NETANYAHU: “LA PRESSIONE INTERNAZIONALE NON CI FERMERA”. INFATTI, 7 MORTI AL CAMPO DI JABALYA MENTRE GAZA E’ SENZA ELETTRICITA’

dalla redazione

AGGIORNAMENTO ore 01.35 – IL 75% DI GAZA CITY SENZA ELETTRICITA’

A causa di un bombardamento israeliano che ha danneggiato la linea elettrica di Gaza City, il 75% della città è ora senza elettricità.

AGGIORNAMENTO ore 01.30 – MASSACRO A JABALIYA: 7 MORTI

Bombardato il campo di Jabaliya, a Nord della Striscia, mentre un gruppo di persone era riunita fuori. Almeno sette i morti

AGGIORNAMENTO ore 19.30 – NETANYAHU: “LA PRESSIONE INTERNAZIONALE NON CI FERMERA’”

Il premier israeliano Netanyahu ha parlato ora alla stampa: “La pressione internazionale – ha detto – non ci impedirà di agire con tutto il nostro potere”. Netanyahu ha detto di aver avuto “buone discussioni” al telefono con i leader europei e il presidente Usa Obama, ma non intende cambiare idea sull’operazione contro Gaza: “Finiremo quando il nostro obiettivo sarà realizzato. Ovvero riportare la pace”.

L’ipotesi di un cessate-il-fuoco era già stata esclusa ieri (“Non è in agenda”) e oggi pare essere stata completamente cancellata dall’orizzonte. “Siamo nel mezzo di una battaglia”, ha detto Netanyahu, liquidando chi gli ha domandato se ci fossero ancora spiragli per una tregua. L’obiettivo del suo governo è stato chiaro sin dall’inizio dell’operazione ‘Barriera protettiva’: cancellare Hamas che, secondo il premier dello Stato ebraico usa i civili come scudi umani, mentre Israele ha investito energie e denaro per proteggere i suoi cittadini. Ma i raid israeliani hanno raso al suolo case private, nonostante la presenza di civili, donne e bambini, sui tetti.

Netanyahu ha anche chiarito che il suo governo sa bene come garantire la sicurezza di Israele e impedirà che “Giudea e Samaria” (la Cisgiordania) diventino “altre 20 Gaza”, chiamando direttamente in causa il segretario di Stato statunitense, John Kerry, sponsor del negoziato tra israeliani e palestinesi fallito ad aprile, che aveva fatto pressioni per l’allentamento del controllo israeliano sulla Cisgiordania.

 

 

Fonte

http://nena-news.it/diretta-gaza-vicina-linvasione-via-terra/#sthash.fojs8YOl.dpuf

BOICOTTA COLA COLA! BOICOTTA IL MONDIALE! NO EXPO 2015!

Ecco un altro motivo per dire No all’ Expo 2015: il suo sponsor ufficiale sarà niente meno che Coca Cola Company! Non che su questo ci sia da stupirsi. La Coca Cola Company è sponsor  delle cose peggiori tra cui la coppa del mondo (fonte: https://www.facebook.com/SalviamoCeraunavolta?fref=ts: post di Carlinho Utopia del 30 maggio).


(Fonte foto: https://www.facebook.com/SalviamoCeraunavolta/photos/pcb.1512174172336085/1512173859002783/?type=1&theater)

 
La cosa sorprendente è che qui si dice che Coca Cola valorizzerà tematiche quali “l’equilibrio alimentare, l’importanza di una vita sana, di stili di vita attivi, nel rispetto di un ambiente sostenibile”. Fonte: http://www.expo2015.org/it/innovazione-e-sostenibilita–the-coca-cola-company-e-official-soft-drink-partner-di-expo-milano-2015
Per chi non sapesse quanto Coca Cola sia tutto il contrario della sostenibilità, invito a leggere i seguenti articoli:

 

Coca Cola compra zucchero sporco di sangue indio:

http://popoff.globalist.it/Detail_News_Display?ID=94740&typeb=0&Brasile-Coca-Cola-compra-zucchero-

 

Ecco come la Fanta sfrutta gli immigrati a Rosarno :

 

 
La Fanta è un prodotto della Coca-Cola Corporation.
  La Fanta è un prodotto della Coca-Cola Corporation.

