IL COORDINAMENTO AREA GRECANICA: “LA SEI RINUNCIA A CAUSA CONTRO ATTIVISTI CESSANDO DI ESISTERE”

Saline Joniche centrale a carbonenuova

“La SEI S.p.A., la società italoelvetica che aveva promesso di portare le navi da crociera al porto di Saline Joniche, che sosteneva che le qualità dell’aria del basso jonio reggino sarebbe migliorata grazie ai fumi emessi dalla centrale a carbone, la società che aveva garantito 1500 posti di lavoro per l’Area Grecanica, pare non esista più. Copia dell’istanza di cancellazione depositata presso la camera di commercio di Milano, è stata presentata dai legali della multinazionale al giudice Plutino, nel corso dell’udienza svoltasi il 24 gennaio scorso unitamente alla richiesta di interruzione del processo contro gli attivisti citati in giudizio.

Dopo la decisione di abbandonare definitivamente il progetto di costruzione della centrale a carbone all’indomani della riapertura dell’iter autorizzativo decretata dalla decisione del Consiglio di Stato nel novembre scorso, oggi SEI S.p.A. rinuncia alla causa contro Paolo Catanoso, Noemi Evoli e Domenico Larosa, cessando di esistere.

SEI cessa! e cessa vigliaccamente. Probabilmente terrorizzata dal esito negativo che avrebbe avuto per essa il processo e dalle consequenziali ripercussioni su coloro che il processo lo hanno fortemente voluto avanzando una richiesta di risarcimento danni, da più parti e a gran voce, ritenuta una mossa per intimidire e censurare il fronte del NO, non curanti di aver giocato per quasi tre anni con la vita di tre cittadini della nostra terra ritenuti colpevoli di aver sostenuto ragioni contrarie al carbone e ai suoi veleni insieme alla stragrande maggioranza deicittadinidell’AreaGrecanica.

SEI cessa! dopo avere chiesto agli attivisti No Carbone l’esorbitante cifra di 4 milioni di euro, ponendo sulle loro vite una enorme spada di Damocle, decidendo, un bel giorno e come se niente fosse, di non esistere più. E cosa importa se la citazione in giudizio ha causato sofferenza agli attivisti ed alle loro famiglie, cosa importa se ha rubato tempo e risorse ai tribunali, impegnati per anni a deliberare inutilmente, cosa importa dal momento che per la SEI è stato tutto un gioco, come dimostrerebbe la dichiarazione rilasciata alla stampa dal loro legale difensore Renato Vitetta “la citazione è stata presentata esclusivamente con l’obiettivo di responsabilizzare certi interlocutori”.

SEI cessa! e la legge glielo permette, perché una società può cessare di esistere con buona pace di coloro che hanno pendenze nei suoi confronti. Il processo si interrompe senza se e senza ma. Continuare vorrebbe dire scontrarsi contro un fantasma, perché della società italoelvetica non esiste più nulla di fisico, tranne un documento che ne dichiarerebbe la definitiva cancellazione.

Aspettando la decisione del giudice, prevista per il 20 marzo p.v., cogliamo l’occasione per rinnovare il nostro più profondo ringraziamento a chi in questi anni, con grandissimo impegno ed eccellente professionalità, ha sostenuto il No Carbone in tribunale contro la SEI, gli avvocati Angiolino Palermo ed Angela De Tommasi. Tutta l’attività da loro espletata ha avuto come incentivo la difesa di un ideale in cui credono, e questo ideale è stato il motore del loro lavoro svolto pressoché gratuitamente se si guarda ai possibili compensi del valore della causa. L’esigua parcella a loro corrisposta non potrà mai ripagare, neanche in parte, tutta la cura, l’attenzione e lo studio profusi nel corso di tutti questi anni.

SEI cessa! ma non cesserà mai la lotta affinché la nostra terra abbia lo sviluppo che merita basato sull’immenso patrimonio che custodisce”. Lo scrive in una nota il coordinamento associazioni area grecanica.

Per approfondire: 

IL MAXI RISARICMENTO RICHIESTO DALLA SEI: http://ildispaccio.it/reggio-calabria/114903-l-11-luglio-udienza-del-processo-della-sei-contro-gli-attivisti-no-carbone-chiesto-maxi-risarcimento-di-4-mln-di-euro

 

Fonte:

http://ildispaccio.it/reggio-calabria/133956-il-coordinamento-area-grecanica-la-sei-rinuncia-a-causa-contro-attivisti-cessando-di-esistere

ARCHIVIATO DEFINITIVAMENTE IL PROGETTO DI UNA CENTRALE A CARBONE A SALINE JONICHE

Saline Joniche centrale a carbonenuova

Abbiamo vinto. Dopo 9 lunghi anni di lotta e resistenza, adesso possiamo finalmente dire che è davvero finita. Il MISE ha ufficialmente archiviato il progetto SEI. La centrale a carbone di saline joniche non vedrà mai la luce. Hanno vinto i calabresi onesti. Ha vinto Davide contro Golia. Ha perso la “politica”. Orgogliosi di questo risultato attendiamo adesso, con la fiducia di sempre, che il processo ancora in atto contro Paolo, Noemi e Domenico si concluda al più presto con lo stesso esito. NO al CARBONE a Saline e ovunque. Grazie a tutti NOI”. Con questo post il Coordinamento per il no al carbone di Saline Joniche annuncia la vittoria su Facebook.

 

 

 

Fonte:

http://ildispaccio.it/reggio-calabria/128609-archiviato-definitivamente-il-progetto-di-una-centrale-a-carbone-a-saline-joniche

Saline, blitz di Greenpeace contro la centrale a carbone

Iniziata questa mattina presto la scalata alle pareti della fabbrica, sulle quali gli ambientalisti progettano di dipingere un gigantesco “Stop Carbone”

Venerdì, 07 Ottobre 2016 09:43 

L'ex Liquichimica dopo il blitz di Greenpeace (le foto nel servizio sono di Marco Costantino) L’ex Liquichimica dopo il blitz di Greenpeace (le foto nel servizio sono di Marco Costantino)

SALINE JONICHE Greenpeace si schiera contro il progetto di centrale a carbone che la multinazionale elvetica Sei-Repower progetta di costruire sulle ceneri della Liquichimica di Saline Joniche. Gli attivisti hanno iniziato questa mattina presto la scalata alle pareti della fabbrica, sulle quali progettano di dipingere un gigantesco “Stop Carbone”. «È un messaggio per la Sei come per Renzi-Repower – scrivono dal desk internazionale dell’organizzazione ambientalista –. Il governo deve fissare una data chiara per mettere fine alla produzione di energia da carbone in Italia».

Da anni, la multinazionale elvetica tenta di impiantare una fabbrica a carbone, nonostante l’opposizione della popolazione locale. Il progetto, che ha ottenuto una Valutazione di impatto ambientale positiva dal governo Monti nonostante la presenza di una riserva naturale protetta nell’area di costruzione della centrale, è stato bloccato da una sentenza del Tar del Lazio, che ha accolto il ricorso presentato da Regione, Comuni e associazioni ambientaliste dell’Area grecanica. Una decisione ribaltata dal Consiglio di Stato, che ha accolto il ricorso avanzato dalla Sei (la multinazionale svizzera che intende realizzare la megaopera sul litorale jonico reggino) e dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, dando nuovamente il via libera alle autorizzazioni per la costruzione dell’impianto.

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La centrale dovrebbe nascere sui ruderi dell’ex Liquichimica, il mostro creato nel 1974 con i finanziamenti del pacchetto Colombo. Costata all’epoca 300 milioni, avrebbe dovuto finanziare lo sviluppo industriale di una delle province più depresse d’Italia. Da più parti però, quell’investimento è stato interpretato come il prezzo che il governo è stato costretto a pagare per comprare la pace a Reggio Calabria, dove i Boia chi molla, guidati dal sindacalista della Cisnal e senatore missino, Ciccio Franco, si erano messi alla testa della rivolta popolare, scoppiata dopo l’assegnazione del capoluogo a Catanzaro.

