Poliamore e non monogamie etiche: ne parlo con un’attivista

Io: Ciao, Car. Sono Donatella. Grazie per aver accolto la mia richiesta di un’intervista.

Car: Ciao, Donatella.

Io: Da quanto tempo sei un’attivista?

Car: Se si parla di attivismo nel senso più ampio del termine, credo di essermi resa conto di volermi unire alle voci delle persone meno privilegiate più o meno all’età di 15 anni, in quanto donna femminista e appartenente alla comunità LGBT+. All’inizio mi limitavo a condividere esperienze e parlare di femminismi e tematiche queer alle persone che mi stavano attorno. Verso i 18 anni ho cominciato a prendere parte a cortei e iniziative e una volta all’università mi sono unita prima ad associazioni e poi a collettivi politici autogestiti, percorso che seguo ancora oggi. Polycarenze nasce invece nell’aprile 2019, dalla necessità di parlare da persona giovane a* giovan* (ma non solo) della realtà poliamorosa che vivo, e in generale delle non monogamie etiche, della sessualità alternativa e delle identità sessuali non normate, considerate mostruose, fuori dai binari e di conseguenza invisibilizzate.

Io: Su Instagram ti occupi di poliamore e non monogamie etiche. I due termini sono sinonimi o la sigla NME è uno spettro in cui collocare diversi modi di vivere relazioni non monogame, fermo restando il consenso tra tutti i soggetti coinvolti?

Car: Il poliamore è solo una sfumatura delle tante non monogamie etiche che rappresentano un termine ombrello per tutti gli orientamenti relazionali che coinvolgono l’interazione emotiva tra più persone con il consenso di tutt* i/le coinvolt*. Mi identifico come persona poliamorosa per una questione principalmente politica, perché il termine poliamore è ad oggi il più conosciuto e rappresentato dai media (anche se con alcune difficoltà e criticità), ma in realtà mi sento molto vicina anche all’anarchia relazionale.

Anarchia relazionale, relazioni aperte, scambismo, sono altre forme di non monogamie etiche.

Io: In caso di relazioni miste, cioè persone non monogame che instaurano un rapporto con persone monogame, le dinamiche relazionali, secondo la tua opinione o eventuale esperienza, sono più complesse?

Car: Sono convinta che sia possibile instaurare relazioni mono-poly: la mia relazione attualmente più duratura è cominciata così. Il mio partner prima di intraprendere una relazione con me si identificava come monogamo, perché monogame erano state tutte le sue precedenti relazioni. Nonostante ciò, si è messo in ascolto e ha scelto di cominciare insieme a me questo nuovo percorso che non conosceva, perché a detta sua non aveva senso dire di no a qualcosa di nuovo senza mai averlo provato. Sicuramente ci sono delle difficoltà e spesso noto che la parte poly si ritrova un po’ a fare da “mentore”, soprattutto durante i primi tempi, e a dover gestire insicurezze e paranoie dovute alla novità e al cambio di schema relazionale che magari con una persona poly sarebbero state di minore impatto. Molto spesso le persone poliamorose rifiutano relazioni monogame perché le hanno già sperimentate e sono quindi a conoscenza del fatto che la monogamia non sia l’orientamento relazionale fatto per loro, cosa che invece non accade per la maggior parte delle persone monogame che sentono per la prima volta il termine “poliamore” e hanno idee confuse a riguardo. E’ molto facile che una persona poly desideri relazionarsi con una persona monogama, considerando il fatto che nella maggior parte delle città ancora non esistono gruppi di supporto per persone NME, quindi ci si trova per forza in questa situazione controversa e c’è bisogno di gestirla nel migliore dei modi per evitare che nessuna delle due parti si senta costretta ad intraprendere una relazione forzata. Con questo ovviamente non voglio affermare che tutte le persone monogame dovrebbero provare il poliamore prima di dire che non fa per loro: l’orientamento relazionale è simile a quello sessuale. “Se non ce n’è, non ce n’è”, e va bene così, ognun* per la propria strada.

 Io: Come consideri il rapporto tra il movimento del poliamore e la comunità Lgbtqia+?

