151 LE VITTIME PALESTINESI MENTRE LA SITUAZIONE SANITARIA DI GAZA E’ SEMPRE PIU’ CRITICA

 

12 lug 2014

by Redazione

Dopo il lancio di razzi su Tel Aviv, annunciato e celebrato da Hamas, scatta la rappresaglia di Tel Aviv contro una moschea di Gaza city

Palestinians gather around a house which police said was destroyed in Israeli air strikes in Khan Younis in the southern Gaza Strip, 8 July. Eight persons, including six children, were killed. (Ramadan El-Agha / APA images)

Palestinians gather around a house which police said was destroyed in Israeli air strikes in Khan Younis in the southern Gaza Strip, 8 July. Eight persons, including six children, were killed. (Ramadan El-Agha / APA images)

 

Giorno 4 – venerdì 11 luglio

Giorno 3 – giovedì 1o luglio

Giorno 2 – mercoledì 9 luglio

Giorno 1 – martedì 8 luglio

 

AGGIORNAMENTO ORE 23 – 151 MORTI, ESPLODE LA VIOLENZA A GERUSALEMME. CONFERMATO L’AVVISO DI EVACUAZIONE PER IL NORD DELLA STRISCIA DI GAZA. IDF: “NOI PAESE DISCIPLINATO, MISURA ALTAMENTE MORALE”

Il numero delle vittime palestinesi è salito a 151, dopo il raid che a Gaza City ha causato la morte di 16 persone – tra cui donne e bambini – in una moschea e in un’abitazione privata. Ci sarebbero anche alcune persone intrappolate sotto le macerie. Due razzi in provenienza dal Libano sono caduti nella Galilea occidentale e Israele ha aperto il fuoco oltreconfine. Esplode la violenza a Gerusalemme, con scontri tra esercito israeliano e dimostranti palestinesi a Issawiya, at-Tur e Qalandiya.

Le autorità militari israeliane hanno confermato che presto verrà diffuso l’avviso di evacuazione per i residenti del nord della Striscia di Gaza: secondo un alto ufficiale israeliano intervistato da Haaretz sarebbe proprio da lì che viene sparata la maggior parte dei razzi diretti in Israele. Secondo l’ufficiale, la popolazione verrà avvertita via media, telefono e volantini e una volta ripulita la zona dai civili, l’esercito rimuoverà alcune delle restrizioni alle varie unità, intensificando gli attacchi aerei. ”Questa – ha dichiarato l’ufficiale – è una misura altamente morale… L’evacuazione consente una maggiore libertà di azione nella zona. Noi, da paese disciplinato, emetteremo segnalazioni prima di colpire coloro che vogliono uccidere i nostri cittadini”.

AGGIORNAMENTO ORE 22.00

 Un nuovo raid aereo israeliano ha causato stasera a Gaza City almeno altri 15 morti, portando il totale delle persone uccise oggi nella Striscia a 45 (circa 150 da lunedì), secondo le stime dei servizi di soccorso medico locali palestinesi. L’attacco ha colpito un edificio e una moschea.

 

AGGIORNAMENTO ORE 20.30 – 135 VITTIME, 950 FERITI A GAZA. DUE RAZZI INTERCETTATI SU TEL AVIV, HAMAS: “ASPETTIAMO UN’OFFERTA PER UN CESSATE IL FUOCO”

Il bilancio delle vittime palestinesi a cinque giorni dall’inizio dell’operazione “Bordo protettivo” contro Gaza è di 135 morti: lo riferisce al-Jazeera. Gli ultimi raid dell’aviazione israeliana hanno avuto come obiettivi 4 militanti di Hamas e della Jihad Islamica che, secondo quanto riporta Haaretz, “stavano lanciando razzi contro Israele” e la casa di un dirigente di Hamas dove, sempre secondo Haaretz, erano nascosti dei lanciarazzi. Anche la casa di un miliziano della Jihad Islamica, Radwan Tapash, è stata colpita.

Continua intanto il lancio di razzi verso Israele. Haaretz riporta che due missili sono stati appena intercettati nei cieli di Tel Aviv. Sami Abu-Zuhri, portavoce di Hamas, ha dichiarato che il gruppo deve ancora ricevere una “offerta concreta” per quanto riguarda un cessate il fuoco. ”Non stiamo elemosinando una tregua.  Se dovessimo ricevere una proposta seria – ha aggiunto – la studieremo e daremo una risposta. Ma nel frattempo, le forze della resistenza continueranno a combattere l’occupazione”.

