GAZA, LUGLIO 2014: UMANITA’ DOVE SEI? – PARTE TERZA

Si è da poco conclusa  la giornata di mobilitazione nazionale e europea a sostegno del popolo palestinese. Purtroppo da poco si è conclusa anche la tregua di 12 ore che sarebbe stata ridicola se non ci fossero voluti 1000 morti per ottenerla. Tregua che è servita solo a recuperare cadaveri sotto le macerie di tutto ciò che Israele ha distrutto in questi giorni e a scoprire che il numero delle vittime palestinesi supera in realtà il migliaio, contando i 151 corpi ritrovati oggi. Mentre Gaza è senz’acqua, senza elettricità, le sue case, i suoi negozi, i suoi ospedali e le sue scuole sono distrutte (leggere l’articolo di Meri Calvelli: http://nena-news.it/gaza-emergenza-umanitaria-oltre-un-milione-senza-acqua/), Israele è incerto se prolungare la tregua o no, deve prima proseguire nella distruzione dei tunnel del suo nemico inerme, che ha il volto di tutti i palestinesi, anche quelli più piccoli, anche quelli che non sono ancora nati. E l’attacco riprende.

D. Q.

Qui gli ultimi aggiornameti da Nena News:

AGGIORNAMENTI:

ore 21.45 – ISRAELE RIPRENDE L’ATTACCO. HAMAS POTREBBE DIRE SI’ A 24 ORE DI TREGUA

Mentre fonti vicine ad Hamas dicevano ad Haaretz di essere d’accordo a prolungare il cessate il fuoco di 24 ore, l’esercito israeliano riprendeva l’operazione contro Gaza. Un uomo è stato ucciso a Deir al-Balah da colpi israeliani. Si tratta del 36enne Naem Abd al-Aziz Abu Thaher, 36. Secondo fonti palestinesi, le forze militari hanno bombardato Rafah, nonostante l’estensione della tregua fino alla mezzanotte di oggi. Azioni anche da parte delle Brigate Al Qassam che hanno lanciato due missili alle 8.40, 40 minuti dopo la fine del primo cessate il fuoco: il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha detto che il movimento non è stato consultato in merito all’estensione della tregua di altre 4 ore.

ORE 20.30 – TEL AVIV, IN MIGLIAIA CONTRO L’ATTACCO A GAZA

Oltre tremila manifestanti si sono riuniti a piazza Rabin, nel centro di Tel Aviv, per manifestare contro l’operazione militare israeliana a Gaza. La manifestazione era stata proibita per paura di lanci di razzi da Gaza dopo la fine del cessate il fuoco, ma è stata ripristinata dopo l’annuncio dell’estensione della tregua fino a mezzanotte.

ORE 19.50 – SECONDO IL MINISTERO DELLA SALUTE PALESTINESE, SONO 1032 LE VITTIME DALL’INIZIO DELL’OPERAZIONE ISRAELIANA. 5900 I FERITI

ORE 19.30 – ESERCITO ISRAELIANO: “RAZZI DA GAZA AL TERMINE DEL CESSATE IL FUOCO”. 4 BAMBINI MORTI SUL LATO EGIZIANO DI RAFAH PER UN RAZZO LANCIATO DAL SINAI

ORE 19.15 – SI’ DI ISRAELE A ESTENSIONE CESSATE IL FUOCO FINO A MEZZANOTTE, MEDIA RIFERISCONO DI SIRENE DI ALLARME AD ASHKELON

ORE 18.30 – CESSATE IL FUOCO ESTESO FINO A MEZZANOTTE

ORE 18.30 – UNRWA: “165 MILA SFOLLATI NELLE NOSTRE STRUTTURE A GAZA”. OGGI DISSEPOLTI 151 CORPI DALLE MACERIE A GAZA. JIHAD ISLAMICA: “STIAMO VALUTANDO CON ATTENZIONE LE OFFERTE DI CESSATE IL FUOCO: NON VOGLIAMO CADERE NELLA TRAPPOLA DEGLI INTERESSI INTERNAZIONALI” 

ORE 18 – AFP: “ISRAELE ACCETTA ESTENSIONE DI 4 ORE DELLA TREGUA”. HAMAS STA ANCORA DISCUTENDO, LA DIPLOMAZIA INTERNAZIONALE VUOLE UN PROLUNGAMENTO DI 24 ORE

Secondo l’Afp, che cita fonti del governo israeliano, Tel Aviv avrebbe approvato un’estensione di quattro ore al cessate il fuoco umanitario iniziato questa mattina. Un portavoce di Hamas ha dichiarato che il movimento sta ancora discutendo se accettare il prolungamento. L’inviato Onu John Serry ha detto che gli sforzi della diplomazia sono ora concentrati su un prolungamento di ulteriori 24 ore al cessate il fuoco deciso ieri.

ORE 17.30 – REUTERS, HAARETZ: “ISRAELE INCLINE A PROLUNGARE CESSATE IL FUOCO A PATTO CHE LA RICERCA DEI TUNNEL CONTINUI”

Un alto funzionario israeliano ha rivelato a Haaretz che i ministri israeliani stanno ricevendo telefonate perché accettino un prolungamento del cessate il fuoco di almeno quattro ore, mentre nella riunione del gabinetto di sicurezza fissata oggi alle 20 ora locale si discuterà della possibilità di estendere la tregua fino a domani mattina.

Stando a quanto riporta la Reuters citando un funzionario israeliano, Tel Aviv sarebbe incline a prolungare la tregua umanitaria di 12 ore iniziata questa mattina alle 7, a patto che l’esercito possa continuare a setacciare la Striscia in cerca di tunnel. “Per quanto ci riguarda – ha detto alla Reuters un funzionario del governo israeliano che è voluto rimanere anonimo – non c’è alcuna ragione per cui la popolazione non dovrebbe rifornirsi di cibo e medicinali, fino a quando i soldati potranno continuare il loro lavoro con i tunnel. La nostra guerra non è contro la popolazione”.

Secondo un tenente dell’unità ingegneri dell’esercito israeliano intervistato poco fa da dall’agenzia palestinese Maan, per localizzare e distruggere tutti i tunnel ci vorrà ancora una settimana.

ORE 16.30 – 1000 VITTIME PALESTINESI CONFERMATE, NELLA NOTTE MORTI 3 SOLDATI ISRAELIANI A GAZA. IL GABINETTO DI SICUREZZA SI RIUNISCE ALLE 19.30 ORA ITALIANA PER DISCUTERE DELL’OPERAZIONE E DEL CESSATE IL FUOCO

Il ministero della Salute palestinese ha confermato che il bilancio dei primi 19 giorni di offensiva israeliana a Gaza è di 1000 vittime. L’esercito israeliano ha confermato che questa notte sono morti 3 soldati. Haartez riferisce che il gabinetto di sicurezza israeliano si riunirà alle 19.30 ora italiana per discutere dell’operazione e della possibilità di firmare un cessate il fuoco.

ORE 16 – SCONTRI NEL CAMPO PROFUGHI DI AL-ARRUB, NELLA CISGIORDANIA MERIDIONALE, AL FUNERALE DELL’UOMO UCCISO IERI DALL’ESERCITO ISRAELIANO. NEL QUARTIERE DI SHAJAIYEH A GAZA CITY RINVENUTI FINORA 85 CORPI DALLE MACERIE

SALE A 198 IL BILANCIO DELLE VITTIME PALESTINESI. DIRETTORE DELL’OSPEDALE AL-WAFA RICEVE CHIAMATA DA ISRAELE: “DISTRUGGIAMO ENTRO DOMATTINA”

15 lug 2014
by Redazione


Gaza

Giorno 7 – lunedì 14 luglio

Giorno 6 – domenica 13 luglio

Giorno 5 – sabato 12 luglio

Giorno 4 – venerdì 11 luglio

Giorno 3 – giovedì 10 luglio

Giorno 2 – mercoledì 9 luglio

Giorno 1 – martedì 8 luglio

 

AGGIORNAMENTO ore 01.00 – BOMBE SU RAFAH: 2 MORTI E 4 FERITI. BILANCIO SALE A 198 VITTIME

AGGIORNAMENTO ore 00.00- ABBAS AL CAIRO DOMANI PER PARLARE DELLA TREGUA. OLP: “IL CESSATE IL FUOCO IGNORA HAMAS”

Il presidente dell’ANP Abbas andrà domani al Cairo per incontrare il presidente egiziano Al-Sisi e discutere dell’implementazione della tregua. Poi andrà in Turchia, dove vedrà il premier Erdogan.

Dall’OLP si alzano però voci contrarie al cessate il fuoco. Al quotidiano israeliano Haarezt un leader dell’OLP ha criticato l’azione dell’Egitto e di Abbas “perché ignora Gaza. I leader di Hamas si sono sentiti umiliati perché la proposta è stata resa pubblica senza consultarli sui contenuti”.

AGGIORNAMENTO ore 23.30 – DIRETTORE DELL’OSPEDALE AL-WAFA RICEVE CHIAMATA DA ISRAELE: “DISTRUGGIAMO ENTRO DOMATTINA”

Il direttore dell’ospedale Al Wafa di Gaza City, il dottor Al Aishi, ha ricevuto una chiamata dall’esercito israeliano in cui si intima l’evacuazione della struttura che “sarà distrutta entro domattina”.

Dati sui feriti: quasi 1.400 di cui il 35% bambini secondo quando riferisce Tommaso Fabbri, capo missione di Medici Senza Frontiere nella zona.

 

AGGIORNAMENTO ore 23 – ORDINE DI EVACUAZIONE A GAZA CITY

L’esercito israeliano ha intimato alla popolazione residente a Nord della Striscia e nei quartieri di Zeitoun e Shayaja a Gaza City di evacuare le proprie case entro domattina. Lo stesso ordine è arrivato agli internazionali che si trovano in questi giorni dentro l’ospedale di riabilitazione Al Wafa. Si temono pesanti bombardamenti su una delle aree più popolate di Gaza.

