MIGRANTI, A REGGIO LA “NAVE DEI BAMBINI”

Sono 113 i minori arrivati a bordo della Phoenix dei coniugi Catrambone. Solo quelli non accompagnati rimarranno in Calabria. «La gente deve sapere cosa succede in mare»

Migranti, a Reggio la “nave dei bambini”

REGGIO CALABRIA Scendono dalla passerella in braccio alle madri o quasi aggrappati alle loro mani. Gli occhi sono pozzi di paura che quasi divorano visi scavati da fame, sole, salsedine, da una vita che – da subito – non è stata generosa. Alcuni sono stati desiderati, voluti da coppie che hanno scelto di guardare a un futuro al di là del mare, altri sono frutto delle violenze che durante il lungo viaggio dal cuore dell’Africa all’Europa, tante, troppe donne hanno subìto. Figli dell’amore, figli della violenza, ma soprattutto sopravvissuti e figli di sopravvissute.

 

LA NAVE DEI BAMBINI Un piccolo miracolo nei mesi in cui il Mediterraneo si è trasformato in un gigantesco cimitero di tombe senza nome. I 113 bambini accompagnati al porto di Reggio Calabria insieme a 107 donne e 124 uomini dalla Phoenix – il sogno solidale dei coniugi Catrambone, divenuta la prima nave di privati inquadrata nel dispositivo di soccorso migranti nel Mediterraneo – ce l’hanno fatta. Portano addosso i segni di un viaggio complesso e lungo e di una traversata complicata. In molti, appena sbarcati, hanno avuto bisogno dell’assistenza dei medici del Viminale che sul molo si occupano di controllo, assistenza e soccorso. Ma per i più sono bastati una merendina e un succo di frutta per reintegrare velocemente gli zuccheri, vestiti asciutti, un guanto di lattice che gonfiato si trasforma in un palloncino e le coccole dei volontari per recuperare forze e sorriso. «I bambini erano molto provati, molto tristi e molto spaventati», dicono gli operatori che però, su quei volti stanchi e ancora terrorizzati, con il passare delle ore hanno visto disegnarsi la serenità di essersi lasciati alle spalle – forse- la parte più difficile.

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IL SOGNO SOLIDALE DEI CONIUGI CATRAMBONE «Il centro di coordinamento di Roma ieri ci ha segnalato due barconi di legno al largo delle coste libiche – dice Regina Catrambone – ma non abbiamo potuto prendere tutti a bordo perché erano più di settecento. Oltre alle duecento, duecentocinquanta persone che viaggiavano sul ponte ce n’erano altrettante che viaggiavano in stiva, vicino ai motori. Abbiamo distribuito a tutti i giubbotti di salvataggio ma per il recupero del secondo barcone abbiamo dovuto attendere la nave Dattilo della Guardia Costiera». Non è la prima volta che la Phoenix approda a Reggio Calabria. Da due anni i coniugi Christofer Catrambone e Regina Egle Liotta – statunitense lui, reggina lei, ma entrambi residenti a Malta – hanno deciso di fare qualcosa di concreto per arginare la strage che si consuma quotidianamente sulla rotta fra Libia e Italia. Per questo hanno trasformato la Phoenix – un’ex imbarcazione di ricerca della Marina degli Stati Uniti – in una “nave della solidarietà” al servizio del dispositivo di soccorso e recupero che opera nel Mediterraneo. Dal 2 maggio scorso, insieme a loro è imbarcata anche un’equipe di Medici senza frontiere in grado di affrontare le prime emergenze a bordo: ustioni, disidratazione, ipotermia, complicanze di patologie croniche dovute a condizioni di viaggio proibitive o a violenze e torture che i rifugiati hanno subito in Libia. Un lavoro che sembra non avere mai fine.

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«LA GENTE DEVE SAPERE COSA SUCCEDE IN MARE» Accompagnato al porto di destinazione un gruppo di migranti, c’è un nuovo barcone da intercettare, un gommone da recuperare, nuovi disperati da soccorrere. Ma nonostante la fatica, i risultati concreti ci sono e sono misurabili. Oltre undicimila persone sono state tratte in salvo e accompagnate sulla terraferma dalla Phoenix. «A me non è mai capitato di vedere bambini affogati nel corso delle traversate, ma penso che in mare ci siano tantissimi Aylin. Questa è la mia grande disperazione. Foto come quella del bambino curdo ritrovato senza vita su una spiaggia in Turchia vanno diffuse e viste, perché la gente si deve rendere conto di cosa succeda in mare. Famiglie che muoiono, bambini che muoiono. Non possiamo rimanere indifferenti, dobbiamo aiutarli». Anche perché chi mette a rischio la propria vita per mare, lo fa – spiega la Catrambone – perché nel suo Paese non può più stare. Perché è dilaniato da una guerra, come la Siria, o perché messo in ginocchio da regimi paradittatoriali che fondano la propria esistenza sulla repressione, come Etiopia ed Eritrea. Ed è da qui che la stragrande maggioranza dei profughi arrivati oggi a Reggio Calabria ha iniziato un viaggio che non può dirsi concluso. Solo i minori non accompagnati e chi ha bisogno di ospedalizzazione rimarrà a Reggio Calabria. Gli altri – ha deciso il ministero dell’Interno – appena concluse le procedure di identificazione dovranno salire sui pullman che li porteranno in Toscana, Veneto, Puglia ed Emilia. E per i più non si tratta che di una tappa.

