CHE TUTTI SAPPIANO: STA BRUCIANDO IL PARCO NAZIONALE DELL’ASPROMONTE.

Condivido anche qui, e invito tutti a farlo su qualunque social, il tragico appello dell’Associazione Guide Ufficiali del Parco Nazionale dell’Aspromonte: https://www.facebook.com/guideufficialiparcoaspromonte

CHE TUTTI SAPPIANO

Sta bruciando l’Aspromonte. Non sterpaglie o erba secca, l’Aspromonte selvaggio e quasi intatto, quello dei boschi antichi, degli alberi millenari e dall’altissimo pregio.

Bruciano la foresta di Acatti e la Valle Infernale, di recente divenuta patrimonio UNESCO. Brucia lo Zomaro e i boschi di Roccaforte, nuovi focolai si segnalano nell’area grecanica.

La conclusione di questo inferno è ancora lontana dall’essere raggiunta.

Mani criminali continuano ad appiccare fuochi e la lotta sembra impari.

Non stiamo parlando di qualche boschetto, buono per farci una passeggiatina e pubblicare un paio di foto su instagram, ma sono i boschi della zona a tutela integrale, dall’altissimo valore naturalistico per noi, per la Calabria, l’Italia e per tutto il mondo. È come se bruciassero i Bronzi di Riace e noi li potessimo vedere mentre il metallo si scioglie e cola sulle basi di marmo… anzi peggio, perché questo fuoco causerà gravi danni alle nostre vite nel prossimo e medio futuro. Chi brucia un bosco brucia un pezzo del presente e del futuro di tutti e molti non si stanno rendendo conto del danno ENORME, che stiamo subendo ed abbiamo subito.

Se non l’avessimo capito, la situazione è gravissima e quindi è bene che tutti sappiano che sta bruciando IL PARCO NAZIONALE DELL’ASPROMONTE.

Che siate maledetti, voi che bruciate e voi che non avete fatto ciò che sarebbe servito a fermarli. Criminali e complici dei criminali.

Che tutti sappiano che il disastro non si è ancora compiuto.

Che tutti sappiano che si sarebbe potuto evitare il peggio. Che tutti sappiano che chiederemo il conto di questo disastro.

Che tutti sappiano che i boschi più belli dell’Aspromonte sono quasi in cenere.

Che tutti sappiano che l’Aspromonte è in guerra e che non finirà quando il fuoco sarà spento.

Che tutti sappiano che non abbiamo più lacrime.

Che tutti sappiano.

Sigh

ANCHE L’AFRICA BRUCIA

Anche l’Africa è in fiamme (e brucia da metà luglio), ma nessuno ne parla

I focolai attivi nell’Africa Sub-sahariana al 25 agosto 2019. Foto Nasa

Brucia l’Amazzonia e lo sappiamo ormai tutti. Ma ciò che abbiamo ignorato fino a oggi è che anche l’Africa è in fiamme. E da più tempo. Congo e Angola, infatti, sono interessati da vasti incendi almeno da metà luglio. I peggiori incendi degli ultimi 15 anni, dicono gli esperti. Una catastrofe rimasta a lungo sotto traccia, a differenza di quella brasiliana, e che forse ora, spinta dai fuochi amazzonici, arriva al centro del dibattito politico. Questa animazione creata dalle foto satellitari della NASA evidenzia come il fumo sul continente africano sia visibile da molti giorni prima rispetto a quello prodotto dagli incendi in Amazzonia.  Una tragedia dimenticata, fino a oggi: “Seguiamo con molta attenzione quello che sta succedendo in Africa – ha detto al G7 il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, – e abbiamo avuto uno scambio con l’Unione africana e altri Paesi. La foresta brucia anche in Africa, in Congo. Stiamo esaminando la possibilità di lanciare un’iniziativa similare (a quella proposta per il Brasile, ndr) in Africa”.

Il fumo sul continente africano fotografato il 25 agosto 2019, Foto https://worldview.earthdata.nasa.gov/

Guarda l’animazione: gli incendi in America-latina e Africa a confronto

 

Tra Giovedì e venerdì scorsi, per esempio, l’Angola ha registrato 6902 incendi, la Repubblica Democratica del Congo 3395, mentre il Brasile “solo” 2127. Anche stando alle rilevazioni di Copernicus (il programma europeo di osservazione della Terra) attualmente è la regione centrafricana a registrare la maggior parte di incendi di biomasse nel mondo.

Gli incendi nell’Africa sub-sahariana rappresentano circa il 70% dell’area bruciata di tutto il mondo e la causa di questi incendi, come per l’Amazzonia, è riconducibile alle attività agricole e zootecniche, in particolare all’utilizzo della tecnica ‘taglia e brucia’ con gli agricoltori centrafricani che utilizzano il fuoco per ripulire vaste distese di foreste o savane, rigenerare pascoli e bruciare gli scarti delle terre coltivate per prepararsi alla prossima stagione.

