Dal blog di Samantha Comizzoli:
martedì 18 novembre 2014
martedì 18 novembre 2014
Pubblicato il 09/nov/2014
Il 2 novembre Abdullah Abdul Alin, marito di Hakima Motlaq Hassan, viene rapito dalla polizia palestinese (Ucoi) con ‘accusa di aver espresso critiche contro Mahmoud Abbas su facebook e di far parte del PFLP. Nessuna delle due accuse sono reati. Dopo un finto processo che lo assolve, viene ulteriormente trattenuto in prigione senza alcuna autorità. Grazie alle pressioni di molti attivisti in Italia e di attivisti palestinesi qui sul posto, oggi Abdullah è stato rilasciato. Questo è il momento del rilascio. Liberta’ per tutti i prigionieri politici palestinesi.
giovedì 6 novembre 2014
Abdullah Abdul Alin, marito di Hakima Motlaq Hassan, è stato rapito 3 giorni fa dalla polizia palestinese in vesti dell’Ucoi. Li avete conosciuti entrambi quando sono venuti in Italia per presentare SHOOT e parlarvi della Palestina e dei diritti umani. Abdullah è accusato di aver pubblicato su facebook critiche contro Abu Mazen e di far parte del PFLP. Entrambe le accuse non sono leggi in Palestina, per questo motivo parlo di “rapimento”. Ecco in video la mia testimonianza di ciò che è accaduto da quel momento ad oggi, che doveva esserci il rilascio di Abdullah.
Dal blog di Samantha Comizzoli:
Fonte:
http://samanthacomizzoli.blogspot.it/2014/09/attacco-israeliano-nablus.html
ingresso di Burin |
Dopo 50 giorni di bombardamenti da parte dell’esercito israeliano e 2140 martiri palestinesi (fonte: http://www.lettera43.it/cronaca/gaza-50esimo-giorno-di-guerra-raid-e-missili_43675138893.htm), oggi alle 19 ora locale, le 18 italiane, si è arrivati a un accordo per una tregua (dicono) duratura tramite mediazione egiziana. La tregua prevede l’apertura dei valichi della Striscia per consentire l’arrivo di aiuti umanitari e di materiale per la ricostruzione. Seguiranno altri negoziati. (Fonte: http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/2014/notizia/tregua-tra-hamas-e-israele-durera-tel-aviv-cessa-attacchi-festa-a-gaza_2064633.shtml )
Gaza tira un sospiro di sollievo e stasera è in festa.
E’ bello vedere queste e altre immagini simili dopo tanta morte e distruzione e è giusto che i Palestinesi festeggino con gioia. Questo fa parte della loro resistenza, riuscire ancora a gioire dopo tanto orrore. Noi però che siamo qui non distraimoci pensando che sia finita. Non siamo come i media e i politici che si ricordano della Palestina solo quando c’è un attacco in atto. Ricordiamoci che la Palestina è sempre sotto l’assedio israeliano, che tanti palestinesi sono ancora rinchiusi nelle carceri israeliane e altri continuano a essere arrestati ogni giorno. Anche oggi, prima della tregua a Gaza, ci sono stati arresti in Cisgiordania e al momento sono in corso scontri tra palestinesi e esercito israeliano, come ci riporta la volontaria italiana Samantha Comizzoli che vive lì. Vi invito a seguire la sua pagina Facebook dove potete leggere continui aggiornamenti (https://www.facebook.com/samantha.comizzoli).
D. Q.
Da Gaza:
08/08/2014
Dalla pagina Facebook di Michele Giorgio
5 ore fa tramite Twitter
6 ore fa tramite Twitter
Si chiama Ibrahim al-Dawawseh il bambino palestinese di 10 anni ucciso in bombardamento israeliano a nord di #Gaza
Pesante bombardamento dal mare. La Marina israeliana sta prendendo di mira Beit Lahiya. Attacchi aerei a sud, nel Corridoio Filadelfia, tra Rafah e l’Egitto. Da #Gaza in totale 20 lanci di razzi
Decine di feriti in bombardamento israeliano su al Karama #Gaza
Gaza già colpita più volte da aviazione e artiglieria
Netanyahu ordina alle forze armate di riprendere gli attacchi contro Hamas, ossia Gaza. I palestinesi hanno lanciato stamani almeno 10 razzi dopo fine tregua umanitaria.
17 ore fa tramite Twitter
· · @michelegiorgio2 on Twitter ·
17 ore fa tramite Twitter
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19 ore fa tramite Twitter
19 ore fa tramite Twitter
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Report d’inizio giornata:
Da Meri Calvelli
Gaza 8 agosto 2014 – dopo tregua – purtroppo ricomincia l’inferno
Oggi è un mese esatto dall’inizio dell’attacco Operazione “Protective edge” 1938 le vittime accertate fino a questo momento gran parte civili di cui 460 bambini e 246 donne.
Dopo 72 ore di di tregua, realizzata per dare la possibilità alle parti di discutere un cessate il fuoco duraturo nel rispetto delle richieste di ognuno, siamo giunti ad un nulla di fatto. Nessuno ha accettato anche solo una delle richieste avanzate. Da una parte Israele ha chiesto il disarmo incondizionato ad Hamas; dall’altro le forze palestinesi unite hanno chiesto l’apertura dei confini di Gaza, la possibilità di navigare e muoversi nel resto del mondo come tutti gli esseri umani.
Niente di questo è stato anche solo presto in considerazione; nessuna valida mediazione e’ stata in grado di poter dare una risposta immediata a queste richieste. Altresi, sono iniziati subito i confronti armati dall’una e dall’altra parte. Un ennesimo bombardamento dentro Gaza che dice aver colpito strutture militari ma che portano in obitorio un altro corpo di un bambino e altri feriti.
Dall’altra parte barrage di missili caduti sulla zona sud di Israele senza fare vittime. Di nuovo al via la mattanza armata, tra la gente che ancora non sa dove e come ripararsi.
Non e’ possibile pensare alla continuazione di questo scontro…
Fonte:
http://freepalestine.noblogs.org/post/2014/07/26/aggiornamenti-da-gaza-3/
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Dalla Cisgiordania:
Anche oggi in West Bank, oltre ai feriti, c’è stato un martire: Mohamed Ahmed, 20 anni, del campo profughi Al Arami a Ramallah. israele lo ha ucciso con proiettili al petto. Onore al martire.
Report dal blog di Samantha Comizzoli:
venerdì 8 agosto 2014
BEIT FURIK: CORAGGIO, COLLERA, CUORE
Oggi in Palestina era venerdì, ma era anche un altro giorno di rabbia contro l’occupazione nazista israeliana.
Da Nablus, con 3 autobus, arriviamo al campo profughi di Balata. Da qui partiremo tutti assieme, marciando, fino a raggiungere il checkpoint di Beit Furik.
Quando arriviamo a Beit Furik è già l’inferno. Al checkpoint sapevano che saremmo arrivati oggi perchè la manifestazione era stata annunciata. Cerchiamo di usare i blocchi di cemento per proteggerci dagli spari. Fino a quando sparano gas lacrimogeni e sound bomb va ancora bene, perchè vedi la traiettoria. Quando però sparano proiettili veri il discorso cambia. Senti il sibilo, ma non li vedi. I cecchini si sono appostati fra i cespugli. Sparano su persone con le braccia alzate o che tirano pietre.
Sono davanti al checkpoint e in piedi, dietro ad un blocco di cemento. Sparano, davanti a me c’è uno shebab con una kheffia bianco/nera che sta camminando verso di me per cercare altre pietre. E’ ad un metro davanti a me quando sparano, io mi abbasso, lui no. Quando mi rialzo mi si inginocchia davanti e piega la testa. Gli hanno sparato dietro alla testa, dalla kheffia una macchia di sangue si spande. Urlo, urlano e corrono gli shebab, che lo prenderanno in braccio per caricarlo sull’ambulanza. Da lì in poi è un susseguirsi di feriti da proiettili veri, quasi tutti alle gambe; tranne uno negli occhi. Un ragazzo giovane che, sapremo poi dall’ospedale, ha perso un occhio.
Seguo uno dei feriti alle gambe fino all’ambulanza perchè continuano a sparare e, anche questa volta, sparano sull’ambulanza.
C’è stato un momento durante la manifestazione che si è dovuti arretrare parecchio. Così mi sono messa davanti agli shebab, con le braccia alzate e senza kheffia. Per fargli capire che avrebbero sparato ad un’internazionale. E’ andata bene per un po’, poi, una merda di cecchino ha iniziato a “giocare”… Mi puntava, sparava, io mi abbassavo e quando mi alzavo sparava di nuovo. Dopo tre volte ho scelto di arretrare e non “rimanere in piedi e fermare il gioco” per un solo motivo: ho avuto paura che ferisse qualcun altro vicino a me, magari uno shebab.
Un altro “gioco” di oggi è stato attaccare la stampa presente. Dapprima spintonati per farli spostare ed evitare che documentassero; e dopo, quando avevano scelto un’altra postazione, presi di mira dalla “skunk water”. La skunk water l’hanno fatta arrivare assieme ai rinforzi (altre 5 jeeps), spara un liquido non identificato che provoca forti pruriti e un odore che riesce a farti vomitare e ti rimane addosso per 15 giorni. Insomma, un’arma chimica.
Gli shebab oggi sono stati strepitosi. Hanno lottato per quattro ore, con un caldo atroce, senz’acqua (perchè è finita a tutti nella prima ora) contro a dei cecchini che sparavano proiettili veri.
Il bilancio finale è di 15 feriti, nessuno grave, tranne il ragazzo che ha perso l’occhio. Sono proiettili molto piccoli che quando ti colpiscono fanno un buco enorme, ma non penetrano in profondità da trapassarti.
Lo so che è orribile che io ne parli in questo modo così tecnico e poco umano, ma oramai sono convinta che nessun messaggio umano possa trasmettervi quello che si vive e si prova qui.
A me, che lo vivo, vedere uno shebab che mi si accascia davanti con la testa che sanguina; cambia la vita. Per voi, voi che state leggendo o guardando il video, sentirete un pugno allo stomaco (forse), ma non dovete fare i conti con il problema.
Dopo la manifestazione, solitamente corro a montare il video perchè ci metto circa 4 ore. Oggi gli shebab mi avevano invitata a Sama Nablus, un parco sopra alla città da dove c’è una vista bellissima.
Già da tempo sto facendo uno sforzo enorme per restare umana, mi sto piano piano macchinizzando, sto diventando orribile. E’ il mostro che come un cancro ti entra nel cervello. E ti occupa. Così ho pensato che avere una bella serata a Sama Nablus avrebbe tolto un po’ di quel nero che sta crescendo dentro di me.
Ma non ce l’ho fatta. Dopo un paio di ore sono tornata qui a montare il video e a scrivervi questo report.
Per annullare almeno una parte del mostro, avrei bisogno di una bellezza così travolgente che qui non ho.
E la fine, a questo punto, è imposta. Va avanti la macchina e si ferma l’umanità. La foto che ho scattato del corteo a Balata rispecchia benissimo quello che ci stanno facendo.
Pubblicato da samantha a 13:56
Fonte:
http://samanthacomizzoli.blogspot.it/2014/08/beit-furik-coraggio-collera-cuore.html
Pubblicato da samantha a 07:43
Fonte:
http://samanthacomizzoli.blogspot.it/2014/07/farah-non-si-cancella-la-memoria.html
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