La Papa Panda

 

Papa Panda1

Sarà sfuggito ai più, visto il limitato spazio che a quest’ennesima buffonata della Fiat è stato dato, ma rimane il fatto in se stesso, pubblicizzato dall’azienda torinese come una “spontanea” iniziativa di alcuni operai di Pomigliano che avrebbero assemblato una Panda personalizzandola per Papa Francesco e, tutti assieme, come nel balletto girato su youtube sulle note di “Happy”, sono corsi a Roma a regalargliela a dimostrazione della loro gioia incontenibile di lavorare, a stipendi ridotti ed a diritti negati, per il Lingotto.

 

Per questi schiavi danzanti e gaudenti, tra cui infiltrati dirigenti della fabbrica di Pomigliano, in permesso aziendale per il “sacro” trasporto, non sembra avere alcun peso, né morale né coscienziale, la morte dei tre loro colleghi di appena qualche mese prima, non hanno alcuna importanza le disperazioni di quelli ancora rimasti in cassa integrazione e/o relegati a Nola, per la “colpa” di essere sindacalizzati o menomati dal loro lavoro, non destano alcun rigetto né ribellione le discriminazioni tra operai, i turni massacranti, le pause ridotte, la vera e propria riduzione a serventi del loro padrone, comandati a fare da marionette per uno “spettacolo” che ha visto il nostro paese perdere, grazie alla Fiat, decine di migliaia di posti di lavoro in cambio di centinaia di milioni di euro di finanziamenti regalati dai governi di centro sinistra e centro destra italici, tutti pagati dalla collettività.

 

Sono forse l’esempio, il peggior esempio, di quello che è diventato il popolo italiano, pronto ad applaudire, anche per un tozzo di pane, il suo padrone d’azienda, il potente del suo rione, il capetto del suo reparto, il sindaco del suo paese, il partito vincente…sempre con la mano tesa, a chiedere elemosine e non diritti, carezze e non rispetto.

 

Cosa ha fatto il Papa…quel Papa Francesco tuonante contro i corrotti, contro chi sfrutta il lavoro, contro chi schiavizza?…si è fatto la foto con loro, con gli schiavetti gaudenti…non una parola di condanna per le persone ancora in cassa integrazione, per i turni di lavoro indecenti, per stipendi non certo commisurati al lavoro ed alla fatica, per chi ha deciso di togliersi la vita perché non ne poteva più di quel silenzio che avvolge questa ingiustizia, questa offesa alla vita, alla nostra Costituzione ed ai valori che propugna la Chiesa.

 

Lo spot è passato, ed era quello che voleva Marchionne e la Fiat, gli schiavetti sono tornati alle loro catene di montaggio, felici nel farsi sfruttare, pessimi esempi per i loro figli e per un paese che è nato grazie a chi si è sacrificato per fare affermare quei diritti ora negati…e sui quali alcuni ci ballano pure !

 

Rimane la voce di quelle donne operaie, di quelle mogli, di quelle madri o figlie che traducono la parola vita con la parola rispetto, amore, dignità, che da donne non si fermano a difendere il proprio “poco” senza pensare al dopo, agli altri, ai loro ed altrui figli, a quel futuro di cui gli “schiavi danzanti” sono la negazione, il rigetto, il vero e proprio vomito del senso della vita. Il Comitato mogli operai di Pomigliano d’Arco, impegnato da anni nella battaglia in difesa dell’occupazione, ha  inviato un fax al Papa, presso l’ufficio del Protocollo della segreteria di Stato Vaticana, con questi toni:

 

Quelle tra noi credenti mercoledì scorso confidavano in una severa critica del Papa a Marchionne, all’uso delle discriminazioni e contro la svolta autoritaria in fabbrica realizzata tramite la divisione in tre ’fasce’ dei lavoratori di Pomigliano ed il collegato reparto confino di Nola dove sono stati  deportati in questi anni, ‘a far niente’, gli operai ‘scomodi’ proprio come ai tempi di Valletta. La sequenza dei suicidi operai, proprio a partire dal reparto WCL di Nola (due negli ultimi mesi ed un altro il 1° maggio 2010) è agghiacciante! Per questo, dopo aver assistito all’enfasi mediatico-pubblicitaria dei giorni scorsi e confezionata ad arte dalla Fiat col regalo della Panda al Papa, non ce la sentiamo di stare in silenzio!” 