 

AGGIORNAMENTO ORE 22.30 – DUE PALESTINESI UCCISI E NUMEROSI FERITI A RAFAH DOPO UN RAID ISRAELIANO, IL BILANCIO E’ DI 196 MORTI

 

AGGIORNAMENTO ORE 22 – HAMAS, TESTIMONI: “ABBATTUTO DRONE ISRAELIANO”, IL SECONDO OGGI

La contraerea di Hamas avrebbe abbattuto un drone israeliano nel pomeriggio di oggi nel centro della Striscia di Gaza. Lo riferisce l’agenzia turca Anadolu citando testimoni. Poche ore fa la notizia era stata data dall’emittente di Hamas al-Aqsa Tv. Si tratterebbe del secondo drone israeliano abbattuto nella giornata di oggi, il quarto dall’inizio dell’offensiva israeliana “Barriera protettiva”.

AGGIORNAMENTO ORE 21 – NETANYAHU: “HAMAS NON CI LASCIA ALTRA SCELTA CHE ESPANDERE L’OPERAZIONE”. INCOGNITA SULL’INVASIONE VIA TERRA

“Se non c’è il cessate il fuoco, c’è il fuoco”. Sono le parole del premier israeliano Netanyahu al termine della riunione di gabinetto di questa sera, che ha spiegato che dato che Hamas ha rifiutato la tregua proposta dall’Egitto, Israele è costretto a intensificare le operazioni militari. Al-Jazeera riferisce che ancora non ci sono dettagli su un’eventuale operazione via terra e aggiunge che Netanyahu ha implicitamente criticato le chiamate alla rioccupazione di Gaza fomentate dal proprio ministro degli Esteri Avigdor Liebermann bollandole come “rumori di sottofondo”. Intanto Netanyahu ha rimosso il vice ministro degli Esteri Danny Danon dal suo incarico: Danon si era pubblicamente schierato contro la decisione del governo di accettare il cessate il fuoco proposto dall’Egitto.

AGGIORNAMENTO ORE  19.20 – L’Agenzia Reuters riferisce della prima vittima israeliana da quando è iniziata l’offensiva ‘Barriera Protettiva’ contro Hamas a Gaza. Si tratta di un civile ucciso da un razzo caduto nei pressi del valico di Erez. Sinora i lanci di razzi dalla Striscia avevano provocato soltanto feriti. Intanto, è salito a 193 il bilancio dei morti a Gaza. L’ultima vittima è un uomo di 77 anni morto oggi pomeriggio nei raid su Khan Yunis, nella zona meridionale della Striscia.

Stasera a Gerusalemme si è verificata un’altra aggressione di estremisti ebrei ai danni di un avvocato palestinese, la signora Sanaa Dweik, in compagnia di una cliente a Deir Yassin. Gli aggressori hanno spruzzato spray al peperoncino mentre le due vittime entravano in auto all’esterno di un tribunale di Gerusalemme ovest.

AGGIORNAMENTO ORE 18.00 – Il ministro palestinese della Sanità, Jawad Awad, ha annullato la sua visita all’ospedale Shifa di Gaza City, dopo essere stato accolto da un gruppo di manifestanti irati al suo arrivo dall’Egitto, attraverso il valico Rafah, che da quando è iniziata l’offensiva israeliana ‘Barriera Protettiva’, è stato quasi sempre chiuso.

La folla ha lanciato scarpe e uova contro la macchina su cui viaggiava Awad. Altri manifestanti si  sono radunati davanti all’ospedale di Shifa, brandendo striscioni contro il governo tecnico insediatosi lo scorso 2 giugno, dopo l’accordo di riconciliazione tra Hamas e Fatah. La gente ha criticato Awad per avere aspettato otto giorni prima di recarsi nella Striscia, sotto il fuoco israeliano dall’8 luglio.

La tenuta dell’accordo è messa duramente alla prova dall’offensiva israeliana. Il movimento islamico non ha commentato l’accaduto, ma Mussa Abu Marzuq, membro dell’ufficio politico in esilio, ha condannato l’incidente sulla sua pagina Facebook.

AGGIORNAMENTO ORE 17.30 – Un uomo di 77 anni è morto in un raid e altre nove case sono state colpite dai missili israeliani. Le Forze armate israeliano hanno riferito di avere colpito trenta obiettivi dalla ripresa dei bombardamenti.

AGGIORNAMENTO ORE 17.00 – La distruzione provocata dai raid israeliani su Gaza è “immensa”, ha detto il portavoce dell’Unrwa, Sami Mshasha. Secondo i dati raccolti dall’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, il bilancio delle vittime è destinato ad aumentare. Sono state distrutte completamente 560 case e migliaia di edifici sono stati danneggiati, tra cui 47 strutture dell’Unwra.

Gli sfollati sono almeno 17.000 e in migliaia si sono rifugiati in venti scuole dell’agenzia. La Croce Rossa internazionale, ha parlato dei danni alle strutture di rifornimento dell’acqua e nei prossimi giorni l’intera popolazione della Striscia rischia di non avere più accesso all’acqua. Nei bombardamenti degli ultimi otto giorni sono stati uccisi anche diversi tecnici del Comune e sarà difficile riuscire a riparare i danni e a garantire il rifornimento ala popolazione, in parte già tagliata fuori dalle forniture elettriche.

AGGIORNAMENTO ORE ore 15:40 LIEBERMAN: “BISOGNA TERMINARE LA MISSIONE SOLO QUANDO TZAHAL CONTROLLERA’  TUTTA LA STRISCIA”. 

Nel corso di una conferenza stampa il Ministro degli Esteri israeliano e leader del partito di estrema destra Yisrael Beitenu, Avigdor Lieberman, ha dichiarato poco fa: “il mondo deve incoraggiarci ad andare fino in fondo. Bisogna terminare la missione solo quando Tzahal [acronimo per Esercito di difesa d’Israele, ndr] controllerà tutta la Striscia”. Secondo il Ministro, infatti, anche se le due parti dovessero giungere ad un cessate il fuoco, resteranno immutate le condizioni per l’inizio di un “nuovo round”. “E’ evidente – ha aggiunto Lieberman – che durante il periodo di calma Hamas continuerà a fabbricare altri razzi e a contrabbandare altro materiale esplosivo”

 

AGGIORNAMENTO ORE 14:55  RIPRENDONO I RAID ISRAELIANI

L’esercito israeliano ha ripreso poco fa i raid aerei slla Striscia di Gaza interrotti stamani alle 9 dopo che il Gabinetto di Sicurezza aveva accettato la proposta di coprifuoco presentata dall’Egitto.  Fonti palestinesi sostengono che gli attacchi israeliani si stanno concentrando nel campo profughi di al-Burj e a Khan Yunis. Anche durante il periodo di calma è stato registrato almeno un attacco nell’area orientale della città di Gaza.

Il comandante israeliano del fronte meridionale, il capitano Sami Turjeman, ha detto al quotidiano Haaretz che “alla luce del continuo lancio di razzi  da parte di Hamas verso il territorio israeliano, agiremo con forza. Hamas ha iniziato la battaglia e si è fatta del male. Non abbiamo ancora utilizzato tutto il nostro potenziale e, se richiesto, lo useremo.  E’ ancora troppo presto per terminare questa operazione”.

L’esercito sostiene che dalle 9 alle 15 sono stati sparati più di 40 missili dalla Striscia.

AGGIORNAMENTO ORE 13:30  DA STAMATTINA CHIUSO VALICO DI EREZ

Stamattina Hamas ha chiuso il valico di Erez a causa dei bombardamenti israeliani. “Erez resterà chiuso finché non otteniamo rassicurazioni internazionali che non verrà più bombardato da Israele” ha detto un ufficiale del movimento islamico a News 24. Bloccato un gruppo di 20 palestinesi che sarebbe dovuto entrare nello stato ebraico per sottoporsi a cure mediche.

AGGIORNAMENTO ORE 13:00 ABU MAZEN DOMANI AL CAIRO. MINISTRO INTERNI ISRAELIANO CONVOCA UN VERTICE CON TUTTI I MEMBRI DEL GOVERNO.

Il Segretario di Stato americano, John Kerry, ha detto che “la proposta egiziana di cessate il fuoco è una buona occasione per fermare la violenza e far tornare la calma. Accolgo con piacere la decisione del Gabinetto di Sicurezza israeliano di accettare l’iniziativa del Cairo e invito tutte le parti a comportarsi in modo simile”.

Secondo la stampa egiziana il Presidente palestinese Abu Mazen domani sarà al Cairo ed incontrerà al-Sisi.

Il Ministro degli Interni israeliano, Gideon Sa’ar, ha chiesto di convocare una riunione di tutti i membri del governo per discutere la proposta egiziana di cessate il fuoco-

La notizia di una fine dei raid aerei israeliani a Gaza, diffusa dall’Agenzia palestinese Ma’an un’ora fa, è stata subito smentita. Mezz’ora fa l’aviazione israeliana ha colpito un campo agricolo nel quartiere al-Sha’af ad est della città di Gaza.

Sul versante israeliano un soldato israeliano è stato ferito leggermente dai frammenti di un razzo sparato verso Sderot. Il sistema Iron Dome ha intercettato due missili indirizzati verso Ashkelon e Rehovot. Le sirene sono tornate a suonare ad Ashdod, Rishon LeTzion, Rehovot, Tel Aviv e Afula (non molto lontano da Nazaret). Secondo l’esercito israeliano dalle 9 di stamattina sono stati sparati 35 missili dalla Striscia di Gaza verso Israele

AGGIORNAMENTO ORE 12:20 AGENZIA MA’AN: “ISRAELE HA SOSPESO ATTACCHI SU GAZA”

Secondo l’Agenzia palestinese Ma’an, l’esercito israeliano ha detto di aver sospeso i suoi attacchi su Gaza. Al momento la notizia non trova conferma sui media israeliani.

AGGIORNAMENTO ORE 11:50  HAMAS: “NON SIAMO STATI CONSULTATI SULL’INIZIATIVA EGIZIANA DI CESSATE IL FUOCO”

Il portavoce di Hamas, Abu Zuhri: “non siamo stati consultati sull’iniziativa egiziana che abbiamo appresa solo dai mezzi di comunicazione. La rifiutiamo. Non capisco dove sia il vantaggio se viene eliminata la resistenza [palestinese, ndr] mentre l’aggressione [l’attacco di Israele, ndr] continua”.

Colpite due case ad Ashdod da un missile sparato dalla Striscia di Gaza. Le sirene sono suonate ad Eshkol, Ashkelon, Rehovot e Nes Tziona, Wadi Ara. Non si segnalano danni né feriti.