 Car: Considero il poliamore parte della comunità LGBTQIA+ dal momento in cui rientra nelle minoranze non normate relative all’identità sessuale, quindi quella parte della nostra identità che comprende sesso biologico, identità di genere, orientamento sessuale, espressione di genere e orientamento relazionale. Ci sono scetticismi da parte di alcune persone queer perché una persona poly può essere un uomo bianco cisgender ed eterosessuale e quindi la domanda che sorge spontanea è: può far parte della comunità? O è solamente un alleato? è sicuramente un dibattito interessante, perché sicuramente un uomo cis etero e poly non subisce le discriminazioni che magari subisce una donna della stessa comunità. Si pensi solo allo slut shaming. Gli stessi miei partner uomini raccontano che spesso la prima reazione dei loro amici è una pacca sulla spalla perché “Grande, rimorchi tantissimo”. Il punto è che questa non può essere altro che, per l’appunto, una prima reazione portata avanti da persone che del poliamore hanno un’idea errata. Le non monogamie etiche sono talmente tanto marginalizzate e poco rappresentate che nel momento in cui un uomo cisgender ed etero si trova a spiegare esattamente in cosa consistono, e quindi a parlare di tutto ciò che va oltre l’aspetto sessuale, le domande e i giudizi che riceve sono tendenzialmente simili a quelli che potrebbe subire una donna, slut shaming a parte. Sebbene il patriarcato abbia un ruolo predominante per la maggior parte delle discriminazioni che le minoranze subiscono, in questo caso viene direttamente attaccata l’intera comunità. Che tu sia un uomo cis, una donna cis, una persona trans* o non binaria, sarai comunque considerata una persona poco seria, incapace di amare, facile, senza desiderio di impegnarsi.

Dato che quindi il discorso su chi può rientrare all’interno o meno della comunità sembra essere incentrato su chi è più o meno discriminat*, viste le circostanze io penso che la cosa migliore sarebbe fare rete tutt* assieme, perché la comunità LGBT+ potrebbe davvero dare una mano a quella NME e viceversa. Gira e rigira, l’oppressore è lo stesso.

Io: Cosa risponderesti a chi pensa che tutti i poliamorosi siano necessariamente bisessuali o che siano solo persone fissate col sesso e in particolare con quello di gruppo? 

Car: Ci sono alcune persone non monogame che amano fare sesso di gruppo, così come ci sono persone poliamorose e bisessuali. Il punto è che una questione non implica per forza l’altra. Posso essere appassionat* di orge ed essere monogam*, così come posso essere una persona poly ed essere asessuale e sex repulsed! Non esiste alcuna associazione tra l’essere bisessuale, l’essere poly e l’amare il sesso di gruppo. Sono stereotipi che danneggiano la comunità e la riducono ad un solo elemento, il sesso, che può esserci o può non esserci. All’interno della comunità non monogama, però, è facile trovare persone con orientamenti non monosessuali (bisessuali, pansessuali, poli e omnisessuali) come è facile trovare persone che praticano BDSM. La motivazione che mi dò rispetto a ciò, è semplicemente relativa al fatto che nel momento in cui ci si approccia ad una comunità molto “ghettizzata” come quella non monogama, che richiede comunque una buona dose di apertura ed elasticità mentale per essere compresa e accettata, alcuni schemi binari e normati tendono un po’ a cadere, e vengono sostituiti da alcuni più fluidi.

Io: Cosa ti sentiresti di dirmi su poliamore e genitorialità?