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La Liquichimica è figlia di quel baratto. Dopo avere speso quel fiume di denaro pubblico, le istituzioni hanno bollato la produzione – bioproteine per mangimi animali – come «altamente inquinante». E l’impianto è stato bloccato e chiuso due mesi dopo l’apertura dei battenti. Trecento milioni di lire dell’epoca andati in fumo, seicento lavoratori assunti, finiti in cassa integrazione.
 A Saline è rimasta solo una struttura divenuta simbolo delle cattedrali nel deserto.

Alessia Candito

 

Fonte:

http://www.corrieredellacalabria.it/index.php/cronaca/item/50406-saline,-greenpeace-in-azione-contro-il-progetto-di-centrale-a-carbone

 

 

L’11 luglio udienza del processo della Sei contro gli attivisti No Carbone: chiesto maxi risarcimento di 4 mln di euro

Saline Joniche centrale a carbonenuova

Si terrà lunedi 11 luglio alle ore 12:00 presso il Tribunale di Reggio Calabria (CEDIR), l’ennesima udienza del processo intentato dalla società SEI S.p.a., contro Noemi Evoli e Paolo Catanoso del Coordinamento Associazioni Area Grecanica, difesi dagli Avv.ti Angiolino Palermo e Angela De Tommasi, e Domenico Larosa del Movimento Difesa Ambientale, difeso dagli Avv.ti Antonino De Pace e Mario Zema.

La SEI S.p.a., attraverso il suo legale rappresentate Fabio Bocchiola, e difesa dagli Avv. Alberto Panuccio, Renato Vitetta e Luca Zampano, il 2 maggio 2014 citò in giudizio gli attivisti no carbone chiedendo loro un maxi risarcimento di 4 milioni di euro per un presunto danno d’immagine arrecato alla società che vorrebbe costruire una centrale a carbone nell’area ex liquichimica di Saline Joniche.

“A finire sotto accusa – afferma il Coordinamento Associazioni Area Grecanica – è stata l’azione di contrasto al progetto SEI svolta nel corso di questi anni dal Coordinamento Associazioni Area Grecanica No al Carbone attraverso la pubblicazione di alcuni comunicati stampa e locandine dal chiaro contenuto satirico, frutto di un impegno collettivo e tesa a dimostrare la nocività e gli effetti negativi che la costruzione di una centrale a carbone avrebbero causato su tutta l’area. Comunicati stampa e locandine prodotte e pubblicate collettivamente dal Coordinamento Associazioni Area Grecanica No al Carbone, di cui né Evoli né Catanoso hanno mai avuto alcuna responsabilità.

Oggi che il progetto SEI S.p.A. sembrerebbe destinato alla via del tramonto, che Repower è stata costretta a uscire dalla società a seguito dell’esito del referendum popolare decidendo di puntare in futuro tutto su energia verde e sostenibile, oggi che lo stesso Presidente Repower, E. Rikli, ha annunciato che la SEI S.p.A. verrà messa in liquidazione, risulta sempre più assurdo e paradossale che questo processo sia ancora in piedi.

Ci auguriamo che SEI S.p.A. faccia un definitivo passo indietro, ritirandosi anche da questa causa che colpisce non solo Noemi Evoli, Paolo Catanoso e Domenico La Rosa, ma tutti noi e la nostra libertà di espressione.

