MIGLIAIA DI CIVILI ATTENDONO ANCORA DI LASCIARE ALEPPO DOPO IL NUOVO ACCORDO. IL MONDO SI DIVIDE TRA COMPLICITA’ E SOLIDARIETA’

Dal mio profilo Facebook:

Donatella Quattrone ha condiviso un link.
L’accordo raggiunto il 17 dicembre permetterà di riprendere l’ evacuazione di Aleppo Est e di altre zone della Siria. Secondo le Naz…
bobfabiani.blogspot.com/2016/12/miglia…
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Donatella Quattrone

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Francesco Tronci

#Aleppo Dopo gli ultimi eventi la situazione sta precipitando. Domanda a sinistra del Pd: quanti della sinistra italiana che sostiene Assad sanno cosa sta avven

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Donatella Quattrone
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-0:44
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Una Lenta Impazienza – Il Blog ha aggiunto un nuovo video.

CIVILI BLOCCATI DA GIORNI: I FERITI COMINCIANO A MORIRE.
PARTECIPA ALLE PIAZZE PER ALEPPO!
#Aleppo Poco fa la pagina Aleppo evacuation monitoring ha pubblicato

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Donatella Quattrone
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Francesco Tronci presso Aleppo.

#Aleppo Nonostante l’accordo (definitivo?) raggiunto stanotte l’espulsione da Aleppo est non è ancora iniziata: il regime pretende il completamento definitivo d

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Donatella Quattrone
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-1:40
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Siria | manifestazione a Damasco contro il regime assassino di Assad. ! La rivoluzione continua!

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Donatella Quattrone
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We Are All Hamza Al-Khateeb

Protesters from Tokyo next to the Russian embassy refuse the Russian and Iranian war on Syria. They stand in solidarity withthe oppressed people of Aleppo.
Thank from the bottom of our heart. 🌹

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Donatella Quattrone

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Da Fiore Haneen Sarti:

“MI SEMBRA CHE QUESTA SIA LA COSA PIU’ LUCIDA CHE HO LETTO IERI. CIO’ CHE RIVELA LA COMPLICITA’ DI TUTTI SUL MASSACRO IN CORSO.

“No, in realtà, la Siria non è un “ancora”, ma una novità assoluta.

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Ziad Majed

Rime Allaf: “No, actually, Syria is not an “again” but an absolute first. It is nothing like Bosnia or Rwanda or Chechnya or any other “never again” genocidal e

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Donatella Quattrone
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Da Fiore Haneen Sarti:

Haifa, Palestina, 15 dicembre.

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علي مواسيSegui

العشرات الآن في حيفا: عاشت سوريّا ويسقط بشّار الأسد.

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ALEPPO: ATTESO BLACKOUT DELLE COMUNICAZIONI

SI PREGA DI DARE MASSIMA DIFFUSIONE
Aggiornamento da parte di Rami Jarrah, giornalista siriano:

A causa dei numerosi attacchi con gas cloro assieme ai barili bomba sul distretto di Hanano la maggior parte dei civili hanno dovuto fuggire aprendo la strada ad un’offensiva di terra. Il regime siriano ha preso il controllo sia del distretto di Hanano che del distretto di Sakhour, la gran parte dei civili che si trovavano lì sono stati spostati in altre parti della città assediata.

Le zone che in questo momento stanno assistendo a pesanti bombardamenti aerei da parte sia dell’aviazione russa che di quella del regime siriano sono:
Shaar
Myassar
Karam al bek
Mash’had
Fardos
Zibdiyeh
Kalaseh
52 civili sono stati uccisi ieri e oltre 110 feriti, in aggiunta ai 6 civili uccisi oggi fino a questo momento.

La fornitura di Internet che giunge dalla Turchia alimenta dei server che si trovano nell’area di Hadariyeh, area che è stata conquistata dalla forze curde [che partecipano all’assedio con le forze del regime di Assad] generando il timore che la fornitura di Internet possa essere tagliata nella parte assediata della città. Ciò significherà un semi blackout delle comunicazioni.

L’unico accesso internet rimanente sarà attraverso sistemi satellitari, molto rari in città.
Gli abitanti di Aleppo est sono stati totalmente abbandonati e vengono ancora esaminati rispetto alla loro fede religiosa e alle loro forme di resistenza. Tutti gli “sforzi” per proteggere i siriani sono falliti e il bagno di sangue in corso genera nient’altro che RADICALISMO, proprio quella realtà che tutti gli Stati impegnati in Siria dicono di voler prevenire.