Secondo la tv israeliana Canale 10, Israele ordinerà stanotte a parte degli abitanti ‪di ‎Gaza‬ di lasciare le proprie case perché quelle aree saranno zona di combattimento.

AGGIORNAMENTO ORE 18:30 LA TV AL-MAYADEN: “IL BILANCIO DELLE VITTIME PALESTINESI SALE A 133″

 Secondo quanto riferisce la tv al-Mayadeen le vittime palestinesi sarebbero salite a 133. 950 i feriti.

Intanto a Ramallah si è riunita la dirigenza del Comitato politico dell’OLP. Tra i temi discussi la richiesta di protezione internazionale. A Londra il Ministro degli Esteri britannico,William Hague, ha dichiarato che Inghilterra, Stati Uniti, Francia e Germania si incontreranno domani per discutere della possibilità di un cessate il fuoco a Gaza.

Secondo quanto riferito dai media israeliani le sirene sono risuonate ad Ashkelon ed Ashdod. Un missile avrebbe, invece, provocato due feriti a Rishon LeTzion. Due esplosioni si sono udite a Gerusalemme mentre quattro razzi sono caduti  in Cisgiordania nella zona di Hebron e Betlemme.

L’Aviazione israeliana ha annunciato di non riuscire a portare a termine la missione da sola. A dirlo è il canale 10 israeliano.

AGGIORNAMENTO ORE 16:40 ABU ZUHRI (HAMAS): “NESSUNA TREGUA SE L’AGGRESSIONE CONTINUA”

La tv al-Mayadeen riporta le parole pronunciate poco fa dal portavoce di Hamas, Abu Zuhri: “non c’è possibilità di una tregua se l’aggressione israeliana continua. Chi parla di calma è solo la stampa israeliana, ma non è la nostra posizione. L’attacco israeliano ha superato tutte le linee rosse. A Gaza sta avvenendo una guerra di sterminio”. Abu Zuhri ha poi aperto alle altre forze palestinesi: “siamo d’accordo con la proposta della Jihad islamica di convocare un incontro palestinese allargato”. E sull’ANP ha detto: “l’autorità palestinese deve assumersi le responsabilità e sentirsi ingannata dalla posizione araba”. Ha poi minacciato Tel Aviv: “non siamo né deboli né in crisi. Anzi, nei prossimi giorni dimostreremo che ad esserlo è l’Occupazione [Israele,ndr]”.

Tra i sei morti palestinesi  nel raid a Sheykh Radwan a Gaza, ci sono anche 2 nipoti dell’ex Premier di Hamas, Ismail Haniyeh. 20 sono stati i feriti. Sirene sono suonate nuovamente a Ashkelon e Hof Hashkelon

AGGIORNAMENTO ORE 15:10 127 PALESTINESI UCCISI. 940 I FERITI

Un raid militare israeliano nel quartiere di Shaykh Radwan a Gaza ha provocato la morte di 6 persone. Il bilancio dei palestinesi uccisi da stamattina sale a 21 vittime. Il Ministero della Salute a Gaza ha detto che i morti totali sono 127. 940 sono i feriti.

Continua il lancio di razzi su Israele. Due missili sono esplosi vicino a Eshkol. Altri tre sono caduti a Sha’ar HaNeghev. In entrambi i casi non si registrano danni. 3 feriti israeliani si registrano a Netivot in seguito alla caduta di un missile su una casa. A riferirlo sono i media israeliani.

Le Brigate al-Qassam dichiarano di aver colpito l’aeroporto di Tel Aviv “Ben Gurion”. Notizia però che non trova conferma da parte israeliana.

L’esercito di Tel Aviv ha detto che finora sono stati sparati dalla Striscia di Gaza 36 razzi dei quali due sono stati intercettati dall’Iron Dome. 19 sono invece esplosi nella zona di Eshkol.

AGGIORNAMENTO ore 14.45 – RIAPERTO IL VALICO DI RAFAH

Stamattina il valico di Rafah è stato riaperto dalle autorità egiziane per permettere l’evacuazione di feriti gravi, gazawi con cittadinanza egiziana e internazionali. Dall’Egitto sono arrivati anche aiuti umanitari alla Striscia. Il valico era stato aperto giovedì (erano passate solo 11 persone) e poi di nuovo chiuso venerdì.