AGGIORNAMENTO ORE 11:30  NETANYAHU: “SE HAMAS NON RISPETTA IL CESSATE IL FUOCO, INASPRIREMO L’ATTACCO”

Prima di iniziare l’incontro con il Ministro degli Esteri tedesco, il Premier israeliano Netanyahu ha dichiarato: “se Hamas non accetterà il cessate il fuoco, inaspriremo l’attacco”.  Il Primo Ministro ha poi aggiunto: “abbiamo risposto positivamente alla proposta egiziana di cessate il fuoco per dare una possibilità alla Striscia di Gaza di essere privata dei razzi”. Tuttavia, ha avvertito, “se Hamas continuerà a sparare avremo tutta la legittimità internazionale per intervenire”.

 

AGGIORNAMENTO ORE 10:45  DA STAMATTINA CINQUE PALESTINESI UCCISI, 192 DALL’INIZIO DELL’OPERAZIONE “BORDO PROTETTIVO”. 

Cessate il fuoco più o meno vicino, a Gaza si continua a morire. Ashraf al-Qudra, portavoce del Ministero della Sanità palestinese a Gaza, ha affermato che  Sulayman Abu Luli (33 anni), Bushra Khalil Za’rab (53) e ‘Ata al-’Umur (58) sono stati uccisi nel raid aereo compiuto dall’aviazione israeliana a Khan Yunis. Sono 192 le vittime palestinesi  dall’inizio dell’Operazione “Bordo protettivo”. Più di 1400 i feriti.

AGGIORNAMENTO ORE 10:15   POSTICIPATA LA VISITA DI KERRY AL CAIRO PREVISTA PER OGGI

E’ stata posticipata la visita del Segretario di Stato statunitense John Kerry al Cairo che era annunciata oggi.

La destra radicale israeliana critica con toni aspri la decisione del Gabinetto di Sicurezza di approvare il cessate il fuoco proposto dagli egiziani. Il Ministro della Casa e dell’Edilizia, Uri Ariel, ha giudicato la scelta del Gabinetto “un errore strategico”. Favorevole il partito laburista. “Accolgo con favore l’iniziativa egiziana perché riporterà il silenzio tra i cittadini del sud d’Israele”. ha dichiarato il leader di HaAvoda Itzhak Hertzog. “Speriamo – ha aggiunto – che Hamas la rispetterà”.

Intervistato dalla rete panaraba al-Mayadeen, un leader di Hamas ha affermato che “nessuno finora ha discusso con noi o con la Jihad l’iniziativa egiziana”.

 

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della redazione

Gaza, 15 luglio 2014, Nena News – Le Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato di Hamas, rifiutano la proposta egiziana di cessate il fuoco, che definiscono una “resa”, e  minacciano di “inasprire” ulteriormente il conflitto con Israele. Il passo segue la posizione  presa nel corso della notte dalla leadership politica del movimento islamico contraria a una tregua senza un accordo complessivo. Si raffreddano perciò le speranze dei tanti di coloro che avevano auspicato l’accoglimento immediato dell’iniziativa egiziana che prevede l’avvio di trattative per un accordo complessivo entro 48 dall’inizio della tregua.

  Proprio oggi al Cairo arriva il segretario di Stato americano John Kerry per discutere  i punti del cessate il fuoco con il suo omologo egiziano Sameh Shukri.

Il secco no di Hamas è stato seguito dall’accettazione della proposta egiziana da parte del gabinetto di sicurezza di Israele (contrari il Ministro degli Esteri Lieberman e quello dell’Economia Bennet). Il premier Netanyahu  ora intende chiedere, riferisce la stampa locale, la consegna da parte delle organizzazioni armate palestinesi delle riserve di razzi. La ‘smilitarizzazione’ di Gaza è la richiesta centrale di Israele. Nessuno però crede che sarà accettata da un Hamas che grazie alla nuova guerra ha riconquistato prestigio tra i palestinesi e gli arabi e ora alza il tiro. Il movimento islamista vuole la riapertura di tutti i valichi con Gaza, i fondi per pagare gli stipendi di circa 40.000 dipendenti pubblici nella Striscia e la liberazione dei suoi militanti arrestati da Israele in Cisgiordania dopo il recente rapimento dei tre ragazzi ebrei. 

Ha detto sì alla proposta egiziana invece il presidente dell’Anp Abu Mazen. Lo riferisce l’agenzia di stampa palestinese Wafa.   Abu Mazen ha lanciato un appello ”a tutte le parti” affinche’ assecondino gli sforzi egiziani, nell’ intento di risparmiare ulteriori vittime al popolo palestinese e ”nel supremo interesse nazionale”. Il presidente ha poi espresso la speranza che questa tregua possa spianare la strada verso uno sforzo politico che faccia terminare l’occupazione e possa dare vita ad uno stato palestinese”.

Intanto l’offensiva militare israeliana prosegue. Nelle ultime ore almeno quattro palestinesi, tra i quali una donna di Rafah, sono stati uccisi da raid aerei nel sud della Striscia. Un bilancio ufficioso parla di 191 morti e 1400 feriti.  Dieci persone sono state ferite ad Eilat nel sud d’Israele da un razzo palestinese. Secondo i dati forniti dall’esercito israeliano nella giornata di ieri sono stati almeno 100 i missili sparati dalla Striscia (più di 900 dall’inizio dell’Operazione “Bordo Protettivo”). Tre razzi sono stati sparati anche dalla Siria e dal Libano verso il nord d’Israele, le Alture del Golan occupato e la Galilea Occidentale. Nena News

SALE A 168 IL NUMERO DEI PALESTINESI UCCISI. MIGLIAIA IN FUGA CERCANO RIFUGIO NELLE SCUOLE ONU. OSPEDALI SENZA PIU’ MEDICINE

13 lug 2014

by Redazione

(Foto: Reuters)(Foto: Reuters)

Giorno 5 – Sabato 12 luglio

Giorno 4 – venerdì 11 luglio

Giorno 3 – giovedì 1o luglio

Giorno 2 – mercoledì 9 luglio

Giorno 1 – martedì 8 luglio

 

AGGIORNAMENTO ORE 23.15 – BOMBARDAMENTO SU RAFAH, UCCISO UN BAMBINO. I MORTI SALGONO A 168. UN RAZZO ATTRAVERSA LA FRONTIERA SIRIANA, ISRAELE RISPONDE: “CONSIDERIAMO RESPONSABILE IL REGIME SIRIANO”

AGGIORNAMENTO ORE 22.30 – INTENSI BOMBARDAMENTI SU DEIR AL-BALAH, UN MORTO

Un uomo di 65 anni è stato ucciso durante gli intensi bombardamenti israeliani su Deir el Balah. Raid anche vicino al campo profughi di Nuseirat e a ovest di Khan Younis. Il totale delle vittime palestinesi dall’inizio dell’operazione israeliana è di 167 persone.

AGGIORNAMENTO ORE 19.30 – ABBAS: “L’ONU PROTEGGA LA PALESTINA SECONDO LE CONVENZIONI INTERNAZIONALI”

Il presidente dell’Autorità palestinese invierà una lettera al segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon e al coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente Robert Serry per chiedere che la Palestina venga messa sotto protezione internazionale. Secondo il comunicato diffuso poco fa dall’Organizzazione per la liberazione della Palestina, Abbas si starebbe muovendo in questi giorni per il rispetto delle convenzioni internazionali, di cui è firmatario in quanto stato non-membro dell’Onu dal 2012.

In particolare, Abbas ha esortato la Svizzera, depositaria della quarta Convenzione di Ginevra sulla protezione di civili in tempo di guerra, a chiedere ai firmatari immediate sanzioni nei confronti di Israele che, in quanto potenza occupante, è responsabile della sicurezza dei civili. Il presidente dell’Anp chiede anche una commissione di inchiesta che indaghi sui bombardamenti indiscriminati che sta compiendo l’aviazione israeliana.

AGGIORNAMENTO ore 18.45 – KERRY A NETANYAHU: “SEMPRE DISPONIBILI A TRATTARE LA TREGUA”

Il segretario di Stato Usa Kerry ha telefonato oggi al premier israeliano Netanyahu per rinnovare l’offerta di Washington di fare da mediatore per un cessate il fuoco tra Hamas e Tel Aviv, sottolineando “la preoccupazione americana per l’escalation sul terreno”. Oggi Kerry parlerà anche con i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Gran Bretagna riuniti a Vienna per discutere le modalità di intervento.

AGGIORNAMENTO ore 18.30 – MIGLIAIA IN FUGA DALLE BOMBE ISRAELIANE CERCANO RIFUGIO NELLE SCUOLE ONU

Migliaia di palestinesi residenti a Nord di Gaza stanno lasciando in queste ore le loro case cercando rifugio nelle strutture dell’UNRWA dopo aver ricevuto l’avvertimento delle forze militari israeliane. Dagli aerei sono stati lanciati volantini e in alcuni casi i residenti sono stati chiamati al telefono, avvertendo di lasciare le abitazioni entro mezzogiorno “per la propria sicurezza”.

I rifugi di fortuna, soprattutto scuole, non sono pronte ad accogliere almeno 4mila persone in questo momento in fuga: manca tutto e alcune famiglie si sono portate coperte e materassi. La foto è stata scattata da Michele Giorgio questo pomeriggio in una scuola UNRWA.

Gazawi cercano protezione in una scuola UNRWA (Foto: Michele Giorgio)

Gazawi cercano protezione in una scuola UNRWA (Foto: Michele Giorgio)

 

AGGIORNAMENTO ORE 17:30 HAMAS:“IL RUOLO DELL’ANP DEVE ESSERE PIU’ EFFICACE. TREGUA? FINORA NESSUNA PROPOSTA SERIA”

Secondo l’emittente panaraba al-Mayadeen gli israeliani vorrebbero giungere ad un accordo simile a quello siriano per le armi chimiche nell’ambito di una intesa internazionale a guida statunitense. Sempre secondo la tv gli sforzi dell’Autorità Palestinese, Qatar, Egitto e Turchia di giungere ad una tregua stanno incontrando l’opposizione di Tel Aviv che vuole continuare il conflitto.

Intanto Hamas, tramite il suo portavoce Abu Zuhri, ha bacchettato poco fa l’Autorità Palestinese: “il ruolo dell’Anp deve essere più efficace. In pratica governa la Striscia, ma assistiamo ad un vuoto governativo”. Abu Zuhri ha negato l’intenzione del suo movimento di iniziare il conflitto. “Hamas non ha scelto la guerra, l’Occupazione [Israele, ndr] l’ha voluta e deve assumersi le responsabilità. Ora prova a ricompensare la sua missione fallimentare colpendo i civili”. Poi provocatoriamente ha aggiunto:“la maggior parte dei suoi cittadini sono sotto terra, contrariamente a noi che siamo all’aria aperta”. E su un possibile cessate il fuoco ha risposto: “al momento non ci è stata presentata alcuna proposta seria nonostante le tante chiamate ricevute. Quando ciò avverrà, la studieremo. Ma fino ad allora continueremo a rispondere all’aggressione”.

AGGIORNAMENTO ORE 15:45 IL MINISTERO DEGLI INTERNI A GAZA: “L’ORDINE DI EVACUAZIONE  RIENTRA NELLA GUERRA DI NERVI CHE ISRAELE STA COMPIENDO”

Commentando l’ultimatum israeliano di stamattina secondo cui i palestinesi del nord della Striscia devono lasciare le loro case, un portavoce di Hamas ha dichiarato alla televisione del movimento islamico: “gli abitanti di Gaza non devono ascoltare gli ordini [di Israele, ndr] di abbandonare le loro case. Ci devono restare. Questa è una guerra psicologica”. Gli fa eco il Ministero degli Interni a Gaza secondo cui le telefonate e i volantini israeliani rientrano nella “guerra di nervi” che Israele sta compiendo alla luce del “fallimento della politica di occupazione”. In una nota ufficiale, il Ministero rende noto di essere “in contratto con tutte le organizzazioni internazionali e i gruppi in difesa dei diritti umani che sono attivi nella Striscia. Al momento non è stata richiesta una evacuazione dell’area”.

Il Ministero della Salute palestinese annuncia che i palestinesi uccisi dall’inizio dell’Operazione “Bordo protettivo” sono 167 e lancia nuovamente un grido di allarme per la carenza di medicinali e materiale sanitario soprattutto quello necessario per effettuare operazioni.

Nelle ultime ore sono suonate nuovamente le sirene ad Ashkelon, Ashdod e nelle aree confinanti con la Striscia. Poco fa allarme attivo anche nell’area del Gush Dan (al centro d’Israele dove vi è anche Tel Aviv) a Naharia e in Cisgiordania. Non si registrano danni né di feriti. Il sistema “Iron Dome” ha intercettato due razzi ad Ashkelon, uno a Hadera (nord di Tel Aviv) e uno ad Ashdod dove altri due missili sono caduti in territorio aperto. Da stamane sono stati lanciati più di 70 razzi verso lo stato ebraico. A riferirlo è il canale 10 israeliano secondo cui Israele non sarebbe interessata ad una invasione di terra.

Di questa possibilità si discuterà nella riunione del Gabinetto di Sicurezza israeliano che è stato posticipato alle 17:30 ore italiane.

Clima teso anche al confine tra Libano ed Israele. Al momento nei villaggi libanesi meridionali regna la calma dopo che ieri erano stati oggetto di un bombardamento israeliano. L’Unifil pattuglia l’area nel tentativo di evitare una escalation invitando l’esercito libanese e quello israeliano alla moderazione

AGGIORNAMENTO ore 13 – SCONTRI AD AL AQSA: 20 FERITI

Le forze militari israeliane sono entrate stamattina nella Spianata delle Moschee a Gerusalemme e si sono scontrate con giovani palestinesi, dopo la chiusura di Al Aqsa imposta da Tel Aviv ai fedeli musulmani. Le forze israeliane hanno sparato proiettili di gomma, mentre un gruppo di israeliani di destra veniva fatto entrare nella Spianata. Venti i feriti tra i palestinesi, molti alla testa.

Scontri anche nei quartieri di Gerusalemme Est, nella notte di ieri, a Shuafat, al-Tur e Anata. Secondo quanto riportato da Abu al-Hummus, attivista di Issawiya, dieci palestinesi sono stati feriti.

AGGIORNAMENTO ore 11.35 – NETANYAHU: “NON SAPPIAMO QUANDO L’OPERAZIONE FINIRA’”

Il premier Netanyahu è tornato a dire oggi di non sapere “quando l’operazione militare terminerà”. “Smetteremo quando la tranquillità sarà tornata”.

AGGIORNAMENTO ore 11.30 – ONU: “OLTRE 4MILA GAZAWI IN FUGA DA NORD”

Secondo le Nazioni Unite, sarebbero oltre 4mila i palestinesi in fuga dalla zona Nord della Striscia dopo l’avvertimento israeliano di un prossimo bombardamento contro Beit Lahiya.

Palestinesi in fuga da Nord (Foto: AFP)

Palestinesi in fuga da Nord (Foto: AFP)

AGGIORNAMENTO ore 11.15 – EMERGENZA SANITARIA: A GAZA NON CI SONO PIU’ MEDICINE

A Gaza City mancano i medicinali e il più grande ospedale della Striscia, al-Shifa, è ormai quasi privo di medicine e equipaggiamento sanitario. “Abbiamo usato tutte le medicine e avevamo pensato di acquistarne altre da fuori – ha detto Basman al-Ashi, direttore dell’ospedale Al Wafa, target ieri di alcuni missili – Ma poi la guerra è esplosa e abbiamo cominciato a usare le riserve. Se la guerra continua per un’altra settimana o due, non avremo più nulla per curare i nostri pazienti”.

Negli ospedali mancano la metà dei farmaci essenziali, previsti dall’Organizzazione Mondiale della Salute e 470 tipi di materiali sterili e monouso, tra cui aghi, siringhe, cotone, disinfettanti, guanti e molto altro.

AGGIORNAMENTO ore 11.00 – VALICO DI RAFAH APERTO

Le autorità egiziane hanno riaperto oggi il valico di Rafah tra Gaza e Egitto in una sola direzione per permettere l’evacuazione dei feriti gravi.

AGGIORNAMENTO ORE 9.30 – ESERCITO A PALESTINESI DI BEIT LAHIA: LASCIATE CASE STIAMO PER BOMBARDARE 

“Chiunque trascuri le istruzioni dell’esercito metterà la vita di se stesso e della sua famiglia a rischio. Attenzione”. E’ quanto si legge nei volantinilanciati dall’esercito israeliano sulla zona di Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza, con l’avviso agli abitanti di abbandonare prima di mezzogiorno le case. “L’operazione dell’esercito – e’ scritto – sarà breve”.

dalla redazione

Gerusalemme, 13 luglio 2014, Nena News – Sale a 162 il numero delle vittime gazawi al sesto giorno di offensiva israeliana, “Barriera Protettiva”. Ieri è stato il giorno più sanguinoso con 56 morti; solo nella notte sono morte 21 persone, almeno 35 i feriti: 18 le vittime della famiglia Al Batch solo nel quartiere di Al Tuffah a Gaza City, quando un bombardamento ha colpito una moschea. Secondo Israele il target era Tayseer Batch, capo di polizia. Il violento attacco notturno è giunto dopo l’annuncio di Hamas di colpire Tel Aviv alle 9 di ieri sera, seguito al lancio di alcuni missili.

Ieri notte ci sono però stati i primi scontri diretti tra soldati israeliani e miliziani di Hamas. Durante un raid della marina lungo la costa della Striscia (target, un lanciarazzi di Hamas) c’è stato uno scambio di fuoco tra i due. Secondo il movimento islamista, questo avrebbe impedito ai soldati di entrare in territorio gazawi, ferendone quattro. Si tratterebbe del primo tentativo di ingresso israeliano nella Striscia. L’esercito israeliano non ha rilasciato commenti, si è limitato da riportare il ferimento dei quattro soldati. Le Brigate Al Qassam hanno confermato lo scontro a fuoco.

Vero è che Israele prosegue negli avvertimenti alla popolazione: ancora ieri il governo israeliano ha detto ai civili residenti a nord di lasciare le proprie case per l’imminenza di un’incursione terrestre.

Ieri notte si è mosso anche il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che dopo due giorni di attesa ha emesso all’unanimità una dichiarazione nel quale chiede l’immediato cessate il fuoco tra Israele e Hamas, il rispetto del diritto internazionale, il ritorno al negoziato diretto tra israeliani e palestinesi e ai termini della tregua del novembre 2012. In questo momento i ministri degli Esteri di Francia, Gran Bretagna, Germania e Stati Uniti stanno discutendo sulle modalità di una tregua a Vienna. Nena News

 

 

Fonte:

http://nena-news.it/diretta-gaza-esercito-a-palestinesi-beit-lahia-lasciate-case-bombardiamo/

 

 

151 LE VITTIME PALESTINESI MENTRE LA SITUAZIONE SANITARIA DI GAZA E’ SEMPRE PIU’ CRITICA

 

12 lug 2014

by Redazione

Dopo il lancio di razzi su Tel Aviv, annunciato e celebrato da Hamas, scatta la rappresaglia di Tel Aviv contro una moschea di Gaza city

Palestinians gather around a house which police said was destroyed in Israeli air strikes in Khan Younis in the southern Gaza Strip, 8 July. Eight persons, including six children, were killed. (Ramadan El-Agha / APA images)

Palestinians gather around a house which police said was destroyed in Israeli air strikes in Khan Younis in the southern Gaza Strip, 8 July. Eight persons, including six children, were killed. (Ramadan El-Agha / APA images)

 

Giorno 4 – venerdì 11 luglio

Giorno 3 – giovedì 1o luglio

Giorno 2 – mercoledì 9 luglio

Giorno 1 – martedì 8 luglio

 

AGGIORNAMENTO ORE 23 – 151 MORTI, ESPLODE LA VIOLENZA A GERUSALEMME. CONFERMATO L’AVVISO DI EVACUAZIONE PER IL NORD DELLA STRISCIA DI GAZA. IDF: “NOI PAESE DISCIPLINATO, MISURA ALTAMENTE MORALE”

Il numero delle vittime palestinesi è salito a 151, dopo il raid che a Gaza City ha causato la morte di 16 persone – tra cui donne e bambini – in una moschea e in un’abitazione privata. Ci sarebbero anche alcune persone intrappolate sotto le macerie. Due razzi in provenienza dal Libano sono caduti nella Galilea occidentale e Israele ha aperto il fuoco oltreconfine. Esplode la violenza a Gerusalemme, con scontri tra esercito israeliano e dimostranti palestinesi a Issawiya, at-Tur e Qalandiya.