SEI S.p.A. chiede 4 milioni di euro a Evoli, Catanoso, La Rosa, ma dentro l’aula di tribunale ci saranno virtualmente tutti coloro che difendono la libertà di espressione e il proprio territorio da chi vuole farne terra di conquista. Ci saremo noi con la forza delle nostre ragioni”.
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Creato Sabato, 09 Luglio 2016 15:49

 

Fonte:

http://ildispaccio.it/reggio-calabria/114903-l-11-luglio-udienza-del-processo-della-sei-contro-gli-attivisti-no-carbone-chiesto-maxi-risarcimento-di-4-mln-di-euro

 

LA CALABRIA è ANCHE QUESTA!
RESISTENZA E VALORIZZAZIONE DELLA BELLEZZA.
TORNIAMO AL CEDIR LUNEDI 11 LUGLIO ORE 12:00 CON NOEMI, PAOLO E DOMENICO, A SOSTENERE LA LIBERTA’ DI ESPRESSIONE E LA NOSTRA MERAVIGLIOSA TERRA

Fonte:

https://www.facebook.com/135158633203549/photos/a.135482086504537.33095.135158633203549/1185544261498309/?type=3&theater

 

 

REGGIO CALABRIA, NO CARBONE, 23 GIUGNO: NOI SIAMO PAOLO, NOEMI, DOMENICO

Il Comitato area grecanica: “Il 23 giugno la terza udienza del processo intentato da Sei contro libertà di espressione”

Si terrà martedi 23 giugno alle ore 9:00 presso il Tribunale di Reggio Calabria, la terza udienza del processo intentato dalla società SEI S.p.a., formata da Gruppo Repower (57,5%), del Gruppo Hera (20%), da Foster Wheeler Italiana S.r.l. (15%) e da Apri Sviluppo S.p.A. (7,5%), contro Noemi Evoli e Paolo Catanoso del Coordinamento Associazioni Area Grecanica, difesi dagli Avv. Angiolino Palermo e Angela De Tommasi, e Domenico Larosa del Movimento Difesa Ambientale, difeso dagli Avv. Antonino De Pace e Mario Zema.

La SEI S.p.a., attraverso il suo legale rappresentate Fabio Bocchiola, e difesa dagli Avv. Alberto Panuccio, Renato Vitetta e Luca Zampano, il 2 maggio dello scorso anno citò in giudizio gli attivisti no carbone chiedendo loro un maxi risarcimento di 4 milioni di euro per un presunto danno d’immagine arrecato alla società che vorrebbe costruire una centrale a carbone nell’area ex liquichimica di Saline Joniche.

“A finire sotto accusa – afferma il Coordinamento Associazioni Area Grecanica – è stata l’azione di contrasto al progetto SEI svolta nel corso di questi anni dal Coordinamento Associazioni Area Grecanica, di cui Evoli e Catanoso sono membri, attraverso la diffusione di alcuni comunicati stampa e locandine dal chiaro contenuto satirico, tesa a dimostrare la nocività e gli effetti negativi che la costruzione di una centrale a carbone avrebbero causato su tutta l’area.

Numerosi sono stati gli attestati di solidarietà e stima ricevuti dalla popolazione, dal mondo associazionistico e dalle istituzioni per quello che da più parti viene ritenuto un atto intimidatorio e tendente alla limitazione della libertà di pensiero.

“Non amiamo chi vuole, in qualsiasi modo, censurare la libertà di espressione” fu il saluto del comandante della Rainbow Warrior di Greenpeace che lo scorso 8 luglio fece tappa a Reggio Calabria per portare sostegno ai nocoke calabresi dopo la realizzazione di una campagna di grandi affissioni con la quale Greenpeace, riproducendo una delle vignette incriminate, sfidò apertamente la SEI a procedere per vie legali. “Il progetto della SEI è uno scempio al territorio e l’ennesima minaccia fossile all’ambiente, al clima e all’economia. Che lo si voglia portare avanti, per giunta, reprimendo il dissenso a suon di minacce è una vera vergogna” furono le parole di Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace.

Il caso finirà in Parlamento. Duro l’intervento della deputata calabrese Dalila Nesci “…vorrei che nell’Aula della Camera riflettessimo su quanto la Calabria sia schiacciata dalla violenza del potere: politico, mafioso oppure economico. Il potere impone il silenzio perché teme la libertà di opinione e perfino di satira….”