 

MIOPIA EUROPEA In molti sognano il Nord europa dove nella maggior parte dei casi hanno familiari, amici o conoscenti che li hanno preceduti. Ma nonostante le dichiarazioni di pubblico cordoglio seguite alla pubblicazione delle immagini delle vittime più piccole delle stragi nel Mediterraneo, la fortezza Europa sembra essere ancora imbrigliata da una discussione viziata da troppe gelosie e poche soluzioni. Anche la proposta di aumentare le quote di migranti che i vari paesi dell’Ue sono tenuti ad accogliere – pena sanzioni – appare del tutto insufficiente di fronte a un’ondata migratoria di portata epocale, provocata in larga parte dalla scellerata politica estera delle varie potenze europee negli ultimi decenni. Nel frattempo, in mare si continua a morire.

 

Alessia Candito
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Fonte:

MACELLERIA MIGRANTE

Da che mondo è mondo gli esseri umani migrano per lavoro, per conoscere il mondo, per sfuggire alla fame, alle persecuzioni, alle guerre, ecc. Eppure c’è chi spera si fermino o addirittura vorrebbe fermarli a qualunque costo. C’è chi parla di “emergenza” per un fenomeno che esiste da sempre. C’è chi lo vede come una minaccia e parla addirittura di “invasione”. Nel frattempo i migranti, questi uomini, donne e bambini (a migrare spesso sono famiglie intere che cercano un futuro migliore), che terrorizzano tutti coloro che “Io non sono razzista ma dovremmo pensare prima a noi” ( come se l’umanità non fosse tutta figlia della stessa Madre Terra e si potesse distinguere un “noi” e un “loro” su criteri nazionalistici), vanno incontro a morti talmente atroci che non ce le sogneremmo mai. Muoino soffocati nelle stive di barconi perchè non hanno abbastanza denaro per comprare – in questo mondo dove tutto è in vendita – dai loro trafficanti senza scrupoli, oltre a un viaggio disperato, l’aria per provare a respirare ancora. Muoino soffocati mentre sono trasportati, peggio che se fossero bestiame, su un tir. E continuano a morire in massa annegati nel mare “nostro” perchè nella Fortezza Europa non c’è la possibilità per chi è disperato di giungere legalmente, senza rischiare la vita. Nel “cimitero” Mediterraneo non c’è spazio per i diritti umani ma solo per i confini. E così la carne umana diventa merce per chi non ha scrupoli, una merce deperibile. Solo così a molti scuote. Forse è questa la cosa più triste.

D. Q.

Qui una vignetta di Mauro Biani nella sua tremenda verità:

Fonte: https://www.facebook.com/ilmanifesto/photos/a.86900427984.101789.61480282984/10153778202512985/?type=1&theater

Qui un articolo di Redattore Sociale:

Migrazioni, è un bollettino di guerra: più di 300 vittime in quattro giorni

Sono 71 i migranti morti ritrovati in un tir in Austria, si pensa siano tutti siriani. Tra loro 4 bambini. Ma in mare si muore ancora. Portate a Palermo 52 vittime ritrovate in una stiva e sulle coste libiche una nuova tragedia: sarebbero 200 i corpi in mare

28 agosto 2015

ROMA – Un bollettino di guerra. È quello che sta diventando la cronaca dei flussi migratori in questi giorni in Europa. Mentre sui media di tutto il mondo si discute sui termini da utilizzare per descrivere il fenomeno (migranti o rifugiati), sul web si susseguono le notizie di nuove tragedie che non avvengono più lontano dagli occhi europei, ma che giorno per giorno si avvicinano al cuore di un continente comunemente definito come “vecchio” e chiuso come una “fortezza”. Dopo la notizia che ha sconvolto l’Austria (e non solo), dal Mediterraneo giungono nuove notizie di morte con più di cento migranti che avrebbero perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa. Un dato, quello delle vittime, che cresce di giorno in giorno, come testimoniano le quasi 2.500 morti catalogate dal nuovo sito dell’alto commissario Onu per i rifugiati (Unhcr).

Sul tir c’erano rifugiati siriani. Dall’Austria, intanto, arrivano maggiori dettagli sul ritrovamento di un tir al cui interno sono stati trovati i corpi senza vita di 71 migranti. Le autorità austriache hanno riferito che le vittime rinvenute all’interno della cella frigorifera del tir abbandonato sull’autostrada sono “probabilmente rifugiati siriani”, per via di alcuni documenti ritrovati. Tra le vittime 59 uomini, 8 donne e anche 4 bambini. Migranti morti per soffocamento, conferma la polizia austriaca, che rende noto anche di aver arrestato tre persone coinvolte nella vicenda. “Questa tragedia sottolinea la spietatezza degli scafisti, che hanno ampliato la loro attività dal Mediterraneo alle autostrade d’Europa – spiega l’Unhcr -. Ciò dimostra che non hanno alcun riguardo per la vita umana, ma ricercano solo il profitto. E mostra anche la disperazione delle persone in cerca di protezione o di una nuova vita in Europa. Speriamo che questo nuovo incidente porterà a una forte cooperazione tra le forze di polizia europee, le agenzie di intelligence e le organizzazioni internazionali per reprimere il traffico di esseri umani mettendo in atto misure per la protezione e la cura delle vittime”.