 

http://popoff.globalist.it/Detail_News_Display?ID=87961&typeb=0&Ecco-come-la-Fanta-sfrutta-gli-immigrati-a-Rosarno

 

E ricordiamoci che la Coca Cola è anche israeliana.

Articolo su Coca e Cola e occupazione:

La dottrina Kerry: ai palestinesi Coca-Cola. Le armi a Israele 

  http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=72309

 

L'aereo militare V-22 Osprey a decollo verticale che gli Usa forniranno a Israele

ISRAELIANI RAPITI, MICCIA PER UNA ESPLOSIONE DEVASTANTE

* Nota personale: mi dissocio dall’espressione “adolescenti israeliani” perchè sappiamo tutti che si tratta in ogni caso di coloni illegali. Molti scrivono che le parole sono importanti e hanno ragione ma le parole qui scritte sono di un giornalista seguitissimo e condiviso da molti e allora io le riporto anche per evidenziare come l’informazione, anche quella più seguita dagli attivisti, risenta sempre più spesso di una sorta di livellamento culturale e eccessiva moderatezza.

D. Q.

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Dalla pagina di Michele Giorgio:
15/06/2014

ore 23.45 circa

Rapimento. E’ sempre piu’ grave situazione in Cisgiordania, sparatoria a Betlemme. 4 razzi da Gaza verso Ashqelon. Si attende rappresaglia

 

 

AGGIORNAMENTO ORE 18.00
L’esercito israeliano ha circondato totalmente la città di Hebron dove continuano i raid cominciati nella notte nelle case di decine di famiglie palestinesi. Almeno 43 persone sono state arrestate in città e si aggiungono ai circa 80 esponenti di Hamas incarcerati la scorsa notte in tutta la Cisgiordania. Sono stati arrestati in particolare sette membri della famiglia Abu Eish, alla quale appartiene un militante di Hamas che, assieme ad un altro membro del movimento islamico, non è più tornato a casa da giovedì sera, ossia da quando sono scomparsi i tre adolescenti israeliani. Secondo Israele sarebbe alta la possibilità che i due militanti di Hamas ricercati siano coinvolti nel rapimento. Forte la pressione delle forze militari di occupazione anche su Ramallah e molti altri centri abitati. L’Autorità nazionale palestinese di Abu Mazen protesta contro le punizioni collettive che subisce la popolazione civile in Cisgiordania ma in queste ore la sua intelligence collabora pienamente con le forze di sicurezza israeliane.

 

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Da il manifesto

Israele/Territori Occupati. Netanyahu: pronti a qualsiasi scenario. Ora si teme una escalation militare. Israele schiera altre migliaia di soldati in Cisgiordania, non solo per le ricerche dei giovani dispersi.

 

 

La vicenda dei tre ado­le­scenti israe­liani scom­parsi gio­vedì sera nella Cisgior­da­nia occu­pata, si sta tra­sfor­mando nella mic­cia che può pro­vo­care una esplo­sione deva­stante. La loro sorte — rapiti da un gruppo armato pale­sti­nese ha con­fer­mato ieri sera il pre­mier Israe­liano Benya­min Neta­nyahu – non genera solo emo­zione in tutta Israele, otte­nendo gran parte dello spa­zio sui media nazio­nali, ma rende per­sino più grave il qua­dro israelo-palestinese. Senza con­tare che non man­cano coloro che met­tono la vicenda addi­rit­tura in rela­zione agli ultimi svi­luppi in Iraq e nel resto della regione.

 