 

Un urlo che chi, ogni giorno dal suo balcone, ci invita a non trattenere, non può e non deve ignorare…

 

Fonte:

 
http://www.ilpasquino.net/la-papa-panda/

Comunicato stampa Slai cobas sul suicidio dell’operaia Maria Baratto

Maria

Fiat Pomigliano / suicidi operai:  stavolta è toccato a Maria Baratto, 47 anni, operaia Fiat in cigs da anni del WCL fantasma di Nola, si è ammazzata con quattro coltellate al ventre lo scorso martedì 20 maggio nella sua casa di Acerra e solo ieri ne è stato rinvenuto il corpo dopo che i vicini hanno allertato i Carabinieri che con l’ intervento dei vigili del fuoco sono entrati nell’appartamento.

 

Maria faceva parte del Comitato Mogli degli Operai di Pomigliano d’Arco, e già il 2 agosto 2012 aveva postato sul sito delle “donne operaie” un suo articolo scritto l’anno precedente e già riferito  al suicidio di un operaio della Fiat Pomigliano ed al tentato suicidio di un altro operaio sempre della Fiat di Pomigliano. 

 

Il suo scritto che di seguito riportiamo è un lucido testamento politico e sindacale:  “la nitida rappresentazione dell’attuale condizione e solitudine operaia fotografata dall’interno”, una “forte accusa” alla Fiat ed alle complicità istituzionali, politiche e sindacali che stanno contribuendo al fenomeno dei suicidi operai, da Pomigliano a Nola all’intero lavoro dipendente e fino ai piccoli commercianti. Appena lo scorso febbraio si è suicidato un altro operaio del reparto logistico fantasma di Nola: Giuseppe De Crescenzo impiccatosi nella sua casa di Afragola. 

 

SUICIDI IN FIAT di Maria Baratto post 2 agosto 2012 su www.comitatomoglioperai.it/?p=63    

 

NON SI  PUO’ CONTINUARE A VIVERE PER ANNI SUL CIGLIO DEL BURRONE DEI LICENZIAMENTI, L’INTERO QUADRO POLITICO-ISTITUZIONALE CHE, DA SINISTRA A DESTRA, HA COPERTO LE INSANE POLITICHE DELLA FIAT E’ RESPONSABILE DI QUESTI MORTI INSIEME ALLE CENTRALI CONFEDERALI”. 

 

Dopo aver lucrato negli anni scorsi finanziamenti pubblici multimiliardari lo speculatore Marchionne chiude e ridimensiona le fabbriche italiane e delocalizza la produzione all’estero per fare profitti letteralmente sulla pelle dei lavoratori che sono costretti ormai da anni alla miseria di una cassa integrazione senza fine ed a un futuro di disoccupazione.

 

A Pomigliano l’unica certezza dei cinquemila lavoratori consiste nella lettera di altri due anni di cassa integrazione speciale per cessazione di attività di Fiat Group Automobiles nella consapevolezza che buona parte di loro non saranno assunti da Fabbrica Italia.

 

Il tentato suicidio di oggi di Carmine P., cui auguriamo di tutto cuore di farcela, il suicidio di Agostino Bova dei giorni scorsi, che dopo aver avuto la lettera di licenziamento dalla Fiat per futili motivi è impazzito dalla disperazione ammazzando la moglie e tentando di ammazzare la figlia prima di togliersi la vita, sono solo la punta dell’iceberg della barbarie industriale e sociale in cui la Fiat sta precipitando i lavoratori.

 

Anche per questo la lotta dei lavoratori Fiat contro il piano Marchionne ed a tutela dei diritti e dell’occupazione rappresenta un forte presidio di tenuta democratica per l’intera società”. Maria Baratto

 

 

 

Mercoledì prossimo, in occasione del presidio alla Regione Campania commemoreremo Maria, Giuseppe e gli altri lavoratori vittime degli “omicidi bianchi da speculazione e sfruttamento della Fiat” perché, come ha scritto Maria: la lotta dei lavoratori Fiat contro il piano Marchionne ed a tutela dei diritti e dell’occupazione rappresenta un forte presidio di tenuta democratica per l’intera società!

 

 

 

Slai cobas Fiat Alfa Romeo e terziarizzate – Pomigliano d’Arco, 25 maggio 2014

Fonte:

http://www.ilpasquino.net/comunicato-stampa-slai-cobas-sul-suicidio-delloperaia-maria-baratto/