LA FAVOLA DEI PALESTINESI TERRORISTI E DEGLI ISRAELIANI VITTIME

Lo sospettavamo già. Quella storia del rapimento dei tre coloni da parte di Hamas faceva acqua da tutte le parti: un rapimento senza rivendicazione e di conseguenza alcun tipo di richiesta, come un possibile scambio di prigionieri, che scopo poteva avere?  A che pro rapire tre coloni a caso per poi farli ritrovare cadaveri in campagna dopo diversi giorni? Non aveva senso appunto. Il boia Netanyahu da subito sapeva della morte già avvenuta dei tre giovani e l’ha tenuta nascosta per colpire la popolazione palestinese fingendo di cercarli: le “prove generali” dell’attuale attacco. Ma anche gli altri governi e  i media ci hanno raccontato questa storia senza avanzare dubbio alcuno perchè la favola dei palestinesi terroristi e degli israliani vittime continuasse a diffondersi. Tutto era stato preparato perchè si potesse giustificare l’ennessimo attacco genocida d’Israele con la scusa della “guerra” al terrorismo di Hamas. Ma questa volta l’inganno è palese. La storia non vi assolverà.

D. Q.

 

Qui un articolo pubblicato su  il manifesto di ieri e su Nena News:

 

27 lug 2014
by Redazione

La BBC riporta le dichiarazione del portavoce della polizia Rosenfeld: “Hamas non era coinvolta”. Così Tel Aviv ha giustificato un attacco preparato da tempo.

 

Netanyahu pointing both fingers in front of microphone

 

di Chiara Cruciati – Il Manifesto

Gerusalemme, 27 luglio 2014, Nena News – Crolla il castello di carte di Benjamin Netanyahu. A soffiarci su è la sua stessa polizia. Due giorni fa il portavoce della polizia israeliana, Micky Rosenfeld, avrebbe rivelato alla BBC che la leadership di Hamas non è stata in alcun modo coinvolta nel rapimento e l’uccisione dei tre coloni, Naftali Fraenkel, Gilad Shaer e Eyal Yifrah,il 12 giugno scorso. Dietro l’azione, una cellula separata che ha agito da sola.

A rivelarlo è Jon Donnison in una serie di tweet in cui il corrispondente della BBC riporta le dichiarazioni di Rosenfeld: «Il portavoce mi ha detto che gli uomini che hanno ucciso i tre coloni israeliani sono una cellula separata, affiliata ad Hamas, ma non operante sotto la sua leadership. Ha anche detto che se il rapimento fosse stato ordinato dai leader di Hamas, lo avrebbero saputo prima».

Dichiarazioni che minano alla base la campagna punitiva lanciata dal governo israeliano e l’offensiva contro Gaza. «Sono stati rapiti e uccisi a sangue freddo da animali – disse dopo il ritrovamento dei tre corpi il premier – Hamas è responsabile e Hamas pagherà». Ben prima era cominciata una durissima operazione militare contro Cisgiordania e Gaza, subito dopo la scomparsa dei tre nei pressi di una colonia vicino al villaggio palestinese di Halhul, alle porte di Hebron. Il governo di Tel Aviv accusò immediatamente Hamas, nonostante il movimento abbia da subito negato qualsiasi coinvolgimento. In due settimane, fino al 30 giugno, giorno del ritrovamento dei tre corpi a poca distanza dal luogo del rapimento, 7 palestinesi sono stati uccisi, oltre 550 sono finiti in manette (molti dei quali rilasciati nell’autunno 2011 con l’accordo Shalit), perquisizioni, permessi di lavoro ritirati, raid nei villaggi. E bombardamenti, i primi, isolati, contro la Striscia. 

Un’operazione che Israele giustificò con la necessità di ritrovare vivi i tre coloni. Eppure il governo israeliano, lo Shin Bet (i servizi segreti) e l’esercito sapevano – dicono diversi giornalisti – fin dal primo giorno che i tre erano già stati uccisi. La sera del rapimento uno di loro chiamò il numero di emergenza della polizia chiedendo aiuto. Durante la telefonata, registrata, si sentono degli spari e qualcuno gridare «ne abbiamo tre». I tre coloni erano già morti. E Israele ne era conoscenza. Subito il governo ha imposto il silenzio stampa ai media israeliani e lanciato una brutale campagna di propaganda, sia all’estero che in casa, contro il movimento islamista. Nei giornali e le tv non sono passate notizie fondamentali, come il ritrovamento dell’auto con cui i tre coloni erano stati portati via e all’interno della quale erano state trovate tracce di sangue. Intanto, fuori dalle stanze dei bottoni, si infiammava la rabbia della società israeliana e si innalzavano a livelli incontrollabili i tassi di violenza e razzismo anti-arabo, contemporaneamente al grado di consenso del premier Netanyahu.

Impossibile per Tel Aviv lasciarsi scappare una simile occasione: liberarsi di Hamas, giustificandola con un atto tanto brutale, e scaricare la colpa per il fallimento dei negoziati di pace sulla controparte palestinese. In realtà, hanno rivelato fonti militari dopo il lancio dell’operazione Barriera Protettivacontro Gaza, i generali dell’esercito avevano sul tavolo da almeno due mesi il piano di attacco contro la Striscia. E Hamas? Difficile credere che abbia ordito una simile operazione, consapevole che avrebbe provocato una reazione in grado di far crollare il processo di riconciliazione nazionale con Fatah. Al momento del rapimento, il movimento islamista viveva una profonda crisi politica ed economica: isolato dal resto del mondo arabo, privo dei finanziamenti e della legittimità politica che gli garantiva l’Egitto del presidente islamista Morsi, incapace perfino di pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici di Gaza, Hamas aveva estremo bisogno del governo di unità nazionale con il rivale Fatah. A livello politico, il rapimento dei tre coloni sarebbe stato un suicidio.