I gior­nali, già prima della noti­zia del (pro­ba­bile) seque­stro dei tre ragazzi, ave­vano pub­bli­cato com­menti e ana­lisi sull’infiltrazione dello “Stato Isla­mico in Iraq e Siria” anche in Gior­da­nia, quindi alle porte del paese. Così quando venerdì è giunta la riven­di­ca­zione del seque­stro da parte di un sedi­cente gruppo “Stato dell’Islam”, per i media israe­liani è stato facile fare due più due, quat­tro. Una riven­di­ca­zione poco cre­di­bile, per ammis­sione degli stessi uomini dell’intelligence, ma che ali­menta la tesi dei nazio­na­li­sti israe­liani che vuole i pale­sti­nesi sem­pre più “estre­mi­sti”, “fana­tici”, quindi inaf­fi­da­bili per il rag­giu­gi­mento di qual­siasi accordo poli­tico. Lo stesso pre­mier Neta­nyahu ha pron­ta­mente col­le­gato il seque­stro alla recente ricon­ci­lia­zione tra pale­sti­nesi e alla costi­tu­zione del nuovo governo dell’Anp con l’appoggio del movi­mento isla­mico Hamas. Israele farà ”di tutto e con tutti i mezzi” per rin­trac­ciare i tre ragazzi che ”sono stati rapiti da un’organizzazione ter­ro­ri­stica” e impe­dire che ”siano tra­sfe­riti a Gaza o altrove”, ha avver­tito Neta­nyahu che è tor­nato ad accu­sare l’Anp di essere respon­sa­bile per­ché gli autori del rapi­mento ”sono par­titi dal ter­ri­to­rio sotto suo con­trollo” e ha ammo­nito che le forze israe­liane  sono pronte ”a qual­siasi scenario”.

 

Per la destra fuori e den­tro il governo, il pre­si­dente pale­sti­nese Abu Mazen avrebbe mostrato in que­sti ultimi mesi e set­ti­mane il «suo vero volto», quello dell’estremista nemico di Israele e non del mode­rato favo­re­vole a al com­pro­messo poli­tico che piace ai governi occi­den­tali. Peral­tro il seque­stro aggiunge ten­sione anche in casa pale­sti­nese dove la ricon­ci­lia­zione Fatah-Hamas e la nascita del nuovo ese­cu­tivo di con­senso nazio­nale non ha cam­biato nulla sul ter­reno. L’altro giorno il pre­mier Rami Ham­dal­lah, rispon­dendo alle domande del New York Times, ha detto che la sua auto­rità rimane ine­si­stente a Gaza dove, di fatto, con­ti­nua a gover­nare Hamas. Il movi­mento isla­mico replica che anche in Cisgior­da­nia le cose non sono cam­biate e che i suoi atti­vi­sti e sim­pa­tiz­zanti sono presi di mira non solo dall’esercito israe­liano ma ancora dall’intelligence dell’Anp che, aggiunge, pro­se­gue la sua col­la­bo­ra­zione di sicu­rezza con Tel Aviv. In un qua­dro tanto com­plesso e fra­gile, gli avver­ti­menti minac­ciosi lan­ciati da Neta­nyahu ad Abu Mazen vanno presi molto sul serio. Even­tuali svi­luppi dram­ma­tici della scom­parsa dei tre israe­liani, inne­sche­ranno senza alcun dub­bio una duris­sima rea­zione mili­tare di Israele nei Ter­ri­tori occu­pati, con con­se­guenze incalcolabili.

 

Il mini­stro della difesa israe­liano, Moshe Yaa­lon, è con­vinto che i tre ado­le­scenti siano in vita. «Fino a quando non sapremo il con­tra­rio, lavo­riamo pre­sup­po­nendo che siano ancora vivi» ha detto, aggiun­gendo che l’esercito ha sven­tato nel 2013 trenta seque­stri di israe­liani e quin­dici nel 2014. Le ricer­che dei tre scom­parsi — Gilad Shaar, 16 anni, della colo­nia di Tal­mon; Naf­tali Fren­kel, 16, del vil­lag­gio di Nof Aya­lon sulla “linea verde”; Elad Yifrach, 19, di Elad nei pressi di Petah Tikva — si con­cen­trano nella zona di Hebron dove si trova la scuola rab­bi­nica che fre­quen­ta­vano. Tra le varie pos­si­bi­lità c’è quella che i rapiti siano stati sepa­rati, ren­dendo così più dif­fi­cile il ritro­va­mento, allo scopo di avviare trat­ta­tive per uno scam­bio di pri­gio­nieri. L’esercito israe­liano ha dispie­gato più di 2.000 sol­dati nell’area di Hebron. Tre bat­ta­glioni di para­ca­du­ti­sti e uno di un’altra unità sono stati inviati in altre zone vicine. Ieri il segre­ta­rio di stato Usa John Kerry ha discusso con Abu Mazen dell’intera vicenda, visto che, tra l’altro, uno degli scom­parsi ha anche la cit­ta­di­nanza americana.