AGGIORNAMENTO ore 14.15 –  CINQUE MORTI PALESTINESI IN UN ATTACCO ISRAELIANO A GAZA CITY

AGGIORNAMENTO ore 13 – AL ARABIYA: “MORTI DUE SOLDATI ISRAELIANI, DOPO INGRESSO A GAZA”

Secondo alcuni media arabi, tra cui al Arabiya, ieri notte truppe speciali israeliane sono entrate via terra a nord della Striscia e avrebbero ingaggiato un conflitto a fuoco con miliziani palestinesi. Sia le Brigate Al Qassam (Hamas) che le Brigate Al Quda (Jihad Islamica) hanno rivendicato l’azione in cui sarebbero morti due soldati israeliani.

AGGIORNAMENTO ore 12.15 – ISRAELE: “COLPITA UNA MOSCHEA PERCHE’ CONTENEVA ARMI”

Il portavoce dell’esercito israeliano ha detto che l’aviazione ha colpito ieri notte una moschea al centro di Gaza perché probabilmente conteneva armi. In cinque giorni di operazione militare Israele ha compiuto oltre 1.160 bombardamenti aerei e ha ucciso oltre 120 persone, di cui moltissimi bambini.

AGGIORNAMENTO ore 12 – MINISTRO DELLA DIFESA: “L’OPERAZIONE PROSEGUIRA’ A LUNGO”. LUNEDì AL CAIRO SI INCONTRANO I PAESI ARABI

Il ministro della Difesa israeliano Moshe Ya’alon ha incontrato oggi i funzionari di esercito, Shin Bet e Ministero per organizzare i prossimi giorni di offensiva: “Ci stiamo preparando  per molti altri giorni di combattimento e proseguiremo nel promuovere i nostri obiettivi: colpire Hamas e altre organizzazioni terroristiche per riportare pace e sicurezza ai cittadini di Israele”.

Lunedì i ministri degli Esteri dei paesi arabi si incontreranno al Cairo per discutere dell’escalation di violenza tra Hamas e Israele. A chiedere il meeting è stato il Kuwait, attuale presidente della Lega Araba.
AGGIORNAMENTO ore 11.30 – LE NAZIONI UNITE DIVISE SULLA CRISI DI GAZA

Prosegue in Consiglio di Sicurezza la discussione sulla bozza di risoluzione sull’attacco israeliano contro Gaza. La delegazione palestinese, insieme ad alcuni paesi sostenitori, sta cercando di far passare la condanna contro tutte le violenze sui civili e la richiesta di un cessate il fuoco immediato e duraturo. L’iniziale bozza prodotta dal Consiglio parlava di “grande preoccupazione” per l’escalation di violenza, ma i 15 membri sono estremamente divisi sulla possibilità di condanna delle azioni israeliane. Una simile risoluzione sarebbe sicuramente bloccata dagli Stati Uniti.

La proposta presentata dalla Palestina chiama entrambe le parti a rispettare gli obblighi previsti dalla Convenzione di Ginevra e la protezione di civili in tempo di guerra e insiste nella soluzione a due Stati. Si chiede il ritorno all’accordo di tregua del 2012, alla fine del lancio di missili e dell’operazione israeliana.

 

AGGIORNAMENTO ore 11 – YNET NEWS: “QATAR E EGITTO STANNO MEDIANDO LA TREGUA”

Secondo il sito israeliano Ynet News, Qatar e Egitto starebbero lavorando ad una bozza di accordo di tregua tra Israele e Hamas. Tra i punti, che sarebbero già stati presentati alle due parti, c’è la liberazione dei 56 prigionieri rilasciati con l’accordo Shalit e poi riarrestati dall’esercito israeliano.

AGGIORNAMENTO ore 10.30 – SCONTRI A GERUSALEMME E IN TUTTA LA CISGIORDANIA

È stata una notte di scontri quella appena trascorsa in tutta la Cisgiordania, tra soldati israeliani e manifestanti palestinesi. Ieri notte a Qalandiya, una molotov ha incendiato la torretta militare, i soldati hanno risposto con proiettili veri, ma non hanno provocato feriti.

A Ramallah, stamattina giovani palestinesi hanno bloccato la strada che conduce alla base militare israeliana vicino al villaggio di Sinjel. Le truppe hanno risposto con gas lacrimogeni, proiettili di gomma e granate stordenti. A Nord di Ramallah è stata attaccato il posto di blocco israeliano a Tal al-Asour con molotov e fuochi di artificio. I soldati si sono rifugiati nel bunker e hanno attaccato i manifestanti con proiettili di gomma.

A Betlemme, un palestinese è stato colpito da un proiettile vero durante scontri nei pressi del campo di Aida. Nel campo profughi di Al Arroub, tra Betlemme e Hebron, quattro giovani palestinesi sono stati feriti negli scontri di ieri notte da proiettili di gomma. Nel campo di al-Fawwar, a Hebron, dopo la preghiera, è partita una manifestazione di protesta contro l’attacco israeliano a Gaza: i manifestanti hanno attaccato i soldati israeliani con pietre e bottiglie vuote. Stessa scena a Hebron e a Beit Ummar: un giovane è stato colpito da un proiettile di gomma, molti altri hanno sofferto per l’inalazione di gas.

A Gerusalemme Est, a Shuafat i soldati israeliani sono stati attaccati con pietre e molotov ieri notte. Scontri simili a Abu Dis e Anata, città palestinesi di Gerusalemme Est ma oggi al di qua del muro di separazione.

 

AGGIORNAMENTO ore 10 – ATTIVISTI INTERNAZIONALI PRESIDIANO L’OSPEDALE AL WAFA

Attivisti internazionali dell’ISM stanno presidiando l’ospedale di Al Wafa a Gaza City per evitare che venga bombardato dall’aviazione israeliana. Ieri droni israeliani hanno colpito vicino all’ospedale. Per evitare che divenga il prossimo target, volontari da Stati Uniti, Spagna, Venezuela, Nuova Zelanda e Australia sono da ieri dentro il centro.

 

AGGIORNAMENTO ore 9.30 – TRE MORTI A GAZA CITY, DIFFICILE L’IDENTIFICAZIONE

Il Ministero della Salute di Gaza è riuscito a identificare i tre uomini uccisi stamattina nel quartiere at-Tuffah di Gaza City: a causa dell’esplosione i tre corpi erano stati fatti a pezzi.

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dalla redazione

Gaza, 12 luglio 2014, Nena News – Nuovi pesanti raid aerei israeliani vanno avanti dalla scorsa notte su tutta la Striscia di Gaza dove solo nelle ultime ore, secondo fonti locali, hanno ucciso almeno 9 persone tra le quali, in un istituto di Beit Lahiya, due donne disabili. L’attacco più grave, con quattro morti, è avvenuto a Jabaliya dove i missili hanno colpito una abitazione. L’ultimo bilancio di vittime palestinesi è di 121, tra i quali una ventina di bambini di pochi anni.

A Gaza denunciano anche un attacco, avvenuto ieri, contro l’ospedale “Wafa” di Shujayeh dove, a protezione della struttura sanitaria, sono presenti anche alcuni attivisti stranieri dell’International Solidarity Movement. Quattro razzi di “avvertimento”, che i jet israeliani talvolta sparano prima dell’attacco vero e proprio, hanno danneggiato gravemente il quarto piano dell’ospedale.

A Khan Yunis è stata colpita la sede della Banca nazionale islamica legata al movimento islamico Hamas. La violenza dei raid aerei mette sotto pressione l’erogazione dei servizi pubblici. Il 75% del capoluogo Gaza city è senza elettricità da questa mattina e alcuni ospedali operano solo con i generatori autonomi.

Non si arrestano peraltro i lanci di razzi palestinesi verso le città israeliane, inclusa Tel Aviv. A Bersheeva una donna è rimasta ferita quando un Grad ha colpito in pieno la sua abitazione. Molti dei razzi che partono da Gaza sono fermati dall’Iron Dome e i comandi militari israeliani stanno dispiegando  altre batterie del sistema di difesa antimissile.

Uno scenario di guerra che prelude all’offensiva di terra israeliana che il premier Benyamin Netanyahu ieri ha di fatto annunciato, sottolineando che le pressioni internazionali non fermeranno le operazioni militari. Nena News

Fonte:
*
12 lug 2014
by Redazione

Gli ospedali sono vicini al collasso. L’Organizzazione Mondiale della Sanità segnala l’insufficienza di forniture mediche e di carburante per i generatori autonomi di elettricità. Condizioni che non consentono di gestire l’ondata dirompente di feriti, mutilati e invalidi.