Car: Non sono genitrice, quindi non posso riportare un’esperienza diretta. Conosco però alcuni polygenitori e ho ascoltato diverse storie di persone poly con figl*. Si può fare e anche bene. Anzi, vedo solo vantaggi a riguardo: un bambin* circondato da più adult* può avere accesso a diversi punti di vista e ricevere un’educazione completa e un maggiore senso di protezione in tenera età. Per di più, sono dinamiche che già si vedono tutti i giorni: ci sono famiglie dove amici dei genitori, nonni, zii e parenti sono all’interno dello stesso nucleo familiare. A volte vivono sotto lo stesso tetto o comunque si vedono spesso, si aiutano e tutt* contribuiscono alla crescita del bambin*. Cosa ci sarebbe di tanto diverso da una triade, o da una relazione con più partner? Il figli* crescerà sin da piccolo con l’idea che non esista solo una forma d’amore e personalmente non vedo come questo potrebbe essere un problema, anzi. Dal punto di vista legale invece, siamo ancora troppo indietro per parlarne e pensare a soluzioni, perlomeno in Italia.

Io: In che modo la pratica dello scambismo ha a che fare con le non monogamie etiche?

Car: Lo scambismo fa parte delle non monogamie etiche dal momento in cui c’è un’interazione emotiva tra più partner consenzienti. Ne ho parlato recentemente sulla mia pagina, mi piacerebbe che si smettesse di associarlo alla pura trasgressione.

 

Io: E’ vero che anche le persone poliamorose possono provare gelosia all’interno delle loro relazioni, né più né meno delle persone monogame?

Car: Certo, le persone poliamorose possono provare gelosia. Siamo esseri umani e viviamo in una società figlia della cultura del possesso, e chi più chi meno, ci portiamo appresso schemi difficili da eliminare totalmente. Provare gelosia non è un problema.Trovo che diventi problematico nel momento in cui la gelosia diventa parte della propria identità personale (“Sono una persona gelosa, punto”) perché chiudersi all’interno di uno schema rigido non permette di accedervi facilmente e lavorarci sopra.  La gelosia cosiddetta “tossica” non dovrebbe appartenere ad alcun orientamento relazionale, monogamia inclusa. Ritengo che affermazioni come “Sei mia/o, sei tutta la mia vita, non vivo senza di te, nessun* ti deve guardare o apprezzare, se non è gelos* vuol dire che non ti ama” e tutto ciò che porta a considerare due persone come la metà dell’altr* siano pericolose sempre e comunque. La gelosia va bene nel momento in cui è possibile razionalizzarla, in modo da non utilizzare l’altr* come pungiball per le nostre paure e insicurezze. Dovremmo chiederci da dove proviene, perché proviene, scavarne le radici.

Io:  Mi spieghi cosa s’intende con il termine compersione?

Car: Con compersione si intende un mix di sensazioni comprendenti gioia, felicità e benessere provate nel momento in cui si vede l* propri* partner interagire ed essere  felice con un altr* partner.

Io: E con il termine anarchia relazionale?

Car: L’anarchia relazionale è una forma di non monogamia etica che consiste nel considerare le relazioni come fluide, esenti da qualsiasi schema amatonormativo (as possible and pratictable). Un classico esempio è l’uso del termine partner come termine neutro, in risposta alla microcategorizzazione delle relazioni che spesso sono poste in ordine di importanza (prima quelle romantiche, poi quelle sessuali, poi tutto il resto) e all’uso di termini come scopamic*, fidanzat*, amic* occasionale di letto, ragazz*, etc).
Io: Cosa si potrebbe fare, secondo te, per contrastare il polishaming e fare in modo che ci siano meno discriminazioni verso la comunità poli?

Car: Rete, rete, rete, informazione, informazione, informazione, divulgazione, rappresentazione sempre più frequente nei media, presa di posizione politica nelle piazze da parte delle persone poly.

Io: Mi racconti brevemente la storia della vostra bandiera? 

Car: La bandiera poliamorosa è fatta da tre strisce orizzontali dall’alto verso il basso di colore blu, rosso, nero e in mezzo un pi greco, oppure un cuore con l’infinito di colore oro.Il blu rappresenta la trasparenza e l’onestà tra tutt* i/le coinvolt*, la rossa simboleggia l’amore e la passione, la nera è per solidarietà a chi è in una relazione NME ma si trova costrett* a nascondere le proprie relazioni. Il pi greco ha diversi significati. C’è chi lo interpreta come semplice lettera iniziale della parola Poliamore. Io preferisco pensarlo come numero irrazionale, come l’amore. Il colore oro invece rappresenta l’importanza che viene data all’emotività dei rapporti.
Io: C’è qualcosa che vuoi aggiungere al termine di questa intervista e/o lanciare un appello a chi la leggerà?