È responsabilità della comunità internazionale non solo lanciare offensive contro il terrorismo, ma anche eliminare la causa primaria del problema. Il regime siriano è un’imbracatura centralizzata del terrorismo che è stata graziata dal “mondo civile” per tutti i crimini che ha commesso, lasciando senza alcuna speranza i siriani che si rifiutano di vivere sotto una dittatura.

Questa è radicalizzazione, questa è la ragione per la quale vediamo crescere il risentimento da parte di queste comunità oppresse, questo è il motivo per cui la comunità internazionale ha perso ogni credibilità.

#Aleppogenocide

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SE LA TURCHIA VOLESSE DAVVERO AIUTARE I RIFUGIATI SIRIANI

Mentre l’esercito continua a sparare e uccidere i profughi al confine con la Siria, per paura di essere espulsi i giornalisti stranieri hanno smesso di raccontare il doppio volto dell’accoglienza turca

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di Rami Jarrah

Undici profughi, tra cui sei bambini, sono stati uccisi da militari turchi mentre tentavano di attraversare il valico di frontiera di Khirbit al Joz dalla città siriana di Idlib. L’incidente, avvenuto nell’ambito della fuga delle famiglie dai combattimenti, non è il primo di questa natura: nel corso degli ultimi mesi, più di 50 rifugiati sono stati uccisi mentre tentavano di attraversare il confine. Vergognosamente neanche uno tra i rapporti sui diritti umani rilasciati è servito a contrastare il fenomeno.

Se la Turchia vuole continuare a proporsi come uno dei principali sostenitori dei profughi siriani, ci sono una serie di passi che deve iniziare immediatamente a fare. Uno è, ovviamente, quello di smettere di uccidere i rifugiati.

Deve poi iniziare a concedere ai cittadini facenti parti di gruppi d’aiuto o equipe mediche la possibilità di Siria, riconoscendo il loro lavoro anche qualora essi fossero non d’accordo con le politiche della Turchia. Al contrario, ora c’è il monopolio dell’IHH (İnsani Yardım Vakfı, una fondazione conservatrice turca di stampo marcatamente confessionale, ndr).

Un’altra cosa sarebbe dare, effettivamente, ai giornalisti l’accesso ai campi proprio come ogni altro stato europeo ha fatto finora. Altrimenti la speranza di entrare in Europa, vissuta dalla Turchia da tanto tempo, dovrebbe essere qualcosa da abbandonare per salvare l’imbarazzo.

I giornalisti che vivono in Turchia non stanno facilitando la questione: ho visto personalmente molti casi di giornalisti stranieri che evitano le storie scomode che coinvolgono la Turchia perché vivono in essa. Ciò è onestamente una vergogna. “Se vai via e inizi a scrivere di Siria e Turchia da Chicago o, se tecnicamente possibile, anche dalla Via Lattea, probabilmente riusciresti a fare un lavoro molto migliore”. Del resto non mi aspetto che i numerosi giornalisti che mi tolgono l’amicizia su Facebook perché sono stato arrestato dai turchi abbiano pubblicato storie in cui si criticano le autorità turche.

Quindi non sarà possibile sapere da loro che i siriani in Turchia non sono in realtà dei rifugiati, che molti di loro sono stati recentemente obbligati e sono in procinto di ottenere un “permesso di soggiorno turistico”. Eppure lo stato turco continua a parlare dei siriani come se fosse un ente di beneficenza.

Qualcuno che paga per un permesso di soggiorno e può permettersi di fare un bonifico di 6000 dollari (uno dei requisiti per il permesso) non richiede denaro dall’Europa per farle finire nelle tasche della Turchia.

La Turchia non è il grande salvatore dei siriani in fuga dal terrore di là del confine. In realtà essa stessa è diventata un grosso ostacolo e i siriani che vi abitano sono silenti solo per una ragione: perché hanno paura.


Nella foto in copertina: profughi bloccati a Khirbet Al-Joz in attesa di un permesso per entrare in Turchia, via Pinterest.

Fonte:

http://frontierenews.it/2016/06/se-la-turchia-volesse-davvero-aiutare-i-rifugiati/