Dopo la vittoria del ricorso al TAR del Lazio e l’archiviazione della denuncia presentata dall’ex consulente della SEI, Franco D’Acquaro, contro lo stesso Paolo Catanoso portato in Tribunale, anche in questo caso, per quelle parole di informazione e denuncia che il Coordinamento No Carbone ha utilizzato come unica arma per difendere il proprio territorio dalla minaccia di un investimento inutile e dannoso, la battaglia continua ancora per via legali.

Appuntamento dunque per il prossimo 23 giugno al CEDIR di Reggio Calabria. La SEI S.p.A. chiede 4 milioni di euro a Evoli, Catanoso, La Rosa, ma sul banco degli imputati – conclude il Coordinamento – ci saranno tutti coloro che difendono la libertà di espressione e il proprio territorio da chi vuole farne terra di conquista. Ci saremo noi con la forza delle nostre ragioni”.

 

Fonte:

http://ildispaccio.it/reggio-calabria/78382-il-comitato-area-grecanica-il-23-giugno-la-terza-udienza-del-processo-intentato-da-sei-contro-liberta-di-espressione

 

 

Fonte:

https://www.facebook.com/135158633203549/photos/a.354914564561287.95855.135158633203549/963438833708854/?type=1&theater

Diatriba Sei – Coordinamento Associazioni Area Grecanica: quando una vignetta costa quattro milioni di euro

Seivignettadi William D’Alessandro – Facile accostamento, di questi, tempi, quando si parla di libertà di espressione a mezzo – vignetta satirica, e ancor piu’ facile e scontato intepretare la risposta da chi si sente parte offesa.
Oggi, nella torre 3 del Ce.Di.R., nell’aula al pian terreno del Tribunale di Reggio Calabria, si è svolta alle ore 9.30 una nuova udienza relativa alla vicenda delle vignette satiriche pubblicate dalCoordinamento delle Associazioni dell’Area Grecanica , impugnate dalla S.E.I., che si dichiara parte lesa avendo constatato in esse un messaggio fuorviante e che ne diffama, secondo i propri legali, l’attività posta in essere per la costruzione della Centrale a carbone nel sito dell’ ex Liquichimica di Saline Joniche.
Il 28 aprile dello scorso anno infatti, per mano del proprio Amministratore Delegato Fabio Bocchida, la società ( una S.p.a di cui i principali azionisti sono il gruppo svizzero Repower A.G., il gruppo HERA, la Foster Wheeler Italiana SRL e la APRI Sviluppo S.P.A.) ha citato per diffamazione a mezzo stampa l’associazione ” Area Grecanica: No al Carbone” nelle persone fisiche di Toscano Giuseppe, Catanoso Paolo ed Evoli Noemi, e la M.D.A nella persona del professor Domenico La Rosa, richiedendo un risarcimento di ben quattro milioni di euro.
In seguito la M.D.A., “…constatando l’inconsistenza ed il tono minaccioso delle accuse della S.E.I.”, ha denunciato penalmente la società per ” delitto politico” ( art. 294 C.P.).
In sede di conciliazione la S.E.I., ha proposto di ritirare la citazione se gli imputati avessero dichiarato di “aver esagerato nelle critiche”.
La contro-proposta del prof. La Rosa è stata volutamente ironica e tagliente, proponendo di recedere dal giudizio civile e a rimettere la querela in caso di erogazione da parte della SEI di 4 milioni di euro per danni morali, cosa che la spa non ha accettato.
Mediazione invece accettata da un componente dell’associazione “Area Grecanica: No al Carbone”, Toscano Giuseppe. Gli altri imputati sono regolarmente presenti in aula.
SeiVignetta2Il giudice Plutino, dopo aver coordinato il deposito del verbale di mediazione, ha ascoltato il parere delle parti in causa, e se da un lato la SEI si rimette al giudizio, il prof. La Rosa intrepidamente faceva valere ancor piu’ le sue ragioni documentando il giudice sulle sue intenzioni e sulle motivazioni che stanno dietro alla non accettazione del compromesso.
Per mezzo di un volantino diffuso dallo stesso, leggiamo che : “Io non ho accettato la mediazione perche avrei dichiarato il falso, ho sempre informato correttamente la gente sul progetto SEI, però devo confessare, che data la fuorviante e minacciosa propaganda SEI e la favola del carbone detto “pulito”, ho sottostimato di molto la malefica quantita’ di emissioni ( ceneri – fumi) giornalieri della centrale. Tali emissioni, nell’ Istruttoria, sono piu’ di 36 t./g.” .
Il giudice ha fissato una nuova udienza giorno 23 giugno, la speranza è che prevalga il buon senso, per il bene dello sviluppo, per il bene della natura, per la crescita intellettuale, per la nostra terra tutta, dettando un modus operandi anche per il futuro , dove la Calabria non vuole essere la solita protagonista di promesse non mantenute, soldi buttati, sicurezza inesistente e progetti volti allo sfruttamento economico della natura non badando ai danni ad essa procurati.
Dopo i ” no” forti delle comunità limitrofe,il pronunciamento della Corte Costituzionale che rimette la decisione alla Calabria e la risposta negativa di Oliviero, le battaglie intraprese da Comuni, Comitati e diverse interrogazioni parlamentari, il Governo ha rimesso la decisione ad una Conferenza dei Servizi da tenersi a Roma, ipotesi che potrebbe radere al suolo qualsiasi altro parere,opinione, ragione, posta in essere negli anni passati. E tutto questo è abbastanza avvilente, visto con occhio democratico.