Car: Sicuramente di seguire @polycarenze e sostenere il mio progetto di divulgazione, e poi di esprimere gratitudine verso le persone appartenenti alle minoranze che si mettono in gioco per fare informazione nonostante ci siano effettivamente dei rischi (soprattutto in alcune parti del mondo)e restare in ascolto se non si conosce una tematica. Abbiamo bisogno di più alleat* e meno giudizi.

Io: Ti ringrazio per la tua disponibilità e per il tempo che mi hai dedicato. Buon proseguimento!

 

D. Q. 

 

Bandiera del poliamore (da https://www.wikisessualita.org/)

 

Intervista ad un’attivista aroace su asessualità e afobia

Oggi ho contattato un’attivista aroace che mi ha concesso un’intervista.
Di seguito il testo:
“Io: La pagina è gestita da un collettivo o da una persona singola?
stop.afobia_ita: La pagina è gestita solo da me (sono donna).
Io: Sei un’attivista asex, aroace? Come definisci il tuo impegno?
stop.afobia_ita: Sono un’attivista aroace (precisamente gray-A, cioè non provo né attrazione sessuale né romantica, se non in particolari e rare circostanze), gestisco due pagine: “Aroaceitalia”, che si occupa di trasmettere visibilità, consapevolezza e informazione positiva sull’asessualità e sull’aromanticismo; “L’afobia esiste”, il cui scopo è quello di sensibilizzare le persone all’esistenza dell’odio e delle discriminazioni nei confronti delle persone aro/ace.
Io: Ti va di descrivere brevemente le diverse sfumature all’interno dello spettro dell’asessualità?
stop.afobia_ita: Le sfumature dell’asessualità si dividono in due categorie: quelle per orientamento sessuale e quelle per comportamento sessuale.
Quelle per orientamento sessuale ci dicono quanto spesso l’asessuale prova attrazione sessuale o se questo accade in particolari circostanze. “Graysessualita’ “è un termine-ombrello che si utilizza per definire tutta l’area grigia dello spettro dell’asessualità, una delle cui sottocategorie è la famosa “demisessualità”, che consiste nel non provare attrazione sessuale finché non si ha un coinvolgimento emotivo con una determinata persona.
Quelle per comportamento sessuale indicano che rapporto ha l’asessuale con la sessualità: gli asessuali sex-repulsed sono totalmente repulsi dal sesso; gli asessuali sex-indifferent sono indifferenti rispetto agli atti sessuali; gli asessuali sex-favorable farebbero o avrebbero rapporti sessuali volentieri, ma comunque il sesso non è per loro un interesse primario.
C’è, inoltre, una differenziazione tra gli asessuali con una con una libido alta o bassa.
Io: Come gestisci il tuo orientamento sessuale nelle relazioni sentimentali?
stop.afobia_ita: Gestire il mio orientamento sessuale (così come quello romantico) è assai difficile, tanto da farmi preferire una vita da single.
Sono sex-favorable, a volte mi è capitato di avere delle esperienze sessuali positive, anche grazie al fatto che provavo attrazione sessuale per la persona con cui le ho intrattenute, ma si è trattato di una rarità, dell’eccezione che conferma la regola.
Io: In quali circostanze capita più spesso di subire afobia?
stop.afobia_ita: Generalmente succede dopo un coming out o quando si parla di questi argomenti dal vivo o su internet. L’asessualità e l’aromanticismo, non essendo sempre così evidenti, hanno bisogno di venire allo scoperto per essere discriminate.
Io: Gli asessuali sono ormai parte integrante della comunità Lgbtqia+, come si evincerebbe dalla stessa sigla.  E’ sempre così o c’è discriminazione e/o emarginazione anche all’interno della comunità? Se sì, quanto è frequente?
 