 

Fonte:

https://it.businessinsider.com/anche-lafrica-e-in-fiamme-e-brucia-da-meta-luglio-ma-nessuno-ne-parla/?fbclid=IwAR1FxnFyLR5fw8JxKJkW4yt27qYFB5WMPPwu9GkkFfoE-WFNOUX__68zGNg

L’AMAZZONIA STA BRUCIANDO

L’Amazzonia sta andando a fuoco e il fumo si vede dallo spazio

Sono settimane che l’Amazzonia sta bruciando, mentre le politiche locali hanno intensificato la deforestazione. Lunedì, il fumo ha oscurato San Paolo.

Di Madeleine Gregory
21 agosto 2019, 11:34am

IMMAGINE A SINISTRA: NATIONAL OCEANIC AND ATMOSPHERIC ADMINISTRATION, IMMAGINE A DESTRA: ALBERTO SHIGUEMATSU

A metà della giornata di lunedì il cielo sopra San Paolo, in Brasile, è diventato buio.

La città, come altre parti degli stati federati del Brasile Mato Grosso e Paraná, è stata oscurata da una coltre di fumo causata dagli incendi che stanno divorando l’Amazzonia, stando alle testate locali.

All’inizio di questo mese, l’Amazonas (il più grande degli stati del Brasile) ha dichiarato lo stato di emergenza per via del numero sempre maggiore di incendi forestali, ha riportato Euro News. La stagione degli incendi nell’Amazzonia è solo all’inizio—va da agosto a ottobre, e raggiunge il suo picco a metà settembre—, ma il fumo è già così tanto che si può vedere dallo spazio.

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La settimana scorsa, la NASA ha pubblicato alcune immagini satellitari, che mostrano la distribuzione degli incendi e del fumo in Brasile. Citando il Global Fire Emissions Database, la NASA ha sottolineato che, per quanto i livelli degli incendi attuali siano leggermente sotto la media rispetto agli ultimi 15 anni, sono decisamente più alti della norma in alcuni stati, tipo Amazonas e Rondônia.

“Lo stato di Amazonas, in particolare, ha visto un’attività d’incendi ben sopra la media durante agosto,” ha detto Mark Parrington, uno scienziato che si occupa di emissioni legate agli incendi al Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine.

Stando a Parrington, le fiamme in Amazzonia rilasciano una media di 500-600 tonnellate di diossido di carbonio nel corso di un anno intero. Nel 2019, per ora, hanno già prodotto 200 tonnellate di gas serra. Stando al Global Fire Emissions Database, sono stati individuati 8.668 incendi nell’Amazonas fino a questo lunedì. Questo numero supera i dati degli anni passati ed è solo di poco inferiore al record del 2016 di 8.836.

Tramite le immagini satellitari si è potuto tracciare il moto di spostamento del fumo, che ha completamente saturato l’aria a San Paolo. Gustavo Faleiros, che lavora per il notiziario ambientalista InfoAmazonia, ha detto via mail che la qualità dell’aria è persino peggiore in campagna che in città.

“Chi abita in campagna ha iniziato a lamentarsi del fumo dovuto agli incendi, perché l’aria lì prima era pulita e nel frattempo la città è piena di fumo e cenere,” ha detto Alberto Shiguematsu, un abitante di San Paolo che sta pubblicando aggiornamenti su Twitter.

Stando a Shiguematsu, il cielo è diventato “molto scuro” intorno alle 15:15 di lunedì pomeriggio. Ha detto che nei 10 anni vissuti a San Paolo non aveva mai visto una cosa del genere. Magari leggeva sui giornali che c’era un incendio nell’Amazzonia, ma non avrebbe mai pensato che lo avrebbe colpito personalmente.

“Il fumo che arriva fin qui, a San Paolo, a migliaia di chilometri di distanza? Sono senza parole,” ha detto.

La notizia di questi incendi arriva nel mezzo di un’operazione di deforestazione estesa voluta dal presidente di estrema destra Jair Bolsonaro, che ha scatenato non poche proteste localmente e molta preoccupazione a livello internazionale. Se il fumo dovuto agli incendi è una minaccia concreta per la salute degli abitanti della zona, un numero di incendi maggiore è anche un fattore di stress in più sulla foresta pluviale dell’Amazzonia come intero ecosistema.

In passato, l’umidità dell’Amazzonia l’ha protetta da incendi massicci, ma la siccità, la deforestazione e l’agricoltura potrebbero rendere gli incendi così frequenti da alterare completamente il paesaggio, ha avvertito uno studio nel 2014. Stando a un post di InfoAmazonia, l’Istituto nazionale di ricerche spaziali del Brasile prevede che le precipitazioni piovose nell’Amazzonia centrale e settentrionale saranno il 40 o 50 percento sotto la norma nei prossimi tre mesi.

“C’è una relazione diretta tra l’aumento degli incendi e la deforestazione,” ha scritto Faleiros in un post. “Dei 10 comuni che hanno registrato gli incendi più consistenti nel 2019, sette sono anche nella lista di comuni con il numero più alto di avvisi di deforestazione.”

Questo articolo è apparso originariamente su VICE US.

Fonte:

https://www.vice.com/it/article/d3avvm/incendi-in-amazzonia-foresta-brasile-fumo-san-paolo?utm_campaign=sharebutton&fbclid=IwAR14prUMCLF0f02c8V9S24YsVegiqKzLlqPYI89xpe1rH48GKTvuP3art-Q

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