 Gaza3

di Federica Iezzi

Khan Younis, 12 luglio 2014, Nena News – L’Organizzazione Mondiale della Sanità segnala la grave carenza nei serivizi sanitari palestinesi. Insufficienza di forniture mediche e di caburante per i generatori degli ospedali, rendono le strutture sanitarie della Striscia di Gaza inadatte a gestire l’ondata dirompente di feriti, mutilati e invalidi causata dall’offensiva aerea israeliana.

I risultati degli indiscriminati bombardamenti fanno salire ora dopo ora il numero di civili feriti, che si riversano caoticamente negli atri e negli affollati corridoi degli ospedali maggiori della Striscia. I pazienti arrivano negli ospedali in ambulanze, furgoni, auto private e taxi collettivi, senza nessuna forma di allertarmento. Il 23% sono bambini.

Attualmente almeno 250 palestinesi non hanno la possibilità di ricevere cure mediche adeguate, per la mancanza assoluta di letti e barelle nei centri di pronto soccorso. Bloccata le attività sanitarie in elezione.

Mancano farmaci di emergenza, antibiotici e antidolorifici, materiale monouso e materiale sterile. Mancano guanti, cateteri urinari, punti di sutura e attrezzature mediche diagnostiche. Crolla l’attività  dei laboratori. Pesante lo stato delle banche del sangue. Già in utilizzo le scorte di materiale, che diminuiscono severamente. Non ultime, mancano forniture di carburante medico-ospedaliero per fronteggiare le innumerevole ore in cui l’elettricità manca. Critiche le condizioni dei pazienti ammessi nei reparti di emergenza, nelle rianimazioni e nelle sale operatorie.

Nel centro della Striscia di Gaza, nei pressi dei campi profughi di al-Nussairat e al-Maghazi,  negli ultimi bombardamenti sono stati danneggiati un ospedale, tre cliniche secondarie e un centro di desalinizzazione di acqua. Secondo il portavoce del Ministero della Salute palestinese, Ashraf al-Qedra, mancherebbe il 30% dei farmaci essenziali per la cura dei feriti gravi. A Gaza rimane un’autonomia del 15% per il resto dei farmaci, utilizzati nelle cure croniche.

Il Primo Ministro palestinese, Rami Hamdallah e il Ministro della Salute palestinese, Jawad Awwad, hanno coordinato una spedizione via mare, dai territori cisgiordani, Ramallah e Nablus, di farmaci per cure croniche, come diabete e malattie renali, farmaci oncologici, soluzioni arteriose, sacche di sangue e materiale di laboratorio.

Il Qatar avrebbe donato 5 milioni di dollari per l’acquisto di forniture ospedaliere e per servizi di emergenza nella Striscia di Gaza. La donazione sarebbe stata annunciata da Muhammad al-Ummadi, membro del Ministero degli Esteri del Qatar, che presiede il Comitato per la ricostruzione della Striscia di Gaza.

Intanto il personale medico gazawi lavora senza sosta, con turni logoranti senza orari.

Tre giorni fa, l’European Gaza Hospital di Khan Younis, a sud della Striscia di Gaza, ha subito danni durante un attacco aereo avvenuto a breve distanza. Un infermeire è stato ferito. Nonostante il barbaro perpetrarsi di bombardamenti senza preavviso su case, famiglie e bambini, nei pressi dell’ospedale, il personale sanitario continua a lavorare. Divisi in tre gruppi, medici e infermieri, coprono le 24 ore.

Ormai gli spostamenti sono diventati troppo pericolosi. Alcuni non riescono ad arrivare in ospedale perché vivono troppo lontani, per affrontare, senza rischi, il cammino a piedi. A molti mancano soldi per il trasporto pubblico. L’ospedale al-Shifa, nel distretto di Rimal a Gaza City, riceve ininterrottamente da quattro giorni feriti da schegge di proiettili – pare in qualche caso anche dalle operazioni di lancio dei razzi indirizzati dai miliziani palestinesi verso Israele – vittime dei martellanti bombardamenti e dei crolli degli edifici. I 12 letti della terapia intensiva dell’ospedale sono assiduamente occupati.

Da quando, giovedì, le autorità egiziane hanno aperto il valico di Rafah, dopo estenuanti pratiche burocratiche, solo 11 pazienti con ferite gravi hanno avuto il permesso di attraversare il confine tra Striscia di Gaza ed Egitto, in ambulanza. Chiuso nuovamente ieri dopo l’opera di allertamento degli ospedali egiziani più vicini a Rafah e quelli del Sinai settentrionale. Nena News

 

Fonte: