Sessualità alternative, BDSM e parafilie: ne parlo con Ayzad

 

 

 

 

 

 

(https://ayzad.com/bio/)

1) Come è nato il tuo interesse per le sessualità alternative?

Credo si tratti semplicemente di una delle tante espressioni della curiosità che ho sempre avuto nei confronti di tutto – che poi è lo stato naturale di ogni persona fin dall’infanzia. In tutta sincerità, trovo incredibile che non sia un interesse che hanno tutti!
Il primo incontro con l’argomento è stato – prima ancora di sapere cosa diavolo fosse il sesso in generale – attraverso i fumetti controculturali degli anni ’70 e i disegni animati di Penelope Pitstop, che erano un’apologia non so quanto inconsapevole del bondage. Poi sono arrivate letture più o meno intellettuali, video, incontri con persone esperte e praticanti, viaggi, conferenze, eventi… e sto ancora scoprendo un sacco di cose interessanti.

2) Perché hai deciso di diventare un divulgatore in questo campo?

Inizialmente ero semplicemente “quello che ne sa”, a cui sempre più persone venivano a chiedere informazioni. Poi mi sono reso conto di quanto ciò che avevo imparato avesse migliorato la mia qualità di vita, e ho pensato che sarebbe stato utile semplificare quella degli altri risparmiando loro tutti gli errori, gli equivoci e l’ignoranza che avevano danneggiato me. Infine, appena pubblicato il mio primo libro ho cominciato a ricevere talmente tanti messaggi di ringraziamento da parte di chi grazie al mio lavoro aveva finalmente trovato la serenità… che non ho più avuto il cuore di cambiare mestiere.

3) Hai scritto due manuali sul BDSM. Perché hai scelto di soffermarti in particolare su questo argomento?

Un po’ perché è il tipo di arte erotica che apprezzo di più anche nella vita privata, e un po’ perché raccoglie quasi tutti i principi e la cultura delle sessualità alternative.

4) Ne Il dizionario del sesso insolito hai stilato un glossario sulle parafilie. Com’è nato questo libro?

Dallo shock che ho provato partecipando al mio primo convegno di sessuologia, in cui mi sono reso conto dell’esistenza di due mondi che non si sapevano parlare: i professionisti da una parte, e i praticanti dall’altra. Gran peccato, fra l’altro, perché entrambi i gruppi avrebbero moltissimo da insegnarsi l’un l’altro. Quel libro ha quindi la funzione di “stele di Rosetta” – ma con la riedizione in formato digitale, che contiene più di 10.000 link interni, è diventato anche quasi un videogame in cui si può saltare da una voce all’altra alla scoperta di un universo praticamente infinito.

5) Ti consideri una persona sex-positive?

Assolutamente sì. Tanto che ho scritto perfino il Manifesto degli esploratori sessuali, che in sostanza raccoglie in un unico documento tutti i principi della sex positivity.

6) C’è qualcosa che vorresti aggiungere?

Non ti conviene, perché quando comincio a parlare di questi argomenti tendo a non smetterla più! La cosa migliore è invitare chi ci legge a visitare il mio sito, dove potranno trovare moltissimi articoli, podcast, video e risorse per approfondire il tema dell’eros insolito.