 

PROCESSO ATTIVISTI NO CARBONE: SIAMO TUTTI CITATI, SIAMO TUTTI NO CARBONE

 

Il 30 settembre presso il Tribunale di Reggio Calabria si terrà la prima udienza del processo contro i 4 cittadini attivisti no carbone, Paolo Catanoso, Noemi Evoli, Giuseppe Toscano, Domenico La Rosa, citati in giudizio dalla SEI S.p.A. per aver diffuso vignette satiriche, comunicati stampa, volantini, ecc., ritenuti lesivi per la sua immagine.
Ci ritroveremo accanto ai nostri amici alle ore 9:00 presso il Piazzale CEDIR di Reggio Calabria.

SIAMO TUTTI CITATI, SIAMO TUTTI NO CARBONE

Non sono assolutamente gradite bandiere e simboli di partito, passerelle pre elettorali, diffusioni di “santini”, ecc ecc ecc.

Coordinamento Associazioni Area Grecanica

 

 

Fonte:

https://www.facebook.com/events/342815829213873/

IL 22 AGOSTO IL MOVIMENTO REGGIO NON TACE DICE NO ALLA CENTRALE A CARBONE

Quanti colori ci sono in un arcobaleno? Sette. C’è il nero (colore del carbone)? No. Anche i bambini lo sanno. Lo sanno anche Laura, Bianca, Rosa e gli altri bambini di Brindisi, protagonisti di un video realizzato da Simona Cocozza. Il futuro dei nostri figli non è il carbone e non sono le trivelle petrolifere.

Nella settima serata dell’estate al cortile degli Ottimati, si parlerà della questione della Centrale al Carbone di Saline, perché c’è ancora chi s’ostina a volerla. Già in altre occasioni abbiamo riflettuto sui danni che creerebbe, eppure ancora tanti pensano di mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi; anche Reggio sarà interessata dagli effetti mortiferi dell’eventuale istallazione della centrale, perché le polveri che produrrà raggiungeranno il territorio sino a un raggio di 40 Km. Come movimento ReggioNonTace, abbiamo già manifestato il nostro dissenso, scegliendo di farlo insieme ai membri del Comitato No Carbone, che si battono da anni con grande senso di responsabilità e mettendo in campo tante competenze per gridare che il carbone pulito NON ESISTE!

Oggi ci sono ulteriori motivi per tornare a discutere sulla Centrale.

Anzitutto il più grave: il 18.7, nell’incontro su tumori e leucemie a Reggio e provincia, dalla bocca d’uno scienziato abbiamo ascoltato l’annuncio, gravissimo, che entro il 2025 la totalità dei maschi e una donna su quattro, abitanti nel territorio, avremo il tumore. Queste parole sono cadute nel silenzio totale. E una centrale al carbone moltiplicherebbe i motivi per la diffusione dei tumori, com’è dimostrato a Vado Ligure, dove la magistratura ha ordinato la chiusura della centrale lì esistente.

Inoltre, la multinazionale SEI – che costruirebbe e gestirebbe la centrale – ha denunciato quattro militanti del Comitato No Carbone, chiedendo da loro un risarcimento di 4 milioni di euro. È un fatto gravissimo e vergognoso e, nell’incontro, esprimeremo fattivamente la nostra vicinanza, anche raccogliendo fondi per le spese legali che dovranno sostenere.

Vogliamo, poi, sfatare un’affermazione sostenuta dai favorevoli alla centrale, tra i quali anche la Confindustria di Reggio e alcuni sindacati. Si dice che darà lavoro a 1500 operai per la costruzione (perciò sarà un’occupazione temporanea) e a 400 operai per il funzionamento (che non potranno essere locali, dovendo essere altamente specializzati).

E non può essere taciuto che, come al solito, un patto tra politici, poteri forti (e criminalità, come da due anni il procuratore Gratteri ha denunciato) vuole passare sulle nostre teste, riducendo ancora di più gli spazi di democrazia.

Come movimento ReggioNonTace, continueremo a ripetere quanto già detto: non solo metteremo la nostra faccia, ma interporremo i nostri corpi, per impedire la costruzione della centrale, per evitare un ulteriore danno contro la nostra terra e la nostra salute. Ma è tempo di prenderci tutti a cuore responsabilmente la difesa della nostra terra; e stavolta lo faremo anche con proposte oculate e lungimiranti sull’impiego del nostro territorio, perché diventi uno dei luoghi della ri-esistenza della Calabria, contro gli attacchi di chi vuole solo fare profitto.

Abbiamo invitato i membri del comitato No Carbone per affrontare la reale possibilità di rilancio della nostra terra. Ci auguriamo che tanti sentano il bisogno di partecipare! per dimostrare che non è vero che, come semplici cittadini, possiamo essere solo impotenti, dinanzi alla prepotenza. Questo è il senso del titolo che abbiamo voluto dare al nostro ciclo d’incontri:

«m’importa»: per partecipare responsabilmente

L’appuntamento è per

venerdì 22 agosto, alle ore 20,45

nel cortile degli Ottimati, ingresso da via Cimino n. 4

(scendendo da piazza Castello, subito dopo la Procura generale)

Organizzatori delle serate: NO carbone a Saline, movimento ReggioNonTace C.STOf, Comitati territoriali tumori e leucemie, Comunità di Vita Cristiana, Microdànisma, MASCI RC4, Mad Simon e Maurizio Albanese, padri Gesuiti.

Fonte:

http://terrearse.it/comunicati-stampa/4237-il-22-agosto-il-movimento-reggionontace-dice-no-alla-centrale-a-carbone/

La Warrior Rainbow di Greenpeace a Reggio per sostenere la lotta contro la Centrale a carbone

rainbow warrior

È arrivata questa mattina nel porto di Reggio Calabria la “Rainbow Warrior”, l’imbarcazione simbolo di Greenpeace che ha programmato una tappa nel comune calabrese nell’ambito del tour “Non è un paese per fossili”.

A bordo del quartier generale di Greenpeace sono saliti i rappresentanti del Coordinamento No Carbone, impegnati nella lotta alla centrale a carbone di Saline Joniche: il coordinamento ha esposto nuovamente le proprie motivazioni contro la costruzione della centrale, definendola una “infrastruttura inutile, di cui il sistema energetico del paese non ha bisogno”.

Inoltre, applicando uno studio sull’inquinamento delle centrali a carbone realizzato per Greenpeace al caso della centrale di Saline, emergerebbe che la realizzazione di quell’impianto causerebbe 44 casi di morte prematura l’anno e danni economici (sanitari, ambientali, climatici) pari a 357 milioni l’anno.

