Bonvicini: abusi sessuali su una disabile e richieste di denaro e favori anche a un collega

Bonvicini, tra le “vittime” anche un altro poliziotto

CatturaLE CARTE DELL’INDAGINE CONDOTTA DAL PM GIOVANNI BATTISTA FERRO 

C’è un altro poliziotto e una seconda donna nella vita segreta di Alberto Bonvicini, l’ex comandante della polizia postale arrestato con le accuse di violenza sessuale di gruppo su disabile, circonvenzione d’incapace ed omicidio colposo di Luisa Bonello, oltre che di truffa ai danni dello Stato.Anche loro vittime della bramosia per i soldi del poliziotto finito in un mare di guai e di un carattere non certo fortissimo. Gli atti del procedimento penale coordinato dal sostituto procuratore della Repubblica Giovanni Battista Ferro, evidenziano come l’ispettore di polizia non abbia esitato ad approfittare di amicizie e rapporti sentimentali per “incassare” denari e sistemare i suoi problemi finanziari accumulati con il calcio. Mauro Marenco, dipendente della questura di Savona, ha infatti prestato 18 mila euro all’amico ispettore, gli ha concesso l’uso del garage di Zinola per ospitare la Lamborghini Gallardo «acquistata» ad Arenzano, gli ha fatto avere due Sim card, ma soprattutto si trova ancora nelle grane per una vecchia vicenda personale per la quale Alberto Bonvicini si era speso per aiutarlo per trovargli un avvocato. Ed attorno alla vicenda dell’assistenza legale da parte di Andrea Vernazza gli inquirenti sono ancora al lavoro. Tutto nasce da una denuncia ricevuta da Marenco per l’incendio dello zerbino della porta di casa dell’ ex fidanzata che a processo ha rimesso la querela. Bonvicini, però, ha ammesso di aver conosciuto Marenco in quella circostanza e di averlo portato a Genova dall’avvocato Vernazza con il quale avrebbe tenuto contatti e pagato, per l’amico-collega, l’onorario.«Lo conosco superficialmente» sono state le parole del notissimo legale genovese al pm Ferro sull’argomento.Ma Bonvicini non dava spiegazioni sui soldi avuti come «liberalità» da Marenco «perché lui il calcio non può vederlo».Mondo del pallone che invece era terreno fertile per l’ispettore Bonvicini. Proprio nell’ambiente del calcio albenganese ha infatti coltivato una seconda, redditizia, relazione sessuale con la madre di un giovane calciatore. Rapporto ammesso dalla stessa donna (<<C’è stata una simpatia, ovvio, e qualcosa di più») e che ha fruttato sul conto dell’ispettore 9-10mila euro.Nella versione fornita da Bonvicini quelle somme sarebbero state un aiuto per il dirigente dell’ Albenga calcio «dovendo pagare tutto io, dalla scuola calcio alla prima squadra». Se la giovane madre non ha negato il rapporto sessuale, secondo Bonvincini la simpatia scaturiva dalla felicità «nel vedermi tutti i pomeriggi al campo, finiti gli impegni di lavoro, per fare in modo che tutti i tesserati potessero essere tranquilli».Tranquillità che ha accompagnato anche Mauro Marenco fino al momento del suicidio della Bonello del 19 settembre scorso. Da quel momento il poliziotto ha scoperto che una delle due Sim date a Bonvicini era in uso alla sfortunata dottoressa (<<Le avevo detto di stare tranquilla perché era criptata») mentre l’altra era finita «ad uno steward di calcio». Ma soprattutto si è trovato i colleghi in casa per la perquisizione del garage dove è stata sequestrata la Lamborghini, per arrivare a mentire «spudoratamente» al pm su pressioni di Bonvicini a riguardo dellamacchina di lusso. Nonostante tutto «la polizia ha avuto il grande merito di fare piazza pulita delle mele marce» è stato il punto fermo del gip Fiorenza Giorgi.

LA STAMPA Savona

 

Fonte:

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Abusi sessuali su una disabile nuovo arresto per Bonvicini

Domiciliari a un carrozziere: per i due accusa di violenza sessuale di gruppo

alberto-bonvicini-255048.655x365Giovanni Ciolina

Violenza sessuale di gruppo su una disabile psichica. È la nuova, pesantissima, accusa mossa dalla Procura all’ispettore della polizia Alberto Bonvicini, già in carcere per circonvenzione d’incapace e omicidio colposo di Luisa Bonello, oltre che per truffa ai danni dello Stato, e che ieri pomeriggio è stato raggiunto nell’istituto penitenziario di Pontedecimo da una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere. Nei guai, per lo stesso motivo, è finito un carrozziere savonese, Mario Di Buono, per il quale il giudice delle indagini preliminari Fiorenza Giorgi ha chiesto gli arresti domiciliari. La sua posizione sarebbe secondaria rispetto a quella del poliziotto e soprattutto sarebbe stato indotto da lui a commettere il reato.

La squallida vicenda risale all’agosto scorso, ma solo nei mesi scorsi, alla notizia dei guai giudiziari di Bonvicini, la donna si è decisa a rivolgersi alle forze di polizia per denunciare gli abusi sessuali.
E quello che è seguito alla sua audizione è stata un’escalation di clamorose scoperte. La giovane donna aveva allacciato una relazione sentimentale con il poliziotto che aveva conosciuto sui campi di calcio dove Bonvicini era di casa. E dopo i primi contatti ne era nata una relazione sessuale. Ma come era successo con Luisa Bonello e tutti gli altri casi, secondo quanto ricostruito dal pm, dietro a quella storia d’amore si nascondeva la richiesta di denaro che Bonvicini avanzava alle persone che frequentava. Non solo donne.

Purtroppo, però, in questa occasione, sempre secondo il castello accusatorio, la vicenda ha preso una piega inattesa e più pesante ancora. A più riprese Alberto Bonvicini avrebbe abusato della giovane madre coinvolgendo l’amico carrozziere che in cambio gli avrebbe ricambiato il favore aggiustando la macchina a lui e ad alcuni amici fidati.
«Si tratta di fatti di estrema gravità che denotano una personalità estremamente negativa» è l’unico commento del gip Fiorenza Giorgi, mentre dal magistrato inquirente trapela il solito rigido, «no comment». Per arrivare alla richiesta di misura cautelare in carcere il sostituto Giovanni Battista Ferro, ha fatto ascoltare la vittima dei presunti abusi sessuali dagli uomini della squadra mobile, disponendo allo stesso tempo accertamenti medici psichiatrici che avrebbero evidenziato problematiche psichiche della donna.
Di fronte al nuovo quadro indiziario il sostituto procuratore Giovanni Battista Ferro
ha così chiesto una misura cautelare per i due protagonisti. Sia Bonvicini (difeso dagli avvocati Riccardo Lamonaca e Luigi Gallareto) sia Di Buono (Franco Aglietto) verranno sentiti giovedì dal gip Giorgi per l’interrogatorio di garanzia. E sarà l’occasione anche per fare ulteriore chiarezza sul «sistema» Bonvicini.

Per il momento quello che è trapelato dall’attività d’indagine della polizia sembra abbastanza chiaro: l’ispettore della polizia postale, sospeso dall’incarico, sceglieva con cura le sue presunte vittime. In genere si trattava di donne con problemi sentimentali alle spalle, matrimonio in crisi o falliti, ma soprattutto con nessuna o scarsa stima. Persone che conosceva quasi sempre nell’ambito del calcio giovanile e che avevano disponibilità economiche.Gli uomini del vice questore aggiunto Rosalba Garello hanno infatti evidenziato la bramosia di Bonvicini al denaro e in cambio di soldi imbastiva relazioni sessuali. Una debolezza che alla luce dei fatti emersi fino a questo punto, è costata cara al notissimo poliziotto che per lunghi anni si era dedicato alla lotta agli abusi sessuali su minori e quelli compiuti mediante l’utilizzo di internet. E proprio un problema di molestie telefoniche ha scoperchiato il pentolone.

LA STAMPA Savona

 

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