Se l’opinione pubblica israeliana non ha mai voluto mettere in discussione le scelte del proprio governo, bevendosi bugie e omissioni, una piccolissima fetta della società israeliana non è rimasta in silenzio. Nei giorni scorsi sono state tante le manifestazioni di protesta a Tel Aviv, Jaffa e Haifa contro i massacri in corso a Gaza. Migliaia di persone in strada, fino a ieri: il movimento pacifista israeliano ha organizzato una grande protesta a Tel Aviv che la polizia ha tentato di impedire. «Le forze di sicurezza hanno bloccato i bus da Hiafa e Gerusalemme, chiuso le strade e minacciato di arrestare chiunque vi prenda parte – ci dice al telefono uno degli attivisti israeliani – Andremo comunque, vediamo cosa succede. La giustificazione che hanno dato è il pericolo di missili». Alle 20, ieri sera, erano già 3.000 i pacifisti in marcia.

Fonte:

GAZA, DALL’INIZIO DELLA TREGUA SI CERCANO I MORTI SOTTO LE MACERIE: ARRIVATI A 1000

AGGIORNAMENTI:

ore 12:55 – DA QUANDO INIZIATA LA TREGUA DI 12 ORE RECUPERATI 81 CORPI. BILANCIO CHE SALE A 961 VITTIME

ore 12:45 – GUARDA VIDEO – CASA COLPITA NEL CAMPO DI AL-MAGHAZI

– See more at: http://nena-news.it/gaza-tregua-di-12-ore-nuovo-massacro-khan-yunis/#sthash.Ylj5hvJR.dpuf

Da Nena News:

AGGIORNAMENTI:

ore 15:20 –  Beit Hanoun (FOTO: COSIMO CARIDI)

Beit Hanoun

ore 15:15 – 7 MINISTRI ESTERI: “ESTENSIONE TREGUA UMANITARIA”

I ministri degli Esteri di sette nazioni , riuniti a Parigi, hanno chiesto una estensione del cessate il fuoco umanitario di 12 ore attualmente in vigore nella Striscia di Gaza.

Il Ministro francese Laurent Fabius ha esortato gli israeliani e i palestinesi a negoziare una tregua di lunga durata che possa soddisfare sia la richiesta di sicurezza dello stato ebraico , ma che possa anche accogliere la proposta palestinese di aprire i confini della Striscia in modo da rilanciare lo sviluppo economico nel piccolo lembo di terra palestinese.

Tra i diplomatici presenti vi erano quelli d’Inghilterra, Germania, Italia, Turchia, Qatar e Usa.

Il ministro francese ha, inoltre, espresso preoccupazioni per i civili gazawi e quelli israeliani.

ore 14:50 –  TV PANARABA AL-MAYADEEN: “I MORTI SONO ARRIVATI A 1.000″

ore 14:35 – BANCHE APERTE A GAZA

Banche aperte a Gaza in queste 12 ore di cessate il fuoco umanitario che dovrebbe terminare alle 20. Le banche sono state per lo più chiuse da quando è iniziata l’operazione “Bordo Protettivo”. Soprattutto dall’inizio dell’operazione terrestre.

ore 13: 55  –  CAMPO AL-MAGHAZI (FOTO: MICHELE GIORGIO)

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CAMPO AL-MAGHAZI (FOTO: MICHELE GIORGIO)

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ore 13:40 – GISGIORDANIA. NABLUS: GRUPPO ARMATO RIVENDICA OMICIDIO SOLDATO ISRAELIANO

Il braccio armato dei Comitati di Resistenza popolare Brigate al-Nasser Salah al-Din hanno detto di avere ucciso un militare israeliano, ieri, vicino la città di Nablus, in Cisgiordania. La Rivendicazione è arrivata da Gaza e il gruppo ha affermato di avere aperto il fuoco su una jeep israeliana verso l’una di notte, nei pressi dell’insediamento Itamar. Il gruppo ha aggiunto che le operazioni armate in Cisgiordania proseguiranno in risposta all’offensiva israeliana contro Gaza. le Forza armate israeliane non hanno commentato la rivendicazione.

Oggi le Brigate dei Martiri di al-Aqsa hanno detto di avere aperto il fuoco contro i militari israeliani ieri sera al check point di  Qalandia, ferendo un numero imprecisato di soldati nello scontro a fuoco.

ore 13:16 –  POLIZIA ISRAELIANA: “HAMAS NON È RESPONSABILE OMICIDIO COLONI”

L’omicidio dei tre giovani coloni, a giugno, che ha scatenato l’offensiva israeliana su Gaza non è responsabilità di Hamas. Lo dicono le dichiarazioni raccolte ieri da un giornalista della Bbc, Jon Donnison che ha intervistato il portavoce della polizia israeliana, Mickey Rosenfeld. Secondo il funzionario, i ragazzi sarebbero stati uccisi da affiliati di Hamas che avrebbero agito di propria iniziativa.
Il premier israeliano Benjamin Natanyahu aveva subito puntato il dito contro il movimento islamico, scatenando settimane di rastrellamenti in Cisgiordania, con centinaia di arresti tra i palestinesi, e, l’8 luglio, la campagna militare che sta falcidiando la popolazione della Striscia. Dichiarazioni che contraddicono.

ore 12:55 – DA QUANDO INIZIATA LA TREGUA DI 12 ORE RECUPERATI 81 CORPI. BILANCIO CHE SALE A 961 VITTIME

ore 12:45 – GUARDA VIDEO – CASA COLPITA NEL CAMPO DI AL-MAGHAZI

 

 

Fonte:

 

http://nena-news.it/gaza-tregua-di-12-ore-nuovo-massacro-khan-yunis/