Mediterraneo, tragedia senza fine. Intanto, a largo della Libia, la situazione resta drammatica. Secondo quanto reso noto dalla Mezzaluna rossa, nelle ultime ore sarebbero naufragate due imbarcazioni piene di migranti al largo della costa libica, nei pressi di Zuwara: si parla di circa 450 persone. I soccorsi hanno portato in salvo circa 198 migranti, mentre, secondo il Guardian, non ce l’avrebbero fatta circa 200 persone. Notizie che giungono a breve distanza da un altro ritrovamento di corpi senza di vita di migranti. È di pochi giorni fa la notizia della scoperta di 52 migranti morti nella stiva di una imbarcazione da parte del pattugliatore della marina svedese Poseidon, impegnato nelle operazioni di Triton. Le salme sono state portate a Palermo, insieme ad altri 571 migranti salvati in mare. Solo il 15 agosto scorso, spiega l’Unhcr, una tragedia dal medesimo copione: in una stiva di un barcone sono stati trovati i corpi di 49 persone morti, probabilmente, per le inalazioni di fumi velenosi. E’ di mercoledì 26 agosto, infine, l’ennesima tradecia. Secondo quanto riportato dall’Unhcr, “un gommone con a bordo circa 145 rifugiati e migranti ha avuto dei problemi. Alcune persone sono cadute in mare e due uomini si sono tuffati in acqua per salvarle. Nel panico che ne è seguito le persone hanno cominciato a spintonare e a spingere, e tre donne sul gommone sono morte schiacciate. Di coloro che sono caduti in acqua, 18 mancano ancora all’appello e si teme che siano morti. I sopravvissuti sono stati salvati e portati a Lampedusa, compreso il figlio di due mesi di una delle donne rimaste uccise. La maggior parte dei sopravvissuti è in condizioni critiche e presenta segni di shock, ferite e contusioni”. Sale, così, a più di 300 il numero delle vittime negli ultimi quattro giorni, ma il bilancio delle tragedie dell’immigrazione, in mare e sulla terraferma, purtroppo sembra destinato a salire.Le proteste dei libici contro i trafficanti. Dopo la scoperta da parte della guardia costiera libica dei 200 corpi a largo della città libica di Zuwara, secondo quanto riporta il Guardian, tanti tra i residenti del posto sarebbero scesi in piazza per protestare contro il traffico di esseri umani. Una manifestazione che ricorda quella dell’estate 2014, dopo il ritrovamento di un corpo di un migrante morto in mare, raccontata da Redattore sociale con un reportage da quello che ancora oggi è considerato uno dei maggiori snodi del traffico di esseri umani verso l’Europa.

I numeri dei flussi gestibili solo con risposte coordinate. Per l’Unhcr, nonostante gli sforzi dell’operazione di Frontex “il Mediterraneo è ancora la rotta più mortale per rifugiati e migranti. Molte delle persone che raggiungono via mare l’Europa meridionale, in particolare la Grecia, provengono da paesi colpiti da violenze e conflitti, come la Siria, l’Iraq e l’Afghanistan; hanno tutti bisogno di protezione internazionale e sono spesso fisicamente esausti e psicologicamente traumatizzati”. Ai governi, l’Unhcr chiede di “fornire risposte comuni e agire con umanità e in confomità ai loro obblighi internazionali”. Nonostante i numeri dei flussi siano “schiaccianti” per alcuni paesi “sovraccarichi”, aggiunge l’Alto commissariato, si tratta di “numeri gestibili attraverso risposte congiunte e coordinate a livello europeo. Tutti i paesi europei e l’Unione Europea devono agire insieme per rispondere alla crescente emergenza e dimostrare responsabilità e solidarietà”. (ga)

© Copyright Redattore Sociale

Fonte:

http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/489413/Migrazioni-e-un-bollettino-di-guerra-piu-di-300-vittime-in-quattro-giorni

Messina, che c’entra Peppino Impastato con i rosso-bruni?

 

Una inquietante sigla nazionalista, filo Assad e filo Putin, starebbe strumentalizzando il nome del militante di Dp ucciso da Cosa Nostra

di Ercole Olmi

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“L’Associazione di Promozione Sociale Peppino Impastato Messina e la nascente cellula messinese di Socialismo Patriottico hanno incontrato e portato solidarietà ai lavoratori del Birrificio Messina, ri-organizzatisi in cooperativa dopo le vicende legate ai licenziamenti ed alla dismissione della fabbrica degli ultimi anni”. E’ successo il 21 novembre scorso e ne dà notizia il sito di Socialismo patriottico con la foto ricordo dell’accaduto. Nel sito dell’organo ufficiale di Sp, Stato e Potenza, ci sono un paio di articoli del presidente di un’associazione Peppino Impastato, Sonny Foschino.

Socialismo patriottico? Qualcuno a Messina sta usando il nome di Peppino Impastato per un’operazione rosso-bruna? Cosa c’era di patriottico nella vita di Peppino Impastato, militante di Democrazia proletaria, organizzazione antistalinista, libertaria, pacifista e internazionalista?