Le autorità militari israeliane hanno confermato che presto verrà diffuso l’avviso di evacuazione per i residenti del nord della Striscia di Gaza: secondo un alto ufficiale israeliano intervistato da Haaretz sarebbe proprio da lì che viene sparata la maggior parte dei razzi diretti in Israele. Secondo l’ufficiale, la popolazione verrà avvertita via media, telefono e volantini e una volta ripulita la zona dai civili, l’esercito rimuoverà alcune delle restrizioni alle varie unità, intensificando gli attacchi aerei. ”Questa – ha dichiarato l’ufficiale – è una misura altamente morale… L’evacuazione consente una maggiore libertà di azione nella zona. Noi, da paese disciplinato, emetteremo segnalazioni prima di colpire coloro che vogliono uccidere i nostri cittadini”.

AGGIORNAMENTO ORE 22.00

 Un nuovo raid aereo israeliano ha causato stasera a Gaza City almeno altri 15 morti, portando il totale delle persone uccise oggi nella Striscia a 45 (circa 150 da lunedì), secondo le stime dei servizi di soccorso medico locali palestinesi. L’attacco ha colpito un edificio e una moschea.

 

AGGIORNAMENTO ORE 20.30 – 135 VITTIME, 950 FERITI A GAZA. DUE RAZZI INTERCETTATI SU TEL AVIV, HAMAS: “ASPETTIAMO UN’OFFERTA PER UN CESSATE IL FUOCO”

Il bilancio delle vittime palestinesi a cinque giorni dall’inizio dell’operazione “Bordo protettivo” contro Gaza è di 135 morti: lo riferisce al-Jazeera. Gli ultimi raid dell’aviazione israeliana hanno avuto come obiettivi 4 militanti di Hamas e della Jihad Islamica che, secondo quanto riporta Haaretz, “stavano lanciando razzi contro Israele” e la casa di un dirigente di Hamas dove, sempre secondo Haaretz, erano nascosti dei lanciarazzi. Anche la casa di un miliziano della Jihad Islamica, Radwan Tapash, è stata colpita.

Continua intanto il lancio di razzi verso Israele. Haaretz riporta che due missili sono stati appena intercettati nei cieli di Tel Aviv. Sami Abu-Zuhri, portavoce di Hamas, ha dichiarato che il gruppo deve ancora ricevere una “offerta concreta” per quanto riguarda un cessate il fuoco. ”Non stiamo elemosinando una tregua.  Se dovessimo ricevere una proposta seria – ha aggiunto – la studieremo e daremo una risposta. Ma nel frattempo, le forze della resistenza continueranno a combattere l’occupazione”.

Secondo la tv israeliana Canale 10, Israele ordinerà stanotte a parte degli abitanti ‪di ‎Gaza‬ di lasciare le proprie case perché quelle aree saranno zona di combattimento.

AGGIORNAMENTO ORE 18:30 LA TV AL-MAYADEN: “IL BILANCIO DELLE VITTIME PALESTINESI SALE A 133″

 Secondo quanto riferisce la tv al-Mayadeen le vittime palestinesi sarebbero salite a 133. 950 i feriti.

Intanto a Ramallah si è riunita la dirigenza del Comitato politico dell’OLP. Tra i temi discussi la richiesta di protezione internazionale. A Londra il Ministro degli Esteri britannico,William Hague, ha dichiarato che Inghilterra, Stati Uniti, Francia e Germania si incontreranno domani per discutere della possibilità di un cessate il fuoco a Gaza.

Secondo quanto riferito dai media israeliani le sirene sono risuonate ad Ashkelon ed Ashdod. Un missile avrebbe, invece, provocato due feriti a Rishon LeTzion. Due esplosioni si sono udite a Gerusalemme mentre quattro razzi sono caduti  in Cisgiordania nella zona di Hebron e Betlemme.

L’Aviazione israeliana ha annunciato di non riuscire a portare a termine la missione da sola. A dirlo è il canale 10 israeliano.

AGGIORNAMENTO ORE 16:40 ABU ZUHRI (HAMAS): “NESSUNA TREGUA SE L’AGGRESSIONE CONTINUA”

La tv al-Mayadeen riporta le parole pronunciate poco fa dal portavoce di Hamas, Abu Zuhri: “non c’è possibilità di una tregua se l’aggressione israeliana continua. Chi parla di calma è solo la stampa israeliana, ma non è la nostra posizione. L’attacco israeliano ha superato tutte le linee rosse. A Gaza sta avvenendo una guerra di sterminio”. Abu Zuhri ha poi aperto alle altre forze palestinesi: “siamo d’accordo con la proposta della Jihad islamica di convocare un incontro palestinese allargato”. E sull’ANP ha detto: “l’autorità palestinese deve assumersi le responsabilità e sentirsi ingannata dalla posizione araba”. Ha poi minacciato Tel Aviv: “non siamo né deboli né in crisi. Anzi, nei prossimi giorni dimostreremo che ad esserlo è l’Occupazione [Israele,ndr]”.

Tra i sei morti palestinesi  nel raid a Sheykh Radwan a Gaza, ci sono anche 2 nipoti dell’ex Premier di Hamas, Ismail Haniyeh. 20 sono stati i feriti. Sirene sono suonate nuovamente a Ashkelon e Hof Hashkelon

AGGIORNAMENTO ORE 15:10 127 PALESTINESI UCCISI. 940 I FERITI

Un raid militare israeliano nel quartiere di Shaykh Radwan a Gaza ha provocato la morte di 6 persone. Il bilancio dei palestinesi uccisi da stamattina sale a 21 vittime. Il Ministero della Salute a Gaza ha detto che i morti totali sono 127. 940 sono i feriti.

Continua il lancio di razzi su Israele. Due missili sono esplosi vicino a Eshkol. Altri tre sono caduti a Sha’ar HaNeghev. In entrambi i casi non si registrano danni. 3 feriti israeliani si registrano a Netivot in seguito alla caduta di un missile su una casa. A riferirlo sono i media israeliani.

Le Brigate al-Qassam dichiarano di aver colpito l’aeroporto di Tel Aviv “Ben Gurion”. Notizia però che non trova conferma da parte israeliana.

L’esercito di Tel Aviv ha detto che finora sono stati sparati dalla Striscia di Gaza 36 razzi dei quali due sono stati intercettati dall’Iron Dome. 19 sono invece esplosi nella zona di Eshkol.

AGGIORNAMENTO ore 14.45 – RIAPERTO IL VALICO DI RAFAH

Stamattina il valico di Rafah è stato riaperto dalle autorità egiziane per permettere l’evacuazione di feriti gravi, gazawi con cittadinanza egiziana e internazionali. Dall’Egitto sono arrivati anche aiuti umanitari alla Striscia. Il valico era stato aperto giovedì (erano passate solo 11 persone) e poi di nuovo chiuso venerdì.

AGGIORNAMENTO ore 14.15 –  CINQUE MORTI PALESTINESI IN UN ATTACCO ISRAELIANO A GAZA CITY

AGGIORNAMENTO ore 13 – AL ARABIYA: “MORTI DUE SOLDATI ISRAELIANI, DOPO INGRESSO A GAZA”

Secondo alcuni media arabi, tra cui al Arabiya, ieri notte truppe speciali israeliane sono entrate via terra a nord della Striscia e avrebbero ingaggiato un conflitto a fuoco con miliziani palestinesi. Sia le Brigate Al Qassam (Hamas) che le Brigate Al Quda (Jihad Islamica) hanno rivendicato l’azione in cui sarebbero morti due soldati israeliani.

AGGIORNAMENTO ore 12.15 – ISRAELE: “COLPITA UNA MOSCHEA PERCHE’ CONTENEVA ARMI”

Il portavoce dell’esercito israeliano ha detto che l’aviazione ha colpito ieri notte una moschea al centro di Gaza perché probabilmente conteneva armi. In cinque giorni di operazione militare Israele ha compiuto oltre 1.160 bombardamenti aerei e ha ucciso oltre 120 persone, di cui moltissimi bambini.

AGGIORNAMENTO ore 12 – MINISTRO DELLA DIFESA: “L’OPERAZIONE PROSEGUIRA’ A LUNGO”. LUNEDì AL CAIRO SI INCONTRANO I PAESI ARABI

Il ministro della Difesa israeliano Moshe Ya’alon ha incontrato oggi i funzionari di esercito, Shin Bet e Ministero per organizzare i prossimi giorni di offensiva: “Ci stiamo preparando  per molti altri giorni di combattimento e proseguiremo nel promuovere i nostri obiettivi: colpire Hamas e altre organizzazioni terroristiche per riportare pace e sicurezza ai cittadini di Israele”.

Lunedì i ministri degli Esteri dei paesi arabi si incontreranno al Cairo per discutere dell’escalation di violenza tra Hamas e Israele. A chiedere il meeting è stato il Kuwait, attuale presidente della Lega Araba.
AGGIORNAMENTO ore 11.30 – LE NAZIONI UNITE DIVISE SULLA CRISI DI GAZA

Prosegue in Consiglio di Sicurezza la discussione sulla bozza di risoluzione sull’attacco israeliano contro Gaza. La delegazione palestinese, insieme ad alcuni paesi sostenitori, sta cercando di far passare la condanna contro tutte le violenze sui civili e la richiesta di un cessate il fuoco immediato e duraturo. L’iniziale bozza prodotta dal Consiglio parlava di “grande preoccupazione” per l’escalation di violenza, ma i 15 membri sono estremamente divisi sulla possibilità di condanna delle azioni israeliane. Una simile risoluzione sarebbe sicuramente bloccata dagli Stati Uniti.

La proposta presentata dalla Palestina chiama entrambe le parti a rispettare gli obblighi previsti dalla Convenzione di Ginevra e la protezione di civili in tempo di guerra e insiste nella soluzione a due Stati. Si chiede il ritorno all’accordo di tregua del 2012, alla fine del lancio di missili e dell’operazione israeliana.

 

AGGIORNAMENTO ore 11 – YNET NEWS: “QATAR E EGITTO STANNO MEDIANDO LA TREGUA”

Secondo il sito israeliano Ynet News, Qatar e Egitto starebbero lavorando ad una bozza di accordo di tregua tra Israele e Hamas. Tra i punti, che sarebbero già stati presentati alle due parti, c’è la liberazione dei 56 prigionieri rilasciati con l’accordo Shalit e poi riarrestati dall’esercito israeliano.

AGGIORNAMENTO ore 10.30 – SCONTRI A GERUSALEMME E IN TUTTA LA CISGIORDANIA

È stata una notte di scontri quella appena trascorsa in tutta la Cisgiordania, tra soldati israeliani e manifestanti palestinesi. Ieri notte a Qalandiya, una molotov ha incendiato la torretta militare, i soldati hanno risposto con proiettili veri, ma non hanno provocato feriti.

A Ramallah, stamattina giovani palestinesi hanno bloccato la strada che conduce alla base militare israeliana vicino al villaggio di Sinjel. Le truppe hanno risposto con gas lacrimogeni, proiettili di gomma e granate stordenti. A Nord di Ramallah è stata attaccato il posto di blocco israeliano a Tal al-Asour con molotov e fuochi di artificio. I soldati si sono rifugiati nel bunker e hanno attaccato i manifestanti con proiettili di gomma.

A Betlemme, un palestinese è stato colpito da un proiettile vero durante scontri nei pressi del campo di Aida. Nel campo profughi di Al Arroub, tra Betlemme e Hebron, quattro giovani palestinesi sono stati feriti negli scontri di ieri notte da proiettili di gomma. Nel campo di al-Fawwar, a Hebron, dopo la preghiera, è partita una manifestazione di protesta contro l’attacco israeliano a Gaza: i manifestanti hanno attaccato i soldati israeliani con pietre e bottiglie vuote. Stessa scena a Hebron e a Beit Ummar: un giovane è stato colpito da un proiettile di gomma, molti altri hanno sofferto per l’inalazione di gas.

A Gerusalemme Est, a Shuafat i soldati israeliani sono stati attaccati con pietre e molotov ieri notte. Scontri simili a Abu Dis e Anata, città palestinesi di Gerusalemme Est ma oggi al di qua del muro di separazione.

 

AGGIORNAMENTO ore 10 – ATTIVISTI INTERNAZIONALI PRESIDIANO L’OSPEDALE AL WAFA

Attivisti internazionali dell’ISM stanno presidiando l’ospedale di Al Wafa a Gaza City per evitare che venga bombardato dall’aviazione israeliana. Ieri droni israeliani hanno colpito vicino all’ospedale. Per evitare che divenga il prossimo target, volontari da Stati Uniti, Spagna, Venezuela, Nuova Zelanda e Australia sono da ieri dentro il centro.

 

AGGIORNAMENTO ore 9.30 – TRE MORTI A GAZA CITY, DIFFICILE L’IDENTIFICAZIONE

Il Ministero della Salute di Gaza è riuscito a identificare i tre uomini uccisi stamattina nel quartiere at-Tuffah di Gaza City: a causa dell’esplosione i tre corpi erano stati fatti a pezzi.

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dalla redazione

Gaza, 12 luglio 2014, Nena News – Nuovi pesanti raid aerei israeliani vanno avanti dalla scorsa notte su tutta la Striscia di Gaza dove solo nelle ultime ore, secondo fonti locali, hanno ucciso almeno 9 persone tra le quali, in un istituto di Beit Lahiya, due donne disabili. L’attacco più grave, con quattro morti, è avvenuto a Jabaliya dove i missili hanno colpito una abitazione. L’ultimo bilancio di vittime palestinesi è di 121, tra i quali una ventina di bambini di pochi anni.

A Gaza denunciano anche un attacco, avvenuto ieri, contro l’ospedale “Wafa” di Shujayeh dove, a protezione della struttura sanitaria, sono presenti anche alcuni attivisti stranieri dell’International Solidarity Movement. Quattro razzi di “avvertimento”, che i jet israeliani talvolta sparano prima dell’attacco vero e proprio, hanno danneggiato gravemente il quarto piano dell’ospedale.

A Khan Yunis è stata colpita la sede della Banca nazionale islamica legata al movimento islamico Hamas. La violenza dei raid aerei mette sotto pressione l’erogazione dei servizi pubblici. Il 75% del capoluogo Gaza city è senza elettricità da questa mattina e alcuni ospedali operano solo con i generatori autonomi.

Non si arrestano peraltro i lanci di razzi palestinesi verso le città israeliane, inclusa Tel Aviv. A Bersheeva una donna è rimasta ferita quando un Grad ha colpito in pieno la sua abitazione. Molti dei razzi che partono da Gaza sono fermati dall’Iron Dome e i comandi militari israeliani stanno dispiegando  altre batterie del sistema di difesa antimissile.

Uno scenario di guerra che prelude all’offensiva di terra israeliana che il premier Benyamin Netanyahu ieri ha di fatto annunciato, sottolineando che le pressioni internazionali non fermeranno le operazioni militari. Nena News

Fonte:
*
12 lug 2014
by Redazione

Gli ospedali sono vicini al collasso. L’Organizzazione Mondiale della Sanità segnala l’insufficienza di forniture mediche e di carburante per i generatori autonomi di elettricità. Condizioni che non consentono di gestire l’ondata dirompente di feriti, mutilati e invalidi.

 Gaza3

di Federica Iezzi

Khan Younis, 12 luglio 2014, Nena News – L’Organizzazione Mondiale della Sanità segnala la grave carenza nei serivizi sanitari palestinesi. Insufficienza di forniture mediche e di caburante per i generatori degli ospedali, rendono le strutture sanitarie della Striscia di Gaza inadatte a gestire l’ondata dirompente di feriti, mutilati e invalidi causata dall’offensiva aerea israeliana.

I risultati degli indiscriminati bombardamenti fanno salire ora dopo ora il numero di civili feriti, che si riversano caoticamente negli atri e negli affollati corridoi degli ospedali maggiori della Striscia. I pazienti arrivano negli ospedali in ambulanze, furgoni, auto private e taxi collettivi, senza nessuna forma di allertarmento. Il 23% sono bambini.

Attualmente almeno 250 palestinesi non hanno la possibilità di ricevere cure mediche adeguate, per la mancanza assoluta di letti e barelle nei centri di pronto soccorso. Bloccata le attività sanitarie in elezione.

Mancano farmaci di emergenza, antibiotici e antidolorifici, materiale monouso e materiale sterile. Mancano guanti, cateteri urinari, punti di sutura e attrezzature mediche diagnostiche. Crolla l’attività  dei laboratori. Pesante lo stato delle banche del sangue. Già in utilizzo le scorte di materiale, che diminuiscono severamente. Non ultime, mancano forniture di carburante medico-ospedaliero per fronteggiare le innumerevole ore in cui l’elettricità manca. Critiche le condizioni dei pazienti ammessi nei reparti di emergenza, nelle rianimazioni e nelle sale operatorie.

Nel centro della Striscia di Gaza, nei pressi dei campi profughi di al-Nussairat e al-Maghazi,  negli ultimi bombardamenti sono stati danneggiati un ospedale, tre cliniche secondarie e un centro di desalinizzazione di acqua. Secondo il portavoce del Ministero della Salute palestinese, Ashraf al-Qedra, mancherebbe il 30% dei farmaci essenziali per la cura dei feriti gravi. A Gaza rimane un’autonomia del 15% per il resto dei farmaci, utilizzati nelle cure croniche.

Il Primo Ministro palestinese, Rami Hamdallah e il Ministro della Salute palestinese, Jawad Awwad, hanno coordinato una spedizione via mare, dai territori cisgiordani, Ramallah e Nablus, di farmaci per cure croniche, come diabete e malattie renali, farmaci oncologici, soluzioni arteriose, sacche di sangue e materiale di laboratorio.

Il Qatar avrebbe donato 5 milioni di dollari per l’acquisto di forniture ospedaliere e per servizi di emergenza nella Striscia di Gaza. La donazione sarebbe stata annunciata da Muhammad al-Ummadi, membro del Ministero degli Esteri del Qatar, che presiede il Comitato per la ricostruzione della Striscia di Gaza.

Intanto il personale medico gazawi lavora senza sosta, con turni logoranti senza orari.

Tre giorni fa, l’European Gaza Hospital di Khan Younis, a sud della Striscia di Gaza, ha subito danni durante un attacco aereo avvenuto a breve distanza. Un infermeire è stato ferito. Nonostante il barbaro perpetrarsi di bombardamenti senza preavviso su case, famiglie e bambini, nei pressi dell’ospedale, il personale sanitario continua a lavorare. Divisi in tre gruppi, medici e infermieri, coprono le 24 ore.

Ormai gli spostamenti sono diventati troppo pericolosi. Alcuni non riescono ad arrivare in ospedale perché vivono troppo lontani, per affrontare, senza rischi, il cammino a piedi. A molti mancano soldi per il trasporto pubblico. L’ospedale al-Shifa, nel distretto di Rimal a Gaza City, riceve ininterrottamente da quattro giorni feriti da schegge di proiettili – pare in qualche caso anche dalle operazioni di lancio dei razzi indirizzati dai miliziani palestinesi verso Israele – vittime dei martellanti bombardamenti e dei crolli degli edifici. I 12 letti della terapia intensiva dell’ospedale sono assiduamente occupati.

Da quando, giovedì, le autorità egiziane hanno aperto il valico di Rafah, dopo estenuanti pratiche burocratiche, solo 11 pazienti con ferite gravi hanno avuto il permesso di attraversare il confine tra Striscia di Gaza ed Egitto, in ambulanza. Chiuso nuovamente ieri dopo l’opera di allertamento degli ospedali egiziani più vicini a Rafah e quelli del Sinai settentrionale. Nena News

 

Fonte:

GAZA, LUGLIO 2014: UMANITA’ DOVE SEI? – PARTE PRIMA

Se le “democrazie” di tutto il mondo – compreso lo stato italiano – forniscono a Israele armi di distruzione di massa; se i media mainstream gridano allo scandalo di centinaia di razzi lanciati – che per fortuna non hanno fatto vittime ( e spero non ne faranno) – e chiamano terroristi i palestinesi, di cui la maggior parte donne e bambini, ammazzati come mosche; se i coloni israeliani si godono lo spettacolo dei bombardamenti seduti come a un cinema all’aperto e applaudendo a ogni esplosione; se Israele continua a fare vittime innocenti, dov’è l’umanità? Negli oltre cento martiri palestinesi di questi giorni.