stop.afobia_ita: ebbene, come detto da te, ormai la maggior parte delle associazioni LGBT+ ci includa nella comunità, c’è comunque una buona parte di singole persone appartenenti alla comunità che non sono per niente favorevoli alla nostra inclusione e che ci discriminano. Ne sono un chiaro esempio attivisti come Francesco Mangiacapra (che definisce l’asessualità come un disturbo simile a pedofilia, zoofilia e necrofilia curabile con lo stupro), Giovanni Dall’Orto (che ci ritiene privilegiati per via della nostra presunta “castità”, che ci porterebbe a essere santificati dalla Chiesa; sostiene anche che l’asessualità non avrebbe senso di esistere perché è una negazione della sessualità); Iconize (che ha descritto noi asessuali come dei gay con un problema).
Ultimamente c’è anche una corrente del femminismo radicale lesbico e bisessuale che tende a escluderci e discriminarci appellandosi ai principi radicali. Questa corrente viene denominata “aerf” (aroace exclusionary radical feminism).
Io: Alcune di queste discriminazioni mi sembrano quantomeno discutibili. Come si pone il resto della comunità Lgbtqia+ in proposito?
stop.afobia_ita: La parte della comunità che ci supporta si schiera contro queste discriminazioni (per esempio, Arcigay ha inserito l’afobia nella campagna contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, parlando proprio delle posizioni prese dal sedicente attivista Francesco Mangiacapra), al contrario gli “esclusionisti” le considerano come una sciocchezza in confronto a ciò che hanno passato e passano tuttora le persone appartenenti alle prime quattro lettere della sigla. Secondo loro, non siamo abbastanza oppressi per essere parte della comunità.
Io: Che mi dici del Collettivo Asessuale Carrodibuoi? Ne esistono altri simili in Italia?
stop.afobia_ita: Il Collettivo Asessuale Carrodibuoi è l’unica associazione interamente dedicata all’asessualità esistente in Italia e si occupa, anch’essa, di trasmettere informazione sulle varie sfaccettature del tema in questione.
Io: Che tu sappia, all’estero c’e’ la stessa discriminazione nei confronti degli aroace?
stop.afobia_ita: Ovunque si parli di asessualità o aromanticismo e le persone aroace facciano coming out, purtroppo il trattamento è lo stesso. Probabilmente nelle nazioni in cui l’emancipazione della donna non è ancora arrivata ai livelli dell’Occidente la situazione potrebbe essere ben peggiore per le donne asessuali, ma anche per gli uomini, anch’essi vittime del patriarcato.
Io: Se il ddl Zan fosse approvato, secondo te, migliorerebbe la situazione di voi attivisti aroace fuori e dentro la comunità Lgbtqia+?
stop.afobia_ita: La nostra situazione potrebbe migliorare leggermente, ma non del tutto, purtroppo la strada è ancora tanta da fare. Non c’è abbastanza consapevolezza sull’asessualità e sull’aromanticismo, non vengono neanche visti come orientamenti veri e propri dalla maggior parte delle persone, quindi, secondo queste, non dovrebbero essere contemplate dal ddl Zan.
Io: In Italia ci sono associazioni di psicologi che vi sostengono?
stop.afobia_ita: No e spesso anche gli psicologi LGBT-friendly non sono informati dell’esistenza dei nostri orientamenti, molte persone aroace hanno avuto esperienze molto negative con professionisti della salute mentale che hanno patologizzato la loro asessualità e il loro aromanticismo. Tuttavia ci sono anche molti psicologi interessati a studiare questi temi e a portare un po’ di informazione, posso fare il nome della dottoressa Giulia Alleva, la quale, con il mio aiuto, ha compiuto degli studi sul tema o del dottor Antonio Prunas, che ha diffuso informazioni corrette sul tema.
Io: Quali altri tipi di attrazione esistono oltre a quella sessuale e a quella romantica che possono essere provati da una persona asex?
stop.afobia_ita: Lo SAM (Split Attraction Model) divide i tipi di attrazione in due gruppi: l’attrazione fisica e quella emotiva. Dell’attrazione fisica fanno parte:
-l’attrazione estetica, il desiderare di guardare una persona perché si trova piacevole il suo aspetto;
-l’attrazione sensoriale, il desiderare di avere un contatto non sessuale con una persona (baci, abbracci, coccole);
-l’attrazione sessuale, cioè il desiderare di avere un contatto sessuale con una persona.
Dell’attrazione emotiva fanno parte:
-l’attrazione platonica, il desiderio di instaurare una profonda amicizia con una persona;
-l’attrazione romantica, il desiderio di instaurare una relazione romantica con qualcuno;
-l’attrazione alterous, un tipo di attrazione emotiva diverso sia dall’attrazione platonica che da quella romantica.
Le persone asessuali possono sperimentare tutti i tipi di attrazione eccezion fatta per quella sessuale, lo stesso vale per gli aromantici con l’attrazione romantica.
Aggiungo che, solitamente, l’attrazione alterous è prerogativa degli aromantici.
Io: Conosci persone aroace nonbinary? Se sì, sono meno discriminate all’interno della comunità Lgbtqia+?
stop.afobia_ita: Durante il mio percorso da attivista ho avuto modo di conoscere diverse persone non-binary. Si tratta di persone doppiamente discriminate sia dentro che fuori dalla comunità LGBTQ+, poiché anche le persone enby sono molto malviste dalle prime quattro lettere. Spesso queste persone, che non rientrano nella divisione di genere binaria e che non provano né attrazione sessuale né romantica sono disumanizzate, trattate come delle piante o dei robot.
Io: Secondo te una persona aroace può essere sex positive e perché?
stop.afobia_ita: La sex-positivity consiste nell’avere un’opinione positiva della sessualità, nel vederla come un qualcosa di sano e di piacevole, se fatto tra persone consapevoli e consenzienti. Io mi ritengo sex-positive e penso che tutte le persone, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere, dovrebbero esserlo.
Io: Mi accenni brevemente alla storia della vostra bandiera?
stop.afobia_ita: All’inizio si utilizzava principalmente il triangolo dello spettro asessuale di AVEN (il maggior portale d’informazione internazionale sull’asessualità). Nel 2010 è stata proposta su AVEN stesso quella che è l’attuale bandiera asessuale, composta da quattro strisce orizzontali: una nera (a indicare l’asessualità), una grigia (per la graysessualità e la demisessualità), una bianca (per i partner allosessuali, cioè non-asessuali) e, infine, una viola (che sta a significare “comunità”).
 