Lo chiedo proprio a Sonny Foschino su fb che prima mi strapazza un po’, nega, poi dice che ci sarebbe un equivoco, poi minaccia di chiamare Ingroia, dice che mi rovinerà, dice di non avere paura di me e di aver già querelato Crocetta un paio di volte. Poi decide di rilasciare la seguente importante dichiarazione: “Il gruppo APS Peppino Impastato messina è un collettivo che lavora autonomamente e che non ha nulla a che spartire con l’associazione che presiedo”.

Sì, ma ci sono quegli articoli su Stato e Potenza? “Si, li pubblica e non vedo nulla di male in questo. Non sono tesserato a stato e potenza ma ciò non mi preclude il diritto di divulgare i miei articoli. Mi attacchi sui contenuto eventualmente, non sulla testata”.

Retitfico anch’io: qualcuno, non Foschino, sta strumentalizzando il nome di Peppino Impastato? Ma che cosa è “Socialismo patriottico”? A scorrere il sito sembra una sigla filo russa (con buona pace del patriottismo) con un programma militaresco, xenofobo, omofobo, familista, nuclearista, con l’ossessione della famiglia naturale, della solidarietà a tipetti tutto pepe come Bashar Al-Assad e il “compagno Kim Jon-Un” e soprattutto per la ratifica dei trattati commerciali con Putin.

Fate un lungo respiro, servitevi un cordiale, perché stiamo per sciorinare alcuni punti del programma di Socialismo patriottico: “Collaborazione con i BRICS e richiesta di ingresso nella SCO. Completamento del progetto italo-russo “South Stream” e avviamento di piani coordinati Eni-Gazprom per l’esplorazione e l’analisi geologica del sottosuolo nazionale, delle conformazioni montuose, dei bacini e degli arcipelaghi del territorio nazionale. Costruzione o completamento dei grandi collegamenti viari: Ponte sullo Stretto di Messina, Autostrada Due Mari, ristrutturazione dell’Autostrada del Sole, potenziamento della viabilità nelle due Isole maggiori. Completamento e sviluppo della rete TAV e della altre reti ferroviarie nazionali. Ritorno pianificato e compatibile all’energia nucleare per abbattere l’emissione di CO2. Istituzionalizzazione dei sindacati. Revisione delle politiche di accoglienza in base alle esigenze strutturali del paese. Aiutare economicamente le famiglie naturali che desiderano figli. Lotta serrata al commercio e al consumo di narcotici e all’abuso di alcoolici. Riconoscimento dell’unione tra uomo e donna come unico nucleo familiare istituzionale. Scioglimento delle società segrete e delle sette religiose in contrasto con gli interessi nazionali. Sgombero immediato delle occupazioni abusive a scopo associativo e politico. Aumento dei finanziamenti per la Difesa. Incremento dell’impiego di Polizia e Carabinieri nelle strade, trasferendo alcuni loro compiti burocratici agli uffici civili. Espulsione dei clandestini entro 24 ore verso il Paese di provenienza salvo comprovato impedimento. Intensificazione della collaborazione nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico di stupefacenti e all’immigrazione clandestina con i Paesi dell’altra sponda del Mediterraneo. Espulsione e sconto della pena nei Paesi d’origine dei cittadini extracomunitari, dopo la condanna per reati superiori ad 1 anno. Carcere riabilitativo attraverso forme di lavoro socialmente utile alla comunità per pene inferiori ad anni 2. Ergastolo ostativo per i reati di estrema gravità (alto tradimento, attività mafiosa, terrorismo, genocidio e pedofilia)”.

Di Stato e Potenza s’è parlato a lungo, nel recentissimo passato, per certe sue collusioni con pezzi del Pdci, con gli ambienti siriani, con organizzazioni dichiaratamente di estrema destra come Zenit (sospettata di antisemitismo) e Casapound (ora in tandem con il leghista Borghezio) con le quali ha dato vita a manifestazioni “antimperialiste” a sostegno di Gheddafi o Assad.

Cosa c’entra tutto questo con Peppino Impastato che si batteva contro lo sfruttamento di classe che è lo stesso nei paesi Brics e in Occidente?

Sul profilo fb del capo di Sp, il reggiano Bonilauri, spicca una citazione di Costanzo Preve, ex filosofo di sinistra poi divenuto maestro rossobruno di personaggi ambigui come il “marxista” Diego Fusaro che ogni tanto abbindola anche circoli di sprovveduti a sinistra: «I centri sociali sono la guardia gratuita del ceto intellettuale di sinistra. La loro cultura è inesistente, trattandosi di ghetti consentiti e foraggiati dalla Sinistra Politicamente Corretta (SPC), che li può sempre usare come potenziale guardia plebea.
Privi di qualsiasi ragion d’essere storica, costoro, composti di semianalfabeti, intontiti dalla musica che ascoltano abitualmente ad altissimo volume e dallo spinellamento di gruppo, hanno una cultura della mobilitazione, dello scontro e della paranoia del fascismo esterno sempre attuale, ed è del tutto inutile porsi in un razionale atteggiamento dialogico, che pure potrebbe teoricamente chiarire moltissimi equivoci. Ma il paranoico non è un interlocutore.
Anche l’interesse per i migranti è un pretesto, perché essi li vivono come un raddoppiamento mimetico della loro marginalità». Stefano Bonilauri, è indicato sul web come veterano delle delegazioni italiane a Damasco per omaggiare il dittatore Assad. Il gruppo è in ottimi rapporti, oltre che con il Partito Nazional Socialista Siriano, con i governi di Iran e Corea del Nord, nonché con il Partito Comunista della Federazione Russa ed altre formazioni staliniste.

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Siamo sicuri che Peppino Impastato sarebbe stato un alfiere di questo tipo di socialismo nazionale?

Sonny Foschino, leader messinese dell’associazione, poliedrica figura di musicista, letterato e politico, collaboratore di Stato e Potenza, dice anche di essere un leader politico: “Peppino Impastato avrebbe sorriso vedendo i sorrisi, gli abbracci, la gioia che ha trasudato il corteo del 9 maggio 2014. Più di mille e duecento, secondo le stime, i giovani che hanno invaso Piazza Antonello. In testa una presenza importante: quella dell’istituto nautico Caio Duilio. Poi AUT, la corrente di pensiero che si ispira a Peppino Impastato, donnAUT e i ragazzi del progetto AULA AUT ormai presente in numerosi istituti di Messina e Provincia e da poco presente anche su Palermo. Gruppi di attivisti del movimento AUT stanno iniziando a formarsi anche su Catania, Roma, Reggio Calabria, Bologna e Forlì”.

Aut, la corrente di pensiero? A cosa pensa Aut? “Il Movimento Studentesco Aut – Unione degli Studenti Messina è un coordinamento di studenti messinesi in collaborazione con il sindacato studentesco Unione degli Studenti. E’ totalmente apartitico ed è politico solo nell’accezzione [la doppia z dev’essere uno sfizio patriottico, ndr] più antica e vera del termine: Diamo un servizio alla comunità tutta, mettendoci al servizio degli studenti. Ogni studente, di qualsivoglia posizione politica è bene accetto.La collaborazione con l’Uds nazionale consegna al movimento il carattere di sindacato studentesco, in grado di portare avanti battaglie legali contro ingiustizie quotidiane all’interno delle scuole…”.

Nè di destra, né di sinistra, dunque. Proprio come ogni esperienza rosso-bruna prescrive. Anche Sp ha una vera fissa su questo: “L’apertura della sezione si pone l’obiettivo di fornire un punto di riferimento per tutti i soggetti che rifiutano la dicotomia liberale destra-sinistra – recita un comunicato della sezione di Terni – garantendo una credibile alternativa al sistema anti-popolare e anti-nazionale, che condanna l’Italia ad essere un’appendice dell’offensiva ultra-liberista che Stati Uniti e Unione Europea stanno sferrando contro le potenze emergenti e il mondo in via di sviluppo… Famiglia, lavoro e militanza, sono le fondamenta su cui si regge la vita pubblica/privata del nostro militante”, recita la dichiarazione di apertura di una sezione ternana scimmiottando altre trinità del genere (da diopatriafamiglia a credereobbedirecombattere, c’è solo l’imbarazzo della scelta).

La sezione è stata intitolata all’Operaio Ternano Luigi Trastulli, ucciso dalla polizia nel 1949 mentre contestava la Nato e la guerra e ora ucciso di nuovo da questa operazione inquietante, ambigua da gente che rivendica niente meno che la vittoria della Grande Guerra e la trimurti “Patria, Popolo, Lavoro”.

 

Che cosa succede a Terni, Messina e altrove? Si tratta di un gruppo di “socialconfusi” che vivono nell’eterno presente globale, incapaci di decodificare quello che gli accade intorno? E’ la punta dell’iceberg di un’operazione di ricerca della legittimazione come molte esperienze nazimao o rossobrune hanno tentato negli anni (da Rinascita, organo della Sinistra nazionale, alla rivista Indipendenza)? E’ qualcuno che vivacchia con qualche finanziamento di ambasciate e partiti fratelli? E’ ancora peggio?

Il complottismo lo lasciamo ai professionisti di questa corrente di pensiero. Per ora poniamo solo domande a chiunque abbia a che fare con questi personaggi, ad esempio l’Uds che potrebbe capire se il proprio nodo messinese sia coerente con lo spirito che anima il sindacato studentesco, così come ha dovuto fare il Pdci nazionale a Terni in occasione di una manifestazione di fascisti filo Assad a cui presero parte anche militanti cossuttiani al seguito di Sp. Questi ultimi ci rimasero male a sentirsi maltrattati e se la cavarono con queste parole: “E’ opportuno ribadire, inoltre, che, almeno nella fase dei primi diciotto mesi di guerra in Siria, aver preso parte ad eventi pubblici ai quali contemporaneamente hanno preso parte (per proprio conto ed indipendentemente dal contesto) anche persone o sigle riconducibili al mondo della destra radicale, si è reso POLITICAMENTE NECESSARIO per evitare che la questione siriana (da noi trattata e sostenuta sin dall’estate del 2011) fosse lasciata nelle mani di una sola parte politica, con tutte le scontate conseguenze sia in termini di immagine internazionale per il governo siriano che in termini di credibilità per l’ambiente social-comunista, resosi in gran parte responsabile di gravissime omissioni e latitanze sul tema della politica internazionale, quando non di vere e proprie “complicità” politiche e/o morali con gli aggressori imperialisti (vedasi l’assalto all’Ambasciata Libica a Roma del 23/2/2011)”.

Davvero Peppino Impastato si sarebbe mobilitato per il Ponte di Messina, uno degli affari cruciali per Cosa Nostra, e per dittatori osceni come Assad, Gheddafi, Putin. Osceni come Obama e Renzi.

Rosso bruni: c’è un luogo del mondo, in questa epoca, dove se ne possono incontrare: è il Donbass, crocevia (oltre che di sincere aspirazioni internazionaliste) di tardive nostalgie campiste e di gesta pugnaci di soggetti di Forza Nuova, dei loro camerati francesi di Troiseme Voie, del Movimento sociale europeo e, come rivelava domenica il Fatto quotidiano, perfino di ammiratori di Salvini che hanno deciso di fare la guerra guerreggiata. E’ nella lettura delle vicende ucraine che tra i rosso-bruni si fa avanti la tesi dell’inattualità della dicotomia fascismo/antifascismo. Con buona pace dei carovanieri in buona fede che da molto tempo sono costretti a prendere nota della presenza nel Donbass di personaggi francesi, spagnoli, padani e italiani legati a doppio filo ai gruppi neofascisti.

statopotenza

Prima di chiudere l’articolo l’ennesima precisazione di Foschini: “Io non minaccio nessuno! Sono abituato alle cose concrete. Come insegnava Peppino! Scriva scriva, è chiaro che alle sue dichiarazioni seguiranno le mie… È questa non è una minaccia, ma una constatazione. La saluto! HASTA la victoria! Siempre!”. Oddio! E adesso che c’entra il Che?

 

 

 

Fonte:

http://popoffquotidiano.it/2014/12/01/messina-che-centra-peppino-impastato-con-i-rosso-bruni/

 

11 ottobre 2013 la strage rimossa 60 miglia a sud di Lampedusa, 11 ottobre 2014 in vista il ritiro delle missioni di salvataggio, Mos Maiorum e schedature violente dei profughi

sabato 11 ottobre 2014

Un anno fa, 60 miglia a sud di Lampedusa, una delle più grandi tragedie dell’immigrazione nel Mediterraneo, almeno 260 tra morti e dispersi, forse più, ma poche immagini, tanto lontano da terra e dalle telecamere. Nulla, rispetto alla diffusione mediatica della tragedia del 3 ottobre, davanti alla costa di Lampedusa. Dopo quelle due stragi, il governo Letta decise di avviare il 18 ottobre 2013 l’operazione militare-umanitaria Mare Nostrum, e per alcuni mesi, fino al maggio del 2014, le stragi in mare cessarono quasi del tutto.

Pochissime le immagini del naufragio dell’11 ottobre, molto mosse, ma conferma di come si è svolta l’azione di salvataggio.

http://qn.quotidiano.net/cronaca/2013/10/13/964941-immigrati-lampedusa-migranti-naufragio.shtml

http://espresso.repubblica.it/attualita/2013/11/11/news/ecco-la-mappa-che-conferma-le-accuse-1.140560

Subito un dubbio atroce, forse molte persone potevano salvarsi se le autorità maltesi ed italiane avesso risposto più rapidamente alle chiamate di soccorso. Un naufragio che è stato descritto anche nel docu-film “La scelta di Catia” andato in onda recentemente . Una ricostruzione che ha concesso la parola soltanto ai militari, senza che i naufraghi superstiti potessero fare sentire la loro voce.

http://video.corriere.it/mare-piu-morti-che-vivi-quinta-puntata/34dcac46-48c3-11e4-a045-76c292c97dcc

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/07/naufragio-lampedusa-le-autorita-italiane-non-risposero-alle-richieste-daiuto/769973/

Alcuni parenti, pochi mesi fa, su quella strage rimossa, hanno presentato un esposto alla Procura di Palermo. Neanche una interrogazione parlamentare ha fatto chiarezza su quanto realmente avvenuto l’11 ottobre del 2013, 60 miglia a sud di Lampedusa.

http://parlamento17.openpolis.it/atto/documento/id/22733

http://gatti.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/11/28/lampedusa-scaricabarile-sulla-strage/

http://gatti.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/10/30/i-bimbi-che-leuropa-ha-dato-in-pasto-ai-pesci/

http://espresso.repubblica.it/inchieste/2013/11/07/news/la-verita-sul-naufragio-di-lampedusa-quella-strage-si-poteva-evitare-1.140363

Anzi quell’11 ottobre le stragi furono due, ma del secondo naufragio, non rimane neppure uno spazio nella memoria. Verità e giustizia rimangono ancora lontani miraggi, malgrado le denunce dei parenti.

http://espresso.repubblica.it/attualita/2013/10/21/news/lampedusa-la-strage-senza-fine-c-e-un-altro-barcone-affondato-1.138324

In un anno sembra davvero cambiato tutto, gli scenari politici e militari in medio-oriente e nei paesi di transito del nordafrica, le rotte seguite dai migranti, sempre più pericolose, le modalità di “accoglienza” in Europa, con la progressiva chiusura dei canali di ingresso e una applicazione più rigida del Regolamento Dublino III. Anche il Regolamento frontiere Schengen n.562 del 2006 viene rimesso in discussione per controllare i movimenti dei migranti alle frontiere interne, e l’operazione congiunta di polizia “Mos Maiorum”, coordinata dal ministero dell’interno italiano, costituisce il sigillo della definitiva criminalizzazione di tutti coloro che sono costretti all’ingresso irregolare, anche se si tratta di profughi siriani, eritrei, somali o palestinesi. In molti centri di prima accoglienza, come a Crotone e a Otranto, ai varchi di frontiera, come Fiumicino aeroporto, tolleranza zero e pressioni fisiche o botte per ottenere le impronte digitali.
Ricevo da “Aiutiamo bambini siriani” ed inoltro, dovranno effettuarsi rigorose verifiche.

Questa una testimonianza di un siriano passato attraverso il posto di frontiera dell’aeroporto di Roma Fiumicino, arrestato con l’accusa di essere un trafficante, ma già in possesso di regolari documenti svedesi e quindi rilasciato. L’uomo è stato separato dalla moglie, una ragazza di 18 anni gravemente malata, che è stata poi respinta da sola verso la Turchia.

“Pensavamo di essere arrivati all’aeroporto di un paese arabo e non nella civile Europa” , “Quando l’aereo ha decollato da Istanbul abbiamo riso e ci siamo fatti dei selfie dalla felicità perché finalmente stavamo andando verso la salvezza”, “Non mi hanno fatto mangiare per 2 giorni e se volevo accendermi una sigaretta dovevo darne una anche al poliziotto che me la faceva accendere”, “Ho dormito in piedi perché non c’erano sedie e non si poteva stare sul pavimento”, “Hanno preso la valigia di mia moglie con tutte le cose nuove che una neo-sposa porta con sé”, “Ho visto che picchiavano una donna e pensavo fosse mia moglie e così ho cominciato a sbattere le testa contro il vetro urlando…” Queste sono le testimonianze di quello che è successo martedì a Fiumicino … queste sono le testimonianze di ESSERI UMANI!!!

Dopo le stragi non c’è più commozione, soltanto misure sempre più rigide per difendere le frontiere europee e la caccia al “nemico interno”, mentre si diffondono gli appelli lanciati da ISIS agli estremisti di tutto il mondo.

http://m.tiscali.it/articolo

http://gatti.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/10/11/da-lampedusa-a-mos-maiorum-dopo-il-nobel-mancato-arriva-il-buio/

Il disumano diventa quotidiano e le notizie delle più recenti stragi in mare, sempre più vicino alla costa libica, vengono relegate nelle ultime pagine di cronaca. Dopo le commemorazioni, appena il tempo di asciugare qualche lacrima d’occasione, e si impartiscono di nuovo ordini violenti per rilanciare la guerra interna ai migranti, offerti all’opinione pubblica come fattore primario di insicurezza. In attesa che qualche profezia di morte si avveri anche in territorio europeo e che le strumentalizzazioni sulla pelle dei migranti possano colmare il vuoto della politica.

http://www.giornalettismo.com/archives/1625169/lega-nord-rischio-isis-connesso-allimmigrazione/

Fonte:
http://dirittiefrontiere.blogspot.it/2014/10/11-ottobre-2013-la-strage-rimossa-60.html

3 DIVERSI NAUFRAGI IN ACQUE LIBICHE CON CENTINAIA DI MORTI. ORMAI MORTI E DISPERSI NON SI CONTANO PIU’

lunedì 15 settembre 2014

Almeno 800 morti negli ultimi tre giorni ( Fonte TG RAI Uno). Tremila dall’inizio dell’anno e oltre 2500 dall’inizio di giugno.  Una accelerazione impressionante senza precedenti, ormai le vittime della Fortezza Europa non si contano più. Mare Nostrum non basta più. L’Europa sceglie la morte e non apre corridoi umanitari. Addirittura si invia la missione di Frontex, Triton, per pattugliare soltanto le acque territoriali italiane, per assicurarsi che non ne arrivino troppi, da vivi. E che gli altri muoiano, possibilmente sempre più lontano dagli occhi dei cittadini dell’Unione Europea. L’importante, per troppi, è difendere le frontiere.

http://ansamed.ansa.it/ansamed/it/notizie/rubriche/cronaca/2014/09/15/libia-200-migranti-dispersi-in-naufragio-barcone_8b27d90a-4e0a-4ad6-9fe9-4825734fb693.html

http://www.dailymail.co.uk/news/article-2756506/Migrant-group-500-feared-dead-boat-rammed.html?ITO=1490&ns_mchannel=rss&ns_campaign=1490

Non rimane che piangere i morti e lottare per i vivi. Senza altri inutili capri espiatori. 
Le responsabilità di queste stragi sono evidenti, e lo saranno ancora di più in futuro.
Chi non si ribella è complice. Chi tace la verità dovrà fare i conti con la propria coscienza.

TRIPOLI – Un’ecatombe: i naufragi davanti alla Libia sarebbero tre. “Parliamo di almeno 500 morti in tre giorni”, è la drammatica notizia che dà Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr.”

http://www.repubblica.it/esteri/2014/09/15/news/immigrazione_naufragio_libia-95797747/?ref=HREA-1

http://www.lastampa.it/2014/09/14/esteri/migranti-oltre-morti-al-largo-della-libia-mWI72Of6Vb4A5fSZLXL6oM/pagina.html

http://www.independent.com.mt/articles/2014-09-15/news/500-feared-dead-after-boat-rammed-off-malta-migrant-group-6590758912/

http://www.bbc.com/news/world-europe-29210989

Organizzazione Internazionale per le Migrazioni: “Malta, 500 dispersi”. ”Sarebbero circa 500 i dispersi del naufragio avvenuto la scorsa settimana a 300 miglia al largo di Malta, e a causare l’incidente sarebbero stati gli stessi trafficanti, che – da una seconda imbarcazione – avrebbero di proposito fatto colare a picco il barcone con a bordo i migranti, con i quali era nato un violento scontro”. A raccontare la vicenda agli operatori dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) in Sicilia sono stati i due sopravvissuti di nazionalità palestinese. I due sopravvissuti, due ragazzi fuggiti da Gaza e andati in Egitto a inizio settembre, sono stati soccorsi in alto mare dal mercantile panamense “Pegasus” che li ha portati a Pozzallo due giorni fa. “Se questa storia, sulla quale sta investigando la Polizia, sarà confermata – riferisce l’Oim – sarebbe il naufragio più grave degli ultimi anni, in quanto non si tratterebbe di un incidente, ma di un omicidio di massa, perpetrato da criminali senza scrupoli né alcun rispetto per la vita umana”. Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, i migranti, siriani, palestinesi, egiziani e sudanesi, erano partiti in 500 da Damietta, in Egitto, sabato 6 settembre. Tra loro anche molte famiglie con bambini e minori non accompagnati. “Dopo aver già cambiato diverse imbarcazioni lungo la rotta, mercoledì scorso i trafficanti, a bordo di un altro natante, hanno chiesto ai migranti di ‘saltarè su un’ennesima nave più piccola e precaria – prosegue l’Oim – Comprendendo la pericolosità della situazione, molti si sono ribellati: ne è nato uno scontro con i trafficanti, che a un certo punto, innervositi, hanno speronato il barcone dei migranti dalla poppa facendolo affondare”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09/15/migranti-un-altro-naufragio-al-largo-della-libia-200-morti/1120915/

http://time.com/3378459/migrant-group-500-feared-dead-after-boat-rammed/

Da www.siciliamigranti.blogspot.it –  lunedì 15 settembre 2014

LUNGA NOTTE DI SBARCHI A POZZALLO. PER ALTRI 386 MIGRANTI IMMEDIATO TRASFERIMENTO A COMISO.

“E’ un tempo che scorre lento, quello dell’arrivo di altri 386 migranti nel porto di Pozzallo nella notte tra il 12 e il 13 settembre. Da diverse fonti giornalistiche apprendiamo che giovedì mattina i profughi sono riusciti a chiedere aiuto tramite un telefono satellitare alla Centrale Operativa di Roma, per poi essere soccorsi dal mercantile Pegasus, battente bandiera panamense, a circa 100 miglia a sudovest di Pozzallo. Nel dirigersi verso il porto, il mercantile si è imbattuto nei naufraghi del battello con un numero ancora imprecisato di migranti a bordo, nell’ennesima tragedia che conta già due vittime e parecchi dispersi. http://dirittiefrontiere.blogspot.it/2014/09/secondo-naufragio-nella-zona-sar-search.html?spref=fb  Due di questi sono stati temporaneamente caricati a bordo del Pegasus per essere poi trasferiti con aerei militari all’ospedale di Catania, mentre il mercantile proseguiva verso il porto ibleo”.

http://siciliamigranti.blogspot.it/2014/09/lunga-notte-di-sbarchi-pozzallo-per.html

http://www.radiortm.it/2014/09/15/pozzallo-testimonianza-agghiacciante-i-trafficanti-affondato-barcone-500-migranti/
 
 Quando si può, ed i mezzi ci sono, Mare Nostrum arriva ancora a effettuare salvataggi a ridosso delle acque libiche. Ma si perdono troppe vite i mare, le navi della guardia costiera libica, quelle regalate da Maroni, sono quasi tutte fuori uso, e l’impegno della missione non basta più ad evitare che i naufragi si ripetano. Del tutto incerta la sorte dei migranti in Libia dopo il “salvataggio”.

” Nella giornata di domenica la Marina italiana è intervenuta per soccorrere un barcone a 60 miglia dalla Libia e ha posto in salvo 95 migranti. Altri 9 sono stati soccorsi al largo di Lampedusa dalla guardia costiera. Domenica sera 111 migranti siriani sono arrivati nel porto di Crotone su una motovedetta della guardia costiera, che aveva intercettato il peschereccio che li aveva portati dalla Siria fino davanti alle coste italiane”.

http://notizie.tiscali.it/cronaca/feeds/14/09/15/t_01_04_2014-09-15_1151117512.html?cronaca

Fonte:

http://dirittiefrontiere.blogspot.it/2014/09/ormai-morti-e-dispersi-non-si-contano.html