz Amiri non è un’arma di ordinanza in dotazione ai carabinieri. La pistola è un’arma personale che il militare avrebbe portato con sé durante l’operazione di quella sera. Il secondo elemento è la scomparsa del conducente della Peugeot, il ragazzo che era in auto con Aziz ovvero l’unico vero testimone della vicenda oltre naturalmente ai due carabinieri. Inspiegabilmente dopo l’uccisione di Aziz è riuscito a dileguarsi sotto il naso dei due militari. Altro dato rilevante: il carabiniere nella sua ricostruzione dice che al momento della caduta sarebbe partito uno sparo accidentale che avrebbe ucciso Aziz. Un testimone, che non sarà mai ascoltato, dice testualmente: “Ho sentito esplodere i tre colpi,loro lì dopo… dopo dicevano l’hai ammazzato, l’hai ammazzato…. Qualcosa del genere”. Le indagini nei confronti del carabiniere indagato per omicidio colposo nei confronti di Aziz sono state affidate agli stessi carabinieri e i rilievi balistici al Ris di Parma, sezione dell’Arma dei Carabinieri.

 

 

Fonte:

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