D. Q.

 

Qui la foto che ritrae i coloni di Sderot mentre vanno al “cinema”:

“[…] gli abitanti di Sderot, nel sud di Israele, ieri notte hanno portato le loro sedie in cima alla collina che sovrasta la Striscia di Gaza per godersi lo spettacolo “cinematografico” dei bombardamenti: secondo il giornalista Allan Sorensen, che ha postato la foto su Twitter, gli spettatori applaudivano a al suono di ogni esplosione.”

sderot cinema

Fonte: Nena News

 

Qui un articolo de il manifesto sulle armi fornite a Israele:

Ecco il contributo dell’Italia ai raid dell’aviazione di Tel Aviv

— Manlio Dinucci,

Armi. La cooperazione sancita da una legge del 2005. Coinvolte le forze armate all’interno di un vincolo di segretezza

I cac­cia­bom­bar­dieri che mar­tel­lano Gaza sono F-16 e F-15 for­niti dagli Usa a Israele (oltre 300, più altri aerei ed eli­cot­teri da guerra), insieme a migliaia di mis­sili e bombe a guida satel­li­tare e laser.

Come docu­menta il Ser­vi­zio di ricerca del Con­gresso Usa (11 aprile 2014), Washing­ton si è impe­gnato a for­nire a Israele, nel 2009–2018, un aiuto mili­tare di 30 miliardi di dol­lari, cui l’amministrazione Obama ha aggiunto nel 2014 oltre mezzo miliardo per lo svi­luppo di sistemi anti-razzi e anti-missili. Israele dispone a Washing­ton di una sorta di cassa con­ti­nua per l’acquisto di armi sta­tu­ni­tensi, tra cui sono pre­vi­sti 19 F-35 del costo di 2,7 miliardi. Può inol­tre usare, in caso di neces­sità, le potenti armi stoc­cate nel «Depo­sito Usa di emer­genza in Israele». Al con­fronto, l’armamento pale­sti­nese equi­vale a quello di chi, inqua­drato da un tira­tore scelto nel mirino tele­sco­pico di un fucile di pre­ci­sione, cerca di difen­dersi lan­cian­do­gli il razzo di un fuoco artificiale.

Un con­si­stente aiuto mili­tare a Israele viene anche dalle mag­giori potenze euro­pee. La Ger­ma­nia gli ha for­nito 5 sot­to­ma­rini Dol­phin (di cui due rega­lati) e tra poco ne con­se­gnerà un sesto. I sot­to­ma­rini sono stati modi­fi­cati per lan­ciare mis­sili da cro­ciera nucleari a lungo rag­gio, i Popeye Turbo deri­vati da quelli Usa, che pos­sono col­pire un obiet­tivo a 1500 km. L’Italia sta for­nendo a Israele i primi dei 30 veli­voli M-346 da adde­stra­mento avan­zato, costruiti da Ale­nia Aer­mac­chi (Fin­mec­ca­nica), che pos­sono essere usati anche come cac­cia per l’attacco al suolo in ope­ra­zioni bel­li­che reali.

La for­ni­tura dei cac­cia M-346 costi­tui­sce solo una pic­cola parte della coo­pe­ra­zione mili­tare italo-israeliana, isti­tu­zio­na­liz­zata dalla Legge n. 94 del 17 mag­gio 2005. Essa coin­volge le forze armate e l’industria mili­tare del nostro paese in atti­vità di cui nes­suno (nep­pure in par­la­mento) viene messo a cono­scenza. La legge sta­bi­li­sce infatti che tali atti­vità sono «sog­gette all’accordo sulla sicu­rezza» e quindi segrete. Poi­ché Israele pos­siede armi nucleari, alte tec­no­lo­gie ita­liane pos­sono essere segre­ta­mente uti­liz­zate per poten­ziare le capa­cità di attacco dei vet­tori nucleari israe­liani. Pos­sono essere anche usate per ren­dere ancora più letali le armi «con­ven­zio­nali» usate dalla forze armate israe­liane con­tro i palestinesi.

La coo­pe­ra­zione mili­tare italo-israeliana si è inten­si­fi­cata quando il 2 dicem­bre 2008, tre set­ti­mane prima dell’operazione israe­liana «Piombo fuso» a Gaza, la Nato ha rati­fi­cato il «Pro­gramma di coo­pe­ra­zione indi­vi­duale» con Israele. Esso com­prende: scam­bio di infor­ma­zioni tra i ser­vizi di intel­li­gence, con­nes­sione di Israele al sistema elet­tro­nico Nato, coo­pe­ra­zione nel set­tore degli arma­menti, aumento delle eser­ci­ta­zioni mili­tari con­giunte.
In tale qua­dro rien­tra la «Blue Flag», la più grande eser­ci­ta­zione di guerra aerea mai svol­tasi in Israele, cui hanno par­te­ci­pato nel novem­bre 2013 Stati uniti, Ita­lia e Gre­cia. La «Blue Flag» è ser­vita a inte­grare nella Nato le forze aeree israe­liane, che ave­vano prima effet­tuato eser­ci­ta­zioni con­giunte solo con sin­goli paesi dell’Alleanza, come quelle a Deci­mo­mannu con l’aeronautica ita­liana. Le forze aeree israe­liane, sot­to­li­nea il gene­rale Ami­kam Nor­kin, stanno spe­ri­men­tando nuove pro­ce­dure per poten­ziare la pro­pria capa­cità, «accre­scendo di dieci volte il numero di obiet­tivi che ven­gono indi­vi­duati e distrutti». Ciò che sta facendo in que­sto momento a Gaza, gra­zie anche al con­tri­buto italiano.

Fonte:

http://ilmanifesto.info/ecco-il-contributo-dellitalia-ai-raid-dellaviazione-di-tel-aviv/

 

Qui gli ultimi aggiornamenti da Nena News:

11 lug 2014
by Redazione

Israele intima a 100mila gazawi residenti a Beit Lahiya e Beit Hanoun di lasciare le proprie case. Abbas fa lo stesso appello: “Negoziati falliti”. Obama si offre come mediatore

 

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Giorno 3 – giovedì 1o luglio

Giorno 2 – mercoledì 9 luglio

Giorno 1 – martedì 8 luglio

 

dalla redazione

AGGIORNAMENTO ore 18 – ONU: “L’ATTACCO ISRAELIANO POTREBBE VIOLARE IL DIRITTO INTERNAZIONALE”

Secondo l’ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite, l’operazione israeliana in corso contro Gaza solleva dubbi sul rispetto del diritto internazionale, il diritto internazionale umanitario e quello di guerra. La portavoce, Ravina Shamdasani, ha detto che l’ufficio ha ricevuto rapporti su “numerose vittime civili, compresi bambini, dovuti al bombardamento di case. Tali rapporti sollevano dubbi sul rispetto da parte israeliana del diritto internazionale”. La Shamdasani ha aggiunto che gli attacchi alle case sono una violazione del diritto di guerra a meno che non siano usate per fini militari, ma che “in caso di dubbio, se l’edificio è normalmente utilizzato per fini civili, come abitazione, non può essere considerato un target legittimo”.

 

AGGIORNAMENTO ore 17.30 – COLPITA LA MOSCHEA DI ZEITOUN

La moschea del quartiere di Zeitoun è stata colpita dall’aviazione israeliana dopo la preghiera del venerdì. Almeno sette i feriti.

 

AGGIORNAMENTO ore 15.15 – HAMAS MINACCIA: “COLPIREMO L’AEROPORTO DI TEL AVIV”

Le Brigate Al Qassam, braccio armato di Hamas, hanno emesso un comunicato diretto alle compagnie aeree internazionali, nel quale avvertono dell’intenzione di colpire con i missili l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, perché sede della base aerea militare n. 27.  ”Decliniamo ogni responsabilità legale e etica per danni ai vostri passeggeri o ai vostri aerei da e per il suddetto aeroporto”, si legge nel comunicato. Secondo l’Autorità israeliana per gli aeroporti, le attività dello scalo sono state sospese per 10 minuti dopo l’allarme lanciato da una sirena di emergenza, ma tutti i voli programmati sono partiti e arrivati senza problemi.

AGGIORNAMENTO ORE 14.10: LE REAZIONI INTERNAZIONALI

OIC: L’organizzazione per la Cooperazione islamica ha condannato i continui raid israeliani su Gaza e ha esortato il  Consiglio di Sicurezza dell’Onu a impegnarsi per il cessate-il-fuoco.

TURCHIA: Il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan avverte Tel Aviv: “Fermate l’oppressione, altrimenti la distensione dei rapporti tra Turchia e Israele non sarà possibile”.

Le relazioni tra i due Paesi erano precipitate ai minimi storici nel 2010, in seguito al blitz delle forze speciali israeliane sula Mavi Marmara, una delle navi della Freedom Flotilla che tentava in maniera pacifica di rompere il blocco su Gaza. Nell’assalto, avvenuto in acque internazionali, erano stati uccisi nove attivisti turchi. L’azione aveva provocato l’espulsione l’ambasciatore israeliano, la richiesta di scuse formali, di un risarcimento per le vittime e della fine dell’embargo sulla Striscia.

Lo crisi diplomatica tra i due Paesi, trasformatasi in uno stallo delle relazioni, è durata oltre un anno e la svolta, che dovrebbe portare a una normalizzazione, è arrivata con l’intervento del presidente Usa, Barack Obama.

Ieri Erdogan, candidato per le presidenziali di agosto, ha detto che sebbene le prime due condizioni – scuse e risarcimento – siano state soddisfatte, l’operazione militare contro Gaza mostra che Israele non ha intenzione di soddisfare la terza condizione posta da Ankara, cioè la fine dell’embargo. Condizione che comunque Tel Aviv non sembrava affatto intenzionata a soddisfare.  Nena News

 

AGGIORNAMENTO ORE 13.15: L’Egitto ha chiuso il valico di Rafah dopo appena un giorno di apertura durante il quale sono riuscite a passare soltanto 11 persone. Nei raid israeliani sono stati feriti 600 palestinesi e il Cairo aveva aperto il valico ieri per consentire ai feriti gravi di curarsi in Egitto.

 

AGGIORNAMENTO ORE 13.00: LE REAZIONI INTERNAZIONALI

EGITTO: Oggi il Cairo ha stigmatizzato l’attacco israeliano a Gaza, parlando di “oppressive politiche di punizione collettiva” con un impiego “eccessivo e non necessario della forza militare” che sta provocando la “morte di innocenti”.