Io: Ti ringrazio molto per per le tue risposte esaustive. Vuoi chiudere quest’intervista con un’ulteriore riflessione o appello per chi la leggerà?
stop.afobia_ita: Ringrazio te per avermi dato quest’opportunità. L’unica cosa che voglio aggiungere riguarda la petizione che ho creato alcuni mesi fa. Il suo scopo è quello di far aggiungere nella Treccani i termini “asessuale”, “aromantico” e “afobia” e le rispettive definizioni corrette. La risposta che ho ricevuto da parte dei destinatari della petizione è che, per ora, ufficializzeranno solo il primo, poiché ci sono abbastanza attestazioni nei media. È un traguardo molto importante per la comunità asessuale, finalmente esisteremo, secondo la lingua italiana. La petizione rimane aperta, per chi volesse firmarla e condividerla. Perciò, ciò che chiedo a chi leggerà, è di parlare più spesso di aromanticismo e di afobia soprattutto su internet: se in futuro ci saranno maggiori riconoscimenti per questi termini, potrebbero venire inseriti anch’essi nella Treccani.
Io: Ancora grazie per tutte le informazioni. Buon attivismo!
stop.afobia_ita: Grazie a te e buon lavoro!”
D. Q.
Qui la petizione citata nell’articolo:
Bandiera asessuale
La bandiera asessuale (dal sito https://www.carrodibuoi.it/)
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Benessere sessuale e disabilità

 “Troppe volte il benessere sessuale, che è un diritto, viene negato alle persone con disabilità.
Come bisogna comportarsi quindi?”
Il dottor Laforgia ne accenna brevemente nel seguente video.

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