Settimane fa, inoltre, la SEI – società che dovrebbe occuparsi della costruzione della centrale – ha denunciato tre attivisti del No Carbone, chiedendo una cifra pari a 4 milioni di euro, per alcune vignette satiriche diffuse dal coordinamento. Greenpeace è intervenuta anche sulla questione realizzando una campagna di grandi affissioni (6 metri per 3), riproducendo una delle vignette incriminate e sfidando apertamente la SEI a procedere per vie legali.
“Il progetto della SEI è uno scempio al territorio e l’ennesima minaccia fossile all’ambiente, al clima e all’economia. Che lo si voglia portare avanti, per giunta, reprimendo il dissenso a suon di minacce è una vera vergogna. La SEI esprime una visione miope del futuro energetico della Calabria, regressiva tanto quanto il suo tentativo di reprimere la libertà di espressione. Faremo di tutto affinché quella centrale non veda mai la luce” dichiara Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace.

Dopo Boraschi sono intervenuti anche Nuccio Barillà, della segreteria nazionale di Legambiente, Francesca Panuccio del Coordinamento dell’Area Grecanica No al
Carbone ed Ezio Pizzi, presidente del Consorzio di Tutela del Bergamotto.

La Rainbow Warrior riprenderà il viaggio verso la Grecia, la Croazia e, infine, tornare in Italia e percorrere il mar Adriatico.

Creato Martedì, 08 Luglio 2014 13:55
Fonte:
http://ildispaccio.it/reggio-calabria/49478-la-warrior-rainbow-di-greenpeace-a-reggio-per-sostenere-la-lotta-contro-la-centrale-a-carbone

RACCOLTA FONDI PER LE SPESE LEGALI DEGLI ATTIVISTI NO CARBONE

Scritto da Administrator
Giovedì 12 Giugno 2014 16:52

Il 2 Maggio 2014 la SEI S.p.A. cita in giudizio quattro cittadini dell’area grecanica chiedendo un risarcimento di 4 MILIONI di euro per un presunto ed improbabile danno d’immagine arrecato alla società a seguito della diffusione di alcuni comunicati stampa e locandine dal chiaro contenuto satirico.

Numerosi sono stati gli attestati di solidarietà e stima ricevuti dagli attivisti per quello che da più parti viene ritenuto un atto intimidatorio e tendente alla limitazione della libertà di pensiero.

Uno solo il pensiero espresso immediatamente dall’intero Coordinamento:

NON UN PASSO INDIETRO !!!

Ed è proprio perché di PASSI in questa assurda vicenda ne abbiamo da fare ancora tantissimi per impedire la costruzione della centrale a carbone

che il Coordinamento è lieto di invitarti ad un’imperdibile serata dance anni ’70. Un dopocena dalle note vintage con le musiche sapientemente scelte per noi dal

Dj FILIPPO LO PRESTI

Un drink omaggio riservato a chi sarà vestito a tema:
“Abbandona l’abito formale, vestiti a tema contro la centrale!”

venerdi 20 GIUGNO ore 22:00

TERRAZZA WINE BAR L’ACCADEMIA di Filippo Cogliandro

LUNGOMARE “CICERONE” DI LAZZARO

INGRESSO 10,00 euro

(Il ricavato della serata servirà a sostenere le spese legali per la difesa dei nostri attivisti e per il ricorso al TAR contro il decreto VIA.

 

PUOI ANCHE SOSTENERE IL COORDINAMENTO CON UNA DONAZIONE

CLICCANDO QUI

 

TI ASPETTIAMO

(nel frattempo ti chiediamo di inoltrare questa mail a tutti i tuoi contatti)

Coordinamento Associazioni Area Grecanica – No al carbone

Fonte:

http://www.nocarbonesaline.it/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=213:serata-dance-anni-70-raccolta-fondi-contro-il-carbone&catid=34:informazione&Itemid=57