Una critica che arriva dopo il rifiuto egiziano di mediare una cessate-il-fuoco tra Tel Aviv e Hamas, che aveva fatto sperare in una fine delle violenze. L’intervento egiziano era stato richiesto da Abbas che ieri ha dovuto arrendersi di fronte al diniego del Cairo.

Il ministero egiziano degli Esteri ha rivolto un appello alla cosiddetta comunità internazionale per il raggiungimento di quella tregua che però il Cairo non ha voluto mediare, come accaduto nel 2012 per la precedente campagna militare contro Gaza denominata ‘Pilastri di difesa’.

Da allora la situazione in Egitto è molto cambiata. Il golpe del 3 luglio dell’anno scorso ha portato al potere il generale Abdel Fattah al-Sisi, nemicoga giurato dei Fratelli Musulmani legati ad Hamas. Soltanto ieri l’Egitto ha aperto il valico di Rafah, l’unica via di fuga oltre a Erez controllato dagli israeliani, per consentire il passaggio dei feriti più gravi. Nena News

 

AGGIORNAMENTO ORE 12.00: Sono 11 le vittime della quarta notte consecutiva di raid israeliani sulla Striscia di Gaza, tra cui cinque membri della famiglia Ghannam la cui casa, a Rafah, è stata rasa al suolo. L’offensiva denominata ‘Barriera Protettiva’ sinora ha fatto cento morti tra i palestinesi intrappolati in questo piccolo lembo di terra e circa la metà sono donne e bambini. È la più grande operazione militare israeliana contro Hamas a Gaza dal 2012: sono stati colpiti 1.090 obiettivi, mentre i razzi lanciati dalla Striscia sarebbero 407 e altri 118 sono stati intercettati dal sistema di difesa israeliano Iron Dome, secondo quanto riferito dalle Forze armate israeliane.

Nonostante le dichiarazioni di Tel Aviv che parla di attacchi mirati, nel mirino dell’aviazione israeliana non ci sono soltanto basi di Hamas e della Jihad islamica, o gli edifici pubblici, ma le case di decine di famiglie di gazawi. Oltre 300 abitazioni private sono state distrutte o danneggiate e circa duemila persone sono rimaste senza casa.

Durante la notte la marina israeliana ha puntato i suoi cannoni sul porto di Gaza City, colpendo anche l’Arca di Gaza, l’imbarcazione già bruciata lo scorso aprile che avrebbero dovuto compiere un viaggio simbolico nel Mediterraneo per rompere l’embargo israeliano.

 

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L’allerta è alta per il timore di un’offensiva di terra. Israele ha schierato i suoi carri armati al confine, ha richiamato almeno 40.000 riservisti  e ieri ha bombardato il versante palestinese del valico di Erez. Sami Abu Zuhri, portavoce di Hamas, ha accusato di codardia gli israeliani, dicendo che un’offensiva di terra sarebbe un errore. In una dichiarazione separata, il braccio armato del movimento islamico che governa Gaza dal 2007, le Brigate al-Qassam, ha di fatto minacciato di rapire soldati israeliani: “Un’offensiva via terra sarebbe un’opportunità per i prigionieri palestinesi”.

TERRITORI OCCUPATI

C’è rabbia nei Territori Occupati per la sorte dei palestinesi di Gaza. Ieri sera Betlemme una marcia di solidarietà è finita in scontri con i soldati israeliani: almeno nove i feriti tra i palestinesi, tra cui un ragazzo colpito da un proiettile al piede. Intanto, nel secondo venerdì di Ramadan, le autorità israeliane hanno limitato l’accesso alla moschea di al-Aqsa. Nena News

 

AGGIORNAMENTO ORE 9.30: Un razzo sparato dalla Striscia di Gaza ha colpito una stazione di rifornimento nei pressi di Ashdod, stamattina, 28 chilometri dal nord di Gaza, provocando un’esplosione in cui sono rimaste ferite tre persone, di cui una in maniera grave, secondo quanto riferito da fonti israeliane.

Nella Striscia, invece, il bilancio delle vittime continua ad aumentare. Secondo il portavoce del Servizio di emergenza di Gaza, Ashraf al-Qudra, sono circa 95 i gazawi uccisi da quando è iniziata l’operazione ‘Barriera Protettiva’ quattro giorni fa.

AGGIORNAMENTO ORE 9.00: Due razzi sono stati lanciati dal Libano, dall’area di Hasbaya, alle 6.30 di stamattina e sono caduti nei pressi dell’insediamento di Kfar Yuval, senza provocare danni, secondo quanto riferito dalle Forze armate israeliane che hanno risposto con l’artiglieria.

 

Gerusalemme, 11 luglio 2014, Nena News – L’offensiva via terra si avvicina. La tragedia che soffoca Gaza potrebbe intensificarsi ancora di più: con una serie di sms il governo di Tel Aviv ha intimato a 100mila gazawi residenti nel nord della Striscia, a Beit Lahiya, Beit Hanoun e Abasan al-Saghira, di lasciare le proprie case. Il presidente dell’ANP Abbas – dopo aver annunciato il fallimento di ogni tentativo di dialogo anche attraverso la mediazione parziale dell’Egitto – ha fatto appello alla popolazione perché se ne vada nel timore di una carneficina.

Israele ha richiamato 20.000 riservisti e stanotte è entrata in azione la marina israeliana che ha lanciato almeno due missili verso il porto di Gaza City. In fiamme anche Arca di Gaza della FreedomFlotilla.

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Novanta palestinesi sono morti nei raid. Ogni tentativo diplomatico è fallito. Ieri, durante una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, il Segretario Generale Ban Ki-moon ha lanciato un appello al cessate-il-fuoco, mentre il presidente Usa, Barack Obama ha parlato con il premier Netanyahu offrendosi come mediatore per un cessate-il-fuoco con Hamas. Negli ultimi giorni sono stati lanciati circa 550 razzi dalla Striscia di Gaza, mentre i raid israeliani sono stati oltre 800.

Fonte:

GAZA: NOVE PALESTINESI UCCISI IN RAID AEREI ISRAELIANI

07 lug 2014
by Redazione

Sarebbero sette militanti di Hamas e due del Jihad. Gli attacchi si sono concentrati su Rafah e altre località meridionali della Striscia di Gaza. Palestinesi hanno ripreso i lanci di razzi. Scontri diffusi in Cisgiordania

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AGGIORNAMENTO ORE 12.30 – Il leader del partito ultranazionalista Yisrael Beitenu e ministro degli Esteri del governo Netanyahu Avigdor Lieberman ha annunciato la rottura della sua alleanza con il Likud, il partito del primo ministro. Lo scontro all’interno della coalizione riguarda la gestione dei lanci di razzi da Gaza e degli scontri tra polizia e palestinesi cittadini di Israele, visti i sollevamenti dei giorni scorsi per l’assassinio di Mohammed Abu Khdeir . Netanyahu, come ha dichiarato Libereman in conferenza stampa pochi minuti fa, non starebbe gestendo adeguatamente la recente esplosione di violenza: “La legge – ha detto il leader di Yisrael Beitenu – dovrebbe essere applicata sugli arabi israeliani”.

Il dissenso di Lieberman nei confronti del suo premier era noto già da tempo, ma la frattura più grande si è avuta dopo il ritrovamento dei corpi dei tre giovani coloni scomparsi il 12 giugno nei pressi di Hebron: Hamas, accusata del rapimento già dai primissimi minuti nonostante nessun membro lo abbia mai rivendicato, doveva essere distrutta, e Lieberman e Naftali Bennett, leader del partito ultranazionalista Casa Ebraica e ministro dell’Economia, premevano per un’operazione su larga scala nella Striscia. Netanyahu, trasformatosi di nuovo in colomba, aveva invitato i suoi colleghi a non usare “una retorica infiammatoria”, assicurando che avrebbe fatto tutto il possibile “per riportare la calma nel sud”.

“I disaccordi tra il primo ministro e me – ha dichiarato il ministro degli Esteri israeliano – sono fondamentali e non consentono una futura collaborazione. La partnership non ha funzionato durante le elezioni, non ha funzionato dopo le elezioni e fino a oggi ci sono stati alcuni problemi tecnici . Quando i problemi tecnici diventano fondamentali non vi è alcun senso continuare “. Lieberman ha comunque fatto sapere che non il suo partito non lascerà la coalizione e che i suoi ministri rimarranno al proprio posto nell’attuale governo.

Intanto, dalla Striscia di Gaza militanti hanno risposto ai raid della scorsa notte che hanno provocato nove vittime con il lancio di razzi nel sud di Israele: un razzo grad sarebbe caduto nella periferia di Bersheva, senza provocare feriti.

 

della redazione

Gaza, 7 luglio 2014, Nena NewsAlmeno nove palestinesi sono rimasti uccisi nelle ultime ore in raid aerei israeliani che hanno colpito Al Burej, Rafah e altre località a sud della Striscia di Gaza. Sette delle vittime sono militanti dell’ala armata del movimento islamico Hamas e altri due delle Brigate al Quds, braccio armato del Jihad Islami. Non è noto il numero dei feriti. Si tratta del più alto numero di palestinesi di Gaza uccisi da Israele in una sola giornata dal novembre 2012, quando Tel Aviv lanciò l’offensiva aerea durata una settimana e nota come “Operazione Colonna di Difesa”.

L’attacco è avvenuto qualche ora dopo le dichiarazioni del primo ministro israeliano Netanyahu che erano sembrate escludere una nuova offensiva militare contro Gaza, peraltro invocata da diversi dei suoi ministri. Hamas, attraverso il suo portavoce Sami Abu Zuhri, ha avvertito che vendicherà i suoi uomini uccisi.

Nel frattempo sono ripresi i lanci di razzi palestinesi verso il sud di Israele. Uno di quelli sparati nelle ultime ore ha ferito un soldato.

Proseguono inoltre gli scontri tra palestinesi e soldati in Cisgiordania sull’onda dello sdegno provocato dall’assassinio di Mohammed Abu Khdeir, bruciato vivo da israeliani decisi a vendicare l’uccisione di tre ragazzi ebrei in Cisgiordania. Da stamani all’alba si segnalano scontri a Hebron e nelle zone vicine – nel campo di Arroub almeno 20 palestinesi sono stati feriti dalle pallottole di rivestite di gomma sparate dai militari – ma anche a Tulkarem e Ram. Nena News

 

 

 

Fonte:

http://nena-news.it/gaza-nove-palestinesi-uccisi-raid-aerei-israeliani/