Antonio Salerno Piccinino

Dal blog http://nomortilavoro.noblogs.org/ dedicato ad Antonio Salerno Piccinino e a tutti i morti sul lavoro:
 
Le chiamano “Morti Bianche” come se il tutto fosse frutto della casualità e della sfortuna.
Le chiamano morti bianche quasi non ci fossero dei responsabili dietro gli omicidi che si compiono ogni giorno sui posti di lavoro e negli incidenti stradali mentre ci rechiamo al lavoro. Bianche come qualcosa di neutro, chiaro, puro.
Bianche come il ridicolo vitalizio che un figlio, una madre, una moglie, un marito ricevono dall’Inail come rimborso spese della violenza del lavoro.
Bianche, fredde ed inutili come le parole e le dichiarazioni d’intenti che si ripetono con costanza e ripetitività per celebrare i caduti sul lavoro, i martiri li chiamano.
Di una guerra si tratta… con i suoi feriti, mutilati, reduci, ma senza prigionieri.
Il giorno in cui è morto quel 17 Gennaio del 2006, Antonio Salerno Piccinino stava lavorando e faceva una consegna straordinaria, un favore personale ad uno dei suoi dirigenti, un viaggio fino ad Ostia improvvisato probabilmente per la voglia di dimostrare affidabilità. Antonio è morto perchè andava troppo veloce a causa dei ritmi inarrestabili e delle  pressioni emotive costanti che ci vogliono disponibili, sorridenti e veloci, sempre.
Antonio era un pony exspress, il contratto di lavoro era scaduto a fine dicembre e formalmente, quando è morto sulla Cristoforo Colombo non gli era ancora stato rinnovato.
Antonio era in nero. Il suo lavoro di merda era quello di  corriere addetto ai ritiri presso gli ambulatori veterinari, percorreva sulle strade di Roma 130Km al giorno. 14 ritiri al giorno, 3 euro per ogni ritiro in città, 5 euro per ogni ritiro oltre il Grande Raccordo Anulare e 6 euro per ogni ritiro nella zona mare comprendente Ostia, Torvajanica e Fiumicino. E’ indispensabile andare veloce perché l’equazione è semplice: aumentare il numero di ritiri per aumentare la propria busta paga.
E’ così che è morto Antonio.
Fonte:


 
Qui invece, dal blog http://baruda.net/ di Valentina Perniciaro, una vecchia intervista alla madre di Antonio, Franca Salerno, che lo partorì in carcere:

 

Alberto Buonoconto

Di Davide Steccanella:

 

20 dicembre 1980: muore suicida nella casa della propria madre a Napoli il nappista Alberto Buonoconto, arrestato nel ‘75 e a lungo sottopposto ad una dura carcerazione speciale. Fu uno dei primi a subire le torture di polizia del Dr. De Tormentis, il funzionario UCIGOS Nicola Ciocia, in seguito diventato avvocato a Napoli. Il 16 ottobre 2013 la Corte di Appello di Perugia riconoscerà per la prima volta, e sulla base delle testimonianze di Salvatore Genova, Nicola Rao e Matteo Indice, che in quegli anni in Italia venne fatto uso della tortura revocando la condanna per calunnia di Enrico Triaca, che nel 1978 aveva denunciato il “trattamento de Tormentis” in occasione del proprio arresto romano. Anche Buonoconto aveva denunciato nel 1975 Nicola Ciocia e la sua “squadretta”, ma il PM era quel Lucio Di Pietro che anni dopo sarà tra gli infausti protagonisti del “caso Tortora”.

 

 

Fonte:

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10204222321131810&set=a.1057213904180.2009890.1040825023&type=1&theater

 

18 ottobre 1949: nasce Luca Mantini

 Sabato 18 Ottobre 2014 05:01

Luca Mantini nasce a Firenze il 18 Ottobre 1949, da una famiglia di estrazione proletaria.
S19 ottobretudia all’ Università di Firenze ed inizia il suo percorso politico in Lotta Continua. Viene arrestato per la prima volta nel ‘ 72 in seguito ad alcuni scontri con la polizia avvenuti a Prato, ad un comizio elelttorale dell’Msi.
Viene condannato a due anni e 8 mesi di reclusione, che sconterà nel carcere di Firenze, per il lancio di alcune bottiglie molotov.

Mantini all’ interno del carcere rifiuta di essere recluso insieme agli altri detenuti politici.

Preferisce la convivenza con i detenuti comuni, la maggioranza dei quali condannati per rapina.
In loro, Mantini individua una trasformazione, avvenuta proprio all’interno della relatà carceraria che li ha portati a politicizzarsi.
Con loro, Mantini forma il collettivo George Jackson, in onore al militante delle Pantere Nere che durante la reclusione in carcere iniziò la sua militanza, diventando marxista. Proprio alle Pantere Nere e alla loro teoria della centralità degli appartenenti al sotto-proletariato urbano che vivono ai margini della società e della legalità, Mantini ispirava le sue idee.
Il collettivo Jackson è la prima aggregazione di detenuti politicizzati. Alcuni di essi, insieme a Mantini, divengono dirigenti dei Nuclei Armati Proletari.

Il 29 Ottobre 1974 si scatena un conflitto a fuoco con le forze dell’ ordine, durante un tentativo di rapina per autofinanziamento alla Cassa di Risparmio di Firenze.
Muoiono Luca Mantini e Giuseppe Sergio Romeo, i loro compagni Pietro Sofia e Pasquale Abatangelo vengono catturati mentre un quinto riesce a trarsi in salvo.

I Nap in seguito, con una telefonata anonima, rivendicano il tentato esproprio dalla banca.
Nei giorni seguenti vengono affissi sui muri di Firenze molti manifesti, scritti a mano e firmati “Autonomia Proletaria, Collettivo Autonomo Santa Croce e Collettivo Jackson”, che danno notizia della morte di Luca Mantini e invitano ai funerali che si terranno il 31 ottobre.

L’ 8 Luglio dell’anno successivo, la sorella di Luca, Anna Maria Mantini, viene uccisa da una squadra dell’antiterrorismo, in seguito ad una delazione.

 

 

 

Fonte:

http://www.infoaut.org/index.php/blog/storia-di-classe/item/2903-18-ottobre-1949-nasce-luca-mantini

Annamaria Mantini

Dal blog http://baruda.net/ di Valentina Perniciaro:

8 luglio 2009

ANNAMARIA MANTINI

-Nacque a Fiesole, l’11 aprile 1953
-Frequenta le scuole a Firenze e nel 1973 si iscrive a Lettere e Filosofia
– Nel 1975 si trasferisce a Roma
– Milita nei Nuclei Armati Proletari
– Viene uccisa dai carabinieri a Roma l’8 luglio 1975
Documenti prodotti da organizzazioni armate per la persona o per l’evento in cui ha incontrato la morte:
Nuclei Armati Proletari, Comunicato 9-7-75 in: Soccorso Rosso napoletano (a cura di), I nap, Milano 1976, Collettivo Editoriale Libri Rossi.
“9 luglio 1975: Ieri in un agguato teso dalla polizia, è stata uccisa a freddo la compagna Annamaria. La volontà del potere di chiudere la partita con i compagni che si organizzano clandestinamente, ha armato la mano del killer di turno, che con la precisa coscienza di uccidere, ci ha privato di una compagna eccezionale.
Il volto di Annamaria

Il volto di Annamaria
Annamaria era uno dei compagni che hanno dato vita al nucleo “29 ottobre”. Ha fatto parte del gruppo che ha sequestrato sotto casa il magistrato Di Gennaro, e il contributo che ha dato alla costruzione ed esecuzione di questa azione, dimostrando il livello politico militare che aveva raggiunto. E’ enorme l’abisso che separa una compagna rivoluzionaria da uno sbirro. Non basterebbero la vita di cento Tuzzolino per pagare la vita di Annamaria.
Questo non significa che dimenticheremo i Tuzzolino, i Barberis, così come non abbiamo dimenticato i Conti e i Romaniello.
La mano che uccide un proletario ci è nemica come i porci che la armano. Ma lo ripetiamo, non è uccidendo uno o più sbirri che i proletari si possono ripagare del prezzo che stanno pagando per liberarsi. E per questo prezzo altissimo, in noi come in tutti i rivoluzionari, non c’è solo la rabbia ma anche la coscienza che il movimento si sta arricchendo in maniera definitiva del patrimonio di importantissime esperienze che questi compagni ci lasciano.
Le giornate di aprile, le innumerevoli azioni armate, gli espropri per autofinanziamento, le azioni nelle carceri, dimostrano la crescita di una nuova generazione di combattenti, e non bastano gli omicidi e gli arresti per distruggerla.
La nostra esigenza di comunismo è indistruttibile.
Luca Mantini, Sergio Romeo, Bruno Valli, Vito Principe, Gianpiero Taras, Margherita Cagol, Annamaria Mantini.
Non siete i soli e non sarete gli ultimi, ma rappresentate per tutti i rivoluzionari una scelta irrinunciabile.
Lotta armata per il comunismo
Nucleo Armato 29 ottobre.
Documenti prodotti da gruppi sociali
Anna Maria Mantini, in: Nuclei Armati Proletari, Quaderno n.1 di Controinformazione, Milano 1976
“Comunista da sempre, ma solo a 17 anni inizia ad interessarsi attivamente di politica sull’onda della contestazione studentesca del ’68. Quando il fratello viene arrestato (’72) entra a far parte dell’allora Soccorso Rosso fiorentino. L’esperienza diretta, la grande sensibilità nei confronti delle esigenze del proletariato detenuto la portano alla spontanea scelta verso questo settore di intervento.
Vive dall’interno le contraddizioni dei “nuclei carceri” di Lotta Continua.

mostra milano 
Di sua iniziativa prende contatti con altri detenuti ed ex-detenuti, con i quali mantiene rapporti sempre più intensi: sono loro lo stimolo principale alla sua maturazione politica, il suo punto di riferimento ed è con loro che critica le posizioni attendeste di LC.
Dopo una breve militanza in Potere Operaio ne esce per dar vita insieme ad altri compagni al Collettivo G. Jackson.
Il radicalizzarsi delle posizioni all’interno e all’esterno del carcere la rendono cosciente della necessità di operare sui livelli più avanzati dello scontro, ciò la spinge ad approfondire i rapporti con i compagni dei NAP.
Con l’assassinio di due di loro durante un’azione di autofinanziamento viene a rompersi un legame politico e umano fortissimo. “E’ inutile che io nasconda dietro la mia fede politica la mutilazione grossissima che ho avuto” scrive ad un mese dalla morte del fratello.
Ma non per questo affretta o decelera una scelta che già da tempo aveva fatto. La maturità politica, la carica umana, l’odio profondo per l’istituzione carceraria la vedono fondatrice del nucleo 29 Ottobre. Verrà assassinata a 22 anni, ma come spesso ripeteva lei stessa: “E se la morte ci sorprende all’improvviso, che sia la benvenuta, purchè il nostro grido di guerra giunga ad un orecchio che lo raccolga, un’altra mano si tenda per impugnare le nostre armi e altri uomini si apprestino ad intonare canti funebri con il crepito delle mitragliatrici e nuove grida di guerra e di vittoria.”
Fonte: